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Il risveglio di Popolare Network, l'edicola. -La rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: 10 giugno 1967, fine della guerra dei sei giorni. - Il brano di oggi è "Il tour dei bar" degli Arpioni. - Il contingente italiano si ritira dall'Afghanistan, ma l'Italia continua a fare affari con le armi: ne parliamo con Francesco Vignarca della Rete Disarmo
Il risveglio di Popolare Network, l'edicola. -La rubrica accadde oggi a cura di Elena Mordiglia: 10 giugno 1967, fine della guerra dei sei giorni. - Il brano di oggi è "Il tour dei bar" degli Arpioni. - Il contingente italiano si ritira dall'Afghanistan, ma l'Italia continua a fare affari con le armi: ne parliamo con Francesco Vignarca della Rete Disarmo
. Così Francesco Vignarca, Rete Disarmo, boccia ogni ipotesi di cessione delle fregate Fremm al Paese mediorientale. Crisi dimenticate nel mondo: nove su dieci sono in Africa. Lo studio del Norvegian Refugee Council Report 2020.. Covid 19: Dopo il Madagascar, anche la Guinea sperimenta la conoscenza delle erbe officinali nella cura del virus.
A metà maggio Rete Disarmo ha anticipato alcuni dati sulla vendita delle armi da parte dell'Italia. Da questi è emerso che l'Egitto è il primo cliente internazionale, con licenze di vendita che nel solo 2019 ammontavano a 870 milioni di euro. Solo pochi giorni fa alcune testate italiane parlavano di una "commessa del secolo" da parte dell'Egitto per un valore che potrebbe superare i 10 miliardi di euro.C'è però più di un punto critico in questa transazione. Da un lato l'articolo 11 della Costituzione, che pone l'Italia in una condizione di ripudio di ogni guerra. Dall'altro la violazione dei diritti umani perpetrata dall'Egitto, di cui si hanno prove ed esempi anche molto vicini all'Italia stessa.Ne parla Giorgio Beretta, analista di Opal, Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza di Brescia.
A metà maggio Rete Disarmo ha anticipato alcuni dati sulla vendita delle armi da parte dell'Italia. Da questi è emerso che l'Egitto è il primo cliente internazionale, con licenze di vendita che nel solo 2019 ammontavano a 870 milioni di euro. Solo pochi giorni fa alcune testate italiane parlavano di una "commessa del secolo" da parte dell'Egitto per un valore che potrebbe superare i 10 miliardi di euro.C'è però più di un punto critico in questa transazione. Da un lato l'articolo 11 della Costituzione, che pone l'Italia in una condizione di ripudio di ogni guerra. Dall'altro la violazione dei diritti umani perpetrata dall'Egitto, di cui si hanno prove ed esempi anche molto vicini all'Italia stessa.Ne parla Giorgio Beretta, analista di Opal, Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e Politiche di Sicurezza di Brescia.
È stato annunciato il ricorso contro la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma delle indagini sull'uso di armi italiane nel conflitto in Yemen. Rete Disarmo ha segnalato come le indagini abbiano confermato che siano state concesse autorizzazioni e in seguito spostate armi anche nel momento in cui era chiara la situazione di guerra in corso in Yemen.Intanto c'è preoccupazione per quanto sta accadendo in Siria, con l'inizio delle operazioni militari turche. Negli ultimi anni la Turchia è stato uno dei principali destinatari di armi italiane: la richiesta ora è di interrompere la fornitura di armi e munizioni così come prevede la legge.Ne parla Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo.
È stato annunciato il ricorso contro la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma delle indagini sull'uso di armi italiane nel conflitto in Yemen. Rete Disarmo ha segnalato come le indagini abbiano confermato che siano state concesse autorizzazioni e in seguito spostate armi anche nel momento in cui era chiara la situazione di guerra in corso in Yemen.Intanto c'è preoccupazione per quanto sta accadendo in Siria, con l'inizio delle operazioni militari turche. Negli ultimi anni la Turchia è stato uno dei principali destinatari di armi italiane: la richiesta ora è di interrompere la fornitura di armi e munizioni così come prevede la legge.Ne parla Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo.
La guerra turca di Erdogàn contro i curdi del Rojava nel nord della Siria. Voci dai paesi colpiti dai soldati turchi, l'analisi di Alberto Negri, le armi che l'Italia vende alla Turchia con Alberto Vignarca della Rete Disarmo.
La guerra turca di Erdogàn contro i curdi del Rojava nel nord della Siria. Voci dai paesi colpiti dai soldati turchi, l'analisi di Alberto Negri, le armi che l'Italia vende alla Turchia con Alberto Vignarca della Rete Disarmo. (prima parte)
La guerra turca di Erdogàn contro i curdi del Rojava nel nord della Siria. Voci dai paesi colpiti dai soldati turchi, l'analisi di Alberto Negri, le armi che l'Italia vende alla Turchia con Alberto Vignarca della Rete Disarmo. (prima parte)
Rassegna stampa internazionale a cura di Roberto Festa, a seguire Francesco Vignarca della Rete Disarmo che denuncia l'imminente attracco di una nuova nave saudita nel porto di Genova per caricare armi. (seconda parte)
Rassegna stampa internazionale a cura di Roberto Festa, a seguire Francesco Vignarca della Rete Disarmo che denuncia l'imminente attracco di una nuova nave saudita nel porto di Genova per caricare armi. (seconda parte)
Il 6 febbraio Asgi, Cild (Coalizione italiana libertà e diritti) e Rete Disarmo hanno presentato in conferenza stampa i contenuti dell’accordo di cooperazione sottoscritto il 26 settembre 2017 tra l’Italia e la Repubblica del Niger dall'allora Governo Gentiloni e portato avanti dall'attuale esecutivo. Alcuni aspetti restano però ancora poco chiari.L'accordo ha come obiettivo l'apertura di trattative con diversi Stati in materia di controllo delle frontiere, toccando anche aspetti militari ed elementi di carattere economico e politico, nel tentativo di aprire una strada di influenza italiana. Il testo ha però una forma standard, un'ossatura su cui poi impostare il vero trattato: i dettagli dell'accordo sono contenuti in documenti a latere.La richiesta mossa da Asgi, Cild e Rete Disarmo ai parlamentari è di pretendere, nel momento in cui saranno chiamati a esprimere il loro voto sull'accordo, che venga presentato l'intero carteggio tra lo Stato italiano e il Niger, altrimenti non sarà possibile una votazione cosciente. L'ipotesi è di richiedere al Consiglio di Stato maggiore chiarezza e di rendere pubblici i contenuti del testo.Ne parla Salvatore Fachile, socio di Asgi ed esperto di Diritto dell'immigrazione e Diritto minorile.
Il 6 febbraio Asgi, Cild (Coalizione italiana libertà e diritti) e Rete Disarmo hanno presentato in conferenza stampa i contenuti dell’accordo di cooperazione sottoscritto il 26 settembre 2017 tra l’Italia e la Repubblica del Niger dall'allora Governo Gentiloni e portato avanti dall'attuale esecutivo. Alcuni aspetti restano però ancora poco chiari.L'accordo ha come obiettivo l'apertura di trattative con diversi Stati in materia di controllo delle frontiere, toccando anche aspetti militari ed elementi di carattere economico e politico, nel tentativo di aprire una strada di influenza italiana. Il testo ha però una forma standard, un'ossatura su cui poi impostare il vero trattato: i dettagli dell'accordo sono contenuti in documenti a latere.La richiesta mossa da Asgi, Cild e Rete Disarmo ai parlamentari è di pretendere, nel momento in cui saranno chiamati a esprimere il loro voto sull'accordo, che venga presentato l'intero carteggio tra lo Stato italiano e il Niger, altrimenti non sarà possibile una votazione cosciente. L'ipotesi è di richiedere al Consiglio di Stato maggiore chiarezza e di rendere pubblici i contenuti del testo.Ne parla Salvatore Fachile, socio di Asgi ed esperto di Diritto dell'immigrazione e Diritto minorile.
Parla Luigi Sauve, imprenditore contro la ndrangheta. Dopo tre attentati dice: "Lo Stato ci sta abbandonando", Pernigotti, parte la cassa, rischio spezzatino, Accordo Italia-Niger: rivelato il contenuto: con Francesco Vignarca della Rete Disarmo (prima parte)
Parla Luigi Sauve, imprenditore contro la ndrangheta. Dopo tre attentati dice: "Lo Stato ci sta abbandonando", Pernigotti, parte la cassa, rischio spezzatino, Accordo Italia-Niger: rivelato il contenuto: con Francesco Vignarca della Rete Disarmo (prima parte)
La Svezia vota all'unanimità il blocco della vendita di armi a dittature e autocrazie. Daniele Purrone, autore del blog "Un italiano in Svezia", Francesco Vignarca, coordinatore di "Rete Disarmo", Enzo Nucci, corrispondente Rai Africa sub sahariana.
All'Onu 123 Paesi hanno votato sì per un Trattato di messa al bando delle armi nucleari, l'Italia vota no. Perché? Ne parliamo con Francesco Vignarca della Rete Disarmo
Milvia Spadi, giornalista del GRR, Avv. Adriano Sollai, avvocato di parte civile - Francesco Vignarca, coordinatore di Rete Disarmo.