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Care amiche, cari amici, questa volta tocchiamo un tema che ancora oggi crea una certa tensione e sofferenza. Alla proclamazione dell'armistizio, la situazione in Italia si fece estremamente difficile e i reparti italiani improvvisamente e senza alcuna comunicazione preventiva si trovarono a vivere un cambiamento di fronte che portò al crollo dell'Esercito in pochissimo tempo. Nei territori esteri la situazione fu anche più complessa. In particolare vogliamo parlare della situazione in Albania, occupata nel 1939 e diventata formalmente un regno sotto lo scettro di Vittorio Emanuele III. Sicuramente il 23 settembre 1943 rappresenta una data importante per la Storia del nostro Paese. Un Vice Brigadiere dei Carabinieri Reali, Salvo D'Acquisto, offre la propria vita per salvare quella di ostaggi innocenti ed è ucciso dai tedeschi che cercano una vendetta immotivata. Ne abbiamo parlato in un episodio di questo podcast, poi chiacchierando con il giornalista Paolo Borrometi di AGI e infine ne vorremmo scrivere sul nostro blog (sempre aperto a collaborazioni). Quel 23 settembre rappresenta anche la nascita dell'effimera Repubblica Sociale Italiana. Infine, per la nostra storia è la data di cattura o di passaggio ai partigiani albanesi dei Carabinieri della colonna Gamucci. Alla proclamazione dell'armistizio andiamo a scoprire quale fu la sorte dei Carabinieri Reali in quei territori. Ne parliamo brevemente in questa puntata. Vi ricordiamo che per noi è importante il vostro riconoscimento con l'attribuzione di una specie di voto, le stelline (mi raccomando, se vi è piaciuto almeno 5) votando il podcast sia su Spotify, sia su Apple Podcast. Buon ascolto! Fonti consultate: I Carabinieri 1814 – 1980, Roma, Ente Editoriale per l'Arma dei Carabinieri, 1980; Si segnala il diario del tenente Ponzi reperito su di un sito internet curato da un discendente; Tullio Mereu, Da Tirana a fushe gurra. La Storia della Colonna Gamucci, su Academia.edu; Tullio Mereu, Colonna Gamucci. A case of predictable inevitability, su Academia.edu; Relazione L'eccidio della colonna Gamucci. Ottobre-dicembre 1943 Albania custodita presso la Direzione dei Beni Storici e Documentali dell'Arma dei Carabinieri; Giovanni Villani, Il sistema di occupazione fascista in Albania, in Laura Brazzo e Michele Sarfatti (a cura di) Gli ebrei in Albania sotto il fascismo una storia da ricostruire, Giuntina, 2010. Credits per l'immagine dei due Carabinieri adottata in copertina: Archivio Centrale dello Stato (immagine reperita in internet). --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/storiadeicarabinieri/message
"Come spiegare la Brexit ai cittadini europei? Proviamo a spiegare come cambierà la cosa più conosciuta e popolare: la Premier League, il campionato di calcio più famoso e seguito al mondo!". Capire, semplificare, spiegare: forse l'essenza del giornalismo è tutta in questo semplice e al tempo stesso complesso esercizio. E ancor di più lo è - semplice e complesso al tempo stesso - in radio, media della sintesi e della divulgazione per eccellenza. ebbene, già a 29 anni Antonio Megalizzi queste lezioni le aveva mandate bene a memoria. Di più. Le aveva istintivamente acquisite ed elaborate, lui che per il giornalismo aveva un certo talento, per radio un infinito amore e per l'europa un'altrettanto grande passione. Un cammino tragicamente interrotto il 14 dicembre 2018, quando Antonio rimase vittima di un folle attentato di matrice jihadista a Strasburgo, colpito a morte dai proiettili sparati da un attentatore, mentre insieme a un suo collega e amico stava scegliendo i regali di Natale nei mercatini della città.Oggi la lezione d'amore, passione e tolleranza che Antonio ci ha lasciato trova una nuova voce per essere propagata: una Fondazione a suo nome, che prende vita proprio in questi giorni. Di questo progetto, di Antonio, e anche del suo amore per lo sport, il calcio e la ...Juventus parliamo oggi a Olympia, con Luana Moresco, la sua fidanzata, e il giornalista Paolo Borrometi, autore del libro "Il sogno di Antonio, storia di un ragazzo europeo" (edito da Solferino) olympia@radio24.it
Ilario Piagnarelli, Rainews ; Paolo Borrometi, Agi .
Journalists are tasked with telling the truth, but sometimes it comes with a cost. Paolo Borrometi, a Sicilian investigative journalist, knows this cost all too well. When his reporting on the Italian mafia made him a target, he was forced to uproot his life. Years later, he still lives under 24/7 police protection, often confined to his own home. However, Borrometi is undeterred. He continues to report for his own news website, La Spia, and TV2000. He also serves as the president of Articolo 21, an association dedicated to freedom of expression, and the deputy director of AGI, the Italian Journalistic Agency. Borrometi visited our offices when he was in the U.S. accepting the 2019 Peter Mackler Award for courageous and ethical journalism. Listen to the latest IJNotes podcast to hear our interview about his work, the attacks he’s endured, life under protection — and meeting the Pope.Support the show (https://www.icfj.org/donate-ijnet-project-icfj)
#11 Ladri di polli - Elisa feat. Jasmine + Paolo Borrometi/The Danish National Symphony Orchestra by Radio Big World
Milano, Foggia. L'agguato al grossista della cocaina in centro città e la vendetta omicida di un pregiudicato contro un carabiniere. I due fatti non sono collegati. A tenerli insieme è solo il picco di violenza criminale raggiunto: sia quello delle seconde file mafiose legate ai traffici di droga (Milano) che quello di coloro che (a Cagnano Varano, nel foggiano) respirano la subcultura mafiosa. E' un territorio – racconta il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro - «dove la criminalità è violenta e aggressiva come forse da nessun altra parte in Italia». Memos ha ospitato Luca Bonzanni, dottorando in studi sulla criminalità organizzata all'Università Statale di Milano, e Paolo Borrometi, giornalista e presidente di Articolo 21. A Memos anche il messaggio di Davide Mattiello, presidente della fondazione “Benvenuti in Italia”, sulla cosiddetta truffa palermitana degli “spaccaossa”, che in realtà – racconta Mattiello – è un caso di sfruttamento mafioso della disperazione umana.
Milano, Foggia. L’agguato al grossista della cocaina in centro città e la vendetta omicida di un pregiudicato contro un carabiniere. I due fatti non sono collegati. A tenerli insieme è solo il picco di violenza criminale raggiunto: sia quello delle seconde file mafiose legate ai traffici di droga (Milano) che quello di coloro che (a Cagnano Varano, nel foggiano) respirano la subcultura mafiosa. E’ un territorio – racconta il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro - «dove la criminalità è violenta e aggressiva come forse da nessun altra parte in Italia». Memos ha ospitato Luca Bonzanni, dottorando in studi sulla criminalità organizzata all’Università Statale di Milano, e Paolo Borrometi, giornalista e presidente di Articolo 21. A Memos anche il messaggio di Davide Mattiello, presidente della fondazione “Benvenuti in Italia”, sulla cosiddetta truffa palermitana degli “spaccaossa”, che in realtà – racconta Mattiello – è un caso di sfruttamento mafioso della disperazione umana.
Milano, Foggia. L’agguato al grossista della cocaina in centro città e la vendetta omicida di un pregiudicato contro un carabiniere. I due fatti non sono collegati. A tenerli insieme è solo il picco di violenza criminale raggiunto: sia quello delle seconde file mafiose legate ai traffici di droga (Milano) che quello di coloro che (a Cagnano Varano, nel foggiano) respirano la subcultura mafiosa. E’ un territorio – racconta il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro - «dove la criminalità è violenta e aggressiva come forse da nessun altra parte in Italia». Memos ha ospitato Luca Bonzanni, dottorando in studi sulla criminalità organizzata all’Università Statale di Milano, e Paolo Borrometi, giornalista e presidente di Articolo 21. A Memos anche il messaggio di Davide Mattiello, presidente della fondazione “Benvenuti in Italia”, sulla cosiddetta truffa palermitana degli “spaccaossa”, che in realtà – racconta Mattiello – è un caso di sfruttamento mafioso della disperazione umana.
Adriano Giannola, presidente SVIMEZ ; Luca Bianchi, direttore SVIMEZ ; Giuseppe Provenzano, vicedirettore SVIMEZ ; Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta, collabora con Agi .
Adriano Giannola, presidente SVIMEZ ; Luca Bianchi, direttore SVIMEZ ; Giuseppe Provenzano, vicedirettore SVIMEZ ; Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta, collabora con Agi ; Avv. Maria Concetta Di Pietro, sindaco di Augusta.
Adriano Giannola, presidente SVIMEZ ; Luca Bianchi, direttore SVIMEZ ; Giuseppe Provenzano, vicedirettore SVIMEZ ; Paolo Borrometi, giornalista sotto scorta, collabora con Agi.
Giornata della memoria per le vittime di mafia. Paolo Borrometi, giornalista dell'AGI - Palermo: la rivolta contro i posteggiatori abusivi. Gaetano Garofalo, "Posteggiamo i Posteggiatori", Tommaso Fregatti, "Il Secolo XIX".
Agromafie: intimidazioni contro la Caritas di Ragusa. Domenico Leggio, direttore Caritas Ragusa, Paolo Borrometi, giornalista. Cento aziende torinesi. "Lasciateci assumere i profughi". Alessandro Ledda, imprenditore.
con: GIUSEPPE SCIFO (Cgil Ragusa), GIOVANNI MININNI (Cgil Nazionale), ELENA GIUDICE (Antiracket Vittoria), AUSILIA COSENTINI (Proxima), DOMENICO LEGGIO (Caritas), SANDRO GAMBUZZA (Confagricoltura), GIOVANNI MOSCATO (sindaco Vittoria), PAOLO BORROMETI (giornalista)
La FNSI a sostegno del giornalista Paolo borrometi - Niente titolo emerito per il professore antipatico. Prof. Giuliano Panza.
L'Eritrea di cui nessuno parla. Domenico Quirico, "La Stampa", Paolo Borrometi, giornalista, Don Mussie Zerai, fondatore dell'agenzia Habeisha.
Il cronista siciliano che vive sotto protezione per le sue inchieste sulla mafia. Paolo Borrometi, giornalista.