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«Sei morti di fame in un solo giorno». Non è una metafora, è il bilancio delle Nazioni Unite per Gaza il 2 agosto 2025. Da metà maggio, solo il 10% degli aiuti umanitari è riuscito a raggiungere i civili. Il resto è rimasto bloccato nei varchi israeliani o fermato dai bombardamenti. Mentre a sud si muore di sete, a nord si alzano le foto dei bambini. Sabato sera, nel cuore di Tel Aviv, centinaia di manifestanti israeliani – attivisti pacifisti, ex soldati, familiari delle vittime del 7 ottobre – hanno marciato mostrando i volti dei piccoli palestinesi uccisi. Hanno rotto il silenzio con un messaggio chiaro: «Non in mio nome». Non è più solo il mondo a chiedere di fermarsi. Ora è una parte della stessa Israele che denuncia. E lo fa pubblicamente, coraggiosamente, senza più fingere che il diritto all'autodifesa coincida con il diritto a bloccare acqua, insulina e ossigeno. Netanyahu non risponde. Il governo tace, come tace davanti ai rapporti dell'UNRWA, davanti ai corpi denutriti, davanti ai silos pieni mentre i bambini svengono. Ma il mondo ha visto. E ora vede anche che c'è un'altra Israele: stanca, lucida, umana. In gioco non c'è solo Gaza. C'è la possibilità di salvare ciò che resta di un'etica pubblica. E la storia, si sa, è più severa degli eserciti. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà una sessione speciale domani, martedì 5 agosto, per discutere dei 50 ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza. L'incontro avviene dopo la richiesta del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa'ar.
Cop29 a quella di Cop30, in Brasile. Nel mentre, i dati di Enea sulle emissioni italiane mostrano un aumento rispetto al 2024 – in direzione opposta ai target climatici al 2030.Anche il Canada e il Portogallo si aggiungono a Francia e Regno Unito nel voler riconoscere lo stato di Palestina alle Nazioni Unite a settembre. Nel frattempo, prosegue il genocidio a Gaza con sempre più persone che muoiono di fame ogni giorno. I canyon sottomarini dell'Antartide potrebbero dirci molto del clima terrestre e di come cambierà, dice una ricerca appena pubblicata dopo l'esplorazione di 332 canyon marini.Dario Falcini, direttore di Rockit, ci racconta della versione in piano solo di Urban Impressions, l'ultimo album di Dardust – eclettico compositore e musicista italiano che si ispira al brutalismo architettonico e lo converte in pianoforte. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it. Rassegna stampa: Da settembre i nuovi incentivi all'acquisto di auto elettriche: cosa sapere (e come prepararsi in anticipo)
Un dialogo tra lo storico Alessandro Barbero e l'eurodeputato Dario Nardella a Firenze per inaugurare la prima sessione di Akadémeia – European School for Young Local Leaders. Crediti organizzazione: https://www.akademeiaeuropa.eu/ Dario Nardella: https://www.instagram.com/dario_nardella/ Audio registrato in loco da Michele Grigoletto I libri da leggere sull'argomento del video:
n apertura partiamo dal Venzuela di Maduro, che negli scorsi giorni ha rivendicato la sua vittoria alle comunali. Nel frattempo preoccupa ancora la situazione di Alberto Trentini. Per parlarne ospitiamo Lorenzo Di Muro, consigliere redazionale di Limes e Marinellys Tremamunno, giornalista italo-venezuelana.Le ultime da Gaza: tre agenzie delle Nazioni Unite hanno chiesto di inondare" la Striscia di Gaza di cibo per evitare una carestia diffusa", poichè lo scenario di carestia peggioree' già in corso nel territorio palestinese. Andiamo Khan Yunis dove troviamo Raffaella Baiocchi, ginecologa e coordinatrice medica di EMERGENCY.I festival musicali del 2025: una rapida guida di quello che si potrà vedere e sentire ad agosto insieme a Vincenzo Nasto, firma di FanPage.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che la soluzione dei due Stati è “al punto di rottura” e “più lontana che mai”, ma l'annuncio di Macron del riconoscimento francese della Palestina ha riportato al centro del dibattito politico anche in Australia la questione: l'Australia è vicina al riconoscimento di uno Stato palestinese?
C'è una parola che la comunità internazionale continua a evitare, come se nominarla rompesse un incantesimo: annessione. Eppure è ciò che è appena accaduto. Il parlamento israeliano ha approvato una mozione che proclama Giudea, Samaria e Valle del Giordano “parte inscindibile della patria storica del popolo ebraico” e chiede di estendere su questi territori la sovranità israeliana. In Cisgiordania, insomma, si cambia status: da occupazione a possesso, da disputa a conquista. Un atto gravissimo, che se pronunciato da altri paesi avrebbe provocato sanzioni, convocazioni d'urgenza dell'ONU, aperture dei telegiornali. Invece qui domina il silenzio, interrotto solo da qualche timido appello umanitario. Intanto, a Gaza, si consuma una tragedia senza precedenti: oltre cento organizzazioni denunciano una carestia di massa, con centinaia di bambini morti di fame. Ospedali assediati, aiuti umanitari respinti, giornalisti affamati come i civili che raccontano. Il diritto internazionale è ridotto a una foglia di fico. Israele rigetta ogni parere delle Nazioni Unite e afferma che “gli ebrei non possono essere occupanti nella propria patria”. Un'affermazione che rovescia secoli di diritto e legittima l'apartheid, come denuncia Ramallah. Le parole hanno un peso: e quando si consacra l'ideologia coloniale nella legge, non si è più davanti a una guerra. È un progetto. La fame, l'assedio, l'annessione: tutto grida, ma chi ascolta? L'Europa balbetta, gli Stati Uniti trattano tregue da uno yacht. Intanto, un'intera popolazione viene cancellata dalla mappa. Prima dai territori, poi dal linguaggio. Domani, dai libri. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
La Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. La decisione verrà ufficializzata a settembre davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.
Fortunato D'Amico"Glacial Threads"Dalle foreste ai tessuti del futuro.Mostra al Castello Gamba, Chatillon, Valle d'Aosta Il Castello Gamba - Museo di Arte moderna e contemporanea della Valle d'Aosta a Châtillon ospita la mostra “Glacial Threads. Dalle Foreste ai Tessuti del Futuro”, organizzata da Michelangelo Pistoletto e Cittadellarte in collaborazione con la Struttura patrimonio storico-artistico e gestione dei siti culturali della regione, e con la curatela di Fortunato D'Amico.L'esposizione indaga il profondo legame tra arte, sostenibilità e moda rigenerativa. Partendo dal progetto Glacial Threads. From Forest to Future Textiles, promosso da Lenzing Group (leader mondiale nella produzione di fibre speciali a base di legno) con Cittadellarte, e finalizzato alla creazione di tessuti privi di microplastiche per proteggere i ghiacciai, la mostra affronta il tema del riscaldamento globale e dei cambiamenti socio-ecologici con una particolare attenzione per l'arco alpino. Attraverso installazioni immersive, materiali interattivi e contenuti scientifici, il percorso accompagna i visitatori in un viaggio visivo e sensoriale: dalle foreste, simbolo di equilibrio naturale, ai tessuti del futuro, emblema di un'evoluzione responsabile. Un'esperienza che mette in luce il ruolo cruciale delle pratiche sostenibili e circolari nell'affrontare le sfide ambientali globali. Il Maestro Pistoletto, da sempre noto per il suo impegno sociale e ambientale, candidato dalla Fondazione Gorbachev al Premio Nobel per la Pace 2025, attraverso le opere esposte stimola nel visitatore una riflessione sulla responsabilità collettiva. Per Michelangelo Pistoletto, l'arte è uno strumento di trasformazione sociale e l'artista un agente di cambiamento. Secondo la sua visione, l'arte deve offrire soluzioni rigenerative, integrando scienza e tecnologia per ristabilire un equilibrio armonioso tra l'essere umano e la natura. All'interno di Glacial Threads lo spazio espositivo, suddiviso in tre sale, si trasforma in un organismo vitale dove arte, pensiero ecologico e sperimentazione convivono in un dialogo fluido. Le opere di Pistoletto mirano a tessere una narrazione comune, come fibre che si intrecciano per generare una nuova trama culturale e ambientale.In mostra, molte opere significative: Metamorfosi, che esplora il concetto di trasformazione, sia individuale e collettiva, si propone come un invito alla riflessione sulla relazione tra arte, società e individuo. Attraverso l'uso di specchi e di materiali comuni, Pistoletto mira a creare un'esperienza di partecipazione attiva, coinvolgendo lo spettatore nel processo creativo e nella riflessione sulla propria identità; La Mela Reintegrata rappresenta la ricomposizione degli elementi opposti: natura e artificio. La mela significa natura, il morso della mela significa artificio. Con la Mela Reintegrata l'artificio assume il compito di ricucire la parte asportata dal morso e ricongiungere l'umanità alla natura, anziché continuare ad allontanarla da essa."L'Albero di Ama: divisione e moltiplicazione dello specchio". L'opera riflette la dialettica dell'artista tra unità e divisione, rappresentata attraverso la forma di un albero che contiene uno specchio. In ultimo La Formula della Creazione concetto centrale nell'opera di Pistoletto e nella sua visione del mondo. L'idea è che la connessione tra natura e artificio, o tra opposti in generale, genera qualcosa di nuovo e positivo, un "terzo soggetto" che si unisce ai due elementi originali. Questo terzo soggetto, rappresentato dal cerchio centrale, è il grembo della rinascita, dove si genera una nuova consapevolezza e un nuovo modo di vedere il mondo. Le strutture Segno Arte di Pistoletto esposte accolgono abiti generati dal lavoro collettivo del dipartimento moda di Cittadellarte – B.E.S.T. (Better Ethical Sustainable Think-Tank) grazie alla collaborazione con i designer Blue of a Kind, Bav Tailor, Tiziano Guardini e Flavia La Rocca.Realizzati con le fibre biodegradabili utilizzate per proteggere i ghiacciai, i capi raccontano una moda rigenerativa e consapevole, proiettata oltre l'effimero. I geotessili, ideati dal gruppo Lenzing, privi di plastica, dopo essere stati utilizzati per due anni a copertura dei ghiacciai, vengono rimossi e reintegrati nel ciclo tessile, testimoniando un approccio circolare che tutela i ghiacciai e – al contempo - riduce l'impatto ambientale dell'industria della moda. Infine, l'opera fotografica Dall'infinito alla Creazione, che cattura la maestosità e la fragilità dei ghiacciai introducendo il visitatore in una dimensione cosmica, dove il gesto dell'artista si fa punto di contatto tra l'universale e il quotidiano. Le declinazioni internazionali del Terzo Paradiso restituiscono l'eco di un'utopia concreta, che prende forma attraverso comunità, scuole, città, relazioni. Le azioni di Glacial Threads dialogano con i principi dell'Agenda 2030 delle Nazioni Unite, e i suoi 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Moebius contenente testi critici del curatore Fortunato D'Amico e un'intervista a Michelangelo Pistoletto, tradotto in tre lingue: italiano, inglese e francese.Durante tutto il periodo espositivo verranno realizzati workshop e conferenze curati dall'Accademia di Cittadellarte sui temi della mostra. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il Movimento Internazionale Sociale “ALLATRA” è un fenomeno scientifico e umanitario unico del nostro tempo.Questo video presenta le pietre miliari e i risultati chiave dei 30 anni di attività internazionale di “ALLATRA”, dalla ricerca innovativa sul clima e la creazione di un modello unico per il monitoraggio dei disastri naturali allo sviluppo di soluzioni in grado di salvare milioni di vite.
Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, da gennaio a oggi più di 1,4 milioni di afgani sono stati espulsi o costretti a tornare in Afghanistan, un paese alle prese con una grave crisi umanitaria e dove le donne subiscono forti restrizioni ai loro diritti e delle loro liberà. Con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale.Il nuovo fumetto di Zerocalcare, pubblicato in copertina dell'ultimo numero di Internazionale con il titolo Tutti i nessuno del mondo, intreccia uno scontro tra Ulisse e Polifemo con l'arresto di un uomo durante una manifestazione in sostegno della Palestina. Con Zerocalcare, fumettista.Oggi parliamo anche di: Scienza • “Il punto più oscuro” di Theresa Palmhttps://www.internazionale.it/magazine/theresa-palm/2025/07/17/il-punto-piu-oscuroLibri • Alice Rawsthorn, Il design come attitudine (Johan & Levi, 2025) Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
®Ogni anno migliaia di giovani etiopi, somali ed eritrei affrontano la “Eastern Migration Route”, una delle rotte migratorie più battute e meno raccontate del mondo. Dal cuore dell'Etiopia fino alle coste del Golfo di Aden, passando per Somaliland e Puntland, inseguono il miraggio dell'Arabia Saudita, meta finale di un viaggio pieno di sofferenze, inganni e pericoli.Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, IOM, almeno 96.670 persone sono passate dal Corno d'Africa allo Yemen nel corso del 2023, circa un terzo in più rispetto al 2022. Circa il 95% di questi migranti proveniva dall'Etiopia.In questo reportage realizzato sul campo, ascoltiamo le voci dei migranti, dei familiari rimasti a casa, degli attivisti e degli operatori umanitari. Cerchiamo di capire quali sono le ragioni che spingono tutti questi giovani a partire e come i trafficanti sfruttano il fenomeno. Un viaggio segnato da illusioni, sofferenze, abusi e dalle celle sovraffollate delle prigioni saudite dove molti finiscono per poi essere rimpatriati.Prima emissione: 30 maggio 2025
Gli Stati Uniti annunciano sanzioni contro Francesca Albanese dell'Onu: accusa gli israeliani di genocidio a Gaza. Francesca Albanese è la relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi. Denuncia tutti i giorni, da molti mesi, quello che il mondo dovrebbe vedere attraverso le testimonianze dei pochi media non schierati e dai volontari che operano a Gaza: lo sterminio di un popolo colpito dai bombardamenti di Israele, dalla fame, la risposta sproporzionata in termini di vite umane dell'attacco di Hamas del 7 ottobre 2023. Ora il segretario di Stato americano Rubio annuncia sanzioni contro Albanese. Il motivo? "La sua campagna di guerra politica ed economica contro gli Stati Uniti e Israele non sarà più tollerata. L'iniziativa è dovuta agli sforzi di Albanese per fare pressione sulla Corte Penale Internazionale affinché agisca contro funzionari, aziende e leader statunitensi e israeliani", spiega Rubio. Le accuse di Francesca Albanese. Albanese ha denunciato il "genocidio" a Gaza e chiesto di fermare il flusso di armi a Israele. Pochi giorni fa ha presentato un rapporto Onu a Ginevra “Dall'economia dell'occupazione all'economia del genocidio”, che accusa numerose imprese di contribuire al "progetto" di Israele di "sfollamento e sostituzione dei palestinesi nei territori occupati" e chiede agli Stati membri di imporre un embargo totale sulle armi a Israele e di sospendere tutti gli accordi commerciali e le relazioni di investimento. La reazione di Francesca Albanese. In un post su X, la relatrice speciale Onu non ha affrontato direttamente le sanzioni, ma ha scritto qualcosa che riguarda il ruolo della Corte Penale Internazionale a cui non aderiscono Stati Uniti e Israele : "Oggi più che mai: mi schiero con fermezza e convinzione dalla parte della giustizia, come ho sempre fatto. Provenire dal Paese fondatore della Corte, dove avvocati e giudici hanno difeso la giustizia a caro prezzo e spesso a rischio della propria vita. Intendo onorare questa tradizione". Le si può dare solo ragione. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il 30 giugno Israele ha condotto uno degli attacchi più pesanti delle ultime settimane nella Striscia di Gaza, dove secondo le Nazioni Unite e le autorità palestinesi nessun luogo può dirsi sicuro. Con Paola Caridi, giornalista e presidente di Lettera 22.Da domenica scorsa quattordici dipartimenti nel sud della Francia sono stati messi in allerta arancione, con punte di temperatura che hanno superato i 40 quaranta gradi. Con Filippo Ortona, giornalista, da Parigi.Oggi parliamo anche di: Pakistan • Nozze di ghiaccio ad alta quota, di Antonio Martinez Ronhttps://www.internazionale.it/magazine/antonio-martinez-ron/2025/06/26/nozze-di-ghiaccio-ad-alta-quotaMusica • The lost tapes, Beethoven: sonate n. 18, 27, 28 e 31, Svjatoslav Richter, pianoforteCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
I titoli A Gaza nuova strage di civili in cerca di aiuti a seguito dei raid israeliani Prosegue a Siviglia la IV Conferenza Internazionale delle Nazioni Unite sul Finanziamento dello Sviluppo Tensione in Serbia: a Belgrado nuove proteste degli studenti Conduce: Gianmarco Murroni In regia: Alberto Giovannetti
L'apertura dei giornali, con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.Ora che la guerra tra Israele e Iran è finita, il Medio Oriente torna a guardare ai focolai di crisi ancora accesi. Su tutti Gaza dove si continua a morire di fame, ma anche al Libano dove continua la missione delle Nazioni Unite che coinvolge circa 1000 soldati italiani. Ne parliamo con Andrea Tenenti, portavoce UNIFIL.
Superati i 100 mila morti a Gaza. Non è solo questione di mera statistica, perché dietro all'impressionante cifra di 100 mila a Gaza c'è la storia di un vero e proprio genocidio, una strage di vite di uomini, donne, vecchi, bambini, alcuni ancora in fascie, comunque tutti civili uccisi dalla politica militare di Netanyahu e dal suo governo di ultra destra. La risposta israeliana alla terribile strage di Hamas è dieci volte superiore a ciò che avvenne il 7 ottobre 2023, in un rapporto di uno a dieci. Persino la distribuzione di aiuti umanitari “sta uccidendo persone”. Parola del segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, secondo cui le operazioni gestite dai mercenari statunitensi della Gaza Humanitarian Foundation sono “intrinsecamente insicure”. In circa un mese, dalla ripresa dell'ingresso di beni di prima necessità nella Striscia, l'esercito israeliano e gli stessi contractor americani hanno colpito decine e decine di civili colpevoli di cercare cibo per loro e per la propria famiglia. Qatar e Stati Uniti spingono per la tregua, Israele va avanti. L'amministrazione americana ed il Qatar starebbero spingendo per raggiungere la tregua, convinti che si debba sfruttare lo slancio del cessate il fuoco di questa settimana con l'Iran per lavorare ad uno stop delle ostilità anche nella Striscia. Ma i tentativi di rinvigorire gli sforzi diplomatici, si scontrano con i numeri delle vittime negli attacchi di Tel Aviv. A raffreddare gli entusiasmi sono scesi in campo alti funzionari israeliani coinvolti nei colloqui per un accordo sugli ostaggi, che affermano di non comprendere i motivi dell'ottimismo del presidente Donald Trump, secondo cui un cessate il fuoco a Gaza potrebbe essere raggiunto già la prossima settimana. Dunque Israele va avanti e, al momento, la tregua a Gaza sembra un sogno lontano. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Nelle prime ore di ieri l'esercito statunitense ha bombardato le tre principali strutture del programma nucleare iraniano, dichiarando che sono state completamente eliminate. Con Martino Mazzonis, giornalista.Secondo il nuovo rapporto del fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, la crisi demografica globale è dovuta al fatto che le persone non possono scegliere se, come, quando e con chi diventare genitori, perché non ricevono un sostegno adeguato in termini di diritti e politiche. Con Barbara Leda Kenny, esperta di politiche di genere.Oggi parliamo anche di: https://www.internazionale.it/magazine/helen-thomson/2025/06/19/una-passeggiata-di-saluteScienza • “Una passeggiata di salute” di Helen Thomsonhttps://www.internazionale.it/magazine/helen-thomson/2025/06/19/una-passeggiata-di-saluteLibro • Laura Marzi, Stelle Cadenti, MondadoriCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Francesca Albanese è relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 2022. Nel suo recente libro racconta dieci incontri chiave per la sua comprensione di quelle terre.
Si sono aperti ieri a Bonn i negoziati intermedi sul clima, un appuntamento preparatorio alla Cop30, la riunione annuale dei paesi che hanno ratificato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Con Ferdinando Cotugno, giornalista, da Bonn.Il segretario dell'organizzazione del partito socialista spagnolo e deputato Santos Cerdán è accusato di corruzione insieme a un ex ministro e a un suo collaboratore. Con Mariangela Paone, giornalista che vive a Madrid.Oggi parliamo anche di:YouTube • I played this free Ukraine war game so you didn't have to, sul canale di MoiDawghttps://www.youtube.com/watch?v=OPLB01PTcSICi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Per riascoltare Considera l'armadillo noi e altri animali ospite Simone Panigada, presidente di @Tethys Research Institute e coordinatore di @Consorzio Pelagos presentato alla terza conferenza delle Nazioni Unite sull'oceano e inaugurazione di Terrazza del Museo del Cinema di Milano con @Bruno Bozzetto. A cura di Cecilia Di Lieto.
L'Intelligenza Artificiale fa ormai parte delle nostre vite. Seguiamo gli aggiornamenti sulle ultime novità, o su quale sia il chatbot più performante. In questa puntata di Moby Dick, intitolata “AI dove vai? L'intelligenza Artificiale nelle macchine e nei cuori” a cura di Lina Simoneschi Finocchiaro, vogliamo chiederci cosa voglia dire avere a che fare con un'intelligenza che non è umana, ma che sempre più ci somiglia. Questa tecnologia che chiamiamo “intelligente”, cosa sta diventando? È capace davvero di pensare? Di capire? Di agire con responsabilità? E soprattutto: noi siamo pronti a convivere con lei?Nell'ora centrale mettiamo a confronto i pareri di due esperti in materia: Andrea Colamedici, fondatore della casa editrice Tlon, è filosofo ed editore, assegnista di ricerca in Intelligenza Artificiale e di sistemi di pensiero all'Università di Foggia e di Strumenti di Intelligenza Artificiale al Master in Giornalismo dell'Università di Bologna. È ideatore di “Ipnocrazia” libro inizialmente attribuito ad un falso autore dal nome Jianwei Xun per poi dichiarare che è stato scritto interamente con L'AI. Giulia Pozzi giornalista e analista senior a NewsGuard, organizzazione che si occupa di studiare e contrastare la disinformazione, compresa quella generata dall'IA, e di valutare l'affidabilità delle fonti online. Laureata in Filologia Moderna alla Cattolica di Milano, in passato è stata corrispondente dalle Nazioni Unite a New York per il sito bilingue La Voce di New York. Nell'ultima mezz'ora portiamo lo sguardo sulla Svizzera che si domanda se legiferare o meno l'uso dell'Intelligenza Artificiale. Il Consiglio Federale e i Politecnici federali stanno sviluppando modelli linguistici specializzati per settori strategici: avremo una sorta di “ChatGPT svizzero”? Parliamo delle novità dell'Intelligenza Artificiale in Svizzera con Sara Ibrahim giornalista di Swissinfo, specializzata in AI e in temi legati all'impatto delle tecnologie sulla società.
L'Intelligenza Artificiale fa ormai parte delle nostre vite. Seguiamo gli aggiornamenti sulle ultime novità, o su quale sia il chatbot più performante. In questa puntata di Moby Dick, intitolata “AI dove vai? L'intelligenza Artificiale nelle macchine e nei cuori” a cura di Lina Simoneschi Finocchiaro, vogliamo chiederci cosa voglia dire avere a che fare con un'intelligenza che non è umana, ma che sempre più ci somiglia. Questa tecnologia che chiamiamo “intelligente”, cosa sta diventando? È capace davvero di pensare? Di capire? Di agire con responsabilità? E soprattutto: noi siamo pronti a convivere con lei?Nell'ora centrale mettiamo a confronto i pareri di due esperti in materia: Andrea Colamedici, fondatore della casa editrice Tlon, è filosofo ed editore, assegnista di ricerca in Intelligenza Artificiale e di sistemi di pensiero all'Università di Foggia e di Strumenti di Intelligenza Artificiale al Master in Giornalismo dell'Università di Bologna. È ideatore di “Ipnocrazia” libro inizialmente attribuito ad un falso autore dal nome Jianwei Xun per poi dichiarare che è stato scritto interamente con L'AI. Giulia Pozzi giornalista e analista senior a NewsGuard, organizzazione che si occupa di studiare e contrastare la disinformazione, compresa quella generata dall'IA, e di valutare l'affidabilità delle fonti online. Laureata in Filologia Moderna alla Cattolica di Milano, in passato è stata corrispondente dalle Nazioni Unite a New York per il sito bilingue La Voce di New York. Nell'ultima mezz'ora portiamo lo sguardo sulla Svizzera che si domanda se legiferare o meno l'uso dell'Intelligenza Artificiale. Il Consiglio Federale e i Politecnici federali stanno sviluppando modelli linguistici specializzati per settori strategici: avremo una sorta di “ChatGPT svizzero”? Parliamo delle novità dell'Intelligenza Artificiale in Svizzera con Sara Ibrahim giornalista di Swissinfo, specializzata in AI e in temi legati all'impatto delle tecnologie sulla società.
Greta Thunberg che pensavamo si fosse finalmente decisa a riprendere il suo percorso scolastico precocemente interrotto quando aveva tredici anni, ha invece nuovamente trovato il modo di riapparire sulla scena mediatica, mettendosi al timone di uno yacht alla volta di Gaza, dove intendeva portare alla popolazione locale il preziosissimo – e chissà quanto agognato - contributo della sua solidarietà politica. L'imbarcazione è stata inevitabilmente intercettata dalla marina israeliana, sulla base però – cosa che forse, in Italia, non tutti sanno – non di un atto di pirateria, ma di un blocco navale autorizzato dalle Nazioni Unite. Aggiungiamo che la supponente ragazzotta svedese adesso dichiara di essere stata addirittura “rapita e tenuta in ostaggio”: tuttavia, dalle immagini che un po' tutti abbiamo avuto modo di vedere, pare abbastanza chiaro che si sia, comunque, trattato di un rapimento a base di bibite, dolci e panini imbottiti per rifocillarsi...Un tipo di trattamento abbastanza diverso, quindi, da quello subito dalla ragazza israeliana che, il 7 ottobre, venne rapita sul serio dai militanti di Hamas per poi essere esposta, con le gambe spezzate, nelle strade di Gaza, onde consentire alla folla festante di bastonarla e di sputarle addosso. Detto questo, vogliamo anche aggiungere – e lo facciamo da ormai imbarazzatissimi filo israeliani della prima ora - che, blocco navale più o meno legale, questo episodio dei croceristi fermati nella loro velleitaria iniziativa “umanitaria”, Israele se lo sarebbe potuto proprio risparmiare...Neanche il Gianni Rivera dei tempi migliori avrebbe infatti fornito, su un piatto d'argento, un assist così ben riuscito a tutti coloro che, di professione, fanno gli odiatori dello Stato ebraico. Il fatto è che, purtroppo, come tragicamente dimostra anche la spietata azione militare che da troppo tempo viene esercitata sulla Striscia, in un Paese che, fino ad una ventina di anni fa, veniva definito (come si diceva allora) l' unico “faro di democrazia in Medio Oriente”, sembra adesso essere intervenuta una sorta di mutazione genetica che lo sta portando ad infischiarsene beatamente sia del diritto alla sopravvivenza delle popolazioni arabe, che del giudizio delle opinioni pubbliche a livello internazionale. Prima accennavamo al nostro attuale imbarazzo di fronte a scelte del governo Netanyahu che, oltre ad esasperare ulteriormente (ed in maniera irresponsabile) gli animi in Terra Santa, conducono anche, inspiegabilmente, Israele verso l'isolamento mondiale. Vuole davvero l'eterno Bibi ridurre il suo Paese alla stregua di uno “stato paria” come la Corea del Nord? Vuole proprio andare incontro a sanzioni politiche e commerciali che mettano in ginocchio un'economia tradizionalmente piuttosto brillante? Ci siamo chiesti cosa mai abbia potuto portare ad un cambiamento di indirizzo così radicale nella politica israeliana e pensiamo di aver trovato una risposta soprattutto a livello demografico. Israele è un Paese giovane, con una popolazione in crescita continua e che è composta da quattro gruppi fondamentali: gli ebrei laici (in genere di origine europea), gli arabi con cittadinanza israeliana, gli ebrei ultra-ortodossi e gli ebrei nazional-religiosi. Il primo gruppo, in passato rappresentativo di una netta maggioranza culturale e politica, ora è in fase calante; il secondo è rimasto costante, mantenendosi nella percentuale di circa il 20%. Gli altri due - che prima erano minoritari – stanno adesso, al contrario, prendendo il sopravvento numerico: ecco, dunque, da dove deriva l'affermarsi di un nuovo ordine sociale e di certe idee che prima erano marginali, ma che oggi cominciano, invece, sciaguratamente, a prevalere. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di inviare la Guardia nazionale a Los Angeles dove sono in corso da alcuni giorni delle manifestazioni contro le deportazioni dei migranti irregolari. Con Lucia Magi, giornalista, da Los Angeles.È cominciata ieri a Nizza la terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, in cui una sessantina di capi di Stato e di governo si riuniranno per cercare di fermare il degrado dell'ecosistema marino. Con Gabriele Crescente, editor di ambiente di Internazionale.Oggi parliamo anche di:Documentario • Honeydew di Marco Bengozi e Michael PetroliniCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Ieri, mentre nella Striscia di Gaza si continuava a morire sotto i raid israeliani, l'amministrazione Trump ha esercitato per la quinta volta il veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, bloccando una risoluzione per il cessate il fuoco immediato e incondizionato. È il primo veto dopo il suo ritorno alla Casa Bianca. Quattordici Paesi hanno votato a favore, gli Stati Uniti hanno detto no, ancora una volta. Così i massacri continuano. A Gaza, nelle stesse ore, venivano bombardati due ospedali: l'Al-Ma'amadani e il Battista. All'Al-Ahli, già colpito otto volte, un drone israeliano ha ucciso almeno quattro persone, tra cui tre giornalisti palestinesi. Altri sei civili, compresa un'intera famiglia, sono stati uccisi a Khan Younis. L'Unicef, sotto assedio, ha evacuato bambini ustionati e feriti, per poi vederli nuovamente sotto attacco persino all'interno degli ospedali. L'ambasciatore pakistano all'Onu ha definito il veto americano "un via libera all'annientamento". L'ambasciatore algerino ha parlato di "macchia morale sulla coscienza mondiale". Ma Washington, come sempre, blinda Israele e trasforma il Consiglio di Sicurezza in una scenografia inutile. L'Italia, mentre gli Stati Uniti legittimano questi crimini con il proprio veto, resta agganciata a Trump per servilismo atlantico. Ma la politica estera non può essere un atto di fedeltà cieca. Se il governo italiano ha ancora un minimo di autonomia politica e morale, è ora che trovi il coraggio di smarcarsi. Perché chi tace di fronte a questi massacri diventa complice. E il sangue di Gaza sporca anche le mani di chi resta fermo. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
A Gaza chiudono i centri di distribuzione di aiuti umanitari. A Gaza, l'ultima speranza umanitaria si è frantumata e guerra, fame, miseria e morte regnano sovrani. I centri di distribuzione degli aiuti hanno tirato giù le saracinesche. Sono rimasti aperti una sola settimana e sono costati al momento oltre cento morti tra la popolazione civile. Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la controversa fondazione americana che ha affidato la sicurezza a contractor armati anch'essi statunitensi, annuncia che l'interruzione sarà solo di un giorno e serve per consentire “attività logistiche necessarie ad accogliere un maggior numero di persone”. La consegna dei pacchi del cibo riprenderà oggi, ma con gli stessi problemi organizzativi. Una gestione disastrosa. E' stata una settimana disastrosa per il nuovo sistema umanitario militarizzato, imposto da Israele con il sostegno americano, per estromettere le agenzie delle Nazioni Unite e le ong. “Così possiamo controllare che gli aiuti non vadano ad Hamas”, dicono le autorità israeliane. Martedì scorso aveva aperto il primo sito della Ghf a Tel al Sultan, a ovest di Rafah. Nelle ore successive e fino a ieri, migliaia di palestinesi affamati si sono presentati nei centri di distribuzione per prendere lo scatolone con gli alimenti, arrivando sul posto in anticipo rispetto all'apertura dei cancelli per paura dell'esaurimento delle scorte. La situazione è volutamente fuori controllo. Quattro soli punti di distribuzione per più di due milioni di gazawi sono ovviamente insufficienti: quando il sistema era in mano alle agenzie dell'Onu, i punti erano 400. La cronaca di questi giorni nasconde il progetto di occupazione e di controllo totale della Striscia di Gaza, e la deportazione dei palestinesi negli stati confinanti come chiesto da Trump a Netanyahu. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Ieri Israele ha fermato le distribuzioni di cibo a Gaza. Non per umanità, non per vergogna. Per strategia. Le file di disperati da cui pescare bersagli erano diventate troppo lunghe, troppo visibili, troppo ingombranti persino per chi, in Occidente, continua a ripetere che "bisogna distinguere". La Gaza Humanitarian Foundation — creata da Israele e gestita da contractor statunitensi, militari di compagnie private — ha chiuso i centri di distribuzione "per lavori di organizzazione ed efficienza". La traduzione è elementare: meno distribuzioni, meno folle, meno occhi del mondo addosso. Martedì, a Rafah, l'ennesima carneficina: 27 morti sotto i proiettili israeliani, mentre cercavano cibo. Le strade verso i centri sono state dichiarate “zone di combattimento”. Chi si avvicina rischia di essere giustiziato senza processo. Israele controlla cosa entra, quanto entra, quando entra. I valichi sono sotto il suo totale controllo: né Nazioni Unite né agenzie indipendenti possono decidere cosa far passare. In aprile, il numero dei camion di aiuti ammessi è crollato ai minimi storici, sotto i 200 al giorno: meno di un quarto rispetto al fabbisogno stimato per sfamare la popolazione assediata. Quando i morti sotto i droni non bastano più, quando i massacri diventano difficili da coprire perfino per i complici europei, resta la fame. Non serve il piombo ogni giorno, basta chiudere i rubinetti. La fame non ha bisogno di immagini, non sporca le mani, non costringe a spiegazioni nei salotti buoni. È un'arma più silenziosa, più comoda, più vile. Il genocidio continua. Cambiano solo i metodi. L'obiettivo è sempre lo stesso: annientare. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
1) Morire di fame o morire in cerca di cibo. Negli ultimi 8 giorni più di 100 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano aiuti umanitari presso la Gaza Humanitarian Fundation. “Sono crimini di guerra” denunciano le Nazioni Unite. (Jonathan Fowler - portavoce dell'Unrwa) 2) In Europa crolla il sostegno delle opinioni pubbliche per Israele. Meno di un quinto della popolazione di sei grandi paesi europei appoggia le di Tel Aviv. E pian piano anche i governi iniziano ad adeguarsi. (Omar El Akkad) 3) La Spagna si disconnette da Israele. Madrid annuncia un piano per azzerare tutte le forniture di armamenti provenienti dal paese mediorientale. E' il primo paese europeo a fare questo passo. (Giulio Maria Piantadosi) 4) Francia, il poliziotto che nel 2023 uccise il giovane Nahel per aver rifiutato di fermarsi durante un controllo stradale in periferia di Parigi verrà giudicato per omicidio volontario. (Luisa Nannipieri) 5) Corea del Sud, a sei mesi dal tentato golpe dell'ex presidente, oggi il paese ne ha eletto uno nuovo. È Lee Jae-myung, il candidato progressista che si era opposto alle azioni del predecessore. (Gabriele Battaglia) 6) Rubrica sportiva. Ons Jabeur, la tennista tunisina che ha criticato i doppi standard dei commentatori sportivi nel tennis femminile. (Luca Parena)
Ogni anno migliaia di giovani etiopi, somali ed eritrei affrontano la “Eastern Migration Route”, una delle rotte migratorie più battute e meno raccontate del mondo. Dal cuore dell'Etiopia fino alle coste del Golfo di Aden, passando per Somaliland e Puntland, inseguono il miraggio dell'Arabia Saudita, meta finale di un viaggio pieno di sofferenze, inganni e pericoli.Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, IOM, almeno 96.670 persone sono passate dal Corno d'Africa allo Yemen nel corso del 2023, circa un terzo in più rispetto al 2022. Circa il 95% di questi migranti proveniva dall'Etiopia.In questo reportage realizzato sul campo, ascoltiamo le voci dei migranti, dei familiari rimasti a casa, degli attivisti e degli operatori umanitari. Cerchiamo di capire quali sono le ragioni che spingono tutti questi giovani a partire e come i trafficanti sfruttano il fenomeno. Un viaggio segnato da illusioni, sofferenze, abusi e dalle celle sovraffollate delle prigioni saudite dove molti finiscono per poi essere rimpatriati.
Il 27 maggio l'esercito israeliano ha aperto il fuoco per disperdere una folla di palestinesi affamati che avevano raggiunto il nuovo centro di distribuzione degli aiuti a Rafah, e almeno 47 persone sono rimaste ferite. Con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.ll 27 maggio l'amministrazione Trump ha deciso di sospendere i visti per tutti i nuovi iscritti universitari stranieri. Con Marco Arvati, giornalista Oggi parliamo anche di:Podcast • Gens soli - Italiani senza cittadinanza di Maria Russo e Fatima El MouhCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Padre Paolo Benanti, frate francescano del Terzo Ordine Regolare, è un teologo e docente di etica delle tecnologie presso la Pontificia Università Gregoriana. È presidente della Commissione AI per l'informazione per il Governo italiano e consigliere del Papa in materia di intelligenza artificiale. Di recente, è stato chiamato dal segretario generale delle Nazioni Unite, António […]
Non è un effetto collaterale. È il bersaglio. Lo dice Ehab Abo Khair, portavoce dell'ultima università rimasta in piedi a Gaza, prima che fosse occupata per 70 giorni e poi rasa al suolo dall'esercito israeliano. È il 17 gennaio 2025. Due giorni prima del cessate il fuoco. La distruzione sistematica delle scuole e delle università palestinesi non è un eccesso: è una dottrina. Secondo le Nazioni Unite, l'80% delle scuole di Gaza è stato distrutto. Tutte le undici università non esistono più. Hanno bruciato anche i libri. E la replica israeliana? Qualche condanna di facciata, la solita inchiesta-fantasma. Kenneth Roth, ex direttore di Human Rights Watch, ha parlato di violazioni gravi del diritto internazionale umanitario. Perché anche se in quelle aule ci fossero state armi – ipotesi mai dimostrata – la distruzione metodica di interi campus non ha alcuna proporzionalità militare. È una punizione culturale. Lo chiamano “scolasticidio”, un termine coniato nel 2009 dalla docente Karma Nabulsi per descrivere la cancellazione intenzionale dei sistemi educativi. Myriam Benraad parla di “epistemicidio”: l'assassinio della conoscenza come atto di guerra. Non si colpiscono solo i muri. Si spezza la possibilità stessa di ricostruire, di ricordare, di esistere come popolo. Cinquemila studenti, novantacinque docenti universitari e duecentosessantuno insegnanti uccisi. Oltre seicentomila studenti senza scuola da oltre un anno e mezzo. Mentre le bombe cancellano le aule, Trump arresta studenti solidali nelle università americane e taglia fondi. La guerra alla Palestina passa per l'annientamento del pensiero. Serve chiamarlo con il suo nome. Serve farlo ora. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Il governo israeliano lascerà entrare 9 camion di aiuti umanitari a Gaza, dopo le forti pressioni private ma anche pubbliche di alcuni alleati come Francia, Regno Unito e Canada. Rimangono però, secondo le Nazioni Unite, una “goccia nell'oceano”. Il presidente statunitense Trump ha avuto un incontro telefonico di due ore con il presidente russo Putin riguardo ai negoziati in Ucraina, chiedendo di iniziarli direttamente tra le due parti. I sensi di molti animali sono decisamente più sviluppati dei nostri: da chi vede nel buio dell'oceano più profondo a chi si muove grazie ai paesaggi sonori, Jackie Higgins ci ricorda che non siamo gli unici senzienti. Pietro Minto, esperto di tecnologia, ci racconta del super-computer che la Cina sta costruendo nello spazio grazie a una fittissima rete di satelliti – un cloud finalmente letterale. Puoi scriverci a podcast@lifegate.it e trovare tutte le notizie su www.lifegate.it. Ascolta la puntata speciale di News dal pianeta Terra: Il piccolo grande mondo delle api, con Gianumberto Accinelli e Marco Zucchetti Rassegna stampa: Il mondo è più ricco di come lo percepiamo: ce lo svelano i sensi degli altri animali, Elisabetta Scuri
Intrattenimento e informazione, musica e cultura: tutto questo è Radio Vaticana con Voi! Anche oggi 4 ore insieme per iniziare la giornata con numerosi ospiti! Protagonisti gli ascoltatori, come ogni giorno! Intervenite in diretta via WhatsApp al numero 335 1243 722 Gli ospiti di oggi in ordine di presenza: Lorenzo Ciccarese, dirigente di Ricerca Ispra e ne consiglio del Programma Abiente delle Nazioni Unite; Antonella Polimeni, Rettrice dell'Università Sapienza di Roma; Simone Morandini, Teologo; Patrizia de Michelis, presidente Rete per la Parità - aps; Daniela Isetti, Unione Ciclistica Internazionale; Giampaolo Silvestri, Segretario Generale Fondazione AVSI; Fra Francesco Tritto, Referente provinciale della Pastorale Giovanile dei frati minori di Puglia e Moliso Conducono Andrea de Angelis e Silvia Giovanrosa A cura di Andrea de Angelis e Silvia Giovanrosa Hanno collaborato le colleghe ed i colleghi Marco Guerra, Luca Collodi, P. Bernardu Suate, Giulia Galeotti, Don Andrea Vena, Eugenio Murrali Tecnici del suono Gabriele di Domenico e Alberto Giovannetti
I salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008. Lo si legge nel Rapporto mondiale sui salari dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e della politica sociale). L’Italia si distingue per una dinamica salariale negativa nel lungo periodo con salari reali inferiori a quelli del 2008. È il risultato peggiore dei Paesi del G20. Commentiamo questi dati, in apertura di puntata, con Andrea Garnero, economista Ocse e autore con il giornalista Roberto Mania del libro La questione salariale (Egea).La legge di Bilancio 2025 ha introdotto un nuovo bonus fiscale per favorire la mobilità dei lavoratori neoassunti. Per accedere al beneficio, il lavoratore deve aver trasferito la residenza nel Comune di lavoro, distante oltre 100 km da quello precedente, e non aver superato un reddito da lavoro dipendente di 35.000 euro nel 2024. Con Ornella Lacqua, consulente del lavoro ed esperta per Il Sole 24 ORE, facciamo il punto sul funzionamento del bonus e sui requisiti necessari per accedervi.
Russia e Stati Uniti si parlano a Riad, in colloqui che vengono definiti “creativi” da Grigory Karasin, membro della delegazione russa e capo del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Federazione. Dalla Casa Bianca intanto il Presidente Donald Trump afferma che si sta discutendo “di territori, linee di demarcazione e di energia”. Ne discutiamo con Marco Di Liddo, Direttore del Centro Studi Internazionali (CeSI). Commentiamo poi la giornata della politica italiana, con al centro la tensione fra il Ministro degli Esteri Antonio Tajani e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini. Con noi Barbara Fiammeri, commentatrice politica de Il Sole 24 Ore. Secondo il Rapporto mondiale sui salari dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (agenzia specializzata delle Nazioni Unite sui temi del lavoro e della politica sociale), i salari reali in Italia sono inferiori di 8,7 punti rispetto a quelli del 2008, il risultato peggiore fra i Paesi del G20. Ci spiega tutto Morya Longo, giornalista de Il Sole 24 Ore.Var, novità in Coppa Italia: gli arbitri spiegheranno le decisioni a tutto lo stadio. Ci racconta tutto Giovanni Capuano.
L'ultimo dato disponibile diffuso dalle Nazioni Unite dice che gli abitanti sulla Terra sono 8,2 miliardi. Oltre la metà vive nel continente asiatico (4,5 miliardi), oltre 1,3 miliardi di persone vivono nel continente africano e solo dopo arriva l'Europa con circa 750 milioni di abitanti. Tenendo a mente questo contesto, nella puntata di oggi parliamo con il professore Zeno Leoni, docente di relazioni internazionali al King's college di Londra del rapporto tra la Cina e l'occidente, contestualizzandolo all'interno del cosiddetto ordine liberale internazionale. ... ➡️Qui per la Promo Primavera Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato ieri i cinque punti del piano ReArm Europe. Li vediamo insieme. Intanto il presidente ucraino Zelensky dice di essere pronto a lavorare per la pace sotto guida di Trump, mentre secondo Politico il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite sta chiudendo il suo ufficio nell'Africa meridionale a seguito dei tagli agli aiuti decisi dall'amministrazione Trump. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Alessandra Morelli"Mani che proteggono"Storie, luoghi, volti dei miei trent'anni fra guerre e conflitti.Ancora Libriwww.ancoralibri.it«Le mani si uniscono a formare il tetto di una casa che protegge la persona. Le mani sono molto grandi. Enormi. Smisurate. A sostenerle, due rami di ulivo incrociati: l'emblema della pace, della speranza, della riconciliazione, della giustizia, della fratellanza. Questo è il simbolo dell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, l'UNHCR, l'organizzazione umanitaria in cui ho prestato la mia opera per trent'anni. Questo simbolo è stata la mia seconda pelle. È stata la mia missione, il senso della mia vita».«Per trent'anni Alessandra Morelli ha lavorato nell'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, impegnandosi in missioni altamente pericolose in svariati Paesi del globo afflitti da gravi criticità che provocavano esodi di massa, generavano sfollati, obbligavano alla fuga tante persone. Dopo il suo ultimo incarico in Niger, Alessandra ha sentito il bisogno di fare opera di memoria e di narrazione di quanto visto e vissuto, sentito e patito» (Luciano Manicardi).«Quello che Alessandra Morelli ha svolto in tanti anni sui fronti più pericolosi del globo è stato un ruolo chiave, di presidio umano e culturale, in tempi che tendono a disumanizzare per creare paure su cui lucrare politicamente ed economicamente. In tante situazioni estreme dove l'umanità si trasforma perché lotta per la sopravvivenza, lei ha interpretato il compito di servitore del bene comune nell'istituzione laica più alta preposta a farlo, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, senza cedimenti e deviazioni. E la ricerca dell'umano è sempre stata il suo faro» (Paolo Lambruschi). Alessandra Morelli, nata a Roma nel 1960, si definisce una donna di dialogo e mediazione. Fin da piccola è cresciuta tra i colori e le culture del mondo, grazie al continuo trasferimento lavorativo della sua famiglia. È stata Delegata dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) tra il 1992 e il 2021. Durante la sua esperienza per l'UNHCR ha gestito emergenze in zone di conflitto ad alto rischio, in dialogo con governi e milizie, organizzazioni intergovernative come la NATO e organizzazioni non governative internazionali e locali. Ha lavorato in ex Jugoslavia, Rwanda, Albania, Kosovo, Guatemala, Sri Lanka, Sahara Occidentale, Afghanistan, Indonesia, Georgia, Yemen, Birmania, Somalia, Grecia. La sua ultima missione è stata in Niger, paese crocevia nella rotta migratoria del Mediterraneo. Ha concluso la sua carriera nell'Alto Commissariato nel 2021, con la scelta di rientrare in Italia e sviluppare un percorso tematico sull'Arte dell'Umano per restare Umani, una riflessione esperienziale rivolta ai giovani sulla “pratica della cura”, da diffondere attraverso conferenze, incontri pubblici e itinerari formativi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
In questo primo episodio del nuovo spinoff di Actually "Long Run", parliamo del ruolo che ha avuto la finanza nella trasformazione dello spazio da ambito puramente scientifico a mercato “commerciale", di come si posiziona l'Europa rispetto al resto del mondo e del ruolo di India, Cina e Russia nella nuova corsa allo Spazio. L'ospite di questa puntata è Simonetta di Pippo, ex Direttrice dell'Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico e oggi Professor of Practice di Space Economy in SDA Bocconi. Questo podcast e gli altri nostri contenuti sono gratuiti anche grazie a chi ci sostiene con la membership. Per sostenere il nostro lavoro e ricevere contenuti esclusivi iscriviti alla membership su membership.willmedia.it Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Una decina di leader di paesi dell'Unione europea e della Nato si sono riuniti il 17 febbraio a Parigi per discutere dell'accelerazione dell'amministrazione statunitense sulla guerra in Ucraina. Con Jacopo Zanchini, vicedirettore di InternazionaleIl 15 febbraio Israele ha liberato 369 prigionieri palestinesi dopo il rilascio di tre ostaggi israeliani da parte di Hamas, nel quadro del cessate il fuoco entrato in vigore il 19 gennaio, ma nei giorni precedenti Hamas e Israele si erano scambiati accuse reciproche di violazioni. Con Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati.Oggi parliamo anche di:Sierra Leone • “Una storia che sparisce” di Jody Rayhttps://www.internazionale.it/magazine/karmela-padavic-callaghan/2025/02/13/un-computer-quantistico-puo-servire-a-qualcosa Documentario • Fiume o morte! di Igor BezinovićCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it o manda un vocale a +39 3347063050Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Il governo transitorio sta muovendo i suoi primi passi anche sulla scena internazionale con dichiarazioni distensive, ma preoccupano gli attacchi israeliani, spiegati da Tel Aviv come un semplice strumento di protezione dei propri confini ma condannati dalle Nazioni Unite e molti Paesi.
L'Australia ha votato a favore di una risoluzione delle Nazioni Unite che chiede a Israele di porre fine all'occupazione dei Territori Palestinesi, per la prima volta da oltre vent'anni.
Si è conclusa a Baku, in Azerbaijan, la COP 29, la più importante conferenza annuale delle Nazioni Unite per il contrasto al cambiamento climatico. L'accordo raggiunto durante i negoziati ha lasciato aperte questioni cruciali, sollevando critiche da molti dei Paesi partecipanti.
Ancora un paio di giorni e la Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico terminerà. Si riuscirà a raggiungere un accordo?
Prosegue a Baku in Azerbaigian la COP29, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, descritta da alcuni esperti come sorpassata e "non più idonea allo scopo" in una lettera aperta alle Nazioni Unite.
Il giornalista Michele Giorgio analizza con noi i fatti più significativi per il Medio Oriente degli ultimi giorni, dalla sospensione dei negoziati in Qatar alle violenze ad Amsterdam passando per la vittoria elettorale di Donald Trump.
La principale agenzia delle Nazioni Unite per la fornitura di servizi e assistenza ai rifugiati palestinesi dovrà smettere di operare entro 90 giorni. La decisione della Knesset ha attratto critiche anche dagli alleati più stretti di Israele.