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Dialogo con l'antropologo scrittore Giulio Angioni (Guasila, 28 ottobre 1939 – Settimo San Pietro, 12 gennaio 2017). Poeta e accademico italiano.
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Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
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Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
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[Salvatore Cannas, Simone Contu, Marisa Deiana, Manuela Tramatzu] La redazione di Radio Onde Corte Ogliastra presenta un'intervista a Carlo Miccio, scrittore e mediatore culturale di 51 anni, che vive a Latina e che racconta nel suo libro “La trappola del fuorigioco” la dinamiche di un ambiente familiare in cui si annida ed esplode un disagio mentale. Il racconto narra di un forte rapporto genitore-figlio vissuto nell’arco di quasi quarant’anni; inizia con la percezione del figlio di qualcosa che rende infelice il padre, e che a volte lo allontana, perduto nelle sue “paure”, e prosegue attraverso vari gradi di riconoscimento ed accettazione della sofferenza mentale paterna. L’incontro con Carlo Miccio si è svolto a Guasila nell’ambito di Macchiori, festival dedicato alla Salute Mentale organizzato dalla amministrazione comunale nel settembre 2019. Macchiori è il titolo scelto per celebrare con un evento di condivisione e convivialità musica, danza e cultura - la follia positiva che abita in ognuno di noi.
Questo è un carnevale serio. Non è neppure carnevale. Storia cifrata d'un re che c'era una volta. Non re di carnevale: re di primavera, re di maggio. Re di festa che si mostra al suo popolo nel pieno delle sue funzioni: perciò dovrebbe essere vestito da re. Ma è un re che si nasconde, si traveste, si maschera. Ma pure se si maschera, la sua vestizione è un rito serio, elaborato. Un re che si sceglie ad ogni inizio d'anno. Se un re si può scegliere, garante del bene di tutti, lo si sceglie forte, puro, intero: sacerdote della fecondità, saldatura del ciclo delle stagioni. [...]
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Questo è un carnevale serio. Non è neppure carnevale. Storia cifrata d'un re che c'era una volta. Non re di carnevale: re di primavera, re di maggio. Re di festa che si mostra al suo popolo nel pieno delle sue funzioni: perciò dovrebbe essere vestito da re. Ma è un re che si nasconde, si traveste, si maschera. Ma pure se si maschera, la sua vestizione è un rito serio, elaborato. Un re che si sceglie ad ogni inizio d'anno. Se un re si può scegliere, garante del bene di tutti, lo si sceglie forte, puro, intero: sacerdote della fecondità, saldatura del ciclo delle stagioni. [...]
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Anninnora, poesie di Giulio Angioni. Sesto Corpo di Poesie
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Anninnora, poesie di Giulio Angioni. Quinto Corpo di Poesie Primo Aprile Aprile Ferie Note e giorno Come di notte Come di giorno Mezze stagioni Meteo In principio era il verbo? Il padre dell’ucciso Storie Risolvere Genesi La donna del miele Storia sacra Mea culpa Originale
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Anninnora, poesie di Giulio Angioni. Quarto Corpo di Poesie Razzismo Come sa di sale La vita è ovvia La vita è bella I belli aforismi Il cattivo maestro Geometria Utopia Autunno Riso di melagrana Fiamme d’inverno Capodanno Pasqua di vento Cielo Buongiorno
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Anninnora, poesie di Giulio Angioni. Terzo Corpo di Poesie Circospezione Vecchie risposte Carpe diem Amori Io, me A vivere s’impara Molto rumore per nulla Nulla Il corpo del sapere Disprezzo La trave e la pagliuzza Ragione Innocenza Eccentricità Sii te stesso La verità (3) Oblio
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Anninnora, poesie di Giulio Angioni. Secondo corpo di poesie Alberi Rientro Fatti in casa Triste usignolo Luce e buio Matto Mannaro A festa grande Rincasare Antichi fiori Quanti-qualità Il carro del nonno Solemare Vicini Perplessità Donna Gatto Statistica Politica Rimedio Memorie
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Intervista a tutto campo con l'antropologo scrittore Giulio Angioni, a cura di Gaetano Marino
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Sostieni Quarta Radio con una libera donazione Il gioco del mondo, di Giulio Angioni (versione teatrale) con Lilli Fois, Roberta Perra e Caterina Scalas drammaturgia di scena di Gaetno Marino Elaborazione del suono a cura di Simon Balestrazzi Suono di Gaetano Marino “Questi ricordi, devo lasciarli perdere di nuovo, perché già troppi li hanno ricordati […]
"Questi ricordi, devo lasciarli perdere di nuovo, perché già troppi li hanno ricordati a modo loro? Qui vedo chiaro che la mia fanciullezza è più vicina ai tempi dei nuraghi che a tempi come questi. E mi ci sento le vertigini. Ma è grazie agli artifici del ricordo che si riesce a sopportare ogni passato, e forse a non avere eccessi di paura del futuro. Ma non sarà che rimane memoria solo di ciò che lo voleva diventare, ci aspirava da sé, per conto suo, a essere memoria?".
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Versi in prosa in omaggio all'amico di sempre Giulio Angioni.
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