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Urban Broadcast Collective
44. Becoming A Utopian CR

Urban Broadcast Collective

Play Episode Listen Later Aug 9, 2018 20:20


The utopian visions of architects, planners, philosophers and sociologists are important speculative projects. We take a deep dive into the idea of utopia with Professor Danilo Palazzo, who calls on us to become utopians. “We are all utopians, as soon as we wish for something different and stop playing the part of the faithful performer or watchdog”, argued Henri Lefebvre. Cities have often been used as the laboratory for the imaginations of better futures. Such thinking recognises that the built and natural environments are complex systems of competing relationships; spanning the social, economic, physical, political, and environmental. As Robert Fishman pointed out in 1982, these ideal cities “were convenient and attractive intellectual tools that enabled each planner to bring together his many innovations in design, and to show them as part of a coherent whole, a total redefinition of the idea of the city”. We ask Professor Danilo Palazzo about the role of utopia today. Can we study the past utopias in search of new ways to face the huge environmental, ecological, social, and urban problems of our times? Is there space for Utopia in our university programs? Professor Danilo Palazzo was born in 1962 in Milano, Italy where he grew up. He completed his Master in Architecture at Politecnico di Milano in 1987 and his PhD in Urban and Regional Planning at Istituto Universitario di Architettura di Venezia in 1993. From 1997 to 2012, he has taught at Politecnico di Milano as Assistant Professor and later as Associate Professor of urbanism, urban planning and urban design. In 2012 he moved to United States as Director of the School of Planning, College of DAAP, University of Cincinnati. His articles have appeared in Landscape and Urban Planning, Landscape Journal, Oikos, Urbanistica, Territorio, among others, and his books include Urban Ecological Design. A Process for Regenerative Places, Island Press, Washington D.C., 2011 (with Frederick Steiner); Urban Design. Un processo di progettazione urbana, Mondadori Università, Milano, 2008; Sulle spalle di Giganti. Le matrici della pianificazione ambientale negli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano, 1997. He resides in Cincinnati.

City Road Podcast
17. Becoming a Utopian

City Road Podcast

Play Episode Listen Later Aug 6, 2018 21:00


The utopian visions of architects, planners, philosophers and sociologists are important speculative projects. We take a deep dive into the idea of utopia with Professor Danilo Palazzo, who calls on us to become utopians. “We are all utopians, as soon as we wish for something different and stop playing the part of the faithful performer or watchdog”, argued Henri Lefebvre. Cities have often been used as the laboratory for the imaginations of better futures. Such thinking recognises that the built and natural environments are complex systems of competing relationships; spanning the social, economic, physical, political, and environmental. As Robert Fishman pointed out in 1982, these ideal cities “were convenient and attractive intellectual tools that enabled each planner to bring together his many innovations in design, and to show them as part of a coherent whole, a total redefinition of the idea of the city”. We ask Professor Danilo Palazzo about the role of utopia today. Can we study the past utopias in search of new ways to face the huge environmental, ecological, social, and urban problems of our times? Is there space for Utopia in our university programs? Professor Danilo Palazzo was born in 1962 in Milano, Italy where he grew up. He completed his Master in Architecture at Politecnico di Milano in 1987 and his PhD in Urban and Regional Planning at Istituto Universitario di Architettura di Venezia in 1993. From 1997 to 2012, he has taught at Politecnico di Milano as Assistant Professor and later as Associate Professor of urbanism, urban planning and urban design. In 2012 he moved to United States as Director of the School of Planning, College of DAAP, University of Cincinnati. His articles have appeared in Landscape and Urban Planning, Landscape Journal, Oikos, Urbanistica, Territorio, among others, and his books include Urban Ecological Design. A Process for Regenerative Places, Island Press, Washington D.C., 2011 (with Frederick Steiner); Urban Design. Un processo di progettazione urbana, Mondadori Università, Milano, 2008; Sulle spalle di Giganti. Le matrici della pianificazione ambientale negli Stati Uniti, Franco Angeli, Milano, 1997. He resides in Cincinnati.

Memos
“Il mondo, le reti di baci e i sassi”. Carlo Rovelli e il suo ultimo libro

Memos

Play Episode Listen Later May 30, 2017 26:01


Carlo Rovelli è un fisico, uno scienziato, un filosofo della scienza. Fa parte dell’Istituto Universitario di Francia e dell’Accademia Internazionale di Filosofia delle Scienze. E’ responsabile del Gruppo sulla gravità quantistica del Centro di fisica teorica dell’Università di Aix-Marsiglia. Rovelli è riuscito in questi anni in un’impresa straordinaria: riuscire a catturare l’attenzione, la curiosità, di centinaia di migliaia di persone – sparse in tutto il mondo – sulla scienza e sul pensiero scientifico. Il suo libro “Sette brevi lezioni di fisica”, pubblicato nel 2014, è arrivato nelle mani di oltre un milione di persone, tradotto in più di quaranta lingue. In questi giorni è uscito un nuovo libro di Carlo Rovelli, “L’ordine del tempo” (Adelphi). Il tempo è il soggetto più indagato e studiato da Rovelli nel corso della sua vita di scienziato. Ed è forse il soggetto più misterioso, come Rovelli scrive nelle prime pagine del suo libro. «Il tempo è un mistero – racconta Rovelli a Memos - perché più lo studiamo più ci accorgiamo che è diverso dall’idea usuale che ne abbiamo. Di più, il tempo appare misterioso perché si lega in modo molto stretto a tante altre cose che non capiamo. Cose diverse tra loro: la nascita dell’universo, la struttura dei buchi neri, il funzionamento del nostro cervello, la nostra coscienza individuale. Quasi tutti i problemi aperti oggi nella scienza hanno a che fare con la natura del tempo». Il tempo è l’esperienza fondamentale della nostra vita di esseri umani. “Siamo esseri fatti di tempo”, scrive Rovelli. Eppure, più si studia il tempo - sia nelle cose grandi dell’universo che in quelle piccolissime delle particelle - più non lo si trova tra le variabili che spiegano il mondo...Carlo Rovelli a Memos ripercorre i passaggi principali del suo libro: dalle acquisizioni scientifiche che hanno portato allo sfaldamento della nozione di tempo, alla descrizione del mondo senza tempo, fino alla parte conclusiva e “più originale” - dice Rovelli - in cui l'autore si interroga su “come da questo mondo senza tempo possa emergere la nostra sensazione del tempo”. Infine, il capitolo conclusivo “La sorella del sonno”, la morte. In un libro sul tempo, Rovelli parla in prima persona del "tempo finito". «Penso - racconta a Memos – che la serenità consista nell’accettare a fondo la nostra finitezza, limitatezza, la nostra comprensione solo parziale delle cose. La nostra prospettiva che siamo sul mondo è parziale, finita, è un evento che dura meno di un secolo. Allo stesso tempo è quella che ci apre il nostro essere, è quindi anche un regalo. Credo che accettare la finitezza fino in fondo sia anche la chiave per vivere questa vita con serenità, senza avere paura del buio. Anzi, il buio – conclude Carlo Rovelli - è quel vuoto dentro cui si apre la radura illuminata dal nostro cervello che pensa il passato, il presente, il futuro e quindi ci fa esistere».

Memos
“Il mondo, le reti di baci e i sassi”. Carlo Rovelli e il suo ultimo libro

Memos

Play Episode Listen Later May 30, 2017 26:01


Carlo Rovelli è un fisico, uno scienziato, un filosofo della scienza. Fa parte dell’Istituto Universitario di Francia e dell’Accademia Internazionale di Filosofia delle Scienze. E’ responsabile del Gruppo sulla gravità quantistica del Centro di fisica teorica dell’Università di Aix-Marsiglia. Rovelli è riuscito in questi anni in un’impresa straordinaria: riuscire a catturare l’attenzione, la curiosità, di centinaia di migliaia di persone – sparse in tutto il mondo – sulla scienza e sul pensiero scientifico. Il suo libro “Sette brevi lezioni di fisica”, pubblicato nel 2014, è arrivato nelle mani di oltre un milione di persone, tradotto in più di quaranta lingue. In questi giorni è uscito un nuovo libro di Carlo Rovelli, “L’ordine del tempo” (Adelphi). Il tempo è il soggetto più indagato e studiato da Rovelli nel corso della sua vita di scienziato. Ed è forse il soggetto più misterioso, come Rovelli scrive nelle prime pagine del suo libro. «Il tempo è un mistero – racconta Rovelli a Memos - perché più lo studiamo più ci accorgiamo che è diverso dall’idea usuale che ne abbiamo. Di più, il tempo appare misterioso perché si lega in modo molto stretto a tante altre cose che non capiamo. Cose diverse tra loro: la nascita dell’universo, la struttura dei buchi neri, il funzionamento del nostro cervello, la nostra coscienza individuale. Quasi tutti i problemi aperti oggi nella scienza hanno a che fare con la natura del tempo». Il tempo è l’esperienza fondamentale della nostra vita di esseri umani. “Siamo esseri fatti di tempo”, scrive Rovelli. Eppure, più si studia il tempo - sia nelle cose grandi dell’universo che in quelle piccolissime delle particelle - più non lo si trova tra le variabili che spiegano il mondo...Carlo Rovelli a Memos ripercorre i passaggi principali del suo libro: dalle acquisizioni scientifiche che hanno portato allo sfaldamento della nozione di tempo, alla descrizione del mondo senza tempo, fino alla parte conclusiva e “più originale” - dice Rovelli - in cui l'autore si interroga su “come da questo mondo senza tempo possa emergere la nostra sensazione del tempo”. Infine, il capitolo conclusivo “La sorella del sonno”, la morte. In un libro sul tempo, Rovelli parla in prima persona del "tempo finito". «Penso - racconta a Memos – che la serenità consista nell’accettare a fondo la nostra finitezza, limitatezza, la nostra comprensione solo parziale delle cose. La nostra prospettiva che siamo sul mondo è parziale, finita, è un evento che dura meno di un secolo. Allo stesso tempo è quella che ci apre il nostro essere, è quindi anche un regalo. Credo che accettare la finitezza fino in fondo sia anche la chiave per vivere questa vita con serenità, senza avere paura del buio. Anzi, il buio – conclude Carlo Rovelli - è quel vuoto dentro cui si apre la radura illuminata dal nostro cervello che pensa il passato, il presente, il futuro e quindi ci fa esistere».

Radio anch'io
RADIO ANCH'IO del 28/05/2015 - PARTE 3 - piano europeo per le migrazioni

Radio anch'io

Play Episode Listen Later May 28, 2015 23:30


con: Anna Triandafyllidou docente Istituto Universitario di Firenze, Rosario Crocetta governatore della regione Sicilia, Giovanni Salvi procuratore capo di Catania, Valerio Cataldi documentarista

Bad at Sports
Bad at Sports Episode 317: Fritz Haeg

Bad at Sports

Play Episode Listen Later Sep 26, 2011 59:41


This week: Duncan MacKenzie, Brian Andrews Abigail Satinsky and Bryce Dwyer begin an adventure in caring and sharing called "Open Engagement." These four adventures of love check in with all the haps in Portland over the next 6 episodes.  This week they kick it live with Jen Delos Reyes and FRITZ HAEG! Take that internet. Jen Delos Reyes Jen Delos Reyes is an artist originally from Winnipeg, MB, Canada. Her research interests include the history of socially engaged art, group work, and artists' social roles. She has exhibited works across North America and Europe, and has contributed writing to various catalogues and institutional publications. She contributed writing to Decentre: Concerning Artist-Run Culture published by YYZBOOKS in 2008. In 2006 she completed an intensive workshop, Come Together: Art and Social Engagement, at The Kitchen in New York. She has received numerous grants and awards including a Social Sciences and Humanities Research Council of Canada Grant. Jen is the founder and director of Open Engagement, a conference on socially engaged art practice. She is currently an Assistant Professor in the Art and Social Practice MFA concentration.   http://jendelosreyes.com http://openengagement.info   From Wikipedia... http://en.wikipedia.org/wiki/Fritz_Haeg   Fritz Haeg (born 1969) was trained as an architect, but his current work spans a range of disciplines and media including gardens, dance, performance, design, installation, ecology and architecture, most of which is commissioned and presented by art museums and institutions. His work often involves collaboration with other individuals and site specific projects that respond to particular places.   Haeg's recent architecture projects have included the design for various residential and art projects including the contemporary art gallery peres projects and the Bernardi residence, both in Los Angeles, CA. He studied architecture in Italy at the Istituto Universitario di Architettura di Venezia and Carnegie Mellon University, where he received his B. Arch. He has variously taught in architecture, design, and fine art programs at California Institute of the Arts (CalArts), Art Center College of Design, Parsons School of Design, and the University of Southern California. http://badatsports.com/

Salvatore Veca - L’immagine filosofica
Salvatore Veca - L’immagine filosofica

Salvatore Veca - L’immagine filosofica

Play Episode Listen Later Dec 31, 1969


Il Professore dell’Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia ha tenuto un seminario dal titolo “L’immagine filosofica”. Nel suo ultimo libro, “L’idea di incompletezza” (2011), ha avanzato una congettura sulla natura dell’indagine filosofica. La congettura si basa sulla tensione fra l’esplorazione di connessioni e la coltivazione di memorie. Le due immagini sono artifici espositivi che mirano a specificare alcune caratteristiche distintive dell’indagine filosofica, rispetto ad altro tipo di indagine intellettuale.

nel immagine il professore veca istituto universitario