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Moore sind ungemein wichtig – sowohl für den Klima- als auch für den Artenschutz. Und jetzt sollen sie auch zur Erzeugung erneuerbarer Energie beitragen. Laut der jüngsten Novelle des Erneuerbare-Energien-Gesetzes ist nun die Errichtung von Photovoltaik-Freiflächenanlagen auf entwässerten und landwirtschaftlich genutzten Moorböden förderfähig, sofern diese Flächen dauerhaft wiedervernässt werden. Im Gespräch mit Moderatorin Elke Thiele erläutert Dr. Julia Wiehe, Referentin naturverträgliche Solarenergie am KNE, warum das Thema gerade jetzt an Bedeutung zunimmt, wie viele Flächen landesweit zur Verfügung stünden und geht auf Fragen der Umsetzung ein. Ist das Errichten von Photovoltaik-Anlagen auf wiedervernässten Moorböden (Moor-PV) sinnvoll? Was ist dabei alles zu bedenken? Lohnt sich das für Umwelt, Energieproduktion und Landwirtschaft? Und wie kann das technisch funktionieren?
Die Dichterin Nele Heyse schaut in einem sehr persönlichen Text auf 2022. Katrin Schumacher ist mit dem Autor Stephan Ludwig im Gespräch. Außerdem: "Figurenstehen" – eine posthum erschienene Novelle von Günter Grass.
Die Themen: Silvester-Übergriffe – Innenministerin Faeser fordert harte Strafen ++ Lambrechts missglücktes Neujahrsvideo ++ SWR2 Tagesgespräch: Brasiliens Neustart beim Schutz des Amazonas-Regenwald ++ Braunkohle-Revier: Vorbereitung auf Räumung Lützeraths ++ Mehrweg-Pflicht: Wie gut ist die Novelle? ++ Papst Benedikt im Petersdom – Gläubige nehmen Abschied
Zur Feier von Lenas bald erscheinender Novelle sprechen wie über das Queeren von Erzählungen: Zum Beispiel über die Heldenreise und wie man sie aufbrechen kann, über Protagonist*innen und wie sehr man sie braucht, über die Heteronormativität von Belohnungen. Am Schluss gehen wir auch kurz auf queere Rollenspiele ein. Im Medienthema: Die Star Wars-Serie Andor.
Der amerikanische SF-Autor Ted Chiang hat mehr Preise gesammelt als Geschichten geschrieben. Okay, wir haben nicht nachgezählt, aber es fühlt sich so an, wenn man sich näher mit ihm befasst. Länger als eine Novelle wird es bei ihm nicht, und sein Gesamtwerk von bislang 30 Jahren findet sich in deutscher Ausgabe in zwei Sammelbänden. Drei seiner bekanntesten Geschichten haben wir nun gelesen. Eine davon - "Die Geschichte deines Lebens" - war die Basis für den Film "Arrival" von Denis Villeneuve und hat Chiang einem breiteren Publikum bekannt gemacht Spoiler: wir sind uns diesmal nicht so ganz einig, wie wir seine Geschichten finden ... Viel Spaß mit der neuen Folge! Timecodes und Kapitelmarken 00:00 - Über Ted Chiang 07:17 - Geschichte deines Lebens 43:41 - Der Turmbau zu Babel 53:42 - Die Hölle ist die Abwesenheit Gottes 1:03:28 - Fazit 1:11:23 - Teaser Ted Chiang: Geteilt durch Null: Erzählungen 1990 bis 2020 Band 2 Übersetzt von molosovsky, Karin Will Golkonda Verlag, 360 Seiten, 2020 Paperback: 18 Euro E-Book: 18,99 Euro Originalausgabe: Stories of Your Life and Others Picador, 352 Seiten, Ausgabe von 2020, Originalausgabe 2002 Taschenbuch / E-Book Ausblick Die nächste freie Folge erscheint Anfang/Mitte Januar. Dann erzählen wir, was wir über die Feiertage gelesen haben und beantworten frische Fragen. In der übernächsten freien Folge Ende Januar lesen wir ein Buch, das ein aktueller Horror-Geheimtipp aus den USA sein soll: Jasen Rekulak: Hidden Pictures Sphere, 384 Seiten, 2022 Taschenbuch / E-Book Noch keine deutsche Ausgabe angekündigt. In der nächsten Bonusfolge Ende Dezember geht es um ein Kinderbuch. Und zwar eines aus Jochens Kindheit: Barbara Robinson: Hilfe, die Herdmanns kommen (Band 1) Oetinger, 128 Seiten, Ausgabe von 2017, dt. Erstveröffentlichung 1974 Gebundene Ausgabe: 14 Euro E-Book: 9,99 Euro Originalausgabe: The Best Christmas Pageant Ever HarperCollins, 100 Seiten, Erstveröffentlichung 1972 Taschenbuch / E-Book Die nächste Gespräch-Bonusfolge von Falko erscheint Anfang Januar. Für 10-Euro-Abonnent*innen schreibt Falko die monatliche Fortsetzungsgeschichte "Krallen im Hohlforst". Teil 6 wird im Dezember verschickt.
Anfang Oktober hat der Bundesrat die dritte Novelle des Energiesicherungsgesetzes EnSiG verabschiedet. Zusätzlich beschloss das Bundeskabinett Vereinfachungen bei der Steuer. Was sich jetzt ändert. Das neue Energiesicherungsgesetz soll die Energiemärkte entlasten, die Stromproduktion aus erneuerbaren Energien kurzfristig erhöhen und den Gasverbrauch in den nächsten Wintern senken. Auch private Betreiber profitieren von den Änderungen. Mehr auf energyload.eu >>> https://energyload.eu/energiewende/deutschland/steuererleichterungen-solaranlagen/
Vi parrà strano che io ora stia per fare entrare un orso in chiesa. Vi prego di lasciarmi fare perché non sono propriamente io. Per quanto stravagante e spregiudicato mi possa riconoscere, so il rispetto che si deve portare a una chiesa e una simile idea non mi sarebbe mai venuta in mente. Ma è venuta a due giovani chierici del convento di Tovel, uno nativo di Tuenno e l'altro di Flavòn, andati in montagna a salutare i loro parenti prima di partire missionari in Cina.
Una commovente processione in casa del giovine sacerdote don Arturo Filomarino. Visite di condoglianza. Tutto il vicinato stava a spiare dalle finestre e dagli usci di strada il portoncino stinto imporrito fasciato di lutto, che così, mezzo chiuso e mezzo aperto, pareva la faccia rugosa di un vecchio che strizzasse un occhio per accennar furbescamente a tutti quelli che entravano, dopo l'ultima uscita - piedi avanti e testa dietro - del padrone di casa. La curiosità, con cui il vicinato stava a spiare, faceva nascere veramente il sospetto che quelle visite avessero un significato o, piuttosto, un intento ben diverso da quello che volevano mostrare.
Tanti anni fa, a un pittore non si sa donde venuto, egli che viveva da selvaggio sú per le spalle dei monti, guardiano di mandrie, si era prestato a far da modello per una pala d'altare, di cui quegli preparava i cartoni e altri studii preliminari. Che parte fosse destinato a rappresentare in quel quadro sacro, non si era neppur curato di sapere: si era lasciato vestire di strana foggia e atteggiar d'un gesto violento, con una verga in mano. Ma, poco dopo, consacrata la chiesa nuova, e accorso egli con tutto il popolo alla prima funzione, vedendosi nella pala effigiato in uno dei giudici che colpivan Gesú legato alla colonna, s'era messo a gridar furibondo e a piangere e a strapparsi i capelli, pestando i piedi per terra: “Levatemi di lí! Son cristiano!”
Coricatosi accanto alla moglie, che già dormiva, voltata verso il lettuccio, su cui giacevano insieme i due figliuoli, Spatolino disse prima le consuete orazioni, s'intrecciò poi le mani dietro la nuca; strizzò gli occhi, e - senza badare a quello che faceva - si mise a fischiettare, com'era solito ogni qual volta un dubbio o un pensiero lo rodevano dentro. Fischiava, fischiava sì. Non era propriamente un fischio, ma uno zufolío sordo, piuttosto; a fior di labbra, sempre con la medesima cadenza.
† Assunta. † Filomena. † Crocifissa. † Angelica. † Margherita. † ... Così: una crocetta e il nome della figlia morta accanto. Cinque, in colonna. Poi una sesta, che aspettava il nome dell'ultima: Agata, a cui poco ormai restava da patire. Don Nuccio D'Alagna si turò le orecchie per non sentirla tossire di là; e quasi fosse suo lo spasimo di quella tosse, strizzò gli occhi e tutta la faccia squallida, irta di peli grigi; poi s'alzò.
Smilzo, un po' curvo, con un abitino di tela che gli sventolava addosso, l'ombrello aperto sulla spalla e il vecchio panama in mano, il signor Aurelio s'avviava ogni giorno per la sua speciosa villeggiatura. Un posto aveva scoperto, un posto che non sarebbe venuto in mente a nessuno; e se ne beava tra sé e sé, quando ci pensava, stropicciandosi le manine nervose.
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
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Nell'aria limpida e fredda vibravano i rumori del porto e della città ancora violacea al riflesso dell'occidente; s'udiva una fisarmonica, come nelle belle sere d'autunno, la luna saliva grande e rossa sopra la torre nera del molo e già l'acqua intorno ne rifletteva lo splendore. Il viaggiatore guardava la terra e il mare, e il suo viso pallido e un po' cascante e i suoi occhi azzurrognoli e freddi, a fior di pelle, non esprimevano né ammirazione né tristezza; solo le labbra grigiastre avevano di tanto in tanto come un segno di disgusto.
Quand'ero ragazzetta, avevamo in casa nostra un vecchio servo della Barbagia chiamato Moisè. Era il suo vero nome? Non credo; forse era un soprannome, perché realmente il vecchio rassomigliava al profeta Mosè, alto e bruno in viso com'era e con una lunga barba a riccioli; o piuttosto perché fra le altre cose egli sapeva fare certi scongiuri contro il malocchio, contro le malattie del bestiame, contro le formiche che rapiscono il grano dall'aia, contro i bruchi, le cavallette e i vermi, contro le aquile per impedir loro di rapire i porcellini, gli agnelli ed anche i bambini;
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
I cinque fratelli Lobina, tutti pastori, tornavano dai loro ovili, per passare la notte di Natale in famiglia. Era una festa eccezionale, per loro, quell'anno, perché si fidanzava la loro unica sorella, con un giovane molto ricco. Come si usa dunque in Sardegna, il fidanzato doveva mandare un regalo alla sua promessa sposa, e poi andare anche lui a passare la festa con la famiglia di lei. E i cinque fratelli volevano far corona alla sorella, anche per dimostrare al futuro cognato che se non erano ricchi come lui, in cambio erano forti, sani, uniti fra di loro come un gruppo di guerrieri.
Dirk von Petersdorff ist vor allem als Lyriker und Herausgeber von Gedicht-Anthologien bekannt geworden. Daneben lehrt der gebürtige Kieler Neue Deutsche Literatur an der Universität Jena. Jetzt hat er eine Novelle mit dem Titel "Gewittergäste" vorgelegt, in der, wie es sich für eine Novelle gehört, nicht nur ein heftiges Gewitter droht, sondern mit dem Unwetter auch die gattungsgemäße "unerhörte Begebenheit", Ost-West-Konflikt inklusive. Eine Rezension von Jörg Magenau.
Wir kehren zur Fantasy zurück und zu einem Namen, den wir im Podcast zumindest schon gestreift haben. "Die Tänzerin am Abgrund" stammt von Brandon Sanderson, der letztens durch ein phänomenal erfolgreiches Kickstarter-Projekt jenseits der Buchwelt Aufmerksamkeit erregt hat, und das Buch gilt als Band 7 (von 10) der "Sturmlicht-Chroniken". Aber es erzählt eine in sich geschlossene Geschichte, weswegen wir damit auf Tuchfühlung gehen. Für Falko ist es Erstkontakt mit Sanderson, Jochen kennt schon ein paar Titel aus dieser Welt. Und dass diese Novelle in der Originalausgabe als Teil einer Sammlung erschienen ist, aber in Deutschland wie ein eigenständiger Roman mit entsprechendem Preis, können wir natürlich auch nicht einfach ignorieren. Viel Spaß mit der neuen Folge! Timecodes und Kapitelmarken 00:00 - Einstieg 02:23 - Handlung des Buches 28:08 - Schreibstil 48:31 - Publikation Brandon Sanderson: Die Tänzerin am Abgrund (Sturmlicht-Chroniken Band 7) Übersetzt von Michael Siefener Heyne, 224 Seiten, 2019 Paperback: 12,99 Euro E-Book: 9,99 Euro Originalausgabe: Edgedancer Als Teil der Sammlung Arcanum Unbounded Gollancz, 673 Seiten, 2016 Taschenbuch / E-Book Ausblick Die nächste freie Folge erscheint Anfang Dezember. Dann reden wir wieder um allgemeine Themen und was wir sonst noch gelesen haben. In der nächsten Bonusfolge Ende November geht es um dieses Buch: Fredrik Backman: The Winners Atria, 688 Seiten, 2022 Gebundene Ausgabe / E-Book Es handelt sich um den dritten Teil der "Björnstadt"-Reihe - die Teile eins und zwei hatten wir hier auch schon. Wir lesen die frisch erschienene englische Übersetzung des Buches aus Schweden. Im Januar erscheint die deutsche Übersetzung: Fredrik Backman: Die Gewinner Goldmann, 960 Seiten, 2023 Gebundene Ausgabe: 22 Euro E-Book: 15,99 Euro Die nächste Gespräch-Bonusfolge von Falko erscheint Anfang Dezember. Für 10-Euro-Abonnent*innen schreibt Falko die monatliche Fortsetzungsgeschichte "Krallen im Hohlforst". Teil 5 wird im November verschickt.
Der niederländische Schriftsteller Ilja Leonard Pfeijffer ist ein Meister des literarischen Versteckspiels. In einer kurzen Novelle hat er dies nun erneut unter Beweis gestellt. Eine Rezension von Stefan Berkholz. Von Stefan Berkholz.
In dieser Podcastfolge dreht sich alles um Regulatorik. Ende Oktober sind die neuen Mindestanforderungen an das Risikomanagement, kurz MaRisk, von der BaFin zur Konsultation veröffentlicht worden. Was das für die Banken bedeutet und wie der weitere Prozess aussieht, erläutert unser Regulierungsexperte Ulf Morgenstern, Senior Manager, im Gespräch mit Jan Müller-Dethardt. Ulf ist einer der wenigen Menschen, die das Thema Regulierung nicht nur gut erklären, sondern auch noch spannend machen können.
Die Deutsche Energie-Agentur startet heute einen Kongress in Berlin. Dabei geht es um die Energiewende und wie diese vorangebracht werden kann. Ein Thema ist der Bausektor. Bundesbauministerin Klara Geywitz (SPD) will, dass Dächer von bestehenden Mietshäusern in Zukunft stärker für Strom aus Solar-Energie genutzt werden als bisher. Dazu müsse es eine entsprechende Gesetzesänderung geben, sagte die Bauministerin in SWR Aktuell: Bei vermieteten Häusern sei dies derzeit sehr bürokratisch geregelt. "Ich bin mir mit dem Wirtschafsministerium einig, dass wir eine Novelle für den Mieterstrom brauchen, um die ganzen Bestandsdächer in Deutschland – das sind viele Millionen – viel besser für Solar nutzen als bisher", so Geywitz im Gespräch mit SWR Aktuell-Moderator Andreas Böhnisch.
Schon das erste Buch der Bestenliste-Diskussion in Frankfurt, nämlich Mohsin Hamids Roman „Der letzte weiße Mann“, bot kontroverse Meinungen. Die literarische Versuchsanordnung erzählt von einem Hautfarbenwechsel der Figuren: „Eines Morgens wachte Anders, ein weißer Mann, auf und stellte fest, dass seine Haut sich unleugbar tiefbraun gefärbt hatte.“ Doch abgesehen vom starken Einstieg kritisiert Martin Ebel die schwache Durchführung des Stoffs. „Wenn man wie Kafka anfängt, dann muss man auch eine Zeitlang wie Kafka weitermachen. Aber dem Autor geht die Luft aus.“ Shirin Sojitrawalla hielt dagegen: „Die Geschichte verläppert absichtlich, denn dieses unbefriedigende Auslaufen ist Teil des literarischen Spiels.“ Für besondere Aufmerksamkeit auch im Publikum sorgte die Wiederentdeckung von Christine Wolters Roman „Die Alleinseglerin“, der 1982 in der DDR zum ersten Mal erschienen ist und nun erneut veröffentlicht wurde. Cornelia Geißler lobte die Zeitlosigkeit der Prosa. Auch Martin Ebel, der sich dunkel erinnerte, das Buch schon vor vierzig Jahren gelesen zu haben, war begeistert über den Umgang der Autorin mit der widersprüchlichen Schiffssymbolik. Shirin Sojitrawalla hingegen erinnerte an feministische Texte, die zur selben Zeit in Westeuropa erschienen sind und meinte, Wolters Roman sei leider vom „Muff“ jener Gesellschaft geprägt, die in dem Text beschrieben werde. Die Jury lobte die gewagte Konstruktion und die erstaunlichen Wendepunkte des Romans „Lektionen“ von Ian McEwan. Zwei Lebensentwürfe werden gegenübergestellt: Roland lässt sich durch sein „formloses“ Leben treiben, Alissa verlässt ihren Gatten und wird erfolgreiche Schriftstellerin. Wer aber ist glücklicher? Welche Lektionen erteilt das Schicksal den beiden bzw. der Text dem lesenden Publikum? Die Inszenierung mancher Szenen kritisierte Jurorin Sojitrawalla als zu „hollywoodreif“. Neben der bestürzenden Liebes- und Missbrauchsgeschichte in der Jugend des Protagonisten wurden insbesondere von Cornelia Geißler die literarischen Exkursionen des Romans in die Zeitgeschichte hervorgehoben. Das Buch auf Platz 2 der SWR Bestenliste im November sorgte für einhellige Reaktionen in der Runde: Claire Keegans trauriges Weihnachtsmärchen sei in seiner „warmen Perfektion“ schlichtweg „makellos“, sagte Martin Ebel. Die Naturbezüge in dieser Novelle überzeugten sowohl Cornelia Geißler als auch Shirin Sojitrawalla. Geißler lobte die fein herausgearbeiteten Details in der Prosa. Die Jurorin Sojitrawalla hob die Kunst der Autorin hervor, eine Geschichte zu erzählen, die nach Charles Dickens klinge, aber im Irland der 1980er Jahre angesiedelt ist.
Ein Streichquartett über eine Novelle von Tolstoi, der sich wiederum auf eine Violinsonate von Beethoven bezieht. Janáčeks "Kreutzersonate" ist 1923 ein Höhepunkt des musikalischen Expressionismus. (Autor: Michael Lohse) Von Michael Lohse.
Opel will weitere 1000 Stellen abbauen Arztassistenten in Lich Möbelgeschäft in Nordhessen schließt partiell um Energie zu sparen
Eine junge Frau kommt als Gouvernante auf einen märchenhaften Herrensitz mit scheinbar engelsgleichen Kindern. Doch dann beginnt in Henry James Schauernovelle "Die durchdrehende Schraube" ein perfides Spiel mit den Leser*innen: Das Grauen lauert im Unausgesprochenen. Ist es echt oder Einbildung?
Radfahren soll attraktiver werden – deshalb plant die schwarz-grüne Bundesregierung eine Novelle der Straßenverkehrsordnung. In der Stadt Wien wird das wenig wohlwollend aufgenommen – die rot-pinke Stadtregierung hat einige der geplanten Änderungen aus der Novelle reklamiert. David Krutzler, Stefanie Rachbauer und Guido Gluschitsch sprechen darüber, welche Änderungen beim Radfahren nun wirklich kommen. Wir reden über das Konfliktpotenzial im Straßenverkehr. Und wir fragen, was es braucht, um mehr Leute für das Fahrrad zu begeistern. **Hat Ihnen dieser Podcast gefallen?** Mit einem STANDARD-Abonnement können Sie unsere Arbeit unterstützen und mithelfen, Journalismus mit Haltung auch in Zukunft sicherzustellen. Alle Infos und Angebote gibt es hier: [abo.derstandard.at](https://abo.derstandard.at/?ref=Podcast&utm_source=derstandard&utm_medium=podcast&utm_campaign=podcast&utm_content=podcast)