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La campagna elettorale è iniziata e in questi giorni si parla di università, dopo la proposta di Leu di abolire le tasse universitarie per tutti, ricchi e poveri. Le opinioni di Francesco Silos Labini, redattore di Roars, e di Marco Rondina, rappresentante degli studenti al politecnico di Torino...Abolire le tasse universitarie per tutti. Siete d'accordo? Microfono aperto. (prima parte)
La campagna elettorale è iniziata e in questi giorni si parla di università, dopo la proposta di Leu di abolire le tasse universitarie per tutti, ricchi e poveri. Le opinioni di Francesco Silos Labini, redattore di Roars, e di Marco Rondina, rappresentante degli studenti al politecnico di Torino...Abolire le tasse universitarie per tutti. Siete d'accordo? Microfono aperto. (seconda parte)
La campagna elettorale è iniziata e in questi giorni si parla di università, dopo la proposta di Leu di abolire le tasse universitarie per tutti, ricchi e poveri. Le opinioni di Francesco Silos Labini, redattore di Roars, e di Marco Rondina, rappresentante degli studenti al politecnico di Torino...Abolire le tasse universitarie per tutti. Siete d'accordo? Microfono aperto. (prima parte)
La campagna elettorale è iniziata e in questi giorni si parla di università, dopo la proposta di Leu di abolire le tasse universitarie per tutti, ricchi e poveri. Le opinioni di Francesco Silos Labini, redattore di Roars, e di Marco Rondina, rappresentante degli studenti al politecnico di Torino...Abolire le tasse universitarie per tutti. Siete d'accordo? Microfono aperto. (seconda parte)
Dal “profitto vile che fulmina il pesce” del poeta livornese Caproni alla rivoluzione digitale e il suo rapporto con il lavoro; dall'Italia del boom economico degli anni Sessanta alla relazione tra progresso materiale e civile; dai disastri alle ricostruzioni. E' la maturità 2017. Sono i temi su cui per un massimo di sei ore si sono esercitati oggi poco più di mezzo milioni di maturandi. La scuola italiana è stata capace di prepararli allo sviluppo di queste tracce? Agli studenti è stata insegnata la storia italiana fino agli anni Sessanta? Hanno letto le poesie di Caproni? Messa in questi termini, la maturità diventa una prova non solo per i singoli studenti, ma anche per la scuola italiana: un test d'appello sulla capacità dell'istituzione di preparare i giovani all'esame degli esami. Memos ha ospitato oggi due delle fonti utilizzate dal Miur per le tracce: lo storico Piero Bevilacqua, per il tema sull'Italia del boom economico, e il genetista Edoardo Boncinelli citato per il tema “progresso e civiltà”. Ospite a Memos anche Marco Rondina, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Torino. Da Rondina ci siamo fatti raccontare cosa devono aspettarsi quegli studenti che, dopo la maturità, decideranno di iscriversi all'università (l'anno scorso sono stati 280 mila su 500 mila maturandi).
Dal “profitto vile che fulmina il pesce” del poeta livornese Caproni alla rivoluzione digitale e il suo rapporto con il lavoro; dall’Italia del boom economico degli anni Sessanta alla relazione tra progresso materiale e civile; dai disastri alle ricostruzioni. E’ la maturità 2017. Sono i temi su cui per un massimo di sei ore si sono esercitati oggi poco più di mezzo milioni di maturandi. La scuola italiana è stata capace di prepararli allo sviluppo di queste tracce? Agli studenti è stata insegnata la storia italiana fino agli anni Sessanta? Hanno letto le poesie di Caproni? Messa in questi termini, la maturità diventa una prova non solo per i singoli studenti, ma anche per la scuola italiana: un test d’appello sulla capacità dell’istituzione di preparare i giovani all’esame degli esami. Memos ha ospitato oggi due delle fonti utilizzate dal Miur per le tracce: lo storico Piero Bevilacqua, per il tema sull’Italia del boom economico, e il genetista Edoardo Boncinelli citato per il tema “progresso e civiltà”. Ospite a Memos anche Marco Rondina, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Torino. Da Rondina ci siamo fatti raccontare cosa devono aspettarsi quegli studenti che, dopo la maturità, decideranno di iscriversi all’università (l’anno scorso sono stati 280 mila su 500 mila maturandi).
Dal “profitto vile che fulmina il pesce” del poeta livornese Caproni alla rivoluzione digitale e il suo rapporto con il lavoro; dall’Italia del boom economico degli anni Sessanta alla relazione tra progresso materiale e civile; dai disastri alle ricostruzioni. E’ la maturità 2017. Sono i temi su cui per un massimo di sei ore si sono esercitati oggi poco più di mezzo milioni di maturandi. La scuola italiana è stata capace di prepararli allo sviluppo di queste tracce? Agli studenti è stata insegnata la storia italiana fino agli anni Sessanta? Hanno letto le poesie di Caproni? Messa in questi termini, la maturità diventa una prova non solo per i singoli studenti, ma anche per la scuola italiana: un test d’appello sulla capacità dell’istituzione di preparare i giovani all’esame degli esami. Memos ha ospitato oggi due delle fonti utilizzate dal Miur per le tracce: lo storico Piero Bevilacqua, per il tema sull’Italia del boom economico, e il genetista Edoardo Boncinelli citato per il tema “progresso e civiltà”. Ospite a Memos anche Marco Rondina, studente di ingegneria informatica del Politecnico di Torino. Da Rondina ci siamo fatti raccontare cosa devono aspettarsi quegli studenti che, dopo la maturità, decideranno di iscriversi all’università (l’anno scorso sono stati 280 mila su 500 mila maturandi).
A cosa serve l'università? Serve a formare futuri lavoratori oppure ad educare e istruire cittadini consapevoli? ..In che direzione si sta muovendo l'università in Italia? ..Memos oggi ha ospitato un professore e uno studente del Politecnico di Torino. Si tratta di Juan Carlos De Martin, informatico, autore di “Università futura - tra democrazia e bit" (Codice edizioni, 2017); e Marco Rondina, consigliere di amministrazione del Politecnico in rappresentanza degli studenti...Rondina è autore e interprete di un discorso, diventato virale sul web, in cui sul filo dell'ironia denuncia «un sistema universitario – racconta a Memos - bistrattato e non considerato abbastanza». A cosa serve, allora, l'Università? Il professor De Martin ricorda che «in Italia una riflessione attorno a questo interrogativo non c'è quasi mai stata. In altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti, questa domanda se la sono posta. Invece, in Italia sembra scontato che l'università serva a preparare al lavoro. Ma questa è solo una delle missioni dell'università. Nel mio libro metto in evidenza che la formazione al lavoro è sicuramente una cosa utile e importante per la società, ma non è affatto l'unica missione. L'università serve soprattutto alle persone, nella loro interezza, come esseri umani e come cittadini all'interno di una democrazia».
A cosa serve l’università? Serve a formare futuri lavoratori oppure ad educare e istruire cittadini consapevoli? ..In che direzione si sta muovendo l’università in Italia? ..Memos oggi ha ospitato un professore e uno studente del Politecnico di Torino. Si tratta di Juan Carlos De Martin, informatico, autore di “Università futura - tra democrazia e bit" (Codice edizioni, 2017); e Marco Rondina, consigliere di amministrazione del Politecnico in rappresentanza degli studenti...Rondina è autore e interprete di un discorso, diventato virale sul web, in cui sul filo dell’ironia denuncia «un sistema universitario – racconta a Memos - bistrattato e non considerato abbastanza». A cosa serve, allora, l’Università? Il professor De Martin ricorda che «in Italia una riflessione attorno a questo interrogativo non c’è quasi mai stata. In altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti, questa domanda se la sono posta. Invece, in Italia sembra scontato che l’università serva a preparare al lavoro. Ma questa è solo una delle missioni dell’università. Nel mio libro metto in evidenza che la formazione al lavoro è sicuramente una cosa utile e importante per la società, ma non è affatto l’unica missione. L’università serve soprattutto alle persone, nella loro interezza, come esseri umani e come cittadini all’interno di una democrazia».
A cosa serve l’università? Serve a formare futuri lavoratori oppure ad educare e istruire cittadini consapevoli? ..In che direzione si sta muovendo l’università in Italia? ..Memos oggi ha ospitato un professore e uno studente del Politecnico di Torino. Si tratta di Juan Carlos De Martin, informatico, autore di “Università futura - tra democrazia e bit" (Codice edizioni, 2017); e Marco Rondina, consigliere di amministrazione del Politecnico in rappresentanza degli studenti...Rondina è autore e interprete di un discorso, diventato virale sul web, in cui sul filo dell’ironia denuncia «un sistema universitario – racconta a Memos - bistrattato e non considerato abbastanza». A cosa serve, allora, l’Università? Il professor De Martin ricorda che «in Italia una riflessione attorno a questo interrogativo non c’è quasi mai stata. In altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti, questa domanda se la sono posta. Invece, in Italia sembra scontato che l’università serva a preparare al lavoro. Ma questa è solo una delle missioni dell’università. Nel mio libro metto in evidenza che la formazione al lavoro è sicuramente una cosa utile e importante per la società, ma non è affatto l’unica missione. L’università serve soprattutto alle persone, nella loro interezza, come esseri umani e come cittadini all’interno di una democrazia».