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Depressione o tristezza? Capire la depressione e affrontare un disturbo dell'umore non è affatto semplice. Ognuno di noi si trova ad attraversare dei momenti/periodi no. Da psicologo ci tengo a precisare che è assolutamente normale sperimentare la tristezza di tanto in tanto. Tuttavia, può accadere che la tristezza si trasformi in qualche cosa di più duraturo e pervasivo: la depressione. Per questo capire la depressione in quanto disturbo dell'umore è così importante.Ti ricordo che i professionisti di Mindcenter (i centri di psicologia-psicoterapia da me fondati) sono a tua disposizione, sia nel caso in cui tu percepisca sintomi depressivi e desideri uscirne, sia nel caso in cui tu voglia semplicemente prenderti cura del tuo umore grazie a un confronto professionale su questo argomento. Per metterti in contatto con noi clicca qui: https://www.mindcenter.it/
Do ut des. Cruciani a favore dell'utero in affitto. "Ognuno deve scegliere il figlio che vuole". Anna da Roma non fa parlare il conduttore sulla questione adozioni gay. Scatenata. Simone Pillon all'attacco. Parenzo difende i diritti. Nicholas Vaccaro, ha 18 anni e filma le rom in metro. Nell'assise zanzaresca, Parenzo porta delle prove incredibili. Mario Bonfanti, già sacerdote, ha firmato un contratto da slave col suo compagno. Ah, voleva essere frustato come Kunta Kinte.
Teoria, questo significato che oggi è spesso collegato ad inutile.Diciamoci la verità; quando pensiamo alla teoria, soprattutto nel mondo del lavoro, ci sembra di perdere tempo. Tutto va sulla pratica, anche la scuola o meglio la cultura ha senso solo se è pratica. E' un pò come dire che un'opera d'arte non ha nessun valore se non diventa un oggetto per il mercato; è un pò come dire che un'ora passata con sé stessi o i propri cari non ha nessun valore se nel mentre non sto consumando qualcosa.Ma deve essere proprio così? La teoria è qualcosa di diverso dalla pratica? e chi si definisce pratico è proprio sicuro di non essere anche teorico o viceversa?La riflessione che vi propongo è proprio questa ovvero che la teoria è già pratica, quello che ci serve è metterla in azione, ma l'azione è movimento ed il movimento può essere anche interiore. Ovviamente è difficile pensare di arrivare da qualche parte solo con il movimento interiore, ma questo è sempre presente e spesso è l'elemento che può fare la differenza.Questa riflessione l'avevo già fatta dentro di me tanto tempo fa, ma poi sono incappato nell'etimologia della parola teoria e ho capito perché avevo avuto quell'intuizione.Se andiamo a studiare il significato delle parole ci rendiamo conto del valore del linguaggio, oppure di come parliamo a vanvera o siamo ignoranti…Teoría deriva dal greco “Theoría” che significa visione e che ha la stessa radice della parola teatro. Significa quindi che teoria è visione e nello specifico un modo diverso di vedere le cose, da qui il legame con il teatro.Adesso che sono passato da teoria a visione, per quanti di voi sono cambiate le cose? Credo per tanti. Quando diciamo visione ci viene subito in mente “fare qualcosa di grande”, ma visione deriva da “vedere”. Quindi la teoria è saper vedere le cose come stanno e questo a voi non sembra molto pratico? e c'è qualcosa di utile in questa “visione teorica”? Si, è utile alla vita. Quindi forse, oltre che fare un reframing della parola teoria, dovremmo farla anche di utile.Potremmo dire che la teoria è già pratica perché ci permette di vedere il significato profondo delle cose e quindi l'utilità per la vita.OK, ma poi ci sono tutti i vari task della quotidianità dove serve essere pratici, saper fare direte voi. E io sono ovviamente d'accordo ma non trovo che la riflessione di oggi sia astratta e quindi teorica nel senso di inutile, ma credo sia teoria nel senso di visione e quindi utile.Perchè ogni singola azione della nostra quotidianità, individuale o collettiva, dovrebbe avere un senso per la vita e la vita non siamo solo noi, ma tutto quello che vive e, senza entrare in temi di filosofia o di scienza, potremmo dirci con una “ignoranza-semplice”, quell'ignoranza genuina, che quasi tutto su questa terra vive e noi dovremmo essere utili a questa vita.Se ci fosse questa visione, quindi questa teoria già pratica, cosa cambierebbe?Ognuno di noi si può dare la sua risposta.
Ognuno di noi ha i suoi gusti in fatto di vestiti. Quello che indossi dice molto sul tipo di persona che sei, su cosa rappresenti e su cosa credi. A differenza del passato, quando la mentalità era molto chiusa, quella attuale offre molto spazio per l'individualità e per le preferenze personali. Ma questo significa accettare ogni nuova moda a occhi chiusi? La moda che prevede di indossare i jeans strappati a scuola nacque una quarantina di anni fa, ed è ancora in voga. Eppure, ancora oggi continua a non essere accettata dalla maggioranza degli insegnanti. Naturalmente, nessuno vuole apparire fuori moda. I genitori saggi hanno il diritto di stabilire alcune regole che riguardano l'abbigliamento. Quindi, possono vietare ai figli gli stili di abbigliamento che sono sciatti, suggestivi, stravaganti o offensivi. Si preoccupano dell'impressione che i loro figli darebbero vestendosi in questo modo. Altre mode bizzarre riguardano i capelli. Permetto di apparire ‘diversi', ma possono creare situazioni molto imbarazzanti. Di solito si può dimostrare di essere persone per bene senza sembrare vistosamente antiquati. Naturalmente vestirsi in modo conservativo non ti farà vincere alcun concorso di popolarità, ma ti aiuterà a distinguerti come diverso! --- Send in a voice message: https://anchor.fm/corgiov/message
La paura è un'emozione che ci accompagna spesso nella nostra vita. Ciascuno di noi trova le proprie strategie per poterla gestire nel migliore dei modi. Spesso però le strategie che utilizziamo sono infantili e peggiorano più che migliorare Una di queste strategie per gestire la paura è il pensiero magico.Attraverso il pensiero magico noi cerchiamo di andare oltre le nostre paure, ma lo facciamo in modo infantile. Difronte agli accadimenti della vita abbiamo la possibilità di comportarci seguendo due vie: quella adulta e quella bambina.Se scegliamo la via adulta, scegliamo fondamentalmente la via evoluta, la via dell'accettazione, scegliamo di vedere le cose per come sono. Scegliere la via del bambino vuol dire, invece, affidarsi al pensiero magico, ad una via fatta di pretese, illusioni e soluzioni facili.Il pensiero magico infatti è un pensiero infantile. Pensare, illudersi di eliminare la sofferenza dalla nostra vita la aumenta e la perpetua. Ognuno di noi utilizza il pensiero magico per esorcizzare le proprie paure, sperando in un intervento esterno, magico appunto, che risolva problemi, paure e sofferenza.Ma questo è impossibile. Opporsi alla sofferenza vuol dire in estrema sintesi opporsi alla vita stessa, alla possibilità di apprendere, di crescere ed evolvere attraverso le prove.
Tutti pazzi per il Padel!Ognuno di noi ha almeno un amico/a che non riesce a stare due giorni di fila senza fare una partita!Ma perché è così popolare questo sport?Cerchiamo di capirlo in questa puntata con Giorgia Zenere e Marta Gardin che di esperienza ne hanno un bel po'!
Monologo sul tempo : ognuno ha bisogno del proprio tempo per reagire...ripartire...ricominciare....rialzarsi...Ognuno ha il suo ritmo...se lo cambi dopo un pò smetterai di ballare con la vita.
Questo episodio nasce dopo la prima lezione dell'Arte del Gioco, la masterclass in cui parlo di gioco sotto ogni punto di vista. Nella primissima slide ho detto qualcosa come “Benvenuti a tutti, partiamo subito dall'idea che tutto ciò che vi dirò oggi non sarà diviso in giochi maschili e giochi femminili”. I giochi sono giochi. E perchè non approfondire qui questo tema?? Ognuno di noi è influenzato dal contesto nel quale vive, dunque per affrontare il tema di oggi non possiamo metterci le fette di salame sugli occhi, ma dobbiamo fare una attenta analisi del contesto nel quale viviamo. VIviamo in un mondo diviso tra blu e rosa e a volte il condizionamento è naturale, soprattutto arrivando da una società che fino a qualche anno fa ha sempre etichettato il maschio come colui che deve giocare al palla o al meccanico e la bambina alla parrucchiera o alla maestra. Nostro compito è aprire gli occhi e capire che nella nostra epoca non possiamo stare legati a stereotipi di genere del genere. Smettiamola di nasconderci dietro un dito: tutto questo non c'entra nulla con l'identità sessuale di quando sarà grande!! Questo tema specifico, ossia dell'identità di genere e nello specifico di generazione fluida, merita un grande approfondimento. Un tema così delicato ho deciso di affrontarlo con la psicologa Francesca Ribaudo, in una live su Instagram, il 2 marzo prossimo, seguitemi su Instagram e attivate le notifiche nelle storie in evidenza per non perderlo! CLICCA QUI L'episodio di oggi ti guiderà verso alcune riflessioni importanti, che forse ti permetteranno confronti importanti con le persone vicine a te.
Ognuno ha le proprie tradizioni per le festività natalizie, dalle decorazioni alla cucina passando per i regali. E sono tantissimi quelli che non può rinunciare ai brindisi con famiglia e amici, come ben sa 8.6 che per questo Natale propone un brindisi "unconventional" con le sue tre birre speciali: 8.6 I.P.L., 8.6 Red e 8.6 Gold.
Video, ita_t_rav_2022-11-26_lesson_rb-1984-04-ish-et-reehu_n2_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 2
Audio, ita_t_rav_2022-11-26_lesson_rb-1984-04-ish-et-reehu_n2_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 2
Giovedì 24 novembre si svolge a Torino il consueto convegno interreligioso di Ecumenica. Il tema scelto è “I giovani e le fedi. Realtà e prospettive”. Il convegno è promosso dal Centro Culturale Protestante, dal Comitato Interfedi della Città di Torino, dalla Chiesa Valdese, dal settimanale Riforma.Partecipano i rappresentanti delle fedi cristiane, ebraica, islamica, induista, buddista. L'intento è quello di analizzare e descrivere l'esigenza di spiritualità dei giovani e quali sono le proposte che offrono le varie religioni.Beppe Valperga, curatore di Ecumenica, ricorda l'aspetto ecumenico, interreligioso del progetto, nel rispetto delle differenze delle varie realtà di fede: "Vogliamo dimostrare che si può star bene assieme, se ci si aiuta a vicenda c'è un vantaggio per tutti. Ognuno può essere orgoglioso e felice della propria fede, ma deve essere consapevole che ogni fede può e deve convivere con le altre. Vogliamo che questi incontri interreligiosi siano un valore aggiunto, un momento di confronto pacifico e non di sopraffazione, come purtroppo succede in vari luoghi del mondo". Appuntamento dalle 18 alle 21 al Salone della Casa Valdese, in corso Vittorio Emanuele II 23, Il Convegno è sostenuto con i fondi dell'otto per mille della Chiesa Valdese.
Nella puntata di oggi intitolata “perché la pranoterapia funziona”? i channeler italiani Corrado Marchetti e Jara Centanni spiegano come e perché la pranoterapia funziona. Spesso mi capita di ricevere domande legate al perché e al come funziona questo tipo di approccio alternativo alla risoluzione del problema. La pranoterapia funziona perché andiamo a lavorare su un corpo sottile di cui ignori l'esistenza. Ognuno ha un corpo energetico che raccoglie punti fragili e punti di forza. Ognuno è responsabile del proprio corpo. Tu sei responsabile della tua salute? Cos'è il corpo pranico? Come leggo il corpo pranico? L'ascolto energetico del corpo pranico permette di indagare come si è creato un mal di testa o un mal di stomaco. Quando il pranoterapeuta interviene su quello strato dell'essere umano, interviene sull'origine della malattia fisica e non sugli effetti. Portando luce, portando prana, andiamo a risanare la lacerazione di questo corpo che sanguina senza che noi ce ne accorgiamo. Portando consapevolezza e luce, si riacquisisce vitalità, energia e la malattia non ha più effetto su di noi . Mettiamo in pari il malessere con il benessere. Portare una guarigione nel corpo fisico porta armonia interiore ed esteriore. Nel corpo esistono “tanti motori”: ogni corpo possiede tanti motori interni che insieme determinano il giusto funzionamento del livello fisico mentale ed emozionale. Ogni parte del corpo genera energia. Come e perché la pranoterapia funziona? Spesso mi capita di ricevere domande legate al perché e al come funziona questo tipo di approccio alternativo alla risoluzione del problema. La pranoterapia funziona perché andiamo a lavorare su un corpo sottile di cui ignori l'esistenza. Questo corpo esiste dentro di te e determina la tua salute. Ognuno ha un corpo energetico che raccoglie punti fragili e punti di forza. Chi è il pranoterapeuta? Come si diventa pranoterapeuta? Scopri i meccanismi che esistono per generare prana. Come faccio a scegliere un bravo pranoterapeuta? Channeling News è il primo podcast italiano che parla di messaggi che arrivano dal mondo invisibile per la crescita della tua anima. Come puoi interagire? Aggiungi questo podcast tra i tuoi preferiti così da non perdere nessuna puntata. Seguici su facebook - https://www.facebook.com/channelingnews Scarica la rivista digitale gratuita CHANNELING NEWS - www.channelingnews.it Partecipa ai corsi di crescita personale, corsi di pranoterapia cristalloterapia e channeling - online e dal vivo - www.centrostudipranici.it Condividi il podcast e il giornale digitale olistico . Entra nella Channeler Community più grande d'Italia. #cefalea #cervicale #stomaco #debolezza #difeseimmunitarie #medicinatradizionale #medicinaalternativa #pranoterapia --- Send in a voice message: https://anchor.fm/channelingnews/message
In pieno svolgimento la Cop27 in Egitto: tra i temi principali si discute di "Lost and Damage" (perdite e danni) e di finanza climatica. Irene Abra, ambasciatrice per il clima del Consiglio metodista europeo, sta seguendo i lavori insieme a molti altri rappresentanti della campagna mondiale Climate YES, guidata da giovani cristiani tra i 18 e i 30 anni. ù"Questa Cop27 è molto importante perché è la prima volta che la questione del Lost and Damage viene nominata nell'agenda ufficiale. Un segno importante, il risultato di un attivismo che da molti anni viene portato avanti da quelle nazioni che vivono in prima battuta le conseguenze drastiche di questa crisi climatica. Come giovani attivisti della campagna internazionale Climate Yes abbiamo lanciato un appello ai vari capi di governo, sottolineando l'importanza della valutazione dell'ambito "Lost and Damage", ma anche ricordando il ruolo dei giovani e il ruolo di advocacy che hanno le chiese. Abbiamo anche proposto un evento il cui tema era il dialogo intergenerazionale, che è già stato sviluppato anche all'interno delle nostre chiese. Nonostante infatti l'impegno in prima persona dei giovani, crediamo sia important4e stabilire un ponte comunicativo che superi le differenze di età. Ognuno di noi può contribuire alla lotta al cambiamento climatico, non deve essere visto sempre come un tema dei giovani ma che tocca tutti e tutte noi.Ascolta l'intervista con Irene Abra
Sapevate che il rumore può avere molteplici colori? Ognuno di essi ha delle proprietà diverse.Quali sono le loro caratteristiche nello specifico?
Il poeta portoghese Pessoa poeticamente intuì una profonda verità quando scrisse queste parole: "Ognuno di noi è tanta gente". La felicità risiede nel rendere felici gli altri. La felicità non è una meta ma è lo scopo del viaggio che tutti noi facciamo nelle nostre esistenze ovvero la fusione del nostro io nel nostro Sè. Per questo motivo i gesti di gentilezza, di cura e di attenzione che possiamo avere verso gli altri rendono le nostre vite felici, appagate e realizzate. Soltanto quando riconosciamo l'importanza degli incontri che facciamo con gli altri iniziamo a scorgere la bellezza della vita in ogni singolo istante delle nostre esistenze.
Oggi intervistiamo Cristiano Carriero, scrittore, giornalista e co-fondatore de La Content Academy. Ognuno di noi ha una storia da raccontare, ma è come la raccontiamo che fa la differenza.E quindi cosa ci serve per fare lo storytelling efficace di un prodotto, di un'azienda… o di noi stessi? Lo scopriremo hackerando la creatività di Cristiano Lo Storyteller, che da anni insegna e spiega come usare la narrazione per distinguerci e per far emozionare chi ci ascolta. Tenete in mente queste parole chiave: presenza, consapevolezza, specificità, vulnerabilità, empatia, intenzionalità e coraggio. Supporta Hacking Creativity qui: https://bit.ly/3jUs8Ez Tre motivi per farlo:1. Ci aiuti a sostenere i costi per portare avanti il progetto.2. Ti diamo in cambio un bel po' di extra.3. Con il tuo contributo lanceremo nuovi format e più puntate.Usa il codice HACKING50 per ottenere 50 euro di sconto sull'abbonamento a Fiscozen: https://bit.ly/3v7lReZRisparmia 40 euro sul tuo reMarkable 2: https://bit.ly/3FU7MUy▫️ Vuoi ricevere gli appunti (la nostra newsletter)? https://bit.ly/3RJkbA5▫️ Vuoi mandarci un messaggio su Instagram? https://bit.ly/2HVP8D4▫️ Facciamo i seri su LinkedIn? https://bit.ly/3ugI0Fv▫️ Vuoi scriverci una mail? info@hacking-creativity.com▫️ Vuoi lasciare una recensione su Apple Podcasts? https://apple.co/3le1TqK
Io sono un sognatore, ma non sogno solo per me: sogno una torta in cielo per darne un poco anche a te. Una torta di cioccolato grande come una città, che arrivi dallo spazio a piccola velocità. Sembrerà dapprima una nuvola, si fermerà su una piazza, le daremo un'occhiatina curiosa dalla terrazza… Ma quando scenderà come una dolce cometa ce ne sarà per tutti da fare festa completa. Ognuno ne avrà una fetta più una ciliegia candita, e chi non dirà «buona!», certo dirà «squisita!» Poi si verrà a sapere (e la cosa sarà più comica) che qualcuno s'era provato a buttare una bomba atomica, ma invece del solito fungo l'esplosione ha provocato (per ora nel mio sogno) una torta di cioccolato.
Rāmāyana per Yogi moderni 91 Episodio - Che frittata succede quando due “colludono”?La follia dell'imperatore • Una risposta azzardata… • L'importanza di mettersi in discussione • La follia di sentirsi perfetti • Il peccato di ibris • Attenzione a interpretare bene le parole degli altri • Consigli o Offese? Se li scambi sei finito/a! • L'arroganza è sintomo di fallimento • Il re diventa una sorta di Tarzan • Triśanku rimane solo col suo orgoglio • Il re maledetto incontra Viśvāmitra • Una nuova opportunità di sfida tra i due saggi • Il re piange miseria davanti a Viśvāmitra • Ognuno ha le sue ragioni • Non sono amici coloro che soddisfano i nostri capricci • Il principio di “collusione” • Maledetto il destino avverso • Chi è un vero amico? • Chiediamo il parere anche di un altro esperto… • Un troglodita nei paradisi terrestri? • Tutti i saggi vengono invitati al grande sacrificio • Le parole furenti dei figli di Vaśiṣta • Abbiamo letto dal Rāmāyana , Adi/Bala-kanda, Capitolo AK.60.6-61----------------------------Rimani in contatto:
Nella mattinata di mercoledì 5 ottobre, ai microfoni del Buena Onda con Laura Basile, è stata ospite la psicologa Alessia Romanazzi di Io Non Mi Stresso, che ha parlato della distinzione tra lacrime ed emozioni. Alessia ha detto «Le lacrime sono un'espressione di un'emozione mentre l'emozione è ciò che abbiamo dentro e non è tangibile». Ognuno esprime le emozioni in modo diverso, c'è chi piange e chi si tortura le pellicine sul dito. Le lacrime servono proprio a regolare le emozioni, piangere fa bene e aiuta a esprimere quell'emozione. C'è anche una distinzione relativa al genere, agli uomini viene insegnato di non piangere fin da piccoli perchè è visto come qualcosa di sbagliato, mentre alle donne viene insegnato di non avere bisogni e di non spezzarsi.
Una delle maniere più potenti che abbiamo come credenti per testimoniare Cristo al mondo è il riunirsi; non visitando un edificio una volta alla settimana, ma essendo coinvolti gli uni con gli altri. Sia che ci troviamo in una grande chiesa sia in una piccola comunità, il risultato sarà quello di mostrare la gioia della salvezza al mondo.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 8 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiQuando le guerre erano basate più sul corpo a corpo che sulla tecnologia a distanza, era difficile sapere in mezzo al caos dove si trovasse il proprio schieramento; così si usava esporre uno stendardo, o una bandiera, per segnalare "qui è dove si trova la tua gente, qui è dove ci stiamo radunando". Era anche il luogo in cui si trovava il comandante e da lì partivano gli ordini. C'è un esempio di questo nell'Esodo...“E Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci a combattere contro Amalec; domani io starò sulla vetta del colle con il bastone di Dio in mano». Giosuè fece come Mosè gli aveva detto e combatté contro Amalec; e Mosè, Aaronne e Cur salirono sulla vetta del colle. E quando Mosè teneva le mani alzate, Israele vinceva; e quando le abbassava, vinceva Amalec. Ma le mani di Mosè si facevano pesanti. Allora essi presero una pietra, gliela posero sotto ed egli si sedette; Aaronne e Cur gli tenevano le mani alzate, uno da una parte e l'altro dall'altra. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. E Giosuè sconfisse Amalec e la sua gente passandoli a fil di spada.” (Esodo 17:9-13)Lo stendardo qui era il bastone sorretto da Mosè. È lo stesso bastone a cui si riferisce Gesù in Giovanni 3: “E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui [non perisca, ma] abbia vita eterna.” (Giovanni 3:14-15)In Giovanni 12 dice anche questo“...e io, quando sarò innalzato dalla terra, attirerò tutti a me...” (Giovanni 12:32)Gesù si riferisce chiaramente alla sua morte sulla croce, ma ci sono implicazioni per noi come Chiesa. In che modo Gesù viene innalzato oggi? In che modo le persone vengono attirate a Lui nel 2022? Succede quando ricordiamo che siamo i suoi portabandiera riuniti per far conoscere la sua presenza e tenere alto il suo vessillo d'amore. Come dice Tyler Staton, pastore della chiesa di Bridgetown: "Il compito della chiesa non è comprovare la narrazione biblica, ma incarnarla in modo tale che le persone sappiano senza alcun dubbio che questa è la dimora di Dio".Quindi la prima cosa che siamo come popolo riunito di Dio è un indicatore della sua presenza viva nel mondo.La seconda cosa che siamo secondo Gesù è questa...“E insegnava, dicendo loro: «Non è scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti”?».” (Marco 11:17 a)Gesù sta citando Isaia 56:7 ed è nel contesto in cui sgombera il tempio dagli usurai e da coloro che traggono profitto dalla vendita delle offerte sacrificali; dice che hanno trasformato il tempio in un "covo di ladri". Stanno rubando ai fedeli e a Dio perché hanno eretto delle false barriere: solo chi ha abbastanza denaro può permettersi di entrare, mettendo Dio fuori dalla portata della maggior parte delle persone. Guardate cosa succede subito dopo:“E disse loro: «È scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera”, ma voi ne fate un covo di ladri». Allora vennero a lui, nel tempio, dei ciechi e degli zoppi, ed egli li guarì.” (Matteo 21:13-14)Coloro che erano rimasti fuori hanno improvvisamente accesso alla presenza di Dio, sono accolti e guariti.L'idea che il tempio sia una casa di preghiera ad accesso libero può essere fatta risalire al momento in cui Davide prese finalmente il suo posto di re. Davide aveva trascorso sette anni dopo l'unzione da parte di Samuele, impedito di occupare il posto che gli spettava sul trono; si potrebbe pensare che in tutti questi sette anni avrebbe pianificato un'incoronazione fantasmagorica. Ma questo è ciò che accadde.“Davide era cinto di un efod di lino e danzava a tutta forza davanti al Signore. Così Davide e tutta la casa d'Israele trasportarono su l'arca del Signore con gioia e a suon di tromba, Portarono dunque l'arca del Signore e la collocarono al suo posto, in mezzo alla tenda che Davide le aveva montato; e Davide offrì olocausti e sacrifici di riconoscenza davanti al Signore. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di riconoscenza, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d'Israele, uomini e donne, un pane per uno, una porzione di carne e un grappolo di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua.” (2 Samuele 6:14-15, 17-19)Davide non è al centro dell'attenzione, entra come sacerdote e non come re; al centro dell'attenzione c'è l'arca del Signore. Davide aveva recuperato l'arca da dove Saul l'aveva abbandonata e stava riportando la rappresentazione fisica della presenza di Dio nel cuore della comunità. La colloca in una tenda (o tabernacolo) a cui tutto il popolo ha accesso e da cui benedice tutto il popolo. Per citare ancora Tyler Staton: "Quando diamo priorità alla preghiera e all'adorazione nella chiesa, si ottiene il Regno nella città e la gente viene benedetta".Essere chiesa riguarda il modo in cui viviamo e il modo in cui preghiamo. La Chiesa primitiva lo sapeva.I credenti formano una comunità“Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli. Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero ogni giorno quelli che venivano salvati.” (Atti 2:42-47)Vediamo cosa possiamo imparare, ma prima di farlo, notate il titolo I credenti formano una comunità. La nostra salvezza è personale, ma il modo in cui viene vissuta è in comunità, non visitando un edificio una volta alla settimana, ma essendo coinvolti gli uni con gli altri.La parola "perseveranti" significa "continuamente saldi". Significa abbracciare completamente qualcosa, essere immersi in qualcosa, essere totalmente fedeli. La fedeltà è dura, è una fatica, richiede lavoro e intenzionalità. Si sa che i maratoneti di solito si allenano in gruppo perché è più facile continuare a percorrere la lunga distanza quando ci sono altri che ti incoraggiano. Gesù ha detto "rimanete in me", in altre parole, "rimanete fedeli" e questo è più facile da fare nella comunità dei credenti.Notate le cose a cui si dedicavano: l'insegnamento/apprendimento, la comunione fraterna, il mangiare insieme e la preghiera - non necessariamente attività di gruppo, ma più facili da praticare se praticate in compagnia. Questo mi porta alla prossima frase evidenziata: la condivisione.Nel brano è menzionata più di una volta. I credenti condividevano i pasti, il tempo, i beni, il denaro. Ciò significava che nessuno rimaneva senza, nessuno rimaneva con un bisogno non soddisfatto, nessuno si sentiva solo. Voglio dare un contesto a questo particolare modo di condividere. All'improvviso c'era un gran numero di visitatori stranieri che erano diventati credenti - probabilmente non avevano avuto nessuna intenzione di rimanere a Gerusalemme più di qualche giorno, ma erano qui e avevano bisogno di cose basilari.Ora, non lo dico per creare una giustificazione, "allora era così, oggi è cosà", ma per dimostrare che la chiesa era flessibile, adattabile e rispondeva ai bisogni immediati delle persone intorno a loro (tenete a mente questo pensiero per la terza parte di questa serie). È una reazione che è caratteristica di quella "generosità gioiosa" che Paolo dice essere il modo in cui la chiesa dovrebbe essere in 2 Corinzi 9. Sia che ci troviamo in una grande chiesa continuamente inondata di nuovi convertiti, sia che ci presentiamo fedelmente per incontrare solo alcuni, il risultato sarà lo stesso: condividere chi siamo e ciò che abbiamo con generosità produrrà gioia, (vedi Atti 2:46 “prendevano il loro cibo insieme, con gioia”).E adoravano. Notate che continuano a frequentare il tempio ogni giorno: è qui che andavano a pregare ed è probabilmente il modo in cui potevano riunirsi in un gruppo numeroso (chi ha spazio per 3000 persone nella propria casa)? Ma si riunivano anche nelle case per condividere la Cena del Signore. Al centro del loro culto c'era l'Eucaristia, la Cena del Signore, la Messa, la Comunione, in qualsiasi modo vogliamo chiamarla oggi nelle nostre tradizioni; lo scopo di celebrarla non è cambiato in 2000 anni. "Nel pane e nel vino dell'Eucaristia il passato e il futuro si incontrano nel presente. Attraverso l'Eucaristia veniamo rafforzati dalla presenza e dalla vita di Gesù, non solo per sconfiggere il male nella nostra vita, ma anche per far risplendere la luce di Dio nel mondo. ... abbiamo bisogno che la sua vita trasformante sia la nostra vita per trasformarci per la sua missione nel mondo." N.T. WrightE come dice Paolo in 1 Corinzi 10:17, parla della nostra unità in lui: “Siccome vi è un unico pane, noi, che siamo molti, siamo un corpo unico, perché partecipiamo tutti a quell'unico pane.” (1 Corinzi 10:17)Torniamo al capitolo 2 di Atti:“E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio.” (Atti 2:46-47 a)C'era sia un luogo di culto formale che uno informale - notate "lodando Dio" (si parla di "mentre andate per i vostri affari quotidiani, lodatelo"). Trovo davvero interessante che Paolo, nel bel mezzo di un lunghissimo elenco di ciò che sembra essere la vita giusta, e ciò che certamente non dovrebbe esserla, inserisca questa piccola frase:“...parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore...” (Efesini 5:19)Nel suo senso più elementare, l'adorazione è praticare la presenza di Dio; se lo facciamo, i nostri cuori, i nostri occhi e le nostre motivazioni hanno maggiori possibilità di rimanere fedeli e santi. L'adorazione mette sia Dio che noi al nostro giusto posto.“… lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero ogni giorno quelli che venivano salvati.” (Atti 2:47)Inoltre, ci indirizza verso la missione; l'adorazione è un ricevere e un dare, un ritmo di vita del regno di Dio che viene. “Liberamente riceviamo, liberamente diamo” suggerisce Gesù. Non è una coincidenza o un caso che la chiesa primitiva, grazie alla sua adorazione e generosità verso la missione, si sia arricchita ogni giorno di credenti nuovi. Ed è qui che ci dirigeremo la prossima volta.Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Al Festival Strangius Valentina porta la "Storia di un bambino irriverente e sbilenco" Al Festival Letterario Strangius, che si terrà a Serramanna, Valentina Perniciaro porta il suo primo libro: "Ognuno ride a modo suo". Si tratta della "Storia di un bambino irriverente e sbilenco". Valentina Perniciaro, autrice e blogger, da anni all'interno del mondo dell'attivismo e dell'informazione, nel 2013 con la nascita del suo secondo figlio Sirio è diventata caregiver. In virtù di questo ha scritto la sua prima autobiografia che ha come obiettivo la valorizzazione della diversità, scegliendo di dare voce a chi voce non ha con la giusta ironia e irriverenza. Racconta la storia di suo figlio che nel 2013 nasce prematuro, ma sano. Solo otto giorni dopo a causa del suo cuore che si è fermato, "una morte in culla" scampata, porta i rianimatori a parlare di stato vegetativo. Nonostante tutto Sirio al giorno d'oggi cammina e comunica a modo suo la sua voglia di felicità e ricerca di autonomia. ""Ognuno ride a modo suo" è un libro che parte da una storia personale, quella della mia famiglia, di mio figlio -così Valentina Pernicciaro racconta la sua esperienza-, dove all'improvviso è arrivata una disabilità gravissima. Insomma attraverso una storia che poteva essere un dramma personale raccontiamo un desiderio, ovvero costruire una società in grado di capire i bisogni "speciali" delle persone più vulnerabili". Nel libro si parla della rete di assistenza attorno a Sirio che non riguarda solo la famiglia, ma anche figure professionali come la logopedista. A tal proposito il dialogo con le istituzioni preposte incontra ancora degli ostacoli. " Il dialogo con le istituzioni - afferma Valentina-, presenta ostacoli immensi, per questo motivo parlo dell'importanza dell'assistenza domiciliare specializzata e infermieristica. Tale realtà si presenta come l'unica strada da intraprendere verso un percorso di autodeterminazione della persona coinvolta e dei suoi familiari". "Ho scelto il titolo sopraccitato -conclude-, in base a quello che è stato il primo approccio con mio figlio. In principio non sapeva sorridere e i terapisti mi hanno fatto notare quanto rideva e che la felicità ha tante forme. Insegnamento che mi ha permesso di capire che ognuno ride a modo suo".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7155COSA RENDE I NOSTRI GIOVANI COSI FRAGILI? di Antonio SocciHanno fatto un deserto e lo hanno chiamato Modernità e Libertà. Ma è spesso un deserto inospitale dove soffia un vento di infelicità e di morte.Lo attestano anche le drammatiche statistiche sui suicidi dell'Osservatorio suicidi della Fondazione Brf (Istituto per la ricerca in Psichiatria e Neuroscienze).Da gennaio ad agosto di quest'anno ci sono stati 351 suicidi e 391 tentativi: un suicidio ogni 16 ore e un tentativo di suicidio ogni 14. Particolarmente grave l'aumento dei casi fra i giovani (in modo speciale nel biennio della pandemia).Queste tragedie sono la punta dell'iceberg di una condizione di disagio, di solitudine, di ansia o depressione che fra i giovani è molto ampia e sta crescendo. Naturalmente ognuno è una storia a sé, ognuno ha i suoi problemi e ognuno è un mistero unico. Ma tutti insieme delineano un dramma sociale - o spirituale - che riguarda il nostro tempo.Ciò che accomuna tutti noi è il desiderio di felicità o il voler sfuggire all'infelicità.Scriveva Pascal: "Tutti gli uomini cercano di essere felici, compresi quelli che stanno per impiccarsi".Felicità e infelicità sono sentieri che conducono in una terra misteriosa, quella della nostra anima, che non si esplora con la sociologia.Quando si parla di disagio esistenziale ogni volta si tentano spiegazioni sociologiche che però spesso si contraddicono o illuminano solo un pezzo di realtà, ma non vanno alle radici del problema.Sono spiegazioni che lasciano insoddisfatti.LE GENERAZIONI PRECEDENTIPerché le condizioni materiali di vita pesano, ma non sono l'aspetto determinante. Altrimenti non si spiegherebbe perché i nostri genitori - giovani durante la guerra e il dopoguerra - affrontarono la miseria, la fame, i bombardamenti, il durissimo lavoro della ricostruzione, con una forza morale travolgente (che fra l'altro produsse il "miracolo economico" e il "baby boom"), mentre i nostri figli - che hanno una vita enormemente facile - sono così smarriti e fragili.Cos'è andato perduto rispetto alle generazioni precedenti che - senza alcun dubbio - sopportavano condizioni di vita molto più dure? Possiamo dire che erano spiritualmente più forti anzitutto per l'atmosfera cristiana in cui erano nate e cresciute?Affrontavano le tragedie con maggior resilienza (come si dice oggi).C'è una commovente intervista alla poetessa Alda Merini, dopo il terremoto in Abruzzo del 5 aprile 2009, che la televisione trasmise il 9 aprile.La Merini, nata nel 1931, si definiva "abbastanza" credente e in quell'occasione disse: "Anch'io sono stata 'terremotata' da un manicomio all'altro.Ognuno di noi ha avuto le sue scosse, però è nel momento del dolore che bisogna stringere i denti. Noi adesso partecipiamo a questa tragedia italiana, però non fermiamoci al dolore. Stringiamo i denti e andiamo avanti. Dio guarda tutti, ci vede, guarda i terremotati, vede gli infelici e non abbandona il mondo. Io sono sicura. E uno dei mezzi perché Dio ci ascolti è proprio la poesia, la preghiera, il canto".Questo era l'animo delle generazioni che ci hanno preceduto. Le società del passato non erano migliori di oggi. Erano più ingiuste e la vita molto più dura. Ma anche questo dimostra che i nostri vecchi - pur con le loro fragilità e miserie - avevano una solidità ammirabile.CLIMA SPIRITUALE CRISTIANONon perché tutti fossero dei devoti. Ma tutti respiravano quel clima spirituale che aveva permeato i secoli in Italia e toccava anche agnostici e atei. Non a caso il padre della cultura laica italiana, Benedetto Croce, scrisse nel 1942 "Perché non possiamo non dirci "cristiani", spiegando che tale qualifica "è semplice osservanza della verità".Il laico Federico Chabod concordava e aggiungeva: "Anche i cosiddetti 'liberi pensatori', anche gli 'anticlericali' non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo".Negli ultimi anni questo interrotto fiume spirituale si è come disseccato. Si è prodotta una rottura che non è solo culturale, ma anche esistenziale. I giovani - che nei prossimi giorni torneranno a scuola, con i loro problemi, i loro sogni e il loro disagio - sono sostanzialmente ignari del passato, soli di fronte al mistero della loro vita e al futuro.La scuola (ma dovremmo parlare anche della Chiesa e delle nostre famiglie) non sa trasmettere come un'eredità viva ciò che le generazioni precedenti hanno creato, amato, professato, sofferto e vissuto.Inostri ragazzi sembrano sospesi fra la realtà virtuale dei social e una scuola o una società ossessionate soprattutto dai comportamenti, dal politicamente corretto, dalle ideologie oggi dominanti (come l'ecologia: è l'epoca di Greta Thunberg).Si prescrive "come" comportarsi, ma nessuno comunica nulla sul "perché" vivere.Tanto meno si fa "parlare" su questo la cultura e l'arte del nostro passato.La realtà non virtuale che i ragazzi conoscono è quella dei coetanei, sono rapporti talora violenti e in genere superficiali o poveri. Ne scaturisce una fragilità emotiva spaventosa, una solitudine che raramente incontra un abbraccio di comprensione o compassione.A volte però basta un incontro vero (un maestro, un amico, un genitore) per far scoprire la bellezza del presente, la ricchezza del passato e la promessa custodita dal futuro. Ma resta l'enorme problema educativo di un Paese smarrito.
Audio, ita_t_rav_2022-09-28_lesson_rb-1984-04-ish-et-reehu_n1_p2. Lesson_part :: Daily_lesson 1
Ognuno ha la sua idea di successo ma per tutti il successo ha lo stesso significato: realizzare la propria migliore vita. E qualunque successo inizia dalla mente!
La prima volta che Dio dice: "Non è buono" di qualcosa non è per un peccato... ma per la solitudine. Siamo stati creati con il bisogno di essere in contatto con altri. Se questo bisogno scompare, mancherà qualcosa nella vita. La chiesa esiste affinché le persone possano incontrarsi e vivere in supporto l'uno dell'alto.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 34 minutiAll'inizio di quest'anno mio figlio minore e la sua compagna sono andati in vacanza a fare escursionismo nel parco nazionale di Yosemite, negli Stati Uniti. Mentre erano lì, continuavo a ricevere messaggi da parte loro di quanto fosse meraviglioso il paesaggio, del fatto che il tempo fosse bello, ma non troppo caldo, e un messaggio su quanto fossero simpatiche le persone con cui si erano ritrovati al campeggio. Dopo una dura giornata di cammino, loro e gli altri giovani si riunivano intorno al falò, condividevano il cibo e i racconti delle loro vite - Tom dice che è stato incredibile incontrare così tante persone interessanti provenienti da tutto il mondo, che ti hanno fatto "sentire parte di qualcosa di più grande". C'era però una tenda in cui le persone non partecipavano e non parlavano mai. All'inizio tutti pensavano che forse non parlassero inglese o che fossero timidi, ma quando la coppia ha continuato a respingere tutte le avances, alla fine si è trasformato in un piccolo gioco su chi potesse spiegare la freddezza della coppia, perché sembrava davvero strano. Credo che la supposizione favorita sia stata che fossero in fuga dall'FBI. Quando gli esseri umani non cercano la compagnia di altri esseri umani sembra un po' strano. Nella nostra cultura pop il serial killer sembra sempre essere un solitario; il nostro linguaggio quotidiano è pieno di modi di dire per descrivere le persone che non si uniscono; "il lupo solitario"; i solitari spirituali sono eremiti. Non unirsi non sembra essere "normale". Non parlo di coloro che sono timidi per natura o degli introversi tra noi, siamo quello che siamo, ma parlo del caso estremo quando le persone si allontanano attivamente dagli altri e rifiutano di far parte di una comunità. E c'è una ragione per cui sembriamo avere questa reazione. Ricordate la prima volta che Dio dice: "Non è buono"? Non parla di peccato, ma di solitudine.“Poi Dio il Signore disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui».” (Genesi 2:18)È il momento di una piccola tangente e di un altro dei rapidi smontaggi del patriarcato da parte di Jean.La prima cosa in tutta la creazione che Dio definisce "non buona" è il bisogno disperato di donne. Questo è il primo accenno al fatto che l'"aiutante adatto" che Dio crea non è subordinato, ma assolutamente necessario. Prima che il peccato corrompesse il rapporto tra i sessi, Dio sembra considerare la donna necessaria quanto l'uomo.L'espressione ebraica per "aiutante adatto" è "ezer knegdow". La parola "knegdow" viene tradotta per lo più come "adatto" e si riferisce a una controparte esattamente corrispondente. Letteralmente, si riferisce a "stare di fronte a". Qui sembra implicare che entrambi i generi sono incompleti senza l'altro. Ognuno di essi ha qualità e caratteristiche generali intrinseche che mancano all'altro e dipende dal contributo dell'altro.La parola "ezer" viene spesso tradotta con "aiuto" o "aiutante". Quando vediamo la parola "aiutante", spesso pensiamo a una persona inferiore che potrebbe rendere più facile un compito, ma non è assolutamente necessaria per la sua realizzazione. Ma ovunque nella Bibbia, al di fuori di questo secondo capitolo della Genesi, questa frase descrive esclusivamente il modo in cui Dio stesso aiuta il suo popolo. Non si tratta di un aiuto a caso. È il tipo di aiuto senza il quale non si può funzionare.Torniamo al motivo per cui è umano avere bisogno di legami con gli altri.Vi ho già mostrato questa icona in passato. Ma non mi scuso per mostrarvela di nuovo, perché dimostra in modo eccellente che Dio è tre persone in una e che noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza. Se Dio ha bisogno di comunità, allora noi portiamo questa caratteristica nel nostro DNA. E pensateci: perché Dio ci ha creati? “Camminerò tra di voi, sarò vostro Dio e voi sarete mio popolo” (Levitico 26:12)Siamo stati creati per essere in comunità con Dio. Quanto è bello questo? E da quando abbiamo scelto diversamente, Dio sta lavorando nella storia perché questo sia di nuovo vero.Dio e gli esseri umani sono fatti l'uno per l'altro e gli esseri umani per funzionare bene hanno bisogno di altri esseri umani. Cosa canta Barbara Streisand nella canzone "Peolple"? "Le persone…. le persone che hanno bisogno delle persone sono le persone più fortunate del mondo".Ed ecco un'altra cosa incredibile su come siamo stati creati. Le lacrime emotive hanno un contenuto proteico più elevato rispetto alle lacrime dovute ad una situazione frustrante, il che fa sì che cadano più lentamente lungo le nostre guance, aumentando così la possibilità di essere notate e di ricevere conforto e cure. In modi fisiche e letterali, il nostro corpo è costruito per incoraggiare l'essere in comunità.Ecco cosa dice l'ultima relazione scientifica dell'Unione Europea sugli effetti della solitudine:Le ricerche dimostrano che la solitudine e l'isolamento sociale hanno ripercussioni dannose sulla salute mentale e fisica, nonché conseguenze significative sulla coesione sociale e sulla fiducia nella comunità. Sia la solitudine che l'isolamento sociale sono quindi sempre più riconosciuti come problemi critici di salute pubblica che meritano attenzione e devono essere affrontati con strategie di intervento efficaci.Negli Stati Uniti il 45% degli adulti si sente solo e isolato. Nel Regno Unito i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 24 anni sono il gruppo che dichiara di sentirsi solo "spesso o quasi sempre". L'Italia, e forse vi sorprenderà saperlo, registra una delle più alte percentuali di persone che si sentono sole in tutto il mondo - l'Italia è al 5° posto nel mondo per quanto riguarda la solitudine autoriferita."L'idea che l'italia abbia una "cultura comunitaria" è un mito", ha dichiarato Marco Trabucchi al giornale The European. "Forse esisteva 20 o 25 anni fa, ma certamente non oggi". La solitudine è un fenomeno globale. Mi spingerei oltre e lo definirei quello che la fondazione Jo Cox ha etichettato come "il male gigante".Ma perché è importante e cosa ha a che fare con la Chiesa? Penso che sia importante per due motivi, ma oggi ne tratterò solo uno; il secondo motivo verrà presentato nella terza parte, quando esamineremo il ministero ecclesiastico.Penso che sia importante perché non è da Dio. Abbiamo già visto che non è così che siamo stati creati, né rispecchia il Creatore e questo lo addolora.Dobbiamo anche stare attenti, come cristiani, a non cadere nell'individualismo che può portare all'isolamento. Ho sentito persone dire: "Posso essere cristiano senza andare in chiesa". Tecnicamente è vero. Per molte delle nostre sorelle e dei nostri fratelli nel mondo non possono letteralmente andare in chiesa perché è contro la legge, non hanno altra scelta che essere cristiani che non vanno in chiesa. Ma pensate davvero che quegli stessi cristiani, se ne avessero la possibilità, resterebbero nella loro cella di prigione, o a casa, piuttosto che andare in chiesa? Ecco cosa ha detto Iktimal, un cristiano iraniano, dopo essere stato rilasciato, all'organizzazione cristiana Porre Aperte:"Hanno pregato con noi, hanno ascoltato la nostra storia, sono stati al nostro fianco", dice Iktimal. "Dio era con noi. Ha mandato quelle persone a starci accanto, erano come angeli. Il loro amore ci ha avvicinato a Gesù; ci hanno dimostrato l'amore di Dio".E ascoltate cosa intende fare Paolo nel momento in cui viene rilasciato dalla prigione di Efeso.“Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito.” (Filemone 22)Si incontrerà con questa cosa meravigliosa chiamata chiesa di Colosse che si riunisce nella casa di Filemone; di lui e di loro si parlerà ancora la prossima settimana.So che Marco l'ha già detto, ma lo ripeterò: non possiamo fare chiesa in modo isolato. Ed ecco perché.L'istruzione che Gesù diede ai primi discepoli al momento dell'incontro non fu "credi in me", e nemmeno "ascoltami", ma "seguimi!". Ed essere seguaci di Gesù significa stare con Gesù. Diamo uno sguardo a Marco capitolo 3“Poi Gesù salì sul monte e chiamò a sé quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli, perché stessero con lui, per mandarli a predicare e perché avessero il potere di [guarire le malattie e di] scacciare i demòni.” (Marco 3:13-15)Chiamò quelli che voleva andassero con lui, dovevano accompagnarlo. Prima che a loro, o a noi, venga affidato un ministero, dobbiamo prima essere con Gesù, dobbiamo accettare l'invito a entrare in relazione con lui.E guardate lo schema: chiamò i dodici da un gruppo più grande. Sappiamo che mandò i settantadue (Luca 10) e gli scrittori del Vangelo parlano spesso delle folle che lo seguivano. Non si trattava di persone che si presentavano solo per ascoltare il nuovo rabbino; lo seguivano. Se ripensiamo alla serie sulle parabole, il punto della moneta perduta e della pecora smarrita non è semplicemente che sono state trovate, ma che sono state trovate e restituite alla cassa e al gregge. Essere ritrovati significava entrare a far parte di qualcosa di più grande.Essere con Gesù significa essere con gli altri, che ci piaccia o no. Sapete che Gesù poteva avere molto da ridire su ciò che accadeva nel tempio e con i responsabili del tempio, ma ci andò lo stesso. Si presentava comunque nella sinagoga.“Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga e si alzò per leggere.” (Luca 4:16)Andava “come era solito", era un habitué. Come al solito, ci sono le dovute eccezioni a tutto ciò, perché nulla è mai solo bianco o nero. La pandemia ha lasciato alcune persone fragili che hanno timore di mescolarsi alla folla; dobbiamo dare loro il permesso di elaborare il trauma; un giorno saranno di nuovo pronte a partecipare. Molte persone che lottano con la salute mentale non riescono ad affrontare l'allegro e propositivo "Alleluia! Amen!" della chiesa; dobbiamo sostenerle, facendo loro sapere che a volte va bene non sentire che tutto va bene. Nella mia chiesa nel Regno Unito, c'era una donna stupenda che conviveva con la più angosciante delle malattie mentali. Quando la sua vita era al massimo della disperazione, aveva l'abitudine di venire a sedersi in fondo alla chiesa, senza partecipare, spesso con la testa china come se non potesse sopportare la luce. In quei momenti della sua vita diceva: "Non riesco a lodare Dio, ma gli altri che lo fanno mi tolgono un po' di oscurità". La chiesa dovrebbe essere il luogo più sicuro sulla terra dove le persone possono venire così come sono. Ci riuniamo come chiesa non perché è un dovere, e nemmeno perché ci fa bene, ma perché è l'unico modo per crescere bene ed essere il movimento per l'amore e la giustizia che Gesù ci chiama ad essere è riunirci.“È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, (...) ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.” (Efesini 4:11-12, 15-16)Gli occhi hanno bisogno delle mani e dei piedi, altrimenti stanno solo a guardare; le mani e i piedi hanno bisogno degli occhi, altrimenti non sanno dove andare. Ci riuniamo perché per essere Chiesa abbiamo bisogno gli uni degli altri.Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Tony Nader"Un oceano illimitato di coscienza"Risposte semplici alle grandi domande della vitaArmenia Edizionihttps://www.armenia.it/Leader di fama mondiale al centro della Fondazioni Maharishi, neuroscienziato laureato ad Harvard, rinomato studioso vedico e riferimento mondiale in Meditazione Trascendentale, il Dr. Tony Nader formula in questo libro una serie di domande esistenziali fondamentali (qual è il nostro scopo nella vita, abbiamo il vero controllo sui nostri destini?) e, attraverso lo studio della Coscienza, ci porta risposte con benefici pratici che mirano a darci illuminazione, pace e appagamento.Il nuovo libro del prof. Tony Nader “Un oceano illimitato di coscienza – risposte semplici alle grandi domande della vita” finalmente esce anche in italiano. Dal 19 gennaio lo troviamo in libreria e possiamo ordinarlo su internet, dove era già presente in lingua originale in formato eBook.Il Regista David Lynch ha affermato:“In questo libro che è una vera e propria pietra miliare, il Dr. Nader offre idee che possono cambiare il mondo. Dà soluzioni profonde a domande che hanno a lungo affascinato e incuriosito filosofi e scienziati coprendo campi diversi come lo scopo della vita, il bene e il male, cos'è la coscienza, abbiamo la libertà? C'è legge e ordine o caos nell'universo? Come ricucire le differenze tra ateo e credente, determinismo e scelta? Come trarre il meglio dalla propria vita, soddisfare i propri desideri e creare pace e armonia tra i popoli e le nazioni? Offre queste soluzioni basate su un semplice paradigma sottostante che unifica mente, corpo e ambiente in un oceano di puro essere, pura coscienza. Una lettura obbligata per ogni ricercatore di risposte ai misteri della vita, la verità assoluta e ultima” David Lynch.Il titolo è ambizioso, ma davvero mantiene le promesse. E lo fa in modo semplice e piacevole lungo tutte le sue circa 300 pagine. Questo libro affronta un argomento che lo stesso Maharishi aveva affrontato più volte:«Lo scopo della vita è l'espansione della felicità. La vita è beatitudine e la sofferenza non è necessaria». Maharishi Mahesh YogiNaturalmente, nessuno desidera soffrire. A ogni livello di ricchezza e istruzione, in ogni cultura e tradizione, fra tutte le etnie, i generi e le fedi e nel corso dei tempi, le persone hanno desiderato più felicità, più amore, più sicurezza, più suoni gradevoli da ascoltare, più cibo saporito da mangiare, più potere, più soldi, più bellezza e fascino.La vita ha un disegno segreto, una logica significativa, un obiettivo da raggiungere? Perché siamo qui? Da dove veniamo e dove andiamo quando ce non ci saremo più? Ognuno di noi è sul proprio cammino con le proprie preoccupazioni e il proprio destino individuale e indipendente? Per cosa dovremmo lottare? La salute, la felicità, fare soldi, essere migliori degli altri, compiere la volontà di un essere divino? Possiamo scegliere? Siamo liberi o schiavi del destino; governati o controllati da qualche forza, dalle leggi della natura o da Dio? O viviamo in un universo caotico, sballottati dalle situazioni e dalle circostanze? Qual è la sorgente del male? Come esseri coscienti che desiderano mantenere il controllo della propria vita, queste domande non sono solo rilevanti, sono fondamentali.Tutti finiscono per fare delle supposizioni o sottoscrivere fermamente delle convinzioni su molte di esse, sia a un chiaro livello cosciente che non! Queste credenze o convinzioni diventano la nostra visione del mondo sottostante che influenza tutto ciò che facciamo. Modellano le nostre vite come fondamenta del nostro pensare, sentire e comportarci.“Voglio che tutti sappiano cos'è la Coscienza e come svilupparla per gioire del pieno potenziale della vita individuale e sociale”. Dr. Tony NaderIL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Padre Rana in questa nuova puntata riprende la conversazione parlando della grazia e dell'importanza del servizio verso e gli altri. E risponde alla domanda: cosa deve fare ognuno di noi nella comunità?
Ognuno di noi attraversa quattro fasi nella vita, scopri in quale ti trovi tu in questo momento. Healing, Discovery, Change e Evolution. Ti spiego ognuno di queste quattro fasi nel podcast di oggi e puoi scoprire come le ho attraversate io nel mio nuovo sito, che ti invito a visitare
Antonio Veneziani"Santi subito"fve editorihttps://www.fveditori.it/Ognuno ha i suoi santi in paradiso, ma certi santi sono i più santi di tutti – sembra chiosare, occhieggiante, tra le pagine di questo libro Antonio Veneziani. Voce fresca e antichissima, saggia e bambina, caustica e tenerissima, l'autore scrive di uomini e di donne (intramontabili artisti, veri miti) che fino a ieri erano tra noi, raccontandoli come solo un innamorato devoto può fare. Santa Marilyn Monroe che “ha compiuto almeno mille miracoli”, San Jim Morrison “elettrico sciamano”, Sant'Amelia Rosselli “protettrice dei perseguitati dalla CIA”, San Jean Genet con “i piedi che corrono con le nuvole”. E poi Pasolini, Dario Bellezza, Pedro Lemebel, Lady Divine e tante e tanti altri… Agiografie, suppliche, preghiere: Veneziani santifica con aureole di cartone (ma tanto più luminose ed eterne) i suoi impareggiabili compagni di strada, maestri di libertà e di gioia ricordandoci, ritratto dopo ritratto, che ogni vita è più vasta della propria biografia, è imprendibile e canta, allegra e stonata, per i nostri cuori crepati.Antonio Veneziani è nato a Piacenza nel 1952. Scrittore, poeta e saggista, è uno dei massimi rappresentanti della scuola romana di poesia che va da Pasolini a Penna, da Bellezza a Rosselli. Tra le sue opere più importanti ricordiamo: Brown Sugar (Hacca, 2019), Cronista della solitudine (Hacca, 2007), Fototessere del delirio urbano (Hacca, 2009), Tatuaggio profondo (Elliot, 2014), Non basta una parrucca (Fandango, 2021). Il suo ultimo libro di poesie è Canzonette stradaiole (Hacca, 2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
[...]Zeus decise di inviare sulla terra una creatura modellata apposta, una donna, che si chiamava Pandora, che in greco significa “tutti i doni”. Fu creata da Efesto e Atena, aiutati da tutti gli dei, per ordine di Zeus. Ognuno donò a Pandora una qualità: la bellezza, la grazia, l'abilità manuale e la persuasione.[...] Continue reading
Francesca Scotti"Il tempo delle tartarughe"Hacca Edizionihttps://hacca.it/Questo libro è la porta di accesso a un mondo sospeso che in apparenza somiglia molto al mondo a cui siamo abituati, ma in realtà – ce ne accorgiamo da una dissonanza lieve, da un piccolo tuffo al cuore – è diverso quel tanto che basta a farci rendere conto di dettagli a cui l'abitudine ci ha resi insensibili. Ognuno di questi racconti, bozzetti in apparenza quieti e composti, è come un sasso lanciato sull'acqua: rimbalza, la increspa, affonda con un piccolo tonfo la cui eco riverbera nel cuore di chi legge. Al centro sono geometrie sghembe di coppie, di innamorati, di madri e figlie, di amiche, che si rivelano triangoli imperfetti: il terzo vertice rompe l'equilibrio, e così svela qualcosa di vero. Capita che sia una tartaruga ferita, o una bambina che odora di ombra, o un violoncello.Intorno, cittadine di provincia stinte dal sole, aiuole in cui sotto la neve crescono fiori, l'Italia e il Giappone in un'inaspettata affinità, dentro i cerchi di un tempo che intanto corre in circolo, nei circoli sempre più vasti che un sasso anche piccolo sa disegnare sulla superficie dell'acqua. – Ilaria GaspariFrancesca Scotti è nata a Milano nel 1981. Diplomata al Conservatorio e laureata in giurisprudenza, nel 2011 ha esordito con la raccolta di racconti Qualcosa di simile (Italic), selezione Scritture Giovani al Festivaletteratura, vincitrice del premio Fucini e finalista al premio Joyce Lussu. Ha pubblicato tra gli altri Il cuore inesperto (Elliot 2015), Ellissi (Bompiani 2017), Capacità vitale (Bompiani 2019). Collabora con Palazzo Marino in Musica e Mediterranean Ambassadors Music Experience. Suoi racconti e reportage sono stati pubblicati su diverse riviste italiane e straniere, tra le quali «La Lettura», «Nuovi Argomenti», «Granta», «RVM», «Quanto»,«Bezoar». Dal 2011 divide il suo tempo tra l'Italia e il Giappone.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
ORBO NOVO podcast by Enzo Celli [Motivation and Self Improvement, Motivazione e Crescita Personale]
Scopri la tua personalità attraverso i 12 archetipi di Jung. Ognuno di noi è unico, gli archetipi sono una semplificazione, un aiuto per identificare una personalità prevalente. Oltre che per lo studio della personalità sono diventati un strumento di grande efficacia nel personal branding.
"Ricorda ciò che è utile e dimentica il superfluo" Ognuno di noi è si trova su di una strada che lo conduce verso la conoscenza di sé stesso. Non possiamo pensare di poter ottenere quello che cerchiamo da soli, dobbiamo poter imparare da una qualche fonte come affrontare la vita. La realtà odierna ci offre tanti strumenti a questo compito: ci sono scuole di pensiero e di allenamento, ognuna di esse con dei pro e dei contro. Affidarci in tutto e per tutto ad una scuola sola è molto facile: ci liberiamo del gravoso compito di dover selezionare quello che più risuona con noi e lasciamo che siano gli altri a guidarci. Questo modo di pensare ci allontana, però, dalla scoperta del nostro vero essere perché non saremo più noi stessi ma la proiezione di qualcun altro. Utilizziamo le 4 virtù dello stoicismo come guida. Supporta il Podcast acquistando il libro "Ogni Singolo Giorno" su Amazon Visita lo store di Ogni Singolo Giorno: https://ogni-singolo-giorno.myshopify.com/ Vai su https://www.ognisingologiorno.it/ per conoscere le sfide e gli eventi #OgniSingoloGiorno #BeAStoic #Stoicismo #Motivazione #Virtù --- Send in a voice message: https://anchor.fm/alessio-alfei/message
La preghiera, nonostante tutto, rimane un mistero. Un Dio onnipotente che cerca il contatto con la sua creatura per ascoltarlo ed esaudirlo... ma secondo il Suo piano eterno. Da dove cominciare l'avventura della preghiera a Dio, dunque? Inizia dal fermarti, dal riconoscere chi è Dio, e dal conoscere chi sei tu per lui. ---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 8 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 32 minutiAlcune settimane sono uscita fuori con il mio cane Artie per la sua passeggiata serale. Da qualche tempo avevo sentore di un animale selvatico sconosciuto che viveva nella proprietà - l'avevo sentito, intravisto, ma non avevo idea di cosa fosse. Quella sera in particolare scelse di correre proprio davanti a noi e di sparire nella zona del fabbricato vicino con Artie sulle sue tracce. Non potevo seguirlo, non potevo essere sicura che non stesse seguendo "la bestia" verso il pericolo, e lui non rispondeva al mio comando di "ritornare". Era sparito da un bel po' e, in preda alla disperazione, alla fine ho detto: 'riportalo indietro, Signore', e in pochi secondi era lì davanti a me.Ho un'amica che è di etnia indiana che è stata cresciuta come indù. È diventata cristiana da giovane, il che ha causato una profonda spaccatura con la sua famiglia. Forse non lo sapete, ma è abbastanza comune per le famiglie di quella comunità combinare i matrimoni delle loro figlie, scegliendo un partner adatto per loro, e per lo più funziona, indipendentemente da ciò che possiamo pensare. È una cosa importante e la famiglia della mia amica non poteva più farlo a causa della sua scelta di fede che, per quanto li riguardava, si aggiungeva solo alla vergogna che sentivano. Conosco la mia amica da 40 anni e il suo unico desiderio profondo e la sua preghiera costante in tutto questo tempo è stata quella di sposarsi, ormai troppo tardi per avere dei figli che avrebbero potuto aiutare a sanare la frattura familiare, ma almeno avrebbe avuto una compagnia e non si sarebbe sentita così isolata, o sola. Ci sono stati momenti, nel corso degli anni, in cui tutto quello che potevo fare era sedermi e piangere con lei per quel dolore e quel desiderio.Allora, com'è che questo Dio amorevole, compassionevole, misericordioso e giusto in cui crediamo, sembra prestare più attenzione al mio stupido cane, che alla mia cara amica che ha sacrificato così tanto per seguirlo?Cosa lo spinge a rispondere in un batter d'occhio a una stupida preghiera che riguardava più che altro la mia comodità, ma a rimanere in silenzio di fronte all'infelicità di una persona?Gente, benvenuti nel mistero della preghiera. In questa nuova serie spero che insieme potremo trovare alcune risposte e alcuni strumenti utili che rinnovino la nostra vita di preghiera e ci arricchiscano. Nelle prossime settimane daremo uno sguardo a cos'è la preghiera, allo scopo della preghiera e a come rispondere quando la preghiera non riceve risposta. Gran parte dell'insegnamento si basa sul movimento di preghiera 24/7 e in particolare sui libri di Pete Greig e sull'insegnamento di Tyler Staton che, se siete in grado di leggere e comprendere l'inglese, vi raccomando - purtroppo non sono tradotti in italiano.Nelle prossime settimane ci saranno delle idee da mettere in pratica e ci saranno un po' di compiti a casa! Quindi venite con me a partecipare in quest'avventura.Prima di tutto affrontiamo alcune idee sbagliate sulla preghiera.Due cose che non è la preghiera! Un codice da decifrare e il genio della lampada1) Un codice da decifrareLa preghiera non è un codice che dobbiamo decifrare. Non ci sono parole o frasi specifiche che, se le diciamo nel modo giusto, apriranno la linea diretta di comunicazione. Non c'è un modo "giusto" o "migliore" di pregare. Ognuno di noi ha una relazione personale unica con Dio, è stato cresciuto in tradizioni diverse, ha avuto esperienze di vita diverse e la nostra vita di preghiera rifletterà questo. La preghiera non inizia con la competenza, ma con un mal d'orecchio - un dolore all'orecchio del cuore, come diceva San Benedetto. Quindi...“Prega come puoi, e non cercare di pregare come non puoi.” (Dom John Chapman)2 ) Il genio della LampadaIn secondo luogo la preghiera non è una lampada magica che esaudisce i desideri. Dio è Jehovah Jireh, non Jehovah Genio. Il dio che provvede non è lo stesso di un dio che mi dà tutto quello che voglio. Sono andata a spulciare su alcuni siti 'cristiani' le richieste di preghiera (fidatevi che vi sto salvando qui) ed ecco alcune delle più interessanti. “Per favore Dio fammi diventare più alto.”“Oh, Dio, per favore fai che io abbia un buon punteggio all'esame di domani, anche se non ho studiato.”“Caro Dio, ti prego, fa' che i denti anteriori di mia figlia ricrescano in tempo per la sua foto scolastica.”Non voglio sembrare frivola, dopo tutto queste preghiere potrebbero coprire una grande quantità di dolore inespresso, e sono sicura che tutti noi siamo stati in situazioni che non sono davvero di vita o di morte, eppure ci sentiamo così e quindi non possiamo fare a meno di chiedere a Dio di darci quello che vogliamo (e poi, non sarebbe la prima volta che ho pregato per una partita di cricket!).Ma quello che non riescono a vedere entrambi questi approcci alla preghiera è che la preghiera non riguarda noi, quello che vogliamo, o anche quello che pensiamo che Dio voglia per noi; riguarda solo lui e chi è. La preghiera non comincia con noi, comincia con Dio e non comincia con le parole, comincia con il silenzio."Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio." ( Salmo 46:10a)I tre aspetti chiave della preghiera sonoFermarsiConoscere DioConoscere te stessoFermarsiFermarsi sembra semplice eppure mi chiedo se puoi dire quando hai sperimentato per l'ultima volta una vera calma senza alcuna distrazione. Nel 2007 il dottor Michael Zigarelli ha pubblicato i risultati di uno studio di 5 anni condotto su più di 20.000 cristiani di 139 paesi su cosa impedisse loro di sviluppare la relazione con Dio. Ha scoperto che 6 cristiani su 10 dicono che è "spesso" o "sempre" vero che "gli impegni della vita mi impediscono di sviluppare la mia relazione con Dio". A proposito, il sottotitolo di questo studio era "Troppo indaffarato per Dio". Non si può negare che la vita moderna sia frenetica e caotica. Lo psichiatra Carl Jung ha detto: "La fretta non è del diavolo, è il diavolo". Ed è così che il teologo Richard Foster lo dice:"Il nostro avversario è specializzato in tre cose: rumore, fretta e folla. Se riesce a tenerci impegnati in "molte cose" e “troppe cose”, sarà soddisfatto." (Celebration of Discipline, Richard J. Foster)Allora cosa ci trattiene dal fermarci? Ci sono esigenze molto reali che richiedono il nostro tempo e contano davvero: il nostro lavoro, il dare da mangiare ai bambini, il prendersi cura dei membri della famiglia, forse anche il pulire la casa, ma come fa notare Tyler Staton, Davide scrisse la frase " ‘Fermati' quando era il capo di una nazione in un mondo di guerra tribale. Eppure dava ancora la priorità e praticava l'essere fermi perché sapeva che è l'unico posto da cui possiamo vedere la realtà come la vede Dio. Quindi come ci impegniamo con il fermarci? Ecco il tuo compito per la prossima settimana.Trova un momento e un luogo in cui puoi stare da solo/sola; imposta un timer per 2 minuti. Siediti dritto con i due piedi ben piantati a terra, le mani aperte sulle ginocchia. Chiudi gli occhi. Inspira profondamente ed espira lentamente per tre volte. Prega qualcosa di semplice come: "Eccomi, Signore" o "Vieni, Spirito Santo" o "Signore, abbi pietà".Lo scopo del fermarsi è il consenso; consentire all'opera dello Spirito di Dio, che è più profondo della comprensione o delle parole. Pratica questo silenzio come un'offerta sacrificale a Dio.Conoscere Dio“Quando io considero i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai disposte, che cos'è l'uomo perché tu lo ricordi? Il figlio dell'uomo perché te ne prenda cura?” (Salmo 8:3-4) La preghiera è l'atto di vedere la realtà dal punto di vista di Dio. Tu, io, la Terra, non siamo dei puntini che scompaiono secondo Dio, siamo proprio noi che Lui ama più di ogni altra cosa. Se non altro, la preghiera dovrebbe darci lo spazio semplicemente per lasciarci amare da Dio. Fermati e riconosci che io sono Dio. Per citare ancora Tyler Staton, "Fermarsi è lo spazio calmo dove Dio migra dalla periferia al centro, e la preghiera si riversa senza sforzo da una vita con Dio al centro".Una delle mie funzioni preferite in chiesa ogni anno è il mercoledì delle ceneri. So che non è una tradizione che voi osservate, ma io amo andare a ricevere la mia croce di cenere perché mi ricorda che mentre io posso considerarmi piccolo, fugace, insignificante, Dio mi guarda e mi dice che 'sono rispecchiata nel “la pupilla dell'occhio'suo."La grande bugia è stata che se avessimo mangiato la mela, "non morirete", e questo ha afflitto gli esseri umani da allora. Sapete che si stima che una donna media nella sua vita spenderà 209.000 euro in trattamenti di bellezza, e quando alle donne è stato chiesto perché lo fanno, la seconda risposta più comune è stata 'per rimanere giovani'. E gli uomini non sono molto indietro, l'uomo medio spende 117.000 euro. E poi, a quanto pare, più della metà di noi eviterà ogni discorso sulla morte e sul morire, se possibile. È l'unica cosa sicura della vita, ma sembra che non riusciamo ad affrontarla. Ma cosa c'entra questa svolta apparentemente infelice con la preghiera?"Alleluia. Anima mia, loda il Signore. Io loderò il Signore finché vivrò, salmeggerò al mio Dio finché esisterò. Non confidate nei prìncipi, né in alcun figlio d'uomo, che non può salvare. Il suo fiato se ne va, ed egli ritorna alla sua terra; in quel giorno periscono i suoi progetti. (Salmo 146:1-4)Nel mezzo di una preghiera di lode Davide si prende del tempo per ricordare alla gente e a se stesso la mortalità. Perché quando ricordiamo la nostra mortalità recuperiamo chi siamo. Siamo semplici mortali, ma siamo amati dal Dio eterno che ci dà la vita in abbondanza. Quando vediamo quanto siamo fugaci e quanto è grande Dio, vediamo quanto profondamente siamo importanti per lui. Siamo profondamente importanti! Il creatore del mondo ha tempo per noi, è interessato a noi e ci presta attenzione. Vede quando riportare il cane indietro porterà ad una rinnovata comprensione della fiducia; se può fare questo, allora farà questo per cui mi sono agitata tutto il pomeriggio. Cammina con te attraverso la profonda valle del dolore e ti aiuta a trovare momenti in cui puoi ridere e sentirti dire: "Suppongo che i mariti non siano tutto quello che dicono di essere".Fermati, riconosci Dio, conosci te stesso. Ma David non lo lascia lì.«Fermatevi», dice, «e riconoscete che io sono Dio. Io sarò glorificato fra le nazioni, sarò glorificato sulla terra».Essere glorificato significa che la presenza di Dio diventa realtà. E per citare un'ultima volta Tyler Staton, "Fermati, e prega e il mondo intorno a te si rinnovi". Perché quando ci fermiamo, siamo riempiti dallo Spirito che trabocca per avere un'impatto su coloro che ci circondano. Se abbiamo imparato a fermarci abbiamo imparato a non avere fretta, il che significa che osserviamo. Vediamo l'anziana signora che si sente sola, individuiamo il giovane che sembra essere preoccupato, ci chiediamo cosa possiamo fare per porre fine alle crisi climatiche. Fermati, riconosci Dio, conosci te stesso ed egli sarà esaltato.Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKVIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM A BREVE---VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD A BREVE
EPILOGO Padroncinaaa, sveglia! Tutte le mattine la stessa storia, pensa Kira girandosi dall'altra parte. Ma poi si ricorda che quella mattina è una mattina speciale. È Pasqua! Si alza di scatto e abbaia anche lei. Sveglia! Sveglia! Padroncina borbotta qualcosa e si alza, poi apre la porta e tutti escono in giardino. Kira inizia subito a cercare le uova. Chissà dove le ha nascoste Pasquale? Quest'anno è molto facile trovare le uova, hanno un odore davvero particolare. Ecco, uno è qui nel vaso. L'uovo è arancione e profuma di carota. Ne trova un altro sotto la sedia. Giallo. Miele! Altre due uova sono nell'orto. Verdi: Pesto. Un uovo si trova tra le rose. Blu: Mirtilli. Ed eccone due rossi vicino alla cassetta della posta. Sugo di pomodoro. I colori non sono belli come al solito, ma meglio di niente. Ognuno di loro era andato a prendere un cibo che poteva colorare le uova e anche i due nuovi amici, che si chiamano Bruno e Scotty, li avevano aiutati. Kira e Cody avevano preso sugo e pesto dalla dispensa di Padroncina (ne conserva sempre un sacco!), Bruno e Scotty avevano portato mirtilli e miele, e Pasquale le carote. Alla fine erano riusciti a colorare tutte le uova in tempo. E anche quest'anno la Pasqua è salva. Meno male! Buona Pasqua a tutti!
Ognuno di noi, chi più chi meno, è vittima di profonde convinzioni limitanti; convinzioni che ci impediscono di agire secondo il nostro reale desiderio, convinzioni che ci allontanano dall'ottenere il cambiamento che davvero desideriamo. Tutto questo è dovuto alla dissonanza cognitiva. Nel podcast di oggi ti spiego cosa significa questo concetto e condivido con te tre convinzioni limitanti che potresti avere anche tu. Iscriviti al mio e-mail club esclusivo per ricevere riflessioni e contenuti inediti sul mondo della crescita personale, unisciti al canale Telegram Dear Alice per commentare insieme a me e alla community le nuove puntate e seguimi su Instagram e Tik Tok per tips quotidiane.
Trovare il tuo posto nel mondo significa anzitutto capire chi sei. Con Paola Maugeri riflettiamo sull'importanza di ascoltare la propria mente e il proprio corpo per conoscere se stessi. Infatti, è solo attraverso una maggior consapevolezza che possiamo scoprire qual è la nostra vocazione. Ognuno di noi ha un posto nel mondo, ed è nostra responsabilità riuscire a trovarlo mettendo a frutto chi siamo e chi possiamo diventare.Due spunti utili per metterti in ascolto di corpo e mente e capire chi sei:1) MEDITA: rimani nel presente, presta attenzione alle tue sensazioni corporee e allenati ad accogliere senza giudizio i pensieri che giungono alla tua mente, anche quando negativi. 2) PROGETTA: mantieni viva la dimensione del futuro. Progetta o crea per cercare di reagire al senso di impotenza che sembra pervaderci nei momenti più difficili di vita. Paola Maugeri è giornalista, cantante e conduttrice televisiva e radiofonica. È inoltre scrittrice di diversi libri e autrice del podcast #PMCONFIDENTIAL.Di seguito il minutaggio della chiacchierata con i principali argomenti trattati:0:00 Il concetto di propriocezione1:51 Trovare il tuo posto nel mondo3:00 L'importanza della meditazione4:30 Il rapporto tra mente e corpo6:05 La capacità di "stare" con i propri pensieri7:18 Come coltivare l'istinto di vita
Trovare il tuo posto nel mondo significa anzitutto capire chi sei. Con Paola Maugeri riflettiamo sull'importanza di ascoltare la propria mente e il proprio corpo per conoscere se stessi. Infatti, è solo attraverso una maggior consapevolezza che possiamo scoprire qual è la nostra vocazione. Ognuno di noi ha un posto nel mondo, ed è nostra responsabilità riuscire a trovarlo mettendo a frutto chi siamo e chi possiamo diventare. Due spunti utili per metterti in ascolto di corpo e mente e capire chi sei: 1) MEDITA: rimani nel presente, presta attenzione alle tue sensazioni corporee e allenati ad accogliere senza giudizio i pensieri che giungono alla tua mente, anche quando negativi. 2) PROGETTA: mantieni viva la dimensione del futuro. Progetta o crea per cercare di reagire al senso di impotenza che sembra pervaderci nei momenti più difficili di vita. Paola Maugeri è giornalista, cantante e conduttrice televisiva e radiofonica. È inoltre scrittrice di diversi libri e autrice del podcast #PMCONFIDENTIAL. Di seguito il minutaggio della chiacchierata con i principali argomenti trattati: 0:00 Il concetto di propriocezione 1:51 Trovare il tuo posto nel mondo 3:00 L'importanza della meditazione 4:30 Il rapporto tra mente e corpo 6:05 La capacità di "stare" con i propri pensieri 7:18 Come coltivare l'istinto di vita
Helena Janeczek"Writers"9 e 10 aprile 2022, Milanohttp://writersfestival.it/“Il momento in cui si riconosce la propria mancanza di talento è un lampo di genio”S.J. LecWriters avvicina scrittori e lettori, attraverso racconti, discussioni, letture, mostre, spettacoli e concerti.Milano, Frigoriferi MilanesiSabato 9 aprile 15.00Elena Janeczek "Il talento delle donne"Il voto più alto a scuola, la maglia del fuoriclasse sui campi da calcio, il numero perfetto secondo i pitagorici: il 10 è associato a numerosi significati di valenza simbolica che richiamano l'idea dell'eccellenza. Per questo, il festival letterario Writers. Gli scrittori (si) raccontano ha scelto di dedicare la sua decima edizione, in programma il 9 e il 10 aprile ai Frigoriferi Milanesi, al tema del talento. Una qualità impalpabile e multiforme, difficile da definire con precisione ma in grado di esprimersi in contesti molto diversi tra loro – dalla letteratura alla musica, dallo sport al teatro – con esiti spesso sorprendenti.Lanciato nel 2012, Writers ha saputo uscire dal format collaudato basato su presentazioni di libri e dibattiti tentando nuove strade all'insegna della contaminazione tra le arti, imponendosi come un contenitore di esperienze sui generis e un appuntamento atteso e partecipato dal pubblico. A celebrare il suo decimo anniversario, in maniera raccolta, visti i tempi difficili, sono stati invitati dieci scrittori (5 donne e 5 uomini), scelti tra quelli che più hanno contribuito al successo del festival.Elisabetta Bucciarelli, Gianni Biondillo, Giorgio Fontana, Nicola Gardini, Helena Janeczek, Marina Mander, Antonio Moresco, Alessandra Sarchi, Filippo Tuena e Chiara Valerio affronteranno il tema secondo il loro punto di vista. Ognuno di loro ha scelto una particolare declinazione del talento e uno o più relatori con cui dialogare, in parole o in musica. Tutti gli incontri saranno aperti al pubblico, fino alla capienza massima delle sale, e trasmessi in streaming sul sito web, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del festival.Writers#10, a cura di Francesco M. Cataluccio, Isabella Di Nolfo, Paolo Marrone e Stefania Vaccari, prenderà il via sabato 9 aprile alle ore 15 con Helena Janeczek, impegnata in un dialogo con la critica letteraria Daniela Brogi sul tema dei talenti delle donne. A seguire, Filippo Tuena si concentrerà su un particolare tipo di talento, quello “cialtronesco”, che si esprime nella poesia e nella canzone dialettale: lo scrittore romano leggerà una serie di sonetti e versi in romanesco accompagnato dagli stornelli di Paolo Marrone e dalle note di Daniele Perini (Versi romaneschi e talenti cialtroneschi, in programma alle 16). Alle 17, Alessandra Sarchi, accompagnata ancora da Filippo Tuena, proverà a esplorare una versione alternativa della storia della letteratura mondiale, chiedendosi che cosa sarebbe accaduto se il percorso di alcune tra le eroine più note avesse cambiato rotta, deviando dal destino luttuoso che appariva ineluttabile (Le eroine delle letteratura: uno straordinario talento per morire). Alle 18, Chiara Valerio ragionerà su Il talento di Dracula, leggendaria icona horror ed emblema della compresenza tra vita e morte nello stesso corpo, figura che ha un ruolo di primo piano anche nell'ultimo lavoro dell'autrice. Alle 19, infine, Marina Mander e Alessandro Mezzena Lona racconteranno Il talento interrotto di Vitaliano Trevisan, poliedrico scrittore, attore e drammaturgo purtroppo scomparso prematuramente all'inizio di quest'anno.La giornata di domenica 10 aprile si aprirà, sempre alle 15, con l'incontro con i Cercatori di talenti ideato e organizzato da Elisabetta Bucciarelli: Francesco De Laurentiis, allenatore di giovani talenti tennistici; Francesco Carlo a.k.a Kento, rapper impegnato nell'insegnare a comporre strofe, ritornelli e punchline agli ospiti di un carcere minorile; Giovanni Covini, life coach e docente alla Scuola di Teatro Paolo Grassi; e la lettrice di professione Simonetta Bitasi discuteranno di come si riconosce chi ha la “stoffa” per diventare il campione o la star di domani. Alle 16, Antonio Moresco ragionerà su La vocazione e il talento con il pittore e scultore Nicola Samorì e il regista Jonny Costantino, che nel 2018 ha diretto l'adattamento cinematografico del romanzo La lucina. A seguire, Giorgio Fontana e Matteo Pirola daranno voce a Il nostro bisogno di Stig, con un reading musicale dedicato al grande autore svedese Stig Dagerman e alla sua breve ma folgorante parabola. Il titolo scelto dagli autori ricalca quello del testamento spirituale di Dagerman: il monologo Il nostro bisogno di consolazione. Alle 18, in L'artista non sono io? (il titolo è un verso tratto da Don Giovanni di Lucio Battisti), Gianni Biondillo ed Enrico Deregibus si immergeranno nella magia dei testi delle canzoni frutto della collaborazione tra il cantautore e Pasquale Panella. Infine, alle 19, Nicola Gardini affronterà la questione del talento, una delle più antiche e fondamentali che l'uomo si sia posto, in una prospettiva storica e culturale. In Quanto valgo?, ragionerà sulla natura di questa qualità inafferrabile – è un valore, una sostanza? È qualcosa che abbiamo o che ci viene riconosciuto da altri? Deve per forza realizzarsi in un'opera? - e sulla sua eventuale o vantata immortalità.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Simonetta Bitasi"Writers"9 e 10 aprile 2022, Milanohttp://writersfestival.it/“Il momento in cui si riconosce la propria mancanza di talento è un lampo di genio”S.J. LecWriters avvicina scrittori e lettori, attraverso racconti, discussioni, letture, mostre, spettacoli e concerti.Domenica 10 aprile, ore15.00“Cercatori di talenti” con Elisabetta Bucciarelli, Simonetta Bitasi, Kento, Francesco De Laurentis, Giovanni Covini.Il voto più alto a scuola, la maglia del fuoriclasse sui campi da calcio, il numero perfetto secondo i pitagorici: il 10 è associato a numerosi significati di valenza simbolica che richiamano l'idea dell'eccellenza. Per questo, il festival letterario Writers. Gli scrittori (si) raccontano ha scelto di dedicare la sua decima edizione, in programma il 9 e il 10 aprile ai Frigoriferi Milanesi, al tema del talento. Una qualità impalpabile e multiforme, difficile da definire con precisione ma in grado di esprimersi in contesti molto diversi tra loro – dalla letteratura alla musica, dallo sport al teatro – con esiti spesso sorprendenti.Lanciato nel 2012, Writers ha saputo uscire dal format collaudato basato su presentazioni di libri e dibattiti tentando nuove strade all'insegna della contaminazione tra le arti, imponendosi come un contenitore di esperienze sui generis e un appuntamento atteso e partecipato dal pubblico. A celebrare il suo decimo anniversario, in maniera raccolta, visti i tempi difficili, sono stati invitati dieci scrittori (5 donne e 5 uomini), scelti tra quelli che più hanno contribuito al successo del festival.Elisabetta Bucciarelli, Gianni Biondillo, Giorgio Fontana, Nicola Gardini, Helena Janeczek, Marina Mander, Antonio Moresco, Alessandra Sarchi, Filippo Tuena e Chiara Valerio affronteranno il tema secondo il loro punto di vista. Ognuno di loro ha scelto una particolare declinazione del talento e uno o più relatori con cui dialogare, in parole o in musica. Tutti gli incontri saranno aperti al pubblico, fino alla capienza massima delle sale, e trasmessi in streaming sul sito web, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del festival.Writers#10, a cura di Francesco M. Cataluccio, Isabella Di Nolfo, Paolo Marrone e Stefania Vaccari, prenderà il via sabato 9 aprile alle ore 15 con Helena Janeczek, impegnata in un dialogo con la critica letteraria Daniela Brogi sul tema dei talenti delle donne. A seguire, Filippo Tuena si concentrerà su un particolare tipo di talento, quello “cialtronesco”, che si esprime nella poesia e nella canzone dialettale: lo scrittore romano leggerà una serie di sonetti e versi in romanesco accompagnato dagli stornelli di Paolo Marrone e dalle note di Daniele Perini (Versi romaneschi e talenti cialtroneschi, in programma alle 16). Alle 17, Alessandra Sarchi, accompagnata ancora da Filippo Tuena, proverà a esplorare una versione alternativa della storia della letteratura mondiale, chiedendosi che cosa sarebbe accaduto se il percorso di alcune tra le eroine più note avesse cambiato rotta, deviando dal destino luttuoso che appariva ineluttabile (Le eroine delle letteratura: uno straordinario talento per morire). Alle 18, Chiara Valerio ragionerà su Il talento di Dracula, leggendaria icona horror ed emblema della compresenza tra vita e morte nello stesso corpo, figura che ha un ruolo di primo piano anche nell'ultimo lavoro dell'autrice. Alle 19, infine, Marina Mander e Alessandro Mezzena Lona racconteranno Il talento interrotto di Vitaliano Trevisan, poliedrico scrittore, attore e drammaturgo purtroppo scomparso prematuramente all'inizio di quest'anno.La giornata di domenica 10 aprile si aprirà, sempre alle 15, con l'incontro con i Cercatori di talenti ideato e organizzato da Elisabetta Bucciarelli: Francesco De Laurentiis, allenatore di giovani talenti tennistici; Francesco Carlo a.k.a Kento, rapper impegnato nell'insegnare a comporre strofe, ritornelli e punchline agli ospiti di un carcere minorile; Giovanni Covini, life coach e docente alla Scuola di Teatro Paolo Grassi; e la lettrice di professione Simonetta Bitasi discuteranno di come si riconosce chi ha la “stoffa” per diventare il campione o la star di domani. Alle 16, Antonio Moresco ragionerà su La vocazione e il talento con il pittore e scultore Nicola Samorì e il regista Jonny Costantino, che nel 2018 ha diretto l'adattamento cinematografico del romanzo La lucina. A seguire, Giorgio Fontana e Matteo Pirola daranno voce a Il nostro bisogno di Stig, con un reading musicale dedicato al grande autore svedese Stig Dagerman e alla sua breve ma folgorante parabola. Il titolo scelto dagli autori ricalca quello del testamento spirituale di Dagerman: il monologo Il nostro bisogno di consolazione. Alle 18, in L'artista non sono io? (il titolo è un verso tratto da Don Giovanni di Lucio Battisti), Gianni Biondillo ed Enrico Deregibus si immergeranno nella magia dei testi delle canzoni frutto della collaborazione tra il cantautore e Pasquale Panella. Infine, alle 19, Nicola Gardini affronterà la questione del talento, una delle più antiche e fondamentali che l'uomo si sia posto, in una prospettiva storica e culturale. In Quanto valgo?, ragionerà sulla natura di questa qualità inafferrabile – è un valore, una sostanza? È qualcosa che abbiamo o che ci viene riconosciuto da altri? Deve per forza realizzarsi in un'opera? - e sulla sua eventuale o vantata immortalità.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Gianni Biondillo"Writers Milano"9 e 10 aprile 2022, Milanohttp://writersfestival.it/“Il momento in cui si riconosce la propria mancanza di talento è un lampo di genio”S.J. LecWriters avvicina scrittori e lettori, attraverso racconti, discussioni, letture, mostre, spettacoli e concerti.Domenica 10 aprile, ore 18.00“L'artista non sono io”Gianni Biondillo, dialoga con Enrico De RegibusGianni Biondillo chiacchiera con Enrico Deregibus delle sue passioni musicali, a partire dagli amati dischi di Lucio Battisti con i testi surreali e sfuggenti di Pasquale Panella, che fanno spesso capolino nei libri dello scrittore milanese, per arrivare al mondo dei cantautori storici e a chissà che altro. Sarà l'occasione anche per soffermarsi sull'ultimo suo romanzo, “I cani del barrio”, indagando i rapporti fra letteratura e canzone, le affinità e le divergenze. Parlando ad esempio del ritmo della scrittura. Ma volendo anche della melodia.Il voto più alto a scuola, la maglia del fuoriclasse sui campi da calcio, il numero perfetto secondo i pitagorici: il 10 è associato a numerosi significati di valenza simbolica che richiamano l'idea dell'eccellenza. Per questo, il festival letterario Writers. Gli scrittori (si) raccontano ha scelto di dedicare la sua decima edizione, in programma il 9 e il 10 aprile ai Frigoriferi Milanesi, al tema del talento. Una qualità impalpabile e multiforme, difficile da definire con precisione ma in grado di esprimersi in contesti molto diversi tra loro – dalla letteratura alla musica, dallo sport al teatro – con esiti spesso sorprendenti.Lanciato nel 2012, Writers ha saputo uscire dal format collaudato basato su presentazioni di libri e dibattiti tentando nuove strade all'insegna della contaminazione tra le arti, imponendosi come un contenitore di esperienze sui generis e un appuntamento atteso e partecipato dal pubblico. A celebrare il suo decimo anniversario, in maniera raccolta, visti i tempi difficili, sono stati invitati dieci scrittori (5 donne e 5 uomini), scelti tra quelli che più hanno contribuito al successo del festival.Elisabetta Bucciarelli, Gianni Biondillo, Giorgio Fontana, Nicola Gardini, Helena Janeczek, Marina Mander, Antonio Moresco, Alessandra Sarchi, Filippo Tuena e Chiara Valerio affronteranno il tema secondo il loro punto di vista. Ognuno di loro ha scelto una particolare declinazione del talento e uno o più relatori con cui dialogare, in parole o in musica. Tutti gli incontri saranno aperti al pubblico, fino alla capienza massima delle sale, e trasmessi in streaming sul sito web, sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del festival.Writers#10, a cura di Francesco M. Cataluccio, Isabella Di Nolfo, Paolo Marrone e Stefania Vaccari, prenderà il via sabato 9 aprile alle ore 15 con Helena Janeczek, impegnata in un dialogo con la critica letteraria Daniela Brogi sul tema dei talenti delle donne. A seguire, Filippo Tuena si concentrerà su un particolare tipo di talento, quello “cialtronesco”, che si esprime nella poesia e nella canzone dialettale: lo scrittore romano leggerà una serie di sonetti e versi in romanesco accompagnato dagli stornelli di Paolo Marrone e dalle note di Daniele Perini (Versi romaneschi e talenti cialtroneschi, in programma alle 16). Alle 17, Alessandra Sarchi, accompagnata ancora da Filippo Tuena, proverà a esplorare una versione alternativa della storia della letteratura mondiale, chiedendosi che cosa sarebbe accaduto se il percorso di alcune tra le eroine più note avesse cambiato rotta, deviando dal destino luttuoso che appariva ineluttabile (Le eroine delle letteratura: uno straordinario talento per morire). Alle 18, Chiara Valerio ragionerà su Il talento di Dracula, leggendaria icona horror ed emblema della compresenza tra vita e morte nello stesso corpo, figura che ha un ruolo di primo piano anche nell'ultimo lavoro dell'autrice. Alle 19, infine, Marina Mander e Alessandro Mezzena Lona racconteranno Il talento interrotto di Vitaliano Trevisan, poliedrico scrittore, attore e drammaturgo purtroppo scomparso prematuramente all'inizio di quest'anno.La giornata di domenica 10 aprile si aprirà, sempre alle 15, con l'incontro con i Cercatori di talenti ideato e organizzato da Elisabetta Bucciarelli: Francesco De Laurentiis, allenatore di giovani talenti tennistici; Francesco Carlo a.k.a Kento, rapper impegnato nell'insegnare a comporre strofe, ritornelli e punchline agli ospiti di un carcere minorile; Giovanni Covini, life coach e docente alla Scuola di Teatro Paolo Grassi; e la lettrice di professione Simonetta Bitasi discuteranno di come si riconosce chi ha la “stoffa” per diventare il campione o la star di domani. Alle 16, Antonio Moresco ragionerà su La vocazione e il talento con il pittore e scultore Nicola Samorì e il regista Jonny Costantino, che nel 2018 ha diretto l'adattamento cinematografico del romanzo La lucina. A seguire, Giorgio Fontana e Matteo Pirola daranno voce a Il nostro bisogno di Stig, con un reading musicale dedicato al grande autore svedese Stig Dagerman e alla sua breve ma folgorante parabola. Il titolo scelto dagli autori ricalca quello del testamento spirituale di Dagerman: il monologo Il nostro bisogno di consolazione. Alle 18, in L'artista non sono io? (il titolo è un verso tratto da Don Giovanni di Lucio Battisti), Gianni Biondillo ed Enrico Deregibus si immergeranno nella magia dei testi delle canzoni frutto della collaborazione tra il cantautore e Pasquale Panella. Infine, alle 19, Nicola Gardini affronterà la questione del talento, una delle più antiche e fondamentali che l'uomo si sia posto, in una prospettiva storica e culturale. In Quanto valgo?, ragionerà sulla natura di questa qualità inafferrabile – è un valore, una sostanza? È qualcosa che abbiamo o che ci viene riconosciuto da altri? Deve per forza realizzarsi in un'opera? - e sulla sua eventuale o vantata immortalità.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Massimo Giusti"Piccole ferite grandi rinascite"Un percorso di cura interiore attraverso la psicologia positivaMondadorihttps://www.mondadori.it/Noi esseri umani non siamo vasi di porcellana, siamo fatti per cadere, magari romperci, ma abbiamo tutte le potenzialità per rialzarci e rimettere insieme i pezzi: è questa la nostra natura. Il nostro cervello, infatti, è costituito da un'intricata rete di fili elettrici fatta di miliardi di connessioni neurali, un'immensa ragnatela che si modifica costantemente permettendoci un continuo adattamento: si chiama plasticità cerebrale. Siamo costruiti, insomma, per rialzare la testa anche dopo aver subito le ferite più dolorose o aver sopportato la più difficile delle esperienze: è ciò che viene definito resilienza.Siamo abituati a pensare che le grandi esperienze traumatiche che possono piegare un individuo siano gli eventi eclatanti di cui si parla sui giornali o che vediamo nelle serie tv. Invece sottovalutiamo tremendamente le piccole esperienze traumatiche, i cosiddetti traumi con la “t” minuscola, i traumi minori che, se ripetuti nel tempo, possono segnare l'esistenza di una persona creando modalità di relazione, di comportamento e modi di pensare tossici e controproducenti.Massimo Giusti, grazie alla sua chiarezza espositiva e alla sua grande esperienza terapeutica, in Piccole ferite, grandi rinascite ci insegna proprio come è possibile riconoscere questi schemi che ingabbiano la nostra vita, ma soprattutto come romperli attraverso pratiche ed esercizi quotidiani. Il libro è diviso in tre sezioni: le persone sensibili, le persone razionali, le persone egocentrate.Ognuno di noi, sebbene sia un insieme complesso e meraviglioso di egocentrismo, razionalità e sensibilità, tende a mostrare in modo più spiccato uno di questi aspetti. Infatti in ciascuna delle sezioni è presente un percorso guidato con approfondimenti teorici, esercizi pratici e storie di rinascita, perché non è mai troppo tardi per iniziare a costruire la propria strada verso il cambiamento e la felicità.Massimo Giusti è coach e psicoterapeuta. Nella sua pratica terapeutica adotta un modello psicologico integrato e ha lavorato con centinaia di pazienti, fornendo loro gli strumenti per superare conflitti e difficoltà e aiutandoli in un percorso di cambiamento e crescita. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo libro Psicologia non convenzionale.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Moon Safari, esplorazioni musicali e poetiche al chiaro di lunaDi e con Claudio PetronellaIn onda su RBE Radio TV e su Radio CapodistriaStagione 9 - Puntata 6La musica di Moon Safari incontra le poesie di Louise Labé.www.rbe.it/trasmissioni/moon-safari- PLAYLIST MUSICALERoyksopp - In spaceBadbadnotgood - beside aprilDj Cam - Birds also sing for Anamaria-- Louise Labé - Sonetto XVIIIIndian Wells - Night arp bluesSofia Kourtesis - La perla-- Louise Labé - Sonetto XXIVJon Hopkins - Lost in thoughtWarpaint - HiEartheater - Volcano-- Louise Labé - Sonetto VIIIFlight Facilities - Clair de luneAir - Redhead girlLINK Spotify > https://open.spotify.com/playlist/5luIaeHDu69QnQwSMWQqkN?si=be42ef0c0df045b8- PLAYLIST POETICALouise Labé - Sonetto XVIIIBaciami ancora, ribaciami e bacia:dammene uno dei tuoi più succosi,dammene uno dei tuoi più passionali,te ne renderò quattro più ardenti della brace.Ti meravigli? Placo la mia inquietudine,dandotene altri dieci mielosi.Così, mescolando i nostri gradevoli baci,godiamo l'un dell'altro del nostro piacere.E sarà per entrambi una doppia vita.Ognuno vivrà in se e nell'altro.Permettimi, Amore, di pensare qualche follia:sto sempre male nel vivere una vita discretanon potendo donarmi nessuna soddisfazionese fuori di me non posso liberarmi.Louise Labé - Sonetto XXIVNon condannatemi, donne, se mi commuovose sento mille fiamme ardere,e mille scosse e mille spasimi,se non mi stanco di piangere l'amore.Oh, no! Non insultatemise sbaglio, la sentenza è questa.Non esagerate coi pettegolezzi:capitemi, quell'amore fu dolce.Non è il dio del fuoco a indirebattaglia. Non ridite di Adoneche precipitò nel delirio d'amoreviolento e splendido. Siate cautesoffrite ciò che io ho sofferto: allora,gentili signore, non sarete tanto invidiose.Louise Labé - Sonetto VIIIIo vivo, io muoio; io brucio e annego.Ho molto caldo mentre soffro il freddo;la vita mi è troppo dolce e troppo dura;ho una grande tristezza mescolata di gioia.Rido e piango nello stesso momento,e nel mio piacere soffro molti grandi tormenti;la mia felicità se ne va, e mai dura;nello stesso momento sono secca e lussureggiante.Così Amore mi conduce incostante;e quando io penso di essere nel maggior doloreall'improvviso mi trovo fuori da ogni pena.Poi quando credo la mia gioia essere certae che sono nel punto più alto della mia desiderata felicitàritorno nella mia sventura precedente.
Ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha immaginato o pensato quanto sarebbe bello riuscire a modificare un proprio tratto di personalità. Magari siamo particolarmente nevrotici e vorremmo essere più calmi e tranquilli, o forse ci sentiamo “troppo introversi” ecc. Tuttavia fino a pochi anni fa questa cosa sembrava impossibile e invece la ricerca ci smentisce…Clicca qui per approfondire (link attivo dalle 5:00 am del 28/03/22) https://www.psicologianeurolinguistica.net/2022/03/cambiare-personalita-i-nostri-tratti-di-personalita-si-possono-modificare.htmlSe ti piace il podcast adorerai il mio libro: “Facci caso”... https://www.amazon.it/Facci-distrarre-sciocchezze-attenzione-davvero/dp/8804728833Qui puoi trovare i migliori contenuti sulla meditazione:https://jo.my/funnel-contenuti-meditazioneQui puoi trovare il mio corso "Emotional Freedom":https://jo.my/funnel-contenuti-emozioniQui trovi contenuti per la gestione dell'ansiahttps://jo.my/funnel-contenuti-ansiaIscriviti al corso "10 Giorni di meditazione scientifica" oggi in una APP bellissima e gratuita: https://jo.my/clarity-appDai un'occhiata a Clarity il mio percorso ad abbonamento mensile:https://clarityapp.it/Iscriviti alla Community di Psinel, ricevi subito 237 audio in mp3 per la tua formazione + un report completo sulla Meditazione Moderna (è gratis!): http://www.psicologianeurolinguistica.com/psinelform.htmlSeguimi su Instagram:https://www.instagram.com/gennaro_romagnoli/Credits (traccia audio) https://www.bensound.com
Angelo Antonio Moroni, Pietro Roberto Goisis"Lock-mind"Due diari della pandemiaEnrico Damiani Editorehttps://www.enricodamianieditore.com/«Non leggerò mai un libro sul Covid!»Quella che potrebbe essere una reazione da stanchezza fisiologica davanti a tanti discorsi, scritti, elucubrazioni, si scioglie, pagina dopo pagina, in una lettura coinvolgente che lascia senza fiato.E invita a ricordare, riflettere, rinascere.Quando l'esperienza personale diventa storia collettiva e si trasforma in memoria.In Lock-mind due psicoanalisti raccontano in presa diretta i giorni dello smarrimento. E riportano la paura, la malattia, la morte alla loro dimensione profondamente umana, che cela in sé la forza di ripartire.Marzo 2020. Un virus si aggira tra noi. L'Italia e il mondo si fermano, ma quella che nasce come una pausa temporanea si trasforma in una paralisi tanto inedita quanto sconvolgente.In questo silenzio scandito da canti serali e immagini tragiche che sfilano alla televisione, prendono forma, indipendenti eppure connessi, i diari dal campo di due psicoanalisti alle prese con la sofferenza propria e altrui. Angelo Moroni ha vissuto il primo lockdown, giorno per giorno, con paziente attesa e osservazione analitica. Roberto Goisis si è ammalato gravemente e, una volta sopravvissuto, ha ricostruito le tappe della propria storia.Ognuno dei due perso nella solitudine di quei momenti, ma in relazione con chi li viveva insieme a lui. Nati come diversivo e necessari per chi li ha scritti, questi giornali di bordo si fanno testimonianza, raccontando un'esperienza personale che si trasforma in indimenticabile vicenda collettiva.Pietro Roberto Goisis (1953), medico, psichiatra, psicoanalista, membro ordinario SPI e IPA, svolge attività clinica e formativa da più di quarant'anni in Enti pubblici e privati. Il suo saggio “Sopravvivere al Coronavirus” ha ricevuto una Menzione all'edizione 2020 del Premio Cronin. Nel 2021 si è classificato secondo nella sezione Narrativa del Premio con il racconto Venute al mondo e ha pubblicato il libro Nella stanza dei sogni con Enrico Damiani Editore.Antonio Angelo Moroni (1965), psicologo, psicoterapeuta, psicoanalista membro ordinario SPI e IPA, è socio fondatore del Centro Psicoanalitico di Pavia (SPI) e collabora come supervisore di Comunità psichiatriche italiane e Servizi Neuropsichiatrici del Canton Ticino. Nel 2021 ha curato con Giuseppe Pellizzari Una stanza tutta per me. Manuale di psicoterapia psicoanalitica dell'adolescente, edito da Mimesis. È uno dei responsabili della sezione “Cinema e Psicoanalisi” di Spiweb, sito ufficiale della Società Psicoanalitica Italiana. Questo diario è stato pubblicato sulla pagina Facebook dell'autore a partire dal 10 marzo 2020.Questo libro è uscito nel 2021 in lingua inglese per Routledge (Londra-New York) con il titolo Psychoanalytic Diaries of the COVID-19 Pandemic.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Autosabotaggio: quando qualcuno danneggia, consciamente o inconsciamente, i propri obiettivi o valori. Questo è ciò che intendo io per autosabotaggio; e se sei qui, a leggere queste righe, sai bene cosa si prova. Ognuno di noi lo attua in misure e forme diverse, ma dietro ognuna di esse si nasconde un bisogno specifico che va affrontato. In questa nuova puntata del podcast ti aiuto a capire perché ti autosaboti e come migliorare questo aspetto.
Dalla terra allo spazio e ritorno. Di questo parliamo alla tavola della bufala in tavola. Nella prima parte infatti con il prof. Gianni Biolo, direttore della Clinica medica universitaria dell'Ospedale di Trieste, parliamo di NUTRISS, un progetto coordinato dall'Agenzia spaziale italiana (Asi) e dall'Università di Trieste e che ha l'obiettivo di monitorare il metabolismo muscolare degli astronauti E a proposito di metabolismo. Come mantenerlo attivo? I consigli del dottor Massimo Gualerzi, cardiologo ed esperto in riabilitazione cardio-metabolica Nella seconda parte andiamo per castagne con la dr.ssa Stefania Ruggeri, nutrizionista Crea e la dottoressa Patrizia Ucci, responsabile per la Lombardia del progetto presidi di Slow Food