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Luca Sommi e Andrea Scanzi, con la partecipazione di Marco Travaglio, ospitano Federico Rampini e Gad Lerner, in collegamento con Cosimo Caridi da Kiev. Guarda Accordi e Disaccordi su discovery+ senza pubblicità > https://www.discoveryplus.it/programmi/accordi-e-disaccordi?utm_source=podcast&utm_medium=clip&utm_campaign=accordiedisaccordiSee omnystudio.com/listener for privacy information.
EiTBren korrespontsala da Berlinen eta Kiev hirian zegoen Errusiak Ukraina eraso zuenean. Haurdunaldia zela medio herrialdetik alde egitea erabaki zuen, kontraesan artean. Cairon, Palestinan, Italian eta beste hainbat lekutan izan da informatzen. Eta etorkizunean ere albistea dagoen lekuan izango da. 'Awlad' dokumentala egin zuen 2019an Cosimo Caridi bikote eta lankidearekin batera, munduko txoko ezberdinetan bizi diren haur errefuxiatuen bizitza jasotzen duen pelikula. Udaberria da Berlinen etxeko ateak zabaldu dizkigunean. Kapituluan Mikel Elgezabal eta Paulina Miuk interpretatutako 'Zelenaya Vyshnya' abestia sartu dugu. Guernicaplatz-en zuzenean grabatua.
EiTBren korrespontsala da Berlinen eta Kiev hirian zegoen Errusiak Ukraina eraso zuenean. Haurdunaldia zela medio herrialdetik alde egitea erabaki zuen, kontraesan artean. Cairon, Palestinan, Italian eta beste hainbat lekutan izan da informatzen. Eta etorkizunean ere albistea dagoen lekuan izango da. 'Awlad' dokumentala egin zuen 2019an Cosimo Caridi bikote eta lankidearekin batera, munduko txoko ezberdinetan bizi diren haur errefuxiatuen bizitza jasotzen duen pelikula. Udaberria da Berlinen etxeko ateak zabaldu dizkigunean. Kapituluan Mikel Elgezabal eta Paulina Miuk interpretatutako 'Zelenaya Vyshnya' abestia sartu dugu. Guernicaplatz-en zuzenean grabatua.
EiTBren korrespontsala da Berlinen eta Kiev hirian zegoen Errusiak Ukraina eraso zuenean. Haurdunaldia zela medio herrialdetik alde egitea erabaki zuen, kontraesan artean. Cairon, Palestinan, Italian eta beste hainbat lekutan izan da informatzen. Eta etorkizunean ere albistea dagoen lekuan izango da. 'Awlad' dokumentala egin zuen 2019an Cosimo Caridi bikote eta lankidearekin batera, munduko txoko ezberdinetan bizi diren haur errefuxiatuen bizitza jasotzen duen pelikula. Udaberria da Berlinen etxeko ateak zabaldu dizkigunean. Kapituluan Mikel Elgezabal eta Paulina Miuk interpretatutako 'Zelenaya Vyshnya' abestia sartu dugu. Guernicaplatz-en zuzenean grabatua.
Giorgia Meloni, FdI ; Roberto Zaccaria, CIR ; Cosimo Caridi, giornalista .
La situazione in Siria continua a precipitare. Un milione di persone si era avvicinato nelle scorse settimane al confine con la Turchia per sfuggire al conflitto. Il 2 marzo il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato l'apertura dei suoi confini e insieme la possibilità per i profughi di avvicinarsi all'Europa.In questo momento una delle maggiori zone di pressione è l'isola egea di Lesbo. Dopo l'approdo di migliaia di persone sulle sue coste, l'esercito greco ha dato il via a una serie di esercitazioni militari con armi vere come deterrente verso nuovi tentativi di sbarco. Si sono poi verificati diversi scontri tra gli isolani e le ONG che operano a Lesbo: sono stati istituiti dei checkpoint intorno al campo profughi di Moria per bloccare chiunque non sia residente sull'isola. La polizia greca, dopo aver tentato invano di aprire un nuovo campo profughi, resta a guardare.La città principale dell'isola di Lesbo, Mitilene, ha 20.000 abitanti, lo stesso numero di persone ospitate nel campo di Moria. Da parte del governo greco è evidente l'incapacità di trovare una soluzione politica e questa situazione, ma anche l'Unione Europea in questo momento non sembra avere la capacità diplomatica per arrivare a soluzioni a lungo termine.Ne parla Cosimo Caridi, giornalista indipendente.
La situazione in Siria continua a precipitare. Un milione di persone si era avvicinato nelle scorse settimane al confine con la Turchia per sfuggire al conflitto. Il 2 marzo il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato l'apertura dei suoi confini e insieme la possibilità per i profughi di avvicinarsi all'Europa.In questo momento una delle maggiori zone di pressione è l'isola egea di Lesbo. Dopo l'approdo di migliaia di persone sulle sue coste, l'esercito greco ha dato il via a una serie di esercitazioni militari con armi vere come deterrente verso nuovi tentativi di sbarco. Si sono poi verificati diversi scontri tra gli isolani e le ONG che operano a Lesbo: sono stati istituiti dei checkpoint intorno al campo profughi di Moria per bloccare chiunque non sia residente sull'isola. La polizia greca, dopo aver tentato invano di aprire un nuovo campo profughi, resta a guardare.La città principale dell'isola di Lesbo, Mitilene, ha 20.000 abitanti, lo stesso numero di persone ospitate nel campo di Moria. Da parte del governo greco è evidente l'incapacità di trovare una soluzione politica e questa situazione, ma anche l'Unione Europea in questo momento non sembra avere la capacità diplomatica per arrivare a soluzioni a lungo termine.Ne parla Cosimo Caridi, giornalista indipendente.
Malta ha deciso di chiudere i suoi porti alle navi delle Ong, dopo nemmeno 24 ore dall'arrivo della Lifeline nel porto della Valletta.Cosimo Caridi, giornalista, è pronto ad imbarcarsi su una nave ong a Malta. E dice: «Non sarà più possibile utilizzare il porto di Malta per fare scalo o rifornimento per tutte le navi con struttura simile alla Lifeline». «Sembra che l'Europa voglia delegare tutto alla guardia costiera libica», continua.
Malta ha deciso di chiudere i suoi porti alle navi delle Ong, dopo nemmeno 24 ore dall'arrivo della Lifeline nel porto della Valletta.Cosimo Caridi, giornalista, è pronto ad imbarcarsi su una nave ong a Malta. E dice: «Non sarà più possibile utilizzare il porto di Malta per fare scalo o rifornimento per tutte le navi con struttura simile alla Lifeline». «Sembra che l'Europa voglia delegare tutto alla guardia costiera libica», continua.
Dove porteranno le proteste che hanno portato i tunisini, che con la rivoluzione del gennaio del 2011 diedero il via alla stagione delle “primavere arabe”, a scendere di nuovo in strada?Ne parliamo con Cosimo Caridi, giornalista che si trova a Tunisi per raccontare questi giorni intensi per il Paese. «Questo provvedimento – spiega – ridisegna un po’ il tipo di tassazione che devono pagare i tunisini: è aumentata l’Iva in tutte le aliquote, vengono inseriti dei contributi di solidarietà obbligatori per i dipendenti pubblici e privati, vengono alzate una serie di tasse come quelle sul carburante o sui beni di prima necessità. Il problema però non è tanto l’aumento delle tasse in sé e per sé, quanto la stagnazione dell’economia. L’economia tunisina è bloccata dalla rivoluzione o poco dopo. Negli ultimi due anni il dinaro, che è la valuta locale, ha perso il 50% del suo valore, l’inflazione continua a crescere, gli stipendi sono bloccati».
Dove porteranno le proteste che hanno portato i tunisini, che con la rivoluzione del gennaio del 2011 diedero il via alla stagione delle “primavere arabe”, a scendere di nuovo in strada?Ne parliamo con Cosimo Caridi, giornalista che si trova a Tunisi per raccontare questi giorni intensi per il Paese. «Questo provvedimento – spiega – ridisegna un po’ il tipo di tassazione che devono pagare i tunisini: è aumentata l’Iva in tutte le aliquote, vengono inseriti dei contributi di solidarietà obbligatori per i dipendenti pubblici e privati, vengono alzate una serie di tasse come quelle sul carburante o sui beni di prima necessità. Il problema però non è tanto l’aumento delle tasse in sé e per sé, quanto la stagnazione dell’economia. L’economia tunisina è bloccata dalla rivoluzione o poco dopo. Negli ultimi due anni il dinaro, che è la valuta locale, ha perso il 50% del suo valore, l’inflazione continua a crescere, gli stipendi sono bloccati».
I trentenni di oggi guadagnano meno dei trentenni degli anni 80. Cosimo Caridi è a Idomeni.