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Il dottor Stranamore ad un passo dalla terza guerra mondiale I nostri ascoltatori ricorderanno la trama di un film di Stanley Kubrick del lontano 1964, Il dottor Stranamore. La pellicola racconta la possibilità di un imminente attacco nucleare all'Unione Sovietica voluto dal folle Jack D. Ripper . Da una base il generale americano impartisce l'ordine, l'aereo prosegue la sua missione (il bombardamento con armi atomiche di varie città russe), i vertici statunitensi cercano di fermarlo. Viene coinvolto il dottor Stranamore, uno scienziato ex nazista naturalizzato americano e direttore per lo sviluppo delle armi nucleari, che spiega al presidente il funzionamento dell'ordigno, aggiungendo che l'effetto deterrente viene meno nel momento in cui il nemico non ne è a conoscenza. La guerra totale Il dottor Stranamore è naturalmente figlio della guerra fredda, ma in questo nuovo conflitto totale che può portarci dritti alla terza guerra mondiale, quanti altri dottori Stranamore dominano la scena internazionale? Ci sono certamente il premier isfraeliano Benjamin Netanyahu, il ministro di estrema destra Itamar Ben Gvir, il presidente americano Donald Trump, il suo omologo russo Vladimir Putin, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian, il capo di stato maggiore militare Houthi, Muhammad Al-Ghamari, i leader di Hezbollah e di Hamas. Ognuno pretende uno spazio sul piano economico, politico, militare, e ognuno afferma il potere di chi riesce a fermare i conflitti in cambio di una pace condizionata, e chi invece si cimenta nella continua costruzione di un nemico da abbattere. Perché un dittatore che non ha nemici se li crea. Vi ricordate il film di Kubrick? Gli aspetti comici si concentrano sull'incompetenza degli uomini in comando e la satira sui complessi sistemi politici e militari vulnerabili alle debolezze di chi li controlla. Ed è proprio quello che sta accadendo in queste ore. La guerra incontrollata guidata da personaggi malati di psicopatie gravi. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Dal banco alla radio, nove ragazzi e ragazze di terza media raccontano il progetto Iscentzias. Scienze, tecnologia, italiano e matematica per affrontare parità, identità culturale e lotta al razzismo. Il racconto partiva dall'aula dell'Istituto Puxeddu di Villasor, dove sei maschi e tre femmine di diversa provenienza culturale sperimentavano quotidianamente la convivenza multiculturale. Durante il progetto Iscentzias, i docenti proponevano schede di autodescrizione, giochi di ruolo e la celebre “battaglia a griglia”, un esercizio al computer che chiedeva di indovinare caselle e rispondere a quesiti sulla parità di genere. I ragazzi riflettevano sul diritto di scegliere lo sport preferito—dal judo alla danza—senza pregiudizi. Nei loro dialoghi emergevano esempi concreti: in alcune aree del mondo le donne indossavano il burqa e rimanevano confinate in casa, mentre in Italia ciascuno poteva esprimersi liberamente. Il podcast, registrato in classe e poi montato negli studi di Unica Radio, restituiva quel confronto sincero, dimostrando come ogni differenza diventasse ricchezza collettiva. La città che cambiava prendendo voce dagli studenti e dalle frequenze di Unica Radio Il secondo segmento è stato il tema del razzismo. Un alunno sceglieva di portarlo all'esame finale perché sentiva l'urgenza di discuterne. La classe riconosceva che “ci distinguevamo solo per un colore” e che spesso le vere barriere nascevano dalla paura del diverso. Grazie a un gioco teatrale chiamato “marito geloso”, gli studenti simulavano ruoli opposti e sperimentavano empatia, scoprendo quanto fosse facile cadere in stereotipi. La registrazione catturava risate, silenzi e scoperte, trasformando la lezione in un racconto vivo. Ogni voce testimoniava che, dietro le differenze, i desideri di libertà e rispetto erano gli stessi. In aula, i ragazzi imparavano che la vera forza stava nel gruppo: “Ognuno di noi era diverso tra gesti ed emozioni—raccontavano—ma davvero, se pensavamo bene, eravamo tutti uguali”. Così, il microfono diventava strumento di educazione civica e la radio un archivio permanente di esperienze che ispiravano altre scuole a replicare la pratica. Dall'inclusione scolastica alla memoria condivisa Le docenti valorizzano ogni intercultura, aiutando gli studenti stranieri stimolandoli alla cooperazione. L'atmosfera risultava dinamica: si preparavano disegni autobiografici, si discutevano emozioni, si provava a “mettere i panni” degli altri. Gli alunni sottolineano che le differenze di genere sono spesso solo fisiche, perché nella sfera emotiva tutti sperimentavano gioia, timore o desiderio di appartenenza. Il podcast restava un documento unico: un archivio digitale, pronto per essere riascoltato da genitori, docenti e studenti, che mostrava come il dialogo superava barriere invisibili. Un semplice elaborato scolastico diveniva testimonianza di progresso sociale, invitava altre scuole a ripensare la didattica e incoraggiava i giovani a usare la voce per creare cambiamento. Grazie alla diffusione online, chiunque poteva scoprire come un gruppo di preadolescenti aveva trasformato giochi, esercizi e discussioni in un progetto multimediale focalizzato su inclusione, uguaglianza e rispetto.
La pazienza è una caratteristica spesso mal giudicata. “La pazienza è la virtù dei forti” che fa pensare alla pazienza come potenza, pare contrapporsi alla pazienza di Giobbe, che le sopportava proprio tutte. Ognuno ha la pazienza sua, ma quella giusta è certamente una forza. Quella giusta è certamente un potenziatore. È azione e perseveranza, determinazione e chiarezza. Non si tratta di sopportare ma di pianificare, non di rassegnazione ma di strategia. La pazienza s'impara, e più la usi, più ti accorgi che pazienza è potenza e piena realizzazione. Non ne hai? Puoi averla. Hai quella sbagliata? Puoi cambiarla. “La pazienza è ciò che nell'uomo più somiglia al procedimento che la natura usa nelle sue creazioni” (H. de Balzac)- Puoi leggere la trascrizione dell'audio qui: https://annarosapacini.com/pazienza-azione/- E da questa pagina puoi iscriverti liberamente al mio podcast Comunicare per essere®: https://annarosapacini.com/podcast/ una filosofia di vita pratica e concreta, che permette di mettere da subito in atto il cambiamento- Comunicazione valoriale, Relazioni, Professione, Benessere. Scrittura evolutiva®, grafologia evolutiva®, soluzioni e percorsi sempre e solo su misura. Per informazioni sul progetto, sui contenuti, sugli strumenti e sui percorsi attivabili scrivi a info@annarosapacini.com- Rinforza la tua motivazione e la tua visione interiore: ogni giorno, per te, nuove prospettive che potrai applicare per trasformare la tua vita. Seguimi su Meta-Facebook e sul tuo social preferito, cerca “Annarosa Pacini”➡️ E non dimenticare di iscriverti al mio canale YouTube https://www.youtube.com/@AnnarosaPacini
Ognuno dei miei amici sta attraversando una fase diversa della vita. C'è chi si sta sposando, chi ha appena avuto un figlio, chi ha appena chiuso una storia durata dieci anni. Chi ha appena cambiato lavoro, chi ha mollato tutto per inseguire un sogno. E poi c'è chi quel sogno non sa nemmeno da dove iniziare a cercarlo. E se c'è una cosa che mi colpisce, è che quasi tutti—me compresa—abbiamo avuto almeno una volta la sensazione di essere in ritardo. In ritardo per amare, per cambiare, in ritardo per capire cosa vogliamo davvero. Ma perchè ci sentiamo così? Continuamente in ritardo? _______________________________________________________ Anapana è FINALMENTE DISPONIBILE! E' il primo mindfulness studio online in Italiano, pensato per aiutarti ad essere pienamente presente, e migliorare la concentrazione e la gestione dello stress. Provala gratis su Apple Store o Google Play! Collaborazioni: Sconto sul sito di Koro: VIRGIKORO Scopri Veggy Good _____________________________________________ Tressessanta è anche newsletter: iscriviti per ricevere riflessioni, storie e consigli per coltivare il tuo benessere a 360 gradi. Unisciti al canale Telegram per entrare a far parte della community e seguimi su Instagram, Youtube e Tiktok per spunti di riflessione e ispirazione quotidiane. Ho scritto un journal, si chiama Un anno per rinascere. E' un viaggio interattivo fatto di riflessioni quotidiane, spazi vuoti da riempire e momenti di autentica introspezione. Puoi ordinarlo qui. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
In ambito pop e rock sono tantissimi gli artisti che hanno deciso di ri-registrare un pezzo o un intero disco. Ognuno ha la sua motivazione e non sempre i fan hanno gradito.
Igor Sibaldi"Come non essere stupidi"Esercizi di anticonformismoMondadori Editorehttps://www.mondadori.it/libri/come-non-essere-stupidi-igor-sibaldi/«La parola “stupido” è entrata presto nel nostro vocabolario personale, a quattro anni sapevamo già che effetto fa sentirsela dire. “Stupido!” è un segnale d'allarme. Significa: attento, stai per superare una soglia psicologica che non conviene a nessuno, e dalla quale è difficile tornare. Abbiamo imparato presto a dirlo anche di altre persone: “Lui è uno stupido”. Pronunciare questa frase dà sollievo, perché sottintende: “Se ho notato che lui è uno stupido, ci sono buone probabilità che io non lo sia”. “Ma stupido in che senso?” Non l'abbiamo mai domandato neanche noi, per timore di essere presi per stupidi. Le aree della nostra esperienza nelle quali si può essere stupidi sono dodici; io, almeno, non ne ho contate di più.Ognuno le ha tutte, e tutte contribuiscono a plasmare il nostro mondo personale: conosciamo, agiamo, pensiamo, vogliamo, ricordiamo e dimentichiamo attraverso di esse. In Come non essere stupidi spiegherò come analizzare queste dodici funzioni, produttrici di realtà e di irrealtà. Sono tanto potenti quanto fragili, facilmente si bloccano, si istupidiscono; per fortuna, a ogni loro blocco si può porre rimedio, se ci si accorge. Di capitolo in capitolo appresterò un vero e proprio check-up psicologico e anche esistenziale, e per ciascuna delle dodici funzioni indicherò metodi ricostituenti, che vanno da semplici esercizi o prove di abilità a programmi rieducativi (cosa leggere, cosa ascoltare, di cosa conversare).»Oggi tira aria di conformismo, come raramente è accaduto in Occidente negli ultimi tre secoli. In tempi di conformismo c'è parità tra quello che è permesso dire e quello che la stragrande maggioranza crede di pensare e vuole sentirsi dire. Questo libro ci allena a esserlo un po' di meno: conformisti e stupidi.Igor Sibaldi, di origine russa, è scrittore, filosofo, filologo, studioso di teologia. Ha di recente pubblicato per Mondadori l'ampio romanzo storico La Russia non esiste, prima parte di una trilogia che abbraccia tutto il Novecento. Tra i suoi titoli più noti, I Maestri invisibili, Libro degli Angeli, Il codice segreto del Vangelo. Ha tradotto Guerra e pace e altri classici russi; ha tradotto e commentato il Vangelo di Giovanni, dal greco, e buona parte della Genesi, dall'ebraico antico. Dal 1997 tiene frequenti conferenze in Italia, Svizzera e Centro America.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Ognuno vive nella sua bolla e i social network hanno amplificato e portato alle conseguenze estreme questo fenomeno. Parliamone.Se il podcast ti piace, sostienilo su PATREONPer informazioni sui corsi: info@italianoavanzato.comsito: Italiano AvanzatoScopri la VIDEOGRAMMATICA di Italiano Avanzato! Ripassa l'italiano con 50 settimane di italiano avanzato! Sostieni il podcast consigliandolo ai tuoi amici!
Strumenti StonatiSulla riva di un ruscello, dove nuotava una gran quantità di pesciolini di tutti i colori, abitava una famigliola: mamma, babbo e sette figlioli — quattro maschietti e tre femminucce.La loro casa era un po' distante dal paese di Strumentopoli, ma vicini al ruscello e accanto al Grande Bosco ci si stava proprio bene.La mamma coltivava con cura le verdure nell'orto. Il babbo, invece, era un artigiano del legno e creava strumenti musicali con i tronchi migliori, scelti tra gli alberi più solidi e profumati del bosco.I ragazzi andavano a scuola in paese. In inverno ci arrivavano con gli sci, mentre in primavera e autunno viaggiavano su un carretto trainato da due cerbiatti — uno bianco e uno nero, come le note del pianoforte. Prima della partenza, il babbo li contava uno per uno per assicurarsi che nessuno mancasse. Poi, come ogni giorno, si raccomandava“Comportatevi bene, non marinate la scuola e ricordatevi la favola di Pinocchio e del suo naso!”A quelle parole si salutavano tutti con un sorriso.Il babbo tornava poi al suo lavoro. I suoi strumenti erano costruiti con cura e ottimo materiale, ma c'era un problema: erano stonati. Da buon liutaio, però, non si scoraggiava e la sua passione per la musica era così grande che insegnare ai figli a suonare era stato un divertimento. Aveva perfino scelto per loro nomi speciali: Chitarra, Violino, Oboe, Liuto, Arpa, Bongo e Ukulele.La mamma non fece obiezione. D'altronde, chiamarli con i nomi delle verdure sarebbe stato simpatico, ma forse i loro amici del paese li avrebbero presi in giro.I bambini erano bravi a scuola, e quando tornavano a casa, si davano da fare nell'orto, aiutando la mamma. Un giorno, però, scambiarono delle piantine di ortica per lattuga: che pizzicore! E allora via tutti di corsa, un tuffo nel ruscello per rinfrescarsi e calmare il bruciore. I pesciolini si sbellicavano dalle risate:“Ma siete proprio sciocchi! Ah ah ah!”La mamma li aiutò a uscire dall'acqua e, rivolta ai pesci, disse:“Stasera, al tramonto, ci sarà un concerto nel cortile di casa. Si esibiranno i miei figli con i loro strumenti. Siete tutti invitati!”I pesci risposero con entusiasmo:“Bene, grazie per l'invito! Arriveremo fin lì, tanto pioverà e sguazzare si potrà. Splich, sploch, splach!”Quella sera fu una vera festa. Al concerto di musica un po' strana e strampalata, tutti si divertirono da matti: i musicisti, gli animali arrivati dal bosco, e pure i pesci — che la mamma provvedeva a spruzzare con l'acqua.Dopo quella serata allegra, la vita riprese tranquilla, tra scuola, orto e anche il bosco. Infatti, nel tempo libero, a volte ci andavano ad aiutare il babbo a scegliere e tagliare il legno per costruire i suoi strumenti. Il Grande Bosco era ormai un luogo familiare per loro. Così, un giorno, mentre ci giocavano arrampicandosi sugli alberi, i ragazzini videro un gruppo di gnomi che complottavano irrequieti. Si nascosero dietro a dei cespugli, ad osservare e ascoltare i loro discorsi.La riunione, convocata in gran fretta, era per prendere una decisione su un pericolo imminente. C'era una pericolosa tempesta in arrivo. Si parlava di un vento d'uragano che non si era mai visto né sentito da cent'anni — o forse più — e che stava per raggiungere il bosco.“Bisogna fermarlo, con ogni mezzo,” dicevano gli gnomi.Così, decisero di chiedere aiuto a un vecchio alleato: il Grande Guerriero Della Montagna, armato di spada e poteri magici. Colui che in passato aveva già sconfitto draghi e perfino extraterrestri che volevano conquistare la Terra.I sette bambini, allarmati dalla notizia e decisi ad aiutare nella battaglia, corsero velocemente verso casa, anche per avvisare gli abitanti del villaggio del pericolo incombente. Intanto il vento si avvicinava. Si sentiva da lontano: era selvaggio e ululante. Al suo passaggio, gli alberi si piegavano fino a sfiorare il suolo. Alcuni ondeggiavano, altri si spezzavano o venivano sradicati.Gli abitanti di Strumentopoli, che cominciavano a sentire il vento per le strade del paese e videro il Grande Guerriero scendere dalla montagna, si allarmarono, ma non si fecero prendere dal panico. Ognuno prese il loro strumento e tutti si misero a correre verso la casa sul ruscello per aiutare la famiglia che ci viveva e insieme a loro provare a salvare il Grande Bosco.Allo stesso tempo anche i pesciolini colorati arrivarono, uniti e determinati, e così fecero anche gli altri animali del bosco e del ruscello:“Tutti insieme possiamo formare una barriera e bloccare il vento!” Dissero all'unisono.A quel punto, anche i ragazzini della famiglia, rientrati affannati dalla corsa, si fecero avanti e dissero:“Anche noi abbiamo gli strumenti musicali del babbo; sono strani, un po' stonati… ma se li suoniamo tutti insieme, forse riusciremo a fermare la bufera.” E così dicendo entrarono in casa e tornarono in un battibaleno.Gli gnomi, conoscendo bene i limiti di quegli strumenti, con un incantesimo misero in atto una magia musicale molto potente.Quando i ragazzini iniziarono a suonare, accadde qualcosa di speciale. La musica, per la prima volta, fu melodiosa, armonica e coinvolgente. Ad uno ad uno anche tutti gli abitanti di Strumentopoli si aggregarono ed ognuno con il proprio strumento contribuì come se tutti fossero parte di una grande orchestra. Il vento d'uragano, che era impegnato in un combattimento furioso con il Grande Guerriero Della Montagna, la sentì da lontano e immediatamente cominciò a calmarsi. Il suo ululare iniziò a moderare di potenza e quando arrivò vicino al bosco era una fresca tramontana che, infine, si trasformò in una dolce brezza di valle. Il vento ora era divenuto parte di quella meravigliosa orchestra — la battaglia era stata vinta per merito di tutti. Ognuno aveva offerto la propria musica e aveva contribuito al successo. L'unione fa la forza. Dissero tutti insieme, soddisfatti.Il babbo liutaio continuò a costruire strumenti con i legni più pregiati offerti dal bosco. Erano talmente belli e suonavano così bene che si diceva fossero i più melodiosi mai ascoltati.I figli — Chitarra, Violino, Oboe, Liuto, Arpa, Bongo e Ukulele — entrarono a far parte della banda del paese. Ad ogni festa, suonavano con successo, tra applausi e sorrisi. Anche gli gnomi e il Grande Guerriero ascoltavano la loro musica… dal bosco e dalla montagna. I pesciolini colorati nuotavano e danzavano felici nel ruscello e quando qualcuno passava di lì, lo salutavano con allegri schizzi: “Splish! Splosh! Splash!”La famiglia continuò a vivere vicino al grande bosco e nelle sere d'estate, quando finalmente tutto diventava silenzioso, si sdraiavano lungo la riva del ruscello e guardavano le stelle in cielo. I loro cuori raccontavano… e la notte scriveva il lieto fine delle favole.-- Scritta da Lucia & Marco Ciappelli Each story is currently written and narrated in both Italian and English.The translation from Italian (the original language) to English and the reading of the stories are performed using Generative Artificial Intelligence — which perhaps has a touch of magic... We hope it has done a good job!If you like it, make sure to tell your friends, family, and teachers, and subscribe to this podcast to stay updated. You'll be able to read or listen to new stories as soon as they become available. Visit us On The Official Website https://www.storiesottolestelle.com/
Ognuno di noi ha le proprie dipendenze. Ma come funziona la dipendenza? La dipendenza ha una struttura ben precisa ed è legata al circuito della gratificazione: abbiamo una parte del nostro cervello che gestisce la gratificazione, la ricompensa, per certi comportamenti in modo da promuoverli. Questa parte dà un rinforzo al piacere. La finalità più intrinseca è la conservazione della specie. Abbiamo però anche un'altra parte del cervello, la corteccia prefrontale, più evoluta, che è preposta alla valutazione e previsione delle conseguenze, una specie di supervisore. Il terzo elemento della struttura psichica della dipendenza a cui prestare attenzione è il craving, ovvero il desiderio smodato irresistibile di una esperienza, che leghiamo ad una sostanza, ad un comportamento, ad una persona. Il craving si gestisce imparando a riattivare la coscienza.In particolare, quando parliamo di dipendenze si attiva in modo più forte il circuito della gratificazione/piacere e si abbassa l'attivazione della valutazione: so che qualcosa che mi farà male ma non riesco a non farla e non riesco a valutare correttamente se ci sono eventuali rischi nel farlo, né a gestire il craving.Ma come fa il piacere a superare il controllo del supervisore? Lo fa attraverso delle convinzioni che diventano inconsce e bypassano il livello della coscienza.Come possiamo uscire da una dipendenza? Ecco alcuni passi che ci possono aiutare ad uscire dalla dipendenza:• Decisione: non si esce da una dipendenza se non si vuole farlo. Se non c'è la volontà di farlo, un preciso atto di volontà, non si può uscire dalla dipendenza.• Allenarsi al presente: creare una nuova abitudine che ci riporti nel presente.• Estrarre le convinzioni (senza giudizio): trovare il pensiero che c'è dietro l'azione che abbiamo compiuto spinti dal piacere/gratificazione. Non si può fare se sprechiamo la nostra energia nel giudizio. È necessario scrivere le nostre convinzioni per poterci lavorare.• Indagare le convinzioni: una volta estratte le convinzioni, possiamo farci questa domanda: questa convinzione, questo pensiero, è vero? Bisogna, sempre sospendendo il giudizio, semplicemente indagare le nostre convinzioni per potare a coscienza le cose inconsce e poterci finalmente lavorare consapevolmente.E tu, come gestisci la dipendenza?Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support.
Ognuno di noi ha le proprie piccole dipendenze. Ma perché è così importante lavorarci su?Poiché cambiando la comprensione che abbiamo dei nostri fenomeni interni, di come funzionano alcuni meccanismi interni, possiamo cambiare i nostri comportamenti.Liberarsi dalle dipendenze vuol dire liberarsi da qualcosa che ci ruba la vita. Vuol dire iniziare a lavorare sul come ci procuriamo il nostro malessere.La dipendenza è una struttura di pensiero che si basa sul sistema della gratificazione. Il sistema della gratificazione regola il piacere e permette al nostro cervello di apprendere nello specifico qualcosa di evolutivo per poterlo ripetere. Provando piacere, non fine a se stesso, ma finalizzato a registrare ciò che ci porta all'esperienza, c'è un apprendimento che motiva a ripetere l'esperienza.Quando c'è una dipendenza questo sistema viene alterato in maniera artificiale. Quando il sistema è naturale, lo schema è provo piacere - lo voglio; quando il sistema è dipendente, lo voglio, ma non c'è piacere, che viene sostituito dal craving, dal desiderio smodato. A forza di provare quel tipo di piacere, si crea tolleranza e quindi avrò bisogno di più per avere lo stesso piacere. E allo stesso tempo proviamo meno piacere nelle attività che facciamo normalmente.Nella dipendenza l'oggetto da cui siamo dipendenti diventa l'unica fonte di piacere.L'obiettivo è riequilibrare la chimica del cervello. Come possiamo ritornare all'equilibrio? Per riequilibrarsi innanzitutto ci vuole il riconoscimento di quello che sta succedendo.È un processo, un percorso.Poi bisogna decidere di uscirne e ci vuole la volontà di farlo; il passo successivo è allenarsi al presente e a staccarsi dai propri pensieri; il passo seguente è trovare ed estrarre le proprie convinzioni; infine indagare le proprie convinzioni.Uno degli aspetti fondamentali per poter uscire dalle dipendenze è avere una rete sociale: la condivisione è fondamentale.Qual è la tua dipendenza?Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support.
Giuseppe Sigurtà, amministratore e figura di riferimento per il Parco Giardino Sigurtà, intervistato da Judith Wade, CEO di Grandi Giardini Italiani, racconta la genesi dello scrigno botanico alle porte di Verona tra aneddoti storici ed esigenze moderne.Il Parco Giardino Sigurtà, con l'adesione ventennale alla rete Grandi Giardini Italiani, testimonia il grande impegno profuso dall'amministratore nella valorizzazione dei grandi spazi verdi italiani. Nella scelta non casuale del nome “Parco-Giardino”, così come sottolinea Giuseppe Sigurtà nell'intervista, si esprime l'intreccio tra rigore botanico e libertà paesaggistica. Negli ultimi 25 anni, sotto la sua guida, il Parco è passato da 70.000 a oltre 400.000 visitatori annuali, superando persino l'Arena di Verona per affluenza. Un risultato reso possibile da un lavoro di squadra straordinario. Oggi il Parco si presenta non solo come uno spazio naturale, ma anche come esperienza emozionale.Nell'intervista Giuseppe Sigurtà racconta anche la genesi della sua ispirazione per le fioriture di tulipani, nata visitando il Keukenhof nei Paesi Bassi. Un'ispirazione che in breve tempo si è tradotta nella pluripremiata fioritura di oltre un milione di tulipani e nella soddisfazione nel veder esposte, lo scorso anno proprio a Keukenhof, le aiuole galleggianti brevettate dal Parco Sigurtà, fino all'annuncio in anteprima della grande novità della Tulipanomania 2026.L'intervista si chiude con una riflessione significativa di Judith Wade “I Grandi Giardini Italiani sono i loro proprietari e i loro curatori. Ognuno con il proprio stile, ma tutti uniti dall'amore per la natura e dalla voglia di condividerla”.
Nel terzo episodio della seconda stagione di Ramini, Clara e Pietro affrontano una questione fondamentale: perché è importante personalizzare gli investimenti in base ai propri obiettivi e alla propria tolleranza al rischio? Attraverso esempi concreti e aneddoti personali, spiegano il concetto di "ciclo di vita degli investimenti" e come la composizione del portafoglio debba evolversi nel tempo. Infine, sfatano il mito secondo cui esista una strategia d'investimento perfetta per tutti, incoraggiando gli ascoltatori a iniziare senza paura di sbagliare. Potete ascoltare un nuovo episodio di Ramini ogni settimana sulla vostra piattaforma audio preferita e guardare gli episodi in formato video sul sito di FR Vision. Seguiteci su: Instagram Tiktok
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8105OMELIA IV DOM.QUARESIMA - ANNO C (Lc15,1-3.11-32) di Don Stefano Bimbi La famosa parabola del figlio prodigo e del padre misericordioso rischia di non essere neanche ascoltata in quanto "la sappiamo già". E invece la Parola di Dio stupisce sempre in quanto ricca di insegnamenti e soprattutto parla a ciascuno di noi proprio nel momento in cui la leggiamo perché è una parola di vita eterna.Questa parabola è un invito alla riflessione sulla misericordia, sul perdono e sulla possibilità di ricominciare. La storia inizia dal figlio che, desideroso di indipendenza e libertà, chiede al padre la sua parte di eredità. Questo gesto è un rifiuto implicito della relazione con il padre, quasi come se volesse prendere ciò che gli spetta senza curarsi del legame che lo unisce a lui. Infatti non si è mai sentito che un figlio possa chiedere l'eredità prima della morte del padre. Nonostante questa cosa inaudita, il giovane decide di seguire la propria strada, senza considerare le conseguenze delle sue azioni.A volte cerchiamo soluzioni facili, senza rispettare i comandamenti di Dio. Ti è mai capitato di sentirti come questo figlio, desideroso di libertà e indipendenza da Dio, ma senza renderti conto che il peccato mortale ti stacca da Dio?Pochi giorni dopo, il figlio lascia la casa paterna, ma presto si rende conto che la sua libertà non lo ha portato alla felicità. Il denaro e i piaceri immediati lo hanno abbandonato e si trova in una crisi profonda, senza risorse e lontano da casa. Questo passaggio rappresenta come la ricerca di soddisfazione immediata senza regole morali porta a frustrazione e vuoto interiore. Ti sei mai trovato in difficoltà perché la ricerca di libertà e piacere immediato ti ha fatto sentire vuoto o lontano dalla verità e dal bene?I CRISTIANI NON SONO PIÙ BRAVI DEGLI ALTRI, MA PIÙ FURBINel momento di miseria, il giovane si rende conto della sua condizione e di ciò che aveva nella casa del padre. La sua crisi diventa occasione di consapevolezza. Il ritorno a casa non è solo fisico, ma un ritorno alla dignità, alla consapevolezza di essere amato dal padre. Riconoscere i propri errori è doloroso, ma può essere trasformato in un'opportunità per crescere. "Errare humanum est, diabolicum perseverare", sbagliare è umano, ma perseverare (nell'errore) è diabolico. Se dunque è vero che "sbagliando s'impara" è altrettanto vero che sarebbe stupido non imparare dai propri errori perseverando nell'errore. Se il figlio prodigo non tornasse a casa dal padre, ma perseverasse nel suo proposito di essere indipendente farebbe una scelta stupida.Questo ci dice che non si diventa cristiani perché più bravi degli altri. Per capirlo bene basta chiedersi: perché il figlio torna a casa? Perché è diventato più bravo e diligente? Perché ama il babbo? No, il figlio prodigo non torna a casa perché è diventato bravo e buono e nemmeno perché ama il babbo. Semplicemente torna a casa perché ha fame e facendo due conti dice: "Chi me lo fa fare di morire di fame? Se torno a casa un piatto di minestra me lo danno di sicuro". Se invece di ragionare così fosse rimasto con i porci a morire di fame non sarebbe stato cattivo. Sarebbe stato semplicemente stupido. In pratica il figlio torna a casa perché è furbo. Capisce che ha perso molto andando via di casa e, quindi, torna sui suoi passi, riconosce il proprio errore e chiede perdono al padre. Essere cristiano, andare alla Messa, pregare ogni giorno, sforzarsi di ubbidire ai dieci comandamenti, confessarsi regolarmente, ecc. non è sinonimo di "bravo" o "santo", ma semplicemente "furbo". Sarebbe stupido stare lontano da Dio visto che con Lui c'è gioia, pace e, alla fine, il Paradiso. Il giovane ricco che se ne va via triste senza seguire Gesù non è più cattivo del figlio prodigo, semplicemente ha buttato via l'occasione della sua vita. Il mercante di pietre preziose che trovando una perla di grande valore non la comprasse, sarebbe semplicemente poco intelligente. Essere cristiani vuol dire essere furbi e cogliere al volo l'occasione di essere accolti tra le braccia onnipotenti e amorevoli del Padre celeste.LA MISERICORDIA TRASFORMA LE PERSONEIl padre della parabola non solo accoglie il figlio, ma lo abbraccia senza giudizio né rimprovero. La misericordia è un segno di un amore che va oltre l'errore del figlio. Questo amore trasforma il figlio, facendolo passare dalla condizione di "perduto" a quella di "ritrovato".La misericordia del padre è un segno di speranza per chiunque si senta perduto o incapace di rialzarsi. Ognuno di noi può essere il figlio che ritorna. E tu hai sperimentato veramente e profondamente il perdono di Dio nella tua vita? E adesso senti ancora il bisogno di "tornare a casa"? In quale aspetto della tua vita desideri di essere accolto con misericordia, come il figlio prodigo?La parabola si conclude con il figlio maggiore che si sente tradito dalla festa per il ritorno del fratello, perché ritiene che chi ha abbandonato la casa paterna non meriti questa accoglienza. Il figlio maggiore rappresenta la giustizia umana che fatica ad accettare il perdono divino per chi ha sbagliato gravemente. Il padre risponde al figlio maggiore ricordandogli che il suo amore non è mai venuto meno e che tutto ciò che il padre possiede è già suo. Ma con il perdono il padre ha ritrovato suo figlio, così anche lui può ritrovare suo fratello. La festa è il segno che la misericordia ha trionfato e che tutti hanno da guadagnare qualcosa: il figlio prodigo la sua dignità di figlio, il padre recupera un figlio, il fratello ha di nuovo un fratello.Ti è mai capitato di sentirti come il figlio maggiore, arrabbiato o geloso quando qualcuno che pensavi non meritasse attenzione riceve amore o perdono? Hai mai pensato a quanto può essere difficile accogliere gli altri quando non agiscono come ti aspetti? Come reagisci quando non ti senti riconosciuto o valorizzato?
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Oggi meditiamo insieme le esortazioni del profeta Isaia: “Lavatevi, purificatevi” e “Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve”. Queste parole, rivolte al popolo eletto, parlano anche a noi, alla nostra comunità monastica e cristiana. Isaia manifesta una profonda preoccupazione: desidera il cambiamento, la conversione, una novità di vita e di Spirito, una vera comunione. Gesù stesso, nel Vangelo, ci conferma questo invito con il comandamento dell’amore reciproco. Queste esortazioni devono farci riflettere, specialmente in questo tempo di Quaresima. Abbiamo bisogno di conoscerci a fondo, perché nessuno può progredire nel cammino spirituale senza una consapevolezza profonda di sé: delle proprie qualità e limiti, delle inclinazioni del carattere e della personalità, delle reali possibilità che possiede. Chi desidera avanzare nella vita cristiana deve compiere tre passi fondamentali: Conoscersi - Accettarsi - Superarsi. Già l’antico filosofo Socrate diceva: “Conosci te stesso”. Ognuno di noi è chiamato a un’introspezione sincera: senza conoscenza di sé, si rischia di avanzare nel buio e smarrire la strada della vita. Abbiamo bisogno di luce e di amore. Questa luce viene dalla riflessione, dal confronto con gli altri che possono consigliarci e aiutarci, ma soprattutto dalla preghiera, dai sacramenti e dallo Spirito Santo. Conoscersi significa morire a se stessi per fare esperienza di Dio. Solo chi si avvicina a Lui con questa disposizione trova la garanzia della vera vita e la certezza del cammino. Ma conoscersi non basta: dobbiamo anche accettarci per quello che siamo, con realismo e umiltà. Santa Teresa d’Avila diceva: “L’umiltà è la verità”. Non si tratta di mortificarci per le nostre mancanze e miserie, ma di riconoscerle con sincerità, ringraziando al contempo il Padre per i doni e le virtù che, per Sua grazia, possiamo coltivare. Dobbiamo quindi impegnarci a conoscerci meglio, per comprendere quali virtù e quali difetti dominano in noi, intraprendendo così un autentico cammino di crescita spirituale. La Quaresima è un tempo di grazia particolarmente favorevole per la metànoia, per la nostra conversione.
La piazza che divide. Pietro Nenni, uno dei padri del socialismo italiano, dopo le elezioni del 18 aprile 1948 vinte a man bassa dalla Democrazia Cristiana contro il Fronte popolare, aveva declamato una frase che dipingeva in modo preciso la difficile ricerca dell'unità della sinistra italiana: piazze piene, urne vuote. Nel corso di 77 anni della storia italiana, queste parole sono state spesso evocate per smorzare i facili entusiasmi, dinanzi ai più vistosi momenti di mobilitazione popolare. È vero che in alcuni passaggi storici, le piazze piene della sinistra hanno trovato un riscontro nelle urne, ma per diversi decenni non è più accaduto, così come dal 22 settembre 2022, da quando cioè la destra è andata al potere. La sinistra in cerca di una identità. Sabato pomeriggio due piazze si sono riempite a Roma, piazza del Popolo e piazza Barberini, ma le urne restano sempre più aride e l'orizzonte dei partiti che potenzialmente fanno riferimento a quelle piazze appare ancora fosco. I leader che compongono la frammentata e rissosa coalizione di centrosinistra, e di sinistra, si sono affacciati alla piazza in cerca di visibilità, per tentare di colmare il vuoto tra il loro elettorato e la crisi di rappresentanza politica. Si sono viste le bandiere di una Europa che approva un investimento di 800 miliardi nel settore degli armamenti e quelle della pace. Ognuno ha portato in quelle piazze le sue idee di Europa, ma anche le contraddizioni nette, radicali, tra un mondo proiettato verso la guerra permanente, uno che continua a credere ad una pace vera e uno che sta a guardare dalla finestra. Per dirla come il prof. Francesco Barbera nel suo libro 'Piazze vuote, Ritrovare gli spazi della politica', “il distacco tra partiti e fermento sociale è anche dovuto a un meccanismo di auto-esclusione dovuto al intrinseca gratificazione che queste esperienze trasmettono a chi le anima… È, in altri termini, il buon funzionamento della micro-politica che può contribuire a disincentivare la presa in carico in prima persona dell'azione nella politica istituzionale”. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Ognuno di noi è fatto di tanti ingredienti (libri, persone, amore, etc.). Quali sono i principali della vostra vita?
Tra difficoltà e incontri, il percorso di una studentessa che trasforma la sua esperienza di scambio culturale in un ponte tra due diverse realtà A Cagliari, ogni anno l'Università di Cagliari accoglie studenti da tutto il mondo, in un'ottica di scambio culturale. Ognuno porta con sé una storia di speranza e sfida. Tra questi, Vanarani Saminathan, originaria dello Sri Lanka, affronta un percorso ricco di difficoltà. Al tempo stesso, vive anche una crescita personale e uno scambio culturale intenso. Il suo arrivo in Sardegna non è semplice. La lingua rappresenta un ostacolo. Le differenze culturali sembrano insormontabili. L'integrazione nella società locale appare un miraggio. Tuttavia, la sua determinazione prevale. Riesce a costruire un percorso accademico di successo nel corso di laurea magistrale in Relazioni Internazionali. Grazie al supporto dei docenti e alla collaborazione con associazioni studentesche, Vanarani trova il suo spazio. Trasforma le difficoltà in opportunità per il dialogo e la crescita reciproca. La sua esperienza dimostra che l'integrazione è un processo fatto di ascolto, confronto e apertura. Valori che porta avanti anche attraverso il suo impegno in eventi e iniziative dedicate alla multiculturalità. L'importanza del confronto con gli studenti locali Il percorso di Vanarani Saminathan non si limita allo studio. Si arricchisce grazie alle relazioni con gli studenti locali. Questi rapporti diventano uno strumento fondamentale di crescita e comprensione. Le differenze culturali inizialmente creano distanza. Tuttavia, la curiosità reciproca favorisce uno scambio autentico. Durante il suo percorso accademico presso l'Università di Cagliari, Vanarani partecipa a numerosi progetti. Questi mirano a creare un ponte tra le comunità. Collabora con associazioni come Erasmus Student Network Cagliari e il Centro Linguistico di Ateneo. Grazie a queste esperienze, ha l'opportunità di condividere la sua cultura. Fa conoscere le tradizioni dello Sri Lanka. Impara a sua volta le sfumature della vita cagliaritana. Il confronto con gli studenti del posto rende il suo percorso non solo accademico, ma anche umano. Dimostra come l'università possa diventare un crocevia di esperienze e conoscenze. Oltre la laurea: un futuro di dialogo e collaborazione Con il conseguimento della laurea in Relazioni Internazionali, Vanarani Saminathan entra in un contesto ancora più ampio. Il suo vissuto rappresenta un valore aggiunto. La sua storia ispira molti altri studenti stranieri. Anche loro affrontano difficoltà simili nel processo di integrazione. La sua esperienza con associazioni come Caritas Cagliari e progetti di inclusione culturale diventa un esempio concreto. Dimostra come l'università non sia solo un luogo di formazione. È anche un punto di incontro tra culture diverse. Vanarani mostra che il dialogo interculturale non è un'utopia. È una realtà che si costruisce giorno dopo giorno. Lo studio, l'impegno e la volontà di condividere le proprie esperienze sono gli strumenti per realizzarlo.
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa. Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».Parola del Signore.
OGNUNO HA UN DONODio conferisce a ciascuno dei doni che molto spesso portiamo con noi senza scartare.I doni motivazionali sono doni sempre attivi che al momento della conversione vengono canalizzati nell'opera di Dio.Romani 12:6-8La potenza della chiesa sta nell'insieme. Ciascuno di noi ha doni differenti e funzioniamo in base a questi.1. Il dono di profezia é discernimento e riconoscimento della volontà di Dio con la proclamazione della Sua verità.2. Il dono di ministero ha a che fare con un cuore che brucia per la cura della chiesa e per il servizio agli altri.3. Il dono di insegnamento dà capacità di studiare, insegnare e indirizzare gli altri alla Parola.4. Il dono di esortazione si manifesta con incoraggiamento, sprono e conforto alle persone.5. Il dono del dare riguarda un cuore con l'attitudine di spendere tempo e risponde per il Regno6. Il dono di presiedere e organizzare é proprio dei veri leader che delegano e stanno in prima linea7. Il dono di misericordia é un dono di azione e attenzione al bisogno.Past Catherine Labate23-02-2025
Vi spiego la scelta di aprire un profilo su Patreon con tre piani di abbonamento. Ognuno avrà benefit dedicati, che saranno principalmente audio. Credo che sia opportuno per chi segue il podcast e vuole avere un metodo di supporto più vicino al suo principale metodo di fruizione. La pagina Patreon la trovate qui: https://www.patreon.com/insert_coin Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
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Questo episodio è speciale. Anziché registrarlo nel mio studio, come faccio comunemente, oggi ho voluto lasciarmi ispirare dal mare. Per questo motivo sentirete le onde, i gabbiani e i miei passi sulla sabbia. È stato il mare ad ispirarmi con le sue onde. Se imparassimo dalla natura la lezione sull'autenticità, sull'essere se stessi, certamente non ci sentiremmo limitati da niente e da nessuno. Ognuno di noi sogna di fare qualcosa, di realizzarsi, di espandere le proprie conoscenze ma quando quel sogno rimane bloccato dalle apprensioni della mente, il sogno stesso svanisce. Mi auguro di ispirarvi a lasciarvi trasportare dalla vostra autenticità, proprio come le onde del mare che esprimono la loro libertà.
ROMA (ITALPRESS) - L'Europa sovranista di Elon Musk “non è la mia, io credo in un'Europa federale, popolare, che abbia un'anima giudaico-cristiana. Credo nel federalismo, sono un sovranista europeo, sono anche un patriota italiano. Ognuno ha le sue idee”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della conferenza “L'Africa grembo del mondo: l'Italia alla guida dei rapporti con l'Ue”. xb1/sat/gtr
"Le ventisette sveglie di Atena Ferrari" è il nuovo libro di Alice Basso, che narra la storia di una nuova protagonista
Procrastinare può diventare un'abitudine. Soprattutto verso le cose che ti sono faticose. Ma c'è chi rimanda anche quello da cui potrebbe nascere qualcosa di bello. C'è chi ha paura delle novità, e chi, senza novità, pensa che gli manchi qualcosa, eppure resta nel sempre uguale. Ognuno ha un proprio modo, di vedere la vita, ma alcune cose sono vere per tutti: il tempo che vivi, è fondamentale, e dovresti sempre usarlo al meglio. Se vuoi fare qualcosa di bello per la tua vita, non è il caso di rimandare. Se posticipi, un chiarimento, una decisione, una nuova abitudine, una scelta, quello che stai posticipando, è il tuo futuro. Puoi, attendere un tempo giusto, per fare ciò che vuoi fare. Purché non sia rimandare. C'è una differenza sostanziale, tra l'attesa costruttiva e produttiva e quella che dilaziona e posticipa. L'attesa costruttiva si muove in avanti, e costruisce. Rimandare un futuro possibile, invece, ti lega al presente, che poi diventa passato, e ti allontana dal futuro splendido che sempre, quando ti attivi per crearlo, sa darti le risposte che cerchi. “Fare le cose non ti ferisce: resti ferito se le eviti” (I. Welsh)- Puoi leggere la trascrizione dell'audio qui: https://annarosapacini.com/il-costo-del-rimandare- E da questa pagina puoi iscriverti liberamente al mio podcast Comunicare per essere®: https://annarosapacini.com/podcast/ una filosofia di vita pratica e concreta, che permette di mettere da subito in atto il cambiamento- Comunicazione valoriale, Relazioni, Professione, Benessere. Scrittura evolutiva®, grafologia evolutiva®, soluzioni e percorsi sempre e solo su misura. Per informazioni sul progetto, sui contenuti, sugli strumenti e sui percorsi attivabili scrivi a info@annarosapacini.com- Rinforza la tua motivazione e la tua visione interiore: ogni giorno, per te, nuove prospettive che potrai applicare per trasformare la tua vita. Seguimi su Meta-Facebook e sul tuo social preferito, cerca “Annarosa Pacini”➡️ E non dimenticare di iscriverti al mio canale YouTube https://www.youtube.com/@AnnarosaPacini
New Vibration Una canzone dalla connotazione introspettiva, racconta di un momento difficile che magicamente viene spazzato via da una nuova vibrazione positiva che porta verso una nuova giornata, verso nuovi orizzonti.Ognuno di noi -spiega ‘artista- avrà sicuramente vissuto un momento come questo, narrarlo per me è stato “terapeutico” e condividerlo una semplice necessità. Le sonorità […]
ROMA (ITALPRESS) - Con il nuovo film il regista Fausto Brizzi affronta il tema della maternità surrogata che "ovviamente fa discutere e ognuno può avere la sua opinione, però credo che sia un dovere della commedia porre dei quesiti con leggerezza che poi si dibattono in altre sedi. Il film tocca la palla e la getta in mezzo al campo. Ognuno poi fa la sua riflessione".ads/mrv
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: In questo mondo avrete tribolazioniGiovanni 16:19-3319 Gesù sʼaccorse che volevano domandarglielo, così disse: «State chiedendovi perché ho parlato così? 20 Per la verità, vi dico che il mondo farà festa per ciò che sta accadendomi, mentre voi piangerete. Ma il vostro pianto si trasformerà in una gioia immensa (quando mi vedrete di nuovo). 21 La stessa gioia che prova la partoriente dopo aver dato alla luce un bambino. La sua sofferenza lascia posto alla gioia indescrivibile di aver dato al mondo una nuova creatura, e il dolore è dimenticato. 22 Anche voi ora siete tristi, ma vi rivedrò, e allora sarete felici, e nessuno vi potrà più togliere quella gioia. 23 Quando verrà quel giorno, non occorrerà più che vi rivolgiate a me, per chiedere qualcosa. Potrete domandarla nel mio nome direttamente al Padre; ed egli ve la darà.24 Finora non avete mai chiesto nulla nel mio nome, cominciate da adesso! Chiedete e otterrete. Così la vostra gioia sarà perfetta.25 Vi ho detto queste cose, servendomi delle parabole, ma verrà il giorno in cui non sarà più necessario, e vi parlerò del Padre chiaramente.26-27 Allora potrete pregare nel mio nome, e non ci sarà bisogno che sia io a chiedere al Padre di esaudirvi, perché lui stesso vi ama teneramente, proprio perché voi mi avete amato e avete creduto che provengo dal Padre.28 Proprio così, ero col Padre e da lui sono venuto nel mondo. Ora partirò dal mondo, per ritornare al Padre».29 «Adesso sì che parli chiaro!» dissero i discepoli, «e senza tanti indovinelli. 30 Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno dei suggerimenti da nessuno. Per questo crediamo che sei venuto da Dio».31 «Ci credete, finalmente?» chiese Gesù. 32 «Verrà il tempo, anzi, è già venuto, in cui sarete dispersi. Ognuno se ne andrà per conto suo, e mi lascerete solo. Eppure non resterò solo, perché il Padre è con me. 33 Vi ho detto queste cose, perché in me abbiate la pace del cuore e della mente. Qui nel mondo vi aspettano molti dolori, ma fatevi coraggio: io ho vinto il mondo!»Giovanni 17:1-517 Quando Gesù ebbe finito di parlare, alzò gli occhi al cielo e disse: «Padre, è giunta lʼora. Rivela la gloria di tuo Figlio, perché possa a sua volta glorificarti. 2 Tu, infatti, gli hai dato potere su tutte le creature della terra, perché dia vita eterna a quelli che tu gli hai affidato. 3 E questa è la vita eterna: conoscere te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo, colui che tu hai mandato nel mondo. 4 Io ti ho glorificato qui, sulla terra, facendo tutto ciò che tu mi hai detto di fare. 5 Ed ora, Padre, rivela la mia gloria, quella gloria che avevo con te, prima ancora che il mondo esistesse.lascia un commentoSupport the show
Ognuno di noi nella vita pensa di compiere delle scelte razionali e sensate, ma spesso non accade precisamente questo. Dal decidere quale prezzo pagare per un televisore, alla scelta di mangiare cibi più sani, il nostro comportamento è guidato dall'irrazionalità. Alessandro Mora e Laura Antonini ti guidano attraverso una puntata dedicata alla nostra componente irrazionale, per imparare a gestirla al meglio e non cadere nei classici errori quando crediamo di compiere delle scelte giuste e ponderate.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il miracolo di Cana- l'acqua in vinoPrimo miracolo a CanaTre giorni dopo ci fu un matrimonio in Cana di Galilea, e la madre di Gesù era là. 2 Anche Gesù fu invitato con i suoi discepoli al matrimonio. 3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 Gesù le disse: «Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta». 5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». 6 C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure[a]. 7 Gesù disse loro: «Riempite d'acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all'orlo. 8 Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 9 Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: 10 «Ognuno serve prima il vino buono, e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora».11 Gesù fece questo primo dei suoi segni in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.12 Dopo questo, scese a Capernaum egli con sua madre, con i suoi fratelli e i suoi discepoli, e rimasero là alcuni giornilascia un commentoSupport the show
In questo podcast - primo episodio della docuserie "Il Mossad. Successi e fallimenti del più grande e temuto servizio segreto al mondo", l'analista strategico Gianluca Ansalone (Docente di Geopolitica al Campus Biomedico di Roma-Università di Roma Tor Vergata) racconta la cattura di Adolf Eichmann, uno degli architetti nazisti della "Soluzione finale". Nel dicembre 1944, prima che potesse completare la deportazione degli ebrei di Budapest e pochi giorni prima che la capitale ungherese cadesse in mano all'Armata Rossa, Eichmann si rifugiò frettolosamente in Germania. Poco dopo fu catturato dagli americani, che lo colsero mascherato sotto il falso nome di Otto Eckmann. Dopo essere fuggito dal campo di detenzione americano nel gennaio 1946, si nascose per alcuni mesi in una fattoria e andò a vivere nella zona di occupazione britannica sotto l'identità di Otto Henninger. Come molti criminali nazisti, nel 1950 ottenne un "certificato di indulgenza" della Chiesa cattolica, che gli permise di imbarcarsi clandestinamente dall'Italia all'Argentina sotto la falsa identità di "Ricardo Klement". In quel periodo, l'Argentina era diventata un rifugio sicuro per migliaia di criminali nazisti che arrivavano attraverso la cosiddetta "via dei topi". Sotto falso nome, Eichmann fu assunto nell'officina della Mercedes-Benz. Nel 1952 la moglie e i figli lo raggiunsero. Il ruolo significativo di Eichmann come uno degli architetti della "Soluzione Finale" degli ebrei europei cominciò a emergere alla fine degli anni Quaranta. Fin dai primi anni Cinquanta, proliferarono le voci che sostenevano che egli si trovasse in Sud America, come i servizi segreti della Germania occidentale e degli Stati Uniti avevano già appreso con certezza. Ma fu grazie alla determinazione e alla perseveranza di alcuni individui decisi a svelare la vera identità di "Ricardo Klement" che gli agenti del Mossad israeliano lanciarono una caccia che si concluse con la cattura di Eichmann l'11 maggio 1960. Fritz Bauer, il procuratore generale (ebreo) dello Stato tedesco occidentale dell'Assia, agendo al di fuori del suo ruolo formale per timore che un'azione ufficiale potesse ostacolare il successo dell'operazione, trasmise al governo israeliano precise informazioni sulla posizione di Eichmann. Lothar Hermann, un sopravvissuto all'Olocausto di origine tedesca emigrato in Argentina, spinse il Mossad ad agire sulla base di informazioni particolarmente credibili ricevute dalla figlia Sylvia, che aveva legami sentimentali con uno dei figli di Eichmann, Klaus. A ciò si aggiunge la vigorosa attività del cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal e dell'agente del Mossad Manus Diamant, che ha trovato un ritratto fotografico di Eichmann risalente agli anni della guerra. Ognuno di loro, a modo suo, preparò la strada al Mossad per pianificare ed eseguire l'operazione di rapimento. La squadra comprendeva: Rafi Eitan, Peter Malkin, Zvi Aharoni e Moshe Tabor. L'operazione fu condotta sotto il comando del capo del Mossad Isser Harel con l'appoggio del Primo Ministro David Ben-Gurion. Dopo aver catturato Eichmann vicino alla sua casa di via Garibaldi, in un sobborgo di Buenos Aires, i suoi rapitori lo portarono di corsa in un luogo di occultamento. Sotto interrogatorio, Eichmann ammise la sua vera identità e firmò un documento in cui dava il consenso a essere processato in Israele. Undici giorni dopo fu trasportato clandestinamente in Israele su un aereo di linea della El Al. A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Eventi e luoghi Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
LE ROSE DEL CASTELLO INCANTATO C'era una volta un castello, ormai abbandonato da tempo, circondato da un grande giardino; solo due giardinieri erano rimasti a curarlo e coltivare i fiori. Le rose, con i loro colori vivaci, brillavano in ogni stagione sul verde dei prati e nelle aiuole. Il castello dominava una vecchia cittadina. In lontananza appariva magnifico, e forse lo era stato."Che segreti ci saranno dentro il castello?" si chiedevano le rose.Una sera, dopo il tramonto, ne parlarono con le lucciole, anch'esse curiosissime per natura. La Rosa Rossa, che era sempre la più avventurosa del gruppo, si avvicinò sussurrando alle lucciole con voce sicura e vellutata: ”Amiche, che ne dite di un'avventura nel castello stasera?"La lucciola più brillante, Lucilla, rispose con entusiasmo: "Sarebbe divertente di sicuro! Ma come faremo ad entrare?""Ah, ho sentito i giardinieri parlare di una chiave nascosta sotto la terza pietra vicino al vecchio pozzo," disse la Rosa Gialla, unendo e sfregando i petali come se stesse condividendo un segreto prezioso.La Rosa Blu intervenne timidamente, "Ma dobbiamo fare attenzione, ho sentito dire che il castello nasconde misteri antichi e spiriti giocosi."Lucilla rise lievemente, "Oh, non temere, Rosa Blu. Con la nostra luce e la vostra bellezza, nessun mistero potrà resisterci!""E se incontriamo qualche ostacolo?" chiese la Rosa Bianca, sempre la più prudente del gruppo.“Li affronteremo tutti insieme," rispose la Rosa Rossa con determinazione. "Dopo tutto, non siamo solo fiori e insetti, siamo gli esploratori del castello incantato!"La decisione fu presa e nella notte buia e magica, con coraggio si incamminarono per il sentiero che portava all'ingresso del castello. Dopo una breve sosta al pozzo per procurarsi la chiave, si avvicinarono silenziosamente al grande portone. Aperta la serratura, spinsero con tutta la loro forza e con fatica, riuscirono a socchiuderlo. Un suono arrugginito e graffiante risuonò:SCREEEK. CRREEK. SCREEK.Tutti i gechi, mangiatori d'insetti, si spaventarono e correndo su e giù per i muri del castello fuggirono via in un battibaleno insieme ai pipistrelli.Le lucciole, seguite dalle rose sgattaiolarono nel grande atrio, dove un soffitto altissimo era decorato con i più fantastici disegni; ai lati si ergevano statue maestose e fantastiche — un brivido di magia fece tremare i petali delle rose. Proseguendo tutte insieme, entrarono in un salone immenso, che sembrava un museo: armature di soldati medioevali armati di spada da un lato, e di samurai giapponesi con le loro Katane affilate e luccicanti dall'altro.Ogni stanza del castello era affascinante e ricca di storia, e ce n'erano tantissime! Saloni, corridoi, scale, e stanze segrete da scoprire. Le esploratrici rimasero incantate ogni volta che aprivano una porta o giravano un angolo, ma quando si accorsero che stava arrivando la prima luce dell'alba, le rose corsero via per tornare nel giardino e le lucciole, diventate invisibili, sparirono nell'aria. Nella fuga, le rose inciamparono l'una con l'altra, e una nuvola di petali persi, di vari colori, svolazzò nell'aria. Per fortuna i giardinieri, correndo in soccorso, li rincollarono con la rugiada. Ormai avevano scoperto il furto delle chiavi e il gran movimento della notte. Tutti i fiori e gli insetti del giardino, al risveglio, si bisbigliavano l'uno con l'altro il racconto della magica notte:"Quali segreti da scoprire ci saranno ancora nel castello?"La sera successiva, non ci furono discorsi. Davanti all'ingresso del castello c'erano le rose e le lucciole, ma anche tulipani, coccinelle, grilli, gigli, api, farfalle, camelie, cavallette e anche due girasoli, alti ed imponenti, che si misero davanti al gruppo.Di nuovo il gran cigolio:SCREEEK. CRREEK. SCREEK.Entrati, tutti insieme, salirono una larga scalinata. In cima c'era un tunnel buio con in fondo una grande porta intarsiata che, toccata dai due girasoli, si aprì magicamente. All'interno, una meraviglia! Un grande salone polveroso che conteneva scaffali traboccanti di libri grandi, piccoli, e pure medi. Era la libreria segreta del castello! Sorprendentemente, c'era un gran movimento: i libri saltavano da uno scaffale all'altro, scuotendosi la polvere di dosso e le parole uscivano dalle pagine aperte e in tutto il salone inizió un gran chiacchierio. Ogni libro voleva dire la sua perché era da tanto tempo che nessuno li leggeva o ascoltava. Una delle rose, insieme a una camelia, si stavano riposando e chiacchieravano su una panca di legno, quando da uno scaffale un piccolo libro per bambini cadde sulla corolla della rosa. “Oh, oh, oh, chi è il colpevole?” esclamò quasi divertita ed, allo stesso tempo, un'idea venne ai due fiori facendo illuminare i loro petali di gioia. “Meraviglia delle meraviglie!” disse la rosa, ”Dobbiamo fare in modo di far conoscere questa biblioteca, a tutti i bambini e gli abitanti della cittadina. Ognuno di questi libri polverosi non aspettano altro che essere aperti, letti e custoditi con cura!” Così all'alba il gruppo di esploratori mentre ritornavano nel giardino stavano già studiando un piano d'azione per la notte successiva.Arrivò di nuovo il tramonto e con esso la notte e la sua magia. Quella sera, davanti alla scalinata del castello c'erano davvero tutti: le rose e le lucciole, tulipani, coccinelle, grilli, gigli, api, farfalle, camelie, cavallette e i due girasoli della notte precedente ma anche dalie, iris, millepiedi, gerani, coleotteri, petunie, ragni e pure i due giardinieri che oramai erano in combriccola e d'accordo sul da farsi.Ancora una volta il grande portone fu aperto con il solito gran cigolio:SCREEEK. CRREEK. SCREEK.Una volta entrati, tutti insieme salirono la scalinata e percorsero il tunnel buio fino alla libreria. All'ingresso questa volta apparve il vecchio custode libraio, che era lì da tempi immemorabili e che la sera precedente non si era fatto vedere perché voleva osservare cosa sarebbe successo. I suoi capelli erano grigi, indossava un mantello stinto dall'uso e tutto ricoperto di ragnatele, due mezzi guanti bucherellati e un paio di occhialini calati sul naso, senza i quali non ci vedeva da qui a lì. Intimoriti, gli abitanti del giardino si fermarono, eccetto le rose che inchinandosi salutarono il vecchio libraio ed espressero, a nome di tutti, il desiderio di aprire il castello ai bambini — in particolare la libreria incantata, dove i libri potevano essere consultati, letti e apprezzati da tutti quanti nel paese. Cosa ne pensava di questa idea il vecchio libraio custode di antichi segreti? “Questo e' un castello incantato” disse, “con la buona volontà tutto si può avverare!”Non si perse tempo e la comitiva inizio subito con i preparativi. Nella nottata spolverarono e riorganizzarono gli scaffali e all'alba erano rimasti solamente i ritocchi finali. I giardinieri si vestirono da maggiordomi, con tanto di abito scuro, guanti bianchi e scarpe nere, per ricevere all'ingresso i bambini. Le rose andarono dall'estetista per lisciarsi i petali e accorciare le spine: il loro compito era di accompagnare le bambine e i bambini curiosi e fornire tutte le informazioni che i piccoli visitatori volevano sapere.Ormai tutto era pronto. I giardinieri maggiordomi, le rose e tutti gli abitanti del giardino entrarono in azione. I piccoli visitatori rimasero a bocca aperta, impressionati dalle armature, i dipinti e i passaggi segreti. Ma una volta giunti nel salone della libreria, non persero tempo e iniziarono a scegliere i libri da leggere. I girasoli, arrampicati su due scalette, controllavano dall'alto che il libri saltassero dagli scaffali nelle mani e gli zainetti di coloro che li avevano richiesti. All'uscita, i maggiordomi facevano un grande saluto di ringraziamento ad ogni visitatore consegnando tre dolcetti: due da sgranocchiare e uno da regalare a qualcun altro.Il castello incantato era tornato ai suoi splendori e dappertutto si raccontavano storie e meraviglie del suo passato mentre le rose e le lucciole soddisfatte erano diventate le guardiane del giardino, insieme ai due fidati giardinieri. Che bella avventura avevano iniziato insieme! “Avanti, avanti, accomodatevi, piccoli esploratori del castello incantato! Scegliete un libro e una nuova avventura inizierà immediatamente!” — diceva un cartello all'ingresso del giardino fiorito: “Siete tutti benvenuti!”
Pedalando Verso Le StelleUn bel giorno, nelle piazze della città di Ciclopoli, si videro dei grandi cartelloni che pubblicizzavano una corsa in bicicletta; tutti potevano partecipare, da zero anni in su. Non c'erano molte informazioni ma si suggeriva agli interessati di rivolgersi all'Associazione Biciclette Con Le Ruote, locata in via dei Manubri Numero Otto, dietro al parco giochi.I cittadini si informarono. La partenza era prevista per il primo sabato di Giugno dal Piazzale dell'Osservatorio Astronomico, accanto alla Biblioteca Comunale. L'arrivo era sulla cima della Collina dei Sogni e in premio una stella per tutti coloro che avrebbero tagliato il traguardo.Le iscrizioni erano già iniziate ed ovviamente erano gratuite per tutti. Molte furono le richieste di partecipazione. Si faceva un gran parlare dell'evento e tutti gli abitanti di Ciclopoli, animali compresi, volevano dare una mano. I volontari certamente non mancavano.Finalmente il giorno della partenza arrivò e la città si trasformò in una grande festa. Si sentiva un gran chiacchiericcio dai balconi delle case e persino dalla cupola dell'Osservatorio Astronomico, dove alcuni abitanti erano saliti per assistere alla partenza. Gli spettatori da ogni dove incitavano i partecipanti alla gara. Ai tricicli furono legati dei piccoli aquiloni dai colori vivaci per non perdere di vista i ragazzini. Nel parco giochi, dove c'era il teatrino stabile della città, le marionette si affacciarono per guardare a loro volta lo spettacolo; i fili si misero in movimento e un battito di mani riempì l'aria. Le campane delle chiese suonarono a festa. Tutti i partecipanti erano pronti al via con bici, monocicli e tricicli, e tutti insieme formavano un vario e numeroso gruppo. La partenza avvenne nonostante la grande confusione.Per fortuna, alcuni cerbiatti prestavano servizio lungo il percorso della gara. Avevano un megafono e indossavano una cuffia speciale, che funzionava con trasmissione vocale per comunicare fra di loro. Delle nuvolette a spasso nel cielo sereno facevano da assistenti di gara volanti disegnando delle frecce che indicavano la strada ai corridori ad ogni incrocio.Poco dopo la partenza, un cerbiatto prese il megafono: “Attenzione, attenzione, il nonno con la giacca verde ha bucato.” Tutti si fermarono ad aspettare che la ruota fosse riparata. Poco dopo un secondo cerbiatto: “Fermi tutti! Il ragazzino con i pantaloncini gialli deve fare la pipì.” Un'altra mini fermata e poco più avanti la prima sosta di rifornimento. Panini, dolcetti e frutta erano già pronti per essere distribuiti e tutti erano in fila per rifocillarsi. Dei fiori dal gambo lungo che indossavano grembiuli multicolore servivano i ciclisti man mano che arrivavano. Dopo un gran mangia e bevi si ripartì di gran carriera.Un piccolo leprotto stava correndo fra i cespugli ai bordi della strada, ed ecco che un ragazzino con la maglietta viola, curioso com'era, uscì dal percorso di gara, per inseguirlo. Il cerbiatto nelle vicinanze prese il suo megafono: “Nuova comunicazione! Stop, fermi tutti, un ciclista è andato al di fuori del percorso,” si affrettò a raggiungerlo e lo riaccompagnò sulla strada. Di nuovo tutti in sella. Pedala, pedala, giunsero al grande Prato Della Felicità pieno di fiori dove i nonni si persero dietro le farfalle e i bambini si sdraiarono a riposare. Il tempo passava. “Corriamo, corriamo, la cima è ancora lontana.” dissero i nonni. Gufi, marmotte, scoiattoli e martore iniziarono a seguire i corridori incitandoli. Intanto, il cerbiatto in avanscoperta: “Aiuto, la nonna con la gonna rosa è caduta,” ma per fortuna niente di rotto e la corsa riprese spedita.I ciclisti più veloci arrivarono contenti per primi in vetta alla Collina Dei Sogni nel primo pomeriggio. Il resto del gruppo giunse al tramonto, quando faceva già buio. Era più tardi del previsto e a quel punto non si poteva tornare in città. Come potevano passare la notte lassù? Non avevano rifornimenti e tantomeno coperte e sacchi a pelo. Gli animali che erano al loro seguito capirono il problema, e dal casolare più vicino procurarono latte e formaggio per tutti. Mangiarono in abbondanza e stanchi, si sdraiarono sul prato intorno alla cima dopo aver parcheggiato le biciclette. Era un po' freschino. Nell'aria notturna un grande brusio. Le stelle stavano decidendo il da farsi. Si presero per mano e trasformarono il cielo in una grande coperta. Che meraviglia, un tepore avvolse tutti i ciclisti che si addormentarono.Improvvisamente, mentre tutto sembrava tranquillo, prima un lampo, poi un tuono e un soffio potente come provocato dal respiro di un gigante dall'alto della collina. Niente paura, è solo l'allarme antifurto automatico per svegliare i ciclisti addormentati. Svegli e con le orecchie ben tese ad ascoltare, sentirono uno strano tintinnio che proveniva dal parcheggio gratis dietro la curva. Questo creò uno scompiglio tra i partecipanti alla gara che saltarono in piedi e corsero verso il parcheggio facendo in tempo a vedere delle gazze ladre, ma proprio ladre davvero: ladre di biciclette. Avevano infatti appena rubato loro molti pezzi: bulloni, campanelli, catene, manubri, cerchi e raggi, portandoli via in volo.“Che disastro! E adesso che facciamo?I cerbiatti non si persero d'animo e con i loro potenti mezzi a disposizione inviarono un S.O.S. a un anziano falegname, e anche fabbro del villaggio vicino. Ricevuto il segnale, non esitò un istante e partì per il soccorso con la sirena accesa sul suo furgoncino da lavoro. Prima dell'alba tutte le biciclette, monocicli e tricicli di ogni sorta erano stati con destrezza e velocità riparati — al meglio che la situazione permetteva. Ma fatto sta che dal primo all'ultimo i ciclisti poterono ripartire alla volta di Ciclopoli. I loro mezzi rimessi come fosse possibile, saltellando e zoppicando in qua e là andavano giù per la discesa e tutti ridevano a crepapelle.Che gran divertimento! Ognuno portava con sé il premio promesso in ricordo della gara ciclistica sulla Collina Dei Sogni: una stella luccicante ed anche un pezzetto della coperta fatta di cielo della notte precedente.E le Gazze Ladre? Beh, da anni stavano lavorando alla costruzione delle loro biciclette e la gara con pernottamento sulla collina offrì loro un'opportunità da non perdere. Le loro bici furono completate e quella sera stessa, vennero viste pedalare verso il tramonto e sparire all'orizzonte.
"Ognuno di noi ha un accompagnamento musicale interiore. E se gli altri l'ascoltano bene, si chiama personalità".(Gilbert Cesbron)
Giulia Salemi incontra Giuseppe Cruciani, che parla di sesso, politicamente corretto e società. “il sesso è vita, è gioia”. “la masturbazione è un antistress”, dice Cruciani. “L'insulto fortifica". "Ognuno di noi è in qualche modo esibizionista”. Queste e altre rivelazioni in questa intervista dove intervistatore e intervistato si mettono a nudo. Distribuito da Warner Music Italy.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Chiunque vi darà da bere un bicchiere d'acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.Ognuno infatti sarà salato con il fuoco. Buona cosa è il sale; ma se il sale diventa insipido, con che cosa gli darete sapore? Abbiate sale in voi stessi e siate in pace gli uni con gli altri».Parola del Signore.
Elisabetta Giromini"Centomila tulipani"Morellini Editorewww.morellinieditore.it«Mi sono già sposata una volta. In una moschea. Un matrimonio finto di quelli fatti per mentire. Non ero felice, neanche un sorriso. Ascoltavo il mullah dire parole che non conoscevo. Guardavo lui, il mio sposo, non capire una parola. Nemmeno lui sorrideva. Bastava pagare, tra il farsi e l'arabo passano secoli. Culture, guerre, religioni. Anche fra me e lui. Culture guerre religioni. Riti. Come quel matrimonio. L'amore dentro a un contratto. Com'è che ci siamo conosciuti? Arrivati a questo punto non me lo ricordo.» Daria è una giovane universitaria incerta sul suo futuro e in perenne conflitto con la madre, anche a causa dell'abbandono del padre quando era solo una bambina. L'archeologia le cambia la vita. Parte per una missione archeologi-ca a Persepoli e lì incontra Payam, con cui il rapporto è da subito intenso. Gli scontri in vista delle elezioni in Iran si inaspriscono e Daria è costretta a tornare in Italia, perdendo ogni traccia di lui. Il rientro è traumatico, Daria non riesce a trovare un equilibrio. Il tempo scorre lento tra relazioni fugaci. Le uniche costanze sono lo smarrimento esistenziale e il vuoto incolmabile dell'assenza di Payam. Quando dopo sei anni Daria torna in Iran lui è lì che la aspetta. Tranquillo, come se niente fosse cambiato. Ma tutto è cambiato. Non c'è più idillio, solo conflitti e divergenze.È possibile dimenticare il passato? Possono due culture così diverse fondersi in un'unione profonda? Centomila tulipani è un romanzo delicato e violento. La voce di Daria esprime l'atavicità e l'universalità della sofferenza umana. Ma affrontare e superare questo dolore è forse possibile. Ognuno è artefice del proprio destino.Elisabetta Giromini (1987) vive tra Cambridge e Bruxelles, dove lavora come Research and Innovation manager e startup mentor presso le istituzioni europee. Laureata in Scienze politiche a Roma, prosegue gli studi in Relazioni internazionali a Bruxelles, con una tesi sulle politiche sanitarie della Repubblica Centrafricana che le ha permesso di viaggiare al seguito di una donna medico. Tra le esperienze di viaggio che l'hanno portata a visitare oltre sessanta paesi, le rotte più significative sono state: il percorso da Ushuaia (Terra del Fuoco) alRio delle Amazzoni, la Transmongolica da San Pietroburgo a Pechino e in particolare l'Iran da Teheran all'isola di Hormuz, un viaggio questo chele ha permesso di conoscere una cultura nascosta e intima ma anche la vera immagine della propaganda. I suoi racconti sono apparsi su Malgrado le mosche, Rivista Blam, Risme e altre riviste.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Puntata #325 - Martedì 12 Marzo 2024 La Chiamata: tra divulgazione e flussi del Dharma. L'Esoterismo ha i suoi misteri: chi deve arrivare arriva. Ognuno ha il suo Viaggio. Le domande fondamentali: perchè porsele? Quali sono le Vie? Quale divulgazione possibile? Quali risposte e quali domande dovremmo darci per onorare il nostro potenziale reale? La nostra Vita? Per informazioni: www.carlodorofatti.com
Siamo arrivati alla fine dell'anno e come tanti tiro le somme del 2023. In questo episodio però, mi concentro soprattutto su errori, fallimenti e delusioni. E come trarre gli insegnamenti giusti da obiettivi mancati. Ognuno di noi, in maniera consapevole o meno, si pone nella propria vita degli obiettivi o aspettative. E chi più chi meno desidera avere successo. Ecco però che spesso si presenta la paura di fallire. E se siamo abbastanza motivati e determinati per continuare, quando quella paura si trasforma effettivamente in fallimenti diventa ancora più complicato mettersi in gioco. Oggi ti racconto della mia personale paura di fallire. Ti dirò quali sono stati i miei fallimenti nel 2023, cosa ho imparato da ognuno di essi e come ho condiviso le lezioni apprese con i bambini. Premi play per rialzarti insieme a me da ogni obiettivo non raggiunto del 2023! *** Iscriviti alla community delle Mamme Superhero: https://mammasuperhero.mykajabi.com/msh-membership *** Seguimi sui social Instagram: https://www.instagram.com/mammasuperhero/ Facebook: https://www.facebook.com/mammasuperhero
Ciao Italiani Veri! Come state? Siete anche voi pervasi dal profumo delle imminenti feste? Festeggiamo tutti insieme con questo bellissimo episodio! In studio è tornato a trovarci il mitico Matteo Vitelli, nostro collega di podcast, che nel frattempo si è lanciato in nuove attività. Tutte bellissime!
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: In questo mondo avrete tribolazioniGiovanni 16:19-3319 Gesù sʼaccorse che volevano domandarglielo, così disse: «State chiedendovi perché ho parlato così? 20 Per la verità, vi dico che il mondo farà festa per ciò che sta accadendomi, mentre voi piangerete. Ma il vostro pianto si trasformerà in una gioia immensa (quando mi vedrete di nuovo). 21 La stessa gioia che prova la partoriente dopo aver dato alla luce un bambino. La sua sofferenza lascia posto alla gioia indescrivibile di aver dato al mondo una nuova creatura, e il dolore è dimenticato. 22 Anche voi ora siete tristi, ma vi rivedrò, e allora sarete felici, e nessuno vi potrà più togliere quella gioia. 23 Quando verrà quel giorno, non occorrerà più che vi rivolgiate a me, per chiedere qualcosa. Potrete domandarla nel mio nome direttamente al Padre; ed egli ve la darà.24 Finora non avete mai chiesto nulla nel mio nome, cominciate da adesso! Chiedete e otterrete. Così la vostra gioia sarà perfetta.25 Vi ho detto queste cose, servendomi delle parabole, ma verrà il giorno in cui non sarà più necessario, e vi parlerò del Padre chiaramente.26-27 Allora potrete pregare nel mio nome, e non ci sarà bisogno che sia io a chiedere al Padre di esaudirvi, perché lui stesso vi ama teneramente, proprio perché voi mi avete amato e avete creduto che provengo dal Padre.28 Proprio così, ero col Padre e da lui sono venuto nel mondo. Ora partirò dal mondo, per ritornare al Padre».29 «Adesso sì che parli chiaro!» dissero i discepoli, «e senza tanti indovinelli. 30 Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno dei suggerimenti da nessuno. Per questo crediamo che sei venuto da Dio».31 «Ci credete, finalmente?» chiese Gesù. 32 «Verrà il tempo, anzi, è già venuto, in cui sarete dispersi. Ognuno se ne andrà per conto suo, e mi lascerete solo. Eppure non resterò solo, perché il Padre è con me. 33 Vi ho detto queste cose, perché in me abbiate la pace del cuore e della mente. Qui nel mondo vi aspettano molti dolori, ma fatevi coraggio: io ho vinto il mondo!»Giovanni 17:1-517 Quando Gesù ebbe finito di parlare, alzò gli occhi al cielo e disse: «Padre, è giunta lʼora. Rivela la gloria di tuo Figlio, perché possa a sua volta glorificarti. 2 Tu, infatti, gli hai dato potere su tutte le creature della terra, perché dia vita eterna a quelli che tu gli hai affidato. 3 E questa è la vita eterna: conoscere te, il solo vero Dio, e Gesù Cristo, colui che tu hai mandato nel mondo. 4 Io ti ho glorificato qui, sulla terra, facendo tutto ciò che tu mi hai detto di fare. 5 Ed ora, Padre, rivela la mia gloria, quella gloria che avevo con te, prima ancora che il mondo esistesse.Support the show
Salvatore Rossano, musicista, etnomusicologo, compositore e direttore del Taranta Festival di Bellingen, è attualmente in tour a Melbourne.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il miracolo di Cana- l'acqua in vinoPrimo miracolo a Cana2 Tre giorni dopo ci fu un matrimonio in Cana di Galilea, e la madre di Gesù era là. 2 Anche Gesù fu invitato con i suoi discepoli al matrimonio. 3 Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 Gesù le disse: «Che c'è fra me e te, o donna? L'ora mia non è ancora venuta». 5 Sua madre disse ai servitori: «Fate tutto quel che vi dirà». 6 C'erano là sei recipienti di pietra, del tipo adoperato per la purificazione dei Giudei, i quali contenevano ciascuno due o tre misure[a]. 7 Gesù disse loro: «Riempite d'acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all'orlo. 8 Poi disse loro: «Adesso attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. 9 Quando il maestro di tavola ebbe assaggiato l'acqua che era diventata vino (egli non ne conosceva la provenienza, ma la sapevano bene i servitori che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo e gli disse: 10 «Ognuno serve prima il vino buono, e quando si è bevuto abbondantemente, il meno buono; tu, invece, hai tenuto il vino buono fino ad ora».11 Gesù fece questo primo dei suoi segni in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.12 Dopo questo, scese a Capernaum egli con sua madre, con i suoi fratelli e i suoi discepoli, e rimasero là alcuni giorniSupport the show