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Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
C'era una volta uno Zar grande e potente, che sposò una bellissima principessa. Non c'era al mondo una coppia più felice di loro, ma la loro luna di miele fu ben presto interrotta, poiché lo Zar fu chiamato in una spedizione di guerra contro un paese nemico, ed essi furono costretti a separarsi. La giovane sposa pianse amare lacrime, e il marito cercò di consolarla e prepararla al distacco dandole dei consigli. Le raccomandò sopratutto di non allontanarsi mai dal castello, di non dare confidenza agli estranei, di guardarsi sempre dai cattivi consiglieri e specialmente dalle donne strane. [...] Continue reading
Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto vestire con abiti sempre nuovi e stravaganti. Ogni suo avere lo impegnava ad acquistare vestiti eleganti. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno. Nella grande città in cui regnava giungevano ogni giorno molti stranieri tessitori e sarti. Tutti proponevano un vestito nuovo all'imperatore, ed egli acquistava quel che offrivano. Un giorno arrivarono due sarti impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere e cucire la stoffa più sottile, più resistente e bella che mai si potesse immaginare. Continue reading
Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto vestire con abiti sempre nuovi e stravaganti. Ogni suo avere lo impegnava ad acquistare vestiti eleganti. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno. Nella grande città in cui regnava giungevano ogni giorno molti stranieri tessitori e sarti. Tutti proponevano un vestito nuovo all'imperatore, ed egli acquistava quel che offrivano. Un giorno arrivarono due sarti impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere e cucire la stoffa più sottile, più resistente e bella che mai si potesse immaginare. Continue reading
Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto vestire con abiti sempre nuovi e stravaganti. Ogni suo avere lo impegnava ad acquistare vestiti eleganti. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno. Nella grande città in cui regnava giungevano ogni giorno molti stranieri tessitori e sarti. Tutti proponevano un vestito nuovo all'imperatore, ed egli acquistava quel che offrivano. Un giorno arrivarono due sarti impostori: si fecero passare per tessitori e sostennero di saper tessere e cucire la stoffa più sottile, più resistente e bella che mai si potesse immaginare. Continue reading
C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt'e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all'avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. La bambina passava molte ore della giornata nell'orto dove, in un cantuccio, coltivava dei fiori. Un giorno, mentre la bambina parlava col babbo o con la mamma, le parve di sentirsi chiamare dall'orto. [...] Continue reading
C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt'e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all'avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. La bambina passava molte ore della giornata nell'orto dove, in un cantuccio, coltivava dei fiori. Un giorno, mentre la bambina parlava col babbo o con la mamma, le parve di sentirsi chiamare dall'orto. [...] Continue reading
C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt'e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all'avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. La bambina passava molte ore della giornata nell'orto dove, in un cantuccio, coltivava dei fiori. Un giorno, mentre la bambina parlava col babbo o con la mamma, le parve di sentirsi chiamare dall'orto. [...] Continue reading
C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt'e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all'avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. La bambina passava molte ore della giornata nell'orto dove, in un cantuccio, coltivava dei fiori. Un giorno, mentre la bambina parlava col babbo o con la mamma, le parve di sentirsi chiamare dall'orto. [...] Continue reading
[...] Medusa era circondata da centinaia e centinaia di uomini che erano diventati statue di pietra per aver fissato lo sguardo su di lei. "Come faccio a ucciderla senza guardarla?" si chiedeva Perseo, preoccupato. Un raggio di sole si rifletté sullo scudo di Atena, e Perseo ebbe un'idea. Si mise lo scudo davanti al viso e volò all'indietro trasportato dai sandali alati. Riuscì cosi a guardare il mostro, riflesso nel metallo lucidissimo. [...] Continue reading
Nessuno, fra quelli che sapevano del suo terribile mestiere, e più o meno si erano serviti o contavano di servirsi di lui, lo chiamava con questo nome; anzi tutti lo consideravano, almeno superficialmente, come un giustiziere; perché in realtà egli non si prestava alle richieste esecuzioni se non in casi eccezionali, quando cioè si trattava di una giusta vendetta o di levar di mezzo un individuo nocivo alla pace di un uomo o di una famiglia. [...]
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Nessuno, fra quelli che sapevano del suo terribile mestiere, e più o meno si erano serviti o contavano di servirsi di lui, lo chiamava con questo nome; anzi tutti lo consideravano, almeno superficialmente, come un giustiziere; perché in realtà egli non si prestava alle richieste esecuzioni se non in casi eccezionali, quando cioè si trattava di una giusta vendetta o di levar di mezzo un individuo nocivo alla pace di un uomo o di una famiglia. [...]
Nessuno, fra quelli che sapevano del suo terribile mestiere, e più o meno si erano serviti o contavano di servirsi di lui, lo chiamava con questo nome; anzi tutti lo consideravano, almeno superficialmente, come un giustiziere; perché in realtà egli non si prestava alle richieste esecuzioni se non in casi eccezionali, quando cioè si trattava di una giusta vendetta o di levar di mezzo un individuo nocivo alla pace di un uomo o di una famiglia. [...]
Nessuno, fra quelli che sapevano del suo terribile mestiere, e più o meno si erano serviti o contavano di servirsi di lui, lo chiamava con questo nome; anzi tutti lo consideravano, almeno superficialmente, come un giustiziere; perché in realtà egli non si prestava alle richieste esecuzioni se non in casi eccezionali, quando cioè si trattava di una giusta vendetta o di levar di mezzo un individuo nocivo alla pace di un uomo o di una famiglia. [...]
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Nessuno, fra quelli che sapevano del suo terribile mestiere, e più o meno si erano serviti o contavano di servirsi di lui, lo chiamava con questo nome; anzi tutti lo consideravano, almeno superficialmente, come un giustiziere; perché in realtà egli non si prestava alle richieste esecuzioni se non in casi eccezionali, quando cioè si trattava di una giusta vendetta o di levar di mezzo un individuo nocivo alla pace di un uomo o di una famiglia. [...]
Messa in voce di Gaetano Marino Continue reading
Tutt'a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt'intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. [...]
Tutt'a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt'intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. [...]
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Tutt'a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt'intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. [...]
Tutt'a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt'intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. [...]
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Tutt'a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt'intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. [...]
Tutt'a un tratto, mentre San Rocco se ne andava tranquillamente per la sua strada, sotto il baldacchino, coi cani al guinzaglio, un gran numero di ceri accesi tutt'intorno, e la banda, la processione, la calca dei devoti, accadde una parapiglia, un fuggi fuggi, un casa del diavolo: preti che scappavano colle sottane per aria, trombe e clarinetti sulla faccia, donne che strillavano, il sangue a rigagnoli, e le legnate che piovevano come pere fradicie fin sotto il naso di San Rocco benedetto. [...]
[...] Il dio Rie viaggiava su due barche solari: la prima chiamata Mandjet (Barca dei Milioni di Anni), o barca del mattino; la seconda chiamata Mesektet, o barca della notte. Queste imbarcazioni trasportavano il dio Rie nel suo viaggio attraverso il cielo e il Duat, l'oltretomba. Ma il dio Rie oramai si faceva vecchio assai, nuovi dei erano apparsi, più giovani e più vigorosi di lui; per questo riusciva difficile all'antico dio solare reggere l'insieme dell'universo con la forte e sicura mano di un tempo. [...] Continue reading
fare il pranzo, che gli doveva mettere le calzette e gli stivali; allora gli mostrò le scarpette, e gli disse: — Come si chiamano queste? — - Le scarpette, rispose il servo. - Prende il padrone e gli dà uno schiaffo; -no, no, si dice così: is trippiddis is trippiddis. […] Continue reading
Una borta ci fiat unu preri chi circara unu serbidori. Una dì indiddi benit unu, d'hat aggiustau, d'iat nau chi deppia fai prangiu, chi di deppia ponni is miggias e is buttinus; insandus d'iat mostrau is crapittas, e d'iat nau: «Comenti si nanta custas? — «Is crapittas», arrispundit su serbidori. Pigat su meri e di donat una bussinara; «no, no si nanta aici: is trippiddis, trappiddis». […] Continue reading
Una volta c'era una bimba che faceva la cattiva; la madre quel giorno era facendo il bucato; l'aveva fatta inquietare molto, e la gettò dentro la caldaia. Dopo che l'aveva gettata, era morta; e incomincia a piangere la madre, le sedie le domandarono perché piangeva, ed essa rispose: — «Brigidetta moriva, e la madre piangeva». Le sedie sentendo così, incominciarono a pestare. […] Continue reading
Una borta ci fiat una pipia chi fiat a mala; sa mamma sa dì fiat coendi sa lissia, d'iat fatta inchietai mera, e ci d'hat ghettat aintru de su cardasgu. Debustis chi inci d'hat ghettat, fiat morta; e cumenzat a prangi sa mamma, is caridas d'hanti domandau, puita fiat chi pranziat, e issa arrispundit: — «Brigiredda moriat, e sa mamma prangiat». Is caridas iant intendiu aici, e cumenzaln]t a si azzappulai. Sa porta domandat a is caridas: «Ita teneis chi s'azzappulais?! […] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una borta ci fiat unu preri chi circara unu serbidori. Una dì indiddi benit unu, d'hat aggiustau, d'iat nau chi deppia fai prangiu, chi di deppia ponni is miggias e is buttinus; insandus d'iat mostrau is crapittas, e d'iat nau: «Comenti si nanta custas? — «Is crapittas», arrispundit su serbidori. Pigat su meri e di donat una bussinara; «no, no si nanta aici: is trippiddis, trappiddis». […] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una borta ci fiat una pipia chi fiat a mala; sa mamma sa dì fiat coendi sa lissia, d'iat fatta inchietai mera, e ci d'hat ghettat aintru de su cardasgu. Debustis chi inci d'hat ghettat, fiat morta; e cumenzat a prangi sa mamma, is caridas d'hanti domandau, puita fiat chi pranziat, e issa arrispundit: — «Brigiredda moriat, e sa mamma prangiat». Is caridas iant intendiu aici, e cumenzaln]t a si azzappulai. Sa porta domandat a is caridas: «Ita teneis chi s'azzappulais?! […] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una volta c'era una bimba che faceva la cattiva; la madre quel giorno era facendo il bucato; l'aveva fatta inquietare molto, e la gettò dentro la caldaia. Dopo che l'aveva gettata, era morta; e incomincia a piangere la madre, le sedie le domandarono perché piangeva, ed essa rispose: — «Brigidetta moriva, e la madre piangeva». Le sedie sentendo così, incominciarono a pestare. […] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
fare il pranzo, che gli doveva mettere le calzette e gli stivali; allora gli mostrò le scarpette, e gli disse: — Come si chiamano queste? — - Le scarpette, rispose il servo. - Prende il padrone e gli dà uno schiaffo; -no, no, si dice così: is trippiddis is trippiddis. […] Continue reading
Mi rammento, nell'ultima eruzione dell'Etna, di avere assistito ad uno di quei semplici episodi che vi colpiscono più profondamente della catastrofe istessa. Era lo spettacolo di un casolare, in fondo alla valle, che la lava stava per seppellire. Davanti al casolare, c'era un cortiletto, cinto da un muricciuolo, il quale aveva arrestato per poco la corrente, e le scorie gli si ammonticchiavano addosso adagio adagio; sembrava si gonfiassero, come un rettile immane irritato, e scoppiavano in larghi crepacci infuocati. [...]
Mi rammento, nell'ultima eruzione dell'Etna, di avere assistito ad uno di quei semplici episodi che vi colpiscono più profondamente della catastrofe istessa. Era lo spettacolo di un casolare, in fondo alla valle, che la lava stava per seppellire. Davanti al casolare, c'era un cortiletto, cinto da un muricciuolo, il quale aveva arrestato per poco la corrente, e le scorie gli si ammonticchiavano addosso adagio adagio; sembrava si gonfiassero, come un rettile immane irritato, e scoppiavano in larghi crepacci infuocati. [...]
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Mi rammento, nell'ultima eruzione dell'Etna, di avere assistito ad uno di quei semplici episodi che vi colpiscono più profondamente della catastrofe istessa. Era lo spettacolo di un casolare, in fondo alla valle, che la lava stava per seppellire. Davanti al casolare, c'era un cortiletto, cinto da un muricciuolo, il quale aveva arrestato per poco la corrente, e le scorie gli si ammonticchiavano addosso adagio adagio; sembrava si gonfiassero, come un rettile immane irritato, e scoppiavano in larghi crepacci infuocati. [...]
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Mi rammento, nell'ultima eruzione dell'Etna, di avere assistito ad uno di quei semplici episodi che vi colpiscono più profondamente della catastrofe istessa. Era lo spettacolo di un casolare, in fondo alla valle, che la lava stava per seppellire. Davanti al casolare, c'era un cortiletto, cinto da un muricciuolo, il quale aveva arrestato per poco la corrente, e le scorie gli si ammonticchiavano addosso adagio adagio; sembrava si gonfiassero, come un rettile immane irritato, e scoppiavano in larghi crepacci infuocati. [...]
Mi rammento, nell'ultima eruzione dell'Etna, di avere assistito ad uno di quei semplici episodi che vi colpiscono più profondamente della catastrofe istessa. Era lo spettacolo di un casolare, in fondo alla valle, che la lava stava per seppellire. Davanti al casolare, c'era un cortiletto, cinto da un muricciuolo, il quale aveva arrestato per poco la corrente, e le scorie gli si ammonticchiavano addosso adagio adagio; sembrava si gonfiassero, come un rettile immane irritato, e scoppiavano in larghi crepacci infuocati. [...]
Mi rammento, nell'ultima eruzione dell'Etna, di avere assistito ad uno di quei semplici episodi che vi colpiscono più profondamente della catastrofe istessa. Era lo spettacolo di un casolare, in fondo alla valle, che la lava stava per seppellire. Davanti al casolare, c'era un cortiletto, cinto da un muricciuolo, il quale aveva arrestato per poco la corrente, e le scorie gli si ammonticchiavano addosso adagio adagio; sembrava si gonfiassero, come un rettile immane irritato, e scoppiavano in larghi crepacci infuocati. [...]
Tra le tante ipotesi Roma fu fondata il 21 aprile 753 a.C. L'intera storia della grande città è ricca di riferimenti a personaggi ed episodi mitici, ricostruiti in piena età augustea per la glorificazione dell'intera gens Julia, alla quale apparteneva il primo imperatore Augusto, figlio adottivo di Cesare, il cui progenitore era Enea, fuggitivo dalla città di Troia, conquistata e distrutta dalle fiamme ad opera degli Achei/Greci. Enea era figlio protetto di Afrodite/Venere. Nella sua fuga portò con se il padre Anchise e il figlio Ascanio. Dopo un lungo e periglioso viaggio nel Mediterraneo (Eneide/Virgilio) Enea approdò nel Lazio. Da lui lui provennero Remo e Romolo, fratelli gemelli e fondatori di Roma. Continue reading
Tra le tante ipotesi Roma fu fondata il 21 aprile 753 a.C. L'intera storia della grande città è ricca di riferimenti a personaggi ed episodi mitici, ricostruiti in piena età augustea per la glorificazione dell'intera gens Julia, alla quale apparteneva il primo imperatore Augusto, figlio adottivo di Cesare, il cui progenitore era Enea, fuggitivo dalla città di Troia, conquistata e distrutta dalle fiamme ad opera degli Achei/Greci. Enea era figlio protetto di Afrodite/Venere. Nella sua fuga portò con se il padre Anchise e il figlio Ascanio. Dopo un lungo e periglioso viaggio nel Mediterraneo (Eneide/Virgilio) Enea approdò nel Lazio. Da lui lui provennero Remo e Romolo, fratelli gemelli e fondatori di Roma. Continue reading
Le favole di Jean de La Fontaine sono undici raccolte di storie in versi, in cui gli attori vengono rappresentati da animali. Egli è il continuatore delle favole di Esopo e Fedro, dove il suo linguaggio predilige spesso la satira e il grottesco, insieme ai giochi di parole ben tradotti in italiano da Emilio de Marchi. Sono favole in rima che non danno scampo ai più deboli; senza però trascurare il senso di solidarietà e di pietà verso gli sconfitti. La natura umana del più forte vince, ma spesso trova la sua rivincita nel coraggio di chi lotta contro l'ordine della natura, e tutto si risolve in una situazione ridicola e buffa a scapito dei più forti. Continue reading
[...] Accadde una notte che li sorprese Apollo, un dio vanitoso, arrogante e geloso, ma soprattutto, dispettoso. Apollo vide la sorella Artemide che se ne andava per il mare aperto dirigendosi verso un'isola. Il dio la seguì e quando giunse sull'isola, si nascose in un anfratto di roccia, in attesa. Poi vide giungere dal mare un uomo, che nuotava proprio verso quell'isola. Quando giunse sulla spiaggia, Artemide gli corse incontro, si abbracciarono e subito una nuvola di lucciole li avvolse; poi scomparvero. [...] Continue reading
Le favole di Jean de La Fontaine sono undici raccolte di storie in versi, in cui gli attori vengono rappresentati da animali. Egli è il continuatore delle favole di Esopo e Fedro, dove il suo linguaggio predilige spesso la satira e il grottesco, insieme ai giochi di parole ben tradotti in italiano da Emilio de Marchi. Sono favole in rima che non danno scampo ai più deboli; senza però trascurare il senso di solidarietà e di pietà verso gli sconfitti. La natura umana del più forte vince, ma spesso trova la sua rivincita nel coraggio di chi lotta contro l'ordine della natura, e tutto si risolve in una situazione ridicola e buffa a scapito dei più forti. Continue reading
Le favole di Jean de La Fontaine sono undici raccolte di storie in versi, in cui gli attori vengono rappresentati da animali. Egli è il continuatore delle favole di Esopo e Fedro, dove il suo linguaggio predilige spesso la satira e il grottesco, insieme ai giochi di parole ben tradotti in italiano da Emilio de Marchi. Sono favole in rima che non danno scampo ai più deboli; senza però trascurare il senso di solidarietà e di pietà verso gli sconfitti. La natura umana del più forte vince, ma spesso trova la sua rivincita nel coraggio di chi lotta contro l'ordine della natura, e tutto si risolve in una situazione ridicola e buffa a scapito dei più forti. Continue reading
Le favole di Jean de La Fontaine sono undici raccolte di storie in versi, in cui gli attori vengono rappresentati da animali. Egli è il continuatore delle favole di Esopo e Fedro, dove il suo linguaggio predilige spesso la satira e il grottesco, insieme ai giochi di parole ben tradotti in italiano da Emilio de Marchi. Sono favole in rima che non danno scampo ai più deboli; senza però trascurare il senso di solidarietà e di pietà verso gli sconfitti. La natura umana del più forte vince, ma spesso trova la sua rivincita nel coraggio di chi lotta contro l'ordine della natura, e tutto si risolve in una situazione ridicola e buffa a scapito dei più forti. Continue reading
Tutti sanno che it leopardo e l'antilope sono nemici fra loro, e spesso quest'ultima si trova a dover interpretare la parte della vittima nei loro scontri. Un giorno, senza che nessuno dei due l'avesse voluto, un leopardo e un'antilope si incontrarono faccia a faccia. Decisero che era meglio se si mettevano a discutere fra di loro anziché azzuffarsi, e alla fine conclusero di porre fine alla loro inimicizia e di vivere assieme in pace. Ma… Continue reading
Era una notte di tanti anni fa. Due viandanti, un uomo e una donna, avanzavano nell'oscurità. Avevano camminato a lungo ed erano stanchi; avevano bisogno di dormire ma non sapevano dove. Le luci delle case erano spente. Tutti dormivano e non c'era nessuno che si preoccupasse dei viandanti in cammino. Era una notte fredda e buia, una notte senza stelle. Finalmente i due viandanti videro una piccola stalla. L'uomo apri leggermente la porta, e fece luce con la lanterna. Forse c'erano degli animali lì dentro? Lo speravano, perché dove ci sono gli animali c'è calore, e i due viandanti avevano bisogno di scaldarsi e di riposare. [...] Continue reading
Le favole di Jean de La Fontaine sono undici raccolte di storie in versi, in cui gli attori vengono rappresentati da animali. Egli è il continuatore delle favole di Esopo e Fedro, dove il suo linguaggio predilige spesso la satira e il grottesco, insieme ai giochi di parole ben tradotti in italiano da Emilio de Marchi. Sono favole in rima che non danno scampo ai più deboli; senza però trascurare il senso di solidarietà e di pietà verso gli sconfitti. La natura umana del più forte vince, ma spesso trova la sua rivincita nel coraggio di chi lotta contro l'ordine della natura, e tutto si risolve in una situazione ridicola e buffa a scapito dei più forti Continue reading
C'era una volta Eolo, un seme di fagiolo che, finalmente, diventa una piccola, tenera piantina. La piccola pianta di fagiolo, chissà perchè, si era convinta di essere una palma; una di quelle palme alte quasi fino al cielo, tanto grande da fare ombra a chiunque. Il fatto di essere cresciuta in un campo di fagioli simili a lei non le importava; imperterrita, continuava a ripetere: “Diventerò una grande palma!”. […] Continue reading
Una borta ci fiat unu negozianti, e fiat riccu mera, e si ndi boliat sfai de su negoziu. Iat fattu ghettai unu bandu. Chi a chini di contat una storia, senza de nai una borta ci fiat, dis iat a donai su negoziu. Ci fiant tres fraris chi dis fiat mortu su babbu, chi dis iat lassau unu quaaddu, una sedda e is frenus; [...] Continue reading
C'era una volta, in un villaggio vicino alla grande foresta, un uomo chiamato Mutisya. Questi si sposò con una donna chiamata Mariamu, e avevano due bambini. Mutisya per guadagnarsi da vivere faceva il cacciatore di serpenti nella grande foresta, e vendeva le loro pelli agli artigiani per fare scarpe e borse, in una piccola città non lontana dal villaggio. Purtroppo Mutisya non guadagnava abbastanza, e la famiglia viveva in povertà. Ogni mattina Mutisya usciva di casa per andare alla foresta, dove metteva le trappole per i serpenti. Vi erano giorni fortunati in cui riusciva a catturare e portare a casa numerose pelli di serpente, ma altri giorni, ed erano tanti, nei quali Mutisya tornava a casa con il sacco vuoto. [...] Continue reading
Nella lontana Scandinavia, su, al nord, tanto tempo fa, c'era una bestia piuttosto strana, chiamata Macli. Aveva la forma di un cavallo, ma era più grande. Ed era diverso dal cavallo, perché aveva il collo e gli orecchi straordinariamente lunghi. Il Macli si nutriva di erbe, ma pascolava andando all'indietro. Proprio così, all'indietro. Perché il suo labbro superiore era lunghissimo, talmente lungo che, se fosse andato in avanti, quel labbro gli avrebbe coperto l'erba e chiuso la bocca. Il Macli aveva le gambe tutte d'un pezzo, e perciò, quando voleva dormire, stava appoggiato ad un albero. Correva con una velocità incredibile, slanciando avanti le gambe possenti, lunghe e diritte. I cacciatori non riuscivano a catturarlo. Avevano provato a inseguirlo con i più determinati cani destrieri, avevano cercato di prenderlo al laccio, con imboscate, al varco, circondando i luoghi dove era solita pascolare, ma senza alcun risultato. Niente! Quella bestia strana e scontrosa era davvero irraggiungibile. Una notte di luna, alcuni cacciatori sorpresero il Macli nel sonno, e con grande stupore si accorsero che dormiva in piedi per via di quelle lunghe gambe che non poteva piegare. Allora, senza farsi udire, si allontanarono. La mattina seguente segarono quasi tutto il tronco di quella pianta e la sera si nascosero dietro ai cespugli vicini. Il povero Macli, dopo il tramonto, tornò al suo solito albero; si appoggiò per dormire; il tronco si spezzò, la bestia cadde e i cacciatori lo catturarono. Continue reading