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Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino C'era una volta un taglialegna di nome Crisponzio, che era stanco della vita — così almeno diceva — e aveva una grande voglia di andarsene all'altro mondo. Da quando era nato, a sentir lui, il cielo spietato non aveva mai voluto esaudire uno solo dei suoi desideri. Un giorno, mentre si trovava nel bosco, e si lamentava sempre più della sua vita, gli comparve Zeus, con in mano un fulmine. Figurarsi la paura del povero tagialegna! Oh Zeus, dio onnipotente, io non voglio niente, niente! - Gridò il taglialegna spaventato, gettandosi a terra. - Nulla desidero, per carità, non colpirmi con i tuoi fulmini, non incenerirmi, qui siamo tutti felici! [...]
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
Messa in voce di Gaetano Marino Un ricco contadino aveva un garzone, di nome Crisponzio, a lavoro da ben tre anni. Il garzone era sempre stato un buon lavoratore e fedele, nonostante il contadino non gli avesse ancora dato un solo mese di salario. Quel povero ragazzo finalmente si stancò di faticare per per nulla e un bel giorno decise di recarsi dal padrone contadino e gli disse: — Padrone, io vi ho servito bene per tutti questi anni e spero che prima o poi che mi darete quanto merito. [...]
Un ricco contadino aveva un garzone, di nome Crisponzio, a lavoro da ben tre anni. Il garzone era sempre stato un buon lavoratore e fedele, nonostante il contadino non gli avesse ancora dato un solo mese di salario. Quel povero ragazzo finalmente si stancò di faticare per per nulla e un bel giorno decise di recarsi dal padrone contadino e gli disse: — Padrone, io vi ho servito bene per tutti questi anni e spero che prima o poi che mi darete quanto merito. [...] Continue reading
Un ricco contadino aveva un garzone, di nome Crisponzio, a lavoro da ben tre anni. Il garzone era sempre stato un buon lavoratore e fedele, nonostante il contadino non gli avesse ancora dato un solo mese di salario. Quel povero ragazzo finalmente si stancò di faticare per per nulla e un bel giorno decise di recarsi dal padrone contadino e gli disse: — Padrone, io vi ho servito bene per tutti questi anni e spero che prima o poi che mi darete quanto merito. [...] Continue reading
In un piccolissimo villaggio del nord della Gallia viveva un pover'uomo che si chiamava Crisponzio. Egli aveva una famiglia numerosissima, tanti erano i figli che mise al mondo che quasi tutti gli abitanti del villaggio oramai, tra nipoti e cugini, furono impegnati a far da padrini. Venne poi un giorno in cui la moglie del pover'uomo ebbe un altro figlio, ma, ahimé, la povera donna non riuscì questa volta a superare il parto e morì, tra sofferenze atroci, mentre metteva al mondo l'ultimo figliuolo, che fu chiamato per l'occasione proprio Ultimo. [...] Continue reading
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
C'era una volta un principe senza paura, che si chiamava Crisponzio. Egli s'annoiava tanto a vivere nel castello del padre. Un giorno decise di andare in giro per il mondo a scoprire tante cose. Una mattina di primavera salutò il padre re, la madre regina, tutta la corte, e partì all'avventura. Camminò dalla mattina alla sera senza badare mai dove andasse. [...] Continue reading
Molto molto tempo fa, in un antico villaggio sconosciuto, c'era un uomo che si chiamava Crisponzio, detto il burbero. Era un omaccio avaro e antipatico. Detestava tutti gli uomini, ma soprattutto i bambini, perché era convinto che la loro età fosse del tutto inutile, oltre che uno spreco di tempo, dato che essi pensavano solo a giocare, e giocare, e il gioco per lui non serviva assolutamente a nulla. [...] Continue reading
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
Molto molto tempo fa, in un antico villaggio sconosciuto, c'era un uomo che si chiamava Crisponzio, detto il burbero. Era un omaccio avaro e antipatico. Detestava tutti gli uomini, ma soprattutto i bambini, perché era convinto che la loro età fosse del tutto inutile, oltre che uno spreco di tempo, dato che essi pensavano solo a giocare, e giocare, e il gioco per lui non serviva assolutamente a nulla. [...] Continue reading
Molto molto tempo fa, in un antico villaggio sconosciuto, c'era un uomo che si chiamava Crisponzio, detto il burbero. Era un omaccio avaro e antipatico. Detestava tutti gli uomini, ma soprattutto i bambini, perché era convinto che la loro età fosse del tutto inutile, oltre che uno spreco di tempo, dato che essi pensavano solo a giocare, e giocare, e il gioco per lui non serviva assolutamente a nulla. [...] Continue reading
C'era una volta un uomo di nome Crisponzio, che stava tornando all’isola di dove non si sa, dopo aver fatto un lungo viaggio in un luogo sconosciuto. In quel tempo i grandi viaggiatori, per andare al posto di dove sapevano, e lo sapevano solo loro, sia chiaro, erano costretti a passare per non si sa dove, e per farlo con sicurezza dovevano navigare il mare luccicoso del paese delle storie. L’uomo Crisponzio era stato nei campi di lontani infiniti a lavorare come bracciante di stelle. Un ottimo lavoro, certamente, e assai ben retribuito. Ma la via del ritorno verso casa era assai lunga e tortuosa, quando d’improvviso fu colto dall'oscurità della notte. [...] Continue reading
C'era una volta un uomo di nome Crisponzio, che stava tornando all’isola di dove non si sa, dopo aver fatto un lungo viaggio in un luogo sconosciuto. In quel tempo i grandi viaggiatori, per andare al posto di dove sapevano, e lo sapevano solo loro, sia chiaro, erano costretti a passare per non si sa dove, e per farlo con sicurezza dovevano navigare il mare luccicoso del paese delle storie. L’uomo Crisponzio era stato nei campi di lontani infiniti a lavorare come bracciante di stelle. Un ottimo lavoro, certamente, e assai ben retribuito. Ma la via del ritorno verso casa era assai lunga e tortuosa, quando d’improvviso fu colto dall'oscurità della notte. [...] Continue reading
[...] C'era una volta un principe senza paura, e dato che s’annoiava tanto a vivere nel castello del padre, decise di andare in giro per il mondo, e scoprire tante cose. Una mattina di primavera salutò il padre re, la madre regina, tutta la corte, e partì all’avventura. Camminò dalla mattina alla sera senza badare mai dove andasse. Un giorno il principe Crisponzio capitò nella casa di un gigante e, stanco dal lungo cammino si sedette sul gradino della porta. Mentre stava seduto egli notò per terra, nel giardino della casa del Gigante, una palla enorme e dei birilli enormi. [...] Continue reading
[...] C'era una volta un principe senza paura, e dato che s’annoiava tanto a vivere nel castello del padre, decise di andare in giro per il mondo, e scoprire tante cose. Una mattina di primavera salutò il padre re, la madre regina, tutta la corte, e partì all’avventura. Camminò dalla mattina alla sera senza badare mai dove andasse. Un giorno il principe Crisponzio capitò nella casa di un gigante e, stanco dal lungo cammino si sedette sul gradino della porta. Mentre stava seduto egli notò per terra, nel giardino della casa del Gigante, una palla enorme e dei birilli enormi. [...] Continue reading
C'era una volta un brav’uomo che si chiamava Crisponzio. Era rimasto vedovo e aveva due figli, Francisco e Matteus. L’uomo non possedeva altri beni che la casa in cui abitavano. Ognuno dei figli avrebbe voluto avere la casa alla sua morte, ma Crisponzio, da buon padre, amava entrambi allo stesso modo e non sapeva come decidere per non fare torto a nessuno. Venderla non voleva, perché era la casa dei suoi padri: altrimenti avrebbe diviso il denaro tra i suoi figli. Finalmente un giorno gli venne un'idea, convocò i suoi figli e disse loro: -Figliuoli miei cari, Francisco e Matteus, andate in giro per il mondo e mettetevi alla prova; ognuno di voi impari un mestiere e, quando tornerete, chi farà il miglior lavoro avrà la casa-. [...] Continue reading
C'era una volta un brav’uomo che si chiamava Crisponzio. Era rimasto vedovo e aveva due figli, Francisco e Matteus. L’uomo non possedeva altri beni che la casa in cui abitavano. Ognuno dei figli avrebbe voluto avere la casa alla sua morte, ma Crisponzio, da buon padre, amava entrambi allo stesso modo e non sapeva come decidere per non fare torto a nessuno. Venderla non voleva, perché era la casa dei suoi padri: altrimenti avrebbe diviso il denaro tra i suoi figli. Finalmente un giorno gli venne un'idea, convocò i suoi figli e disse loro: -Figliuoli miei cari, Francisco e Matteus, andate in giro per il mondo e mettetevi alla prova; ognuno di voi impari un mestiere e, quando tornerete, chi farà il miglior lavoro avrà la casa-. [...] Continue reading
C’era una volta un contadino furbo di nome Crisponzio, tanto astuto che proprio, come suol dirsi, sapeva dove il diavolo tiene la propria coda. Di lui, del contadino Crisponzio, se ne raccontavano parecchie, perché non vi era nessuno che potesse stargli alla pari per LA sua astuzia. Ma la più bella fra tutte fu la burla d’imbroglio che fece al diavolo. Sì, proprio al diavolo in persona. [...] Continue reading
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
C'era una volta un contadino furbo di nome Crisponzio, tanto astuto che proprio, come suol dirsi, sapeva dove il diavolo tiene la propria coda. Di lui, del contadino Crisponzio, se ne raccontavano parecchie, perché non vi era nessuno che potesse stargli alla pari per LA sua astuzia. Ma la più bella fra tutte fu la burla d'imbroglio che fece al diavolo. Sì, proprio al diavolo in persona. [...] Continue reading
C’era una volta un contadino furbo di nome Crisponzio, tanto astuto che proprio, come suol dirsi, sapeva dove il diavolo tiene la propria coda. Di lui, del contadino Crisponzio, se ne raccontavano parecchie, perché non vi era nessuno che potesse stargli alla pari per LA sua astuzia. Ma la più bella fra tutte fu la burla d’imbroglio che fece al diavolo. Sì, proprio al diavolo in persona. [...] Continue reading
C'era una volta una donna che si chiamava Adelaide, e aveva un figlio di nome Crisponzio. La povera donna era debole e malaticcia, e il ragazzo, come un buon figlio, si prese cura di lei. Un giorno Crisponzio andò alla capanna delle provviste a prendere la farina, che serviva per impastare un po' di pane. Dopo aver preso la farina, mentre il ragazzo tornava a casa, giunse una folata di vento forte - che pareva proprio vento di Maestrale - gli strappò la farina e la portò via con sé. Crisponzio, amareggiato, tornò nella dispensa a prendere un altro po' di farina, ma appena riaprì la porta per uscire il vento di maestrale tornò impetuoso e freddo, e in una folata tolse di nuovo la farina dalle mani del ragazzo. Andò così anche la volta successiva. Allora il ragazzo s'infuriò davvero, e pensò che non fosse giusto che il vento di Maestrale si comportasse come un ladro. Decise così di andarlo a trovare, per chiedere la restituzione del mal tolto. [...] Continue reading
C’era una volta una donna che si chiamava Adelaide, e aveva un figlio di nome Crisponzio. La povera donna era debole e malaticcia, e il ragazzo, come un buon figlio, si prese cura di lei. Un giorno Crisponzio andò alla capanna delle provviste a prendere la farina, che serviva per impastare un po’ di pane. Dopo aver preso la farina, mentre il ragazzo tornava a casa, giunse una folata di vento forte - che pareva proprio vento di Maestrale - gli strappò la farina e la portò via con sé. Crisponzio, amareggiato, tornò nella dispensa a prendere un altro po’ di farina, ma appena riaprì la porta per uscire il vento di maestrale tornò impetuoso e freddo, e in una folata tolse di nuovo la farina dalle mani del ragazzo. Andò così anche la volta successiva. Allora il ragazzo s’infuriò davvero, e pensò che non fosse giusto che il vento di Maestrale si comportasse come un ladro. Decise così di andarlo a trovare, per chiedere la restituzione del mal tolto. [...] Continue reading
C’era una volta una donna che si chiamava Adelaide, e aveva un figlio di nome Crisponzio. La povera donna era debole e malaticcia, e il ragazzo, come un buon figlio, si prese cura di lei. Un giorno Crisponzio andò alla capanna delle provviste a prendere la farina, che serviva per impastare un po’ di pane. Dopo aver preso la farina, mentre il ragazzo tornava a casa, giunse una folata di vento forte - che pareva proprio vento di Maestrale - gli strappò la farina e la portò via con sé. Crisponzio, amareggiato, tornò nella dispensa a prendere un altro po’ di farina, ma appena riaprì la porta per uscire il vento di maestrale tornò impetuoso e freddo, e in una folata tolse di nuovo la farina dalle mani del ragazzo. Andò così anche la volta successiva. Allora il ragazzo s’infuriò davvero, e pensò che non fosse giusto che il vento di Maestrale si comportasse come un ladro. Decise così di andarlo a trovare, per chiedere la restituzione del mal tolto. [...] Continue reading
C'era una volta un principe di nome Crisponzio che aveva una fidanzata di nome principessa Gertrude, e l’amava tanto. Un triste giorno giunse al principe la notizia che il padre re stava in fin di vita, e per questo voleva vedere il proprio figliuolo prima di morire. Subito il principe Crisponzio ordinò che si sellasse i suo cavallo, ma prima di partire disse alla sua fidanzata: — Mia dolce amata Gertrude, devo purtroppo partire e lasciarti per qualche tempo, ma voglio che tenga con te, ben custodito, questo mio anello, quale mio ricordo. Quando sarò nominato nuovo re, tornerò a prenderti e ti condurrò come sposa nel mio castello. Sarai tu la mia regina. [...] Continue reading
C'era una volta un principe di nome Crisponzio che aveva una fidanzata di nome principessa Gertrude, e l’amava tanto. Un triste giorno giunse al principe la notizia che il padre re stava in fin di vita, e per questo voleva vedere il proprio figliuolo prima di morire. Subito il principe Crisponzio ordinò che si sellasse i suo cavallo, ma prima di partire disse alla sua fidanzata: — Mia dolce amata Gertrude, devo purtroppo partire e lasciarti per qualche tempo, ma voglio che tenga con te, ben custodito, questo mio anello, quale mio ricordo. Quando sarò nominato nuovo re, tornerò a prenderti e ti condurrò come sposa nel mio castello. Sarai tu la mia regina. [...] Continue reading
Un re, che si chiamava Crisponzio, ed era sovrano di un regno immenso, aveva tre figli. Era felice e li amava tutti allo stesso modo. Ma non sapeva a chi dover lasciare il regno. Molti ministri e consiglieri gli suggerirono di trovare subito un successore, così da assicurare la continuità del regno senza litigi tra fratelli. Così una bella mattina di primavera il re chiamò a se i suoi tre figliuoli‚ e disse: -Carissimi e amati figli principi, in questi giorni ho pensato a voi, al regno e alla pace, ho una cosa che voglio dirvi. - Ma certo amato padre e re sovrano, siamo qui per ascoltarti e ubbidirti in tutti i tuoi ordini. Risposero i tre figliuoli. - Bene, figliuoli cari ho pensato che è giunta l’ora di trovare tra di voi il successore al mio trono: dunque, il più pigro di voi diventerà re alla mia morte, e il sonno eterno mi vorrà con se-. [...] Continue reading
C'era una volta un taglialegna di nome Crisponzio, che era stanco della vita — così almeno diceva — e aveva una grande voglia di andarsene all’altro mondo. Da quando era nato, a sentir lui, il cielo spietato non aveva mai voluto esaudire uno solo dei suoi desideri. Un giorno, mentre si trovava nel bosco, e si lamentava sempre più della sua vita, gli comparve Zeus, con in mano un fulmine. Figurarsi la paura del povero tagialegna! - Oh Zeus, dio onnipotente, io non voglio niente, niente! - Gridò il taglialegna spaventato, gettandosi a terra. - Nulla desidero, per carità, non colpirmi con i tuoi fulmini, non incenerirmi, qui siamo tutti felici! [...] Continue reading
C'era una volta un taglialegna di nome Crisponzio, che era stanco della vita — così almeno diceva — e aveva una grande voglia di andarsene all'altro mondo. Da quando era nato, a sentir lui, il cielo spietato non aveva mai voluto esaudire uno solo dei suoi desideri. Un giorno, mentre si trovava nel bosco, e si lamentava sempre più della sua vita, gli comparve Zeus, con in mano un fulmine. Figurarsi la paura del povero tagialegna! - Oh Zeus, dio onnipotente, io non voglio niente, niente! - Gridò il taglialegna spaventato, gettandosi a terra. - Nulla desidero, per carità, non colpirmi con i tuoi fulmini, non incenerirmi, qui siamo tutti felici! [...] Continue reading
C'era una volta un taglialegna di nome Crisponzio, che era stanco della vita — così almeno diceva — e aveva una grande voglia di andarsene all'altro mondo. Da quando era nato, a sentir lui, il cielo spietato non aveva mai voluto esaudire uno solo dei suoi desideri. Un giorno, mentre si trovava nel bosco, e si lamentava sempre più della sua vita, gli comparve Zeus, con in mano un fulmine. Figurarsi la paura del povero tagialegna! - Oh Zeus, dio onnipotente, io non voglio niente, niente! - Gridò il taglialegna spaventato, gettandosi a terra. - Nulla desidero, per carità, non colpirmi con i tuoi fulmini, non incenerirmi, qui siamo tutti felici! [...] Continue reading
In un piccolissimo villaggio del nord della Gallia viveva un pover'uomo che si chiamava Crisponzio. Egli aveva una famiglia numerosissima, tanti erano i figli che mise al mondo che quasi tutti gli abitanti del villaggio oramai, tra nipoti e cugini, furono impegnati a far da padrini. Venne poi un giorno in cui la moglie del pover’uomo ebbe un altro figlio, ma, ahimé, la povera donna non riuscì questa volta a superare il parto e morì, tra sofferenze atroci, mentre metteva al mondo l’ultimo figliuolo, che fu chiamato per l’occasione proprio Ultimo. [...] Continue reading
Un ricco contadino aveva un garzone, di nome Crisponzio, a lavoro da ben tre anni. Il garzone era sempre stato un buon lavoratore e fedele, nonostante il contadino non gli avesse ancora dato un solo mese di salario. Quel povero ragazzo finalmente si stancò di faticare per per nulla e un bel giorno decise di recarsi dal padrone contadino e gli disse: — Padrone, io vi ho servito bene per tutti questi anni e spero che prima o poi che mi darete quanto merito. Il contadino che era uno furbo senza bontà, sapendo quanto fosse semplicione quel giovanotto, gli dette tre soldi. — Tieni: – gli disse col tono e col gesto di chi avesse messo fuori un sacco di monete d’oro – uno per anno. Il garzone Crisponzio credette d’avere in mano una bella somma e disse fra sè: — Ora, almeno, non avrò bisogno di lavorar tanto e potrò godermi un poco la vita anch’io. – Mise i tre soldi in un sacchetto e se ne andò a girare per monti e per valli, tutto contento. Quand’ecco che [...] Continue reading