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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8206OMELIA XVI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 10,38-42) di Giacomo Biffi L'episodio raccontatoci dalla pagina di Luca, che abbiamo ascoltato, è tra i più suggestivi di tutta la narrazione evangelica.Ha un'ambientazione, per così dire, casalinga. Siamo a Betania, la località che il viaggiatore proveniente dal deserto di Giuda incontra poco prima di arrivare a Gerusalemme. Gesù, che ha percorso proprio quel cammino spossante, ha colto con gioia la possibilità di riposarsi un po' in una dimora accogliente, prima di affrontare ancora una volta il tumulto della capitale e le fatiche della sua missione.E con gioia e cordialità è stato ospitato da Marta, una massaia solerte, che viveva con una sorella minore di nome Maria. Qui non compare, ma dal Vangelo di Giovanni sappiamo che lì vicino abitava anche un fratello di nome Lazzaro: tutti e tre i fratelli erano legati al Maestro di Nazaret da una solida e devota amicizia.Con l'incarnazione, il Figlio di Dio si è fatto un uomo vero e completo: ha un cuore capace di affetto, e niente di ciò che è autenticamente e positivamente umano gli è estraneo. Quello dell'amicizia è appunto uno dei valori dell'esistenza che egli ha voluto sperimentare.Noi siamo commossi di fronte al Creatore dell'universo - colui che infinitamente trascende tutti gli esseri che prendono vita da lui - che assume questi vincoli di familiarità e di benevola comunione con le sue creature.L'amicizia - dicevano già gli antichi - o nasce tra uguali o rende uguali coloro che entrano nel suo gioco e nella sua logica: nella figura di un Dio che si fa nostro amico è implicitamente annunciato e fondato il nostro destino di partecipi della divina natura (2 Pt 1,3), per usare le coraggiose parole della seconda Lettera di Pietro.Ma è incantevole anche la scena dell'Unigenito del Padre che per cercarci si è fatto viandante e ha per corso le accaldate e polverose strade di Palestina, nella speranza di essere ospitato, ristorato, consolato da noi. Non solo dunque con l'amicizia si è a noi assimilato, ma addirittura ha voluto farsi bisognoso di noi.GESÙ CHIEDE DI ESSERE OSPITATO NEL NOSTRO CUOREIo sto alla porta e busso (cf. Ap 3,20), egli dice a ciascuno di noi. Ci prega, cioè, di fargli un po' di posto nella nostra esistenza, di dargli un po' del nostro tempo, di prestargli un po' della nostra attenzione. Di fronte a questa condiscendenza di colui che è l'Asso luto e l'Incondizionato, sembra incredibile che ci siano cristiani che non sappiano trovare quotidianamente qualche minuto per lui e non sappiano donar gli neppure un'ora del giorno che è suo (e perciò si chiama "domenica").Sembra incredibile - deve dire ciascuno di noi - che io sia così lento e anzi restio a spalancargli il mio cuore, per godere della fortuna insperata di un'intimità con lui, fortuna che ci è stata formalmente promessa: Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, e a tu per tu noi ceneremo insieme (ibid.).Non solo dunque un ospite vuol essere Gesù, ma addirittura un mendicante sulla soglia della nostra casa: un mendicante che chiede solo un po' d'amore. Non vuole le nostre cose, vuole noi: vuole i nostri pensieri, i nostri sentimenti, la totalità di quello che siamo.È però un insolito mendicante: più che ricevere, dona; più che farsi aiutare, arricchisce; più che essere accettato, ci accetta e ci innesta nella sua stessa realtà. Ci conviene quindi affrettarci ad aprirgli, perché - dice sant'Ambrogio - «Tutto abbiamo in Cristo. Ogni anima gli si avvicini. O che sia malata per i peccati del corpo o come inchiodata dai desideri monda ni oppure ancora imperfetta, ma sulla via della perfezione grazie all'assidua meditazione..., ogni anima è in potere del Signore, e Cristo è tutto per noi. Se vuoi curare una ferita, egli è medico; se sei riarso dalla febbre, è fontana; se sei oppresso dall'iniquità, è giusti zia; se hai bisogno di aiuto, è forza; se temi la morte, è vita; se desideri il cielo, è via; se fuggi le tenebre, è luce; se cerchi cibo, è alimento. Dunque "gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l'uomo che in lui si rifugia"» (De virginitate 99).LE PREOCCUPAZIONI TERRENE NON DEVONO SOFFOCARE LA NOSTRA TENSIONE VERSO LA VERITÀDue immagini di donna ci sono offerte come modello di questo riconoscimento della totalità di Cristo e della perfetta adesione a lui.Maria appare come colei che più intimamente è affascinata dalla bellezza di questo mistero: il mistero di un Dio che si fa pellegrino, ospite, amico; un mistero che verosimilmente lo stesso Gesù le sta a poco a poco rivelando con voce ammaliante, mentre lei è seduta ai suoi piedi, dimentica di ogni altra incombenza.Marta ci insegna che bisogna anche darci da fare perché il Signore sia degnamente ospitato; diventi cioè una presenza efficace non solo nel segreto della nostra coscienza, ma anche nell'umanità in cui viviamo.Non viene rimproverata per il suo lavoro, senza del quale quella sera Gesù non avrebbe neppur cenato; piuttosto viene illuminata perché le molte preoccupazioni terrene non arrivino a far dimenticare il senso ultimo e la ragione vera di ciò che si compie. E viene anche dolcemente corretta perché non sia tentata di disistimare la tensione verso la contemplazione della verità salvifica e della sapienza eterna: Maria si è scelta la parte migliore che non le sarà tolta (Lc 10,42).«Preoccupiamoci anche noi - dice ancora sant'Ambrogio - di possedere ciò che nessuno ci possa togliere, prestando un ascolto non superficiale, ma diligente; infatti perfino i semi della parola celeste sono anch'essi portati via, se vengono gettati lungo la strada.Ti sospinga, come Maria, il desiderio della sapienza: questa infatti è l'opera più grande, questa è l'opera più perfetta; e la sollecitudine per il ministero non ti distolga dal conoscere la parola celeste. Non criticare quindi e non pensare che perdano il tempo coloro che vedi dedicarsi alla sapienza» (In Lucam VII,85). In fondo, l'esortazione più immediata e decisiva che ci viene da questa pagina, è il richiamo a un principio che Gesù ha chiaramente proposto, ma che noi siamo spesso nel nostro comportamento inclini a dimenticare: Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte le altre cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33).Nel Regno di Dio, cioè nella vita senza fine - nota sant'Agostino - non ci sarà più la fatica dell'essere immersi nella molteplicità logorante delle cose e dei problemi; ci sarà invece per sempre l'unificazione di tutte le cose nella carità: «Transit labor multitudinis et remanet caritas unitatis».Il Signore ci conceda di anticipare già adesso questa felice semplificazione del nostro spirito e della sua attività; di non disperderci nelle molte sollecitudini e nelle molte attrattive che passano e deludono; di indirizzare ogni nostra interiore facoltà al pensiero e alla speranza del Regno di Dio.
Per approfondire gli argomenti della puntata: La nostra serie Imperatores, sugli imperatori romani : https://youtube.com/playlist?list=PLpMrMjMIcOkkIDocjNI3Q7gCk-4bOiVVO Le altre puntate sulla storia di Roma antica : https://youtube.com/playlist?list=PLpMrMjMIcOkkVlao9HeDl3jIHVKO3IcR_ Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Il ricordo del beneficio ricevuto dovrebbe suscitare nell’animo sentimenti di riconoscenza e di gratitudine. Non di rado, invece, esso induce alla dimenticanza o, quel che è peggio, a rimuovere completamente la situazione di bisogno vissuta, perché giudicata come offensiva alla propria reputazione personale. È, lo sentiamo nella prima lettura di oggi, il comportamento degli Egiziani nei confronti degli Ebrei, discendenti di Giuseppe e dei suoi fratelli. La loro presenza, stimata come una benedizione di Dio nel momento della carestia, ora pesa sul popolo, preoccupato del numero in continuo aumento degli Israeliti, come una terribile minaccia. Che cosa fare? Rendere loro la vita sempre più difficile con lavori pesanti e sopprimere fin dalla nascita tutti i loro bambini maschi. Ma Dio non cessa di benedire il suo popolo. Il discorso si fa molto più aspro nelle parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli. Non solo vi saranno contrasti tra nazione e nazione, tra le diverse etnie, ma la spada della divisione giungerà fin nell’ambito familiare. Nel nuovo Regno, i nemici dell’uomo saranno i suoi stessi familiari. Anzi, il discepolo deve essere pronto a preferire il Signore Gesù ai propri genitori, ai figli o ai parenti: una scelta che non ammette eccezioni. Chi si comporta diversamente, “non è degno di me”. La persona del discepolo diventa sacra come quella del Maestro: accoglierlo è come accogliere Gesù stesso, anzi, il Padre. E non resterà senza ricompensa nemmeno un bicchiere d’acqua fresca offerto in suo nome. Appartenere a Lui costa alla natura umana, ma è anche un guadagno: viene identificata con la persona di Gesù, invitata a vivere la sua stessa consacrazione al Padre. È il caso di ripetere con i Padri della Chiesa: considera, o cristiano, la tua vocazione!
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Nel brano che ci viene proposto oggi, il vecchio Giacobbe termina i suoi giorni. Una morte circonfusa di mistero, ma anche di tanta luce. Egli viene riunito ai suoi antenati. Non c’è ancora la luce di Cristo che fa pensare alla risurrezione, ma Giacobbe, con gli altri Patriarchi, aspetta quel momento felice in cui la morte sarà vinta proprio dall’Autore della vita. La morte è sempre un grande mistero… la Bibbia ce la presenta come un passaggio: andare incontro al Signore. È anche il momento dei grandi messaggi, che dovrebbero perpetuare la memoria dei padri. Raccomandazioni, consigli, dettati sul letto di morte, sono come un’eredità preziosa che, mentre mantiene viva la memoria, spinge a far rivivere nelle scelte dei figli le gesta virtuose degli antenati e costituisce un legame che fa parte della nostra storia. La scomparsa di Giacobbe getta un grande timore nell’animo dei suoi figli, colpevoli di aver venduto schiavo il fratello Giuseppe per una insana invidia. Questi li rassicura con animo mite e pieno di affetto, interpretando la loro indiscussa cattiveria come una permissione del Signore per i suoi fini, che si sono manifestati nella grande carestia. Verrà il momento in cui il popolo israelita lascerà l’Egitto per ritornare nella terra di Canaan. Allora anche i resti mortali di Giuseppe riceveranno sepoltura nel sepolcro di famiglia, vicino ad Abramo, Isacco, Sara… e al padre Giacobbe. Nel brano del Vangelo, Gesù esorta i suoi discepoli a mantenersi fedeli alla sua parola e al suo insegnamento. La predicazione del Regno attirerà loro persecuzioni e incomprensioni, a volte anche prigionia e morte. Egli li rassicura: non temete chi ha il potere di uccidere il corpo; temete invece chi può far perire l’anima e il corpo. Ogni vita umana vale più dei passeri. E un incoraggiamento ancora più forte: chi mi avrà confessato presso gli uomini, sarà da me riconosciuto dinanzi al Padre mio. Vivere in questa fiducia significa dare pace e serenità al nostro spirito. Qualunque sia la mia situazione, io valgo più di tanti passeri… Ti ringrazio, Signore, della tua paterna e… materna tenerezza!
Bruno Quaranta"La vita e l'opera scientifica di Francesco Ruffini"Gioele SolariNino Aragno Editorewww.ninoaragnoeditore.it“Era nato nel Canavese, a Lessolo, il 10 aprile 1863 da famiglia oriunda da Andrate e discesa a Borgofranco d'Ivrea”. Esordisce così La vita e l'opera scientifica di Francesco Ruffini, il profilo che Gioele Solari compose nell'estate del 1934 per la Rivista internazionale del diritto. Il collega nell'Università torinese, docente di Diritto ecclesiastico, fra i professori che non giurarono fedeltà al fascismo, era da poco scomparso, in marzo. Liberale, senatore del Regno, ministro dell'Istruzione pubblica nel governo Boselli (1916-1917). Tra le sue opere: Diritti di libertà (Gobetti editore), La libertà religiosa (un'edizione sarà curata da Jemolo, l'allievo prediletto), Studi sul giansenismo, La vita religiosa di Alessandro Manzoni, La giovinezza di Cavour. “Storico fu e volle essere il Ruffini – ricordava Gioele Solari – e dello storico ebbe in alto grado la passione, l'insoddisfazione, la pazienza della ricerca, l'ossessione del nuovo, lo scrupolo dell'oggettività, il disinteresse eroico”.Gioele Solari, giurista e filosofo, nacque ad Albino (Bergamo) nel 1872 e morì a Torino nel 1952. Qui conseguì tre lauree: in Giurisprudenza, in Lettere e in Filosofia. Allievo di Giuseppe Carle, fu docente di Filosofia del diritto dal 1918 al 1948. Alla sua scuola, nel segno dell'”idealismo sociale”, si formarono, tra gli altri, Piero Gobetti, Alessandro Passerin d'Entreves, Norberto Bobbio, Luigi Firpo, Renato Treves, Aldo Mautino. Tra le sue opere: La scuola del diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche dei secoli XVII e XVIII, L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto privato, Studi storici di filosofia del diritto. “Egli fu – così lo ricordava Bobbio, che ne ereditò la cattedra – un devoto dell'imperativo categorico, che non prescrive altra condotta che quella assunta per libera decisione nel rispetto del dovere morale. In ciò fu kantiano, di un kantismo […] non formale, ma ricco di contenuto metafisico e religioso per cui la moralità è il riflesso del divino in noi”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, colui che poi lo tradì.Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».Parola del SignoreCommento di Don Mattia, sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
La sofferenza ha uno scopo? Oggi la lettura dell’Antico Testamento pare dirci che tutto ha un senso, che tutto si risolve secondo i piani di Dio. Giuseppe, dopo essere stato venduto come schiavo ed essere diventato un “pezzo grosso” alla corte del faraone, diventa mezzo per salvare gli stessi fratelli, eredi della promessa, che lo hanno tradito. Sembra una storia un po’ troppo già definita, dove tutto avviene secondo schemi precostituiti e in cui nessuna libertà è concessa, nemmeno quella del male, che si volge • come già in altre parti del medesimo libro • in bene. È, in tutti i modi, un grande messaggio di speranza per l’uomo. Invece, leggendo il brano evangelico, sembra proprio che non vi sia possibilità di salvezza per chi rifiuta l’annuncio del Regno. Ma vi è anche fiducia in Dio, che non abbandona chi si mette al suo servizio. Una magnifica lezione di fedeltà da parte di Dio ci viene da queste due letture. I personaggi non sono grandi, le situazioni non sono epiche e i fatti sono ordinari: l’unica grandezza viene da Dio, che, nonostante tutto, mantiene la parola data e • come nel Vangelo • porta l’uomo a collaborare al suo piano di salvezza.
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni». Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».
Dal Vangelo secondo MatteoIn quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».Parola del SignoreCommento di Don Mattia, sacerdote della Diocesi di CuneoPodcast che fa parte dell'aggregatore Bar Abba: www.bar-abba
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni».Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».Parola del Signore.
Nonostante l'inferiorità di uomini e mezzi, il piccolo Regno di Serbia resiste a un secondo tentativo di invasione austroungarico. Tuttavia, quando la Duplice Monarchia colpisce per la terza volta, i Serbi cominciano a vacillare.Seguimi su Instagram: @laguerragrande_podcastSe vuoi contribuire con una donazione sul conto PayPal: podcastlaguerragrande@gmail.comScritto e condotto da Andrea BassoMontaggio e audio: Andrea BassoCon la partecipazione di Zeno Du BanFonti dell'episodio:Mile Bjelajac, Generali i admirali Kraljevine Jugoslavije 1918—1941, Institut za noviju istoriju Srbije, 2004Mile Bjelajac, Serbia, 1914-1918 Online, 2015M. Clodfelter, Warfare and Armed Conflicts: A Statistical Encyclopedia of Casualty and Other Figures, 1492–2015, McFarland, 2017Dennis Cove, Ian Westwell, History of World War I, Marshall Cavendish, 2002Richard C. Hall, War in the Balkans, 1914-1918 Online, 2018Peter Hart, La grande storia della Prima Guerra Mondiale, Newton & Compton, 2013David Jordan, The Balkans, Italy & Africa 1914–1918: From Sarajevo to the Piave and Lake Tanganyika, Amber Books, 2014Lepe i umne ponos roda svog, Srpsko Nasleđe – Istorijske Sveske, 1999James Lyon, Serbia and the Balkan Front, 1914: The Outbreak of the Great War, Bloomsbury Publishing, 2015Andrej Mitrović, Serbia's Great War, 1914–1918, Purdue University Press, 2007Božica Mladenović, Women's Mobilization for War (South East Europe), 1914-1918 Online, 2014Dmitar Tasić, Warfare 1914-1918 (South East Europe), 1914-1918 Online, 2014Roberto Todero, Ed ogni tanto qualche palla fischiava oltre le nostre teste, Pro Loco Fogliano di Redipuglia, 2021Spencer Tucker, World War I: Encyclopedia, 2005 Geoffrey Wawro, A Mad Catastrophe: The Outbreak of World War I and the Collapse of the Habsburg Empire, Basic Books, 2014In copertina: la battaglia per il monte Jagodnia, metà settembre 1914.
Quando si parla di processi alle streghe pensiamo immediatamente a quei drammatici eventi in cui si costringeva qualche poveretta o poveretto ad ammettere con la tortura inesistenti crimini diabolici. E di solito collochiamo questi avvenimenti in un'epoca che si conclude a fine Seicento, inizio Settecento. Invece, le cronache ci dicono che un'accusa di stregoneria fu contestata in pieno Ventesimo secolo da un moderno tribunale di Londra a una quarantaseienne scozzese. Possibile?Una produzione Think about Science: thinkaboutscience.comCon: Massimo Polidoro e Giulio Niccolò Carlone; Video editing: Elena Mascolo, Fotografia: Claudio Sforza; Musiche: Marco Forni; Logo e animazioni: Zampediverse; Social - Comunicazione: Giacomo Vallarino - Grafiche: Roberta Baria; Distribuzione audio: Enrico Zabeo; Titoli: Jean SevillaÈ ARRIVATO IL MIO NUOVO LIBRO: "Una vita ben spesa. Trovare il senso delle cose con Leonardo, Einstein e Darwin": https://amzn.to/4leRDORLEGGI UN ESTRATTO: https://bit.ly/4jRHXIN LEGGI la mia graphic novel: "Figli delle stelle" (con Riccardo La Bella, per Feltrinelli Comics): https://amzn.to/47YYN3KLEGGI: "Sherlock Holmes e l'arte del ragionamento" (Feltrinelli), il mio ultimo libro: https://amzn.to/3UuEwxSLEGGI: "La meraviglia del tutto" l'ultimo libro di Piero Angela che abbiamo scritto insieme: https://amzn.to/3uBTojAIscriviti alla mia NEWSLETTER: L' "AVVISO AI NAVIGANTI": https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainavigantiAderisci alla pagina PATREON, sostieni i miei progetti e accedi a tanti contenuti esclusivi: /massimopolidoroScopri i miei Corsi online: "L'arte di Ragionare", "Psicologia dell'insolito", "L'arte di parlare in pubblico" e "l'Arte del Mentalismo": https://www.massimopolidorostudio.comPER APPROFONDIRELe musiche sono di Marco Forni e si possono ascoltare qui: https://hyperfollow.com/marcoforniLEGGI i miei libri: "Sherlock Holmes e l'arte del ragionamento": https://amzn.to/3UuEwxS"La meraviglia del tutto" con Piero Angela: https://amzn.to/3uBTojA"La scienza dell'incredibile. Come si formano credenze e convinzioni e perché le peggiori non muoiono mai": https://amzn.to/3Z9GG4W"Geniale. 13 lezioni che ho ricevuto da un mago leggendario sull'arte di vivere e pensare": https://amzn.to/3qTQmCC"Il mondo sottosopra": https://amzn.to/2WTrG0Z"Pensa come uno scienziato": https://amzn.to/3mT3gOiL' "Atlante dei luoghi misteriosi dell'antichità": https://amzn.to/2JvmQ33"La libreria dei misteri": https://amzn.to/3bHBU7E"Grandi misteri della storia": https://amzn.to/2U5hcHe"Leonardo. Genio ribelle": https://amzn.to/3lmDthJE qui l'elenco completo dei miei libri disponibili: https://amzn.to/44feDp4Non perdere i prossimi video, iscriviti al mio canale: https://goo.gl/Xkzh8ARESTIAMO IN CONTATTO:Ricevi l'Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale: https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainavigantie partecipa alle scelte della mia communitySeguimi:Patreon: massimopolidoroCorsi: massimopolidorostudio.comInstagram: @massimopolidoroPagina FB: Official.Massimo.Polidoro X: @massimopolidoro Sito: http://www.massimopolidoro.comQuesta descrizione contiene link affiliati, il che significa che in caso di acquisto di qualcuno dei libri segnalati riceverò una piccola commissione (che a te non costerà nulla): un piccolo contributo per sostenere il canale e la realizzazione di questi video. Grazie per il sostegno!
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8204OMELIA XIV DOMENICA T.O. - ANNO C (Lc 10,1-12.17-20) di Giacomo Biffi Dopo aver ricordato, nel capitolo 9, la missione degli Apostoli, l'evangelista Luca, in questo capitolo decimo, ci racconta la missione del gruppo più numeroso dei discepoli. La prima, nel numero dodici degli inviati, richiamava le tribù di Israele; la seconda, col numero settantadue, richiama tutta l'umanità: settantadue era infatti il numero dei popoli della terra secondo l'elenco dell'antico Libro della Genesi. Le due missioni sembrano dirci che, se la salvezza deve essere proposta prima di tutto al popolo ebreo, deve però arrivare fino ai confini del mondo. Designò... li inviò... Anche per questa missione, come per quella degli Apostoli, Gesù non lascia ad altri la decisione. È lui che sceglie, che incarica, che manda. Tutto ciò perché risulti chiaro e incontestabile che nel piano di salvezza ogni autentica missione è un dono dall'alto e che nel disegno di Dio gli uomini non sono salvati dall'iniziativa di altri uomini ma dall'amore del Padre. Tanto è vero che, se gli operai scarseggiano in questa divina impresa, non ad altri ci si deve rivolgere ma al Signore di tutto: Pregate il Padrone della messe, per ché mandi operai per la sua messe. È interessante poi esaminare quali siano le istruzioni che ricevono gli inviati di Gesù. 1. Non devono essere impacciati dalle ricchezze, non devono cercare gli appoggi delle potenze mondane (siano esse politiche, economiche, sindacali o dell'informazione) perché la loro forza sta tutta nella parola di Dio che annunciano e nella grazia di Dio di cui sono ministri. Badate che Gesù non dice che devono parlare troppo della loro povertà o presentarla come un manifesto pubblicitario. Dice che devono essere poveri, e se lo sono silenziosamente, nascostamente, dignitosamente, tanto meglio. 2. Non salutate nessuno lungo la strada. In Oriente il saluto tra due che si incontrano nel loro cammino può consistere in ore di conversazione. Gesù dunque non dice che i suoi inviati devono essere scortesi, ma che non devono lasciarsi distrarre dall'adempimento della loro missione né devono prestare eccessiva attenzione alle opinioni, alle chiacchiere, alle critiche, alle lodi ambigue di chi non è per niente interessato all'annuncio del Regno di Dio. La loro prima e più grande attenzione è verso il Padre che li ha incaricati e verso il compito che hanno ricevuto. 3. Ma non devono farsi illusioni: saranno sempre agnelli in mezzo ai lupi. Se restano discepoli fedeli del Signore, devono aspettarsi incomprensioni e calunnie. 4. Essi portano una cosa preziosa, cioè l'annunzio di salvezza. Lo devono offrire, ma non devono sprecarlo. Se qualcuno non lo vuole, peggio per lui. Non devono mendicare il favore e l'accoglimento degli uomini. Non è il Vangelo ad aver bisogno degli uomini, ma sono gli uomini ad aver bisogno del Vangelo, un bisogno profondo, ardente, disperato, anche se non ne sono sempre consapevoli. Non bisogna scendere di prezzo o portare per forza nel Regno di Dio coloro che si rifiutano di entrarvi. 5. L'operaio è degno della sua mercede. Gesù vuole che gli inviati da lui siano normalmente a tempo pieno. Non prende neppure in considerazione il caso di un apostolo che continui a fare il suo lavoro o a vivere con la sua famiglia: il lavoro unico dell'apostolo è l'annuncio del Regno, la sua famiglia è la comunità che è edificata dalla sua parola di salvezza. A questa comunità Gesù affida il sostentamento materiale dei suoi incaricati. Quelli che capiscono il valore del dono che ricevono, saranno lieti di obbedire a questa direttiva del Signore. A quelli che non capiscono nessuno domanda niente. 6. Dite loro: "È vicino a voi il Regno di Dio". Che cosa devono dire i discepoli? Essi devono soprattutto e in primo luogo annunciare il Regno di Dio, che è vicino, che è imminente, a cui tutti dobbiamo prepararci con la conversione, verso il quale dobbiamo tendere con desiderio fiducioso.LA NOSTRA PREGHIERA PER GLI APOSTOLI DEL SIGNORE Queste sono le istruzioni di Cristo a coloro che egli manda come suoi portavoce tra gli uomini. La nostra meditazione si deve ora mutare in preghiera. Preghiamo perché gli operai della vigna del Signore non manchino. Preghiamo perché siano sempre fedeli ai comandi che hanno ricevuto. Noi non abbiamo bisogno di annunciatori della parola che cambino il Vangelo con la scusa di adattarlo al nostro tempo, ma di annunciatori che tentino ogni giorno, magari riuscendoci poco, di cambiare se stessi per essere ogni giorno più conformi al Vangelo che non cambia.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Quando si rimane affascinati da qualcuno o un ideale forte preme dentro di noi, ci accompagna spesso la convinzione che stiamo per intraprendere un percorso pieno di sicurezze e di garanzie. Non accade così con il Signore: egli, cominciando da Abramo, chiama a sé, propone il suo progetto, ma senza dare indirizzi precisi e, ancor meno, prospettive di successo. Allo scriba che gli si accosta e, mosso da sicura ammirazione, fa la sua offerta di mettersi alla sua sequela: «Maestro, io ti seguirò dovunque tu andrai», Gesù risponde: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». Egli così sta proclamando non tanto la sua povertà, ma il necessario e indispensabile distacco dalle cose del mondo. Sta ribadendo al suo interlocutore, e a tutti noi, che dobbiamo cercare tesori che non periscono. Dobbiamo guardare le cose di lassù e non quelle della terra. Vuole ancora dirci che in lui dobbiamo riporre ogni nostra fiducia: è lui il tesoro nascosto che ci è dato di scoprire, lui la nostra vera ricchezza. Gesù lo scandirà ancora ai suoi, quando affiderà loro la missione di andare ad annunciare il suo Regno: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». La caratteristica del cristiano è il distacco dai beni del mondo per mettere al primo posto il Signore. I suoi ministri hanno il dovere di andare “sgombri” di ogni peso e liberi da ogni umana preoccupazione. È difficile, oggi, convincersi che il distacco dai beni materiali e l’abbandono fiducioso alla provvidenza divina possano essere motivo di interiore libertà e garanzia di vera ricchezza. Gesù mette sullo stesso piano, per chi vuole seguirlo nel suo Regno, il distacco dalle umane sicurezze e quello dagli affetti umani: «Signore, permettimi di andar prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Sèguimi e lascia ai morti seppellire i loro morti». San Benedetto dice ai suoi monaci che nulla debbono anteporre all’amore di Cristo; questo, però, vale anche per ogni cristiano.
Dal 28 giugno Sanluri si trasforma in un grande accampamento medievale: documenti inediti, rievocazioni e un racconto di Gianni Mereu che parte dal 1409 per arrivare all'Italia unita. Ogni anno Sanluri si prepara a rivivere il passato con la rievocazione storica della battaglia del 1409, un evento che non è soltanto spettacolo, ma anche memoria attiva e identità collettiva. Quest'anno, con la XIV edizione, il cuore dell'iniziativa sarà ancora una volta la voce appassionata di Gianni Mereu, studioso e ricercatore che da anni scava negli archivi storici della Corona d'Aragona per riportare alla luce una storia dimenticata. Mereu racconta come, nel 1996, il ritrovamento di alcuni documenti negli archivi di Barcellona abbia rivelato un'immagine più complessa e strutturata di Sanluri e della sua battaglia. Non si trattava di uno scontro marginale, ma di un momento chiave per la trasformazione del Giudicato di Arborea e per l'affermazione del Regno di Sardegna come primo nucleo istituzionale dello Stato italiano. Secondo Mereu, la battaglia non segnò la fine del giudicato, ma fu l'inizio di un lungo processo politico e culturale, che avrebbe portato, tre secoli dopo, all'Unità d'Italia. Un archivio umano di storie: prigionieri, atti notarili e la figura della "Bella di Sanluri" Durante il convegno del 28 giugno, ospitato nel suggestivo castello aragonese di Sanluri, verranno presentati documenti originali, tra cui atti notarili relativi alla vendita di prigionieri catturati dopo l'assalto al borgo da parte della fanteria catalana. Sono testimonianze che mettono in luce episodi di deportazione, schiavitù e scelte politiche cruciali per la Sardegna e per l'intero Mediterraneo del tempo. Tra i documenti più toccanti, Mereu cita la vendita di una bambina di sette anni, Elena, acquistata da un chierico catalano con la promessa di sepoltura in terra consacrata. Ma anche la storia della misteriosa “Bella di Sanluri”, figura centrale in una rete di lettere e testimonianze, amata da Martino il Giovane e testimone silenziosa di un passaggio storico epocale. Questi racconti non sono leggende, ma emergono da lettere conservate negli archivi di Barcellona, Alghero e perfino dal Vaticano. La storia sarda come culla dell'Italia unita: un racconto da riconoscere e valorizzare Per Mereu, la battaglia di Sanluri non deve restare un fatto locale. È l'avvio di una narrazione politica più ampia, quella del Regno di Sardegna come stato fondante dell'Italia unita. La continuità istituzionale che parte dal 1324, passa per Carlo Alberto e arriva fino alla Repubblica Italiana, non si è mai interrotta. Da qui nasce la provocazione storica dello studioso: “Prima che i sardi diventassero italiani, tutti gli italiani erano sardi”. È dunque essenziale, secondo Mereu, che la Sardegna si riappropri di questo ruolo nella storia nazionale, valorizzandolo nelle scuole, nei musei, nelle istituzioni. Solo così potrà smettere di essere vista come un'isola ai margini e diventare a pieno titolo crocevia della storia italiana.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8203OMELIA SOLENNITA' SS. PIETRO E PAOLO (Mt 16,13-19) di Papa Benedetto XVI Siamo riuniti attorno all'altare per celebrare solennemente i santi Apostoli Pietro e Paolo, principali Patroni della Chiesa di Roma. [...]Davanti alla Basilica di San Pietro, come tutti sanno bene, sono collocate due imponenti statue degli Apostoli Pietro e Paolo, facilmente riconoscibili dalle loro prerogative: le chiavi nella mano di Pietro e la spada tra le mani di Paolo. Anche sul portale maggiore della Basilica di San Paolo fuori le mura sono raffigurate insieme scene della vita e del martirio di queste due colonne della Chiesa. La tradizione cristiana da sempre considera san Pietro e san Paolo inseparabili: in effetti, insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. A Roma, poi, il loro legame come fratelli nella fede ha acquistato un significato particolare. Infatti, la comunità cristiana di questa Città li considerò come una specie di contraltare dei mitici Romolo e Remo, la coppia di fratelli a cui si faceva risalire la fondazione di Roma. Si potrebbe pensare anche a un altro parallelismo oppositivo, sempre sul tema della fratellanza: mentre, cioè, la prima coppia biblica di fratelli ci mostra l'effetto del peccato, per cui Caino uccide Abele, Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l'uno dall'altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi. [...]TU SEI PIETRONel brano del Vangelo di san Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la «pietra», la «roccia», il fondamento visibile su cui è costruito l'intero edificio spirituale della Chiesa. Ma in che modo Pietro è la roccia? Come egli deve attuare questa prerogativa, che naturalmente non ha ricevuto per se stesso? Il racconto dell'evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell'identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene «dalla carne e dal sangue», cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da «carne e sangue»: egli «si mise a rimproverare il Signore: ... questo non ti accadrà mai». E Gesù a sua volta replicò: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...». Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon. Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall'alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall'altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l'apertura all'azione di Dio può trasformare.LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNOE nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi», cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento, «non praevalebunt». Viene alla mente il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione, disse: «Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno - non praevalebunt -, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18-19). In realtà, la promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», dal potere distruttivo del male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunità fondata da Gesù Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di là dell'esistenza personale di Pietro stesso.SIMBOLO DELLE CHIAVIPassiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Esso rimanda all'oracolo del profeta Isaia sul funzionario Eliakìm, del quale è detto: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). La chiave rappresenta l'autorità sulla casa di Davide. E nel Vangelo c'è un'altra parola di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, ai quali il Signore rimprovera di chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini (cfr Mt 23,13). Anche questo detto ci aiuta a comprendere la promessa fatta a Pietro: a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr Ap 3,7). Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L'espressione «legare e sciogliere» fa parte del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall'altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra... nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell'esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.LEGARE E SCIOGLIERENel capitolo 18 del Vangelo secondo Matteo, dedicato alla vita della comunità ecclesiale, troviamo un altro detto di Gesù rivolto ai discepoli: «In verità vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo» (Mt 18,18). E san Giovanni, nel racconto dell'apparizione di Cristo risorto in mezzo agli Apostoli alla sera di Pasqua, riporta questa parola del Signore: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Alla luce di questi parallelismi, appare chiaramente che l'autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. E questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male, è nel cuore del mistero e del ministero della Chiesa. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell'amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. I detti di Gesù sull'autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l'amore, l'amore che irradia la sua luce dal Calvario. Così possiamo anche comprendere perché, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesù con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l'umanità intera.HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIACari fratelli, come ricordavo all'inizio, la tradizione iconografica raffigura san Paolo con la spada, e noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo, però, gli scritti dell'Apostolo delle genti, scopriamo che l'immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore. Egli, ad esempio, sentendo avvicinarsi la morte, scrive a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia» (2 Tm 4,7). Non certo la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell'edificio spirituale della Chiesa. [...]
- L'incontro fra Gesù e un uomo di nome Nicodemo; e l'affermazione più strana che quest'uomo potesse aspettarsi: “Bisogna nascere di nuovo, se si vuole vedere il Regno di Dio”. Il pastore Giuseppe La Torre prende in esame, nel suo commento biblico, questa nota storia evangelica. Nicodemo, uno dei farisei, è messo alle strette da Gesù. - Nella seconda parte della trasmissione raccontiamo di un lavoro che potremmo definire non vistoso, ma interessante: nella chiesa riformata di Lugano è visibile un modello dell'edificio, realizzato dall'architetto Claudio Mudry per rendere visibili a chi visita la chiesa le diverse fasi e riorganizzazioni architettoniche degli spazi che si sono succedute dal 1900 ad oggi. - Il dossier del numero di giugno del mensile “Voce evangelica”, edito dalla Conferenza delle Chiese evangeliche di lingua italiana in Svizzera, è dedicato all'emergenza vocazioni pastorali. In Svizzera si registrano infatti numeri impietosi, per quanto concerne la carenza di forze pastorali. Nel 2024 sono state notificate 109 posizioni aperte nella Svizzera tedesca: e questo numero è il doppio rispetto all'anno precedente.
7 PASSI PER ESPUGNARE GERICOPer ognuno di noi c'è un proposito, una promessa che Dio ha fatto alla nostra vita e che Egli porterà a termine.Noi, però, talmente appesantiti dalla vita e dalle nostre cose, ci facciamo allontanare dal nostro proposito.Dio ci dà e ci ricorda la nostra capacità di risolvere le cose e vincere la battaglia ma, noi, come il popolo di Israele neghiamo la possibilità di farcela.Numeri 13La fede si contrappone al dubbio, è quella caratteristica che porta le persone nel Regno di Dio, perché ci fa avere certezza anche di cose che non si vedono.La nostra fede deve crescere e nella nostra vita ci saranno tante conquiste ma che necessariamente devono passare attraverso l'obbedienza.Past Catherine Labate08-06-2025
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dagli Atti degli Apostoli +In quei giorni, da Milèto Paolo mandò a chiamare a Èfeso gli anziani della Chiesa.Quando essi giunsero presso di lui, disse loro: «Voi sapete come mi sono comportato con voi per tutto questo tempo, fin dal primo giorno in cui arrivai in Asia: ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e le prove che mi hanno procurato le insidie dei Giudei; non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e di istruirvi, in pubblico e nelle case, testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù.Ed ecco, dunque, costretto dallo Spirito, io vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà. So soltanto che lo Spirito Santo, di città in città, mi attesta che mi attendono catene e tribolazioni. Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di dare testimonianza al vangelo della grazia di Dio.E ora, ecco, io so che non vedrete più il mio volto, voi tutti tra i quali sono passato annunciando il Regno. Per questo attesto solennemente oggi, davanti a voi, che io sono innocente del sangue di tutti, perché non mi sono sottratto al dovere di annunciarvi tutta la volontà di Dio».Parola del Signore.
In questa puntata raccontiamo la parabola storica della Jugoslavia, da progetto politico nato nel primo dopoguerra all'esperimento socialista di Tito, fino alla sua progressiva disgregazione.Partiamo dal mosaico etnico e religioso dei Balcani, dal Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, attraversiamo la guerra mondiale, la resistenza partigiana e la nascita della Jugoslavia titina, un paese a cavallo tra i due blocchi, corteggiato tanto dagli Stati Uniti quanto dall'URSS.Parleremo di fratellanza e unità, di dittatura e autogestione, di staffette giovanili e film epici, ma anche di tensioni latenti, repressioni e differenze mai del tutto risolte.Una storia affascinante e tragica, in bilico tra l'utopia e la frattura, che ci aiuta a capire come si costruisce — e come si frantuma — un'identità nazionale.
Alla fine della reggenza di Aegon III, al compimento dei suoi sedici anni, segue il regno spezzato del re spezzato, come direbbe Gyldayn. In attesa del secondo volume di Fire and Blood, volgiamo il nostro sguardo a The World of Ice and Fire, per vedere come sono andati i ventuno anni di regno post-reggenza di Aegon lo Sfortunato, Aegon l'Infelice, Aegon lo Spezzato, Aegon Rovina di Drago (George, almeno un nome carino ce lo potevi infilare qui, lasciatelo dire). Nonostante diverse difficoltà affrontate, sorprenderà leggere che il regno in realtà è da considerare, fino a prova contraria, pacifico. Aegon il giorno del suo sedicesimo compleanno fa delle promesse che si impegna a mantenere, alle quali cercherà di fare fede anche il fratello Viserys, anche se qualcuno gli renderà la vita difficile... perché non solo si parla di regno, in questo episodio, ma anche di eredità, e quella di Aegon III è forse più interessante di altre.Art by AmokLink utili:1) https://warsandpoliticsoficeandfire.wordpress.com/2015/08/12/gorged-on-grief-a-political-analysis-of-aegon-iii-targaryen/2) https://www.youtube.com/watch?v=kfu7TXrMJj8&t=29s&ab_channel=LaCittadella3) https://www.reddit.com/r/asoiaf/comments/13cpby9/dragonhatching_attempts_a_post_dragonbane/4) https://www.reddit.com/r/asoiaf/comments/gav7we/the_blood_of_old_valyria_part_v_how_to_build_a/5) https://www.reddit.com/r/asoiaf/comments/ajqyxo/spoilers_extended_pyres_and_blood_the_return_of/6) https://www.youtube.com/watch?v=ysRorXaGbG0&ab_channel=HarperCollinsPublishersUK7) https://georgerrmartin.com/notablog/2019/05/20/an-ending/8) https://georgerrmartin.com/notablog/2022/07/08/a-winter-garden/9) https://theelliedoll.tumblr.com/post/83506394249/so-i-am-finally-working-on-the-bran-fisher-king00:00 Intro e premesse01:45 Il regno di Aegon III22:10 "Gorged in grief": un'analisi politica di Aegon III01:11:21 Rovina di Drago: la morte dei draghi e il loro ritorno01:55:52 L'eredità di Aegon III02:40:15 ConclusioniSupportate il canale in cambio di contenuti esclusivi: https://www.patreon.com/LaCittadellaQui trovate tutti i link del canale e dei suoi host: https://linktr.ee/LaCittadella
Da oltre un decennio il tema della sicurezza e dell'immigrazione determina il successo nelle elezioni. Il laburista Starmer nel Regno unito ha capito la lezione ed indica la strada, per una rinascita della socialdemocrazia, anche attraverso una gestione sicuritaria dell'immigrazione.Ne parliamo con Stefano Folli, editorialista de la Repubblica e Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, leader di Alleanza Verdi Sinistra.
Trump a Riad tra armi e miliardi: annuncia la revoca delle sanzioni alla Siria.Gaza: bombardato un altro ospedale.Panama: il governo sfida gli insegnanti in sciopero.Germania: smantellata la rete dell'estrema destra del “Regno di Germania”.Uruguay: addio a Pepe Mujica, il presidente che scelse la povertà per onestà.
Episodio 183 Segui suoi social il pastore come: Pietro GaronnaIBAN per sostenere il ministero PDG Outside è IPF OUTSIDE - ODV:IT77C0306909606100000065544Se vuoi sostenere invece questo canale podcast puoi usare PayPal:paypal.me/viscere Il podcast continua ed è gratuito grazie al tuo sostegno.Alla prossima puntata!
La Guerra di Crimea (1853-1856) coinvolse Russia, Impero Ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna, alterando gli equilibri politici europei.
Pregare, come Te - Luis Gonzalez Matteo 6:9-13 - Gesù ci ha insegnato a pregare attraverso la preghiera del “Padre Nostro”. La paternità di Dio esprime tutto il senso del Vangelo. Gesù è venuto per renderci figli. Come Padre, Dio è sempre pronto ad accoglierci. Il suo Regno viene quando facciamo la Sua volontà. La Sua Parola è il nutrimento per la nostra anima. Il suo perdono arriva anche quando noi perdoniamo gli altri. Viviamo combattendo le tentazioni così da rimanere fuori dall'influenza del male.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8156PAPA FRANCESCO NON CHIUDERA' IL GIUBILEO (ACCADDE SOLTANTO A INNOCENZO XII) di Cristina Siccardi Papa Francesco ha aperto la porta Santa in San Pietro, dando inizio all'Anno Santo ordinario del 2025, la Vigilia di Natale dello scorso anno. Era in sedia a rotelle e le campane suonavano a festa. Il 21 aprile, il Lunedì dell'Angelo, dopo la Santa Pasqua, le campane di San Pietro, invece, hanno suonato a morto per la sua scomparsa, avvenuta a 88 anni di età. Il giorno prima ha voluto incontrare, a sorpresa, il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, poi è apparso dal loggione per impartire la benedizione Urbi et Orbi che ha pronunciato con un filo di voce e al termine è sceso in piazza sulla Papa-mobile tra la folla dei fedeli. È stato il suo ultimo saluto: poche ore dopo, alle 7,35, si è spento. Secondo le sue volontà non sarà sepolto in Vaticano, bensì nella basilica di Santa Maria Maggiore, una delle quattro basiliche Papali di Roma.Papa Francesco, che aveva già indetto il Giubileo straordinario della Misericordia nel 2015, non potrà chiudere l'Anno Santo nella data prevista, il 6 gennaio 2026.UNICO PRECEDENTEA un solo altro Pontefice accadde la stessa sorte: era Innocenzo XII (1615-1700), nato Antonio Francesco Pignatelli, che morì a 85 anni. Durante il suo pontificato la vita dei popoli europei fu spesso funestata dalle guerre. Il Papa indisse il Giubileo il 18 maggio 1699 con la bolla Regi Saeculorum e all'apertura, a causa delle sue precarie condizioni di salute, non poté presiedere personalmente; ma nel giorno di Pasqua di quell'anno, pur essendo ormai gravemente malato, a causa del gran numero di pellegrini venuti da tutte le parti impartì la benedizione solenne dal balcone del Quirinale. Morì il 27 settembre del 1700, quindi l'Anno Santo fu chiuso dal suo successore, Clemente XI (1649-1721), nato Giovanni Francesco Albani.Nonostante l'assenza del Papa, sostituito dal cardinale Emmanuel de Bouillon (1643-1715), la cerimonia di apertura del Giubileo si svolse solennemente alla presenza della regina di Polonia, María Cristina (1641-1716), vedova del sovrano Jan Sobieski, e dal granduca di Toscana, Cosimo III de' Medici (1642-1723). La regina era entrata in San Pietro scalza e vestita da penitente e l'enorme affluenza di fedeli passava in ginocchio attraverso la Porta Santa.Membro di un casato aristocratico, Antonio Pignatelli, nato a Spinazzola in Puglia, trascorse tutto il periodo di formazione a Roma nel Collegio dei Gesuiti, dove prese gli ordini sacri probabilmente nel 1643. Si laureò in utroque iure e papa Urbano VIII lo chiamò a svolgere le sue mansioni nella Curia romana. Fu ordinato vescovo il 27 ottobre 1652. Svolse la carriera diplomatica come nunzio apostolico e per undici anni, dal 1660 al 1671, risiedette all'estero, tra Confederazione polacco-lituana e Impero austriaco. Fu creato cardinale il 1º settembre 1681 da Innocenzo XI. Come porporato partecipò a due conclavi, nel 1689 e nel 1691, quando fu eletto successore di San Pietro.Convinto della necessità che il clero dovesse porsi a modello dei fedeli, il Pontefice fece pubblicare la costituzione apostolica Sanctissimus in Christo Pater (18 luglio 1695), con la quale richiese a ogni ordine religioso una più stretta osservanza delle regole e una più attenta preparazione dei giovani nei noviziati. Attento alla Liturgia, il 20 agosto 1692 emise un decreto sulla musica sacra, in tal modo dissipò la confusione causata dalle diversità di interpretazioni e illuminando tutta la questione.CONTRO IL NEPOTISMO E IL GIANSENISMOInnocenzo XII è passato anche alla storia per aver emanato, il 23 giugno 1692, la bolla Romanum decet pontificem con la quale si eliminava ogni pratica di nepotismo, proibendo di fatto ai pontefici di concedere proprietà, incarichi o rendite a qualsiasi congiunto; inoltre, nessun parente di essi avrebbe più potuto essere innalzato al cardinalato.Sotto il suo pontificato proseguì l'annosa controversia giansenista, che egli condannò fermamente come eresia nel 1699. Cultore mariano, il 15 maggio 1693, stabilì che tutte la chiese celebrassero la festa dell'Immacolata Concezione con un'ottava. Realista e cosciente dei pericoli musulmani che gravitavano sui popoli d'Europa, appoggiò l'Imperatore del Sacro Romano Impero Leopoldo I d'Asburgo (1640-1705), impegnato nella guerra contro l'Impero Ottomano nella Grande guerra turca (1683-1699). Dopo più di un decennio di duro conflitto, Leopoldo uscì vittorioso in Oriente grazie al geniale talento militare del principe Eugenio di Savoia-Soissons (1663-1736). Con il trattato di Karlowitz, l'Imperatore cristiano recuperò quasi tutto il Regno d'Ungheria, che era caduto sotto il potere turco negli anni successivi alla battaglia di Mohács del 1526.Attento non alle demagogie, ma ai concreti bisogni della Chiesa, Innocenzo XII riformò l'apparato giudiziario per rendere efficace ed efficiente l'azione dei tribunali romani, troppo lenti nel garantire la giustizia. Con la bolla Ad radicitus submovendum del 31 agosto 1692 soppresse tutti i tribunali e i giudici particolari e rimise tutte le cause ai giudici ordinari. Fece quindi erigere un palazzo a Montecitorio, dove concentrò tutti i tribunali dell'Urbe, l'attuale Palazzo Montecitorio, inaugurato nel 1696.Uomo di poche parole, ma dai molti fatti, nel 1692 fece realizzare il nuovo acquedotto di Civitavecchia, dichiarò porto franco lo scalo portuale e le conferì il titolo di Città. Ordinò la costruzione del porto di Anzio (soprannominato «di Nettuno»), che portò crescita e sviluppo del luogo. Fece anche aprire due dogane a Roma, una per il traffico di merci via acqua, presso il porto di Ripa Grande, l'altra per le mercanzie via terra, nel tempio di Adriano a piazza di Pietra e, come non bastasse, rafforzò le difese militari sulla linea di costa per contrastare la minaccia dei Corsari barbareschi.Nel 1693 decise di riorganizzare l'assistenza pubblica di Roma e iniziò con il raccogliere l'infanzia abbandonata in un'unica istituzione, progettando di concentrarvi anche le altre categorie di poveri assistiti. Nacque così il nucleo di quello che divenne l'Ospizio apostolico di San Michele a Ripa Grande.Proprio in occasione del Giubileo del 1700, fece aprire un nuovo raccordo viario tra la via Appia antica e la via Campana, oggi via Appia Nuova, nota ancora oggi come Appia Pignatelli.Patrono delle Arti e delle Scienze, dopo la sua morte, il suo amico e conterraneo, il cardinale don Vincenzo Petra (1662-1747) dei duchi di Vastogirardi, commissionò all'architetto Ferdinando Fuga un monumento funebre in suo onore in San Pietro, presidiato da due statue, opera dello scultore Filippo Valle, che rappresentano la Giustizia e la Carità.
Nella terza settimana dopo Pasqua, la liturgia della Chiesa ci ricorda come Gesù risorto consolida con la sua presenza e con il suo insegnamento la Chiesa nascente, prima della Sua Ascensione al Cielo. La Chiesa, nata sul Calvario, è una società visibile che ha bisogno di una gerarchia che la guidi. Questa gerarchia è costituita dagli Apostoli e dai loro successori, a cui Cristo ha dato il potere di insegnare e di amministrare i sacramenti. Nel loro ministero i Pastori della Chiesa sono coadiuvati da sacerdoti, a loro sottomessi per grado, rappresentati dai settantadue discepoli. Al vertice della gerarchia, come supremo pastore c'è Pietro, il principe degli Apostoli, al quale Nostro Signore ha dato le chiavi del Regno, che sono state trasmesse ai suoi 266 successori. La giurisdizione di Pietro è universale, perché universale è la missione che Cristo ha affidato ai suoi apostoli: “Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni” (Mt, 28, 19). Nello svolgimento della sua missione, la Chiesa rivivrà le sofferenze del Calvario, ma le persecuzioni, le eresie, gli scismi, le infedeltà, che incontrerà nel suo cammino non arresteranno il suo trionfo nel tempo e nell'eternità.
- La resurrezione riguarda personalmente ciascuna persona: non è un dogma, ma una possibilità di vita e tutto il messaggio evangelico non riguarda il tema “come posso andare nel Regno dei cieli dopo la morte”, ma “come posso vivere il Regno dei cieli durante la mia vita”. Elisabetta Tisi, parroca della Chiesa cattolica cristiana del Ticino, propone un ciclo di quattro meditazioni su cosa significhi la resurrezione nella vita e nella fede.- La Chiesa evangelica riformata del Sottoceneri aderisce al progetto “Toilet Twinning”, dell'associazione Tearfund: questo ente di beneficenza cristiano raccoglie fondi per realizzare servizi igienici in paesi in cui la carenza di acqua potabile e igiene sono una delle cause principali di malattie per le popolazioni locali. Obiettivo del progetto è di garantire a tutti e tutte dei servizi igienici sicuri e dignitosi: un obiettivo che appare scontato nella parte più ricca del pianeta, ma che non lo è affatto in molti paesi poveri. - A Lugano, Cena interreligiosa promossa dal Forum svizzero per il dialogo interreligioso e interculturale. Durante la serata, che si terrà presso la Comunità aramaica di Pregassona, verranno anche eseguiti canti e melodie della tradizione aramaica e di quella islamica. - Il numero di maggio del mensile “Voce evangelica” (della Conferenza delle Chiese di lingua italiana in Svizzera) presenta un Dossier sul tema della sessualità. Ne parliamo con la caporedattrice Gaëlle Courtens.
Regno di Azariah, chiamato anche Uzziah in Giuda. Zacccaria, re d'Israele. Shallum, re d'Israele. Menahem, re d'Israele. Pekahiah, re d'Israele. Pekah, re d'Israele. Jotham, re di Giuda.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8144I VERI PATRONI D'EUROPA, ALTRO CHE URSULA VON DER LEYEN di Cristina Siccardi I patroni d'Europa non sono Ursula von der Leyen, Roberta Metsola, António Costa, Kaja Kallas e neppure Macron e Steinmeier, bensì i santi Benedetto da Norcia, Cirillo e Metodio, Brigida di Svezia, Caterina da Siena e Teresa Benedetta della Croce, sui quali il Senato della Repubblica italiana scriveva nel 2017 in una pubblicazione dal titolo Patroni d'Europa. Percorsi di unità, di pace, di cultura: «In modi speciali essi sono stati tutti profondamente europei [...]. Se pace, cultura, dialogo, difesa dei diritti umani sono oggi imperativi morali per tutti i cittadini d'Europa, e non solo per chi si professa credente, dobbiamo riconoscere il merito a straordinari precursori. La loro voce, a distanza di secoli, ancora ha molto da dirci e da insegnarci». Leggendo queste considerazioni, occorre fare alcuni doverosi distinguo. L'allora presidente del Senato, Pietro Grasso, aveva riconosciuto il patronato dell'Europa dei santi menzionati; tuttavia, ha compiuto un'operazione conforme a tutti coloro che da molti anni cercano di assorbire le figure dei santi nell'agone del liberalismo laicista politico e religioso, strumentalizzando i loro insegnamenti.I santi patroni d'Europa hanno operato nella pace di Cristo e non del mondo; hanno tessuto le loro relazioni non in un vacuo dialogo, ma sulle linee costruttive del Vangelo; non hanno pensato e agito in modalità antropocentrica, ma evangelica e con spirito soprannaturale alla luce della Grazia di Dio; hanno dato priorità alla Gloria di Dio e non del mondo, concentrandosi sulla salvezza delle anime, considerando lesive le proposte e tentazioni mondane. Essi non sono stati «straordinari precursori» dell'ideologia europeista anticristiana, bensì Maestri nell'instaurare il Regno di Dio attraverso Cristo Re.San Benedetto da Norcia (480-547) è stato dichiarato «Santo patrono di tutta l'Europa» da papa Paolo VI il 24 ottobre 1964 con la lettera apostolica Pacis Nuntius. Cirillo e Metodio sono stati proclamati compatroni da papa Giovanni Paolo II il 31 dicembre 1980 con la lettera apostolica Egregiae virtutis; lo stesso Papa ha inoltre proclamato compatrone d'Europa santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena e santa Teresa Benedetta della Croce il 1º ottobre 1999.SAN BENEDETTO, SANTI CIRILLO E METODIOLa statura umana e cristiana di san Benedetto resta nella Storia un luminoso punto di riferimento in un'epoca di profondi mutamenti (come la nostra), quando l'antico ordinamento romano stava ormai crollando e stava per nascere una nuova era sotto l'impulso di nuovi popoli emergenti all'orizzonte dell'Europa. Attraverso la fondazione delle abbazie e dei monasteri nel continente, san Benedetto risanò le anime, bonificò i villaggi, promuovendo la coltivazione razionale delle terre, offrendo lavoro alle famiglie che vivevano e lavoravano intorno ai centri benedettini; salvò l'antico patrimonio culturale e letterario greco-romano, influì sulla trasformazione dei costumi dei barbari. La Regola benedettina portò ordine e civilizzazione grazie a due parole profondamente applicate «Ora et labora», che instillarono il senso del dovere, stando attenti alla propria coscienza e allo sguardo di Dio (ciò implicava, conseguentemente, il rispetto per i legittimi diritti altrui) e che promossero responsabilizzazione, coraggio, determinazione, tutto ciò, disse Giovanni Paolo II durante la sua visita pastorale a Norcia il 23 marzo 1980, «sulla base e in forza di una vita spirituale di fede e di preghiera assolutamente intensa ed esemplare».La missione dei fratelli Cirillo (826/827-869) e Metodio (815/825-885), evangelizzatori bizantini dei popoli slavi in Moravia e Pannonia (antica regione compresa tra i fiumi Danubio e Sava, che comprendeva la parte occidentale dell'attuale Ungheria, il Burgenland oggi Land austriaco, fino a Vienna, la parte nord della Croazia e parte della Slovenia), produsse nel IX secolo l'invenzione dell'alfabeto glagolitico, noto come «cirillico», dal nome del suo inventore e nato dal geniale sforzo di conciliare le lingue latina, greca e slava. Come san Benedetto aveva posto le basi dell'Europa latina, i due fratelli di Tessalonica innestarono nel continente la tradizione greca e bizantina, come riconobbe papa Pio XI con la Lettera Apostolica Quod Sanctum Cyrillum del 1927, definendoli «figli dell'Oriente, di patria bizantini, d'origine greci, per missione romani, per i frutti apostolici slavi».Le nazioni europee, con le loro lingue, le loro culture, i loro usi e costumi furono unite sotto il Sacro Romano Impero, che si instaurò sotto l'egida e il faro del Cristianesimo, un credo non rivoluzionario, non distruttivo, ma forte nei suoi principi e nei suoi valori del Dio Uno e Trino, di patria, di famiglia e proprietà privata. È di tutta evidenza che il collante di tante diversità fu la Fede religiosa, che rispettava ogni identità, a differenza della surrettizia Unione Europea che vuole imporre, senza rispetto di quelle identità, il livellante pensiero unico alle genti europee.Aver eliminato il Cristianesimo dalla linfa europea, come ben vediamo, ha trasportato il continente nel baratro del pensiero neonietzschiano, che nega verità oggettive, imponendo una pluralità di prospettive opinabili, in cui le “verità soggettive” e i presunti diritti sono legati all'ideologia schizofrenica di chi domina con politiche sovranazionali, tiranniche e schiavizzanti, che vanno contro le Leggi di Dio, ma anche contronatura, riproponendo in definitiva il «non serviam» di matrice luciferina. Se l'Europa era stata ferita e incrinata dalla rivoluzione protestante, oggi la presunta Unione Europea, claudicante e persa in un labirinto di confusione, è il frutto del suo tradimento a se stessa.SANTA BRIGIDA DI SVEZIA ED EDITH STEINSanta Brigida di Svezia (1303-1373) fu sposa, madre, monaca, mistica, donna di grande carità e coordinatrice di ordine e di pace dentro e fuori la Chiesa. Si recò a Roma per celebrare l'Anno Santo del 1350 e qui trovò una situazione drammatica: il Papa si era trasferito ad Avignone e il popolo romano era come un gregge senza pastore. C'era la peste e in Europa infuriava il conflitto tra Francia e Inghilterra. Nelle stanze di Palazzo Farnese e nelle chiese romane ricevette rivelazioni divine, intanto parlava direttamente al Papa, ai cardinali, ai governanti europei, anche per intercedere per la pace in Europa al fine di porre termine alla guerra dei Cent'anni. Si prodigò per il ritorno del Pontefice a Roma, come fece anche vigorosamente la mistica domenicana e sua contemporanea santa Caterina da Siena (1347-1380), la quale, sopravvivendole, sarà testimone del ritorno definitivo a Roma di Gregorio XI nel 1377. Particolarmente devota della Passione di Cristo, giunse il tempo dei pellegrinaggi brigidini: da Assisi al Gargano, arrivando poi in Terra Santa, quando aveva quasi settant'anni.Cinque santi medioevali come patroni d'Europa ed una dell'età moderna, l'ebrea Edith Stein (1891-1942), atea convertita al Cattolicesimo, che divenne carmelitana scalza. Dalla brillante intelligenza, scelse il ramo universitario della filosofia e dopo essere stata allieva di Edmund Husserl, divenne membro della facoltà di Friburgo. Un giorno rimase folgorata quando vide una donna con i sacchetti della spesa entrare in una chiesa per pregare... un atto semplicissimo, ma che a Edith rivelò che Dio può essere pregato in qualsiasi momento e quindi apprese, grazie a quella donna, che il punto centrale del Credo cristiano è lo stabilire un rapporto personale fra l'anima e il Padre Creatore. Nel 1921, durante una vacanza, lesse l'autobiografia della mistica carmelitana Teresa d'Avila e da allora abbracciò Santa Romana Chiesa, ricevendo il battesimo il 1° gennaio 1922. Dopo un periodo di discernimento spirituale, entrò nel monastero carmelitano di Colonia nel 1934, prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce e qui scrisse il libro metafisico Endliches und ewiges Sein (Essere finito ed Essere eterno) con l'obiettivo di conciliare le filosofie di san Tommaso d'Aquino e di Husserl.Per proteggerla dalle leggi razziali, l'Ordine delle Carmelitane scalze la trasferì nei Paesi Bassi, ma non fu sufficiente: il 26 luglio 1942 entrò in vigore l'ordine di Hitler che anche gli ebrei convertiti dovevano essere catturati e internati. Fu così che Edith e sua sorella Rosa, anche lei divenuta cattolica, furono deportate nel campo di concentramento di Auschwitz, dove vennero uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942 e i loro corpi furono bruciati nei forni crematori.ROBERTO BENIGNI ESALTA IL MANIFESTO DI VENTOTENEAlcuni giorni fa Roberto Benigni ha teatralmente declamato e inneggiato con lo spettacolo intitolato «Il Sogno» il Manifesto di Ventotene per un'Europa libera e unita, manifesto che è stato protagonista di una ormai nota manifestazione progressista a Roma, ma anche di molteplici polemiche politiche e mediatiche. Nel decantare l'Europa culturale e l'indiscutibile suo primeggiare nel mondo, Benigni si è però completamente “scordato” di far presente che è stata la religione cristiana ad aver dato vita ad uno straordinario sviluppo dell'arte, della letteratura, della musica nel segno della bellezza; ma ha anche “scordato” di dire che è stato il Cristianesimo ad avviare lo studio scientifico degli esseri animati e inanimati, si pensi alle realtà monastiche che si sono occupate della catalogazione del mondo vegetale e animale, nonché dello studio medico delle erbe officinali; ma si pensi anc
In questo capitolo di storia italiana vedremo com'era organizzata la società romana durante il regno di Romolo, come ci si sposava, cosa si mangiava e… The post 146: Storia italiana: la società romana nel regno di Romolo first appeared on .
Fondato nel 1099, il Regno di Gerusalemme fu uno Stato crociato in Oriente, con una storia segnata da battaglie, sovrani e lotte per la Terra Santa.
Scritta e messa in voce da Gaetano Marino. * dagli otto anni in su Continue reading
Antonio Ballarò"La forma del Credo"La redazione del simbolo cristianoPresentazione di Stella MorraEDB Edizioni Dehoniane Bolognawww.dehoniane.itIl Credo, nella sua dimensione testuale, non solo è aperto a diverse proposte teologiche, ma tocca ogni esperienza umana. Non è un caso che sia concessa a chiunque la libertà di poter dire «credo» nella propria esistenza, ossia di effettuare la scommessa di fede indipendentemente da qualsiasi condizione di partenza. Quello di cui il Credo fa memoria al singolo non è una risoluzione, ma una garanzia che il credere non contraddice lo sperare.Antonio Ballarò è dottorando in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma) e insegnante di religione cattolica nella scuola secondaria. I suoi ambiti di ricerca sono la teologia fondamentale, l'ecclesiologia e la teologia pubblica. Nel triennio 2021-2023 ha fatto parte del Comitato di redazione della rivista il Mulino. Ha all'attivo diverse collaborazioni editoriali, anche con la rivista il Regno.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Con il professore Stefano Gasparri - uno dei massimi esperti viventi a livello mondiale di Alto Medioevo - ho voluto ripercorrere l'intero VIII secolo perché penso che, al di là degli eventi specifici che stiamo coprendo, ogni tanto sia necessario alzare la testa e scrutare dall'alto quello che sta avvenendo. I cambiamenti epocali in corso coinvolgono tre potenze: il regno longobardo di Liutprando, Astolfo e Desiderio, il papato di Gregorio, Zaccaria, Adriano e dei loro successori, i Franchi di Pipino il breve e Carlomagno. Vediamo come si intersecano le loro storie. ---Per acquistare i libri del professore:Italia Longobarda: il Regno, i Franchi, il Papato: https://amzn.to/41F0QqULe isole del rifugio: https://amzn.to/3RjYrwSTempi barbarici: https://amzn.to/4kOffKaVoci dai secoli oscuri: https://amzn.to/4iYO6lILe leggi dei Longobardi: https://amzn.to/4c2KrB7Desiderio: https://amzn.to/4iEdH3F---Per acquistare "Quando Venezia distrusse l'Impero romano":Versione cartacea: LibroVersione ebook: Ebook---Per acquistare gli altri miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA: https://amzn.to/3DG9FG5 PER UN PUGNO DI BARBARI: https://amzn.to/3l79z3uFUMETTO "AMMIANO": https://www.nubes.live/prodotto/ammianus-vesper-mundi/Iscriviti alla mia mailing list:Link: https://italiastoria.voxmail.it/user/registerTi piace il podcast? sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://en.tipeee.com/italiastoriaAltri modi per donare (anche una tantum): https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/Altri link utili:Tutti i link su Linktree: https://linktr.ee/italiastoria Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.
La Bandiera Italiana - Spendieren Sie einen Cafè (1€)? Donate a coffee (1€)? https://ko-fi.com/italiano Livello A2 / B1#flag #nationalfahne #italy #vhsSignificato e storia della bandiera italianaBuongiorno cari amici e amanti dell'italiano e benvenuti al nuovo episodio numero 173 di Tulip.Oggi voglio raccontarvi il significato e la storia della bandiera italiana. Anche se molti pensano che i colori verde, bianco e rosso siano i colori della pizza Margherita, ebbene questa nonè la vera origine della bandiera italiana, anzi la pizza Margherita prende proprio i colori della bandiera perché, secondo quanto si racconta, un pizzaiolo aveva creato la pizza Margherita in onore della Regina Margherita di Savoia, in visita a Napoli, facendo una pizza con i colori della bandiera, molto patriottica.Torniamo alla bandiera. Cosa significano i colori verde, bianco e rosso, che devono essere proprio inquest'ordine?Il verde indica libertà ed uguaglianza e anche speranza, la speranza di raggiungere l'unità della Nazione. Il bianco è simbolo di fede e il rosso significa amore. Secondo alcuni i colori avrebbero anche un altro significato: il verde per simboleggiare i prati e le colline italiane, il bianco per la neve delle montagne e il rosso ricorda il sangue versato dai soldati per la patria.La bandiera italiana nasce il 7 gennaio del 1797 a Reggio Emilia. All'epoca l'Italia non era ancora unita, anzi era divisa in molti piccoli Stati. Un anno prima, nel 1796 Napoleone arriva in Italia a capo dell'Armata d'Italia e con la guerra della prima coalizione, combatte gli Stati monarchici, cioè il Regno di Sardegna, lo Stato Pontificio e i vari ducati e le repubbliche diventano “sorelle” della repubblica francese, ...The full transcript of this Episode is available via "Luisa's learn Italian Premium", Premium is no subscription and does not incur any recurring fees. You can just shop for the materials you need or want and shop per piece. Prices start at 0.20 Cent (i. e. Eurocent). - das komplette Transcript / die Show-Notes zu allen Episoden sind über Luisa's Podcast Premium verfügbar. Den Shop mit allen Materialien zum Podcast finden Sie unterhttps://premium.il-tedesco.itLuisa's Podcast Premium ist kein Abo - sie erhalten das jeweilige Transscript/die Shownotes sowie zu den Grammatik Episoden Übungen die Sie "pro Stück" bezahlen (ab 20ct). https://premium.il-tedesco.itMehr info unter www.il-tedesco.it bzw. https://www.il-tedesco.it/premiumMore information on www.il-tedesco.it or via my shop https://www.il-tedesco.it/premium
Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Matteo capitolo 5 versetti da 1 a 12. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 19 Gennaio 2025.Titolo del messaggio: "Otto motivi per l'incomparabile felicità dei cittadini del Regno dei Cieli"MATTEO 5 V1-121 Gesù, vedendo le folle, salì sul monte e si mise a sedere. I suoi discepoli si accostarono a lui, 2 ed egli, aperta la bocca, insegnava loro dicendo: 3 «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. 4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. 5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. 6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. 9 Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. 11 Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
Edoardo Angelino"RDI. Il muro di Firenze"Besa Muciwww.besamucieditore.itDurante la conferenza di Yalta (febbraio 1945) Roosevelt e Stalin decidono di dividere l'Italia in due parti come la Germania. Nel Nord nasce la Repubblica Democratica Italiana (RDI), simile alla DDR (Germania Orientale) e sotto l'influenza sovietica; al Sud, invece, resta il Regno d'Italia sotto la monarchia sabauda, fortemente condizionata dalla Chiesa e dagli USA. La Repubblica Democratica Italiana segue il destino degli stati dell'Europa Orientale ed è scossa da rivolte e repressioni fino alla caduta del Muro di Firenze nell'89 e alla successiva riunificazione con il Regno. Il Regno del Sud invece ha uno sviluppo industriale impetuoso di tipo occidentale, con tutti i pregi e i difetti del capitalismo. In questo scenario è ambientata la vicenda di Amedeo Millero, professore che per quarant'anni insegna storia e marxismo leninismo nel liceo della sua città in Piemonte, acquistandosi fama di docente severissimo e spietato. Egli, ormai in pensione, alla fine del marzo '91 prende il treno per Roma e durante il viaggio rievoca il proprio passato non in modo lineare, ma alternando episodi recenti ad altri lontani.Il libro, attraverso le vicende del protagonista, fa emergere una storia d'Italia fantastica ma possibile, indaga sui meccanismi che hanno portato l'utopia marxista a trasformarsi nel socialismo reale e sui rapporti tra intellettuali e potere in un regime dittatoriale.Edoardo Angelino (Alessandria, 1950) vive ad Asti. Docente in pensione, ha insegnato Storia e filosofia nel Liceo Scientifico della sua città e attualmente tiene lezioni di Geopolitica all'Università delle Tre Età. Ha esordito con il romanzo L'inverno dei mongoli, per Einaudi, grazie al quale si è aggiudicato il Premio Berto 1995 ed è entrato nei finalisti del Premio Alassio. Ha pubblicato anche, con Paolo Berta, Un tuffo nella vita (Lindau, 2016). Per Besa ha già pubblicato Binario morto (1998), vincitore del Premio Fedeli come miglior romanzo poliziesco dell'anno.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Introduzione al sermone inaugurale del Re, predicata dal Pastore Jonathan Whitman. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 12 Gennaio 2025.Titolo del messaggio: "Chi sono i veri sudditi del regno? Il sermone inaugurale del Re"
È stato firmato oggi dal Presidente di Confindustria Emanuele Orsini e dal Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina il nuovo accordo quadriennale per la crescita delle imprese italiane. Il programma congiunto mette a disposizione 200 miliardi di euro da qui al 2028 per dare nuovo slancio al sistema produttivo nazionale, cogliere le opportunità di strumenti come Transizione 5.0 e intelligenza artificiale, integrando così le risorse già stanziate dalla Banca per la realizzazione degli obiettivi del Pnrr. Il nuovo accordo consolida e rinnova la collaborazione avviata nel 2009 che, grazie a un volume di crediti erogati al sistema produttivo italiano pari a 450 miliardi di euro in quindici anni, ha contribuito ad evolvere il rapporto tra banca e impresa accompagnando i bisogni delle Pmi e delle industrie mature anche nelle fasi più complesse. Di ciò abbiamo discusso insieme a Gregorio De Felice, capo economista e responsabile Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.Allarme su titoli Gb e sterlina, Reeves si difende ai ComuniAutodifesa alla Camera dei Comuni per la cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, numero due del governo laburista di Keir Starmer e prima donna al vertice delle Finanze e del Tesoro nella storia britannica, già a rischio dopo soli sei mesi di mandato sulla scia dei venti di tempesta che soffiano sull'economia del Regno: con tanto di critiche roventi alla sua azione dopo l'impennata negli ultimi giorni dell'allarme sul debito pubblico, sui rendimenti dei titolo di Stato e sul calo della sterlina. Abbiamo approfondito il tema con Nicol Degli Innocenti, Sole24OreAltra giornata di passione per i treni. Ipotesi di una riduzione del 15% delle corseDopo il caos treni nel Nord Italia nel fine settimana, con migliaia di viaggiatori bloccati, ritardi superiori alle due ore (in qualche caso anche oltre le tre ore) e ripercussioni sull'intera rete a causa si un guasto alla linea aerea danneggiata dal pantografo di un treno. E i disagi di ieri che hanno interessato la circolazione ferroviaria sulla linea ad Alta Velocità Roma-Napoli a causa di un inconveniente tecnico verificatosi in prossimità di Gricignano, provincia di Caserta. Oggi altra giornata di passione a causa di un guasto alla linea tra Valdarno e Arezzo sulla tratta ad Alta velocità Firenze-Roma. Cerchiamo di capire di più di questa annosa questione con Marco Morini, Il Sole 24 Ore.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,sulla via del mare, oltre il Giordano,Galilea delle genti!Il popolo che abitava nelle tenebrevide una grande luce,per quelli che abitavano in regione e ombra di morteuna luce è sorta».Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.Parola del Signore.
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La recente apertura della nuova sede di Palazzo Citterio ha ampliato gli orizzonti della Pinacoteca di Brera nella direzione di una Grande Brera; i nuovi spazi espositivi accolgono le collezioni di arte contemporanea e mostre temporanee. E tuttavia tutte queste novità sono solo l'ultima tappa di un lungo percorso iniziato nel Medioevo, quando Brera era uno spazio vuoto ai margini della città. La vocazione di Brera per le arti e le scienze prende forma con l'arrivo dei Gesuiti nella seconda metà del Cinquecento; la loro missione è la formazione delle classi dirigenti milanesi, come racconta Flavio Rurale. Dopo la soppressione dell'ordine nel 1773, l'imperatrice Maria Teresa d'Austria fonda qui l'Accademia di Belle Arti e la Biblioteca braidense. Infine con l'arrivo dei Francesi di Napoleone Milano assume un'importanza nuova come capitale del Regno d'Italia; e l'apertura della Pinacoteca di Brera sul modello del Louvre, nelle parole di Antonio De Francesco, rafforza proprio l'identità cittadina. L'identità di Brera prende forma così, secolo dopo secolo, strato dopo strato, integrando il passato senza rigide contrapposizioni, riflette lo storico dell'arte Marco Carminati passeggiando per le vie di un quartiere ormai centrale e prestigioso; mentre l'architetto Luca Molinari ha cercato di dare ordine e senso a questo lungo cammino curando la mostra «La Grande Brera. Una comunità di arti e scienze».undefined
Fabio Biondi und die Oper - passt das zusammen? Gemeinsam mit seinem Ensemble Europa Galante liefert der Geiger und Dirigent aus Palermo einen neuen Beweis: durch seine Neueinspielung von Giuseppe Verdis Jugendwerk "Un giorno di regno".
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità.Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».Parola del Signore.
Si infiamma nuovamente il dibattito sui futuri sviluppi di Bitcoin. Stavolta il protagonista è Check_Template_Verify (OP_CTV), un upgrade che promette di far scalare Bitcoin a miliardi di utenti. Ma tutto ha un prezzo. Scopriamo insieme quale.Inoltre: la corte d'appello USA ribalta la sentenza Tornado Cash, cosa ci insegna il sito che prezza tutti i beni del mondo in satoshi, tutti i dettagli sulle riserve strategiche del Regno del Buthan, e un'incredibile mostra nella Banca Centrale argentina.It's showtime!
E' stata fatta la visita urologica. Il responso del Piccolo Dave. Tutto bene.Matteo de Robertis è il titolare del Ristorante Romanzo di Livorno dove si cucina la carne di coccodrillo. Molto tenera.Roberto da Venezia, vestito con maglia trumpiana diventa editorialista per un giorno.Telefonatina alla signora Flora-Fauna sui fatti di Napoli. Finisce malissimo. NANNANNAA NANNANNA NANNNANANNANNANABenedetta dal Regno di Agartha e la pedofilia tra i bambini portata avanti dai bambini di Hollywood. Si fanno nomi e cognomi. Franco Branciaroli, attore molto conosciuto... esperto di sessualità.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La crocifissione di Gesu'24 Così Pilato decretò la morte di Gesù, come avevano richiesto. 25 Liberò quindi Barabba, lʼuomo arrestato per insurrezione e omicidio, come richiedeva il popolo. Consegnò poi Gesù nelle loro mani, perché ne facessero ciò che volevano.26 Mentre la folla portava via Gesù, costrinsero un certo Simone di Cirene, che tornava in quel momento dai campi, a seguire il corteo, portando la croce di Gesù. 27 Una gran folla li seguiva, fra cui molte donne prostrate dal dolore.28 Ma Gesù si volse verso di loro e disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma per voi stesse e per i vostri figli, perché, 29 ecco, si stanno avvicinando giorni in cui saranno fortunate le donne senza figli! 30 Gli uomini imploreranno le montagne, gridando: “Cadeteci addosso! Schiacciateci!” E chiederanno alle colline di ricoprirli. 31 Perché se hanno fatto queste cose a me, che sono lʼalbero della vita, che mai faranno a voi?!»32-33 Intanto altri due criminali venivano condotti sul luogo detto «il Teschio», per essere giustiziati con Gesù. Là, tutti e tre furono crocifissi: Gesù sulla croce al centro e i due criminali ai lati.34 «Padre, perdonali!» diceva Gesù, «perché non sanno quello che fanno».Poi i soldati si giocarono a dadi i suoi vestiti. 35 La folla stava a guardare mentre i capi giudei lo deridevano: «Era tanto bravo ad aiutare gli altri, vediamo se riesce a salvare se stesso, visto che è il Figlio di Dio, il Messia!»36 Anche i soldati lo insultavano e gli offrivano dellʼaceto da bere. 37 E dicevano: «Se sei il re dei Giudei, salva te stesso!»38 Sulla croce, sopra la sua testa, era stata inchiodata unʼiscrizione con queste parole: «Questo è il Re dei Giudei».39 Uno dei malviventi appeso alla croce vicino alla sua lo scherniva: «Dunque, tu saresti il Cristo, no? Allora salva te stesso e anche noi!»40 Ma lʼaltro lo rimproverava. 41 «Non temi dunque Dio, nemmeno quando stai per morire? Noi meritiamo di morire per i nostri delitti, ma questʼuomo non ha fatto nulla di male!» 42 Poi disse: «Signore Gesù, ricordati di me, quando sarai nel tuo Regno».43 E Gesù rispose: «Io ti assicuro che oggi tu sarai con me in Paradiso».44 Era ormai mezzogiorno e le tenebre scesero su tutto il paese per tre ore, fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era oscurato. 45 Improvvisamente, il grosso velo del tempio si squarciò in due.46 Gesù gridò: «Padre, nelle tue mani affido il mio Spirito» Detto questo, spirò.47 E il centurione romano, responsabile delle esecuzioni, dopo aver visto ciò che era accaduto, fu preso dal timore di Dio e disse: «Questʼuomo era davvero innocente!»48 Anche la folla che era venuta per assistere alla crocifissione, quando vide che Gesù era morto, se ne tornò a casa profondamente addolorata. 49 Nel frattempo, gli amici di Gesù, con le donne che lo avevano seguito dalla Galilea, se ne stavano ad osservare in lontananza.Support the Show.lascia un commentoSupport the show