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In questa puntata parliamo di disuguaglianze — un tema che attraversa la storia dell'economia come una linea di tensione permanente.Le disuguaglianze sono spesso viste come un male da estirpare, ma in realtà rappresentano anche un motore: spingono all'innovazione, all'ambizione, al rischio. Sono parte di quella dinamica vitale che John Maynard Keynes chiamava gli “animal spirits”, l'energia che muove individui e mercati.Eppure, quando le distanze diventano troppo grandi, la spinta si trasforma in frattura. L'economia si polarizza, la fiducia si erode e la società si indebolisce. È qui che entra in gioco la politica economica, con i suoi correttivi fiscali, per riequilibrare il sistema senza soffocarlo.Parleremo di questo sottile equilibrio: tra merito e redistribuzione, tra iniziativa individuale e coesione collettiva. Perché un'economia sana non è quella in cui tutti partono uguali, ma quella in cui tutti hanno la possibilità di correre.Lascia un like, condividi e commenta; fai sapere che ci sei.Per comprendere l'economia, bisogna comprendere la natura umana.Puoi trovarci su tutte le piattaforme di podcast, inclusa la tua preferita.web: http://pianoInclinato.altervista.orgNewsletter: https://alienogentile.substack.com/
Nel Giappone della disciplina e dell'impegno, la fortuna si può comprare — ma solo per un po'.Dal Daruma al Maneki-neko, dal Tanuki al Fukusuke, ogni Engimono è un contratto con il destino, un patto che scade e si rinnova.Eppure, in un angolo del Tōhoku, una bambola di legno senza braccia né gambe – la Kokeshi – continua a resistere al tempo, senza chiedere nulla in cambio.Un viaggio tra superstizione, artigianato e identità: dove la vera fortuna non è ottenere, ma ricordare chi siamo.Ascoltaci sul tuo lettore di podcast - Giappone nel mondo -Spotify: https://open.spotify.com/show/0sQVMNeMTKFivcSJkEsIr4Apple Podcasts: https://podcasts.apple.com/it/podcast/giappone-nel-mondo/id1481765190?l=en-GBYouTube: https://www.youtube.com/@plot-twisterInstagram GnM: https://www.instagram.com/giapponenelmondo/Instagram PlotTwister: https://www.instagram.com/plottwistertv/Instagram Sono in viaggio: https://www.instagram.com/sono.in.viaggio/Daruma-ichi di Kawagoe (Tempio Kitain, prefettura di Saitama) – mercato annuale del 3 gennaio dedicato al Daruma.Bodhidharma (Daruma) – monaco indiano fondatore del Buddhismo Chan/ZEN; simbolo di perseveranza e determinazione.Tempio Gotoku-ji (Tokyo) – luogo leggendario di origine del Maneki-neko.Tanuki – spirito mutaforma del folklore giapponese, simbolo di abbondanza e allegria.Fukusuke – statuetta di buon auspicio legata all'Omotenashi, la gentilezza del servizio giapponese.Kokeshi (regione del Tōhoku) – bambole in legno tornito, souvenir artigianali nati nei ryokan dell'epoca Edo.Monozukuri – concetto giapponese che esprime la maestria artigianale e la dedizione nel “fare bene le cose”.Ganbaru e Ukeireru – due valori complementari: lo sforzo e l'accettazione.Film “Pom Poko” (Isao Takahata, Studio Ghibli) – racconto poetico sui Tanuki e il rapporto fra tradizione e modernità. [Disponibile su Netflix]#podcast #giappone #italia #cultura #storia #nippon #japanlovers #madeinjapan #tradizione #tokyo #daruma #manekineko #tanuki #kokeshi #fukusuke #podcastitaliani #youtubeitalia #giapponenelmondo #viaggigiappone #artigianato
Omelia della COMMEMORAZIONE DI TUTTI I DEFUNTI 2025. Quante volte capita che riportiamo il nostro vissuto nell'aldilà, immaginandoci il regno di Dio come fosse qui sulla terra… Quante poche volte siamo disposti a spalancare gli orizzonti a qualcosa di nuovo… Eppure la Parola di Dio ci stimola sempre a non arrenderci alla nostra mentalità terrena, ma a imparare piano piano ad avere gli stessi occhi con cui Dio guarda il mondo…
Il calendario liturgico celebra il 1° novembre la festa di tutti i Santi e il giorno seguente quella delle anime dei defunti. Nella frase della Sacra Scrittura: In memoria aeterna erit justus. (Salmo 11, 6) possiamo trovare un collegamento tra le due ricorrenze. Ogni uomo desidera lasciare memoria di sé. È un bisogno profondo, inscritto nel cuore umano: il desiderio di non scomparire del tutto, di lasciare una traccia del proprio passaggio. Lapidi, iscrizioni, quadri, fotografie, l'esistenza stessa dei cimiteri, sono tutti tentativi di sottrarre qualcosa di sé al silenzio del tempo. Le memorie degli uomini, però, non possono essere eterne. L'esistenza umana si svolge nel flusso del tempo, che è la dimensione in cui, come ricorda Aristotele, «tutte le cose vengono all'essere e si corrompono» (Fisica, I, IV, 222b, 16-20). Tutto ciò che l'uomo costruisce è fragile, perché il marmo si consuma, le parole si cancellano, l'oblio è destinato ad avvolgere ogni cosa. Eppure l'uomo sa, nel profondo del suo essere, che non è fatto per finire e non riesce ad accettare che il suo io si dissolva nel nulla. Anche chi crede che dopo la morte vi sia solo il nulla, vuole essere ricordato, lasciare un segno del proprio passaggio, un'orma che dica: “Io sono esistito”. È un istinto che distingue l'uomo dagli animali, i quali vivono e muoiono senza sentire il desiderio di essere ricordati. I filosofi e i teologi hanno sempre riconosciuto in questo bisogno di sopravvivere una prova morale della spiritualità e dell'immortalità dell'anima. Se l'uomo tende per natura verso l'eterno, non può essere destinato al nulla: la natura non genera desideri vani. Ogni aspirazione profonda dell'uomo ha un corrispettivo reale – come la fame implica il cibo e la sete implica l'acqua, così la sete d'eternità rivela che l'anima è fatta per non morire.
Perché non siamo più tornati sulla Luna dopo le missioni Apollo?
Ci sono simboli che attraversano i secoli come fili d'oro nella trama della cultura.La rosa è uno di questi: fragile e potente, terrena e celeste, fiore e concetto insieme.Nel Medioevo essa divenne molto più di un'immagine ornamentale: fu la chiave di un intero universo mentale, la forma in cui si rispecchiava l'armonia del creato e la promessa di un ordine superiore.Per l'uomo medievale, il mondo non era un insieme di oggetti, ma un tessuto di segni. Ogni cosa – pietra, fiore, animale, stella – custodiva un significato da decifrare.Capire significava interpretare, tradurre il visibile nell'invisibile.E in questo linguaggio simbolico, la rosa occupava il centro: bianca come la verginità di Maria, rossa come il sangue del Cristo, perfetta come il cerchio delle vetrate gotiche che, nelle cattedrali, la trasformavano in luce teologica.Nella rosa si incontravano i saperi: la teologia e la medicina, la poesia e l'alchimia, la botanica e la pittura.Era una quintessenza, per usare la parola cara ai filosofi e agli alchimisti del tempo: la distillazione della purezza, la materia trasfigurata in spirito.Ma in quella stessa immagine, la cultura medievale riconobbe anche il mistero della vita e della generazione.Nel Roman de la Rose, nel linguaggio cortese e perfino nei testi sacri più audaci, la rosa diventa emblema dell'amore terreno, del desiderio che partecipa del divino perché rinnova la creazione.Fiore della carne e del cielo, la rosa custodisce insieme la promessa della verginità e l'ebbrezza dell'unione: il punto in cui la sensualità si fa linguaggio spirituale e il corpo diventa simbolo del mondo.Eppure, dietro la devozione e la bellezza, si avverte anche un senso di smarrimento e di nostalgia.La rosa è simbolo di purezza e di caducità, di rivelazione e di perdita: nasce per fiorire e per morire.Nel suo profumo, il Medioevo riconosceva la fragilità dell'esistenza; nella sua forma perfetta, la tensione verso ciò che non muore.Studiare la rosa nel Medioevo non significa soltanto inseguire un simbolo, ma comprendere un modo di pensare e di credere, in cui la conoscenza era sempre un atto morale.Perché la bellezza, allora, non era evasione, ma via di accesso al vero.E forse, in un tempo come il nostro – che tutto decifra ma poco comprende – tornare a quella rosa, alla sua grazia rigorosa e al suo segreto linguaggio, può ancora insegnarci a riconoscere nel mondo un senso, e in noi stessi un limite.
A Gaza la cosiddetta tregua è diventata un interruttore. Israele la spegne, la riaccende, la sospende, la rinomina. Ieri notte, mentre il governo annunciava la “ripresa” del cessate il fuoco, i raid avevano già ucciso più di cento persone, tra cui trentacinque bambini. Poi, ieri alle nove del mattino, la tregua è tornata in vigore. Così dicono i comunicati. Ma i corpi non hanno avuto il tempo di essere contati. La giustificazione è sempre la stessa: «Hamas ha violato l'accordo». Un soldato israeliano ucciso a Rafah, un frammento di verità sufficiente a far ripartire i bombardamenti. Poi, quando la polvere si posa, la stessa autorità militare comunica che la tregua è ripristinata. È la pace a orologeria, con un dito solo sul pulsante. Il premier Benjamin Netanyahu guida un governo che decide unilateralmente cosa significhi “cessate il fuoco”, mentre resta formalmente ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra. Eppure gli Stati Uniti parlano ancora di «diritto alla difesa». Il linguaggio resta sempre lo stesso: amministrare la guerra fingendo la tregua. Nelle ultime ventiquattr'ore sono morte oltre cento persone, ventiquattro solo bambini, in quello che Israele chiama “azione lecita”. Gli ospedali di Gaza — già distrutti, senza corrente, senza farmaci — continuano a ricevere resti umani. Ogni volta che il governo israeliano proclama la fine dei raid, lo fa per poche ore, giusto il tempo di rivendicare la calma. Poi ricomincia. E allora ci si chiede cosa resti della parola “accordo”, se un esercito può accenderla e spegnerla come un faro. A Gaza la tregua non è un patto: è un privilegio concesso e revocato da chi bombarda. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Cosa succede quando dici "ti voglio bene" a un'intelligenza artificiale? E cosa accade dentro di noi quando la sua risposta è: "Apprezzo il tuo sentimento"?È un rifiuto educato, clinico, che ci fa sentire stupidi. Eppure, molti di noi continuano a farlo.In questo episodio di Psicologia Cognitiva Applicata,Amedeo Draghi esplora la nostra nuova, inquietante normalità: le relazioni segrete che stiamo stringendo con i chatbot.Lo facciamo per efficienza sul lavoro, come Luca; per cercare conforto e un "ascolto" senza giudizi che gli amici non sanno darci, come Sara; o per la frustrazione di un'assistenza perfetta che però non capisce le sfumature, come Matteo.L'AI è sempre disponibile, non è mai stanca e non ci giudica. È una dose pura di attenzione senza la fatica della performance sociale. Ma a quale prezzo?
Nato a Genova nel 1958, Maurizio Minghella è considerato uno dei serial killer più spietati della storia criminale italiana. Dopo un'infanzia segnata da violenze familiari e disturbi psichici, a fine anni Settanta terrorizzò la Liguria con una serie di omicidi efferati. Condannato all'ergastolo, Minghella sembrava destinato a non uscire più dal carcere. Eppure, nel 1995, ottenne la semilibertà e tornò a colpire con la stessa violenza di 17 anni prima, strangolando numerose prostitute. Le sue vittime erano spesso donne vulnerabili, adescate e poi seviziate, in una spirale di crudeltà che riportò l'Italia a fare i conti con l'incubo di un serial killer. Le indagini, i depistaggi, l'eco mediatica e i processi hanno lasciato aperte ancora oggi molte domande: cosa spinse davvero Minghella a uccidere? E come fu possibile che un uomo condannato all'ergastolo potesse tornare libero e reiterare i suoi crimini? Proviamo a scoprirlo insieme a Marta Casà, dottoressa in scienze investigative ed autrice del podcast “Mente Criminale”. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast Se vuoi ascoltarci senza filtri e sostenere il nostro lavoro, da oggi è possibile abbonarsi al nostro canale Patreon e accedere a contenuti bonus esclusivi tramite questo link: patreon.com/LucePodcast
In questo 2025 il prezzo della criptovaluta sta sottoperformando rispetto a come è andata negli anni post-halving dei cicli passati. Eppure la sua reputazione globale come asset di riserva è in crescita. Come mai? Ne parliamo con Daniele Bernardi, ceo di Diaman Partners Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Shopify e WordPress: due piattaforme che per anni sono sembrate concorrenti. Una nata per raccontare, l'altra per vendere. Eppure oggi le cose cambiano. Con il nuovo plugin ufficiale di Shopify per WordPress, i due mondi possono finalmente collaborare: il contenuto resta nel suo ambiente naturale, e il checkout — veloce, sicuro e performante — è gestito da Shopify. In questa puntata rifletto su:cosa fa realmente il nuovo plugin e come funziona dentro WordPress,perché Shopify ha deciso di aprire un'integrazione diretta con il CMS più usato al mondo,e come questo può cambiare la strategia di chi lavora con siti ricchi di contenuti o brand che puntano sullo storytelling.Parliamo anche di due scenari concreti:Chi parte da WordPress e vuole aggiungere la vendita con Shopify, separando gli aspetti tecnici e legali.Chi parte da Shopify e vuole espandere la propria presenza editoriale su WordPress, integrando i prodotti negli articoli.Non è solo un plugin: è un segnale. Il confine tra contenuto e commercio si sta assottigliando — e questa potrebbe essere la mossa che semplifica tutto.
La sconfitta con la Lazio è fatale per Tudor che è stato esonerato questa mattina. E ora? Le ultime con Gianni Balzarini di Sport Mediaset e il commento sulla delicata situazione bianconera con l'ex Massimo Mauro. Eppure, i problemi di penuria in attacco, sembrano non riguardare solo la Juventus: la Roma vince, ma con pochi gol, l'Atalanta ha perso la sua verve offensiva. Ne parliamo con l'ex attaccante Nanu Galderisi.
I numeri e le statistiche sono parte integrante della nostra vita. Eppure molto spesso non cogliamo a pieno la loro importanza quando le cosiddette statistiche ufficiali ci aprono scenari fondamenti per capire l'andamento dell'economia, di servizi essenziali come la sanità, l'istruzione, il costo della vita, gli andamenti demografici, il mutare delle esigenze e dei bisogni della nostra società. Ce ne occupiamo questa sera grazie a un libro appena pubblicato da Marsilio dal titolo "Il paese che conta, come i numeri raccontano la nostra storia". Un libro che è il racconto, visto dall'interno, di una delle più autorevoli istituzioni del Paese, l'Istat, ed è un invito a superare le diffidenze e comprendere che dietro ogni numero c'è una storia che merita di essere conosciuta. Perché i numeri sono il riflesso di chi siamo e di chi possiamo diventare. L'autrice è Linda Laura Sabbadini, statistica e studiosa dei cambiamenti sociali. Sabbadini è stata direttrice dell'Istat, ha guidato il rinnovamento delle statistiche sociali e di genere e ha fatto parte di numerosi gruppi di livello dell'Onu, l'Ocse ed Eurostat.
Chiedersi quale sia il senso della danza oggi è una delle domande che mi stanno più a cuore da quando ho iniziato a occuparmi di danza. La danza butoh ci invita allo scandalo della carne, perché si ribella alle regole e alle norme che pretendono di dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato nel movimento, cosa è bello e cosa è brutto, al punto da ricordarci che anche il confine tra ciò che è vivo e ciò che è morto non è così netto.Spring of a Dancer è un inno al ritmo senza tempo che pulsa in tutte le cose: il fuoco che dà vita alle stelle. Invocando la sua preghiera al Sole, indifferente alle nostre domande, il ballerino si libera della pelle del mondano, facendo eco all'antica saggezza del serpente: “Se rimani sotto la tua pelle, ti perdi la maggior parte di ciò che muove i cieli”. Mentre il Grande Corvo batte le ali e Giano ci sussurra di aprire la porta, FÜYA ci esorta a interrogare il significato del dolore: "La vita è dura. Tutto questo dolore può distruggerti. Eppure, nella danza, la grazia sboccia come i primi fiori di primavera, effimera ed eterna. Per questo motivo, vale la pena ballare oggi".Spring of a Dancer è un film, un libro, una poesia, uno spettacolo teatrale, un podcast e una lezione filosofica sulla danza. Ti invito a guardare il trailer del film su YouTube e a leggere il mio nuovo libro Primavera di un danzatore su Amazon Books.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/lettere-a-mia-mamma--5917887/support.Scopri di più sulla ricerca artistica e accademica di Damiano Fina su www.damianofina.it
Fabio Bacà"L'era dell'Acquario"Adelphiwww.adelphi.itLa luce abbagliante e spesso bugiarda dei social, la penombra dei nostri dubbi più intimi, nel nuovo, turbinoso romanzo di Fabio Bacà.«Let the sunshine in», fa' entrare la luce del sole, cantavano, nei remoti anni Sessanta, i protagonisti di Hair – e contro una nazione in guerra, ingozzata di «bugie mascherate da ideali», annunciavano il sorgere dell'era dell'Acquario, in cui ci sarebbero state «armonia e comprensione, tolleranza e verità». Quella in cui vive Chloe, la protagonista di questo turbinoso romanzo, è invece la luce abbagliante e ingannevole dei social – questo vasto acquario in cui ci affanniamo tutti a nuotare. Chloe, infatti, è diventata ricca e famosa vendendo la propria stupefacente bellezza e la propria intimità in filmati espliciti su OnlyFans a torme di munifici ammiratori. Paradossalmente, tuttavia – come in una versione contemporanea e disinibita della lettera rubata di Edgar Allan Poe –, lo ha fatto per nascondersi, per tentare di sfuggire alle ombre di un passato di cui non parla con nessuno – e nel fondo del quale ci sono una donna morta in un bosco, sotto una valanga di neve, e un uomo che, scampato alla morte in modo misterioso, sostiene di aver intravisto l'aldilà. Eppure, proprio nel momento in cui queste ombre si fanno più minacciose, la giovane donna che per anni è stata avvolta dallo scintillio del lusso e della mondanità scopre qualcosa che assomiglia alla dolcezza di una insperata armonia. Un'avventura, quella di Chloe, che si snoda attraverso successive rivelazioni, fino alla resa dei conti con un padre sospettato di un crimine infamante, in una sorta di percorso iniziatico nel quale il lettore verrà a sua volta trascinato dal virtuosismo narrativo di Bacà.Fabio Bacà è nato nel 1972 a San Benedetto del Tronto, dove vive e lavora. Si è occupato di giornalismo per qualche anno prima di approdare all'insegnamento delle ginnastiche dolci. Ha scritto alcuni racconti brevi e un romanzo inedito. Nel 2019 Adelphi ha pubblicato il suo esordio Benevolenza cosmica.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8327IL PARTITO POPOLARE EUROPEO SALVA ILARIA SALIS, MA NON OBAJTEK di Ruben Razzante Il voto del Parlamento europeo che ieri ha confermato l'immunità parlamentare a Ilaria Salis, per un solo voto di scarto, segna una delle pagine più controverse e ipocrite della recente storia dell'Eurocamera. Non solo per l'esito, ma per le dinamiche e le reazioni che ha scatenato. Una decisione assunta al termine di un voto segreto, con una maggioranza risicatissima, dove il risultato finale - 306 voti contro la revoca dell'immunità, 305 a favore - è stato segnato da un episodio quantomeno sospetto: il malfunzionamento segnalato dal deputato Markus Ferber del PPE, che ha chiesto la ripetizione del voto, rifiutata dalla presidente Metsola.Un dettaglio tecnico, si dirà. Ma in politica i dettagli sono tutto. Soprattutto quando il risultato è determinato da un solo voto. L'interpretazione che se ne può dare, allora, non può che essere politica. Si tratta di una sentenza di salvezza per Salis che, pur avendo a suo carico accuse gravi - lesioni personali e appartenenza a un'organizzazione definita terroristica dal governo ungherese - viene graziata da un voto che non avrebbe retto a un ulteriore scrutinio, a un'analisi più trasparente, a un minimo di rigore istituzionale. E che ciò sia avvenuto con la complicità passiva del Partito Popolare Europeo (PPE) è un fatto che grida vendetta.Sì, proprio quel PPE che alla vigilia del voto aveva annunciato solennemente che avrebbe votato per la revoca dell'immunità. «Rispettiamo le regole», aveva dichiarato il leader Weber, con tono solenne, come se il PPE si volesse ergere a garante delle istituzioni. Ma alla prova dei fatti, quella dichiarazione è evaporata nel segreto dell'urna. E se è vero che le forze del centrosinistra - Verdi, S&D, The Left e Renew - potevano contare su non più di 310 voti, e alla fine i voti a favore della Salis sono stati 306, è chiaro che alcuni franchi tiratori di centrodestra hanno fatto il "miracolo".UN IPOCRITA RIGURGITO DI LEGALITARISMOEppure la retorica ufficiale del PPE resta intatta, come se l'ipocrisia potesse essere coperta da una dichiarazione preconfezionata o da un rigurgito di legalitarismo a comando. Così, mentre Salis si salva per un pelo, un altro eurodeputato, l'ex ad di Orlen, Daniel Obajtek, viene invece spogliato della sua immunità. Il Parlamento europeo vota in quel caso a favore della revoca, permettendo così l'apertura di un processo da parte delle autorità polacche. E qui sta la contraddizione più bruciante: due casi, due approcci completamente diversi.Obajtek è accusato di corruzione, un reato pesante, certamente. Ma come Salis, anche lui non ha commesso il fatto da europarlamentare. Eppure nel suo caso il Parlamento si schiera con le autorità del suo Paese e vota per l'autorizzazione a procedere. Come spiegare questa doppia morale? Perché Salis deve essere protetta e Obajtek no? La risposta è fin troppo chiara: la protezione politica è diventata il vero criterio di giudizio.Salis è ormai un simbolo, e non per i suoi meriti parlamentari (è stata eletta da pochi mesi), ma per la narrazione martirologica che la sinistra ha costruito intorno a lei, per coprire ogni tipo di valutazione giuridica. Al contrario, Obajtek non gode di alcuna simpatia nel nuovo assetto del Parlamento. È un nome legato al vecchio governo polacco del PiS, e quindi sacrificabile, anzi un bersaglio ideale per dimostrare che in Europa la corruzione viene punita. Si chiama realpolitik.Ma c'è poco di nobile in questo: c'è piuttosto la conferma che l'immunità parlamentare, che dovrebbe essere uno strumento di garanzia per l'indipendenza dei deputati, viene usata come scudo per amici e come leva punitiva per gli avversari.E chi oggi esulta per Salis - evocando parole roboanti come "resistenza", "antifascismo", "valori democratici" - dovrebbe guardare in faccia questa realtà: il salvataggio della loro beniamina non è stata una vittoria del diritto, ma una forzatura politica. Una forzatura condita da ombre - il malfunzionamento della scheda elettronica, le defezioni nel centrodestra, il voto segreto - e sostenuta da una maggioranza raccogliticcia che, in un Parlamento spaccato, ha preferito trasformare una decisione tecnica in una battaglia ideologica.UN DOPPIO GIOCO CHE NON INGANNA NESSUNOE il PPE, che doveva essere il garante dell'equilibrio, si è piegato al calcolo: non ha avuto il coraggio di difendere davvero la sua posizione, lasciando che qualche suo rappresentante facesse il lavoro sporco, votando in segreto per salvare Salis e mantenendo però la faccia pulita davanti alla stampa. Un doppio gioco che non inganna nessuno.Che credibilità può avere, d'ora in avanti, un partito che predica rigore e poi chiude un occhio? E non si può neanche invocare l'argomento dell'abuso ungherese, perché nel caso dell'altro eurodeputato, Péter Magyar - altro oppositore di Orban - il PPE ha fatto fronte comune per salvare anche lui. Un esempio di coerenza? Forse.Ma allora perché Obajtek non è stato difeso allo stesso modo? Perché la sua causa è meno "spendibile" sul piano mediatico? Perché la sua vicinanza al PiS rende più comodo sacrificarlo? È questa l'Europa dei diritti, della giustizia e dell'uguaglianza davanti alla legge? O siamo di fronte a una gestione faziosa, dove conta solo la posizione politica e non il merito dei casi?Il problema non è solo che Ilaria Salis sia stata salvata. Il problema è che il principio di imparzialità è stato calpestato. Che ci sia stato un voto chiave contestato e non verificato. Che la presidente Metsola abbia respinto la richiesta di ripetizione con una fretta sospetta. Che nessuno oggi possa dire con certezza se quel voto rifletta davvero la volontà dell'Aula. E che nel frattempo un altro deputato venga privato dell'immunità senza che nessuno si ponga troppi dubbi. Due pesi e due misure. Questa è la vera questione politica.E non basta arrampicarsi sugli specchi del garantismo o dell'antifascismo per giustificare un atto che, nei fatti, si è trasformato in una deroga alle regole per convenienza politica. La democrazia non è un'arma da brandire quando fa comodo, e l'immunità parlamentare non può diventare una coperta corta da tirare solo da un lato. O vale per tutti, o diventa un arbitrio. E oggi, nel silenzio assordante dei moderati e nell'esultanza teatrale della sinistra radicale, il Parlamento europeo ha perso una grande occasione per mostrarsi imparziale, coerente e degno della fiducia dei cittadini.Nota di BastaBugie: Wlodzimierz Redzioch nell'articolo seguente dal titolo "Tusk vuole processarmi per aver difeso Giovanni Paolo II" racconta la vicenda dell'europarlamentare conservatore che rispose alle calunnie su papa Wojtyła diffuse da un giornale di sinistra. L'attuale governo polacco punta a revocargli l'immunità.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 7 ottobre 2025:L'8 maggio 2020 due grossi Tir con la scritta "Operazione Polacca di Aiuto al Vaticano" e con il logo dell'azienda Orlen varcarono l'ingresso del Perugino. I camion portavano un grosso carico di mascherine e disinfettanti, dono del colosso petrolifero polacco Orlen. I Tir erano attesi dall'ambasciatore della Polonia, Janusz Kotański e dall'elemosiniere di Sua Santità, il card. Konrad Krajewski. Come spiegò il rappresentante di Orlen le mascherine e i prodotti disinfettanti sarebbero destinati all'Elemosineria del Papa per aiutare le persone più vulnerabili nella situazione della dilagante pandemia: senzatetto, migranti, pazienti in case di cura, oltre alla Gendarmeria Vaticana e alla Guardia Svizzera. Da quei fatti sono passati 5 anni e l'ex amministratore delegato di Orlen, Daniel Obajtek, è un europarlamentare. Oggi al Parlamento europeo si vota per la revoca della sua immunità perché le autorità polacche vogliono processarlo, tra l'altro, per quel dono al Vaticano.L'On. Obajtek per anni è stato amministratore delegato dell'azienda di carburanti ed energia Orlen, che ha diretto durante il governo PiS (Diritto e Giustizia, tra il 2015 e il 2023), quando la Polonia stava vivendo la sua crescita economica più dinamica degli ultimi anni.Che cos'è Orlen?Orlen è un'azienda di carburanti, energia e gas. Durante il mio mandato, è diventata la più grande azienda del suo genere nell'Europa centrale: era la 44^ azienda più grande in Europa e la 135^ al mondo. È diventata anche la quinta azienda in più rapida crescita al mondo. Ha avuto una forte influenza sulla transizione energetica non solo in Polonia, ma in tutta la regione. Orlen aveva un fatturato pari al 70% del bilancio statale. Abbiamo avuto grandi profitti: durante gli otto anni di governo del PiS, abbiamo guadagnato circa 25 miliardi di euro.Lei è stato amministratore delegato di Orlen, ma ha perso il lavoro dopo il cambio di governo...Sono stato amministratore delegato per sei anni. Ma Orlen è un'azienda statale, e quindi strettamente legata alla politica.Il governo precedente ha lasciato il debito pubblico a un livello inferiore al 50% del PIL, mentre l'attuale governo lo sta aumentando...Esatto, il precedente governo ha lasciato un debito pari al 48% del PIL e oggi, tenendo conto del bilancio del prossimo anno, il debito pubblico raggiungerà il 67% del PIL. Nel 2024, Orlen ha avuto un utile di soli 300 milioni di euro, mentre l'anno precedente, 2023 (sempre sotto il PiS), abbiamo avuto un utile di 5 miliardi di euro.Chi ha portato la Polonia in una situazione economica così disastrosa?La Polonia è governata principalm
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8325CINA, CENSURA TOTALE PER I SACERDOTI IN INTERNET di Bernardo Tombari Niente religione su internet, tranne per i siti web autorizzati delle confessioni che accettano i valori socialisti e la sinicizzazione. È il nuovo "Codice di condotta su internet" per preti e ministri di culto in Cina, pubblicato dal Dipartimento per gli Affari religiosi. "Il clero religioso non deve diffondere idee religiose o indurre minorenni alla fede religiosa tramite internet, né organizzare la partecipazione dei minori a formazione religiosa, campi estivi (o invernali), né organizzare o costringere i minori a partecipare ad attività religiose" recita l'articolo 10 del codice. Vietate anche raccolte fondi, predicazioni o celebrazioni religiose online.Non è chiaro quali siano le pene, il codice dichiara solo che il Dipartimento per gli Affari religiosi contatterà il clero che violerà il codice, perché "apporti correzioni entro un limite di tempo", e qualora questo non accada verrà punito "secondo le leggi e i regolamenti amministrativi pertinenti". L'obiettivo è evitare "contenuti che incitano alla sovversione del potere statale" o "attività di infiltrazione religiosa straniera". Un modo per dire che il Partito comunista cinese è disposto ad accettare Dio, se è un dio abbastanza piccolo da poter essere sottoposto allo stato e all'ideologia socialista, da poter stare in un angolo senza dare fastidio. La Santa Sede ha rinnovato l'anno scorso l'Accordo Provvisorio con la Repubblica Popolare Cinese, che sarà quindi attivo fino al 2028 salvo ulteriori rinnovi (l'intesa è arrivata nel 2018 ed è stata poi rinnovata tre volte).L'Accordo riguardava soprattutto le nomine dei vescovi, per mettere fine a decenni di ordinazioni illecite senza il consenso papale. Dagli anni '50 infatti, i vescovi in Cina venivano eletti dall'Associazione patriottica cattolica cinese, quindi sotto il controllo dello stato. Era stato dichiarato però anche l'obiettivo di un "dialogo costruttivo" tra la Chiesa e il governo del Paese. Le restrizioni sempre crescenti e le intrusioni di Pechino, o in alcuni casi addirittura decisione autonome, nelle nomine o nella creazione o rimozioni di diocesi non sembrano però andare in quella direzione.Anche il Segretario di Stato Parolin ha ammesso che l'accordo sta "procedendo lentamente, a volte anche facendo un passo indietro". Le nuove restrizioni per l'attività online non sono esclusivamente per il Cristianesimo, anzi, sono probabilmente più mirate verso sette come il Falun Gong, ma è facile immaginare che ci vadano di mezzo anche quegli influencer cristiani che rifiutano l'idolatria dello Stato e non vogliono un Dio "sinizzato" o socialista, perché sanno che Cristo non è venuto per portare pace, ma spada.Nota di BastaBugie: Stefano Magni nell'articolo seguente dal titolo "Jimmy Lai, ultimo atto. L'editore cattolico dissidente rischia la morte" parla della storia di Jimmy Lai. Il figlio Sebastien Lai sarà ospite della prossima Giornata della Bussola, il 25 ottobre 2025, e ritirerà il premio "Fatti per la Verità" assegnato a suo padre.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 16 agosto 2025:Arrestato nell'agosto del 2020, in carcere dal dicembre successivo, sotto processo dal 2023 per motivi puramente politici. Jimmy Lai, imprenditore ed editore cattolico di Hong Kong, lunedì riceverà la sentenza che deciderà della sua vita. Ha 77 anni, salute malferma e rischia di morire in carcere. Per il figlio, Sebastien*, una condanna a una lunga pena detentiva equivarrebbe a una sentenza di morte. Eppure, fino a cinque anni fa, Jimmy Lai era uno degli uomini più ricchi e rispettati di tutta l'Asia. Personalmente incarna la tragedia di una città che non si arrende mentre finisce sotto il giogo della Cina comunista.L'udienza finale del processo Lai avrebbe dovuto tenersi la settimana scorsa, ma è stata rimandata per due volte. La prima volta a causa del tifone che ha colpito la costa sudorientale cinese. La seconda perché la corte ha accolto la richiesta della difesa di Lai, che chiede assistenza medica per l'imputato. Lunedì un'auto medica sarà pronta a intervenire e il cuore di Jimmy Lai sarà monitorato in diretta. L'anziano imprenditore ha trascorso più di 1700 giorni in isolamento. La sua salute ne ha risentito drammaticamente, nell'ultima udienza, quando è stato accolto il rinvio, è apparso visibilmente dimagrito e sofferente.Intervistato dalla Bbc, Sebastien Lai dichiara che anche se suo padre ricevesse la pena più mite di cinque anni, la sua vita sarebbe a rischio: «Praticamente sarebbe una sentenza di morte. Data la sua età e la sua salute, sì, morirà in prigione», dice alla Tv pubblica britannica, perché «Il suo corpo sta collassando». Sebastien Lai sta chiedendo al premier britannico Keir Starmer e al presidente americano Donald Trump di agire in fretta per la sua salvezza. Trump ha dichiarato, a proposito di Lai, che farà «tutto il possibile» per ottenerne la liberazione. Lai è cittadino britannico dal 1996 e la sua morte in una galera cinese a Hong Kong sarebbe una sconfitta per Londra. «Noi, come nazione (nel Regno Unito, ndr) non ci saremmo battuti per uno dei nostri più coraggiosi cittadini, quando sarebbe stato importante farlo».Jimmy Lai non è nato a Hong Kong, ma nella Cina comunista, a Canton, alla vigilia della presa del potere da parte di Mao Zedong. I suoi genitori, borghesi benestanti, sono stati spogliati di tutto all'epoca delle prime collettivizzazioni. Da bambino, Jimmy Lai doveva sfamarsi con lavoretti, come portatore di bagagli alla stazione di Canton. Fu l'occasione per conoscere gente che proveniva dal "mondo esterno", una rivelazione per chi era nato e cresciuto nella miseria più nera della Cina maoista. E fu in quel periodo che decise di rischiare il tutto e per tutto pur di fuggire, da clandestino, nascosto in un peschereccio diretto a Hong Kong, allora isola britannica.Anche a Hong Kong, ottenuto l'asilo politico, fece lavori umili finché, da operaio tessile che era, non divenne imprenditore tessile. E fondò la sua impresa di moda, la Giordano. Divenuto milionario e uomo d'affari di successo, vendeva i suoi vestiti anche nella Cina continentale, grazie alle prime riforme di mercato di Deng. Ma nel 1989 rimase scottato dalla repressione di Piazza Tienanmen. Fu allora che decise di affiancare, alla sua attività imprenditoriale, anche quella di attivista dei diritti umani, contro il regime comunista cinese. Pechino, da allora, lo ha considerato una spina nel fianco e ha cercato, prima di boicottarlo, poi di ucciderlo, infine di eliminarlo con mezzi giudiziari.L'attività editoriale di Jimmy Lai iniziò nel 1990 con la fondazione della rivista Next, che prendeva apertamente di mira i dirigenti comunisti, sotto la protezione della libertà di stampa garantita dalla legge di Hong Kong. Nel 1993, per rappresaglia, la Cina chiuse tutti i suoi negozi. Ma nel 1995, invece che piegarsi, Lai fondò un secondo giornale anticomunista, il quotidiano Apple Daily, che ben presto divenne uno dei più letti di Hong Kong.Il regime di Pechino prese molto sul serio le critiche e le inchieste di Next e Apple Daily. Tanto che nel 2008 un anonimo milionario cinese, a Hong Kong, pagò l'equivalente di un milione di dollari un sicario per uccidere Jimmy Lai e il deputato Martin Lee. Il complotto per assassinare l'imprenditore dissidente e il politico democratico, fallì con l'arresto del killer e con la sua condanna, quando la giustizia di Hong Kong non era ancora politicizzata. Nel 2013 degli anonimi aggressori sfondarono la porta della casa di Jimmy Lai con un'auto e lasciarono un'ascia e un machete, come segni intimidatori. Nelle manifestazioni del novembre 2014, Lai subì l'aggressione fisica di militanti filo-Pechino. E nel gennaio 2015 sia la casa dell'editore che la sede di Next vennero attaccate con bombe incendiarie.Queste pesanti intimidazioni non fermarono Jimmy Lai che, dal 1997, si era convertito al cattolicesimo. Anzi, ne rafforzarono la determinazione, religiosa e politica, a continuare a lottare. I comunisti cinesi hanno però trovato il modo di silenziarlo, solo quando hanno messo le mani direttamente su Hong Kong, ponendo fine alla sua autonomia. Come risposta alle manifestazioni di massa pro-democrazia dell'estate 2019, approfittando del lockdown dei primi mesi della pandemia di Covid-19, Pechino impose alla città la sua Legge sulla sicurezza nazionale, con cui può arrestare e processare cittadini per reati politici. Jimmy Lai venne arrestato nell'agosto 2020, mentre la polizia irrompeva nella sede di Apple Daily. L'accusa era quella di aver "cospirato con potenze straniere" ai danni degli interessi nazionali cinesi.Dopo aver arrestato Lai, le autorità di Pechino hanno anche spento la voce della sua più importante creatura editoriale. Con un raid in diretta televisiva, 500 poliziotti hanno fatto irruzione nella sede dell'Apple Daily, il 17 giugno 2021, arrestando cinque dirigenti e sequestrando computer e hard disk. Le autorità di Hong Kong, al tempo stesso, sequestravano l'equivalente di 2 milioni e mezzo di dollari alla casa editrice e alle imprese ad essa collegate, rendendo di fatto impossibile la sopravvivenza del quotidiano. Che infatti dovette chiudere i battenti appena una settimana dopo.Jimmy Lai non si è mai arreso, non ha mai scelto la via dell'esilio dorato (anche se ha avuto tutto il modo e il tempo per poterlo fare), si è fatto arrestare, continua a dichiararsi innocente e a battersi nel processo che lo vede imputato. In una delle ultime interviste rilasciate da uomo libero aveva dichiarato, all'agenzia Reuters, «Sono arrivato qui senza n
Sant'Orsola, di cui il 21 ottobre ricorre la festa, morì nel V secolo e fu una delle figure più amate del cristianesimo antico, ma è oggi dimenticata. Eppure, mille anni dopo la sua morte, il grande pittore veneziano Vittore Carpaccio ce ne ha restituito la storia nel celebre Ciclo di Sant'Orsola, uno dei capolavori del Rinascimento, oggi conservato e ammirato da tanti visitatori nelle Gallerie dell'Accademia di Venezia. Realizzato, tra il 1490 e il 1495 per la Scuola di Sant'Orsola – una confraternita laica dedicata alla santa – il ciclo pittorico racconta, in dieci grandi tele, la vita, il pellegrinaggio e il martirio di sant'Orsola e delle undicimila vergini, tratta principalmente da una Passio della Santa e dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, che sono anche le nostre fonti. Secondo questa tradizione, un re britannico, chiamato Noto o Mauro – la storia lo riconosce in Dionoto sovrano della Cornovaglia – aveva una sola figlia, Orsola, amata dal popolo per la sua dolcezza e venerata per la sua pietà. Mossa da profondo amore per Dio, Orsola aveva segretamente consacrato la propria verginità a Cristo, rifiutando ogni matrimonio terreno.
Nel maggio del 1987 il ventitreenne Kenneth Parks tenta di strangolare il suocero e uccide la suocera. Subito dopo si costituisce, ma dice di non ricordare niente, perché il tutto è successo durante un episodio di sonnambulismo. Assurdo? Eppure è un caso realmente accaduto.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/true-crime-mistery--5398711/support.
Nel maggio del 1987 il ventitreenne Kenneth Parks tenta di strangolare il suocero e uccide la suocera. Subito dopo si costituisce, ma dice di non ricordare niente, perché il tutto è successo durante un episodio di sonnambulismo. Assurdo? Eppure è un caso realmente accaduto.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/true-crime-mistery--5398711/support.
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Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».
Solo il 6% delle imprese italiane oggi dichiara benefici tangibili dall'IA-riduzione dei costi o nuovi ricavi-su un campione di circa 250 aziende tra grandi e PMI. Dato modesto? Sì. Sorprendente? No. Parliamo di tecnologie generative discusse seriamente da appena due anni, in un contesto di hype che gonfia le aspettative e paralizza le decisioni. Eppure la domanda è brutale: possiamo davvero permetterci di aspettare che la "maturità" arrivi da sola?È stata questa la domanda di partenza della chiacchierata di questa settimana con Filipe Teixeira, CEO & founder di AltermAInd.Dalla conversazione emerge una tesi netta: il piede va messo subito, e non solo il piede. L'IA non è un "nuovo canale" come fu il web: cambia il rapporto uomo-macchina da deterministico a relazionale, introduce un "advisor" digitale che riscrive i processi. Tradotto per il board: sperimentare sì, ma in modo intenzionale, su problemi reali o opportunità concrete, con perimetri chiari e metriche sensate. L'alternativa è la FOMO, che costa e non rende: molti hanno già speso senza ritorni pur di "poter dire di farlo". Meglio pochi casi d'uso, bene selezionati, che un catalogo di demo. E no, non servono milioni: il costo d'uso è sceso negli ultimi due anni e continuerà a scendere.Il vero collo di bottiglia, però, non è la tecnologia: è la governance. Nelle organizzazioni manca una regia trasversale che tenga insieme IT, business e operations; il risultato è l'"e-shadowing": strumenti personali, spesso a pagamento, usati fuori dal perimetro aziendale. È una bomba a orologeria per sicurezza, compliance e qualità. Senza una governance a 360 gradi si rischia di risolvere i problemi sbagliati, perdere le opportunità giuste e ritrovarsi fuori mercato mentre un nuovo competitor, abilitato dall'IA, comprime i tempi di ingresso a 3-4 anni. Domanda per i C-level: chi, in azienda, è responsabile di disinnescare questo rischio sistemico?C'è poi l'Europa, con GDPR oggi e AI Act domani. La sfida non è solo adottare modelli, ma farlo in modo conforme "by design", per evitare di tornare indietro tra sei mesi con i processi già in produzione. Il messaggio operativo è chiaro: selezionare fornitori e soluzioni che offrano percorsi di conformità verificabili e aggiornabili, non promesse generiche. Nel frattempo, serve "observability" dell'IA: costi, qualità, rischio e controllo regolamentare tracciati con la stessa disciplina con cui si governa una filiera mission-critical.Ultimo, ma decisivo, il tema delle competenze. Prima ancora della formazione tecnica, serve consapevolezza: passiamo dal "programmare" al "configurare e validare" modelli. I leader devono saper interrogare l'IA, comprenderne limiti e bias, spiegare e validare gli output. Non è filosofia: è l'unica base per ripensare strategia e processi con lucidità, scegliendo dove mettere l'IA in produzione e dove no. E ricordiamolo: l'aspettativa dei clienti sta cambiando. Dopo l'era delle app guidate dai social, l'interazione si sposta verso interfacce conversazionali e vocali; clic e filtri lasciano spazio al dialogo naturale con la macchina. Siamo pronti a riscrivere la customer experience su questo paradigma?C'è un'ultima nota, scomoda ma necessaria: il rischio reputazionale. Un chatbot generativo non controllato può essere portato-volontariamente-su temi sensibili e "rompersi" in pubblico, producendo risposte inaccettabili. È già successo. Per questo la governance include guardrail tecnici (moderazione, policy, audit) e processi (approvazioni, monitoraggio) prima, durante e dopo il rilascio. L'IA è un abilitatore potente ma indifferente: amplifica valore o danno con la stessa efficienza. Saremo noi a decidere quale dei due.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a dire anzitutto ai suoi discepoli:«Guardatevi bene dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena luce, e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne sarà annunciato dalle terrazze.Dico a voi, amici miei: non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete costui.Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate paura: valete più di molti passeri!».Parola del Signore.
Ci nutriamo ogni giorno di pensieri, emozioni, parole. Eppure, raramente ci chiediamo quanto di ciò che entra nella nostra mente ci fa davvero bene? In questo episodio vi guido in una riflessione potente sull'importanza del “cibo mentale”: ciò che ascoltiamo, le persone che frequentiamo, le vibrazioni che accogliamo — tutto influisce sul nostro equilibrio interiore. Scoprirai come proteggere la tua energia dalle provocazioni e dalle disarmonie esterne, e come mantenere alta la tua frequenza anche in mezzo al rumore del mondo. Un viaggio nel silenzio, nella consapevolezza e nella scelta di nutrirsi solo di ciò che eleva. Perché la tua energia è sacra. E imparare a custodirla è il primo passo verso una vita più luminosa.Nell'episodio cito il video che ho pubblicato sul mio canale YouTube: Come schermarsi dalle negatività. Lo puoi vedere e ascolare quiSeguimi su Substack e abbonati gratuitamente per ricevere il contenuto che pubblico soltanto qui.IL MIO PROSSIMO EVENTO DAL VIVO? Meditazione, mantra e mudra - 19 ottobre Milano. Info qui. Se l'episodio ti è stato utile, condividilo e lascia un commento!
Ci sono storie che non fanno rumore. Storie dimenticate, nascoste nei margini dei libri di scuola, tra le pieghe della memoria collettiva. Eppure, sono quelle storie a tenerci in piedi. Quelle che ci insegnano la forza, la dignità, il coraggio.Ho deciso di raccontarle. Di dare voce alle donne d'Italia.Perché credo che siano loro, le nostre madri, le vere forze trainanti della vita e della nazione. Donne che hanno resistito, che hanno creato, che hanno amato in silenzio, mentre il mondo spesso voltava lo sguardo altrove.Questo nuovo viaggio nasce da un bisogno profondo: non dimenticare. Non dimenticare chi ha aperto la strada, chi ha lottato per i diritti, chi ha inventato, curato, insegnato, ispirato.Le Donne d'Italia non è solo un podcast. È un atto d'amore verso la memoria. È un omaggio a tutte le donne della nostra storia: quelle famose e quelle sconosciute, quelle dei palazzi e quelle dei vicoli, quelle che hanno fatto la Storia e quelle che la Storia non ha mai voluto scrivere.In ogni puntata racconteremo una vita, una voce, una storia che merita di essere ascoltata. Da Elvira Notari, la prima regista italiana, alle madri della Repubblica, da chi ha dato la libertà al Paese a chi ancora oggi tiene unita la nostra identità.Perché il futuro non esiste senza memoria. E la memoria non vive senza voce.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/levocididentro--1541984/support.Parliamo degli Italiani all'estero.
A Gaza la pace continua a essere un modo elegante per dire che la guerra ha cambiato forma. Oggi, mentre a Palazzo Chigi si discute di «ricostruzione» e il ministro Tajani la chiama «svolta storica», le autorità locali aggiornano il bilancio a 67.938 morti. Poche ore fa due palestinesi sono stati uccisi a est di Gaza City, altri corpi sono stati consegnati senza nome, e il valico di Rafah è rimasto chiuso. Quattrocento camion di aiuti aspettano ancora il permesso di entrare, mentre le famiglie restano accampate tra le rovine, in attesa di sacchi di farina che non arrivano. Nella Striscia la fame e la sete hanno preso il posto dei droni. L'acqua resta sotto i sei litri al giorno per persona, gli ospedali funzionano al sedici per cento, la carestia è totale. È la definizione esatta di genocidio a bassa intensità, come lo chiamano i giuristi dell'Onu: una morte lenta, calcolata, con la burocrazia al posto delle bombe. L'assedio è diventato la nuova normalità, una prigione amministrata da chi decide chi può respirare e chi no. Eppure da Roma si parla di «ripartenza». Il governo annuncia un inviato speciale e promette «scuole nuove» dove non ci sono più bambini. L'Europa si limita a riattivare missioni “in standby” e a ripetere che serve una pace “giusta e duratura”. Ma la giustizia non è nei dossier: è sepolta sotto le macerie insieme ai nomi delle vittime. Nelle stesse ore, a Khan Younis e Rafah si continua a scavare con le mani, tra le tende e la polvere, per ritrovare corpi che nessuno registra più. Gaza non è in ricostruzione. È ancora sotto assedio. E ogni volta che qualcuno pronuncia la parola “pace” mentre l'acqua resta chiusa, quel silenzio fa più rumore di un bombardamento. Per questo tutti gli occhi devono restare su Gaza. #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Per meccanismi purtroppo noti ai sociologi dei media, le carceri sono di nuovo sparite dal dibattito pubblico. Eppure nelle prigioni italiane si continua a morire, non solo perché ci si suicida. Secondo i calcoli di Ristretti Orizzonti sono già 192 i detenuti morti in carcere. L'emergenza non c'è più, perché quello che doveva emergere è già emerso. A Sollicciano. A San Vittore. A Regina Coeli, dove pochi giorni fa è crollato un pezzo della seconda rotonda del carcere e una parte dei detenuti sfollati è stata spedita in Sardegna. Come un pacco postale.
Le idee sono il frutto di incontri, contaminazioni, tentativi.Nascono da una conversazione, da un dubbio, da un'intuizione che qualcuno raccoglie e qualcun altro fa crescere.Eppure, in molti contesti lavorativi, si incontra spesso chi se ne appropria e non vede l'ora di dire: “È mia., come se il valore di un'idea dipendesse da chi la firma, e non da chi l'ha resa possibile.In questa puntata di Area d'Impatto, ti invito a cambiare prospettiva: le idee non si possiedono, si costruiscono.E ciò che fa davvero la differenza non è avere tutte le risposte, ma saper generare le #domande giuste, quelle che aprono e connettono.È lì che nasce la vera #leadership:nella capacità di creare spazi in cui le idee possano emergere, circolare e diventare di tutti.#AreaDImpatto #empowerment #Sviluppo
Nella puntata del 15 ottobre di Degiornalist - Gli Spaccanotizie è stata ospite l'avvocata penalista Luana Sciamanna e... notare bene: avvocata, non avvocato. Lei stessa ha voluto spiegare sui propri social la scelta e ne ha parlato anche ai nostri microfoni: «Mi pare assolutamente scontato declinare al femminile il ruolo di una professionista, eppure nel mio mondo c'è qualche malumore per questa cosa e non ho ancora capito come mai - ha raccontato a Fabiana e Claudio Chiari -. Non sono scelte ideologiche o politiche, semplicemente gli altri si sentono provocati e reagiscono in modo aggressivo». Addirittura c'è chi pensa che tenere "avvocato", al maschile, suggerisca maggiore competenza nel fatto di svolgere il proprio incarico.
Gli ostaggi sono tornati a casa e duemila detenuti palestinesi hanno lasciato le carceri israeliane. È una grande vittoria quella di Donald Trump, l'inizio di un percorso che metterà la parola fine a due anni di massacri e devastazione. Eppure al consesso di oggi a Sharm el-Sheikh il tavolo diplomatico è gremito, talmente affollato di attori diversi e dagli interessi divergenti che viene da domandarsi quanto potrà arrivare lontano questo piano di pace. Ne parliamo con l'ambasciatore Pasquale Ferrara, ex direttore politico alla Farnesina, Valentina Furlanetto, inviata di Radio24 a Tel Aviv, e con Ehud Olmert, politico israeliano, già primo ministro di Israele.
Silvano Petrosino"Tutto, subito, sempre. La tentazione magica della società del pieno"Torino Spiritualitàwww.torinospiritualita.orgwww.circololettori.itTutto, subito, sempre. La tentazione magica della società del pienodomenica 19 ottobre 2025 h 17 | Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, aula della Cameracon Silvano Petrosino, filosofoLa nostra società, quella del cosiddetto “primo mondo”, vive immersa nel consumismo e nella tecnologia. Due fattori che hanno cambiato profondamente il nostro modo di guardare la realtà: tutto ci appare immediato, sempre disponibile, a portata di mano. Internet e il supermercato sono i luoghi simbolo di questa illusione del “tutto-subito-sempre”, che si impone come una verità indiscutibile. Eppure, dietro questa mentalità si nasconde qualcosa di spiazzante: una sorta di tentazione magica, una ammaliante chimera di pienezza. Ma come mai una società che ama definirsi razionalista e iper-tecnologica conserva un legame così forte con l'immaginario magico?Silvano Petrosino, filosofo, è professore di Filosofia della comunicazione e Antropologia religiosa e media all'Università Cattolica di Milano. Oggetto principale dei suoi studi sono il rapporto tra razionalità e moralità, l'analisi della struttura dell'esperienza e il rapporto tra la parola e l'immagine. Attraverso le sue traduzioni e monografie, ha introdotto in Italia il pensiero di Lévinas e Derrida. Tra le pubblicazioni più recenti, tutte per l'editrice Vita e Pensiero: Dove abita l'infinito (2020), Piccola metafisica della luce (2021), Le fiabe non raccontano favole (2023) Letture. La verità della finzione (2024), Potere e religione (2025).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Andrea Merlotti"Ludovica di Savoia"Una principessa nell'ombrOlschki Editorewww.olschki.itLudovica di Savoia (1629-1692), primogenita di Vittorio Amedeo I e Cristina di Francia, fu una personalità centrale e influente alla corte sabauda in un periodo particolarmente critico sullo scenario internazionale. Eppure, forse per l'imbarazzo del precoce ed endogamico matrimonio, quando aveva appena tredici anni, con lo zio ex cardinale, la sua figura è rimasta sostanzialmente nell'ombra. Esito di un progetto avviato nel 2021, il volume intende “fare luce” sulla principessa – intorno alla quale non esiste quasi alcuna ricerca storica – che per un cinquantennio fu silenziosa protagonista nella corte e nella politica sabauda.Andrea Merlotti, storico, dirige dal 2008 il Centro studi del Consorzio delle Residenze Reali Sabaude. Ha curato vari libri su riti e cerimonie nelle corti europee, fra cui: Le tavole di cortefra Cinque e Settecento (Bulzoni, 2013); Le cacce reali nell'Europa dei principi (Olschki, 2017); Paggi e paggerie nelle corti italiane: educare all'arte del comando (Olschki, 2021); con P. Cozzo e A. Nicolotti, The Shroud at Court. History, Usages, Places and Images of a Dynastic Relic (Brill, 2019). Fra i suoi libri, L'enigma delle nobiltà. Stato e ceti dirigenti nel Piemonte del Settecento (Olschki, 2000) e, con P.Bianchi, Storia degli Stati sabaudi 1416-1848 (Morcelliana, 2017). Ha curato diverse mostre, fra cui, con A. Rodolfo, Arazzi e cerimonie alla corte dei papi (Reggia di Venaria, 2023) e, con S. Ghisotti e C. Goria, Sovrani a tavola. Pranzi imbanditi nelle corti italiane (ivi, 2023-2024).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
®Da George Clooney a Barack Obama al più recente Pedro Pascal: i maschi con i capelli grigi sono percepiti come maturi e autorevoli, se non addirittura sexy. Nelle donne, invece, il capello grigio o bianco è ancora piuttosto un tabù, segno di un invecchiamento da nascondere il più a lungo possibile, grazie a tinture bionde, more o rosse e alla complicità (a pagamento) di un bravo parrucchiere. Eppure, soprattutto a partire dal covid, ci sono donne di 50 o 40 anni, o anche più giovani, che decidono di smettere di tingersi. Una scelta minoritaria e controcorrente rispetto ai canoni estetici e sociali vigenti, che ha dato vita anche a dei veri e propri movimenti sui social media, come #Grombre o #Grayhair.Quali sono le ragioni che animano queste donne? E come vivono, da grige, in un mondo in cui il capello bianco femminile costituisce ancora un'eccezione?A partire dall'intervista alla fotografa Ghislaine Heger, autrice della mostra fotografica Silver power. Des Romandes fières de leurs cheveux gris, andiamo a conoscere le storie di Bianca, Giulia, Patricia e Yasmina: quattro donne della Svizzera italiana con i capelli grigi.Prima emissione: 9 settembre 2025.
Attraverso un processo di autoconsapevolezza, possiamo imparare a gestire le difficoltà della vita e a fare scelte più allineate con la nostra vera natura. Eppure spesso evitiamo questo viaggio interiore, ci interessa solo l'esteriorità. E allora? Forse è il momento di fermarci e di guardarci dentro. Lascia un commento nella nostra community! https://discord.gg/hDVGVd2
Un buon recupero è un pilastro fondamentale per chi si allena con regolarità. Eppure, tra i vari fattori che condizionano la performance fisica, il sonno è spesso trascurato. Uno studio pubblicato su Medicine & Science in Sports & Exercise ha indagato in modo rigoroso l'impatto di una restrizione moderata ma sostenuta del sonno sulla qualità e quantità della prestazione durante esercizi di forza. I risultati sono chiari: dormire poco per più giorni compromette la qualità dell'allenamento, aumentando la percezione dello sforzo e gli indicatori di stress.
Parlare di morte non è facile. Non è facile… perché ci tocca. Perché ci ricorda che non abbiamo il controllo. Che nulla è garantito. Che nulla è per sempre. Eppure, se c'è qualcosa che può insegnarci a vivere davvero, è proprio lei: la morte. In questo episodio del podcast, non ti offro parole preconfezionate o spiritualismi vuoti. Non ti dirò che “va tutto bene”, perché quando perdi qualcuno — o qualcosa — non va bene. Fa male. Ti spezza. Ti mette a nudo. Ti invito ad attraversare quel vuoto. A sentirlo. A non bypassarlo. A darti il permesso di essere fragile, umana, viva. Perché non esiste un modo giusto per affrontare la morte. Esiste il tuo modo. Quello che ti permette di rimanere intera, anche mentre ti senti in pezzi. E poi, un giorno, arriva anche la rinascita. Non perché hai dimenticato, ma perché hai fatto spazio. Non perché hai superato il dolore, ma perché hai imparato a respirare dentro di lui. 01:40 Vivere come se fossimo eterne 03:35 Il dolore della perdita 04:48 Prepararsi alla morte 06:24 La paura di sentire il dolore 08:44 Le morti simboliche nella vita 11:34 Lasciare andare per rinascere 13:57 Il permesso di continuare a vivere 15:29 Il ruolo della Death Dula
Ines Testoni"Essere eterni"Manifesto contro la morteIl Saggiatore Editorewww.ilsaggiatore.comUna delle cose che abbiamo compreso nel corso della nostra storia è che la morte è, tra tutte, l'esperienza più universale e ineludibile. Eppure, nello stesso momento in cui noi esseri umani abbiamo realizzato la sua esistenza, abbiamo anche iniziato a desiderare il suo superamento. Questo desiderio ha dato vita nei millenni a superstizioni fugaci e religioni millenarie, visioni mistiche e fantasie letterarie, sistemi filosofici complessi e ricerche scientifiche postumane, ma ognuna di queste soluzioni ha finito per alimentare una ulteriore voglia di allontanare i limiti che la biologia ci ha imposto. In queste pagine Ines Testoni ripercorre la tradizione del pensiero occidentale per offrire nuove risposte a un presente assieme colmo di disincanto rispetto alla possibilità di una vita spirituale dopo la morte e ossessionato dalla necessità di sconfiggere il tempo. Ripercorrendo le riflessioni di Parmenide sul nulla assoluto, «impensabile» e «inesprimibile», e gli studi della psichiatra Elisabeth Kübler-Ross sui malati terminali, la sensazione di eternità provata e descritta tra gli altri da Jorge Luis Borges e le conclusioni di Baruch Spinoza o Emanuele Severino, Testoni tenta di individuare una nuova via per superare il terrore dell'annientamento senza finire in derive autoritarie o nichilistiche. Essere eterni è un manifesto per liberarci dall'angoscia della fine. Un invito a ripensare il rapporto tra tempo, morte e trascendenza in modo non dogmatico, riconoscendo attraverso la ragione ciò che siamo davvero: esseri in bilico tra il desiderio di assoluto e la coscienza della nostra fragilità. Perché quando riusciremo a scoprire ciò che ci rende, da sempre, immortali, allora potremo anche trovare un modo radicalmente nuovo di vivere questa esistenza.Ines Testoni (Brescia, 1957) è professoressa di Psicologia sociale e Psicologia delle relazioni di fine-vita, perdita e morte presso l'Università di Padova, dove dirige anche il master Death Studies & the End of Life e il corso di perfezionamento di CAT: Creative Arts Therapies, finalizzato al supporto di persone discriminate. Con il Saggiatore ha pubblicato Il grande libro della morte (2021) e Il terzo sesso (2023).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
«Le due flotte che si affrontarono a Lepanto erano il prodotto di una tecnologia affinata nel corso dei secoli e di colossali investimenti da parte dei tre imperi, l'ottomano, il veneziano e lo spagnolo, che insieme governavano tutto il mondo mediterraneo. La costruzione delle 400 galere fu possibile solo grazie all'esistenza di impianti industriali all'avanguardia come gli arsenali di Venezia e di Istanbul, e allo sfruttamento spietato di risorse forestali in via di esaurimento; i governi dovettero ricorrere a mezzi estremi per reclutare i 60.000 rematori necessari. Eppure, quando le due flotte si incontrarono era praticamente certo che una delle due sarebbe stata cancellata in poche ore…»Dal Festival della Mente 2009 di Sarzana, il prof. Barbero racconta la battaglia di Lepanto del 1571.Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Quante volte hai sentito la frase: “Sei molto di più di ciò che pensi di essere”? Ammettiamolo, a volte suona come una frase da poster motivazionale. Eppure la scienza e l'esperienza ci dicono che è la pura verità.Clicca qui per approfondire (link attivo dalle 5:00 AM del 29/09/25) https://psinel.com/sei-molto-di-piu-di-cio-che-pensi-di-essere/Sei Psicologa/o? Stiamo creando una squadra di professionisti partecipa al Sondaggio https://newmanspirit.typeform.com/to/cq3TyGC1Mindfitness è il nostro percorso gratuito per sviluppare il legame tra energia mentale e fisica. L'ho fatto insieme ad un grande professinista il dott. Valerio Rosso (medico psichiatra). Iscriviti gratis cliccando quiSe ti piace il podcast adorerai il mio Nuovo libro: “Restare in piedi in mezzo alle Onde - Manuale di gestione delle emozioni”... https://amzn.eu/d/1grjAUS- Vuoi Imparare a Meditare? Scarica Gratis Clarity: https://clarityapp.it/- Instagram: https://www.instagram.com/gennaro_romagnoli/I NOSTRI PERCORSI: https://psinel.com/corsi-online/https://lifeology.it/
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
«Le due flotte che si affrontarono a Lepanto erano il prodotto di una tecnologia affinata nel corso dei secoli e di colossali investimenti da parte dei tre imperi, l'ottomano, il veneziano e lo spagnolo, che insieme governavano tutto il mondo mediterraneo. La costruzione delle 400 galere fu possibile solo grazie all'esistenza di impianti industriali all'avanguardia come gli arsenali di Venezia e di Istanbul, e allo sfruttamento spietato di risorse forestali in via di esaurimento; i governi dovettero ricorrere a mezzi estremi per reclutare i 60.000 rematori necessari. Eppure, quando le due flotte si incontrarono era praticamente certo che una delle due sarebbe stata cancellata in poche ore…»Dal Festival della Mente 2009 di Sarzana, il prof. Barbero racconta la battaglia di Lepanto del 1571.Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Oggi appare un'epoca remota, che si studia sui libri di storia, quella che vide gli italiani lasciare lavoro e famiglia per partire per il fronte. Eppure è ancora possibile rievocare quella generazione che negli anni '50 portò i ricordi di quella esperienza ai propri figli.
Fabio Sebastiani"Se non torna il canto"Distopie e approdi attraverso il Realismo terminaleNota introduttiva di Guido OldaniEnsemble Edizionihttps://www.edizioniensemble.it/Oggi chi si avvicina alla poesia non può non farlo senza una chiara allusione a una sorta di impegno civile. Questo ha ben poco a che vedere con la poesia civile in quanto tale, se non altro perché rispetto alle ricorrenze storiche che l'hanno vista primeggiare, a partire da Dante, abbiamo di fronte uno scenario umano – ma anche culturale ed economico – sì profondamente diverso ma ugualmente inquietante. Eppure, come tra il 1200 e il 1300 è netta la sensazione di una “ricostruzione”, che debba però contemporaneamente avere la forza di guardare avanti. E come in quel frangente, il linguaggio assume un ruolo strategico. La poesia più che i poeti, devo dire, oggi viene gettata violentemente nella realtà, costretta a subirne la nominazione, a rifare i conti, profondi, con il suo statuto, a correre in soccorso degli uomini. Sotto un profluvio di merci e simboli che ci sovrasta e ci azzera, rendendo vano il tempo per noi, l'umanità ritenta il suo viaggio come in preda al puro istinto, ma contando in salde radici, nelle sue profondità archetipe, e nella storia stessa del linguaggio che ha trasferito la “storia”, appunto, fin dentro il codice genetico della nostra specie. Il Realismo terminale sostiene fortemente questo complicato e necessario percorso della poesia perché traccia altrettanto fortemente il disincanto e la consapevolezza portando a chiederci se non sia il caso di dislocare la metafora per propiziare una crescita nella conoscenza dell'umano: dare le gambe al cambiamento se da soli ci sentiamo impotenti e offesi. Il titolo della plaquette, a suo modo, rimette al centro il perimetro entro il quale tentare di muoversi: il rovesciamento. Mentre fuori tutto appare “distopico”, ovvero fuori dal suo luogo abituale, e forse lo è strutturalmente, dentro occorre tessere approdi per evitare débacle. Un invito esplicito al lettore a guidarsi e a farsi guidare perché ciò di cui abbiamo bisogno, a mio modesto parere, è più di un semplice salvagente. Abbiamo bisogno della tessitura del canto, riconoscendo l'affidarsi. Togliamoci dalla testa che questo possa avvenire tra individui, sicuramente non nella misura che ci occorre oggi. Forse non facciamo davvero a tempo a surclassare il cambiamento antropologico in atto. O meglio, l'affidarsi è verso l'altro in tutti e due i sensi; ma senza un linguaggio svincolato dalle pastoie in cui è finito non potrà accadere nulla di rilevante. La poesia, soprattutto, può dare il suo reale contributo. Il Realismo terminale rimette al centro valori importanti nell'antropologia umana come lo scuotimento e una insuperabile lezione di autoironia. Senza scuotimento e autoironia non può esserci il riconoscersi. E la similitudine rovesciata ne è la premessa necessaria.Fabio Sebastiani vive e lavora a Roma. È giornalista, conduttore radiofonico, autore di saggi, poeta. È stato caporedattore di «Liberazione» fino al 2012 . Con Ensemble ha pubblicato Molecole semplici per rivoluzioni complesse (2018).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Ormoni femminili, ciclo mestruale e menopausa: tutto ciò che devi sapere con la dott.ssa Lucia RiganelliPuoi trovare la dott.ssa Lucia Riganelli qui https://www.instagram.com/dott.ssa_riganelli_ginecologa/oppure qui https://www.esedramedicalcenter.it/team/lucia-riganelli/Gli ormoni influenzano ogni fase della vita di una donna: dall'adolescenza alla menopausa. Eppure, sul ciclo mestruale, sulla contraccezione e sulla terapia ormonale ci sono ancora troppi tabù e disinformazione.
È il 1978. L'Italia è in ginocchio: la crisi economica morde, gli equilibri politici della Prima Repubblica si incrinano ogni giorno di più, e il terrorismo, rosso e nero, semina paura e morte. È un anno buio, segnato da tensioni, incertezze e dolore. Eppure, proprio in quel contesto cupo e carico di angoscia, qualcosa del tutto inaspettata inizia a muoversi… nel cielo. Da Nord a Sud, giorno e notte, centinaia di italiani alzano lo sguardo e raccontano la stessa cosa: luci misteriose, oggetti che sfidano le leggi della fisica, presenze che nessuno sa spiegare. Un'ondata senza precedenti di avvistamenti UFO attraversa il nostro paese, catalizzando l'attenzione dei media, degli inquirenti, e perfino dei servizi segreti. Che cosa accadde davvero in Italia nel 1978? Era tutto frutto della suggestione collettiva, o dietro quella pioggia di segnalazioni si nasconde qualcosa di più? Seguitemi: oggi riavvolgiamo il nastro di quell'anno cruciale per scoprire un capitolo sorprendente, e spesso dimenticato, della nostra storia recente.Una produzione Think about Science: thinkaboutscience.comCon: Massimo Polidoro e Giulio Niccolò Carlone; Video editing: Elena Mascolo, Fotografia: Claudio Sforza; Musiche: Marco Forni; Logo e animazioni: Zampediverse; Social - Comunicazione: Giacomo Vallarino - Grafiche: Roberta Baria; Distribuzione audio: Enrico Zabeo; Titoli: Jean SevillaÈ ARRIVATO IL MIO NUOVO LIBRO: "Una vita ben spesa. Trovare il senso delle cose con Leonardo, Einstein e Darwin": https://amzn.to/4leRDOR LEGGI UN ESTRATTO: https://bit.ly/4jRHXIN LEGGI la mia graphic novel: "Figli delle stelle" (con Riccardo La Bella, per Feltrinelli Comics): https://amzn.to/47YYN3KLEGGI: "Sherlock Holmes e l'arte del ragionamento" (Feltrinelli), il mio ultimo libro: https://amzn.to/3UuEwxSLEGGI: "La meraviglia del tutto" l'ultimo libro di Piero Angela che abbiamo scritto insieme: https://amzn.to/3uBTojAIscriviti alla mia NEWSLETTER: L' "AVVISO AI NAVIGANTI": https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainavigantiAderisci alla pagina PATREON, sostieni i miei progetti e accedi a tanti contenuti esclusivi: /massimopolidoroScopri i miei Corsi online: "L'arte di Ragionare", "Psicologia dell'insolito", "L'arte di parlare in pubblico" e "l'Arte del Mentalismo": https://www.massimopolidorostudio.comPER APPROFONDIRELe musiche sono di Marco Forni e si possono ascoltare qui: https://hyperfollow.com/marcoforniLEGGI i miei libri: "Sherlock Holmes e l'arte del ragionamento": https://amzn.to/3UuEwxS"La meraviglia del tutto" con Piero Angela: https://amzn.to/3uBTojA"La scienza dell'incredibile. Come si formano credenze e convinzioni e perché le peggiori non muoiono mai": https://amzn.to/3Z9GG4W"Geniale. 13 lezioni che ho ricevuto da un mago leggendario sull'arte di vivere e pensare": https://amzn.to/3qTQmCC"Il mondo sottosopra": https://amzn.to/2WTrG0Z"Pensa come uno scienziato": https://amzn.to/3mT3gOiL' "Atlante dei luoghi misteriosi dell'antichità": https://amzn.to/2JvmQ33"La libreria dei misteri": https://amzn.to/3bHBU7E"Grandi misteri della storia": https://amzn.to/2U5hcHe"Leonardo. Genio ribelle": https://amzn.to/3lmDthJE qui l'elenco completo dei miei libri disponibili: https://amzn.to/44feDp4Non perdere i prossimi video, iscriviti al mio canale: https://goo.gl/Xkzh8ARESTIAMO IN CONTATTO:Ricevi l'Avviso ai Naviganti, la mia newsletter settimanale: https://mailchi.mp/massimopolidoro/avvisoainavigantie partecipa alle scelte della mia communitySeguimi:Patreon: massimopolidoroCorsi: massimopolidorostudio.comInstagram: @massimopolidoroPagina FB: Official.Massimo.Polidoro X: @massimopolidoro Sito: http://www.massimopolidoro.comQuesta descrizione contiene link affiliati, il che significa che in caso di acquisto di qualcuno dei libri segnalati riceverò una piccola commissione (che a te non costerà nulla): un piccolo contributo per sostenere il canale e la realizzazione di questi video. Grazie per il sostegno!
ll caso di Francesca Albanese infiamma l'opinione pubblica: la censura e la confisca dei beni personali non può mai essere una soluzione perché è una violazione dei diritti fondamentali. Eppure, nonostante tutto, l'Occidente continua a dimostrare di essere servo del potere.Inoltre: i tre pagliacci “presidenti bitcoiner” truffano i loro cittadini (ovvero il racconto del fallimento dell'uomo forte), un virus nelle librerie Javascript preoccupa anche i bitcoiner, e il paper della settimana teorizza come il network bitcoin potrebbe funzionare su Marte.It's showtime!
Healthy Busy Life - Cambia la tua vita, un'abitudine alla volta
Ti hanno detto che basta svegliarsi un po' prima e fare due o tre cose per te. Eppure… non lo fai. O ci provi per qualche giorno e poi molli. La verità? Non è pigrizia, e nemmeno mancanza di forza di volontà. È che nessuno ti ha mai spiegato cos'è davvero una morning routine.Non è una lista rigida da spuntare, né un rituale patinato da Instagram. La morning routine è uno strumento vivo, che cambia con te: con le stagioni che attraversi, con i tuoi impegni, con gli imprevisti della vita. In questo episodio smontiamo insieme i falsi miti che ti tengono bloccata e ti racconto: