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Se ascoltiamo il dibattito pubblico, sembra che l'industria bellica sia un motore fondamentale dell'economia. Eppure, se guardiamo i numeri, il quadro cambia: in Italia il comparto della difesa pesa solo per lo 0,5% del Pil, molto meno di settori come l'automotive. E non è neppure un settore stabile: dipende da conflitti, decisioni politiche, costi energetici e materie prime, con andamenti in borsa che si impennano quando scoppia una guerra e crollano appena si parla di pace. In questa puntata de La nuova veste proviamo a mettere in discussione l'idea che “investire in armi faccia bene all'economia” e a capire come, invece, finisca soprattutto per alimentare una bolla finanziaria legata ai conflitti.Con la giornalista Futura d'Aprile entriamo nel cuore dell'industria bellica italiana: scopriamo dove vanno le nostre armi, quali sono le zone grigie della legge 185/90, che ruolo hanno banche e fondi pensione nel rendere possibile l'export e perché, senza adeguata trasparenza, rischiamo di finanziare guerre persino attraverso i nostri risparmi “di lungo periodo”. Guardiamo anche al nuovo fronte delle armi autonome e dei cosiddetti killer robots, dove l'intelligenza artificiale riduce sempre più il controllo umano sui conflitti.Nella seconda parte della puntata, con Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager di Etica Sgr, proviamo a rispondere alle domande pratiche: i criteri ESG bastano a escludere davvero le aziende degli armamenti? Come si legge un prospetto per capire se un fondo è “non armato”? E quali strumenti abbiamo, come investitrici e investitori, per scegliere consapevolmente dove non vogliamo che arrivi il nostro denaro?Questo podcast è realizzato in collaborazione con Etica Sgr, società di gestione del Gruppo Banca Etica, specializzata in investimenti etici e responsabili.
Andrea Dall'Asta"La grotta della rinascita"Un viaggio tra arte, architettura, filosofia e teologiaAncora Editricewww.ancoralibri.itQuesto itinerario multidisciplinare su un archetipo chiave della cultura occidentale parte dalle grotte degli dèi dell'antichità classica, dal grembo divoratore di Cronos alla grotta della follia e dell'ebbrezza di Dioniso, cui si affianca la grotta del mito platonico o lo specchio d'acqua, una sorta di “grotta rovesciata”, in cui si perde Narciso. Nell'immaginario cristiano compare il grembo di Maria, madre di Dio, che è la vera grotta della rinascita, presente nell'arte rinascimentale e barocca in alcuni capolavori come La Vergine delle rocce di Leonardo e La morte della Vergine di Caravaggio. Anche nell'architettura sacra ritroviamo questo potente archetipo, ad esempio nel battistero, che è una sorta di grotta della rinascita alla “vita nuova”. Ad accompagnare una riflessione che si muove fra teologia, filosofia, arte e architettura il lettore troverà numerose illustrazioni a colori di opere d'arte di ogni tempo.La grotta è lo spazio misterioso in cui l'essere umano viene alla luce, il luogo della nuova creazione, della generazione e della fecondità. Teologia e filosofia, arte e architettura hanno esplorato nei secoli questo archetipo chiave della cultura occidentale.Andrea Dall'Asta, dopo avere terminato gli studi di architettura a Firenze nel 1985, entra nella Compagnia di Gesù nel 1988. Dal 2002 dirige la Galleria San Fedele di Milano e dal 2008 al 2020 ha diretto la Raccolta Lercaro di Bologna. Ha fondato a Milano nel 2014 il “Museo San Fedele. Itinerari di arte e fede”. La sua attenzione è rivolta al rapporto tra arte, liturgia e architettura. Ha partecipato ad alcuni importanti progetti come l'adeguamento liturgico della cattedrale di Reggio Emilia (2011), la realizzazione dell'Evangeliario Ambrosiano (2011), del Padiglione Vaticano per la Biennale di Venezia (2013) e della sezione “Disegnare il sacro” alla Biennale di Architettura di Venezia (2014). Insegna alla Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale a Napoli. Scrive su alcuni quotidiani e riviste come Avvenire e La Civiltà Cattolica. Ha pubblicato con Àncora: Edward Hopper. Desiderio e attesa (2023); La Croce e il Volto. Percorsi fra arte, cinema e teologia (20222); La luce, colore del desiderio. Percorsi tra arte e architettura, cinema e teologia dall'Impressionismo a oggi (2021); Il viaggio della vita. La chiesa di San Fedele in Milano tra arte, architettura e teologia: paradigma di un percorso simbolico (2019); La luce, splendore del vero. Percorsi tra arte, architettura e teologia dall'età paleocristiana al barocco (2018).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8366IL SACERDOTE UCCISO PER AVER CORRETTO UN PROFESSORE NAZISTA CHE IRRIDEVA CRISTO di Federica Di Vito Sono molte le storie di sacerdoti giustiziati dai nazisti, tra queste oggi riportiamo quella - forse poco nota - di Heinrich Dalla Rosa, ghigliottinato all'età di 36 anni a Vienna nel gennaio 1945. Quale la sua colpa? Dire ciò che pensava difendendo la Chiesa e Cristo.Heinrich Dalla Rosa prima di essere sacerdote abitava a Lana, nato da papà trentino e mamma meranese. Quando i suoi emigrarono in una zona rurale dell'Austria decise di intraprendere il percorso del sacerdozio. In seguito studiò a Vienna in un istituto della congregazione Regina degli Apostoli, fondata in quella città nel 1923 ispirato dal gesuita Antonio Maria Bodewig. Il primo superiore generale di questa congregazione, Theodor Innitzer, sarebbe stato cardinale arcivescovo di Vienna e primato d'Austria quando Hitler annesse il Paese nel 1938. Il giovane Heinrich si laureò con ottimi voti nel 1930. Ha poi studiato al seminario di Graz (Austria) fino al 1935, anno in cui è stato ordinato a 26 anni. Nel 1939, con l'Austria già completamente controllata dai nazisti, fu nominato parroco di Sankt Georgen im Schwarzwald, un piccolo villaggio di 300 abitanti a 1000 m di altezza.Sono gli anni della guerra e dei nazisti e anche solo dire che mettere insieme Vangelo e propaganda, o Gesù con Hitler, era impossibile, diveniva un crimine. La decisione di ghigliottinarlo venne presa a Pasqua del 1941 quando gli eserciti nazisti celebravano l'occupazione di Salonicco e niente sembrava fermarli. Fu allora che padre Heinrich sorprese tutti affermando di non essere sicuro che la Germania avrebbe vinto la guerra. A denunciarlo al partito fu nello specifico Hladnig, un maestro di musica poi divenuto preside. Così, messo in atto un sistema di controllo del prete che aveva parlato troppo sia a scuola che in chiesa, arrivò l'arresto, la prigionia nel carcere di Leoben, le torture e la condanna.Hladling era una figura controversa: aveva iniziato una carriera ecclesiastica da giovane, ma era stato in seguito attratto dal nazionalismo austriaco. Aveva iniziato a covare odio contro la Chiesa e lo avevano messo a insegnare religione. All'inizio manteneva la preghiera con i bambini in classe, ma la sospese quando il regime proibì di pregare nelle scuole. Alla fine di dicembre 1943, Hladnig, intriso di ideologia anticristiana, arrivò a proclamarla apertamente ai bambini durante la lezione di religione. Prese a farlo anche con gli adulti: tenne una conferenza sull'esercito tedesco a un gruppo di insegnanti e colse l'occasione per criticare duramente Cristo e il cristianesimo.IL CANTO E LA MUSICAAnche se temporalmente pochi, i dieci anni da sacerdote padre Heinrich li visse con energia e passione, lavorando molto con bambini e giovani. Trovava una connessione con i giovani attraverso il canto e la musica, incoraggiandoli a partecipare in chiesa. Amava la montagna e spesso organizzava escursioni, anche difficili, che portavano su percorsi complicati a paesaggi mozzafiato. Non sopportava la continua e costante provocazione delle camicie naziste e il loro vagabondaggio per i villaggi con l'obiettivo di controllare tutto. Temeva che facessero il lavaggio del cervello ai suoi parrocchiani, specialmente ai bambini.Il sacerdote cantava canzoni d'amore e di pace con i bambini e dava loro lezioni di musica. Nella sacrestia insegnava che la religione di Cristo richiede di amare gli altri, prendersi cura dei deboli e dei bisognosi. Il Vangelo era il suo libro di riferimento, la sua lettura di ogni sera prima di andare a letto e lo contrastava con le falsità ideologiche del sistema nazista, che esaltava la forza e il disprezzo per i deboli. Va tenuto presente infatti che da un certo punto in poi, il regime nazista proibì agli insegnanti della materia di religione nelle scuole di essere sacerdoti. La materia è stata mantenuta, ma a carico di insegnanti che compiacevano il Partito. Da parte loro, i bambini continuavano ad andare nelle parrocchie per la catechesi. Spesso, lì i preti dicevano loro una cosa, e a scuola, i funzionari ideologizzati dicevano loro il contrario.All'inizio della sua prigionia, il sacerdote scrisse ai suoi genitori con ottimismo considerando che tutto si basava su una questione irrilevante: «Una situazione del genere può essere molto utile per un pastore nella sua esperienza di vita. Nella cella siamo in 17 e questa è una piccola comunità dove posso continuare a svolgere i miei servizi di sacerdote». Con il passare dei giorni, meditò sul suo amore per la Chiesa, che stava crescendo: «Qui c'è un desiderio ancora più profondo di Chiesa, un'istituzione necessaria, un polo che bilancia i tempi che cambiano. Naturalmente dovrà riformarsi e adattarsi ancora molto e capire che le affermazioni teoriche non convincono le persone. Solo la partecipazione alla vita, l'ancoraggio alla terra e l'Incarnazione, creano un contatto immediato con le persone alla ricerca di questa ancora di salvezza».LA CONDANNA A MORTEIn prigione, con la condanna a morte, scriveva ai genitori mettendosi nelle mani di Dio: «Sono orgoglioso di correre la stessa sorte di Cristo. So di essere pieno della più santa gioia. Come sacerdote, sono stato disprezzato e condannato. Niente di mondano o terreno opprime la mia mente. Sono felice di essere stato segnato come testimone di Cristo. Mi renderebbe felice dentro di me sapere che voi siete in grado di pensare all'eternità tanto quanto la penso e la immagino io». Anche tre giorni prima dell'esecuzione il cardinale Innitzer di Vienna stava cercando di chiedere la revisione del processo o un rinvio, ma senza successo. Il giorno della sua esecuzione, il 24 gennaio 1945, Heinrich scrisse a sua sorella Elizabeth: «Mi è stato detto che non avrei dovuto lasciare che tutto accadesse con tanta calma. Penso che sia anche la provvidenza di Dio. Sono totalmente soggetto all'incomprensibilità di Dio, o meglio, sono totalmente soggetto alla sua guida più misericordiosa». Dalla cella disse ai suoi compagni: «Salutate le mie montagne!» e prima che la lama cadesse, proclamò ancora ad alta voce: «Viva il vero Re, viva Cristo!». Un modo per rivendicare Cristo di fronte al falso “Reich” del nazismo.Dopo la liberazione dell'Austria, un becchino aiutò a localizzare il corpo che, su richiesta della madre e del defunto, fu sepolto nel 1946 nella sua parrocchia di San Giorgio. Dal 1986, una targa commemorativa nella chiesa di San Pietro a Lana (Alto Adige) ricorda Heinrich Dalla Rosa. Nel 2010 è stata posta una lapide nell'atrio del Seminario di Graz (Austria) per ricordare i sacerdoti perseguitati e giustiziati dai nazisti. Il vescovo di Graz, Egon Kapellari, ha detto in quell'occasione a proposito dei martiri: «Non vogliamo né dobbiamo dimenticarli, ma anche la società civile dovrebbe assumersi la responsabilità della loro memoria perché hanno vissuto e sono morti per difendere valori che sono parte fondamentale di ogni società democratica: l'onestà e il coraggio».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8364IL SACRO CHIODO DI COLLE VAL D'ELSA di Don Stefano Bimbi I Sacri Chiodi o Santi Chiodi sono quelli usati nella crocifissione di Gesù. Sono reliquie molto venerate dalla Cristianità, insieme alla Vera Croce e al Titulus Crucis.Fu Sant'Elena, madre dell'imperatore Costantino, a ritrovare le reliquie della Passione durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa tra il 327 e il 328. Il primo riferimento scritto a queste reliquie risale al 395 in un'orazione pronunciata da Sant'Ambrogio che le menziona nel discorso funebre per l'imperatore Teodosio.Nel VI secolo, a Costantinopoli, esistevano tracce della venerazione di più Sacri Chiodi. Tradizionalmente, i Sacri Chiodi sono ritenuti quattro, poiché si pensa che, durante la crocifissione, a ciascun piede fosse infisso un chiodo separato. Il metodo di crocifissione praticato al tempo di Gesù, infatti, seguiva l'uso riservato agli schiavi sia presso i Greci che presso i Romani fin dall'epoca precristiana. Tale tecnica prevedeva l'affiancamento dei piedi, anziché la loro sovrapposizione (come invece sembrerebbe suggerito dalla Sacra Sindone), rendendo necessario l'impiego di quattro chiodi in totale. Il commediografo latino T. Maccio Plauto, nel III sec., in Mostellaria, chiariva: «affinché siano inchiodati alla croce due volte i piedi, due volte le braccia». Anche san Cipriano nel Sermo de Passione Domini, sempre nel III secolo affermava: «con i chiodi che trapassarono i santi piedi».Nonostante in Europa siano una trentina le reliquie venerate come Sacri Chiodi, i quattro principali sono considerati quello conservato nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, quello nella corona ferrea a Monza, quello sospeso sopra l'altare maggiore del Duomo di Milano e infine quello del duomo di Colle di Val d'Elsa in provincia di Siena. Questo vuol dire che gli altri sono falsi? Assolutamente no. Non deve sorprendere il fatto che i Sacri Chiodi venerati siano molteplici. In un'epoca di profonda fede come il Medioevo, si sentì la necessità di moltiplicare queste reliquie per rispondere al desiderio ardente dei cristiani di possedere un segno tangibile della Passione di Cristo. È documentato infatti che, utilizzando limature o frammenti dei Sacri Chiodi autentici, vennero forgiati altri chiodi per essere distribuiti alla devozione dei fedeli. Altro modo di moltiplicare le reliquie era per contatto. Bastava prendere un chiodo e metterlo a contatto con un Sacro Chiodo. Ad esempio San Carlo Borromeo donò parecchi chiodi che erano stati a contatto con il Sacro Chiodo di Milano. A Colle di Val d'Elsa l'uso di creare nuove reliquie per contatto si diffuse a tal punto che nel 1683 le autorità proibirono che qualunque oggetto toccasse il Sacro Chiodo. Va tenuto conto che si possono considerare comunque degni di venerazione sia queste reliquie "prodotte" a partire dai Sacri Chiodi originali, sia altri chiodi che, sebbene non abbiano sostenuto il corpo di Gesù, siano però serviti comunque per la crocifissione, ad esempio quelli con cui vennero connesse le parti della Croce o quello con cui fu affissa la tavoletta col Titulus Crucis.COLLE DI VAL D'ELSATornando ai quattro Sacri Chiodi principali, essi sono dunque conservati a Roma, Milano, Monza e Colle di Val d'Elsa. Visto che in quest'ultima città sono nato e che la mia famiglia vi abita almeno dal 1400, vorrei narrarne più approfonditamente la storia.Colle di Val d'Elsa è il comune della Toscana sulla strada tra Firenze e Siena che ha dato i natali ad Arnolfo di Cambio, famoso scultore e architetto. Il Sacro Chiodo che vi si venera è un chiodo di ferro di circa ventidue centimetri di lunghezza, munito ad un'estremità della capocchia ed all'altra ancora appuntito, intaccato e piegato in prossimità della punta. Nelle descrizioni di questa reliquia riportate nei documenti ufficiali sempre si parla di Unus ex Clavis quo crucifixus est Dominus Noster Jesus Christus. Cosi nelle bolle dei papi Eugenio IV, Callisto III, Sisto V, Urbano VIII, Clemente X. Molto probabilmente si tratta del chiodo che trafisse il piede sinistro di Gesù.La preziosa reliquia giunse in Val d'Elsa nel IX secolo grazie a un vescovo franco che la ricevette dalle mani di un pontefice negli anni successivi alla morte di Carlo Magno. Durante il viaggio di ritorno il vescovo morì a Viterbo affidando il prezioso chiodo a un sacerdote originario del contado colligiano. L'insigne reliquia ebbe subito un grande culto. Tra i devoti spicca l'arciprete Sant'Alberto da Chiatina che resse il clero di Colle dal 1177 al 1202, quando morì "crocifisso" da lunghe sofferenze corporali sopportate con esemplare pazienza tanto da essere definito il Giobbe della Valdelsa, il cui corpo si trova nel duomo dove è conservato il Sacro Chiodo. In alcuni documenti dell'epoca il Sacro Chiodo è stato detto "Chiodo del Beato Alberto".La preziosa reliquia si trova ancora oggi custodita in un semplice bucciolo di canna, lo stesso che l'avvolgeva quel lontano giorno in cui il Sacro Chiodo passò dalle mani del vescovo franco a quelle del sacerdote colligiano. Sembra che questo contenitore fosse una parte della canna usata per porgere l'aceto a Gesù sulla croce. Quel che è certo è che quando i canonici provarono a mettere la reliquia in un contenitore diverso, cioè un reliquiario d'argento, il Sacro Chiodo fu ritrovato miracolosamente nel vecchio bucciolo di canna. Oggi la reliquia è conservata dentro di esso e posta all'interno di un pregevole forziere d'argento, raffinata opera di oreficeria fiorentina datata 1628. Al suo interno si trovano anche, perfettamente conservati, gli antichissimi guanti di lana indossati nel XII secolo da Sant'Alberto e utilizzati da tutti i suoi successori fino ad oggi per maneggiare la sacra reliquia. Il forziere è custodito in un apposito tabernacolo ed è protetto da cinque chiavi. In passato due di esse erano conservate dal Comune, una dal vescovo e le rimanenti dai canonici. Nel 1868 il Comune, in pieno clima risorgimentale, rinunciò a tale diritto in nome della separazione tra Stato e Chiesa e come segno di disprezzo della devozione popolare.FATTI STRAORDINARINumerosi sono i fatti straordinari e le grazie attribuite nel corso dei secoli alla venerazione del Sacro Chiodo, molti dei quali documentati con cura. L'insigne reliquia veniva solennemente invocata nei momenti più drammatici della storia cittadina. Emblematico è l'episodio della peste che colpì Colle nel 1527. Ogni giorno si contavano tra i trenta e i quaranta morti. La gente era stremata e impaurita, ma in quel momento venne presa una decisione coraggiosa e carica di fede: portare in processione per tutta la città la sacra reliquia. C'erano tutti: uomini, donne, l'intero clero. E tutti camminavano scalzi, in segno di penitenza e devozione profonda. Non c'erano a quell'epoca autorità sanitarie e decreti governativi a bloccare il popolo che si riuniva per pregare. Ogni passo era un atto di speranza lanciato contro la malattia che mieteva vittime senza sosta. E il miracolo avvenne, la peste si fermò. Non un altro morto. Non un nuovo contagio. Testimoni oculari lasciarono racconti scritti a futura memoria.Con questa stessa devozione furono affrontate guerre come durante l'assedio degli Aragonesi nel 1479, la carestia del 1540 ed ogni sorta di calamità naturali come siccità o, al contrario, piogge troppo abbondanti. Si contano inoltre tante e frequenti guarigioni, incluse liberazioni dalle insidie dei demòni che innanzi al Sacro Chiodo si contorcono e fuggono poiché, secondo l'affermazione di S. Ambrogio tale è la «virtù infusa da Dio in tutti i Chiodi della Crocifissione».Un episodio singolare accadde durante l'episcopato di monsignor Niccolò Sciarelli. Il vescovo, di chiare idee gianseniste, si mostrava contrario non solo al culto del Sacro Chiodo, ma in generale a quello di tutte le reliquie. Per questo disprezzava la festa del Sacro Chiodo, così amata dal popolo. Accadde però che nel 1796 proprio durante la celebrazione liturgica della solennità dell'Esaltazione della Santa Croce, in cui tradizionalmente si venerava il Sacro Chiodo, fu colpito da paralisi e fu costretto ad abbandonare il governo della diocesi.LA TRADIZIONEAncora oggi a Colle di Val d'Elsa la seconda (o la terza) domenica di settembre si celebra la festa del Sacro Chiodo che inizia con un triduo di preparazione con Messe e catechesi appropriate. La domenica c'è poi la festa vera e propria con i vespri presso la concattedrale di Colle di Val d'Elsa a cui segue la Santa Messa solenne concelebrata dai sacerdoti del paese e presieduta da un vescovo o un cardinale. Segue la processione organizzata dalla Centuria del Sacro Chiodo fondata nel 1645. Sovrastata da un baldacchino, in mano al celebrante, la sacra reliquia viene portata per le vie della città. Arrivati al baluardo che sovrasta il resto dell'abitato si procede con la benedizione dei quattro angoli della città con il Sacro Chiodo. Poi si torna in duomo e il popolo canta l'inno sacro che inizia così: "Su, cantiamo, cantiamo fratelli, l'inno sacro all'amata Reliquia". Mentre il ritornello invoca: "O dolcissimo pegno d'amor, rendi a Colle propizio il Signor". Nel mentre il Sacro Chiodo viene inserito in un reliquiario di vetro e i fedeli si accostano con devozione baciando la sacra reliquia in segno di venerazione. Ai soli sacerdoti è concesso il privilegio di baciare direttamente il Sacro Chiodo senza il reliquiario di vetro.La Festa del Sacro Chiodo è un'opportunità per i devoti di immergersi in un'atmosfera di contemplazione, mentre si onora una reliquia sac
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Zuppa di Porro del 30 novembre 2025: rassegna stampa quotidiana
Capriole dell'Avvento tornerà!
Nelle tenebre più fitte, splende la luce come in pieno giorno: ecco il messaggio che giunge nel Tempo di Avvento. L'attesa della nascita di Gesù si accompagna alla necessità di fare luce sulle “notti” dell'umanità, sulle guerre, i conflitti, le violenze che insanguinano il nostro mondo. La pastora Sophie Langeneck, che svolge il suo ministero pastorale nella Chiesa metodista di Milano, commenta questa settimana un passo biblico contenuto nella lettera di Paolo ai Romani.Per quale motivo Dio ha deciso di rivelarsi in un bambino, un essere fragile e indifeso? Mentre si apre il Tempo di Avvento, in preparazione al Natale, proponiamo un testo in cui il teologo protestante italiano Paolo Ricca (deceduto poco più di un anno fa) spiega che cosa significhi che Dio “è diventato Bambino” in Gesù Cristo. Anche noi, afferma Ricca in questo testo pubblicato postumo, dobbiamo “diventare bambini”.
S. 3 Ep. 56 - Non sei più quello di prima. Ma non sei ancora quello che diventerai. Eppure… dentro di te, qualcosa si sta muovendo. Non è più ricerca, non è più resistenza, non è più caos: è emersione. In questo episodio non parliamo più del cambiamento come transizione, ma come identità che inizia a vivere. Parliamo di come, dopo aver lasciato andare e attraversato il vuoto, si comincia — lentamente, concretamente, a scegliere in coerenza con chi sei davvero.In questa puntata scopriremo: ✔️ come riconoscere i primi segni autentici della trasformazione interiore ✔️ cosa succede quando il passato prova a riportarti indietro (e perché lo fa) ✔️ come l'identità nuova inizia a emergere non nei pensieri, ma nei gesti ✔️ le differenze tra decisioni di paura, decisioni di abitudine e decisioni di identità ✔️ il principio della self-leadership: non trovare chiarezza, ma agirla ✔️ il potere dei micro-atti identitari: piccoli gesti che consolidano chi stai diventando Questo non è un episodio motivazionale. È un episodio riconoscitivo. È fatto per chi ha sentito, anche solo per un attimo, che qualcosa sta maturando dentro. Anche se non ha ancora nome. Se durante l'ascolto hai riconosciuto un frammento della tua nuova identità — una frase, una scelta, un immagine, un “non voglio più fingere” — puoi condividerlo con #mymindfulnesspath o taggando @mymindfulnesspath. Non per mostrarlo. Ma per farlo vivere. Se ti piace questo podcast metti una stella ⭐️ e lascia una recensione. Un podcast ha costi elevati, se vuoi supportare questo progetto fai una donazione https://paypal.me/mymindfulnes... Seguimi e scrivimi su altri social https://linktr.ee/chico76rm Music provided by Pixabay Thanks to: John K. The 4 elements Ivy music Open music for Videos Zakhar Valaha
Marketing sanitario: istruzioni per l'uso - il Podcast essenziale per il tuo studio medico
Il passaparola è un qualcosa che da sempre ha portato pazienti agli studi, fino a 10 o 15 anni fa per tantissimi studi era ancora l'unico modo per acquisire pazienti.E per alcuni è ancora così..Il problema è uno solo: adesso non basta più!È qualcosa di non controllabile e che soprattutto con i livelli di concorrenza attuali (e questo è vero in ogni branca medica) non consente ad uno studio di funzionare e di fare certi numeri...Se ti dicessi però che esiste un passaparola "digitale", che puoi creare, puoi alimentare ed è in grado di portarti pazienti selezionati?Per scoprilo ascolta con attenzione il mio episodio di oggi...Al tuo successo! Francesco SEI NUOVO su Vendere Salute? [INIZIA DA QUI] ----------------------------------------------------- 1° STEP: VIDEO CORSO GRATUITO----------------------------------------------------- Vuoi sapere come acquisire nuovi pazienti in maniera costante? Scarica anche tu (GRATIS) il videocorso gratuito “I 3 pilastri del tuo studio medico” composto da 3 video. Nel videocorso gratuito scoprirai: * Come acquisire nuovi pazienti (per aumentare il tuo fatturato senza abbassare i prezzi). * Come differenziarti dai tuoi concorrenti (per creare il tuo posizionamento unico). * Come creare delle procedure interne (per aumentare la produttività e l'efficienza). Scarica subito il videocorso gratuito cliccando su questo link:==> http://trepilastristudiomedico.com ----------------------------------------------------- 2° STEP: IL LIBRO FONDAMENTALE SUL MARKETING SANITARIO----------------------------------------------------- Ciao, se sei completamente nuovo nel mondo di Vendere Salute e vuoi capire come acquisire nuovi pazienti (evitando di abbassare i prezzi), differenziarti dai tuoi concorrenti (per diventare così imparagonabile agli occhi dei tuoi pazienti) perché sei: - medico libero professionista- dentista- titolare di un centro medico “Vendere Salute” è il libro che devi assolutamente leggere. Un vero e proprio manuale operativo da seguire passo passo per acquisire nuovi pazienti, per differenziarti dai tuoi concorrenti e per gestire il tuo studio. Nella nuova Edizione - rivista e migliorata di oltre 300 pagine, con nuovi Bonus esclusivi per i lettori. Prendi ora la tua copia==> https://venderesalute.com/libro --------------------------------------------------- 3° STEP: ENTRA DAVVERO IN VENDERE SALUTE! --------------------------------------------------- Porta davvero il tuo studio ad altro livello, come hanno fatto tanti tuoi colleghi e partecipa alla prossima edizione del corso dal vivo Vendere Salute®. Vendere Salute™ è l'innovativo sistema che ti consente di acquisire nuovi pazienti in maniera sistematica e costante (aumentando fatturato e margini dal 25% ad oltre il 130% in meno di 12 mesi) e a differenziarti dai tuoi concorrenti (diventando un'autorità indiscussa nella tua branca medica). Anche se non hai mai fatto marketing in vita tua! Richiedi qui maggiori informazioni per partecipare alla prossima Edizione del Corso.==> https://corsovenderesalute.com
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Maracanà con Marco Piccari e Stefano Impallomeni. Ospiti: Garbo:"Se la Roma batte il Napoli seria spallata al campionato" Bonanni:"Konè fondamentale anche non al meglio." Impallomeni:"Per il Milan partita contro la Lazio partita complicata"
La federazione di Stamford fa tappa al Petco Park di San Diego, per la 38ª edizione Survivor Series, per la prima volta di scena in una location outdoor. Anche quest'anno, come da tradizione recente, saranno protagonisti i WarGames Match, in sostituzione ormai dal 2022 del classico match a squadre a eliminazione.Quest'anno però Triple H ha fatto le cose in grande, proponendo una versione extra lusso della sfida nella maxi gabbia maschile, con uno star power senza precedenti. In azione anche John Cena, nella sua ultima presenza da wrestler attivo a San Diego e a Survivor Series.Andiamo a parlarne più nello specifico, con analisi e pronostici!
LeoniFiles - Amenta, Sileoni & Stagnaro (Istituto Bruno Leoni)
Votare è un diritto. Anche non farlo.In questa puntata delle Cronache Leonifiles, Carlo Stagnaro e Serena Sileoni discutono del fenomeno dell'astensionismo all'indomani delle elezioni regionali, e dell'ipotesi - tutta illiberale - di rendere il voto obbligatorio.Dal caso Cile dove l'obbligo è diventato un boomerang per il governo, all'esame delle vittorie elettorali più "inaspettate" come Trump e Milei, i Leoni smontano con ironia e rigore l'idea che lo Stato debba costringerti a essere un bravo cittadino.
Fai fatica a farti i complimenti? Anche per Fabio è così: in cosa voi non riuscite a dirvi "bravo"?
Vi siete mai chiesti perché in italiano esistono due parole diverse per dire "lui"? Perché a volte leggiamo "egli" nei libri classici e altre volte sentiamo "lui" nelle conversazioni quotidiane? Questo articolo esplorerà in profondità la differenza tra queste due forme, la loro evoluzione storica e, soprattutto, quando usare l'una o l'altra nella comunicazione moderna. Come e Quando Usare EGLI, Storia e Significato Cosa Significano "LUI" ed "EGLI"? Sia "lui" che "egli" sono pronomi personali di terza persona singolare maschile. In pratica, entrambi significano la stessa cosa: si riferiscono a una persona di sesso maschile di cui stiamo parlando. Per esempio: Giuseppe è un bravo studente. Lui studia medicina.Giuseppe è un bravo studente. Egli studia medicina. Come si può notare, il significato è identico! Ma allora perché esistono due parole diverse per esprimere lo stesso concetto? La risposta ha a che fare con la funzione grammaticale e con l'evoluzione della lingua italiana nel corso dei secoli. La Differenza Fondamentale: Funzione di SOGGETTO Ecco la prima regola cruciale da comprendere: "egli" può essere usato SOLO come soggetto della frase, mentre "lui" può essere usato sia come soggetto che in altre funzioni grammaticali. Questa è la distinzione più importante tra le due forme. Vediamo degli esempi concreti per chiarire meglio: Come Soggetto (chi compie l'azione) Lui/Egli parla italiano molto bene. ✓Lui/Egli è arrivato in ritardo. ✓ In questi casi, entrambe le forme sono grammaticalmente corrette perché funzionano come soggetto della frase. Come Complemento Oggetto Ho visto lui ieri sera. ✓Ho visto egli ieri sera. ✗ (SBAGLIATO!) Dopo una Preposizione Vado al cinema con lui. ✓Vado al cinema con egli. ✗ (SBAGLIATO!) Dopo il Verbo Essere per Identificare Qualcuno Sei tu? No, sono lui! ✓Sei tu? No, sono egli! ✗ (SBAGLIATO!) In Costruzioni Enfatiche È lui che ha mangiato la torta! ✓È egli che ha mangiato la torta! ✗ (SBAGLIATO!) Quindi, è fondamentale ricordare: "egli" è molto più limitato nell'uso rispetto a "lui" e può apparire esclusivamente nella posizione di soggetto! La Storia di "LUI" ed "EGLI": Un Viaggio nel Tempo Per comprendere appieno l'uso di questi pronomi, è essenziale fare un viaggio nella storia della lingua italiana. Questo percorso storico aiuterà a capire perché esistono queste due forme e come si sono evolute nel tempo. Le Origini Latine EGLI è la forma più antica. Deriva dal latino "ille" (che significava "quello") ed è stata la forma standard per secoli nella lingua italiana scritta e formale. Nel Medioevo e nel Rinascimento, per scrivere in italiano corretto, era necessario usare "egli". I grandi maestri della letteratura italiana come Dante, Boccaccio e Ariosto utilizzavano esclusivamente questa forma nei loro scritti. LUI, invece, ha un'origine interessante: deriva dal latino "illui", che era una forma del dativo (cioè "a quello"). All'inizio, "lui" veniva usato solo dopo le preposizioni, come "con lui", "per lui", eccetera, oppure come complemento oggetto ("Ho visto lui"). Tuttavia, nel linguaggio parlato, la gente ha cominciato a usare "lui" anche come soggetto perché era più semplice e diretto. E quando la lingua parlata cambia, anche quella scritta prima o poi segue. Pietro Bembo e le Sue "Regole" Un personaggio chiave in questa storia è Pietro Bembo, un linguista del Cinquecento che ha scritto un'opera fondamentale chiamata "Prose della volgar lingua" (pubblicata nel 1525). Bembo voleva stabilire quali fossero le regole del "buon italiano" e ha deciso che i pronomi soggetto corretti dovevano essere "egli" ed "ella". L'aspetto più sorprendente? Bembo ha addirittura criticato alcuni usi di Dante e Boccaccio (i più grandi scrittori italiani!) quando loro usavano "lui" come soggetto, sostenendo che lo facevano "per distrazione" o "per inavvertenza". Ci voleva un certo coraggio per affermare che Dante sbagliava! Le prescrizioni di Bembo sono state così influenti che "egli" ed "ella" sono rimasti la forma "ufficiale" per secoli, anche quando la gente comune non li usava più nella vita quotidiana. Ancora negli anni recenti, nelle scuole elementari italiane, si insegnavano i verbi così: io sonotu seiegli è (non "lui è"!)noi siamovoi sieteessi sono (non "loro sono"!) Oggi, quando si insegna italiano agli stranieri, si usano subito "lui", "lei" e "loro", perché sono le forme che si usano realmente nella comunicazione contemporanea! "Egli" nella Letteratura Italiana Nei grandi classici della letteratura italiana, "egli", "ella", "essi" ed "esse" sono onnipresenti. Ecco alcuni esempi significativi: Ludovico Ariosto - Orlando Furioso (1516) "Egli partì pieno d'onore e gloria""Ella piangeva la sorte sua infelice" Ugo Foscolo - Ultime lettere di Jacopo Ortis (1802) "Ella non mi ama e io l'adoro""Egli è troppo grande per questa terra" Alessandro Manzoni - I Promessi Sposi (prima edizione, 1827) "Egli entrò nella stanza con passo misurato""Ella rimase muta col capo chino" Alessandro Manzoni: Il Rivoluzionario dei Pronomi Manzoni merita un discorso particolare, perché è stato il primo grande scrittore a rendersi conto che "egli" ed "ella" stavano diventando antiquati e artificiali. Ha riscritto il suo capolavoro I Promessi Sposi molte volte proprio per modernizzare la lingua! Osservate questi numeri incredibili che dimostrano la sua evoluzione linguistica: Edizione del 1827: "egli" compare 862 volte, "lui" come soggetto 0 volte Edizione del 1840 (13 anni dopo): "egli" compare solo 64 volte, "lui" come soggetto compare 200 volte! Ma cosa è successo agli altri 600 "egli" circa? Semplice: Manzoni li ha eliminati, lasciando il soggetto implicito (ne parliamo tra poco!). Manzoni è stato un vero innovatore linguistico che ha anticipato i tempi! Le Forme Femminili e Plurali: "ELLA", "ESSI", "ESSE" È importante conoscere anche le altre forme che esistevano nel sistema pronominale tradizionale: ELLA È il femminile di "egli". Oggi è praticamente scomparsa dalla lingua parlata e scritta, completamente sostituita da "lei". ESSO ed ESSA Erano usati principalmente per cose inanimate (oggetti, concetti, idee), non per persone. Oggi sono quasi completamente scomparsi, sostituiti da "questo/a", "quello/a", o semplicemente omessi. Esempio antico: "Il viaggio è stato lungo. Esso mi ha stancato molto."Italiano moderno: "Il viaggio è stato lungo. Mi ha stancato molto." (senza pronome) oppure "Questo mi ha stancato molto." ESSI ed ESSE Erano i plurali di "egli/ella" e "esso/essa". Anche questi oggi sono sostituiti da "loro" quando si parla di persone, o vengono omessi quando si parla di cose. Quando Usare "EGLI" e Quando Usare "LUI": Le Regole Pratiche Ecco la parte più importante per chi studia o usa l'italiano: quando si deve usare una forma o l'altra? Vediamo le regole pratiche con esempi concreti. Usate "LUI" quando: 1. Parlate in situazioni informali o quotidiane "Paolo voleva imparare a parlare italiano come un vero madrelingua. Lui ha quindi acquistato un corso intensivo.""Dove vai?" "Vado da lui." 2. Scrivete testi moderni, email, messaggi, articoli di giornale "Il sindaco ha dichiarato che lui non si dimetterà." 3. Volete dare enfasi al soggetto o creare un contrasto "Lui, a differenza di molti suoi colleghi, non cerca scorciatoie.""Mentre loro celebrano il successo, lui rimane umile." 4. Dovete usare il pronome dopo una preposizione o in qualsiasi posizione che non sia il soggetto "Parlo con lui ogni giorno.""Questo regalo è per lui." 5. In costruzioni enfatiche con il verbo essere "È lui che ha vinto!""Sono proprio loro i responsabili!" Usate "EGLI" quando: 1. Scrivete testi molto formali (documenti ufficiali, atti legali, testi burocratici, scritti scientifici) "Egli dichiara di rinunciare ai propri diritti.""Il professore ha pubblicato una nuova ricerca. Egli sostiene che..." 2. Volete imitare uno stile letterario antico "Egli camminava solo per le vie della città deserta." 3. Fate riferimenti storici o parlate di personaggi del passato in modo formale "Garibaldi sbarcò in Sicilia nel 1860. Egli guidò le sue truppe verso nord." Attenzione! "EGLI" Oggi è Quasi in Via di Estinzione È fondamentale comprendere che nell'italiano contemporaneo, "egli" è usato sempre meno. La maggior parte degli italiani usa quasi esclusivamente "lui", anche quando scrive! "Egli" suona molto formale, letterario, e a volte può sembrare addirittura un po' strano o pomposo se usato in contesti normali. Immaginate di incontrare un amico per strada e di dirgli: "Ho visto Matteo. Egli mi ha detto che domani viene alla festa." Il vostro amico probabilmente vi guarderebbe in modo strano! È troppo formale per una conversazione normale. Il problema è che alcuni italiani pensano che "lui", "lei" e "loro" siano un po' informali per la scrittura formale. Si sentono a disagio a usare "lui" in un testo importante, ma allo stesso tempo "egli" suona troppo antico! Questo crea un certo imbarazzo: da un lato abbiamo forme che sembrano vecchie, dall'altro forme che sembrano troppo casual. Qual è la soluzione? La risposta più comune è: omettere completamente il pronome! E questo ci porta al prossimo punto fondamentale... Il "Soggetto Nullo" o "Soggetto Zero": La Soluzione Italiana Ecco una delle caratteristiche più interessanti dell'italiano: possiamo omettere completamente il pronome soggetto! I linguisti chiamano questo fenomeno "soggetto nullo" o "soggetto zero". L'italiano, come lo spagnolo e il portoghese, è una lingua "pro-drop" (dall'inglese pronoun-dropping). Questo significa che possiamo "lasciar cadere" il pronome. Al contrario, in lingue come l'inglese, il francese o il tedesco,
Adrien Rabiot ha speso ottime parole per l'allenatore del MilanMassimiliano Allegri in un'intervista a La Gazzetta dello Sport.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/radio-rossonera--2355694/support.
L'apparecchio non è solo una questione da ragazzi. Sempre più adulti scelgono l'ortodonzia per motivi estetici, ma anche funzionali: migliorare il morso, prevenire problemi alle gengive o ai denti. Ne parliamo con la prof.ssa Francesca Nucci, odontoiatra specialista in ortodonzia e professoressa a contratto all'Università di Milano, per capire come sono cambiati gli apparecchi, quanto durano i trattamenti e quali risultati ci si può aspettare
Un confronto su radici culturali, stereotipi, violenza psicologica, responsabilità maschile, educazione e linguaggio per capire davvero come sradicare il fenomeno. Ne parliamo con Francesca Schir, presidente dell'Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Provincia di Bolzano e Silvia Basile, presidente del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Bolzano.Sul tema:Silvia BasileFrancesca SchirIl reato di femminicidio non bastaPiù chiamate ai centri antiviolenzaCrescere nell'era dell'ansiaViolenza di genere, il ruolo dei mediaCi serve ancora l'8 marzo?Der Wahrheitsgehalt von SpracheZusammenhalten, Mädels!Serie completaI podcast su SALTOAbbonati a SALTO
La decisione dei giudici di disporre l'allontanamento di tre bambini dai genitori con cui vivevano in una piccola casa in un bosco abruzzese è diventata un caso politico. Ma perché se ne sta parlando così tanto, e perché la Lega ha così a cuore questa storia? I motivi sono diversi e riguardano anche la tutela dei minori nei campi rom. Seguiteci sui nostri siti Pagella Politica e Facta e sui nostri profili Facebook, Instagram, X, Telegram, Threads, TikTok e Bluesky. Episodio scritto da Davide Leo e Micol Maccario e prodotto da Jessica Mariana Masucci Link utili: Perché la Lega ha così a cuore il caso della famiglia nel bosco Famiglia nel bosco: la verità sulla decisione dei giudici Anche i bambini rom sono allontanati dai loro genitori CREDIT BRANI “Right on target” di Lemonmusicstudio “Blues vibes 100 bpm” di Michael Kobrin Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il Messaggio di Oggi: "COSÌ ANCHE LA LINGUA - UN PICCOLO MEMBRO E PURE..." • Giacomo 3 :5-6 • Giacomo 3: 1 (2-12) • Genesi 1: 26 • Efesini 4: 24 • 2 Corinzi 5 :17 • Efesini 4: 23 • Efesini 4: 22 • Salmo 68 :19 • Salmo 68: 35 • Salmo 76: 12 • Efesini 4: 25 • 1 Corinzi 6 :11 • Giovanni 8: 44 • 1 Corinzi 6: 9-11 • Efesini 4: 29-31 • Atti 4: 36 • Atti 11 :24 • Atti 11: 23-24 • Atti 6: 5 • Atti 11 :24 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Abbiamo imparato senza sforzo a comprendere l’avvicendarsi delle stagioni attraverso i segni che la natura stessa spontaneamente ci fornisce. Quando il fico comincia a mettere i propri fiori, che diventeranno il frutto gradevole che conosciamo, diciamo che l’estate è vicina. Anche i fatti che accadono intorno a noi e dentro di noi hanno un loro linguaggio. L’avvento del Regno ha le sue manifestazioni concrete nella storia, anche se percepirne i segni non può essere frutto del semplice intuito umano. È come un granellino di senapa gettato nel campo, quasi invisibile a occhio nudo; occorrerà del tempo prima che cresca e diventi un arbusto. Serve la luce dello Spirito e la divina sapienza per avvertirne la presenza e la crescita. L’arrivo e lo schieramento dell’esercito romano preannunceranno la prossima distruzione di Gerusalemme. L’espandersi del messaggio di Cristo tra le genti, anche se tra inevitabili persecuzioni e lotte, sarà il segno che Dio sta recuperando spazio nella storia del mondo e nei cuori degli uomini. I cambiamenti saranno radicali: le novità importanti e decisive esigono che le cose vecchie scompaiano per far posto al nuovo. La verità esalta e distrugge allo stesso tempo, ma l’unico risultato è l’avvento del Regno, la conferma della storia alle verità perenni di Cristo. Il mondo subirà le sue trasformazioni cosmiche nel corso dei secoli: i cieli e la terra passeranno, ma - dice Gesù - «le mie parole non passeranno». Siamo quindi confortati da verità perenni e inconfutabili. Una di queste ci ripete, in questi giorni conclusivi dell’anno in cui spesso ascoltiamo profezie di eventi catastrofici: «Non temete. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Instabilità geopolitica, conflitti, dazi, costo dell'energia. Sono solo alcuni degli ostacoli che le famiglie e le imprese si trovano ad affrontare.In questo contesto, si è diffuso il timore di uno stallo nel credito alle aziende e alle famiglie. E invece, i dati ci dicono che nel primo semestre del 2025 l'importo dei prestiti erogati alle imprese è cresciuto del 13% rispetto allo stesso periodo del 2024. Ne parliamo con Vito Antonio Furio, Sales Director di CRIF.
Dal 27 al 30 novembre il Brisbane International Film Festival porterà decine di proposte cinematografiche nelle sale di Brisbane, quest'anno con un tocco anche un po' italiano.
Gaza, la pioggia allaga le tende degli sfollati. L'Onu parla di collasso senza precedenti. La papamobile di Papa Francesco diventa una clinica mobile per i bambini di GazaUSA e Russia trattano sul piano di pace in Ucraina, che passa da 28 a 19 puntiBrasile, Bolsonaro inizia la pena: 27 anni di carcere per il tentato colpo di StatoStati Uniti, il gruppo venezuelano Cartel de los Soles designato come organizzazione terroristica. Anche alcune sezioni della Fratellanza Musulmana in Libano, Egitto e Giordania verso la stessa classificazioneSudan, nuovi scontri mentre gli Stati Uniti spingono per una tregua umanitariaEtiopia, l'eruzione vicino all'Erta Ale provoca disagi ai voli, ma avrà un impatto minimo sul clima globaleCina, avvertimento a Stati Uniti e Giappone sulla questione TaiwanTaiwan, il presidente annuncia 40 miliardi di dollari in più per la difesaPakistan scivola verso l'autocraziaQuesto e molto altro nel Notiziario Mondo - a cura di Stefania Cingia
Un'analisi che intreccia memoria personale, emergenze ambientali e responsabilità politiche, mostrando come la crisi climatica non sia mai un tema distante ma una realtà che attraversa città, comunità e persone, diventando materia urgente per istituzioni, informazione e cittadini consapevoli. Dal quartiere di Napoli Est alla consapevolezza ambientale Nel suo impegno narrativo e giornalistico, Stefania Divertito parte da un luogo molto preciso: Napoli Est, in particolare l'area di San Giovanni e San Lucio. È un territorio segnato da raffinerie, oleodotti e un mare che negli anni si trasformava in uno spazio non più vivibile. L'autrice ricorda come un incendio nella raffineria Agip negli anni Ottanta modificava radicalmente la percezione della città e dell'aria che respirava ogni giorno. L'evento costrinse molte famiglie a lasciare temporaneamente le proprie case. Il rapporto tra ambiente, salute e diritto diventa così parte centrale del suo percorso. La spinge a raccontare le ferite del territorio e la necessità di strumenti giuridici che permettano alle comunità di ottenere giustizia. Realtà come Unica Radio e associazioni impegnate sul territorio diventano punti di diffusione e confronto necessari. Il quadro più ampio, invece, riguarda la possibilità per i cittadini di rivendicare diritti attraverso istituzioni come la Corte europea dei diritti dell'uomo e movimenti che chiedono il riconoscimento del reato di ecocidio. Secondo Divertito, la responsabilità individuale e collettiva nasce dalla capacità di cambiare sguardo. Non si deve subire ciò che accade, ma interrogarsi sulle cause e sui soggetti responsabili. Solo così si può costruire un tessuto sociale più consapevole e più forte. Comunicare la crisi climatica tra Cop 30, scienza e attivismo Il tema della comunicazione ambientale occupa un posto centrale nelle riflessioni di Stefania Divertito. Questo risulta ancora più evidente in un periodo in cui vertici come la COP 30, ospitata a Belém in Brasile, riportano al centro la necessità di un linguaggio più efficace e meno catastrofista. Per l'autrice, la narrazione basata solo sul disastro rischia di paralizzare l'azione. Anche l'ottimismo a tutti i costi produce un effetto contrario, perché trasforma la crisi climatica in un fenomeno percepito come lontano o inevitabile. L'obiettivo diventa quindi raccontare ciò che accade oggi. Bisogna rendere i dati più vicini all'esperienza quotidiana dei cittadini e ricordare che anche le previsioni più dure dell'IPCC o dell'UNEP non escludono la possibilità di invertire la rotta attraverso politiche efficaci e scelte collettive. Secondo Divertito, la comunicazione deve restare chiara e accessibile. Deve coinvolgere comunità, istituzioni e mondi diversi, dalle associazioni territoriali ai festival culturali che uniscono arte, scienza e cittadinanza. In questo senso, piattaforme come Comune di Napoli o realtà culturali impegnate nella divulgazione assumono un ruolo chiave. Favoriscono un'alleanza tra linguaggi differenti e una sensibilità ambientale capace di attraversare generazioni e città. Alleanze, comunità e la forza collettiva Per Stefania Divertito, la prima forma di salvezza è il riconoscersi come comunità. Solo così cittadini, artisti, scienziati e scrittori possono unire forze e competenze per rispondere a una crisi che richiede partecipazione attiva. L'idea di comunità non è un concetto astratto. È un territorio concreto, fatto di persone che collaborano, condividono conoscenze e costruiscono reti solide. Artisti, istituzioni, associazioni e realtà civiche diventano quindi parte di un unico processo culturale e sociale. Questo processo si rafforza anche grazie a progetti e iniziative promosse in molte città italiane, dove la rigenerazione urbana incontra l'attivismo ambientale. L'alleanza tra arte, scienza e società rappresenta per l'autrice un passaggio imprescindibile. Solo attraverso un dialogo aperto è possibile affrontare la crisi climatica non come un destino ineluttabile, ma come un terreno d'azione collettiva. Ogni gesto culturale, politico o sociale contribuisce così alla costruzione di un futuro più responsabile.
La Corte di giustizia europea – esprimendosi su una coppia omosessuale polacca che si era sposata in Germania - ha confermato che un matrimonio in uno stato europeo deve essere valido in ognuno degli stati membri. Il Parlamento italiano ha approvato ieri all'unanimità il reato di femminicidio, dopo una giornata particolarmente confusa in cui avrebbe dovuto essere approvato in maniera definitiva anche il consenso libero e informato. Ci racconta Simone Santi cos'è accaduto ieri in diretta da Roma. È stata presentata al Parlamento italiano l'Appennini Bike Tour, ossia 3100 kilometri di percorso su strade secondarie e ciclabili per percorrere l'Appennino lungo tutta la penisola, con 44 tappe e quasi 1300 comuni attraversati. Rassegna stampa La Corte di giustizia Ue ha stabilito che paesi membri devono riconoscere i matrimoni omosessuali contratti all'estero, Luigi Mastrodonato
Anche l'Italia assapora il Jack Daniel's 10 Years Old. Con quattro anni di ritardo rispetto ad altri paesi, la referenza ora sbarca finalmente sul mercato nostrano. Ma non c'è tempo da perdere, perché il sold out è probabile e si prevede possa avvenire in tempi stretti, in attesa di un nuovo batch in futuro. Parliamo, infatti, di una limited edition: solo 450 bottiglie in commercio distribuite in enoteche e cocktail bar selezionati, mentre una piccola quota è acquistabile in esclusiva su Amazon.
Alessandra Faiella è un'attrice, comica e regista che ha attraversato teatro, televisione e cabaret diventando una delle voci più lucide e ironiche sulla condizione femminile, sul corpo e sull'età. Cresciuta in una famiglia medio borghese - padre editore, madre insegnante - Alessandra assorbe tanta cultura, ma un rapporto ansioso e poco strutturato con il denaro. «Mia mamma diceva sempre: “siamo poveri”, anche se potevamo permetterci tante cose».Quando sceglie di fare l'attrice, entra in un mondo altrettanto ambiguo sul tema denaro. «Nel campo teatrale i soldi sono quasi un optional… parlare di soldi era un po' volgare» . È la visione dell'art pour l'art, dove la qualità del lavoro dovrebbe prescindere dalla retribuzione. Ma questa mentalità, racconta, rende l'artista più fragile: «È una vita infame perché li finisci sempre troppo presto, sei sempre con l'affanno» .Anche nella vita privata la gestione economica non migliora. Sposa un collega artista — «uno messo peggio di me» — e insieme affrontano stagioni di lavoro molto variabili, senza pianificazione. Nel frattempo Alessandra accumula multe fino a un debito di dieci milioni di lire, che riesce a saldare solo chiedendo una rateizzazione: «Proprio ciò che non devi mai fare: le mettevo lì… si sono accumulate tantissimo» .Due incontri cambiano il suo rapporto con il denaro: l'arrivo di un figlio e la relazione, dopo il divorzio, con un'artista capace di gestire le proprie finanze con lucidità. «Ho cominciato a capire che hai tanti soldi anche perché li sai gestire» . Da lì inizia a risparmiare, controlla le sue app, si dà regole. E soprattutto supera il pregiudizio che i soldi “sporchino” l'arte: «Il mio lavoro è migliorato grazie a questa nuova attenzione al denaro: hai meno ansia» .Questa consapevolezza diventa anche una forma di autodifesa professionale: «Se tu per prima pensi: “sono un'artista, i soldi non mi interessano”, ti dai la zappa sui piedi» . Oggi Alessandra sceglie i progetti con più criterio, negozia il giusto riconoscimento e rivendica condizioni dignitose — anche semplicemente poter viaggiare comoda: «Fa parte del mio lavoro» .Il suo rituale di benessere finanziario, racconta, è aver iniziato finalmente a risparmiare: un gesto semplice, ma rivoluzionario per chi è cresciuta — e ha lavorato — in mondi dove di soldi non si parlava mai.
Recentemente nominata direttrice artistica e didattica di Siena Jazz, di cui era già insegnante (e di cui è stata allieva), la contrabbassista Silvia Bolognesi è una delle figure di punta e più dinamiche della nostra scena jazzistica, e con significativi rapporti a livello internazionale (che già diversi anni fa l'hanno portata per esempio ad essere cooptata nella versione allargata e rinnovata dell'Art Ensemble of Chicago). Con l'etichetta Caligola, Silvia Bolognesi quest'anno ha pubblicato un bel lavoro su Ellington, una grande ispirazione che ha sempre tenuto presente: Jungle Duke vuole essere un omaggio al momento in cui Ellington inventa un suono unico, uno dei momenti più "avanguardistici" del Duca, e quello in cui Ellington si afferma come un bandleader-compositore di assoluta e imprescindibile originalità. Con il suo settetto Silvia Bolognesi riesce a creare una rimarchevole dimensione orchestrale, al tempo stesso rispettosa degli originali di Ellington e contemporanea, e con un sensibile impiego di campionamenti dell'inconfondibile, affascinante parlato del Duca. Anche il cantante e poeta afroamericano Gil Scott Heron è stato ed è una grande ispirazione per Silvia Bolognesi: Gil Scott Heron è in questi ultimi anni oggetto di una meritata riscoperta e di rivisitazioni e omaggi, fra i quali si inserisce degnamento l'album - su cui chiudiamo la puntata - Is That Jazz?, pubblicato da Fonterossa e cointestato a Silvia Bolognesi e a Eric Mingus, voce e poetry. A cura di Marcello Lorrai.
Giuseppe Mendicino, Anna Lina Molteni"Lettere a Marguerite Poradowska"Joseph ConradRonzani Editorewww.ronzanieditore.ita cura di Giuseppe Mendicino, traduzione di Anna Lina Moltenicon una prefazione di Riccardo CapoferroJoseph Conrad, scrittore anglo-polacco autore di capolavori quali La linea d'ombra, Lord Jim, Cuore di tenebra e Tifone, tra il 4 febbraio 1890 e il 30 dicembre 1920 scrisse oltre cento lettere a Marguerite Poradowska, nata Marguerite Gachet, nipote di quel dottor Paul Gachet immortalato nel celebre dipinto di Van Gogh. Anche lei scrittrice, aveva sposato un cugino di Conrad, Alexandre Poradowski, fuggito dalla Polonia dopo i moti insurrezionali del 1863 contro l'oppressione zarista. Tra Conrad e Marguerite scattano un affetto e una comprensione che nascono dalle rispettive esperienze e passioni: dalla solitudine, umana e intellettuale, del primo, dalla sensibilità romantica della seconda. La parte più intensa della corrispondenza si dipana in un periodo storico importante per Conrad, tra il 1890 e il 1895, che coincide con il suo viaggio nel cuore dell'Africa, con l'addio alla vita per mare e l'inizio dell'attività di romanziere. Purtroppo delle lettere di Marguerite a Conrad sono state recuperate e pubblicate solo tre minute, una quarta è stata rinvenuta da Mendicino presso la Yale University. Da queste poche missive e dai suoi racconti si ricava l'immagine di una donna appassionata e di grande vivacità intellettuale, che diverrà presto un vero e proprio mentore letterario per Conrad.Il volume si compone di tre parti. Un approfondito saggio introduttivo del curatore Giuseppe Mendicino dove si indaga la figura di Conrad e l'importanza che il rapporto con Marguerite Poradowska ha avuto sulla sua letteratura, sul mare e sulla sua stessa vita. Seguono le lettere di Conrad, conservate presso il Fondo Joseph Conrad della Yale University, tradotte da Anna Lina Molteni, che firma altresì un intenso saggio su Marguerite Poradowska.Giuseppe Mendicino (Arezzo, 1960), scrittore e saggista che a Joseph Conrad ha dedicato diversi scritti, da ultimo Conrad. Una vita senza confini (Laterza, 2024), e una serie di saggi pubblicati su «Doppiozero», Treccani e all'interno del catalogo della mostra Le ossa della terra. Primo Levi e le montagne (Museo Nazionale della Montagna, Torino, 2024). È socio accademico del GISM (Gruppo italiano scrittori di montagna) e collabora con Enciclopedia Treccani, «Doppiozero» e «La Rivista del CAI». Tra le sue pubblicazioni: Mario Rigoni Stern. Un ritratto (Laterza, 2021), Mario Rigoni Stern. Cento anni di etica civile, letteratura, storia e natura (Ronzani Editore, 2022), Mario Rigoni Stern. Il coraggio di dire no (Einaudi, 2013).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il 19 novembre l'Ucraina ha ricevuto la bozza di un piano di pace statunitense che prevede, tra le altre cose, la cessione di territori alla Russia e una limitazione delle sue forze armate. Con Davide Maria De Luca, giornalista, da Kiev.Il 19 novembre la camera dei deputati italiana ha approvato all'unanimità la proposta di legge che riscrive l'articolo del codice penale sul reato di stupro introducendo il concetto di “consenso libero e attuale”. Con Claudia Torrisi, giornalista.Oggi parliamo anche di:Film • Dreams di Michel FrancoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Gek Tessaro"Che bestie"Edizioni Lapiswww.edizionilapis.itPer il suo sesto compleanno, un bambino educato e piuttosto serio riceve un regalo davvero insolito: sei galline, vere, in carne e piume.È stata la mamma a sceglierle — una mamma eccentrica, imprevedibile e piena di fantasia — convinta di aver avuto un'idea geniale. E il bambino, pur perplesso, ringrazia con educazione: perché rifiutare sarebbe scortese.Da quel momento, però, la casa si riempie di piume e di guai: le galline giocano, cantano, si spaventano, combinano disastri… finché compare una tigre travestita da tappeto (e poi da maestra, e poi da criceto!).E quando arriva anche il papà, con la sua personale “sorpresa”, la confusione tocca vette imprevedibili.Con il suo tratto inconfondibile e il ritmo travolgente della rima, Gek Tessaro costruisce un piccolo capolavoro di comicità e poesia: una casa popolata di adulti strampalati, animali esagerati e un bambino che, tra piume e risate, cerca solo un po' di pace per studiare.Un albo esilarante e pieno di ritmo, dove la normalità è un miraggio e il buon senso… tocca al bambino. Anche quando gli adulti lo perdono di vista.E, dopo tutto questo trambusto, resta una domanda sospesa: le galline erano sei, vero? E allora perché se ne vedono sempre cinque?Gek TessaroPoeta della parola e del segno, è uno degli autori più amati e vicini al mondo dell'infanzia. Ha collaborato con diverse case editrici e i suoi libri hanno ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio Andersen come autore e illustratore e il premio nazionale Nati per leggere. Oltre a scrivere e illustrare, da anni Gek Tessaro, insieme a Lella Marazzini, porta in giro per l'Italia i suoi spettacoli di "teatro disegnato", capaci di incantare grandi e piccini, conduce laboratori di educazione all'immagine, letture animate e incontri con i bambini.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Anche stasera torniamo a MADE EXPO, la fiera del mondo delle costruzioni, dove oggi si è tenuta la conferenza "AI Architectural Intelligence. Inspirational Talk. L'Intelligenza artificiale in architettura: tra dialogo e sperimentazione". Ed è proprio di questo che parliamo, per esplorare come l'Intelligenza Artificiale stia trasformando il modo in cui immaginiamo, progettiamo e realizziamo l'architettura. Dagli studi di Radio24 presso MADE EXPO, affrontiamo il tema, che va dalle nuove possibilità creative, fino ai cambiamenti che l'IA introduce nei processi operativi con l'evoluzione di strumenti digitali. Tra efficienza, sostenibilità, rischi di omologazione, e responsabilità, cerchiamo di dare uno sguardo d'insieme sul rapporto tra tecnologia e disciplina, che segna il futuro stesso del costruire. Ne parliamo con Luca Sassi, Architetto e Content Creator, che ha partecipato alla conferenza.
Francesca BarbagalloFilm Commission Torino Piemonte"Professioniste dell'audiovisivo: ancora -avanti piano- sul set"● TFI Torino Film Industry Extended ha acceso il dibattito sulle dinamiche di genere nel settore● La presenza femminile resta concentrata nei ruoli di “cura” - trucco e acconciature - più che nelle posizioni di comando, ma le nuove generazioni si muovono con maggiore consapevolezza per conquistare spazio e visibilità● Serve un cambiamento a ogni livello della filiera, dalla scrittura alla produzione● Dal Piemonte parte una “chiamata” alle professioniste del suono under 35Arrivano segnali, seppur lievi di cambiamento dall'incontro dedicato alla condizione delle professioniste della filiera del cinema e dell'audiovisivo svoltosi lo scorso 8 novembre aTorino: primo appuntamento di TFI Torino Film Industry Extended, in avvicinamento all'edizione 2025 in programma dal 20 al 25 novembre (torinofilmindustry.it).L'incontro – promosso da Film Commission Torino Piemonte in collaborazione con Contemporanea Film Festival – ha riunito Rete Cinema Piemonte, Women in Film, Television & Media Italia, Mujeres nel Cinema e DiversityLab per scattare un'istantanea del settore, analizzare le dinamiche che ostacolano l'equità di genere e mettere in luce la crescita delle lavoratrici in ambiti ancora a prevalente presenza maschile.Un'occasione di confronto sul cambiamento in atto e su quello ancora necessario. Nell'analizzare 27 progetti realizzati in Piemonte negli ultimi 3 anni, Fernanda Selvaggi per Rete CinemaPiemonte ha evidenziato un 30% di presenza femminile nei ruoli apicali. Se alcuni reparti restano tradizionalmente connotati per genere – da un lato trucco e acconciature, costumi e casting, dall'altro macchinisti, elettricisti e trasporti – la disparità nelle posizioni di vertice resta evidente. Le donne registe o direttrici della fotografia sono ancora rare, e questo si traduce anche in una minore presenza di uno sguardo femminile nella narrazione audiovisiva. Anche nel reparto produzione, pur registrando un equilibrio maggiore, la leadership è ancora prevalentemente maschile.Negli ultimi anni le nuove tecnologie, che hanno reso le attrezzature più leggere e accessibili, stanno facilitando l'ingresso delle donne nei reparti tecnici. Tuttavia, il riconoscimento professionale resta spesso diseguale: molte professioniste vengono ancora indirizzate verso mansioni più legate all'estetica dei film. Se si allarga lo sguardo al contesto nazionale – e in particolare alla Capitale – il quadro appare leggermente più positivo rispetto a quello piemontese. Come ha illustrato Domizia De Rosa di Women in Film, Television & Media Italia, il trend 2024 delle produzioni evidenzia una diminuzione delle donne impiegate nei reparti di trucco, costumi e scenografia, a fronte di una crescita di montatrici, supervisor, sceneggiatrici, registe e direttrici della fotografia.Dal 2017 al 2024, le produzioni a guida femminile sono passate dall'11% al 24% (fonte: MiC/DGCA – Gender Balance in Italian Film Crews. Data and Research Policies 2017–2024, 2025). L'istantanea che emerge da questi dati rappresenta uno strumento prezioso per orientare le politiche delle Film Commission e calibrare gli interventi di rete sulle professionalità presenti nei territori, favorendo una maggiore equità di accesso e una più ampia valorizzazione dei talenti femminili.Va in questa direzione il lavoro portato avanti da Film Commission Torino Piemonte con la Production Guide, strumento che mappa i professionisti residenti in Piemonte attivi nel cinema e nell'audiovisivo. Su 433 profili censiti, il 36% sono donne, con punte tra il 71% e il 100% nei reparti di trucco, acconciature, costumi e casting.Anche in Piemonte – come ha illustrato Francesca Barbagallo dell'Ufficio Produzione – la presenza maschile nei ruoli apicali di fotografia, regia, sceneggiatura e produzione resta predominante. Un segnale incoraggiante arriva però dalle nuove generazioni, come mostra la Production Guide Beginners, che raccoglie professionisti e professioniste under 35 residenti o domiciliati in Piemonte, che intendono inserirsi stabilmente nel network delle produzioni attive sul territorio e ampliare le proprie esperienze sulset.In questa sezione, la presenza femminile sale al 55%, ma si registra una forte carenza di profili nel reparto musica e suono. Da qui l'invito: compositrici del Piemonte, fatevi avanti.In ogni caso, appare evidente che il cambiamento necessario debba avvenire a ogni livello della filiera, a partire dalla scrittura e dallo sviluppo dei progetti fino al loro incontro con il pubblico, attraverso azioni concrete di responsabilità e consapevolezza condivisa.Il percorso di avvicinamento a TFI Torino Film Industry 2025 prosegue sabato 15 novembre con il secondo appuntamento di TFI Extended, intitolato Piemonte a tutto cinema: un'istantanea Glocal. L'incontro, organizzato da Film Commission Torino Piemonte nell'ambito del Glocal Film Festival, sarà un focus dedicato alle figure professionali del settore audiovisivo locale, con l'obiettivo di indagarne e valorizzarne competenze e potenzialità.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
Vorresti ricevere notizie, saluti, auguri dalle Apostole della Vita Interiore?Lasciaci i tuoi contatti cliccando il link qui sotto e con la nostra nuova rubrica digitale potremo raggiungerti.https://www.it.apostlesofil.com/database/- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro.Disse dunque: «Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi servi, consegnò loro dieci monete d'oro, dicendo: "Fatele fruttare fino al mio ritorno". Ma i suoi cittadini lo odiavano e mandarono dietro di lui una delegazione a dire: "Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi". Dopo aver ricevuto il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno avesse guadagnato.Si presentò il primo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate dieci". Gli disse: "Bene, servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città".Poi si presentò il secondo e disse: "Signore, la tua moneta d'oro ne ha fruttate cinque". Anche a questo disse: "Tu pure sarai a capo di cinque città".Venne poi anche un altro e disse: "Signore, ecco la tua moneta d'oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato". Gli rispose: "Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi". Disse poi ai presenti: "Toglietegli la moneta d'oro e datela a colui che ne ha dieci". Gli risposero: "Signore, ne ha già dieci!". "Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me"».Dette queste cose, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.Parola del Signore.
Da un'analisi realizzata dalla piattaforma Luxforsale emerge un evidente interesse dei grandi investitori internazionali per gli immobili di lusso in Italia. Ne parliamo con Claudio Citzia, che ne è il fondatore. Anche per le case dei "comuni mortali" si registra una tendenza interessante: un'accelerazione nelle nuove erogazioni di mutui nella prima metà del 2025. Facciamo il punto con Guido Bertolino, Responsabile Business Development di MutuiSupermarket.it, che la scorsa settimana ha diffuso la Bussola trimestrale curata con CRIF.
Nel periodo invernale tutti diventiamo un po' più pigri e letargici. l'attività fisica andrebbe però portata avanti con costanza. Sia che siate principianti o atleti esperti con queste dritte farete un po' di ginnastica anche in ufficio!
Al telefono l'ascoltatrice Emanuela, inviata speciale dell'ultimo minuto a Londra, all'inaugurazione della statua di Bridget Jones. Anche se era andata per visitare il bar dove si beve nei bicchieri di Britney Spears.
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A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
Vorresti ricevere notizie, saluti, auguri dalle Apostole della Vita Interiore?Lasciaci i tuoi contatti cliccando il link qui sotto e con la nostra nuova rubrica digitale potremo raggiungerti.https://www.it.apostlesofil.com/database/- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: "Fammi giustizia contro il mio avversario".Per un po' di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: "Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi"».E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».Parola del Signore.
È previsto per domani 11 novembre alle ore 17.00 l incontro "Trasformare la moda Made in Italy per rafforzare la sua leadership mondiale", promosso su iniziativa del Senatore Giorgio Maria Bergesio e organizzato da Confindustria Moda, presso il Senato della Repubblica. Per il Presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, sarà l'occasione perpresentare le linee guida del Piano Strategico Industriale 2035 delle filiere Tessile, Moda e Accessori, elaborato da Confindustria Moda insieme a Confindustria Accessori Moda, con il supporto scientifico di LIUC Business School, che mira a garantire la competitività e la sostenibilità del sistema moda italiano, coinvolgendo tutte le componenti produttive, dal tessile-abbigliamento alla pelle, dalla calzatura agli accessori. Ne parliamo con Luca Sburlati (nella foto), Presidente Confindustria Moda.Usa, accordo sullo shutdown al SenatoIl Senato ha approvato domenica sera tardi la prima fase di un accordo che porrebbe fine allo shutdown del governo statunitense, iniziato il 1° ottobre. La misura procedurale che consente di tenere altre votazioni essenziali per l accordo a partire da oggi lunedì è stata approvata con un minimo di 60 voti favorevoli, dopo che otto senatori democratici hanno rotto con la leadership del partito per sostenere l accordo. Quaranta senatori hanno votato contro. «Sembra che ci stiamo avvicinando molto alla fine dello shutdown» del governo Usa, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ai giornalisti dopo l accordo raggiunto in Senato per finanziare le attività governative ma solo fino al 30 gennaio. In base all'accordo, infatti, il Congresso approverebbe il finanziamento per l'intero anno per i dipartimenti dell'Agricoltura, degli Affari dei Veterani e per il Congresso stesso, mentre finanzierebbe altre agenzie fino al 30 gennaio. Trump, che ha graziato Giuliani e gli alleati che contestarono il voto del 2020, ha anche assicurato che ogni cittadino americano, ad eccezione di chi percepisce redditi elevati, riceverà un bonus di almeno 2mila dollari grazie ai dazi imposti sui commerci internazionali. Ora siamo il Paese più ricco e rispettato del mondo, quasi senza inflazione , ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social. «Si pagherà un dividendo di almeno 2mila dollari a persona (senza includere chi ha redditi alti) a tutti», ha aggiunto il presidente, difendendo la sua politica commerciale pochi giorni dopo che una maggioranza dei giudici della Corte Suprema ha manifestato scetticismo riguardo alla decisione da parte di Trump di ricorrere ai poteri economici di emergenza per imporre i dazi globali. Approfondiamo il tema con Alessandro Plateroti, Direttore Newsmondo.it.Bottega, l'imprenditore del vino: Il taglio Irpef non basta, diamo noi 1.250 euro ai dipendentiIl welfare ai dipendenti non è una novità per Sandro Bottega, ma questa volta ha deciso di raccontarlo in un'intervista. Al timone dell omonima azienda vinicola veneta che sfiora i 100 milioni di euro di giro d affari ed esporta in 160 Paesi, Bottega, ha scelto di reagire a quella che considera una misura insufficiente della Manovra sul taglio dell Irpef. E lo ha fatto intervenendo in prima persona. Come? «Erogando un welfare straordinario di 1.250 euro per ognuno dei nostri 250 dipendenti». Anche l anno scorso avete dato contributi ai vostri lavoratori. E così quello prima. Perché questa volta è diverso? «Credo nella soddisfazione del nostro personale, e ritengo che in questo caso lo Stato non abbia fatto abbastanza nella finanziaria per i lavoratori dipendenti, che pagano la maggior parte delle tasse. Se il governo punta sul concordato, io preferisco premiare chi paga le tasse ogni giorno». Dunque, la sua è semplice polemica politica? «Niente affatto. La decisione è nata ascoltando le necessità delle persone. L inflazione degli ultimi anni è stata molto intensa, e gli stipendi non hanno tenuto il passo. Anche se ora i valori sono rientrati in parametri più accettabili, l impatto sui bilanci familiari resta. Abbiamo ritenuto doveroso intervenire». Ne parliamo con Sandro Bottega, presidente della Spa Bottega di Bibano di Godega.
Zungri è un piccolo comune calabrese che ha la particolarità di essere l'ultimo dei comuni italiani in ordine alfabetico. Da lì Franca Crudo, grazie ai social media, è riuscita a raggiungere un pubblico sempre più ampio che apprezza i suoi video dedicati alle tradizioni locali.
Scarica gratuitamente le 7 Regole di Italiano Automatico: https://italianoautomatico.lpages.co/corso-gratuito-le-7-regole-di-italiano-automatico/In questo podcast scopriamo 6 modi in cui i dialetti italiani influenzano l'italiano di oggi: dalla pronuncia al vocabolario, dai modi di dire alla grammatica.Anche quando pensi di parlare un “italiano perfetto”, c'è sempre un po' di dialetto nella lingua che usi ogni giorno!Capitoli del podcast:0:00 Introduzione1:20 La Pronuncia3:15 Il Vocabolario4:15 Le Espressioni E I Modi Di Dire6:35 La Grammatica9:06 L'intonazione E Il Ritmo10:18 Identita E Cultura11:17 Conclusione