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Editoriali di Andrea degl'Innocenti, giornalista, scrittore, socio fondatore di Italia che Cambia, e di Giulia Sergi, Program Manager di Ashoka Europa, rete di innovatori sociali a livello globale; intervista a Elena Gerebizza di Re:COmmon sulle recenti vittorie con ENEL e Generali, e sulle cose che ancora restano da fare, come la lotta ai sussidi alle fonti fossili: di cosa si tratta e perché è fondamentale fermarli.
Editoriali di Andrea degl'Innocenti, giornalista, scrittore, socio fondatore di Italia che Cambia, e di Giulia Sergi, Program Manager di Ashoka Europa, rete di innovatori sociali a livello globale; intervista a Elena Gerebizza di Re:COmmon sulle recenti vittorie con ENEL e Generali, e sulle cose che ancora restano da fare, come la lotta ai sussidi alle fonti fossili: di cosa si tratta e perché è fondamentale fermarli.
Simone Tagliapietra (economista all'istituto Bruegel e alla Fondazione ENI – Enrico Mattei) dipana la matassa di opportunità e rischi della decarbonizzazione europea. Importanti aggiornamenti da Elena Gerebizza di Re:Common sulle decisioni della Banca Europea degli Investimenti e da Costanza Boggiano Pico di è nostra sulla sostituzione dei contatori elettrici.
Simone Tagliapietra (economista all'istituto Bruegel e alla Fondazione ENI – Enrico Mattei) dipana la matassa di opportunità e rischi della decarbonizzazione europea. Importanti aggiornamenti da Elena Gerebizza di Re:Common sulle decisioni della Banca Europea degli Investimenti e da Costanza Boggiano Pico di è nostra sulla sostituzione dei contatori elettrici.
A fine luglio la BEI (Banca Europea degli Investimenti) aveva deciso di presentare la sua strategia di investimenti. Il board della Banca ha deciso il 15 di novembre di fare un passo indietro sui combustibili fossili, facendo quindi un passo in avanti.La discussione con i Governi che fanno parte del board procedeva da settembre, e fino all'ultimo non si è saputo con certezza se si sarebbe raggiunto un accordo conclusivo. Anche se la decisione finale non ha ricevuto un'approvazione unanime, si tratta comunque di un risultato importante.Quindi, dal 2021 la BEI non dovrebbe più finanziare progetti che prevedano l'impiego di combustibili fossili. Ci sono però ancora alcuni punti deboli dell'accordo, e le industrie potrebbero tentare di forzarli in loro favore.Ne parla Elena Gerebizza, dell'associazione Re:Common
A fine luglio la BEI (Banca Europea degli Investimenti) aveva deciso di presentare la sua strategia di investimenti. Il board della Banca ha deciso il 15 di novembre di fare un passo indietro sui combustibili fossili, facendo quindi un passo in avanti.La discussione con i Governi che fanno parte del board procedeva da settembre, e fino all'ultimo non si è saputo con certezza se si sarebbe raggiunto un accordo conclusivo. Anche se la decisione finale non ha ricevuto un'approvazione unanime, si tratta comunque di un risultato importante.Quindi, dal 2021 la BEI non dovrebbe più finanziare progetti che prevedano l'impiego di combustibili fossili. Ci sono però ancora alcuni punti deboli dell'accordo, e le industrie potrebbero tentare di forzarli in loro favore.Ne parla Elena Gerebizza, dell'associazione Re:Common
Negli ultimi giorni il Tap, Trans Adriatic Pipeline, il tratto adriatico del Corridoio Sud del Gas, è tornato a occupare spazio sui giornali. In particolare, la questione tocca vari livelli della politica italiana, dall'amministrazione regionale guidata da Michele Emiliano (Pd) al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Proprio dal Movimento 5 Stelle ci si aspettava un cambio di rotta su questa opera, molto contestata per motivi non solo ambientali, ma fino a oggi questa svolta non è arrivata. Intanto, gli Stati Uniti hanno sollecitato l’Italia a garantire la realizzazione dell’opera.Ma che interesse ha Washington a proposito del Tap? Elena Gerebizza, dell'associazione Re:common, spiega che «questa doveva essere una grande opera per prendere le distanze dalla Russia. Quindi sin dagli inizi gli Stati Uniti si erano schierati a favore di questo progetto». Tuttavia, questa funzione strategica non sembra più essere garantita, perché il nuovo avvicinamento tra Turchia e Russia porta con sé anche un potenziale ingresso di Mosca nel percorso anatolico del gasdotto.Inoltre sul Tap, e in generale sulle relazioni tra Europa e Azerbaijan, grava il peso del cosiddetto Azerbaijani Laundromat, uno scandalo di corruzione e riciclaggio che avrebbe come beneficiari la dinastia familiare Aliyev, al governo in Azerbaijan sin dall'indipendenza, e alcuni politici europei, tra cui l'italiano Luca Volontè.
Negli ultimi giorni il Tap, Trans Adriatic Pipeline, il tratto adriatico del Corridoio Sud del Gas, è tornato a occupare spazio sui giornali. In particolare, la questione tocca vari livelli della politica italiana, dall'amministrazione regionale guidata da Michele Emiliano (Pd) al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio. Proprio dal Movimento 5 Stelle ci si aspettava un cambio di rotta su questa opera, molto contestata per motivi non solo ambientali, ma fino a oggi questa svolta non è arrivata. Intanto, gli Stati Uniti hanno sollecitato l’Italia a garantire la realizzazione dell’opera.Ma che interesse ha Washington a proposito del Tap? Elena Gerebizza, dell'associazione Re:common, spiega che «questa doveva essere una grande opera per prendere le distanze dalla Russia. Quindi sin dagli inizi gli Stati Uniti si erano schierati a favore di questo progetto». Tuttavia, questa funzione strategica non sembra più essere garantita, perché il nuovo avvicinamento tra Turchia e Russia porta con sé anche un potenziale ingresso di Mosca nel percorso anatolico del gasdotto.Inoltre sul Tap, e in generale sulle relazioni tra Europa e Azerbaijan, grava il peso del cosiddetto Azerbaijani Laundromat, uno scandalo di corruzione e riciclaggio che avrebbe come beneficiari la dinastia familiare Aliyev, al governo in Azerbaijan sin dall'indipendenza, e alcuni politici europei, tra cui l'italiano Luca Volontè.
Il 20 marzo a Melendugno, in Salento, si è aperto il cantiere del Tap, sigla che indica il Trans Adriatic Pipeline, la terza parte di un gasdotto che dovrebbe collegare i giacimenti dell’Azerbaijan con i Paesi dell’Unione europea. In questa fase i lavori prevedono l’eradicazione degli ulivi lungo il tracciato che approderà nella località di San Foca. Tuttavia, appena 24 ore dopo, martedì 21 marzo, al secondo giorno di apertura, i manifestanti che si oppongono all’opera sono riusciti a bloccare i lavori portando fino alla sospensione delle attività del cantiere, concordata dalle aziende e dagli amministratori locali. «La fortissima accelerazione delle ultime settimane voluta dal governo italiano – racconta infatti Elena Gerebizza, dell’associazione Re:common, che segue lo sviluppo dell’opera sin dall’inizio – è sicuramente conseguenza del recente incontro che c’è stato a Baku».
Il 20 marzo a Melendugno, in Salento, si è aperto il cantiere del Tap, sigla che indica il Trans Adriatic Pipeline, la terza parte di un gasdotto che dovrebbe collegare i giacimenti dell’Azerbaijan con i Paesi dell’Unione europea. In questa fase i lavori prevedono l’eradicazione degli ulivi lungo il tracciato che approderà nella località di San Foca. Tuttavia, appena 24 ore dopo, martedì 21 marzo, al secondo giorno di apertura, i manifestanti che si oppongono all’opera sono riusciti a bloccare i lavori portando fino alla sospensione delle attività del cantiere, concordata dalle aziende e dagli amministratori locali. «La fortissima accelerazione delle ultime settimane voluta dal governo italiano – racconta infatti Elena Gerebizza, dell’associazione Re:common, che segue lo sviluppo dell’opera sin dall’inizio – è sicuramente conseguenza del recente incontro che c’è stato a Baku».
1-Per Erdogan il test elettorale più difficile. Il consenso non manca ma i problemi aumentano. Domenica in Turchia le elezioni parlamentari (Serena Tarabini).2-I Rohingya e il silenzio di Aung San Suu Kyi...Perché il premio nobel per la pace non parla dei musulmani che scappano dalla Birmania? (Gabriele Battaglia)3-La prossima settimana a Baku i Giochi Olimpici Europei. Come nascondere le malefatte di un governo con un grande evento sportivo (Elena Gerebizza e Luca Manes, Re Common).4-Sviluppo economico e desaparecidos...L'apparente contraddizione della società messicana (Chawki Senouci, Federico Mastrogiovanni-Città del Messico). 5-Lotta alla povertà...Dopo gli obiettivi del millennio gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. ..Ma le ricette sponsorizzate dalle Nazioni Unite non riescono a essere efficaci (Alfredo Somoza).
1-Per Erdogan il test elettorale più difficile. Il consenso non manca ma i problemi aumentano. Domenica in Turchia le elezioni parlamentari (Serena Tarabini).2-I Rohingya e il silenzio di Aung San Suu Kyi...Perché il premio nobel per la pace non parla dei musulmani che scappano dalla Birmania? (Gabriele Battaglia)3-La prossima settimana a Baku i Giochi Olimpici Europei. Come nascondere le malefatte di un governo con un grande evento sportivo (Elena Gerebizza e Luca Manes, Re Common).4-Sviluppo economico e desaparecidos...L'apparente contraddizione della società messicana (Chawki Senouci, Federico Mastrogiovanni-Città del Messico). 5-Lotta alla povertà...Dopo gli obiettivi del millennio gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. ..Ma le ricette sponsorizzate dalle Nazioni Unite non riescono a essere efficaci (Alfredo Somoza).
1-Per Erdogan il test elettorale più difficile. Il consenso non manca ma i problemi aumentano. Domenica in Turchia le elezioni parlamentari (Serena Tarabini).2-I Rohingya e il silenzio di Aung San Suu Kyi...Perché il premio nobel per la pace non parla dei musulmani che scappano dalla Birmania? (Gabriele Battaglia)3-La prossima settimana a Baku i Giochi Olimpici Europei. Come nascondere le malefatte di un governo con un grande evento sportivo (Elena Gerebizza e Luca Manes, Re Common).4-Sviluppo economico e desaparecidos...L'apparente contraddizione della società messicana (Chawki Senouci, Federico Mastrogiovanni-Città del Messico). 5-Lotta alla povertà...Dopo gli obiettivi del millennio gli obiettivi dello sviluppo sostenibile. ..Ma le ricette sponsorizzate dalle Nazioni Unite non riescono a essere efficaci (Alfredo Somoza).