Macroregion of Italy
POPULARITY
Marco Esposito"Vuoto a perdere"Il collasso demograficoCome invertire la rottaPrefazione di Giancarlo BlangiardoRubbettino Editorehttps://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/vuoto-a-perdere/Svuotare il Sud è stata la risposta italiana alla crisi delle culle. Crisi di cui si discute come di un evento recente, ma che era già grave nel 1980, quando per la prima volta ci furono “mai così pochi nati dall'Unità d'Italia”. A Milano, Torino, Bologna, Roma ci si è illusi per decenni che l'invecchiamento della popolazione riguardasse zone montuose o periferiche, che le proprie aziende e università sarebbero rimaste affollate grazie agli arrivi di lavoratori e di studenti da un Mezzogiorno eternamente arretrato e quindi prolifico, una sorta di Africa in casa senza problemi di integrazione. L'esito è stato disastroso: la ripresa delle migrazioni interne ha accresciuto il senso di precarietà delle giovani generazioni e schiacciato la fecondità meridionale, fino a farla diventare nel 2006 la più bassa d'Italia. Ora che l'illusione del Sud serbatoio inesauribile è in frantumi e la denatalità è (finalmente) priorità nazionale è indispensabile cambiare rotta. In questo documentato libro-inchiesta si analizzano i perché del ritardo nella comprensione del collasso demografico, si denunciano gli errori commessi e gli squilibri mai affrontati, da quelli di genere, declinati anche al maschile, ai divari tra generazioni e tra territori, con dati ufficiali eppure inediti e sorprendenti. Il saggio, con spirito positivo, illustra proposte su fecondità, lavoro, migrazioni, pensioni e anche sul linguaggio. Con un messaggio chiaro: fare presto.Marco EspositoNapoletano, giornalista, ha lavorato a “Milano Finanza” (1991-93), la “Voce” di Indro Montanelli (1994-95), “Il Messaggero” (1996) e “la Repubblica” (1997-2000). Nel 2000 torna nella sua città, come responsabile Economia del “Mattino”. Dal 2011 al 2013 è assessore alle Attività produttive nel Comune di Napoli. È autore per Rubbettino del best-seller Zero al Sud (2018) che ha alzato il velo sull'attuazione del federalismo fiscale e ha spinto il Governo a cancellare i fabbisogni zero sugli asili nido.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Secondo una simulazione del Documento di finanza pubblica, i dazi previsti sulle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti (attualmente al 10%) potrebbero ridurre la crescita del PIL italiano dello 0,3% nel 2025 e fino all’1,7% entro il 2027. Questo scenario impatta soprattutto le PMI italiane, chiamate a reagire. In risposta, Confindustria e Intesa Sanpaolo hanno attivato un piano da 200 miliardi di euro fino al 2028, di cui 40 destinati al Sud. Stefano Barrese ha sottolineato come il Mezzogiorno stia diventando un polo manifatturiero competitivo a livello europeo. Ne parliamo con Stefano Barrese, responsabile Divisione Banca dei Territori Intesa SanpaoloConfcommercio: consumi fermi (al di sotto del livello di vent'anni fa) e impatto dei dazi frenano la crescitaL'incertezza generata dalla politica commerciale USA ha portato Confcommercio a rivedere al ribasso le previsioni di crescita del PIL italiano per il 2025 e 2026 (+0,8% e +0,9%). Nonostante ciò, le stime restano più ottimistiche di quelle del governo grazie a inflazione sotto controllo, occupazione elevata e aumenti salariali. Sangalli sottolinea l'importanza del turismo e del terziario. Tuttavia, i consumi restano stagnanti e il potere d’acquisto italiano è nettamente inferiore rispetto a Germania e Francia, soprattutto per via della bassa produttività del lavoro. Interviene Mariano Bella, direttore Ufficio studi ConfcommercioMade in Italy day 2025 fra incertezze e difficoltàIl 15 aprile si celebra la Giornata nazionale del Made in Italy, istituita nel 2024 e legata alla nascita di Leonardo da Vinci. In questa occasione, a Villa Madama sono stati assegnati i Premi Leonardo 2025, che riconoscono il valore delle imprese italiane. Tuttavia, il Made in Italy è messo alla prova da dazi USA e problemi strutturali interni. L’azienda SMA Road Safety è un esempio di eccellenza che denuncia concorrenza sleale, costi elevati e carenza di tutela. Serve, secondo il CEO, una strategia nazionale a sostegno dell’identità industriale italiana. Il commento è di Sergio Dompe' presidente del Comitato Leonardo, interviene poi Roberto Impero, AD di SMA Road Safety
I termini di presentazione della comunicazione per il bonus investimenti ZES unica 2025, la svalutazione dei titoli non immobilizzati, la prosecuzione dell'attività lavorativa dopo la scadenza del termine del contratto. A cura di Anita Mauro
ROMA (ITALPRESS) - In Italia l'introduzione dei dazi voluta dall'amministrazione Trump potrebbe penalizzare, in particolare, le esportazioni del Mezzogiorno. A differenza del resto del Paese, infatti, la quasi totalità delle regioni del Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti nei mercati esteri. Pertanto, se dopo l'acciaio, l'alluminio e i loro derivati, gli USA decidessero di innalzare le barriere commerciali anche ad altri beni, gli effetti negativi per il sistema produttivo potrebbero abbattersi maggiormente nei territori dove la dimensione economica dell'export è fortemente condizionata da pochi settori merceologici. E' quanto emerge da un'analisi realizzata dall'Ufficio studi della CGIA. Laddove l'indice di diversificazione è meno elevato, tanto più l'export regionale è differenziato, risultando così meno sensibile a eventuali sconvolgimenti nel commercio internazionale. La regione che rischia maggiormente l'effetto negativo dei dazi è la Sardegna, dove domina l'export dei prodotti derivanti della raffinazione del petrolio. Seguono il Molise e la Sicilia. Le aree geografiche teoricamente meno in pericolo sono tutte del Nord. La Lombardia è ipoteticamente la meno a "rischio". Seguono Veneto, Puglia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Piemonte./gtr
ROMA (ITALPRESS) - Tra il 2012 e il 2024, in Italia, sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante; in crescita le attività di alloggio e ristorazione. Nello stesso periodo, nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi, si registra un forte aumento di imprese straniere, mentre quelle a titolarità italiana segnano solo un +3,1%. E ancora, nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. Sono alcuni dei risultati dell'analisi “Demografia d'impresa nelle città italiane”, realizzata dall'Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne. La desertificazione commerciale continua dunque a rappresentare un elemento di depauperamento economico e sociale dei centri urbani; un fenomeno che va contrastato con progetti di riqualificazione urbana per mantenere servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività. In questa direzione va il progetto Cities di Confcommercio che ha elaborato le prime proposte per la rigenerazione delle città: dai patti locali per la riapertura dei negozi sfitti alla gestione partecipata e collettiva delle città; dall'uso di tecnologie digitali a Piani di Mobilità e logistica sostenibili. fsc/gtr
ROMA (ITALPRESS) - "Il Mezzogiorno ha comunque le sue problematicità perché il reddito disponibile pro-capite delle persone è circa il 25% in meno della media italiana. La situazione delle famiglie è anche leggermente migliorata perché, ad esempio, la componente dei redditi da lavoro dipendente nel periodo 2021-2023 segna in 20 delle 38 province del Mezzogiorno un incremento rispetto alla media italiana. Ma se si considerano i valori al netto dell'inflazione, la situazione è un po' diversa", Lo ha detto in un'intervista all'Italpress il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, Gaetano Fausto Esposito.ads/mrv
Con la pubblicazione della circolare INPS n. 32 del 2025 diventa operativa la decontribuzione Sud PMI, l'agevolazione prevista per le micro, piccole e medie imprese che occupano lavoratori a tempo indeterminato nelle Regioni del Mezzogiorno. L'approfondimento di Roberto Camera
durée : 00:58:35 - Le Cours de l'histoire - par : Xavier Mauduit, Maïwenn Guiziou, Jeanne Coppey - En 1861, des brigands du Mezzogiorno se révoltent dans l'Italie tout juste unifiée. Opposés au nouveau régime libéral italien, ils forment des bandes armées organisées autour de chefs charismatiques. Parmi eux, Carmine Crocco, surnommé le "Napoléon des brigands". - réalisation : Thomas Beau - invités : Gilles Pécout Président de la Bibliothèque nationale de France, historien, professeur à l'École normale supérieure de la rue d'Ulm; Simon Sarlin historien, maître de conférences à l'Université Paris Nanterre et chercheur à l'Institut des Sciences sociales du Politique
ROMA (ITALPRESS) - Buone notizie dal mercato del lavoro in Italia. Nel 2024 aumenta il numero di occupati dell'1,5%, 352 mila unità in più su base annua, e al contempo diminuiscono i disoccupati, -14,6%. Sale leggermente la quota degli inattivi tra i 15 e i 64 anni. Secondo quanto rilevato dall'Istat, è stabile il numero di occupati rispetto al terzo trimestre dello scorso anno, si attesta a 24 milioni 37 mila; la crescita dei dipendenti a tempo indeterminato ha compensato la diminuzione di quelli a termine e degli indipendenti. Il tasso di occupazione, stabile al 62,4%, aumenta per gli uomini, nel Mezzogiorno e tra gli over50, mentre si riduce per le donne, nel Centro e tra i 15-34enni. In lieve calo il tasso di disoccupazione, sale quello di inattività./gtr
Otto anni fa, la mia giornata iniziava a mezzogiorno. Di giorno ero sommerso da cose da fare, incastrato tra impegni e obblighi. La notte era l'unico momento in cui potevo lasciarmi andare, sentirmi libero. Ma quella libertà aveva un prezzo: stanchezza, poca energia e una produttività frammentata.Oggi la mia sveglia suona alle 5:33, e il cambiamento è stato rivoluzionario. Ora, mentre il mondo ancora dorme, io ho già lavorato sui miei obiettivi, allenato la mia mente e il mio corpo, e iniziato la giornata con intenzione. In questo episodio ti racconto come ho trasformato il mio rapporto con le mattine, come questa routine ha moltiplicato la mia produttività e come ha cambiato la mia vita.Se senti di non avere mai abbastanza tempo per te, forse la chiave è cambiare il tuo risveglio.Scopri come iniziare!
ROMA (ITALPRESS) - I cambiamenti climatici si confermano anche nel 2024, il problema, in tema ambientale che preoccupa di più i cittadini con più di 14 anni, confermando un primato ormai decennale. Secondo quanto emerge dall'ultimo aggiornamento dell'Indagine multiscopo "Aspetti della vita quotidiana", attraverso la quale l'Istat rileva la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali, il 58,1% degli italiani, quasi sei persone su dieci, è preoccupato per i cambiamenti climatici. Un dato vicino a quello di chi teme i problemi legati all'inquinamento dell'aria, ossia il 51,9% della popolazione, che aumenta di 2 punti percentuali. Nel 2024 aumenta anche la quota di quanti sono preoccupati per il dissesto idrogeologico. Si tratta del 28,5% della popolazione contro il 26,5% del 2023. Meno preoccupanti lo smaltimento e la produzione di rifiuti (38,1%), l'inquinamento delle acque (37,9%) e l'effetto serra e il buco nell'ozono (32,6%). Solo una persona su 10 include l'inquinamento acustico, quello elettromagnetico e il deterioramento del paesaggio tra le prime cinque preoccupazioni per l'ambiente. I cittadini italiani però, si dimostrano attenti alla conservazione delle risorse naturali. Nel 2024 la quota di quanti fanno abitualmente attenzione a non sprecare energia è del 71,4%, in lieve calo rispetto al 2023. Si riduce leggermente anche la quota di coloro che sono attenti a non sprecare acqua: il 68,8% contro il 69,8% dell'anno precedente. L'indagine rileva poi che nel Mezzogiorno si è più propensi ad acquistare prodotti a chilometro zero (29,9%), mentre al Nord si evita soprattutto la guida rumorosa per mitigare l'inquinamento acustico (51,3%) e si usano di più i mezzi di trasporto alternativi (20,2%). “Le preoccupazioni ambientali sono significativamente diverse considerando l'età delle persone – rileva il report - i giovani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone adulte per la perdita della biodiversità (il 30,5% tra i 14 e i 24 anni contro il 18,7% degli over55enni), l'esaurimento delle risorse naturali (28,3% contro 18,4%), la distruzione delle foreste (24,8% contro 19,1%) e l'inquinamento delle acque (40,3% contro 36,0%). Al contrario, gli ultracinquantacinquenni si confermano più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (32,4% contro 22,2% degli under25), l'inquinamento del suolo (22,7% contro 17,7%) e lo smaltimento dei rifiuti (36,8% rispetto a 32,8%)”.mgg/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - "Milano e Palermo sono due grandissime città, che hanno delle peculiarità positive e anche diverse l'una dall'altra. Milano, secondo me, oggi rappresenta un benchmark, non solo nazionale, ma direi mondiale, è un crocevia di interessi, di business, di arte, di scienza, di innovazione, quindi veramente una città, secondo me, straordinaria per tanti motivi e va dato merito anche all'attuale sindaco Sala per quello che è riuscito a fare in questi anni. Palermo potrebbe ambire a diventare una nuova Milano, una Milano del Mezzogiorno, una Milano che unisce oltretutto l'Italia con tutto il Mediterraneo e quindi io sono convinto che da questa giornata soprattutto in funzione della qualità degli interventi che ci saranno: come ho detto parlano tante persone con esperienze differenti, chi è scienziato, chi di cultura, chi di economia, chi di sociologia e quindi mi sembra che ci sia l'opportunità effettivamente di costruire qualcosa. Sarà molto importante quello che si riuscirà a fare da domani in poi, cioè cercare di mettere a terra tutte le idee e tutti i suggerimenti che sono pervenuti nella giornata di oggi". Così Gaetano Miccichè, Chairman Divisione IMI - Corporate & Investment Banking e Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, a margine del "Forum Milano Palermo", a teatro Massimo, nel capoluogo siciliano. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “Noi siamo di fronte ad una mancanza di infrastrutture al Sud altissima". Così Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Il ponte sullo Stretto - aggiunge - è necessario. E' una infrastruttura fondamentale, che collegherà l'Italia al mondo. E' una risorsa non soltanto per il Sud ma anche per tutta l'Italia”. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “Noi siamo di fronte ad una mancanza di infrastrutture al Sud altissima". Così Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Il ponte sullo Stretto - aggiunge - è necessario. E' una infrastruttura fondamentale, che collegherà l'Italia al mondo. E' una risorsa non soltanto per il Sud ma anche per tutta l'Italia”. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “Noi siamo di fronte ad una mancanza di infrastrutture al Sud altissima". Così Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Il ponte sullo Stretto - aggiunge - è necessario. E' una infrastruttura fondamentale, che collegherà l'Italia al mondo. E' una risorsa non soltanto per il Sud ma anche per tutta l'Italia”. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - "Milano e Palermo sono due grandissime città, che hanno delle peculiarità positive e anche diverse l'una dall'altra. Milano, secondo me, oggi rappresenta un benchmark, non solo nazionale, ma direi mondiale, è un crocevia di interessi, di business, di arte, di scienza, di innovazione, quindi veramente una città, secondo me, straordinaria per tanti motivi e va dato merito anche all'attuale sindaco Sala per quello che è riuscito a fare in questi anni. Palermo potrebbe ambire a diventare una nuova Milano, una Milano del Mezzogiorno, una Milano che unisce oltretutto l'Italia con tutto il Mediterraneo e quindi io sono convinto che da questa giornata soprattutto in funzione della qualità degli interventi che ci saranno: come ho detto parlano tante persone con esperienze differenti, chi è scienziato, chi di cultura, chi di economia, chi di sociologia e quindi mi sembra che ci sia l'opportunità effettivamente di costruire qualcosa. Sarà molto importante quello che si riuscirà a fare da domani in poi, cioè cercare di mettere a terra tutte le idee e tutti i suggerimenti che sono pervenuti nella giornata di oggi". Così Gaetano Miccichè, Chairman Divisione IMI - Corporate & Investment Banking e Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, a margine del "Forum Milano Palermo", a teatro Massimo, nel capoluogo siciliano. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - "Milano e Palermo sono due grandissime città, che hanno delle peculiarità positive e anche diverse l'una dall'altra. Milano, secondo me, oggi rappresenta un benchmark, non solo nazionale, ma direi mondiale, è un crocevia di interessi, di business, di arte, di scienza, di innovazione, quindi veramente una città, secondo me, straordinaria per tanti motivi e va dato merito anche all'attuale sindaco Sala per quello che è riuscito a fare in questi anni. Palermo potrebbe ambire a diventare una nuova Milano, una Milano del Mezzogiorno, una Milano che unisce oltretutto l'Italia con tutto il Mediterraneo e quindi io sono convinto che da questa giornata soprattutto in funzione della qualità degli interventi che ci saranno: come ho detto parlano tante persone con esperienze differenti, chi è scienziato, chi di cultura, chi di economia, chi di sociologia e quindi mi sembra che ci sia l'opportunità effettivamente di costruire qualcosa. Sarà molto importante quello che si riuscirà a fare da domani in poi, cioè cercare di mettere a terra tutte le idee e tutti i suggerimenti che sono pervenuti nella giornata di oggi". Così Gaetano Miccichè, Chairman Divisione IMI - Corporate & Investment Banking e Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, a margine del "Forum Milano Palermo", a teatro Massimo, nel capoluogo siciliano. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - "Il ruolo di Intesa San Paolo è importantissimo nell'ambito dello sviluppo, della crescita, dell'economia in generale, dell'occupazione, del sostegno a tutte le attività sostenibili e serie di questo Paese. Il Mezzogiorno ha tantissime suscettibilità, ma deve certamente trovare ancora delle dimensioni per potere competere a livello nazionale e internazionale. Intesa San Paolo ha prodotti, professionalità, reti e capacità di servizi nazionali e internazionali straordinarie e quindi ho detto di considerare la banca come un partner continuativo per poter dialogare e per potere trovare le soluzioni a tutti i problemi". Così Gaetano Miccichè, Chairman Divisione IMI - Corporate & Investment Banking e Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, a margine del "Forum Milano Palermo", a teatro Massimo, nel capoluogo siciliano. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - "Il ruolo di Intesa San Paolo è importantissimo nell'ambito dello sviluppo, della crescita, dell'economia in generale, dell'occupazione, del sostegno a tutte le attività sostenibili e serie di questo Paese. Il Mezzogiorno ha tantissime suscettibilità, ma deve certamente trovare ancora delle dimensioni per potere competere a livello nazionale e internazionale. Intesa San Paolo ha prodotti, professionalità, reti e capacità di servizi nazionali e internazionali straordinarie e quindi ho detto di considerare la banca come un partner continuativo per poter dialogare e per potere trovare le soluzioni a tutti i problemi". Così Gaetano Miccichè, Chairman Divisione IMI - Corporate & Investment Banking e Divisione International Banks di Intesa Sanpaolo, a margine del "Forum Milano Palermo", a teatro Massimo, nel capoluogo siciliano. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “Dal punto di vista delle infrastrutture la Sicilia e la Calabria sono le due regioni dove ad esempio Anas ha investito di più, per la prima volta credo nella storia del paese, e sicuramente anche sul fronte ferroviario. Noi abbiamo importantissimi cantieri in Sicilia che hanno avuto problemi anche di ritardo dei lavori a causa della mancanza d'acqua che c'è stata quest'anno, per le talpe per fare le gallerie ma che sono ripartiti. È evidente che tutto si lega anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto perché questo collegherebbe l'intero territorio nazionale e farebbe diventare sostanzialmente la Sicilia un grande collegamento con tutto il bacino del Mediterraneo per l'intero paese. Per noi è fondamentale perché vuol dire nei periodi di punta impiegarci tre minuti per attraversare lo stretto invece che quasi due ore o a volte anche più di due ore. È evidente che questo vuol dire cambiare completamente la mobilità, vuol dire calmierare i voli aerei, vuol dire gestire le situazioni e rendere completamente diversa anche l'appettibilità della regione sugli insediamenti industriali. Vuol dire avere l'alta velocità che collega con il resto del paese ma anche con il resto d'Europa e vuol dire poter investire anche su tutta la rete ferroviaria siciliana che oggi è isolata per forza di cose dal resto del continente perché anche se mettessimo la rete ad alta velocità poi dovremmo perdere due ore per traghettare il convoglio sul continente. È un unicum significherebbe cambiare la mentalità al paese". Così Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Noi dobbiamo essere un Paese che torna a fare grandi cose, che fa capire al mondo che l'Italia è ancora quell'Italia che sa stupire, che sa fare grandi cose anche in prospettiva del fatto che il futuro dell'Europa sarà sempre più sul Mediterraneo, sempre più sul bacino di questo splendido mare, sul Nord Africa dove gli italiani dovranno essere i protagonisti e non comparse - aggiunge -. Per esserlo dobbiamo dimostrare che a casa nostra siamo in grado di fare grandi cose”. “Bisogna accettare delle sfide - sottolinea Rixi - e fare in modo che il nostro paese possa diventare sempre di più un paese all'avanguardia e possa far tornare a sognare i nostri giovani e soprattutto a sognare che qua possono avere un futuro. Perché se noi non lasciamo il paese più ricco di come l'abbiamo trovato rischiamo di determinare poi la povertà delle prossime generazioni. Quindi le infrastrutture sono fondamentali e collegare la Sicilia alla Calabria vuol dire dare una risposta in tutto il Mezzogiorno d'Italia. E' un'opera complessa, sicuramente avvenieristica, però sono le grandi cose che fanno grandi un paese. Se no, vuol dire che noi ci dobbiamo abituare aessere un paese in lento declino, come purtroppo ogni tanto si sta abituando il continente europeo, che è l'unico continente che non cresce. Io non credo che il futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti può essere in un continente che non cresce. Quindi credo che il nostro paese abbia il dovere di tornare a esercitare una forte influenza sul Mediterraneo e far capire che noi italiani non siamo secondi a nessuno. Io ci credo e bisogna solo ogni tanto riuscire ad avere la costanza nelle cose ed avere un progetto comune”. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “Dal punto di vista delle infrastrutture la Sicilia e la Calabria sono le due regioni dove ad esempio Anas ha investito di più, per la prima volta credo nella storia del paese, e sicuramente anche sul fronte ferroviario. Noi abbiamo importantissimi cantieri in Sicilia che hanno avuto problemi anche di ritardo dei lavori a causa della mancanza d'acqua che c'è stata quest'anno, per le talpe per fare le gallerie ma che sono ripartiti. È evidente che tutto si lega anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto perché questo collegherebbe l'intero territorio nazionale e farebbe diventare sostanzialmente la Sicilia un grande collegamento con tutto il bacino del Mediterraneo per l'intero paese. Per noi è fondamentale perché vuol dire nei periodi di punta impiegarci tre minuti per attraversare lo stretto invece che quasi due ore o a volte anche più di due ore. È evidente che questo vuol dire cambiare completamente la mobilità, vuol dire calmierare i voli aerei, vuol dire gestire le situazioni e rendere completamente diversa anche l'appettibilità della regione sugli insediamenti industriali. Vuol dire avere l'alta velocità che collega con il resto del paese ma anche con il resto d'Europa e vuol dire poter investire anche su tutta la rete ferroviaria siciliana che oggi è isolata per forza di cose dal resto del continente perché anche se mettessimo la rete ad alta velocità poi dovremmo perdere due ore per traghettare il convoglio sul continente. È un unicum significherebbe cambiare la mentalità al paese". Così Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Noi dobbiamo essere un Paese che torna a fare grandi cose, che fa capire al mondo che l'Italia è ancora quell'Italia che sa stupire, che sa fare grandi cose anche in prospettiva del fatto che il futuro dell'Europa sarà sempre più sul Mediterraneo, sempre più sul bacino di questo splendido mare, sul Nord Africa dove gli italiani dovranno essere i protagonisti e non comparse - aggiunge -. Per esserlo dobbiamo dimostrare che a casa nostra siamo in grado di fare grandi cose”. “Bisogna accettare delle sfide - sottolinea Rixi - e fare in modo che il nostro paese possa diventare sempre di più un paese all'avanguardia e possa far tornare a sognare i nostri giovani e soprattutto a sognare che qua possono avere un futuro. Perché se noi non lasciamo il paese più ricco di come l'abbiamo trovato rischiamo di determinare poi la povertà delle prossime generazioni. Quindi le infrastrutture sono fondamentali e collegare la Sicilia alla Calabria vuol dire dare una risposta in tutto il Mezzogiorno d'Italia. E' un'opera complessa, sicuramente avvenieristica, però sono le grandi cose che fanno grandi un paese. Se no, vuol dire che noi ci dobbiamo abituare aessere un paese in lento declino, come purtroppo ogni tanto si sta abituando il continente europeo, che è l'unico continente che non cresce. Io non credo che il futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti può essere in un continente che non cresce. Quindi credo che il nostro paese abbia il dovere di tornare a esercitare una forte influenza sul Mediterraneo e far capire che noi italiani non siamo secondi a nessuno. Io ci credo e bisogna solo ogni tanto riuscire ad avere la costanza nelle cose ed avere un progetto comune”. xd6/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “Dal punto di vista delle infrastrutture la Sicilia e la Calabria sono le due regioni dove ad esempio Anas ha investito di più, per la prima volta credo nella storia del paese, e sicuramente anche sul fronte ferroviario. Noi abbiamo importantissimi cantieri in Sicilia che hanno avuto problemi anche di ritardo dei lavori a causa della mancanza d'acqua che c'è stata quest'anno, per le talpe per fare le gallerie ma che sono ripartiti. È evidente che tutto si lega anche alla realizzazione del ponte sullo Stretto perché questo collegherebbe l'intero territorio nazionale e farebbe diventare sostanzialmente la Sicilia un grande collegamento con tutto il bacino del Mediterraneo per l'intero paese. Per noi è fondamentale perché vuol dire nei periodi di punta impiegarci tre minuti per attraversare lo stretto invece che quasi due ore o a volte anche più di due ore. È evidente che questo vuol dire cambiare completamente la mobilità, vuol dire calmierare i voli aerei, vuol dire gestire le situazioni e rendere completamente diversa anche l'appettibilità della regione sugli insediamenti industriali. Vuol dire avere l'alta velocità che collega con il resto del paese ma anche con il resto d'Europa e vuol dire poter investire anche su tutta la rete ferroviaria siciliana che oggi è isolata per forza di cose dal resto del continente perché anche se mettessimo la rete ad alta velocità poi dovremmo perdere due ore per traghettare il convoglio sul continente. È un unicum significherebbe cambiare la mentalità al paese". Così Edoardo Rixi, Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, a margine del "Forum Milano-Palermo Genio Mediterraneo", al Teatro Massimo di Palermo. "Noi dobbiamo essere un Paese che torna a fare grandi cose, che fa capire al mondo che l'Italia è ancora quell'Italia che sa stupire, che sa fare grandi cose anche in prospettiva del fatto che il futuro dell'Europa sarà sempre più sul Mediterraneo, sempre più sul bacino di questo splendido mare, sul Nord Africa dove gli italiani dovranno essere i protagonisti e non comparse - aggiunge -. Per esserlo dobbiamo dimostrare che a casa nostra siamo in grado di fare grandi cose”. “Bisogna accettare delle sfide - sottolinea Rixi - e fare in modo che il nostro paese possa diventare sempre di più un paese all'avanguardia e possa far tornare a sognare i nostri giovani e soprattutto a sognare che qua possono avere un futuro. Perché se noi non lasciamo il paese più ricco di come l'abbiamo trovato rischiamo di determinare poi la povertà delle prossime generazioni. Quindi le infrastrutture sono fondamentali e collegare la Sicilia alla Calabria vuol dire dare una risposta in tutto il Mezzogiorno d'Italia. E' un'opera complessa, sicuramente avvenieristica, però sono le grandi cose che fanno grandi un paese. Se no, vuol dire che noi ci dobbiamo abituare aessere un paese in lento declino, come purtroppo ogni tanto si sta abituando il continente europeo, che è l'unico continente che non cresce. Io non credo che il futuro dei nostri figli o dei nostri nipoti può essere in un continente che non cresce. Quindi credo che il nostro paese abbia il dovere di tornare a esercitare una forte influenza sul Mediterraneo e far capire che noi italiani non siamo secondi a nessuno. Io ci credo e bisogna solo ogni tanto riuscire ad avere la costanza nelle cose ed avere un progetto comune”. xd6/vbo/gtr
NAPOLI (ITALPRESS) - Disponibile anche quest'anno il contributo a favore delle imprese che effettuano investimenti nella Zona economica speciale unica del Sud. Prevista una copertura finanziaria di 2,2 miliardi di euro. I dettagli nell'intervento dell'economista Gianni Lepre.sat/gsl
Puntata dedicate al Mezzogiorno d'Italia. Con Paolo Baratta, economista ed ex ministro, autore del libro, Dal Mezzogiorno, Riflessioni e convinzioni dall'interno della Svimez, Il Mulino, la storia dell'industrializzazione del Sud, tra successi e fallimenti. Nella seconda parte le recensioni dei libri:- Roberto Andò, Il coccodrillo di Palermo, La nave di Teseo- Matilde Serao, Quale misteriosa speranza. Le Marie. Santa Teresa, Edizioni Spartaco- Sergio Bucchi, La filosofia di un non filosofo, Bollati Boringhieri- Francesco Torchiani, Gaetano Salvemini, L’impegno intellettuale e la lotta politica, Carocci.Per i giovani lettori, il confettino di questa settimana è dedicato a: Grazia Deledda, Giaffà, Racconti per ragazzi, Edizioni Spartaco.
PALERMO (ITALPRESS) - Sono nove le filiere “da implementare per tutte le aree del Mezzogiorno, attraverso un'analisi del tessuto delle singole regioni per individuare dove migliorare. Ad esempio l'agroalimentare può beneficiare di un meccanismo di semplificazione della variante al piano urbanistico, che è insita nel provvedimento di autorizzazione della Zes unica: tante volte le aziende agroalimentari sono ubicate in zone a ridosso tra quelle agricole e quelle produttive, in mancanza di uno strumento di semplificazione della variante sarebbe impossibile per loro implementare le proprie attività”. Così il coordinatore della struttura di missione della Zes Giosy Romano, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo, sul tema della Zes unica. Presente, tra gli altri, la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi. xd8/vbo
PALERMO (ITALPRESS) - Sono nove le filiere “da implementare per tutte le aree del Mezzogiorno, attraverso un'analisi del tessuto delle singole regioni per individuare dove migliorare. Ad esempio l'agroalimentare può beneficiare di un meccanismo di semplificazione della variante al piano urbanistico, che è insita nel provvedimento di autorizzazione della Zes unica: tante volte le aziende agroalimentari sono ubicate in zone a ridosso tra quelle agricole e quelle produttive, in mancanza di uno strumento di semplificazione della variante sarebbe impossibile per loro implementare le proprie attività”. Così il coordinatore della struttura di missione della Zes Giosy Romano, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo, sul tema della Zes unica. Presente, tra gli altri, la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi. xd8/vbo
PALERMO (ITALPRESS) - Sono nove le filiere “da implementare per tutte le aree del Mezzogiorno, attraverso un'analisi del tessuto delle singole regioni per individuare dove migliorare. Ad esempio l'agroalimentare può beneficiare di un meccanismo di semplificazione della variante al piano urbanistico, che è insita nel provvedimento di autorizzazione della Zes unica: tante volte le aziende agroalimentari sono ubicate in zone a ridosso tra quelle agricole e quelle produttive, in mancanza di uno strumento di semplificazione della variante sarebbe impossibile per loro implementare le proprie attività”. Così il coordinatore della struttura di missione della Zes Giosy Romano, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo, sul tema della Zes unica. Presente, tra gli altri, la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi. xd8/vbo
“La Zes unica ha portato nel 2024 una prima sperimentazione molto importante e positiva. L'iniziativa di oggi è estesa a tutti coloro che possano interessarsi a queste misure e nasce dalla volontà di condivisione di risultati e prospettive per dimostrare che, nonostante le titubanze iniziali, questa misura fortemente voluta dal governo Meloni ha portato i risultati sperati: uno sviluppo produttivo al sud e in Sicilia è ancora possibile e questa misura va proprio nella direzione che auspichiamo”. Così la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo. Presente il coordinatore della struttura di missione della Zes, Giosy Romano. xd8/vbo
“La Zes unica ha portato nel 2024 una prima sperimentazione molto importante e positiva. L'iniziativa di oggi è estesa a tutti coloro che possano interessarsi a queste misure e nasce dalla volontà di condivisione di risultati e prospettive per dimostrare che, nonostante le titubanze iniziali, questa misura fortemente voluta dal governo Meloni ha portato i risultati sperati: uno sviluppo produttivo al sud e in Sicilia è ancora possibile e questa misura va proprio nella direzione che auspichiamo”. Così la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo. Presente il coordinatore della struttura di missione della Zes, Giosy Romano. xd8/vbo
“La Zes unica ha portato nel 2024 una prima sperimentazione molto importante e positiva. L'iniziativa di oggi è estesa a tutti coloro che possano interessarsi a queste misure e nasce dalla volontà di condivisione di risultati e prospettive per dimostrare che, nonostante le titubanze iniziali, questa misura fortemente voluta dal governo Meloni ha portato i risultati sperati: uno sviluppo produttivo al sud e in Sicilia è ancora possibile e questa misura va proprio nella direzione che auspichiamo”. Così la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo. Presente il coordinatore della struttura di missione della Zes, Giosy Romano. xd8/vbo
PALERMO (ITALPRESS) - “La Zes unica ha portato nel 2024 una prima sperimentazione molto importante e positiva. L'iniziativa di oggi è estesa a tutti coloro che possano interessarsi a queste misure e nasce dalla volontà di condivisione di risultati e prospettive per dimostrare che, nonostante le titubanze iniziali, questa misura fortemente voluta dal governo Meloni ha portato i risultati sperati: uno sviluppo produttivo al sud e in Sicilia è ancora possibile e questa misura va proprio nella direzione che auspichiamo”. Così la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo. Presente il coordinatore della struttura di missione della Zes, Giosy Romano.
PALERMO (ITALPRESS) - “La Zes unica ha portato nel 2024 una prima sperimentazione molto importante e positiva. L'iniziativa di oggi è estesa a tutti coloro che possano interessarsi a queste misure e nasce dalla volontà di condivisione di risultati e prospettive per dimostrare che, nonostante le titubanze iniziali, questa misura fortemente voluta dal governo Meloni ha portato i risultati sperati: uno sviluppo produttivo al sud e in Sicilia è ancora possibile e questa misura va proprio nella direzione che auspichiamo”. Così la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo. Presente il coordinatore della struttura di missione della Zes, Giosy Romano.
PALERMO (ITALPRESS) - “La Zes unica ha portato nel 2024 una prima sperimentazione molto importante e positiva. L'iniziativa di oggi è estesa a tutti coloro che possano interessarsi a queste misure e nasce dalla volontà di condivisione di risultati e prospettive per dimostrare che, nonostante le titubanze iniziali, questa misura fortemente voluta dal governo Meloni ha portato i risultati sperati: uno sviluppo produttivo al sud e in Sicilia è ancora possibile e questa misura va proprio nella direzione che auspichiamo”. Così la responsabile per le politiche del Mezzogiorno di Fratelli d'Italia, Carolina Varchi, a margine di un convegno organizzato da Fdi a Villa Airoldi, a Palermo. Presente il coordinatore della struttura di missione della Zes, Giosy Romano.
ROMA (ITALPRESS) – “La struttura manifatturiera italiana sta crescendo ma è anche vero che abbiamo un tasso di crescita della produttività rispetto agli altri Paesi più basso. Le imprese dovrebbero investire nella doppia sfida della transizione green e digitale, quelle che lo fanno hanno una maggiore produttività soprattutto se poi investono nel capitale umano". Lo ha detto Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, intervistato da Claudio Brachino per il magazine televisivo Italpress Economy.sat/mrv
ROMA (ITALPRESS) - Il numero dei giovani presenti in Italia è crollato. Negli ultimi dieci anni, la popolazione italiana nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi 750 mila unità, pari al -6%. A dirlo è l'Ufficio studi della CGIA. Nel 2014 c'erano quasi 13 milioni di giovani; nel 2024 circa un milione in meno. Questa contrazione ha colpito il Centro e, in particolare, il Mezzogiorno, con una riduzione del 15 per cento. Al Nord, invece, il saldo di quasi tutte le regioni è preceduto dal segno più. Le previsioni, tuttavia, non sono affatto rassicuranti: la denatalità continuerà a fare sentire i suoi effetti negativi in tutto il Paese. La crisi demografica interessa una buona parte dei paesi dell'Unione Europea; eppure, in Italia assume proporzioni molto più preoccupanti rispetto ai principali concorrenti commerciali. Quando si analizza la platea giovanile l'Italia presenta altri indicatori negativi: il tasso di occupazione, il livello di istruzione sono tra i più bassi d'Europa e l'abbandono scolastico rimane una problematica significativa soprattutto nelle regioni meridionali. Nei prossimi decenni queste criticità potrebbero avere ripercussioni gravi sul mondo imprenditoriale. Già da qualche anno si avvertono le prime avvisaglie soprattutto nel Centro-Nord: le aziende incontrano sempre maggiori difficoltà nel reperire personale qualificato; questo sia per la mancanza di candidati che per l'insufficienza delle competenze delle persone che si presentano ai colloqui.gsl
ROMA (ITALPRESS) - Il numero dei giovani presenti in Italia è crollato. Negli ultimi dieci anni, la popolazione italiana nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni è diminuita di quasi 750 mila unità, pari al -6%. A dirlo è l'Ufficio studi della CGIA. Nel 2014 c'erano quasi 13 milioni di giovani; nel 2024 circa un milione in meno. Questa contrazione ha colpito il Centro e, in particolare, il Mezzogiorno, con una riduzione del 15 per cento. Al Nord, invece, il saldo di quasi tutte le regioni è preceduto dal segno più. Le previsioni, tuttavia, non sono affatto rassicuranti: la denatalità continuerà a fare sentire i suoi effetti negativi in tutto il Paese. La crisi demografica interessa una buona parte dei paesi dell'Unione Europea; eppure, in Italia assume proporzioni molto più preoccupanti rispetto ai principali concorrenti commerciali. Quando si analizza la platea giovanile l'Italia presenta altri indicatori negativi: il tasso di occupazione, il livello di istruzione sono tra i più bassi d'Europa e l'abbandono scolastico rimane una problematica significativa soprattutto nelle regioni meridionali. Nei prossimi decenni queste criticità potrebbero avere ripercussioni gravi sul mondo imprenditoriale. Già da qualche anno si avvertono le prime avvisaglie soprattutto nel Centro-Nord: le aziende incontrano sempre maggiori difficoltà nel reperire personale qualificato; questo sia per la mancanza di candidati che per l'insufficienza delle competenze delle persone che si presentano ai colloqui.gsl
TIRANA (ALBANIA) (ITALPRESS) - A Tirana c'è una TV all news particolare che si chiama Report TV. Ed è una realtà particolare perché è stata fondata da un giornalista italiano. Parliamo di Carlo Bollino, che è stato direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, corrispondente Ansa da Tirana e vive in Albania dal 1993.abr/mrv
TIRANA (ALBANIA) (ITALPRESS) - A Tirana c'è una TV all news particolare che si chiama Report TV. Ed è una realtà particolare perché è stata fondata da un giornalista italiano. Parliamo di Carlo Bollino, che è stato direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, corrispondente Ansa da Tirana e vive in Albania dal 1993.abr/mrv
ROMA (ITALPRESS) - Nel 2023 la ricchezza netta delle famiglie italiane è stata pari a 11.286 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto all'anno precedente ma inferiore di oltre 7 punti percentuali a confronto con il 2021 a causa dell'inflazione. E' quanto emerge dalle stime elaborate da Banca d'Italia e Istat sulla ricchezza dei settori istituzionali nel nostro Paese. Le attività non finanziarie sono aumentate, trainate dalla componente delle abitazioni, generata principalmente dall'andamento positivo dei prezzi. Il valore degli immobili non residenziali è rimasto stabile. In salita anche le attività finanziarie, specie per il forte aumento delle detenzioni di titoli di debito, azioni e altri conti attivi. Nel confronto internazionale, il rapporto tra la ricchezza netta e il reddito lordo disponibile delle famiglie è rimasto stabile in Italia, Canada e Germania, mentre è fortemente diminuito per il secondo anno consecutivo in Francia e Regno Unito. Sempre nel 2023, evidenzia l'Istat, il reddito disponibile delle famiglie per abitante del Mezzogiorno, 17,1 mila euro annui, si conferma il più basso del Paese: la distanza da quello del Centro-nord supera il 30%.gsl
PALERMO (ITALPRESS) - “L'accordo con la Libia è particolarmente significativo, perché riguarda proprio la connettività e l'utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare per quanto concerne la cooperazione nel campo dell'intelligenza artificiale”. Lo sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a margine del convegno Digital Connectivity and Mediterranean al Palermo Marina Yachting. “Al G7 avevamo dato vita a un hub per lo sviluppo sostenibile dell'intelligenza artificiale nei confronti dei paesi africani - prosegue Urso, - Avrà sede a Roma e sarà la piattaforma tra le grandi multinazionali occidentali e le start-up africane, per coinvolgerle nello sviluppo attraverso l'utilizzo delle tecnologie applicate. In questo meeting abbiamo posto Palermo e la Sicilia al centro della connettività tra Europa, Mezzogiorno, Africa, Medio Oriente e sud est asiatico: il traffico dei dati passa da qui ed è fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza del nostro continente. La Sicilia può essere l'hub della connettività e per questo abbiamo investito anche sulla microelettronica a Catania, nell'Etna Valley”. xd8/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “L'accordo con la Libia è particolarmente significativo, perché riguarda proprio la connettività e l'utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare per quanto concerne la cooperazione nel campo dell'intelligenza artificiale”. Lo sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a margine del convegno Digital Connectivity and Mediterranean al Palermo Marina Yachting. “Al G7 avevamo dato vita a un hub per lo sviluppo sostenibile dell'intelligenza artificiale nei confronti dei paesi africani - prosegue Urso, - Avrà sede a Roma e sarà la piattaforma tra le grandi multinazionali occidentali e le start-up africane, per coinvolgerle nello sviluppo attraverso l'utilizzo delle tecnologie applicate. In questo meeting abbiamo posto Palermo e la Sicilia al centro della connettività tra Europa, Mezzogiorno, Africa, Medio Oriente e sud est asiatico: il traffico dei dati passa da qui ed è fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza del nostro continente. La Sicilia può essere l'hub della connettività e per questo abbiamo investito anche sulla microelettronica a Catania, nell'Etna Valley”. xd8/vbo/gtr
PALERMO (ITALPRESS) - “L'accordo con la Libia è particolarmente significativo, perché riguarda proprio la connettività e l'utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare per quanto concerne la cooperazione nel campo dell'intelligenza artificiale”. Lo sottolinea il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a margine del convegno Digital Connectivity and Mediterranean al Palermo Marina Yachting. “Al G7 avevamo dato vita a un hub per lo sviluppo sostenibile dell'intelligenza artificiale nei confronti dei paesi africani - prosegue Urso, - Avrà sede a Roma e sarà la piattaforma tra le grandi multinazionali occidentali e le start-up africane, per coinvolgerle nello sviluppo attraverso l'utilizzo delle tecnologie applicate. In questo meeting abbiamo posto Palermo e la Sicilia al centro della connettività tra Europa, Mezzogiorno, Africa, Medio Oriente e sud est asiatico: il traffico dei dati passa da qui ed è fondamentale per lo sviluppo e la sicurezza del nostro continente. La Sicilia può essere l'hub della connettività e per questo abbiamo investito anche sulla microelettronica a Catania, nell'Etna Valley”. xd8/vbo/gtr
ROMA (ITALPRESS) - Nel primo semestre del 2024 la domanda di credito da parte delle imprese è rimasta pressoché stazionaria: a fronte di una lieve crescita nel Nord e nel Mezzogiorno, si è ridotta nel Centro. È quanto emerge dall'indagine Regional Bank Lending Survey, condotta dalle Filiali regionali della Banca d'Italia su un campione di 240 banche e relativa al primo semestre del 2024. Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese sono rimaste improntate alla cautela in tutte le aree del Paese, in particolare nel Mezzogiorno; ha inciso la maggiore percezione del rischio da parte degli intermediari su particolari settori, imprese o aree. Nel primo semestre del 2024 è tornata ad aumentare la domanda di prestiti per l'acquisto di abitazioni e quella per finalità di consumo. Le richieste di mutui sono cresciute in misura lievemente più marcata nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno. Le politiche di offerta dei mutui alle famiglie sono rimaste sostanzialmente invariate in tutte le aree del Paese, ma l'erogazione dei prestiti si è accompagnata alla richiesta di maggiori garanzie. Anche per il credito al consumo le condizioni di offerta si sono mantenute pressoché stazionarie.gsl
Arrivata nel fine settimana, la notizia che sarà Scott Bessent il prossimo segretario al Tesoro americano stupisce un po' per ragioni di vita personale, perché gay dichiarato, sposato, e padre di due figli ottenuti con la maternità surrogata. Un po' per ragioni politiche, poiché Elon Musk aveva sconsigliato di assumerlo, accusandolo di essere troppo rassicurante per Wall Street e poco incline al cambiamento e ai dazi promessi da Donald definendolo «business as usual». Ne abbiamo parlato con Alessandro Plateroti, Direttore Newsmondo.itPer il Black Friday in Italia attese spese per oltre 2 miliardiSecondo le stime dell'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - School of Management del Politecnico di Milano, nei giorni compresi tra il Black Friday e il Cyber Monday, gli italiani spenderanno online oltre 2 miliardi di euro (+9% rispetto al 2023). In questa occasione, gli operatori particolarmente competitivi realizzeranno anche 10 volte il fatturato di un giorno medio, il doppio rispetto al 2023. Ne abbiamo discusso con Valentina Pontiggia, Direttrice dell Osservatorio eCommerce B2c Netcomm - Politecnico di Milano.Svimez, Sud rallenta, rischio nuovo sorpasso del Nord. Intanto Crollo dei salari reali: 5,7% in cinque anniL'economia del Mezzogiorno continua a crescere ad un ritmo superiore a quello del resto del paese. Lo fa per il secondo anno consecutivo ma mostrando segni di stanchezza che prospettano la possibilità di un nuovo sorpasso. Emerge dall'annuale rapporto del centro Svimez secondo cui il Pil al Sud è stimato in crescita dello 0,9% nel 2024 contro lo 0,7% del resto del Paese. Il Rapporto descrive come "decisivo" il ruolo del Pnrr. Il piano vale 1,8 punti di Pil nel 2024-2026. Si riduce tuttavia lo scarto di crescita favorevole al Sud rispetto al 2023 e, dal prossimo anno, si evidenziano i rischi di un ritorno alla "normalità" di una crescita più stentata rispetto al resto del Paese, a causa del rientro dalle politiche di stimolo agli investimenti e di sostegno ai redditi delle famiglie. Ne abbiamo parlato con Luca Bianchi - Direttore di Svimez.
Sandra Lucente"Quanti? Tanti!"Edizioni Dedalowww.edizionidedalo.itCicap Fest, PadovaQUANTI? TANTI! LE POTENZE DI DIECI E LA POTENZA DELLE DOMANDECon Sandra LucenteSabato 12 ottobre, ore 14:30Dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo, la scienza e la filosofia hanno sempre cercato di misurare e comprendere l'universo in tutta la sua vastità. Che si tratti di distanze cosmiche, delle dimensioni delle particelle elementari o delle gigantesche quantità di dati che plasmano il mondo moderno, le grandi domande sulle misure e sulle quantità ci affascinano da sempre. Questo incontro esplorerà il microcosmo e il macrocosmo attraverso le riflessioni di grandi menti, da Archimede a Emmy Noether. Un viaggio curioso e divertente tra numeri, grandezze e il mondo che ci circonda.Sandra Lucente"Quanti? Tanti!"Edizioni Dedalowww.edizionidedalo.itDell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo si sono occupati scienziati e filosofi sin dai tempi più remoti. Ci sono domande che emergono in tutti noi dinanzi a quantità molto grandi o molto piccole. Nel mondo moderno queste osservazioni diventano ancora più quotidiane: manovre economiche miliardarie, record temporali impercettibili, i Big Data o la dimensione delle particelle elementari. Questo libro torna alle semplici domande dei singoli, stupiti dalla misura del microcosmo e del macrocosmo, e lascia la risposta a grandi scienziati del passato. Così Archimede racconta di distanze siderali ed Emmy Noether spiega il mondo quantistico.Un avventuroso percorso per misurare il numero di pagine di una biblioteca e lo spessore dei microprocessori, sentire il tempo che passa tra i secoli e gli orologi atomici, immaginare partite di scacchi e sequenze di numeri primi, senza tralasciare statistiche demografiche e variazioni di temperatura. Per un pubblico curioso e pronto alla narrazione giocosa.Sandra Lucente è docente di Analisi Matematica e Comunicazione della Scienza presso il Dipartimento Interateneo di Fisica e presidente del Museo della Matematica dell'Università di Bari. Tiene conferenze e laboratori di divulgazione ed è nel comitato editoriale di Maddmaths, Nuova Lettera Matematica e nel comitato scientifico di Sapere. Collabora con La Repubblica, è membro dell'Accademia Pugliese delle Scienze, della commissione di comunicazione della matematica per l'Unione Matematica Italiana e dell'European Mathematical Society. Ha scritto Itinerari Matematici in Puglia (2016) e Itinerari Matematici in Basilicata (2019) per Giazira Scritture, ha collaborato al testo Mezzogiorno di Scienza per edizioni Dedalo. È molto attiva sui social e ha una community in cui è molto seguita.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Fare impresa al Sud spesso diventa una sfida ancor più stimolante. Che, quando si vince, ha un valore aggiunto a favore dei territori. È il caso delle tre aziende protagoniste della puntata di oggi. Tre raccolte al seguito di “Imprese Vincenti”, il giro d’Italia promosso da Intesa Sanpaolo per dare visibilità a testimonianze di successo tra le piccole e medie imprese. Questa settimana il tour ha fatto rotta su Napoli. Da lì le voci di Luca Barra (nella foto a sinistra), a Salerno guida l’azienda “Luca e Paolo Barra” che realizza accessori fashion) di Emilio Lombardo (nella foto a destra) “Cicli Lombardo”, a Buseto Palizzolo, Trapani, producono biciclette e di Ciro Moccia (nella foto al centro) “La Fabbrica della Pasta di Granano”.
Marco Marsullo"Provaci ancora, mister Cascione"Feltrinelli Editorewww.feltrinellieditore.itSfrontato e genuino, sognatore e canaglia, ostinato a vincere ma abituato a perdere, Vanni Cascione, l'allenatore di calcio più esonerato della storia, ha un unico comandamento: non mollare mai.Lo sanno bene la moglie, stufa di stare sempre al secondo posto rispetto al pallone, e la figlia Chiara, forse l'unica in grado di tenergli testa. Dopo un paio di stagioni da disoccupato – il suo telefono non squilla più come negli anni gloriosi dell'Atletico Minaccia – riceve un'offerta irrinunciabile: la Guardia Rovente Calcio, del presidente (anzi, del Grande Capo, come ama farsi chiamare) Guerino Rovente, ha deciso di puntare su di lui. Cascione non ha dubbi: le sue competenze tattiche, unite ai soldi della società, saranno un binomio vincente. Così infila in fretta una valigia nella sua auto e si dirige verso un paesino della costa calabrese, poche anime diffidenti che in estate si triplicano per i villeggianti. Ma, appena arriva a destinazione, scopre un dettaglio che, complice l'entusiasmo e la voglia di tornare in panchina, gli era sfuggito: la Guardia Rovente è una squadra di calcio femminile. Sgomento e spiazzato, Cascione – che non ha mai pensato che le donne siano in grado di giocare a pallone – accetta comunque l'incarico. Inizierà una stagione calcistica bellissima e surreale, con le peripezie tragicomiche che coinvolgono mister Cascione ogni volta che scende in campo.Un romanzo ironico e molto attuale, che smonta uno per uno gli stereotipi legati allo sport femminile, a partire dal calcio, diventato popolarissimo in Italia.Una commedia generazionale, nello stile di Marco Marsullo.“Regola quarantasei del Calcio secondo Cascione: non si smette di giocare a calcio perché si invecchia, si invecchia quando si smette di esultare dopo aver segnato un gol.”Marco Marsullo (Napoli, 1985) insegna Scrittura creativa in una scuola elementare e scrive per il “Corriere del Mezzogiorno”. Ha pubblicato, tra gli altri, Atletico Minaccia Football Club (2013), L'audace colpo dei quattro di Rete Maria che sfuggirono alle Miserabili Monache (2014), I miei genitori non hanno figli (2015), Due come loro (2018) e L'anno in cui imparai a leggere (2019), tutti usciti per Einaudi Stile Libero. I suoi romanzi sono tradotti in Spagna, Olanda e Sudamerica.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
È iniziata questa mattina a Villa d'Este di Cernobbio, e si concluderà domenica 8 settembre, la cinquantesima edizione del Forum Ambrosetti dal titolo: "Lo scenario di oggi e domani per le strategie competitive".1° Think Tank in Italia, 4° nell'Unione Europea e tra i più rispettati indipendenti al mondo su 11.175 a livello globale, il Forum Teha prende il via sul Lago di Como con il saluto di Valerio De Molli, CEO di The European House - Ambrosetti.Ospiti in sala imprenditori, politici e rappresentanti delle istituzioni. Tra i relatori diversi Capi di Stato e di Governo: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (in video collegamento), il Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni; il Presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev; il Primo Ministro dell'Ungheria Viktor Orbán; Sua Maestà la Regina Rania Al Abdullah di Giordania. 12 i Governi rappresentati. Per l'Italia, oltre al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio, 9 Ministri. Nel corso della giornata dedicata all'Italia: Giuseppe Conte, Presidente del Movimento 5 Stelle; Carlo Calenda, Segretario Nazionale di Azione e Elly Schlein, Segretaria del Partito Democratico.Tra gli argomenti al centro del dibattito italiano, senz'altro lo stato dei lavori sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Finora, stando all'Osservatorio del think tank "The European House Ambrosetti", che sarà presentato al Forum di Cernobbio (di cui La Stampa ha anticipato i contenuti), la previsione di spesa per il 2024 è di 43 miliardi di euro, e a metà anno il governo ha impegnato solo il 22% per cento di quanto stimato, ossia 10 miliardi in sei mesi. "Se il cammino dovesse proseguire a questa velocità, dice Begnozzi, «a fine anno si arriverebbe appena a 18,6 miliardi, meno della metà di quanto preventivato». L'Italia ha sì rispettato il calendario: dall'inizio del Recovery, sono stati raggiunti tutti i 269 traguardi previsti, ma per arrivare ai 618 obiettivi complessivi, ne restano ancora 349 da centrare in un anno e mezzo. I ritardi Uno dei punti critici riguarda i Comuni. Al 2024, il Pnrr ha messo in moto oltre 216 mila progetti e, dopo l'ultima revisione del governo - la terza -, ne sono stati eliminati circa 45 mila, lasciandone attivi 55 mila, il 25% del totale. A livello complessivo, circa un terzo è in ritardo, con un rallentamento medio di circa 13 mesi. Anche rispetto ai soli programmi gestiti dai Comuni, il 31% è in affanno. C'è anche un nodo geografico. Il maggior numero di progetti (44%) è concentrato al Nord, il 15% al Centro, mentre gli interventi al Sud e nelle isole rappresentano il 31% del totale. Il restante 10% è di ambito nazionale. «A livello di importo complessivo dei progetti attivati ad aprile 2024, pari a 128,7 miliardi di euro, al Sud è allocato solo il 36%: il requisito di almeno il 40% delle risorse allocabili destinato al Mezzogiorno non è ancora stato rispettato», scrivono gli esperti. Rispetto al totale, prosegue lo studio, il 14% dei progetti non è ancora stato avviato o è nelle prime fasi di avvio. Questa percentuale si abbassa al 2% per i progetti sviluppati dai Comuni, mentre è ancora al 19 per cento per i progetti destinati al Sud. Interviene: Valerio De Molli - Managing Partner e C.E.O. di The European House - Ambrosetti.Energia, Innovazione e indipendenza: a Cernobbio le sfide per il settore del gas naturalePer Snam l'impegno prioritario resta quello rivolto alla sicurezza energetica e all'autonomia della rete italiana nella gestione dei flussi di gas naturale anche in vista dell'arrivo dell'inverno. A tal proposito la società ha recentemente confermato che l'attività di riempimento degli stoccaggi sta procedendo molto bene, con il raggiungimento di un livello di scorte di circa il 92%, superiore alla media europea e con più di 2 mesi di anticipo rispetto al previsto e l'obiettivo di raggiungere a fine ottobre una giacenza prossima a 14 miliardi di metri cubi.Questo nell'ottica di un'indipendenza dal Gas Russo che negli ultimi anni si è progressivamente andata rafforzando. Il direttore commerciale e regolazione di Snam Gaetano Mazzitelli al meeting di Rimini ha ricordato che nel 2021 il gas russo era circa il 40% delle importazioni, nel 2022 è stato dimezzato al 20% e nel 2023 è stato praticamente azzerato attestandosi al 4%". "Un risultato straordinario - ha commentato - reso possibile dalla rapidità di intervento delle nostre istituzioni, dalle flessibilità infrastrutturali degli asset di Snam e da un portafoglio di approvvigionamento molto diversificato che non ha eguali in Europa".Tema molto caro a Snam anche quello della riduzione della Co2. Insieme a Eni la società ha appena annunciato l'avvio della fase sperimentale del loro impianto "Ravenna Ccs", nella città romagnola, frutto di una joint venture fra i due gruppi, che sancisce la prima esperienza in Italia di cattura e stoccaggio dell'anidride carbonica, la Ccs (Carbon Capture and Storage). L'obiettivo è arrivare nel 2030 a pompare nei giacimenti offshore esauriti della Romagna almeno 4 milioni di tonnellate all'anno. Ne parliamo con Stefano Venier, Ad di SNAM.A2A, per decarbonizzare le città servono 10 miliardi l'annoTra gli argomenti al centro del Forum di Cernobbio organizzato da The European House Ambrosetti c'è sicuramente quello dell'energia, a partire dalla presentazione dello studio "Sostenibilità urbana. Decarbonizzazione, elettrificazione e innovazione: opportunità e soluzioni per città future-fit" realizzato da Teha Group con A2A e il contributo scientifico di ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), presentato oggi a Villa d'Este. Nello scenario che emerge dallo studio spicca la proposta di un pacchetto d'investimenti da oltre 271 miliardi di euro entro il 2050 per rendere possibile il processo di decarbonizzazione e il miglioramento dell'efficienza e della qualità della vita nelle città italiane, attivando una serie di leve già oggi disponibili e dimezzando le emissioni delle città. Tra le azioni individuate l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti, elettrificazione dei trasporti, diffusione di pompe di calore elettriche, crescita del teleriscaldamento. L'ipotesi di investimento di 10 miliardi all anno fino al 2050 in questi settori, per complessivi circa 271 miliardi sommando tutti gli interventi, porterebbe a un taglio del 52% delle emissioni delle città, che passerebbero dagli attuali 62 milioni di tonnellate di CO2 a 30. Ne parliamo con Renato Mazzoncini, Amministratore Delegato e Direttore Generale di A2a.Assiom Forex: taglio tassi infonde ottimismo, 40% operatori punta su borse in rialzoLe prospettive di un taglio dei tassi d'interesse a breve infondono maggiore ottimismo sull'andamento dei mercati finanziari in autunno. Ma, allo stesso tempo, i dubbi sulla crescita globale impongono una certa cautela. Per l'89% degli operatori di Assiom Forex le Borse navigheranno su livelli attuali o spingeranno al rialzo, ma senza eccedere. E' la fotografia che emerge dal sondaggio di agosto condotto da Assiom Forex fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor. Approfondiamo con Chiara Di Michele di Radiocor
L'antifragilità è una caratteristica che dovremmo riscoprire, a livello non solo personale, ma anche politico. È la caratteristica per cui un sistema complesso come l'economia a fronte di squilibri inattesi, caotici, tipici di quando «si perde la bussola» riesce ad apportare adattamenti, a individuare le cause delle crisi e a volgere in positivo ciò che sta accadendo. Un sistema antifragile migliora quando è esposto a sfide: è la scommessa del nostro mondo postglobale. In un mondo alla ricerca di nuove rotte, una direzione possibile è tracciata dall'Agenda 2030. L'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell'ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile Sustainable Development Goals, SDGs in un grande programma d'azione per un totale di 169 target o traguardi. L'avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. L'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) tiene sotto controllo l'avanzamento del nostro Paese per raggiungere i target dell'Agenda. Da uno degli ultimi report che hanno stilato emerge come l'Italia avrebbe tutte le ragioni per accelerare sulla sostenibilità ambientale. Inoltre il terzo obiettivo delle Nazioni Unite punta ad assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età. Un aspetto tutt'altro che scontato nel nostro Paese. Infine nel 2023 il Pil del Mezzogiorno è aumentato dell 1,3% contro una media nazionale del +0,9% secondo le stime della Svimez. Non accadeva dal 2015. Altrettanto favorevole al Sud è la dinamica occupazionale. Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del +2,6% su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%.Ne abbiamo parlato con:Mario Deaglio, docente Economia Internazionale Università di TorinoEnrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile), ex ministro (Infrastrutture governo Draghi, Ministro del Lavoro governo Letta) e presidente Istat (2009-13)Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBELuca Bianchi, Direttore di Svimez
Stellantis ha chiuso il semestre con ricavi netti pari a 85 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto allo stesso periodo del 2023, e con un utile netto di 5,6 miliardi di euro, pari a -48% rispetto al I semestre 2023 (secondo la nota del gruppo «principalmente a causa della riduzione dei volumi e del mix di prodotti, dei fattori negativi legati ai cambi e dei costi di ristrutturazione»). L’utile operativo rettificato è di 8,5 miliardi di euro, in diminuzione di 5,7 miliardi di euro («soprattutto per cali in Nord America»). Il margine operativo è del 10%. I flussi di cassa industriali netti sono pressoché neutri (-0,4 miliardi). Le azioni sono scese fino al -10%, poco sotto i 18 euro (ore 16:12), con una caduta di 24 punti nel corso del 2024. «La performance della Società nella prima metà del 2024 è stata inferiore alle nostre aspettative, riflettendo un contesto settoriale difficile ma anche problematiche operative aziendali», ha commentato il ceo Carlos Tavares . «Mentre da un lato si rendevano necessarie azioni correttive, ora in fase di esecuzione, dall’altro abbiamo avviato un’offensiva sui prodotti, che prevede non meno di 20 nuovi modelli da lanciare nel corso dell’anno, e che offrirà maggiori opportunità quanto più eseguita bene. Abbiamo ancora molto lavoro da fare, soprattutto in Nord America, per massimizzare il nostro potenziale a lungo termine». Parlando agli analisti Tavares ha aggiunto: «Dire che i risultati del semestre sono deludenti e modesti è dire poco. Non sono contento. Questi risultati sono la convergenza di venti contrari in un periodo di transizione che apre la strada per un blitz di prodotti in arrivo». Ma la sorpresa è dietro l’angolo. Stellantis ha iniziato a prospettare la possibilità di vendere uno o più dei suoi 14 marchi nel caso in cui non dovessero restare redditizi. Perché sebbene tutti i marchi del gruppo siano importanti, «non c’è assolutamente nessun tabù» se le loro performance dovessero peggiorare, ha detto Tavares. I marchi «sono qui per essere valorizzati», ha detto il ceo in un’intervista con Bloomberg Television. «Se non sono in grado di monetizzare il valore che rappresentano, allora verranno prese delle decisioni». Ne parliamo con Alberto Annicchiarico, Il Sole 24 Ore.L'economia Usa cresce più delle attese, pil +2,8%. Quale America lascia Biden?L'economia americana nel secondo trimestre è cresciuta del 2,8%, oltre le attese degli analisti che scommettevano su un +2,0%. Nel primo trimestre il pil era cresciuto dell'1,4%. In termini economici i quasi quattro anni alla Casa Bianca di Joe Biden sono stati caratterizzati da grandi successi: la drastica riduzione della disoccupazione, i maxi investimenti sull'energia verde ed uno storico allargamento della copertura sanitaria. Nonostante un'inflazione ancora alta (+3% a giugno), il commander-in-chief è riuscito a creare un mercato del lavoro robusto, aumentare la fiducia dei consumatori e delle imprese dopo la crisi del Covid e rafforzare le finanze delle famiglie. Nei primi tre anni del suo mandato, Biden ha creato 14,8 milioni di posti di lavoro, più di qualsiasi presidente nella storia degli Stati Uniti nello stesso periodo. Inoltre, la disoccupazione è rimasta al di sotto del 4% per il periodo più lungo dagli anni '60. Certo molti lavoratori sono rimasti insoddisfatti poiché l'impennata dell'inflazione ha praticamente annullato i guadagni, l'anno scorso, tuttavia, gli aumenti dei redditi hanno iniziato a superare gli aumenti dei prezzi grazie alla cosiddetta 'Bidenomics'. Inoltre, il numero di americani non assicurati ha toccato il minimo storico del 7,2% nel secondo trimestre del 2023, mentre il numero di persone che hanno aderito al piano Obamacare per il 2024 è salito a 21,3 milioni. All'inizio del mandato di Biden, erano quasi la metà, 12 milioni. Quanto alle leggi che, invece, l'inquilino della Casa Bianca è riuscito a far approvare vale la pena ricordare il maxi investimento da 369 miliardi sull'energia verde (con un moltiplicatore che arriva oltre i 2mila miliardi), il cosiddetto Inflation Reduction Act, oltre al maxi piano per le infrastrutture (1200 miliardi). Approfondiamo il tema con Domenico Lombardi, Direttore Ossevatorio POLICY OBSERVATORY della School of Government della Luiss.Ridotto il tax credit sulla Zes, l'ira delle impreseIl credito di imposta per la Zes Unica del Mezzogiorno fa il pieno di domande. Ma di conseguenza la percentuale del contributo, a fronte delle poche risorse disponibili, viene drasticamente ridotta. Una situazione paradossale che fa insorgere le imprese, mentre le opposizioni si scagliano contro il ministro responsabile, Raffaele Fitto, che invece punta il dito contro l'Agenzia delle Entrate: "il provvedimento è sbagliato" accusa e rivendica "il successo della misura". Il ministro ricorda che "il credito d'imposta Sud nasce nel 2016 con uno stanziamento di 617 milioni di euro all'anno, fino al 2020, prorogato per il 2021 con uno stanziamento di 1 miliardo di euro l'anno fino al 2022 e ulteriormente prorogato al 2023 con uno stanziamento di 1,4 miliardi di euro. Per l'anno 2024 il Governo Meloni ha tuttavia deciso di stanziare maggiori risorse, pari a 1,8 miliardi di euro, la cifra più alta in assoluto finora stanziata per incentivare gli investimenti al Sud" . Ad innescare la polemica è il provvedimento firmato il 22 luglio dal direttore dell'Agenzia Ernesto Maria Ruffini, che fissa al 17,66668% la percentuale del credito di imposta effettivamente fruibile dalle imprese interessate dalla nuova misura prevista dal decreto Sud (che sostituisce il precedente bonus Sud ed è destinato alle aziende che acquistano beni strumentali destinati a strutture produttive nelle zone della Zes unica del Mezzogiorno, che comprende Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna e Molise). Un provvedimento "adottato dal direttore dell'Agenzia delle Entrate senza alcun confronto", va all'attacco Fitto, che definisce la percentuale "significativamente inferiore" al valore prefigurato dalla norma (che prevede fino al 60% - e in alcuni casi particolari del 70% - del costo sostenuto) e scrive immediatamente a Ruffini chiedendo di verificare i dati, affinché l'agevolazione "sia in linea con l'ambizione della misura varata dal governo". All'attacco le opposizioni, che alla Camera hanno chiesto una informativa di Fitto. Mentre la maggioranza fa quadrato attorno al ministro e FdI si è dissociata dalla richiesta sottolineando che c'è già l'impegno del governo su questo fronte e potrebbero esserci novità in tempi brevi. Quella delle Entrate, però, non è una decisione arbitraria, ma un semplice automatismo frutto delle disposizioni previste dal decreto Sud del 2023 e da un decreto ministeriale dello stesso Fitto del 17 maggio 2024, in cui si stabilisce che la percentuale del credito d'imposta "è ottenuta rapportando il limite complessivo di spesa all'ammontare complessivo dei crediti d'imposta richiesti". Conteggiando sia quelli prenotati, sia quelli già eseguiti. Proprio per questo motivo la norma prevede un monitoraggio fino al 2025 e un eventuale innalzamento della percentuale, utilizzando le risorse prenotate non sfruttate. Intanto, allo stato attuale, visto che "l'ammontare complessivo dei crediti d'imposta richiesti in base alle comunicazioni validamente presentate dal 12 giugno al 12 luglio 2024 è risultato pari a 9,45 miliardi", a fronte di 1,67 miliardi di "risorse disponibili, che costituiscono il limite di spesa", il calcolo delle Entrate è presto fatto: 1.670.000.000/9.452.741.120", si legge nel provvedimento, quindi poco più del 17% dell'importo del credito richiesto. La matematica, tuttavia, non basta a consolare le imprese, che si troveranno ad incassare somme ben inferiori alle attese. Confindustria sottolinea positivo il fatto che le imprese abbiano riposto in maniera così vigorosa, ma il presidente Emanuele Orsini chiede al governo di mettere in campo il massimo sforzo per le risorse. Le risorse stanziate "si confermano del tutto insufficienti", attacca la Cna. Confapi denuncia la delusione degli imprenditori del Sud che hanno creduto nel progetto: così si "rischia di tagliare le gambe alle imprese che avevano deciso di investire nelle aree della Zes". Vanno intanto in pressing sul governo le opposizioni. La Zes unica è un fallimento e Fitto "scarica la responsabilità" su Ruffini, dicono i Dem, chiedendo il ritorno alla Zes regionali. Fitto "prende in giro il Sud", rincara il M5s, ricordando che il precedente credito valeva fino al 45%. "Una sottrazione di risorse che avrà come effetto una drastica contrazione degli investimenti al Sud", attacca Iv. A rimetterci, evidenzia Azione, "sono le imprese che hanno scelto di investire al Sud". Ne parliamo con Alberto Orioli, vicedirettore Sole 24 Ore.