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Francesca Albanese è relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 2022. Nel suo recente libro racconta dieci incontri chiave per la sua comprensione di quelle terre.
Si sono aperti ieri a Bonn i negoziati intermedi sul clima, un appuntamento preparatorio alla Cop30, la riunione annuale dei paesi che hanno ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Con Ferdinando Cotugno, giornalista, da Bonn.Il segretario dell'organizzazione del partito socialista spagnolo e deputato Santos Cerdán è accusato di corruzione insieme a un ex ministro e a un suo collaboratore. Con Mariangela Paone, giornalista che vive a Madrid.Oggi parliamo anche di:YouTube • I played this free Ukraine war game so you didn't have to, sul canale di MoiDawghttps://www.youtube.com/watch?v=OPLB01PTcSICi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
L'Intelligenza Artificiale fa ormai parte delle nostre vite. Seguiamo gli aggiornamenti sulle ultime novità, o su quale sia il chatbot più performante. In questa puntata di Moby Dick, intitolata “AI dove vai? L'intelligenza Artificiale nelle macchine e nei cuori” a cura di Lina Simoneschi Finocchiaro, vogliamo chiederci cosa voglia dire avere a che fare con un'intelligenza che non è umana, ma che sempre più ci somiglia. Questa tecnologia che chiamiamo “intelligente”, cosa sta diventando? È capace davvero di pensare? Di capire? Di agire con responsabilità? E soprattutto: noi siamo pronti a convivere con lei?Nell'ora centrale mettiamo a confronto i pareri di due esperti in materia: Andrea Colamedici, fondatore della casa editrice Tlon, è filosofo ed editore, assegnista di ricerca in Intelligenza Artificiale e di sistemi di pensiero all'Università di Foggia e di Strumenti di Intelligenza Artificiale al Master in Giornalismo dell'Università di Bologna. È ideatore di “Ipnocrazia” libro inizialmente attribuito ad un falso autore dal nome Jianwei Xun per poi dichiarare che è stato scritto interamente con L'AI. Giulia Pozzi giornalista e analista senior a NewsGuard, organizzazione che si occupa di studiare e contrastare la disinformazione, compresa quella generata dall'IA, e di valutare l'affidabilità delle fonti online. Laureata in Filologia Moderna alla Cattolica di Milano, in passato è stata corrispondente dalle Nazioni Unite a New York per il sito bilingue La Voce di New York. Nell'ultima mezz'ora portiamo lo sguardo sulla Svizzera che si domanda se legiferare o meno l'uso dell'Intelligenza Artificiale. Il Consiglio Federale e i Politecnici federali stanno sviluppando modelli linguistici specializzati per settori strategici: avremo una sorta di “ChatGPT svizzero”? Parliamo delle novità dell'Intelligenza Artificiale in Svizzera con Sara Ibrahim giornalista di Swissinfo, specializzata in AI e in temi legati all'impatto delle tecnologie sulla società.
Greta Thunberg che pensavamo si fosse finalmente decisa a riprendere il suo percorso scolastico precocemente interrotto quando aveva tredici anni, ha invece nuovamente trovato il modo di riapparire sulla scena mediatica, mettendosi al timone di uno yacht alla volta di Gaza, dove intendeva portare alla popolazione locale il preziosissimo – e chissà quanto agognato - contributo della sua solidarietà politica. L'imbarcazione è stata inevitabilmente intercettata dalla marina israeliana, sulla base però – cosa che forse, in Italia, non tutti sanno – non di un atto di pirateria, ma di un blocco navale autorizzato dalle Nazioni Unite. Aggiungiamo che la supponente ragazzotta svedese adesso dichiara di essere stata addirittura “rapita e tenuta in ostaggio”: tuttavia, dalle immagini che un po' tutti abbiamo avuto modo di vedere, pare abbastanza chiaro che si sia, comunque, trattato di un rapimento a base di bibite, dolci e panini imbottiti per rifocillarsi...Un tipo di trattamento abbastanza diverso, quindi, da quello subito dalla ragazza israeliana che, il 7 ottobre, venne rapita sul serio dai militanti di Hamas per poi essere esposta, con le gambe spezzate, nelle strade di Gaza, onde consentire alla folla festante di bastonarla e di sputarle addosso. Detto questo, vogliamo anche aggiungere – e lo facciamo da ormai imbarazzatissimi filo israeliani della prima ora - che, blocco navale più o meno legale, questo episodio dei croceristi fermati nella loro velleitaria iniziativa “umanitaria”, Israele se lo sarebbe potuto proprio risparmiare...Neanche il Gianni Rivera dei tempi migliori avrebbe infatti fornito, su un piatto d'argento, un assist così ben riuscito a tutti coloro che, di professione, fanno gli odiatori dello Stato ebraico. Il fatto è che, purtroppo, come tragicamente dimostra anche la spietata azione militare che da troppo tempo viene esercitata sulla Striscia, in un Paese che, fino ad una ventina di anni fa, veniva definito (come si diceva allora) l' unico “faro di democrazia in Medio Oriente”, sembra adesso essere intervenuta una sorta di mutazione genetica che lo sta portando ad infischiarsene beatamente sia del diritto alla sopravvivenza delle popolazioni arabe, che del giudizio delle opinioni pubbliche a livello internazionale. Prima accennavamo al nostro attuale imbarazzo di fronte a scelte del governo Netanyahu che, oltre ad esasperare ulteriormente (ed in maniera irresponsabile) gli animi in Terra Santa, conducono anche, inspiegabilmente, Israele verso l'isolamento mondiale. Vuole davvero l'eterno Bibi ridurre il suo Paese alla stregua di uno “stato paria” come la Corea del Nord? Vuole proprio andare incontro a sanzioni politiche e commerciali che mettano in ginocchio un'economia tradizionalmente piuttosto brillante? Ci siamo chiesti cosa mai abbia potuto portare ad un cambiamento di indirizzo così radicale nella politica israeliana e pensiamo di aver trovato una risposta soprattutto a livello demografico. Israele è un Paese giovane, con una popolazione in crescita continua e che è composta da quattro gruppi fondamentali: gli ebrei laici (in genere di origine europea), gli arabi con cittadinanza israeliana, gli ebrei ultra-ortodossi e gli ebrei nazional-religiosi. Il primo gruppo, in passato rappresentativo di una netta maggioranza culturale e politica, ora è in fase calante; il secondo è rimasto costante, mantenendosi nella percentuale di circa il 20%. Gli altri due - che prima erano minoritari – stanno adesso, al contrario, prendendo il sopravvento numerico: ecco, dunque, da dove deriva l'affermarsi di un nuovo ordine sociale e di certe idee che prima erano marginali, ma che oggi cominciano, invece, sciaguratamente, a prevalere. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di inviare la Guardia nazionale a Los Angeles dove sono in corso da alcuni giorni delle manifestazioni contro le deportazioni dei migranti irregolari. Con Lucia Magi, giornalista, da Los Angeles.È cominciata ieri a Nizza la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, in cui una sessantina di capi di Stato e di governo si riuniranno per cercare di fermare il degrado dell'ecosistema marino. Con Gabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale.Oggi parliamo anche di:Documentario • Honeydew di Marco Bengozi e Michael PetroliniCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Ieri, mentre nella Striscia di Gaza si continuava a morire sotto i raid israeliani, l'amministrazione Trump ha esercitato per la quinta volta il veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, bloccando una risoluzione per il cessate il fuoco immediato e incondizionato. È il primo veto dopo il suo ritorno alla Casa Bianca. Quattordici Paesi hanno votato a favore, gli Stati Uniti hanno detto no, ancora una volta. Così i massacri continuano. A Gaza, nelle stesse ore, venivano bombardati due ospedali: l'Al-Ma'amadani e il Battista. All'Al-Ahli, già colpito otto volte, un drone israeliano ha ucciso almeno quattro persone, tra cui tre giornalisti palestinesi. Altri sei civili, compresa un'intera famiglia, sono stati uccisi a Khan Younis. L'Unicef, sotto assedio, ha evacuato bambini ustionati e feriti, per poi vederli nuovamente sotto attacco persino all'interno degli ospedali. L'ambasciatore pakistano all'Onu ha definito il veto americano "un via libera all'annientamento". L'ambasciatore algerino ha parlato di "macchia morale sulla coscienza mondiale". Ma Washington, come sempre, blinda Israele e trasforma il Consiglio di Sicurezza in una scenografia inutile. L'Italia, mentre gli Stati Uniti legittimano questi crimini con il proprio veto, resta agganciata a Trump per servilismo atlantico. Ma la politica estera non può essere un atto di fedeltà cieca. Se il governo italiano ha ancora un minimo di autonomia politica e morale, è ora che trovi il coraggio di smarcarsi. Perché chi tace di fronte a questi massacri diventa complice. E il sangue di Gaza sporca anche le mani di chi resta fermo. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Ieri Israele ha fermato le distribuzioni di cibo a Gaza. Non per umanità, non per vergogna. Per strategia. Le file di disperati da cui pescare bersagli erano diventate troppo lunghe, troppo visibili, troppo ingombranti persino per chi, in Occidente, continua a ripetere che "bisogna distinguere". La Gaza Humanitarian Foundation — creata da Israele e gestita da contractor statunitensi, militari di compagnie private — ha chiuso i centri di distribuzione "per lavori di organizzazione ed efficienza". La traduzione è elementare: meno distribuzioni, meno folle, meno occhi del mondo addosso. Martedì, a Rafah, l'ennesima carneficina: 27 morti sotto i proiettili israeliani, mentre cercavano cibo. Le strade verso i centri sono state dichiarate “zone di combattimento”. Chi si avvicina rischia di essere giustiziato senza processo. Israele controlla cosa entra, quanto entra, quando entra. I valichi sono sotto il suo totale controllo: né Nazioni Unite né agenzie indipendenti possono decidere cosa far passare. In aprile, il numero dei camion di aiuti ammessi è crollato ai minimi storici, sotto i 200 al giorno: meno di un quarto rispetto al fabbisogno stimato per sfamare la popolazione assediata. Quando i morti sotto i droni non bastano più, quando i massacri diventano difficili da coprire perfino per i complici europei, resta la fame. Non serve il piombo ogni giorno, basta chiudere i rubinetti. La fame non ha bisogno di immagini, non sporca le mani, non costringe a spiegazioni nei salotti buoni. È un'arma più silenziosa, più comoda, più vile. Il genocidio continua. Cambiano solo i metodi. L'obiettivo è sempre lo stesso: annientare. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
A Gaza chiudono i centri di distribuzione di aiuti umanitari. A Gaza, l'ultima speranza umanitaria si è frantumata e guerra, fame, miseria e morte regnano sovrani. I centri di distribuzione degli aiuti hanno tirato giù le saracinesche. Sono rimasti aperti una sola settimana e sono costati al momento oltre cento morti tra la popolazione civile. Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la controversa fondazione americana che ha affidato la sicurezza a contractor armati anch'essi statunitensi, annuncia che l'interruzione sarà solo di un giorno e serve per consentire “attività logistiche necessarie ad accogliere un maggior numero di persone”. La consegna dei pacchi del cibo riprenderà oggi, ma con gli stessi problemi organizzativi. Una gestione disastrosa. E' stata una settimana disastrosa per il nuovo sistema umanitario militarizzato, imposto da Israele con il sostegno americano, per estromettere le agenzie delle Nazioni Unite e le ong. “Così possiamo controllare che gli aiuti non vadano ad Hamas”, dicono le autorità israeliane. Martedì scorso aveva aperto il primo sito della Ghf a Tel al Sultan, a ovest di Rafah. Nelle ore successive e fino a ieri, migliaia di palestinesi affamati si sono presentati nei centri di distribuzione per prendere lo scatolone con gli alimenti, arrivando sul posto in anticipo rispetto all'apertura dei cancelli per paura dell'esaurimento delle scorte. La situazione è volutamente fuori controllo. Quattro soli punti di distribuzione per più di due milioni di gazawi sono ovviamente insufficienti: quando il sistema era in mano alle agenzie dell'Onu, i punti erano 400. La cronaca di questi giorni nasconde il progetto di occupazione e di controllo totale della Striscia di Gaza, e la deportazione dei palestinesi negli stati confinanti come chiesto da Trump a Netanyahu. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
1) Morire di fame o morire in cerca di cibo. Negli ultimi 8 giorni più di 100 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano aiuti umanitari presso la Gaza Humanitarian Fundation. “Sono crimini di guerra” denunciano le Nazioni Unite. (Jonathan Fowler - portavoce dell'Unrwa) 2) In Europa crolla il sostegno delle opinioni pubbliche per Israele. Meno di un quinto della popolazione di sei grandi paesi europei appoggia le di Tel Aviv. E pian piano anche i governi iniziano ad adeguarsi. (Omar El Akkad) 3) La Spagna si disconnette da Israele. Madrid annuncia un piano per azzerare tutte le forniture di armamenti provenienti dal paese mediorientale. E' il primo paese europeo a fare questo passo. (Giulio Maria Piantadosi) 4) Francia, il poliziotto che nel 2023 uccise il giovane Nahel per aver rifiutato di fermarsi durante un controllo stradale in periferia di Parigi verrà giudicato per omicidio volontario. (Luisa Nannipieri) 5) Corea del Sud, a sei mesi dal tentato golpe dell'ex presidente, oggi il paese ne ha eletto uno nuovo. È Lee Jae-myung, il candidato progressista che si era opposto alle azioni del predecessore. (Gabriele Battaglia) 6) Rubrica sportiva. Ons Jabeur, la tennista tunisina che ha criticato i doppi standard dei commentatori sportivi nel tennis femminile. (Luca Parena)
Ogni anno migliaia di giovani etiopi, somali ed eritrei affrontano la “Eastern Migration Route”, una delle rotte migratorie più battute e meno raccontate del mondo. Dal cuore dell'Etiopia fino alle coste del Golfo di Aden, passando per Somaliland e Puntland, inseguono il miraggio dell'Arabia Saudita, meta finale di un viaggio pieno di sofferenze, inganni e pericoli.Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, IOM, almeno 96.670 persone sono passate dal Corno d'Africa allo Yemen nel corso del 2023, circa un terzo in più rispetto al 2022. Circa il 95% di questi migranti proveniva dall'Etiopia.In questo reportage realizzato sul campo, ascoltiamo le voci dei migranti, dei familiari rimasti a casa, degli attivisti e degli operatori umanitari. Cerchiamo di capire quali sono le ragioni che spingono tutti questi giovani a partire e come i trafficanti sfruttano il fenomeno. Un viaggio segnato da illusioni, sofferenze, abusi e dalle celle sovraffollate delle prigioni saudite dove molti finiscono per poi essere rimpatriati.
Il 27 maggio l'esercito israeliano ha aperto il fuoco per disperdere una folla di palestinesi affamati che avevano raggiunto il nuovo centro di distribuzione degli aiuti a Rafah, e almeno 47 persone sono rimaste ferite. Con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.ll 27 maggio l'amministrazione Trump ha deciso di sospendere i visti per tutti i nuovi iscritti universitari stranieri. Con Marco Arvati, giornalista Oggi parliamo anche di:Podcast • Gens soli - Italiani senza cittadinanza di Maria Russo e Fatima El MouhCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Padre Paolo Benanti, frate francescano del Terzo Ordine Regolare, è un teologo e docente di etica delle tecnologie presso la Pontificia Università Gregoriana. È presidente della Commissione AI per l'informazione per il Governo italiano e consigliere del Papa in materia di intelligenza artificiale. Di recente, è stato chiamato dal segretario generale delle Nazioni Unite, António […]
Non è un effetto collaterale. È il bersaglio. Lo dice Ehab Abo Khair, portavoce dell'ultima università rimasta in piedi a Gaza, prima che fosse occupata per 70 giorni e poi rasa al suolo dall'esercito israeliano. È il 17 gennaio 2025. Due giorni prima del cessate il fuoco. La distruzione sistematica delle scuole e delle università palestinesi non è un eccesso: è una dottrina. Secondo le Nazioni Unite, l'80% delle scuole di Gaza è stato distrutto. Tutte le undici università non esistono più. Hanno bruciato anche i libri. E la replica israeliana? Qualche condanna di facciata, la solita inchiesta-fantasma. Kenneth Roth, ex direttore di Human Rights Watch, ha parlato di violazioni gravi del diritto internazionale umanitario. Perché anche se in quelle aule ci fossero state armi – ipotesi mai dimostrata – la distruzione metodica di interi campus non ha alcuna proporzionalità militare. È una punizione culturale. Lo chiamano “scolasticidio”, un termine coniato nel 2009 dalla docente Karma Nabulsi per descrivere la cancellazione intenzionale dei sistemi educativi. Myriam Benraad parla di “epistemicidio”: l'assassinio della conoscenza come atto di guerra. Non si colpiscono solo i muri. Si spezza la possibilità stessa di ricostruire, di ricordare, di esistere come popolo. Cinquemila studenti, novantacinque docenti universitari e duecentosessantuno insegnanti uccisi. Oltre seicentomila studenti senza scuola da oltre un anno e mezzo. Mentre le bombe cancellano le aule, Trump arresta studenti solidali nelle università americane e taglia fondi. La guerra alla Palestina passa per l'annientamento del pensiero. Serve chiamarlo con il suo nome. Serve farlo ora. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il governo israeliano lascerà entrare 9 camion di aiuti umanitari a Gaza, dopo le forti pressioni private ma anche pubbliche di alcuni alleati come Francia, Regno Unito e Canada. Rimangono però, secondo le Nazioni Unite, una “goccia nell'oceano”. Il presidente statunitense Trump ha avuto un incontro telefonico di due ore con il presidente russo Putin riguardo ai negoziati in Ucraina, chiedendo di iniziarli direttamente tra le due parti. I sensi di molti animali sono decisamente più sviluppati dei nostri: da chi vede nel buio dell'oceano più profondo a chi si muove grazie ai paesaggi sonori, Jackie Higgins ci ricorda che non siamo gli unici senzienti. Pietro Minto, esperto di tecnologia, ci racconta del super-computer che la Cina sta costruendo nello spazio grazie a una fittissima rete di satelliti – un cloud finalmente letterale. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it. Ascolta la puntata speciale di News dal pianeta Terra: Il piccolo grande mondo delle api, con Gianumberto Accinelli e Marco Zucchetti Rassegna stampa: Il mondo è più ricco di come lo percepiamo: ce lo svelano i sensi degli altri animali, Elisabetta Scuri
Intrattenimento e informazione, musica e cultura: tutto questo è Radio Vaticana con Voi! Anche oggi 4 ore insieme per iniziare la giornata con numerosi ospiti! Protagonisti gli ascoltatori, come ogni giorno! Intervenite in diretta via WhatsApp al numero 335 1243 722 Gli ospiti di oggi in ordine di presenza: Lorenzo Ciccarese, dirigente di Ricerca Ispra e ne consiglio del Programma Abiente delle Nazioni Unite; Antonella Polimeni, Rettrice dell'Università Sapienza di Roma; Simone Morandini, Teologo; Patrizia de Michelis, presidente Rete per la Parità - aps; Daniela Isetti, Unione Ciclistica Internazionale; Giampaolo Silvestri, Segretario Generale Fondazione AVSI; Fra Francesco Tritto, Referente provinciale della Pastorale Giovanile dei frati minori di Puglia e Moliso Conducono Andrea de Angelis e Silvia Giovanrosa A cura di Andrea de Angelis e Silvia Giovanrosa Hanno collaborato le colleghe ed i colleghi Marco Guerra, Luca Collodi, P. Bernardu Suate, Giulia Galeotti, Don Andrea Vena, Eugenio Murrali Tecnici del suono Gabriele di Domenico e Alberto Giovannetti
Intrattenimento e informazione, musica e cultura: tutto questo è Radio Vaticana con Voi! Anche oggi 4 ore insieme per iniziare la giornata con numerosi ospiti! Protagonisti gli ascoltatori, come ogni giorno! Intervieni in diretta tramite WhatsApp al numero 335 1243 722 Gli ospiti di oggi in ordine di presenza: monsignor Gabriele Caccia, Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite; Lamberto Giannini, prefetto di Roma; Ileana Bello, direttrice Amnesty International Italia; Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia; Alberto Amaro Jordán, giornalista casalingo; Andrea Monda, direttore de L'Osservatore Romano. Conducono Andrea De Angelis e Silvia Giovanrosa A cura di Andrea De Angelis e Silvia Giovanrosa Hanno collaborato le colleghe ed i colleghi Giancarlo La Vella, Marco Guerra, Filomeno Lopes, Giada Aquilino, Gianmarco Murroni e Benedetta Capelli Tecnici del suono Bruno Orti e Luca Rossi
I titoli: Lo spirito della speranza creò le Nazioni Unite. Le parole di mons. Caccia all'Onu ricordando Papa Francesco. I preparativi di Roma per il Conclave e l'elezione del nuovo pontefice. Ai nostri microfoni il sindaco della Capitale, Gualtieri. Conduce: Paola Simonetti In regia: Alberto Giovannetti
Un filmato pubblicato dal New York Times ha smentito l'esercito israeliano: i 15 paramedici a Rafah sono stati colpiti e uccisi dai soldati nonostante fossero chiaramente segnalati come operatori sanitari. Francesca Albanese, intanto, è stata confermata nella carica di inviata speciale nelle Nazioni Unite per i territori palestinesi.Leila Belhadj Mohamed, esperta di geopolitica, ci racconta delle difficili trattative tra i ribelli M23 che hanno conquistato zone del Congo, e il Congo stesso - tra le mediazioni del Qatar e dell'Unione africana.Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it.
Il sisma in Myanmar potrebbe aver causato oltre diecimila vittime: questa la stima di esperti Usa. Il bilancio ufficiale provvisorio è di 1100 morti e 2400 feriti Putin chiede un'Ucraina sotto l'amministrazione Onu per poi trattare la pace. Nazioni Unite e Usa respingono la proposta La convalescenza del Papa a Santa Marta: lievi miglioramenti a livello respiratorio, motorio e nell'uso della parola
I salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008. Lo si legge nel Rapporto mondiale sui salari dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e della politica sociale). L’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali inferiori a quelli del 2008. È il risultato peggiore dei Paesi del G20. Commentiamo questi dati, in apertura di puntata, con Andrea Garnero, economista Ocse e autore con il giornalista Roberto Mania del libro La questione salariale (Egea).La legge di Bilancio 2025 ha introdotto un nuovo bonus fiscale per favorire la mobilità dei lavoratori neoassunti. Per accedere al beneficio, il lavoratore deve aver trasferito la residenza nel Comune di lavoro, distante oltre 100 km da quello precedente, e non aver superato un reddito da lavoro dipendente di 35.000 euro nel 2024. Con Ornella Lacqua, consulente del lavoro ed esperta per Il Sole 24 ORE, facciamo il punto sul funzionamento del bonus e sui requisiti necessari per accedervi.
La voce di Edith Bruck, sopravvissuta all'Olocausto, segna la riflessione della settimana contro le discriminazioni, portando un messaggio di accoglienza e di speranza per il futuro. La Settimana contro la discriminazione indetta dalle Nazioni Unite è un'opportunità importante per riflettere su temi delicati, come il razzismo, la discriminazione e l'intolleranza. Nell'ambito di questa settimana, il podcast realizzato dall'Istituto Tecnico Primo Levi di Quarto Sant'Elena ha dato voce a una delle figure più rappresentative della lotta contro l'odio e la discriminazione: Edith Bruck, una donna che ha vissuto in prima persona l'orrore dell'Olocausto e che oggi, attraverso la sua arte e la sua testimonianza, porta un messaggio di speranza e di accoglienza. Edith Bruck è una scrittrice e poetessa ungherese che, da bambina, ha vissuto le atrocità dei campi di concentramento nazisti, un'esperienza che l'ha segnata profondamente e che ha trasformato il suo modo di vedere il mondo. Nel corso dell'intervista, Edith ha raccontato i momenti più terribili della sua vita, come quando venne deportata nel campo di Auschwitz e in altri campi di concentramento. Le sue parole non sono solo un racconto del dolore, ma anche un monito sulla necessità di mantenere viva la memoria storica. La scrittura è stata per Edith Bruck una vera e propria salvezza. Come ha spiegato durante l'intervista, "la scrittura mi ha salvato", un atto che le ha permesso di liberarsi dal veleno emotivo accumulato durante gli anni di sofferenza. La scrittura non solo come terapia, ma come un potente strumento di resilienza. La sua vita è la testimonianza che, nonostante le esperienze più difficili, l'arte e la cultura possono aiutare a guarire le ferite dell'anima e a lottare contro l'odio. Il rapporto con l'Italia Un altro aspetto fondamentale del suo racconto riguarda il suo rapporto con l'Italia, un paese che l'ha accolta con il calore umano, nonostante la barriera linguistica. Edith ha raccontato di come, nel suo arrivo in Italia, la sensazione di accoglienza fosse tangibile attraverso i sorrisi della gente. Un'ospitalità che l'ha fatta sentire "a casa", un messaggio importante soprattutto oggi, quando troppe persone, soprattutto migranti e rifugiati, sono ancora vittime di intolleranza e discriminazione. Durante l'intervista, Edith ha risposto anche alla "domanda oscura", quella legata alla sua esperienza nei campi di concentramento. Con grande difficoltà, ha descritto la sofferenza indicibile di quei giorni, dicendo che non esistono parole sufficienti per raccontare il dolore e l'umiliazione vissuti. La sua testimonianza si fa, quindi, strumento di memoria collettiva, per ricordare le atrocità del passato e impedire che si ripetano in futuro. "Non si può raccontare, quella sofferenza è assolutamente indicibile", ha dichiarato, un monito per le generazioni future. Il racconto di speranza Tuttavia, il racconto di Edith non è solo un richiamo al dolore, ma anche un richiamo alla speranza. La sua vita, che ha attraversato il dolore e l'orrore, oggi è un esempio di forza, di speranza e di umanità. Le sue parole sono un invito a non dimenticare mai le sofferenze passate, ma anche a costruire un futuro di pace e di accoglienza, dove le differenze non siano motivo di divisione ma di arricchimento reciproco. La settimana contro la discriminazione, e le testimonianze di persone come Edith Bruck, sono fondamentali per sensibilizzare le nuove generazioni a combattere ogni forma di discriminazione. La sua storia di vita, unita alla sua capacità di trasformare il dolore in arte e di promuovere un messaggio di pace e solidarietà, ci insegna che solo attraverso la memoria storica e il rispetto delle differenze possiamo costruire una società più giusta e inclusiva.
Russia e Stati Uniti si parlano a Riad, in colloqui che vengono definiti “creativi” da Grigory Karasin, membro della delegazione russa e capo del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione. Dalla Casa Bianca intanto il Presidente Donald Trump afferma che si sta discutendo “di territori, linee di demarcazione e di energia”. Ne discutiamo con Marco Di Liddo, Direttore del Centro Studi Internazionali (CeSI). Commentiamo poi la giornata della politica italiana, con al centro la tensione fra il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini. Con noi Barbara Fiammeri, commentatrice politica de Il Sole 24 Ore. Secondo il Rapporto mondiale sui salari dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e della politica sociale), i salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008, il risultato peggiore fra i Paesi del G20. Ci spiega tutto Morya Longo, giornalista de Il Sole 24 Ore.Var, novità in Coppa Italia: gli arbitri spiegheranno le decisioni a tutto lo stadio. Ci racconta tutto Giovanni Capuano.
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Intervista con l'ambasciatore Giampiero Massolo, a New York per la presentazione dell'edizione in inglese del suo libro "Realpolitik - Il disordine mondiale e le minacce per l'Italia". Incontriamo l'ex segretario generale della Farnesina e poi presidente dell'ISPI nell'aula dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite all'apertura dei lavori di "Change the World NYC", la riunione annuale che L'Associazione Diplomatici organizza nella serie "Change the World Model United Nations" ogni anno dal 2012. La conferenza di quest'anno accoglie oltre 3000 studenti provenienti da più di 133 Paesi diversi.Il tema principale della conferenza è: "Orizzonti Uniti in un Mondo di Opportunità: Promuovere la Cooperazione Globale per lo Sviluppo Sostenibile, l'Innovazione e una Pace Inclusiva". Dopo l'intervento di Massolo che ha risposto davanti ai ragazzi alle domande poste in inglese dalla giornalista Maria Latella, l'ambasciatore ha risposto alle domande dell'Italpress. xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
Buon venerdì Stupefan!Come promesso la scorsa settimana, anche in questo episodio vi portiamo a Vienna, per recuperare le fasi finali della 68° Commission on Narcotic Drugs, il consesso delle Nazioni Unite preposto alla definizione delle politiche sulle droghe a livello internazionale. Parleremo delle sostanze che il CND ha tabellato, passeremo per il voto delle risoluzioni e dalla posizione dei singoli stati sulle decisioni prese. Cosa succede se le politiche Trumpiane si insinuano anche nelle assemblee onu sulle droghe? Quali sono state le risoluzioni più importanti? Cosa è cambiato dalla Midterm Review dello scorso anno? Lo scopriremo insieme, ma solo dopo una doverosa apertura sulla strage silenziosa, del diritto e delle persone, che si sta compiendo all'interno delle carceri del nostro Paese. È tutto pronto? Allora è il momento di cliccare play! Note dell'episodio:- Ancora record di suicidi in carcere: https://www.notizie.com/2025/03/20/da-gennaio-di-questanno-20-suicidi-in-carcere-perche-la-situazione-nelle-carceri-e-drammatica/ - Le sostanze tabellate: https://www.aboutpharma.com/sanita-e-politica/entrano-sotto-il-controllo-internazionale-5-nuove-sostanze-psicoattive-4-oppioidi-sintetici-e-un-farmaco/ - Le risoluzioni votate: https://www.unodc.org/unodc/en/commissions/CND/session/68_Session_2025/draft_proposals_draft_reports.html - Tutte le conclusioni del CND: https://www.unodc.org/unodc/frontpage/2025/March/cnd-68-concludes_-six-new-substances-controlled-six-resolutions-adopted.html - La posizione ufficiale americana: https://vienna.usmission.gov/explanations-of-votes-by-the-u-s-delegation-on-resolutions-at-the-68th-commission-on-narcotic-drugs/ - Se si rompe il sistema, il ruolo della società civile al CND: https://www.fuoriluogo.it/speciali/cronache-da-vienna/il-sistema-si-e-rotto-la-dichiarazione-di-idpc/ - La Midterm Review 2024 e il voto sulla riduzione del danno: https://www.fuoriluogo.it/mappamondo/overdose-e-riduzione-del-danno-la-risoluzione-della-cnd/ - Una guida al funzionamento del CND: https://www.fuoriluogo.it/oltrelacarta/video/guida-al-funzionamento-della-commission-on-narcotic-drugs-cnd/ Entra in contatto con noi usando la mail stupefatticast@gmail.com o seguendo su Instagram il @stupefatti_podcast! Puoi anche iscriverti a STUPEGRAM, il nostro canale telegram, a questo link https://t.me/stupegram!
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Intervista con l'ambasciatore Giampiero Massolo, a New York per la presentazione dell'edizione in inglese del suo libro "Realpolitik - Il disordine mondiale e le minacce per l'Italia". Incontriamo l'ex segretario generale della Farnesina e poi presidente dell'ISPI nell'aula dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite all'apertura dei lavori di "Change the World NYC", la riunione annuale che L'Associazione Diplomatici organizza nella serie "Change the World Model United Nations" ogni anno dal 2012. La conferenza di quest'anno accoglie oltre 3000 studenti provenienti da più di 133 Paesi diversi.Il tema principale della conferenza è: "Orizzonti Uniti in un Mondo di Opportunità: Promuovere la Cooperazione Globale per lo Sviluppo Sostenibile, l'Innovazione e una Pace Inclusiva". Dopo l'intervento di Massolo che ha risposto davanti ai ragazzi alle domande poste in inglese dalla giornalista Maria Latella, l'ambasciatore ha risposto alle domande dell'Italpress. xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Marco Tardelli e Paulo Roberto Falcao, leggende del calcio italiano e brasiliano degli anni Ottanta, hanno raccontato a 3000 studenti che li ascoltavano all'Assemblea Generale dell'ONU le emozioni vissute al Mondiale 1982 in Spagna, quando gli azzurri vinsero 3-2 contro la nazionale verde-oro. I due campioni hanno dialogato con i giovani e hanno poi risposto alle domande dell'Italpress a margine dell'evento. L'Associazione Diplomatici organizza il Change the World Model United Nations (CWMUN) dal 2012. La conferenza del 2025 accoglie oltre 3000 studenti provenienti da più di 133 Paesi diversi. Il tema principale della conferenza è "Orizzonti Uniti in un Mondo di Opportunità: Promuovere la Cooperazione Globale per lo Sviluppo Sostenibile, l'Innovazione e una Pace Inclusiva".xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
L'ultimo dato disponibile diffuso dalle Nazioni Unite dice che gli abitanti sulla Terra sono 8,2 miliardi. Oltre la metà vive nel continente asiatico (4,5 miliardi), oltre 1,3 miliardi di persone vivono nel continente africano e solo dopo arriva l'Europa con circa 750 milioni di abitanti. Tenendo a mente questo contesto, nella puntata di oggi parliamo con il professore Zeno Leoni, docente di relazioni internazionali al King's college di Londra del rapporto tra la Cina e l'occidente, contestualizzandolo all'interno del cosiddetto ordine liberale internazionale. ... ➡️Qui per la Promo Primavera Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato ieri i cinque punti del piano ReArm Europe. Li vediamo insieme. Intanto il presidente ucraino Zelensky dice di essere pronto a lavorare per la pace sotto guida di Trump, mentre secondo Politico il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite sta chiudendo il suo ufficio nell'Africa meridionale a seguito dei tagli agli aiuti decisi dall'amministrazione Trump. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Alessandra Morelli"Mani che proteggono"Storie, luoghi, volti dei miei trent'anni fra guerre e conflitti.Ancora Libriwww.ancoralibri.it«Le mani si uniscono a formare il tetto di una casa che protegge la persona. Le mani sono molto grandi. Enormi. Smisurate. A sostenerle, due rami di ulivo incrociati: l'emblema della pace, della speranza, della riconciliazione, della giustizia, della fratellanza. Questo è il simbolo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l'UNHCR, l'organizzazione umanitaria in cui ho prestato la mia opera per trent'anni. Questo simbolo è stata la mia seconda pelle. È stata la mia missione, il senso della mia vita».«Per trent'anni Alessandra Morelli ha lavorato nell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, impegnandosi in missioni altamente pericolose in svariati Paesi del globo afflitti da gravi criticità che provocavano esodi di massa, generavano sfollati, obbligavano alla fuga tante persone. Dopo il suo ultimo incarico in Niger, Alessandra ha sentito il bisogno di fare opera di memoria e di narrazione di quanto visto e vissuto, sentito e patito» (Luciano Manicardi).«Quello che Alessandra Morelli ha svolto in tanti anni sui fronti più pericolosi del globo è stato un ruolo chiave, di presidio umano e culturale, in tempi che tendono a disumanizzare per creare paure su cui lucrare politicamente ed economicamente. In tante situazioni estreme dove l'umanità si trasforma perché lotta per la sopravvivenza, lei ha interpretato il compito di servitore del bene comune nell'istituzione laica più alta preposta a farlo, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, senza cedimenti e deviazioni. E la ricerca dell'umano è sempre stata il suo faro» (Paolo Lambruschi). Alessandra Morelli, nata a Roma nel 1960, si definisce una donna di dialogo e mediazione. Fin da piccola è cresciuta tra i colori e le culture del mondo, grazie al continuo trasferimento lavorativo della sua famiglia. È stata Delegata dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) tra il 1992 e il 2021. Durante la sua esperienza per l'UNHCR ha gestito emergenze in zone di conflitto ad alto rischio, in dialogo con governi e milizie, organizzazioni intergovernative come la NATO e organizzazioni non governative internazionali e locali. Ha lavorato in ex Jugoslavia, Rwanda, Albania, Kosovo, Guatemala, Sri Lanka, Sahara Occidentale, Afghanistan, Indonesia, Georgia, Yemen, Birmania, Somalia, Grecia. La sua ultima missione è stata in Niger, paese crocevia nella rotta migratoria del Mediterraneo. Ha concluso la sua carriera nell'Alto Commissariato nel 2021, con la scelta di rientrare in Italia e sviluppare un percorso tematico sull'Arte dell'Umano per restare Umani, una riflessione esperienziale rivolta ai giovani sulla “pratica della cura”, da diffondere attraverso conferenze, incontri pubblici e itinerari formativi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
In questo primo episodio del nuovo spinoff di Actually "Long Run", parliamo del ruolo che ha avuto la finanza nella trasformazione dello spazio da ambito puramente scientifico a mercato “commerciale", di come si posiziona l'Europa rispetto al resto del mondo e del ruolo di India, Cina e Russia nella nuova corsa allo Spazio. L'ospite di questa puntata è Simonetta di Pippo, ex Direttrice dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico e oggi Professor of Practice di Space Economy in SDA Bocconi. Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con la membership. Per sostenere il nostro lavoro e ricevere contenuti esclusivi iscriviti alla membership su membership.willmedia.it Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Una decina di leader di paesi dell'Unione europea e della Nato si sono riuniti il 17 febbraio a Parigi per discutere dell'accelerazione dell'amministrazione statunitense sulla guerra in Ucraina. Con Jacopo Zanchini, vicedirettore di InternazionaleIl 15 febbraio Israele ha liberato 369 prigionieri palestinesi dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani da parte di Hamas, nel quadro del cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio, ma nei giorni precedenti Hamas e Israele si erano scambiati accuse reciproche di violazioni. Con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati.Oggi parliamo anche di:Sierra Leone • “Una storia che sparisce” di Jody Rayhttps://www.internazionale.it/magazine/karmela-padavic-callaghan/2025/02/13/un-computer-quantistico-puo-servire-a-qualcosa Documentario • Fiume o morte! di Igor BezinovićCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Si sono concluse da poco tre conferenze delle parti delle Nazioni Unite: quella più nota sul clima, ma anche quelle su biodiversità e desertificazione. Ne traiamo le conclusioni con gli esperti che vi hanno partecipato.Gli ospiti di oggi:Anna Pirani - ricercatrice del CMCCMarco Baccani - Istituto per la BioEconomia, Cnr-IbeAnna Luise - Consulente ISPRA DesertificazioneGianluca Gucciardi - Ricercatore presso DIPARTIMENTO DI ECONOMIA, METODI QUANTITATIVI E STRATEGIE DI IMPRESA dell'Università di Milano Bicocca
Alessandra Morelli"Verso un'Economia della Cura"Arte per restare umaniAncora Editricewww.ancoralibri.it«Questo nuovo libro di Alessandra Morelli è una buona notizia per i lettori italiani. E per molte ragioni. È un libro testimonianza di una vita per molti versi straordinaria per i luoghi attraversati, in giro per il mondo e poi per l'Italia, quindi per i molti incontri avuti. Ma questo testo non è solo un racconto di una testimone dei nostri “tempi moderni”: è anche una riflessione profonda sulle esperienze, proprie e degli altri, fatta in compagnia di filosofi, economisti, teologi, scrittori, e tanta, tanta gente comune. Questa natura ibrida e meticcia è la nota più importante del libro, e la sua bellezza, la sua prospettiva dalla quale guarda al grande tema, a quella cifra squisitamente umana che è la cura».Questo tempo globalizzato ci appare complesso, frammentato e povero di gratuità. Sembriamo attratti solo da un'ideologia fortemente individualista e di profitto personale che ci rende inconsapevoli della nostra interdipendenza. L'idea che l'uomo sia un'isola e costruisca il suo io in modo indipendente è un abbaglio, perché la persona umana è parte di una comunità sociale e politica, pur conservando la propria unicità spirituale. La vita è un viaggio comunitario premuroso: ecco perché l'«economia della cura» è un urgente invito a un cambio di prospettiva e di postura dell'esserci. Ci invita a osare una transizione, ripensando il mondo come luogo dell'umano e dell'incontro per la crescita del bene comune, anche dove sembra che qualcosa sia danneggiato per sempre o irreparabile. Come nel Kintsukuroi, l'antica arte giapponese di «riparare con l'oro» ciò che è rotto, di cui l'immagine in copertina costituisce un magnifico esempio. Il vaso, la tazza, il piatto così riparato acquista un valore grandissimo perché mostra la sua intrinseca fragilità e al tempo stesso la sua capacità di essere rigenerato. Allo stesso modo, anche se la vita di una persona o un contesto sociale sembra “spezzato” per sempre, può essere ricomposto di nuovo. Con cura.Alessandra Morelli, nata a Roma, è stata per trent'anni funzionaria dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Si è formata professionalmente nella gestione delle emergenze nelle zone di conflitto ad alto rischio, dialogando e mediando con diversi governi, la NATO, ONG internazionali e locali, Organizzazioni Intergovernative e società civile. Dal 1992 è stata impegnata direttamente sul campo in negoziazioni e operazioni umanitarie e di coordinamento, garantendo protezione e assistenza a rifugiati, sfollati interni e rimpatriati nelle aree più calde e fragili del mondo. Ha lavorato in ex Jugoslavia, Ruanda, Albania, Kossovo, Guatemala, Sri Lanka, Sahara Occidentale, Afghanistan, Indonesia, Georgia, Yemen, Myanmar, Somalia, Grecia – paese che ha visto transitare sul proprio territorio più di un milione di persone in fuga da guerre e violenze – fino all'impegno ultimo nel 2021 in Niger, operazione complessa nel cuore del Sahel che si confronta duramente con la guerra al terrorismo e il cambiamento climatico. Conclusa la sua carriera ONU nel 2021, ha scelto di rientrare in Italia e sviluppare in questo tempo di società complessa un percorso tematico sull'«economia della cura», una riflessione esperienziale di pratica della cura come forza umanizzante per la nostra società, riflessione che diffonde attraverso conferenze, incontri pubblici, articoli e condivisioni accademiche. Ha pubblicato con Àncora nel 2022 Mani che proteggono. Storie, luoghi, volti dei miei trent'anni fra guerre e conflitti.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il governo transitorio sta muovendo i suoi primi passi anche sulla scena internazionale con dichiarazioni distensive, ma preoccupano gli attacchi israeliani, spiegati da Tel Aviv come un semplice strumento di protezione dei propri confini ma condannati dalle Nazioni Unite e molti Paesi.
L'Australia ha votato a favore di una risoluzione delle Nazioni Unite che chiede a Israele di porre fine all'occupazione dei Territori Palestinesi, per la prima volta da oltre vent'anni.
Si è conclusa a Baku, in Azerbaijan, la COP 29, la più importante conferenza annuale delle Nazioni Unite per il contrasto al cambiamento climatico. L'accordo raggiunto durante i negoziati ha lasciato aperte questioni cruciali, sollevando critiche da molti dei Paesi partecipanti.
Ancora un paio di giorni e la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico terminerà. Si riuscirà a raggiungere un accordo?
È in corso la seconda settimana della 29° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Fin qui nessun progresso annunciato, ancora meno quelli attesi. Il clima, nel volger di poco tempo, ha perso molte posizioni nell'agenda dei Paesi industrializzati. Ne parliamo con Laura Bettini, inviata a Baku per la Cop 29 ed Enrico Giovannini (nella foto), economista, direttore scientifico Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile.
1) “La storia non perdonerà né dimenticherà la nostra inazione e complicità davanti a quanto accade a Gaza”. Il comitato speciale delle Nazioni Unite incaricato di indagare sulla condotta israeliana in Palestina presenta all'assemblea generale il suo rapporto annuale. 2) Al G20 di Rio i paesi membri trovano un accordo per la bozza finale, ma la dichiarazione resta vaga su Ucraina, Medio Oriente e crisi climatica. (Luigi Spera) 3) “Il processo della vigliaccheria”. Giselle Pelicot torna a parlare in tribunale sul caso degli stupri di Mazan e parla direttamente ai suoi carnefici. (Luisa Nannipieri) 4) Spagna, domani la ministra dell'ambiente spagnola Teresa Ribera riferirà in parlamento sull'alluvione di Valencia. Una vicenda che i popolari spagnoli hanno trasformato in un caso politico europeo. (Giulio Maria Piantadosi) 5) Stati Uniti. L'Ohio è diventato l'epicentro della violenta retorica razzista di Donald Trump. (Roberto Festa) 6) Nuova Zelanda, i Maori scendono in piazza contro un disegno di legge che mina i diritti delle comunità indigene. La più grande protesta nella storia del paese. (Elena Brizzi) 7) Rubrica Sportiva. L'incontro di boxe tra Jake Paul e Mike Tyson in diretta su Netflix è l'esempio di come lo sport entra nello show biz. (Luca Parena)
Prosegue a Baku in Azerbaigian la COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, descritta da alcuni esperti come sorpassata e "non più idonea allo scopo" in una lettera aperta alle Nazioni Unite.
Silvia Boccardi e Francesco Rocchetti parlano con Ferdinando Cotugno, giornalista di Domani, di cosa sta succedendo alla conferenza delle parti della convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene in questi giorni a Baku, in Azerbaijan. . Puoi sostenere il lavoro di Will iscrivendoti alla membership: ci aiuterai a continuare a raccontare la complessità in modo chiaro, accessibile e senza lasciare indietro nessuno. Vai su membership.willmedia.it
Il giornalista Michele Giorgio analizza con noi i fatti più significativi per il Medio Oriente degli ultimi giorni, dalla sospensione dei negoziati in Qatar alle violenze ad Amsterdam passando per la vittoria elettorale di Donald Trump.
Comincia oggi a Baku, in Azerbaigian, la ventinovesima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico. Con Gabriele Crescente, edito di ambiente di InternazionalelDa settembre, oltre al vaccino contro l'influenza, si può fare anche quello contro il covid. Con Stefania Salmaso, epidemiologa.Oggi parliamo anche di:Libri • M. L'ora del destino di Antonio Scurati (Bompiani)Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
La principale agenzia delle Nazioni Unite per la fornitura di servizi e assistenza ai rifugiati palestinesi dovrà smettere di operare entro 90 giorni. La decisione della Knesset ha attratto critiche anche dagli alleati più stretti di Israele.
Il 28 ottobre il parlamento israeliano ha approvato due leggi che impediranno all'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi di lavorare in Israele e vietano ai dipendenti del governo israeliano di collaborare ufficialmente con l'agenzia. Con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati.La Corea del Nord ha inviato in Russia diverse migliaia di soldati che saranno addestrati e mandati a combattere nella guerra contro l'Ucraina. Con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale. Disco • Strawberry hotel degli UnderworldCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Benjamin Netanyahu stavolta è diretto e chiede al segretario generale delle Nazioni Unite il ritiro di Unifil dalla Blue Line. E aggiunge che, restando, i soldati dell'Onu starebbero fungendo da scudi per Hezbollah. Dall'altra parte, Unifil si rifiuta di abbandonare la missione e considera gli attacchi di Israele una violazione del Diritto internazionale. Ne parliamo con Andrea Tenenti, portavoce di Unifil, Marco di Liddo, direttore del CeSi, e con Gabriele Della Morte, docente di Diritto internazionale all'Università Cattolica.
Il 24 settembre si è aperto a New York il dibattito della 79esima assemblea generale delle Nazioni Unite. Con Martino Mazzonis, giornalistaUna sorta di mini luna orbiterà intorno al nostro pianeta per qualche settimana, prima di sfuggire dal campo magnetico terrestre. Con Tullia Sbarrato, ricercatrice.Oggi parliamo anche di:Podcast • Il prossimo episodio del Mondo Cultura, il podcast del sabato di InternazionaleFilm • Il tempo che ci vuole di Cristina ComenciniCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Prima Joe Biden, poi Kamala Harris, infine Donald Trump. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è assicurato un colloquio con ognuno dei tre politici al momento più influenti degli Stati Uniti. Un lavoro diplomatico importante che, per decisione del Congresso, ha portato al paese invaso un nuovo pacchetto di aiuti da 7,9 miliardi di dollari. Ne parliamo con Mario Del Pero, professore di Storia degli Stati Uniti e Storia delle Relazioni Transatlantiche a Sciences Po, Parigi.Nel frattempo, al palazzo di vetro delle Nazioni Unite, Benjamin Netanyahu sostiene "di essersi presentato per smentire le bugie dette sul suo paese e dire la verità". Ne parliamo con Pejman Abdol Mohammadi, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento.
Nella prima parte della trasmissione ci occuperemo di attualità. Conosceremo, innanzitutto, alcune delle sfide più importanti, affrontate dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite attualmente in corso a New York. Poi, parleremo di un rapporto delle Nazioni Unite che denuncia diffuse violazioni dei diritti umani in Russia. La notizia scientifica è dedicata alla discussione di uno studio che ha scoperto che i disegni vorticosi nell'iconico dipinto di Vincent van Gogh, La notte stellata, si allineano quasi perfettamente alle teorie della dinamica dei fluidi e della turbolenza. E infine, discuteremo di una questione molto delicata che coinvolge Italia e Francia: la rivendicazione francese della proprietà della scalinata di Piazza di Spagna a Roma. Cominceremo dall'allarme lanciato dagli allevatori di cozze italiani. Questa estate, le temperature insolitamente elevate delle acque del Mediterraneo hanno causato una drastica riduzione della loro produzione. Quello che per ora è un problema che riguarda i soli mercati ittici, con forniture ridotte e prezzi in ascesa, è destinato a diventare, nel lungo periodo, una questione ben più complessa. Concluderemo ricordando l'ex calciatore Totò Schillaci, scomparso di recente a causa di una grave malattia. Schillaci non fu solo il bomber della Nazionale. In quell'indimenticabile estate del Mondiale Italia '90, divenne l'incarnazione di un sogno collettivo, un simbolo che andava oltre il campo da calcio. - Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è paralizzato a causa delle divisioni geopolitiche? - Un rapporto delle Nazioni Unite denuncia diffuse violazioni dei diritti umani in Russia - I vortici ne La notte stellata di Van Gogh si allineano ai modelli statistici della turbolenza - L'Italia è furiosa per la rivendicazione francese della proprietà della Scalinata di Trinità dei Monti - Il Mediterraneo rovente minaccia gli allevamenti di cozze italiane - Addio a Totò Schillaci, eroe d'Italia ‘90
Molte dichiarazioni ma poche soluzioni. All'assemblea generale delle Nazioni Unite si è parlato di equilibri internazionali "mai così tesi dalla Guerra Fredda", di linee rosse superate, di violazioni della carta dell'organizzazione inaccettabili ma non si è arrivati a un punto definitivo sulla risoluzione dei conflitti in atto. Ne parliamo con Gigi Donelli, nostro inviato a Kharkiv, con Francesco Semprini, inviato de La Stampa nella zona di Pokrovsk, e con Riccardo Sessa, già ambascaitore, presidente della SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale).