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"Penso ancora che sia giusto il taglio delle accise, ma si fanno i conti con la realtà e purtroppo stiamo affrontando una situazione emergenziale che ci impone di fare alcune scelte". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella sua rubrica "Gli appunti di Giorgia" su Facebook. "Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina", aggiunge.mgg/gtr
“È una coalizione unita. Ci presentiamo per vincere. Questa narrazione che senza i Cinque Stelle non si vince non la condivido perché già nel 2018 il Centrosinistra ha vinto e i competitor erano i Cinque Stelle e il Centrodestra. Penso che abbiamo le carte in regola per vincere”. Lo ha detto Alessio D'Amato, candidato alla presidenza della Regione Lazio. xl5/pc/gsl
“È una coalizione unita. Ci presentiamo per vincere. Questa narrazione che senza i Cinque Stelle non si vince non la condivido perché già nel 2018 il Centrosinistra ha vinto e i competitor erano i Cinque Stelle e il Centrodestra. Penso che abbiamo le carte in regola per vincere”. Lo ha detto Alessio D'Amato, candidato alla presidenza della Regione Lazio. xl5/pc/gsl
Citações e trechos do livro “Ecstatic Poems” de Kabir. Um dos maiores místicos da Índia, Kabīr (1440 - 1518) foi um dos grandes poetas místicos ou santos-poetas da Índia medieval. Filósofo, igualmente imerso em teologia e pensamento social, música e política. Kabir não se definia como hindu, muçulmano ou sufi. Ele desprezava credos, denominações e ascetismos, levando a filosofia oriental a um novo rumo. Tecelão e iletrado, o grande mestre indiano do século XV discorreu, em linguagem acessível, sobre o amor místico e a comunhão com o divino. Suas palavras são marcadas por ousadia retórica e sutileza conceitual. Irreverente e acusado de heresia, veio a ser considerado santo por hinduístas, muçulmanos e siques. Para Kabir, a vida foi reduzida a um jogo entre a alma de cada homem (atman) e Deus (paramatma); Alcançar a união de ambos seria a missão da vida terrena. Transmitidos de geração a geração, seus poemas orais condensam e harmonizam as mais sublimes aquisições do ioga e do sufismo.
Omelia della festa del Battesimo di Gesù 2023. “È bene che si compia ogni giustizia”. Questa frase un po' sibillina di Gesù, che solo il Vangelo di Matteo riporta, ci apre a una riflessione sul senso del battesimo e di alcuni nostri atteggiamenti nei confronti delle tradizioni. Penso sia meraviglioso poter risignificare la nostra realtà, partendo proprio da ciò che a volte facciamo fatica a comprendere.
Procuro semear otimismo e plantar sementes de paz e justiça. Digo o que penso, com esperança. Penso no que faço, com fé. Faço o que devo fazer, com amor. Eu me esforço para ser cada dia melhor, pois bondade também se aprende. Mesmo quando tudo parece desabar, cabe a mim decidir entre rir ou chorar, ir ou ficar, desistir ou lutar; porque descobri, no caminho incerto da vida, que o mais importante é o decidir.
Attivisti di ultima generazione imbrattano e vandalizzano i muri della sede del senato, vengono arrestati ed oggi il processo in direttissima, voi cosa ne pensate?
A cura di Daniele Biacchessi Cosa muove migliaia di persone giunte a Roma per l'ultimo saluto alla salma di Benedetto XVI in Vaticano? Non basta solo la fede, c'è dell'altro: un affetto profondo per quel Papa conservatore e rivoluzionario, teologo e praticante. Una moltitudine umana si è messa in fila, ordinata e composta, arrivata da ogni parte d'Italia e del mondo, compie lo stesso gesto, e lo farà fino al 5 gennaio con i funerali. “Grazie a lui ho ritrovato la fede e spero mi stia vicino in questo periodo difficile della mia vita in cui devo affrontare delle cure oncologiche” ha raccontato una donna. “Non lo abbiamo conosciuto perché siamo troppo giovani ma abbiamo sentito la necessità di rendergli omaggio”, ha spiegato una coppia di Vicenza. “Sono venuto da Milano con un gruppo di parrocchiani. Penso sia stato come una bussola, le sue parole hanno indicato la strada anche nel nascondimento con una finezza d'animo che non si trova più” ha spiegato un prete. Gente semplice, umile, di poche parole. È il popolo di Joseph Ratzinger. Al corpo di Benedetto XVI, che è stato trattato per l'esposizione in San Pietro, è stata messa la talare bianca che ha portato dall'elezione nella Cappella Sistina, il 19 aprile 2005, fino alla morte, avvenuta il 31 dicembre 2022. Sopra la talare bianca, alle spoglie del Papa emerito sono state messe le vesti liturgiche: sono bianchi il camice e l'amitto gli copre il collo, poi la stola presbiterale, la tunicella e la casula rosse. E intorno a Ratzinger sfilano i fedeli, Capi di Stato come Sergio Mattarella e di Governo come Giorgia Meloni. Benedetto XVI sarà sepolto nella stessa cripta che ha ospitato le spoglie di Giovanni Paolo II, nelle grotte vaticane. Una scelta che era stata fatta dallo stesso Ratzinger per l'ultimo tratto di strada che porta alla Storia.
La motivazione migliore è quella interiore, quella che aderisce al tuo essere, autoprodotta ed autoalimentata. La motivazione profonda sta alla base di ogni altra motivazione. Motivazioni aggiuntive non fanno male: perseguire un obiettivo, un successo, risolvere un problema, migliorarti. Ci sono molte strade che possono consentirti di dare forza alla tua motivazione, alcune sono valide per tutti, altre, invece, saranno solo tue. In questa puntata trovi due utili consigli: come individuare ed allontanare due fattori che contribuiscono alla mancanza di motivazione, e come dare forza e ricaricare, anche con piccole cose – ma molto potenti – la tua motivazione focale. “Penso che sia possibile per le persone comuni scegliere di essere straordinarie” (T. Morrison)- Puoi leggere la trascrizione dell'audio qui: https://annarosapacini.com/dai-forza-alla-motivazione- E da questa pagina puoi iscriverti gratuitamente al mio podcast Comunicare per essere®: https://annarosapacini.com/podcast/ una filosofia di vita pratica e concreta, che permette di mettere da subito in atto il cambiamento- CounselCoaching, Corsi, Comunicazione valoriale, Relazioni, Professione, Benessere. Con la Grafologia evolutiva®, soluzioni e percorsi sempre e solo su misura Per informazioni sul mio metodo, sugli strumenti e sui percorsi attivabili scrivi a info@annarosapacini.com- Rinforza la tua motivazione e la tua visione interiore: ogni giorno, per te, nuove prospettive che potrai applicare per trasformare la tua vita. Seguimi su Meta-Facebook e sul tuo social preferito, cerca “Annarosa Pacini”➡️ E non dimenticare di iscriverti al mio canale YouTube https://www.youtube.com/@AnnarosaPacini
"Entro la fine dell'anno presenterò la proposta legge di attuazione e, ragionevolmente, nel giro di 10-12 mesi dovrebbe venire approvata. Penso che i primi trasferimenti di funzioni avverranno dal primo gennaio 2024". Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli, rispondendo alla domanda su quando sarà attuata la riforma dell'autonomia.xb5/trl/gsl
Álvaro Vasconcelos, antigo director do Instituto de Estudos de Segurança da União Europeia, cujas análises sobre Relações Internacionais são frequentemente ouvidas nas antenas da RFI acaba neste mês de Dezembro de publicar o seu mais recente livro, "Memórias em Tempo de Amnésia", um relato na primeira pessoa sobre o seu percurso de vida que nos primeiros anos passou por Moçambique e pela África do Sul. Dividido em dois volumes cujo primeiro é intitulado "Uma campa em África", este livro conta a vivência do autor na cidade da Beira onde chegou aos 9 anos em 1953 e onde residiu durante 12 anos, antes de ir estudar em Joanesburgo durante os anos 60. A violência da época colonial, os debates políticos e culturais que então alimentavam a sua geração estão no centro desta obra cujo objectivo é desconstruir narrativas como, por exemplo, o lusotropicalismo que continua ainda hoje a sustentar discursos políticos de negação do que foi o colonialismo português. Na entrevista concedida por Álvaro Vasconcelos que dividimos em 2 episódios, o estudioso começa por evocar o que o animou na escrita deste livro. RFI: O que o levou a escrever este livro? Álvaro Vasconcelos: Eu escrevi com a seguinte preocupação: vivemos uns tempos -sobre os quais aliás temos conversado- em que há a tentação de "alindar" o passado, esquecer todas as distopias, todos os crimes, toda a violência, toda a desigualdade do passado. Isto é uma realidade em Portugal em relação às colónias, em relação ao que foi o colonialismo, em relação ao que foi a ditadura salazarista. Quando eu vi a extrema-direita crescer um pouco pelo mundo inteiro, com essa narrativa que é uma "retrotopia", mas que é uma narrativa que no fundo sempre existiu em Portugal, de negar os crimes do colonialismo, eu pensei "eu que vivi essa geração, eu que vivi em África, eu que vi os crimes que foram cometidos, tenho um dever de memória". Eu chamo este livro "Memórias em Tempo de Amnésia", referindo-me a esta tentativa de esquecer o passado e de o embelezar, de novamente fazer do colonialismo português uma "obra civilizatória". RFI: No começo deste livro, fala de um episódio ao qual assistiu em Moçambique e que foi um pouco o mote para esta obra. Poderia contar-nos? Álvaro Vasconcelos: Foi um dia com muito sol. Dias de sol é o que havia mais na cidade da Beira onde eu vivia. Vinha do liceu, a caminho de casa e vejo um jovem negro rodeado por um grupo de homens brancos que o pontapeavam e chamavam-lhe todos os palavrões que sabiam acompanhados pela palavra "preto". Eu fiquei extremamente perturbado, senti-me impotente e de certa forma cobarde por não poder ir socorrer este jovem negro cujo único "crime" era ter respondido a um insulto. Cheguei a casa perturbadíssimo e disse ao meu pai, "ó pai, aconteceu isto, eu estava nervosíssimo". O meu pai diz "estás assim tão aflito, tão nervoso, porque tiveste um sentimento de impotência". Eu comecei a pensar sobre isso. Ou seja impotência, porquê? Porque aquele indivíduo que estava a ser brutalmente agredido e que tinha mais ou menos a minha idade, estava a ser agredido porque não tinha direitos. E quem não tem direitos, é vítima de todas as violências. RFI: Isto aconteceu numa altura em que estava a viver em Moçambique. Estamos a falar dos anos 50. Como recorda essa época? Álvaro Vasconcelos: Recordo sem nostalgia, sem pensar que foram os melhores anos da minha vida. Recordo como tendo vivido numa cidade que eram duas: uma cidade 'branca' onde eu vivia, havia acesso à cultura, havia acesso à vida fácil, e uma cidade 'negra' em que os negros viviam num sistema de trabalho forçado que se prolongou até praticamente à minha saída da Beira. Podemos dizer que o trabalho forçado era uma herança directa da escravatura. Aliás, o Bispo da Beira de então, Dom Sebastião Soares Resende, quando chegou à Beira nos anos 40 ele disse "na Beira há escravatura". Nos anos 50, voltou a dizer "na Beira há escravatura e muito dura". Ou seja, aquela qualidade de vida que os brancos tinham na sua "bolha" , tinha de ser sustentada nas costas de pessoas que eram obrigadas a trabalhar por um salário absolutamente miserável, que comiam farinha e peixe seco -quando muito- e que faziam iguarias para as pessoas das casas. Além disso, no exterior da Beira, fora da cidade, na indústria açucareira ou algodoeira, tudo aquilo era baseado em trabalho escravo, trabalho forçado. Havia aquilo que se chamava os "recrutadores" que eram homens que tinham como objectivo -com a ajuda da administração portuguesa- de "recrutar" pessoas para trabalhar. Muitas vezes eram apanhadas à força e levadas para os sítios onde iriam ser obrigados a trabalhar. Portanto era trabalho forçado, quase trabalho escravo. RFI: Como é que se vive essa ambivalência de ser equiparado ao grupo dos opressores e ao mesmo tempo sentir essa opressão? Álvaro Vasconcelos: É complexo. Acho que em parte vive-se porque se vive numa "bolha". Nós, os jovens brancos da Beira, que íamos descobrindo os valores da liberdade, que líamos a grande literatura da pós-segunda guerra mundial, que nos apaixonamos pelo existencialismo, Sartre, Camus, Simone de Beauvoir, despertávamos para o Humanismo. Víamos o grande cinema que se podia ver na Beira -porque na Beira havia mais liberdade de acesso à cultura do que no resto do império português- víamos o "Couraçado Potemkin" do Eisenstein, víamos o neo-realismo italiano, víamos muitos filmes que eram proibidos em Portugal e nós, nessa "bolha", íamos construindo uma cultura Humanista, mas de certa forma, não tirávamos todas as consequências políticas e humanas daquela cultura. O nosso objectivo passou a ser acabar com a ditadura em Portugal. E ao acabar com a ditadura em Portugal, pensávamos que se acabaria com o colonialismo. Portanto, é uma situação de uma grande ambiguidade que evidentemente cria angústia porque vivíamos uma situação de racismo extremo, de 'apartheid'. Depois vivi na África do Sul. O 'apartheid' na Beira não era fundamentalmente diferente daquele que se vivia na África do Sul porque, num banco de jardim em que nos sentássemos na Beira, nenhum negro se sentaria ao nosso lado. Na África do Sul, também não se sentava porque estava escrito no banco que ele não se podia sentar. Essa era a diferença fundamental. Penso hoje que se vivia com grande angústia nesses tempos em que éramos, de facto, agentes do colonialismo. Beneficiávamos dele. Todo o colono de certa forma é agente do colonialismo porque repercute a vontade do colonizador pelo menos no seu meio social. Mas nós vivíamos numa "bolha". Era isso que fazia com que pudéssemos sobreviver naquelas circunstâncias. RFI: Estava a falar da leitura que fez da sua vivência em Moçambique quando passou a viver na África do Sul. A certa altura do livro, diz que o facto de ser confrontado ao racismo totalmente assumido do 'apartheid' na África do Sul fez com que visse mais claramente o que se passava em Moçambique naquela época. Álvaro Vasconcelos: Sem dúvida, porque na África do Sul, o 'apartheid' era assumido como lei, era uma barbaridade absoluta como era em Moçambique, mas ali completamente assumido como lei, sem qualquer tentativa de esconder que se vivia num regime racista, herdeiro no fundo das teorias racistas que levaram ao poder Hitler na Alemanha e que dominaram a Europa no anos 30, que levaram à segunda guerra mundial e ao Holocausto... e portanto, na África do Sul, estas teorias eram aplicadas e eram defendidas. Evidentemente, com o acesso enorme que tínhamos na universidade a toda a informação, a toda a literatura, às grandes revistas internacionais, o ambiente de discussão sobre o 'apartheid' e sobre o racismo era muitíssimo mais aberto, mais profundo do que era em Moçambique, porque em Moçambique estas questões falavam-se, mas nós falávamos mais em Moçambique do que era a ditadura portuguesa, do que era a desigualdade e das questões mais sociais. Não tínhamos uma discussão profunda sobre o racismo. De certa forma, vivíamos naquele ambiente e assumir que vivíamos num ambiente de segregação racial brutal era pôr em causa a nós próprios, às nossas famílias, aos nossos pais. Isto era extremamente doloroso e difícil, apesar de nós em Moçambique, eu e os meus amigos, adoramos a poesia da Noémia de Sousa que dizia "deixem passar o meu povo", líamos a poesia de José Craveirinha que falava "eu sou carvão, carvão da usina do branco". Fizemos um filme de que falo no livro sobre os negros que eram obrigados a ir à esquadra levar palmatoadas por partirem um prato em casa. Essa violência extrema a que nós assistimos em Moçambique, nós condenávamos, mas não discutíamos a questão do racismo e a questão do racismo era central na África do Sul. Era a questão que era discutida por todo o lado, na universidade evidentemente. Era o que era contestado, era a lei do 'apartheid', não era só a violência, a desigualdade, tanto mais que na África do Sul, os brancos tinham determinados direitos e determinadas liberdades democráticas e os negros não tinham esses direitos. Portanto, essa discussão do racismo na África do Sul, de facto, tornou muito mais claro o racismo em Moçambique.
Os mais de 190 países reunidos na Conferência das Nações Unidas sobre a Biodiversidade, em Montreal, no Canadá, chegaram a um acordo para proteger 30% do planeta até 2030 e para desbloquear 30 mil milhões de dólares de ajuda anual à conservação da biodiversidade por países em desenvolvimento. O ministro do Ambiente e Biodiversidade da Guiné-Bissau, Viriato Cassamá, afirma que, se o acordo for bem implementado, a humanidade estará a dar um passo histórica na preservação da biodiversidade. RFI: O que é que representa este acordo para o planeta? Viriato Cassamá: Este acordo, se for bem implementado, representa um marco histórico e a boa vontade da comunidade internacional em proteger os recursos da biodiversidade. O acordo prevê a protecção de 30% da biodiversidade do planeta até 2030. Do meu ponto de vista, temos de arranjar soluções para melhorar as condições de vida das comunidades que protegem estes recursos da biodiversidade. Sem uma acção robusta, este acordo não vai passar de um compromisso de boas intenções. Os países concordaram com um roteiro que visa proteger 30% do planeta até 2030. Em que é que consiste este roteiro? Penso que cada país irá trabalhar nesse sentido. No caso da Guiné-Bissau, o país já conta com 26% do nosso território nacional como área protegida. Todavia, é preciso fazer acções concretas, criar mecanismos capazes de gerar rendas para as comunidades que vivem nessas áreas protegidas. Se isso não for feito, não vamos conseguir proteger, nem preservar a nossa biodiversidade. Não podemos esquecer que a população é tributária desses recursos naturais. Anualmente serão disponibilizados cerca de 28 mil milhões de euros para a ajuda à conservação para os países em desenvolvimento. Como é que se vai traduzir esta ajuda? Quais são as áreas prioritárias? A ser aplicado, este fundo seria uma boa notícia para os países em desenvolvimento, países que concentram a maioria dos recursos da biodiversidade. É preciso que este projecto não acabe como o Fundo Verde Para o Clima, que devia contar anualmente com 100 mil milhões de dólares, até 2020, mas esse compromisso ainda não foi materializado. Espero que este anúncio do apoio de cerca de 30 milhões venha a concretizar-se, caso contrário não vamos conseguir proteger a nossa biodiversidade. Por mais vontade que tenhamos em proteger os recursos da biodiversidade, se não conseguirmos criar alternativas de vida e sustento para as comunidades mais fragilizadas, não vamos conseguir atingir esta meta. Diz que é preciso criar alternativas. Que alternativas serão essas? É preciso criar condições de vida para as comunidades que dependem directamente da biodiversidade. Precisamos de ensinar as pessoas a gerir recursos da biodiversidade de forma sustentável, criar escolas e mecanismos alternativos de renda para estas comunidades. Isto porque as comunidades indígenas dependem exclusivamente da biodiversidade. Este texto não esquece os povos indígenas, guardiões de 80 % da biodiversidade remanescente da terra. Quais são as garantias dadas a estas comunidades? O acordo é global. A meu ver, no futuro, vamos ter de trabalhar em acções concretas. Não havendo alternativas de renda, iniciativas locais sustentadas pela comunidade internacional, esta ambição [proteger 30% do planeta até 2030] não será exequível. É urgente criar leis mais robustas, pois quem delapida os recursos da biodiversidade não são os indígenas. Quem delapida os recursos da biodiversidade são os industriais que vêm de fora e, por essa razão, defendo que é preciso reforçar a legislação internacional. Há ainda o compromisso de restaurar 30% das terras degradadas e reduzir para metade o risco ligado aos agrotóxicos…. Sim, há esse compromisso. No entanto, tudo isso depende do financiamento. Os grandes países que conservam a biodiversidade, na sua maioria, são países que precisam de ajuda internacional para procederem à restauração das áreas degradadas. A restauração das áreas degradadas, estamos a falar de 30%, exigem acções concretas, como, por exemplo, a reflorestação e a introdução de espécies ameaçadas no seu habitat natural. A China apresentou uma proposta para resolver a eterna questão financeira entre o Norte e o Sul. O que é que se sabe sobre esta proposta? Ainda estamos no campo das intenções. Há uma grande discrepância entre o Norte e o Sul e não é de um dia para o outro que vamos atingir metas paralelas. Para se alcançarem essas metas, é preciso ter vontade política e mobilizar os países ricos. Esta proposta mexe com as economias de outros países. A República Democrática do Congo opôs-se a este acordo. Quais foram os argumentos evocados por este país? A Republica Democrática do Congo integra o grupo de países da Bacia do Congo que constituem o santuário da biodiversidade, a nível mundial. Mas o que é que estes países ganham com a protecção da biodiversidade? Penso que a Republica Democrática do Congo quer ver o retorno das acções que este grupo de países tem feito na protecção da biodiversidade. O secretário-geral da ONU, António Guterres, afirmou, recentemente, que a humanidade se tornou numa "arma de extinção em massa". Acredita que este «pacto” é uma tentativa de fazer a paz com a natureza, ou não passa de um acordo de intenções? Há aqui muitas hipóteses. Na minha opinião, este acordo só será exequível se houver uma consciencialização global para se sair das intenções e passar-se para o plano real. O homem precisa de reencontrar-se com a mãe natureza, mas este caminho exige acções concretas. No âmbito do clima, vimos que nas várias COPS, os resultados não passam de intenções. Na prática não se fez grande coisa. Espero que, no domínio da biodiversidade, saiamos das intenções para as acções concretas.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Partendo dalla prima lettura, il passo di Isaia, alla luce della figura del re Acaz, pone un grave problema di teologia della storia. Infatti il re Acaz non vuole chiedere un segno dal Signore per non metterlo alla prova. Quindi deve il cristiano pretendere che sia la fede a dettargli le risposte a problemi di tipo socio-politico o non deve piuttosto in questi casi far funzionare esclusivamente la ragione? Dio non vuole certo che l’uomo abdichi alla sua ragione, ma ci sono circostanze in cui Dio dà degli orientamenti precisi che l’uomo è tenuto a seguire e che spesso risultano, alla resa dei conti, i più adeguati, anche alla luce di strategie puramente umane. Dice il salmista nel salmo 23: “Del Signore è la terra e quanto contiene, l’universo e i suoi abitanti”. Quindi Dio è la risposta ultima al perché vivere, o meglio è lui che dà senso alla nostra esistenza. Cercare il suo volto è cercare risposte alle domande antropologiche di fondo, a cui nessuno è in grado di rispondere. Troppa gente nel contesto attuale sembra rifiutare di porsi domande e si arrende allo scetticismo. Mai dimenticare che siamo una domanda vivente: val la pena vivere? Gesù, il Dio-con-noi, è il luogo in cui trovare la risposta. La pagina dell’annunciazione rimane come un capolavoro che non si smette di ammirare. La venuta di Gesù nel grembo di Maria è il coronamento di un lungo itinerario di preparazione che ha attraversato l’intero primo testamento. Nel Vangelo di oggi ci sono tanti dettagli su cui riflettere però a me colpisce la piena e totale disponibilità di Maria. Infatti Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». L’ eccomi di Maria è davvero un “sia fatta la tua volontà” che recitiamo nel padre nostro e che si rinnova nella vita di ogni credente. Penso che ogni volta che si dica di sì a Dio, qualcosa cambia in noi, ma sempre in meglio. Ma anche il miglior uso che possiamo fare della nostra libertà è quello di metterla a disposizione della volontà di Dio. Scrisse il grande Dante: “E ’n la sua volontate è nostra pace”. Amen!
"Entro la fine dell'anno presenterò la proposta legge di attuazione e, ragionevolmente, nel giro di 10-12 mesi dovrebbe venire approvata. Penso che i primi trasferimenti di funzioni avverranno dal primo gennaio 2024". Lo ha detto il ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli, rispondendo alla domanda su quando sarà attuata la riforma dell'autonomia.xb5/trl/gsl
As piscinas do Sport Algés e Dafundo estão vazias. As cheias inundaram o clube centenário que agora tem agora de procurar outro lugar para treinar. António Bessone Basto garante que vão voltar mais fortes. See omnystudio.com/listener for privacy information.
"Penso che +Europa abbia le porte sempre aperte da noi, è un partito liberal democratico". Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda a Milano a margine del lancio della campagna elettorale del Terzo Polo a favore di Letizia Moratti per le elezioni regionali in Lombardia. Calenda ha anche aggiunto che "la Lega ha una frattura".xh7/trl/gsl
"Penso che +Europa abbia le porte sempre aperte da noi, è un partito liberal democratico". Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda a Milano a margine del lancio della campagna elettorale del Terzo Polo a favore di Letizia Moratti per le elezioni regionali in Lombardia. Calenda ha anche aggiunto che "la Lega ha una frattura". xh7/trl/gsl
"Penso che +Europa abbia le porte sempre aperte da noi, è un partito liberal democratico". Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda a Milano a margine del lancio della campagna elettorale del Terzo Polo a favore di Letizia Moratti per le elezioni regionali in Lombardia. Calenda ha anche aggiunto che "la Lega ha una frattura". xh7/trl/gsl
Ospiti: Orlando:" Conoscevo Sinisa parlo della persona: meravigliosa." Brambati:" Uomo e calciatore che mi ha lasciato tanto, penso alla sua famiglia meravigliosa." - Maracanà con Marco Piccari
"Penso che +Europa abbia le porte sempre aperte da noi, è un partito liberal democratico". Lo ha detto il leader di Azione Carlo Calenda a Milano a margine del lancio della campagna elettorale del Terzo Polo a favore di Letizia Moratti per le elezioni regionali in Lombardia. Calenda ha anche aggiunto che "la Lega ha una frattura".xh7/trl/gsl
Sou uma portuguesa que há já algum tempo que tem estado para lhe escrever, mas adiava sempre, pensando em tanto trabalho que deve ter. Por isso não queria ser para si mais uma carga. Hoje, porém, resolvi escrever para lhe testemunhar o eu apreço pela obra maravilhosa que está fazendo em tantas pessoas que tem ensinado e guiado através do seu site. Fico indignada quando leio aquelas coisas que lhe escrevem os que, com a alma cheia de fel, o deixam extravazar em frases cheias de raiva, mostrando bem o que lhes vai no coração. Penso que o amor não mora nos corações que o acusam...
“Chi sei tu, Michele?”: è da questo semplice ma complesso e plurisfaccettato quesito che ha preso vita “Cateto Acrobatico (Se penso a te)” (Pako Music Records), il nuovo suggestivo viaggio tra ritmo e riflessioni del cantautore marchigiano Michele De Martiis. Pop, rock, batteria, chitarre ed un entusiasmante richiamo al britpop – grazie anche all'utilizzo del […]
Si parla della Juve e gli Agnelli
Entrou esta segunda-feira, 5 de Dezembro, em vigor a decisão dos países da União Europeia, juntamente com o G7 e a Austrália, de impor um preço máximo de 60 dólares por barril, para a importação de petróleo vindo da Rússia, por via marítima. Sandra Dias Fernandes, especialista da Rússia ligada à Universidade do Minho, considera que a medida vai dificultar a venda de petróleo russo a outros mercados para além do europeu. RFI: Que impacto terá a decisão de impor um preço máximo de 60 dólares por barril, para a importação de petróleo por via marítima, a partir da Rússia? Sandra Dias Fernandes: O embargo e a decisão de impor um preço máximo vai fazer com que a Rússia tenha mais dificuldades em vender o seu petróleo para outros mercados que não o europeu. O transporte do petróleo implica navios com seguros, por exemplo, o acesso às facilidades portuárias e estima-se que 90% das seguradoras são de países do G7. Se o petróleo for vendido acima desse “tecto”, não será possível prestar esse serviço de seguro, obrigando a Rússia a vender menos petróleo e a um preço abaixo daquilo que é, neste momento, o preço de mercado do petróleo russo. De acordo com jornal Financial Times, Moscovo terá já preparado uma frota de petroleiros comprados à Venezuela e ao Irão para vender os seus produtos fora dos países que aplicam estas sanções. A Rússia vai conseguir contornar estas sanções? A Rússia já contorna várias sanções [que lhe foram impostas]. Esta decisão dos 27 Estados membros da União Europeia, que já é aplicada pelos Estados Unidos, Canadá, Austrália e Reino Unido, vai daqui a dois meses atingir não só o crude, mas também o petróleo refinado. Se observarmos, neste momento, as curvas de venda do petróleo russo verificamos, por um lado, uma diminuição abrupta no que se refere o abastecimento ao mercado europeu e, por outro lado, constatamos um crescimento no fornecimento do petróleo à China e à Índia. A grande questão é saber se existe capacidade para um redireccionamento tão consequente, uma vez que a Rússia- o segundo maior exportador mundial de crude- mantinha uma grande relação com o mercado europeu. Importa também lembrar que há países, nomeadamente os países Bálticos, que já cortaram completamente a relação energética com a Rússia. A prazo, ao nível das decisões políticas, percebemos qual é o caminho. Quanto às consequências, a ideia é continuar a comprar petróleo à Rússia, mas tentar diminuir ao máximo a capacidade de Moscovo conduzir a guerra na Ucrânia. É neste equilíbrio que nós nos encontramos. Até que ponto é que a Rússia vai contornar as sanções? Isso é algo que ainda não conseguimos medir hoje. Não sabemos como é que os países da Organização dos Países Exportadores de Petróleo-OPEP- vão reagir. Há um encontro agendado para o final desta semana. Tudo isto são variáveis que ainda estão por definir e que nos vão mostrar até que ponto a Rússia será atingida ou não. Recordo que aquilo que a Rússia encaixou, desde o início da guerra, com a venda de petróleo à União Europeia, é pouco mais do que o orçamento russo militar. Ou seja, a renda da venda de petróleo aos europeus equivale ao orçamento russo de defesa anual. A medida de fixar um preço máximo de 60 dólares por barril não agradou à Ucrânia, que queria que o preço fosse limitado a 30 dólares, nem à Rússia, que ameaçou cortar completamente os fornecimentos. Esta é a medida foi a medida possível e expõe, mais uma vez, a dependência energética da Europa? A dependência energética da Europa é uma realidade. Houve erros políticos na gestão desta dependência, erros assumidos pela Alemanha. No entanto, temos estado a assistir a novas políticas rumo à transição energética. O kremlin já veio dizer que esta decisão não vai ter qualquer impacto na ofensiva de Moscovo na Ucrânia, alertando contra uma desestabilização do mercado mundial de energia... Este é um cenário possível, embora a presidente da Comissão Europeia, Ursula von der Leyen, tenha vindo dizer que, pelo contrário, se prevê uma estabilização dos mercados energéticos. Agora quanto às declarações do Kremlin, as autoridades russas também afirmam que se trata de uma guerra justa, que foi atacada pela Ucrânia desde 2014 no Donbasd e que está a ganhar esta guerra. Temos sempre que relativizar as palavras que vêm do Kremlin. Porém, há aqui uma possibilidade da Rússia contornar outros mercados. O país anunciou outro tipo de seguros, permitindo que os navios naveguem com as cargas de petróleo russo. As próximas semanas serão decisivas para se perceber até que ponto o mercado energético mundial fica estabilizado ou destabilizado. Até que ponto a venda de petróleo russo será afectada, sendo que o impacto para a Europa é claro. Dois terços do petróleo russo vão deixar de chegar ao continente europeu através do mercado russo. Nos últimos tempos, a população russa tem vindo a defender a retoma das negociações de paz com a Ucrânia. Considera que Vladimir Putin, enfraquecido pelas sanções económicas, possa ceder à pressão da população? Desde que a guerra começou [24 de Fevereiro], Vladimir Putin tem vindo a demonstrar que não tem preocupações económicas. Se é certo que o mês de Setembro trouxe uma alteração profunda da posição da população, com a aprovação do decreto de mobilização da população para a frente da guerra, não devemos esquecer que estamos a falar de um regime autoritário. Penso que o efeito que vem da rua não se fará sentir sobre a liderança de Vladimir Putin.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Partendo dalla prima lettura, la Parola di oggi risuona come un incoraggiamento. Infatti dice il profeta Isaia: “coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi”. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi… Penso anche il Vangelo si inserisce nella stessa logica e che appunto ha come protagonista un paralitico: “Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi»”. Alla luce del brano di oggi, Gesù ci fa capire che il peccato è peggiore della malattia, che la paràlisi del corpo potrebbe essere determina da quella dell’anima. Ecco perché la prima preoccupazione di Gesù è di liberare quell’uomo dal peccato. Fortunatamente questo paralitico aveva amici creativi che con una manovra abbastanza difficile lo calarono dal tetto. Questo gesto può essere interpretato come una sorte di intercessione presso Gesù da parte degli amici. È proprio vedendo la loro determinazione che Gesù interrompe la discussione e fa ciò che lo caratterizza principalmente: perdona e guarisce. Questo perdono donato, invece di suscitare gratitudine in coloro che fino a un minuto prima discutevano con Lui, provoca indignazione: “Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?»”. Si chiede il Salmista: se il Signore considera le nostre colpe chi sussisterà? Dio è ricco di perdono. Infatti il perdono risana il rapporto con Dio troncato dal peccato. Questo tempo di Avvento è una grande opportunità per ciascuno di noi per rinnovare la propria relazione con Dio, perché Egli viene a salvarci. Amen!
"Non devono essere più visti come contenitori di cose, vecchi e polverosi, devono poter attrarre tutti e per attuare questo processo bisogna puntare sull'avanguardia tecnologica. Penso ad esempio al metaverso", ha detto l'assessore regionale ai Beni culturali. xd9/ads/gtr
Muito mudou desde que Guilherme Fonseca esteve no “Humor À Primeira Vista”. Começou a escrever com Ricardo Araújo Pereira, com Bruno Nogueira e abriu espetáculos de stand-up comedy para Louis CK, no Maxime Comedy Club. Lança agora o primeiro livro a solo, “Deve ser, deve”. Uma viagem humorística pelos negacionismo e a chalupice. See omnystudio.com/listener for privacy information.
Artigo publicado na Nature Biotechnology apresenta uma espécie de super penso rápido que cura feridas profundas 25% mais rápido.
Davide Sannazzaro"Fiera Piemontese dell'Editoria"Cavallermaggiore (Cuneo)La percezione condivisa della lettura come fulcro del pensiero e del ragionamento, la volontà di promuovere una manifestazione capace di cogliere le sfumature e le sensibilità dei piccoli editori locali, il desiderio di costruire un evento ramificato in grado di intercettare l'attenzione del pubblico e delle scuole in particolare. Erano questi gli obiettivi dei cavallermaggioresi che nel 1994 ipotizzarono per la prima volta una fiera del libro cittadina. Premesse ambiziose concretizzatesi negli anni al punto da rendere oggi la Fiera Piemontese dell'Editoria di Cavallermaggiore un'iniziativa di profondo valore letterario e culturale che trascende i meri confini regionali.Merito di una programmazione attenta che sa intrecciare i grandi nomi del panorama nazionale con gli autori locali e gli esordienti, ma merito soprattutto di una filosofia organizzativa che rifugge dal confinamento temporale per farsi portavoce di una divulgazione culturale diluita nel tempo. Se da un lato, infatti, la fiera vera e propria si svilupperà i prossimi 3 e 4 dicembre, dall'altro gli incontri con gli autori di più ampio respiro e i laboratori con le scuole proseguiranno fino a primavera inoltrata, per un evento che intende accompagnare nel lungo periodo la crescita intellettiva delle nuove generazioni.«Siamo alla vigilia di questa ventinovesima edizione – il commento del sindaco di Cavallermaggiore, Davide Sannazzaro, e del presidente della Pro Loco di Cavallermaggiore, Samuel Lerda – e come sempre l'orgoglio si sovrappone alla riconoscenza verso gli ideatori della manifestazione, i volontari, gli sponsor e i collaboratori. La Fiera Piemontese dell'Editoria rappresenta un momento importante per il tessuto sociale cavallermaggiorese per la sua capacità di attrarre turisti e curiosi dall'esterno, ma è parimenti una tappa di un percorso più ampio che abbiamo costruito negli anni con le scuole del territorio e che culminerà nei prossimi mesi con tanti incontri di caratura nazionale. Una profonda riconoscenza, infine, alle ventisette case editrici regionali e ai loro autori che ancora una volta hanno accettato il nostro invito».Mercoledì 30 novembre a Marene, ore 18:30, Giancarlo Caselli, ospite di Cuneiforme.Autori locali, dunque, ma anche grandi nomi legati alla cultura nazionale grazie alla collaborazione con la rassegna “Cuneiforme” promossa da Progetto Cantoregi e dalle Terre dei Savoia. «La Fiera Piemontese dell'Editoria rappresenta un momento di grande spessore culturale che ben si interseca con le progettazioni che stiamo portando avanti in questi anni» dichiara il presidente delle Terre dei Savoia, Valerio Oderda. «Penso a Cuneiforme, ovviamente, ma anche a “Biblioteche in Festa” che abbiamo lanciato quest'anno per la prima volta proprio in collaborazione con gli amici di Cantoregi. Una condivisione di intenti che dimostra come l'azione di Terre dei Savoia non sia decontestualizzata e indipendente, ma viceversa complementare alle singole attività dei comuni».Sabato 3 dicembre con l'inaugurazione ufficiale alle ore 10.00 nello spazio incontri dell'Ala Comunale di Cavallermaggiore, quindi spazio a laboratori artistici, letture partecipate e incontri con gli autori. Interverranno Serenella Quarello (alle ore 10.00 laboratorio per bambini tratto dal libro “Estintopedia”, CameloZampa), Alessandro Dutto (ore 11.00, “Kamilù ha i piedi buoni”, Araba Fenice) e Attilio Celeghini (ore 12.00, “Crepuscoli coscienti”, Ferrari Editore). Nel pomeriggio si inizierà alle 14.00 con la presentazione del libro “Noi, Voci invisibili” (Elisa Schininà, Le chateau Editore) promosso dalla Odv “La voce di Elisa. A seguire il laboratorio Katy-kat nei locali della biblioteca civica, organizzato dal Consorzio S.E.A. in collaborazione proprio con la Biblioteca Civica Nuto Revelli di Cavallermaggiore per sensibilizzare i più piccoli ad una corretta raccolta differenziata. A partire dalle ore 15.30, invece, sarà la volta di Antonella Manduca e Sergio Bergese (“Scrivere in giallo, il racconto noir da cosa nasce e perché?” promosso da Argonauta Edizioni), Giorgio Fissore e Silvia Allocco (ore 16.30, “Il pastore senza nome”, Effatà). Alle ore 21.00, poi, il climatologo Luca Mercalli presenterà il libro “Il mio orto tra cielo e terra” (Aboca) in dialogo con il professor Duccio Chiapello e il presidente Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta Giorgio Prino.Accanto alla tradizionale esposizione libraria, i confronti e le presentazioni proseguiranno anche nella giornata di domenica sempre nello spazio incontri dell'Ala Comunale. Parteciperanno in tal senso Romina Panero con il tradizionale appuntamento “Nati per leggere” (ore 10.00), Ornella Giordano (ore 11.00, “Il ragazzo smarrito”, Araba Fenice), Ivana Ballocco (ore 12.00, “Margherita Rosso – Una vita nel donarsi”), Enrico Cabianca (ore 14.00 “Grato del mio destino. Un nome, un uomo, una famiglia”, Robin), Claudia Villero e Luisio Luciano Badolisani (ore 15.00 in dialogo sul tema “La lettura femminile del mito”) e Fabrizio Milla (ore 15.30, “De antrio tertio”, Clavilux). La tradizionale consegna della Costituzione ai diciottenni (ore 17.00) farà infine da preambolo alla chiusura musicale affidata alla poliedrica Simona Colonna (ore 18.00 al Teatro San Giorgio). Una due giorni impregnata di stimoli e di suggestioni che continueranno, come detto, nei mesi a venire con il coinvolgimento dei ragazzi e degli studenti, nella convinzione che “aprire libri” significhi “aprire la mente”.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
L'esempio dei genitori e gli oltre due decenni trascorsi in radio con SBS hanno insegnato molto a Manuela Caluzzi, che riflette sulla sua vita nella terza parte dell'intervista a lei dedicata.
"Penso che la manovra sarà accolta come è giusto che venga accolto un provvedimento sano e che tiene conto della necessità di non indebitare ulteriormente questa nazione". Così il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, a margine del Forum internazionale dell'agricoltura e dell'alimentazione di Coldiretti.xb1/sat/gsl
Gene Gnocchi è stato nostro ospite a Lunch Press. Abbiamo parlato di Mondiale e di trequartisti da Savicevic a CDK!Visita il nostro sito www.radiorossonera.it per essere sempre aggiornato sul mondo MilanIscriviti al nostro canale youtube per seguire tutte le nostre dirette e guardare i nostri contenuti https://www.youtube.com/c/RadioRossonera1899
Un altro capolavoro di Pit Enjoy Ever e Paola Boni. Uno SPLATTER che sconsiglio ai deboli di stomaco e ovviamente ai minori di 14 anni. Penso sia la storia più terrificante mai scritta da noi. Paola Boni è semplicemente straordinaria! Colonna sonora:. Horror Music Epic Sound Background Music No Ads (No Copyright) --- Send in a voice message: https://anchor.fm/pit-enjoy-ever/message
Con Piano Finanziario abbiamo parlato di pianificazione efficace e del perché le persone non pianificano più. Ci sono 2 motivi principali: il primo riguarda la credenza che pianificare tolga il romanticismo della vita e ci illuda di poterla controllare. Io credo che non si pianifichi per raggiungere per forza alcuni obiettivi, pianifichiamo per avere chiara la nostra visione finale e spendere il nostro day-by-day per cercare di realizzarla. Il secondo motivo riguarda il fatto che pensiamo che chi pianifica, chi si pone grandi obiettivi e sogni ambiziosi, sia uno sciocco. Penso che, invece, dovremmo ritrovare il coraggio di essere ambiziosi.
Sandro Piccinini è stato nostro ospite durante il Talk di ieri. Le sue parole sul passaggio del turno del Milan in Champions League e sul momento di Rafael Leao.
Carlos Passerini è stato nostro ospite durante Radio Rossonera Talk. Ascolta le sue parole su #DinamoMilan e sul momento di Charles #DeKetelaere.
00:00 Centrodestra, Silvio Berlusconi parla, come sapete su Zelensky e Ucraina, e succede un gran casino con gli audio pubblicati da Lapresse. La Meloni risponde: “Stop a Berlusconi”. 04:40 Il […]
Ciao Elena, cosa ne pensi di halloween? Le mie bambine amano i travestimenti, amano i pipistrelli - beh sono topi con le ali, come si può non amarli? A primo impatto ho pensato “Beh cosa dovrei pensare di halloween se non un modo per permettere ai bambini di travestirsi e giocare con zucche e pipistrelli di carta”? Poi mi sono fermata un attimo e a mente licida ho pensato: Halloween nel mondo adulto viene associato alla paura, agli scherzi e al terrore. Temi che nel mondo dei bambini potrebbero trasformarsi in qualcosa di complesso e difficile da comprendere. E quindi… parliamone! A te piace Halloween? Dimmelo su Instagram: @elenacortinovis_ ti aspetto!
Fabio Capello è stato nostro ospite durante Radio Rossonera Talk. Le sue parole su Chelsea-Milan, Charles De Ketelaere e Rafael Leao.
A polícia portuguesa vai executar, já a partir deste sábado (1), um esquema de segurança no entorno da Faculdade de Direito da Universidade de Lisboa, local de votação na capital portuguesa. Caroline Ribeiro, Lisboa Em nota, o comando metropolitano responsável pela área, que articula as ações com o consulado-geral do Brasil em Lisboa, diz que a segurança vai ser feita para “garantir a regularidade e serenidade do ato eleitoral, bem como assegurar a mobilidade em toda a área envolvente face à expectável afluência de milhares de eleitores àquela zona da cidade”. A polícia também afirma que tem “um dispositivo de segurança para garantir eventuais festejos que possam ocorrer na cidade”. A votação vai ocupar 33 salas no prédio da faculdade. A jornalista Ticiana de Castro lembra bem de como fica o movimento no local. Morando em Lisboa há seis anos, a cearense votou nas eleições de 2018. “Eu me senti um pouco temerosa porque vi pessoas discutindo do lado de fora. Assim que desci da estação de metrô pra votar, já comecei a ver a movimentação de pessoas. Depois, vendo as notícias, vi que houve bate boca entre os polos diversos, da direita e da esquerda”, conta a jornalista. Movimentos que devem aumentar, isso porque Lisboa se tornou a cidade com o maior número de eleitores fora do Brasil. Agora, 45.273 pessoas votam na capital portuguesa, número 113% maior do que o das eleições de 2018. Profissional de marketing, Ananda Garcia vai votar pela primeira vez desde que se mudou para Lisboa. Ela tentou participar na última eleição, mas na época perdeu o prazo para transferência do domicílio eleitoral. “Eu fui um pouco ingênua. Quando fui me organizar vi que o prazo tinha acabado meses antes. Por isso mesmo ,dessa vez já comecei a me organizar ano passado, estava olhando sempre o site para submeter meu pedido de transferência e deu certo dessa vez”, conta Ananda. Em 2018, a faculdade recebeu 61 sessões eleitorais. Este ano vão ser 118. De 28 urnas eletrônicas na última eleição, agora vão ser 58. E o número total de mesários passou de 108 para 232 este ano. As urnas eletrônicas para a capital portuguesa já chegaram e todas foram testadas. Cinco apresentaram algum tipo de falha durante a checagem, que foram resolvidas seguindo orientações do cartório eleitoral de Brasília. Apenas uma urna precisou ser substituída. As 58 que vão ser utilizadas já estão lacradas e só voltam a funcionar no domingo, dia 2. Durante uma coletiva de imprensa, representantes do consulado do Brasil em Lisboa reforçaram a importância de os eleitores no exterior baixarem o aplicativo e-título, da justiça eleitoral, para confirmarem o número da seção em que votam. A cônsul-adjunta, Izabel Cury, explicou que vai ser montado um check-in na entrada da faculdade para evitar aglomerações. “Diante desses números que, de fato, são impressionantes, um aumento de mais de 100%, vai ser expandido o território dentro do edifício da faculdade a ser utilizado para instalação das urnas. Como, em respeito às leis eleitorais, a gente deve evitar ao máximo a aglomeração, nos preocupa que as pessoas venham informadas. Logo na entrada a gente pretende montar uma espécie de check-in. Isso tende a facilitar o fluxo e o processo”, explicou Cury. Para evitar aglomerações, descumprimentos da lei eleitoral e possíveis conflitos entre apoiadores de candidatos diferentes no interior do prédio, o cônsul Wladimir Valler Filho explicou que o número de seguranças privados, 10 até o momento, poderá ser aumentado. Em Portugal também há locais de votação nas cidades do Porto, na região norte, e em Faro, na região sul. Ao todo, o país tem 80.866 pessoas aptas a votar, um crescimento de 106% em relação a 2018. Portugal é agora o segundo maior colégio eleitoral do exterior, ultrapassando o Japão e atrás apenas dos Estados Unidos. A cientista política Ana Paula Costa, vice-presidente da Casa do Brasil de Lisboa, analisa que o aumento expressivo do número de eleitores em Portugal está relacionado ao crescimento da imigração brasileira no país. “A comunidade brasileira já é a maior há alguns anos em Portugal, mas nos últimos dois, três anos, aumentou muito. Hoje, já somos mais de 200 mil brasileiros. Penso que isso reflete também o aumento de eleitores”, diz a cientista política. “A vida do imigrante é lá e cá. Nós não deixamos de nos preocupar com as questões políticas, econômicas, sociais, por viver no exterior, pelo contrário”, complementa. A cientista política ressalta que as decisões do governo definem acordos e medidas que impactam a vida dos brasileiros no exterior. “A política externa no Brasil é organizada internamente, então votar, exercer esse direito estando no exterior faz todo sentido. Todas as matérias relacionadas às relações exteriores do Brasil, à postura dos consulados, embaixadas, isso afeta a vida do imigrante, que, apesar de viver fora, não está de forma alguma alheio às questões políticas do Brasil”. O voto dos brasileiros no exterior continua sendo obrigatório. Quem não vota fica irregular com a justiça eleitoral, o que pode afetar procedimentos fundamentais para quem vive fora, como a renovação do passaporte.
La parola “tanto” è molto frequente in italiano... fin troppo! È giunto il momento di variare un po' e in questo articolo scoprirai tutti i modi per sostituirla, in base al significato che esprime. Alternative a TANTO in italiano Prima di cominciare, facciamo chiarezza: quando si usa la parola "tanto"? E cosa esprime? TANTO si utilizza per: riferirsi a qualcosa (sostantivo) che si presenta in grande quantità (in questo caso, concorda con il sostantivo in genere e in numero); per enfatizzare, rendendolo più intenso, un avverbio o un aggettivo (in questo caso, resta invariato); per riferirsi ad un'azione (verbo), sottolineandone la grande frequenza o intensità (anche in questo caso resta invariato). Esempi:In biblioteca ci sono tanti libri. [sostantivo]Oggi sono tanto nervoso, non me ne va bene una! [aggettivo]Lucia e Marco si amano tanto e presto si sposeranno. [verbo] Per creare ancora più enfasi, “tanto” può essere accompagnato da veramente, davvero, oppure si usa la forma al superlativo tantissimo.Esempi:Ieri mi sono divertita veramente tanto!Sono davvero tanto contenta di averti conosciuto.La lezione di storia non mi è piaciuta: mi sono annoiata tantissimo. Vediamo ora come si potrebbe sostituire TANTO! MOLTO - ASSAI - PARECCHIO Queste alternative hanno la stessa funzione di “tanto” e possono essere utilizzate negli stessi contesti e negli stessi modi. Esempi:Le lezioni di musica mi appassionano assai! [verbo]Il negozio è fornitissimo: ci sono molti capi di abbigliamento tra cui scegliere. [sostantivo]Penso che le tue parole siano parecchio offensive. [aggettivo]Dovete rispondere molto attentamente! [avverbio]È assai difficile riuscire ad avere un appuntamento col direttore! [aggettivo]Luca ha comprato parecchi libri, ma non ne ha letto nessuno. [sostantivo] “Molto” e “parecchio” concordano con il sostantivo se si riferiscono a un sostantivo, proprio come “tanto”. “Assai” invece resta sempre invariato, a prescindere dalla parola che accompagna. UN SACCO - UN BOTTO - UNA MAREA - UN CASINO Queste alternative a “tanto” sono estremamente informali, perciò si usano soprattutto in contesti colloquiali, quando si parla con amici, parenti e persone che si conoscono molto bene. Esempi:Ci siamo divertiti un casino alla festa di Stefano. [verbo]Ho una marea di compiti da finire per domani! [sostantivo]Abbiamo camminato un botto ma ne è valsa la pena! [verbo]Alla protesta sono venute un sacco di persone. [sostantivo] Dagli esempi si possono dedurre alcune cose molto importanti: 1 - Queste alternative (un sacco, un casino, un botto e una marea) si usano sempre in riferimento a un sostantivo o un verbo. Il loro uso in riferimento a un aggettivo o un avverbio è molto, molto raro. 2 - Quando queste alternative si riferiscono a un sostantivo, devono essere seguite dalla preposizione DI (un sacco di persone, una marea di compiti) 3 - Un dubbio molto frequente tra gli studenti di italiano in merito a queste espressioni è: dopo “un sacco di + sostantivo plurale” (es. un sacco di persone) ci vuole il verbo singolare (perché “un sacco” è singolare) o il verbo plurale (perché il sostantivo è plurale)? Qui si fa di solito una CONCORDANZA A SENSO. Cosa significa? Significa che non si rispettano le regole grammaticali di concordanza, ma si segue piuttosto il senso, privilegiando le parole che danno il significato generale alla frase.Perciò, il verbo concorderà con il sostantivo “principale”, quello dopo la preposizione DI. Esempi:Una marea di persone vanno in spiaggia a Ferragosto.Un sacco di studenti hanno scelto di iscriversi al nostro corso. IN ABBONDANZA Questa alternativa si usa solo in riferimento a sostantivi o verbi. Esempi:Puoi cenare da noi: c'è cibo in abbondanza, da sfamare un esercito! [sostantivo]Hai giocato in abbondanza con i tuoi amici. È il momento di tornare a casa e fare i compiti! [verbo]
Join host Adam Michalski as he interviews Ophir Penso, VP of Channel Partnerships & Indirect Sales at monday.com. They discuss how Ophir has scaled monday.com's growth through strategic Channel partnerships.Topics Covered:Ophir's Journey to PartnershipsStructure of Ophir's Partnership EcosystemCore vs. Non-Core MarketsOnboarding for PartnersWhat to AvoidPartner with monday.com:Ophir's LinkedInmonday.comPartner with monday.comCareers at monday.comSponsors:Partnership LeadersPartneredSubscribe at www.partneredpodcast.com.Interested in joining the podcast? Reach out to hello@partnered.com.
La prima volta che Dio dice: "Non è buono" di qualcosa non è per un peccato... ma per la solitudine. Siamo stati creati con il bisogno di essere in contatto con altri. Se questo bisogno scompare, mancherà qualcosa nella vita. La chiesa esiste affinché le persone possano incontrarsi e vivere in supporto l'uno dell'alto.---Predicatrice: Jean GuestCLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 9 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 34 minutiAll'inizio di quest'anno mio figlio minore e la sua compagna sono andati in vacanza a fare escursionismo nel parco nazionale di Yosemite, negli Stati Uniti. Mentre erano lì, continuavo a ricevere messaggi da parte loro di quanto fosse meraviglioso il paesaggio, del fatto che il tempo fosse bello, ma non troppo caldo, e un messaggio su quanto fossero simpatiche le persone con cui si erano ritrovati al campeggio. Dopo una dura giornata di cammino, loro e gli altri giovani si riunivano intorno al falò, condividevano il cibo e i racconti delle loro vite - Tom dice che è stato incredibile incontrare così tante persone interessanti provenienti da tutto il mondo, che ti hanno fatto "sentire parte di qualcosa di più grande". C'era però una tenda in cui le persone non partecipavano e non parlavano mai. All'inizio tutti pensavano che forse non parlassero inglese o che fossero timidi, ma quando la coppia ha continuato a respingere tutte le avances, alla fine si è trasformato in un piccolo gioco su chi potesse spiegare la freddezza della coppia, perché sembrava davvero strano. Credo che la supposizione favorita sia stata che fossero in fuga dall'FBI. Quando gli esseri umani non cercano la compagnia di altri esseri umani sembra un po' strano. Nella nostra cultura pop il serial killer sembra sempre essere un solitario; il nostro linguaggio quotidiano è pieno di modi di dire per descrivere le persone che non si uniscono; "il lupo solitario"; i solitari spirituali sono eremiti. Non unirsi non sembra essere "normale". Non parlo di coloro che sono timidi per natura o degli introversi tra noi, siamo quello che siamo, ma parlo del caso estremo quando le persone si allontanano attivamente dagli altri e rifiutano di far parte di una comunità. E c'è una ragione per cui sembriamo avere questa reazione. Ricordate la prima volta che Dio dice: "Non è buono"? Non parla di peccato, ma di solitudine.“Poi Dio il Signore disse: «Non è bene che l'uomo sia solo; io gli farò un aiuto che sia adatto a lui».” (Genesi 2:18)È il momento di una piccola tangente e di un altro dei rapidi smontaggi del patriarcato da parte di Jean.La prima cosa in tutta la creazione che Dio definisce "non buona" è il bisogno disperato di donne. Questo è il primo accenno al fatto che l'"aiutante adatto" che Dio crea non è subordinato, ma assolutamente necessario. Prima che il peccato corrompesse il rapporto tra i sessi, Dio sembra considerare la donna necessaria quanto l'uomo.L'espressione ebraica per "aiutante adatto" è "ezer knegdow". La parola "knegdow" viene tradotta per lo più come "adatto" e si riferisce a una controparte esattamente corrispondente. Letteralmente, si riferisce a "stare di fronte a". Qui sembra implicare che entrambi i generi sono incompleti senza l'altro. Ognuno di essi ha qualità e caratteristiche generali intrinseche che mancano all'altro e dipende dal contributo dell'altro.La parola "ezer" viene spesso tradotta con "aiuto" o "aiutante". Quando vediamo la parola "aiutante", spesso pensiamo a una persona inferiore che potrebbe rendere più facile un compito, ma non è assolutamente necessaria per la sua realizzazione. Ma ovunque nella Bibbia, al di fuori di questo secondo capitolo della Genesi, questa frase descrive esclusivamente il modo in cui Dio stesso aiuta il suo popolo. Non si tratta di un aiuto a caso. È il tipo di aiuto senza il quale non si può funzionare.Torniamo al motivo per cui è umano avere bisogno di legami con gli altri.Vi ho già mostrato questa icona in passato. Ma non mi scuso per mostrarvela di nuovo, perché dimostra in modo eccellente che Dio è tre persone in una e che noi siamo fatti a sua immagine e somiglianza. Se Dio ha bisogno di comunità, allora noi portiamo questa caratteristica nel nostro DNA. E pensateci: perché Dio ci ha creati? “Camminerò tra di voi, sarò vostro Dio e voi sarete mio popolo” (Levitico 26:12)Siamo stati creati per essere in comunità con Dio. Quanto è bello questo? E da quando abbiamo scelto diversamente, Dio sta lavorando nella storia perché questo sia di nuovo vero.Dio e gli esseri umani sono fatti l'uno per l'altro e gli esseri umani per funzionare bene hanno bisogno di altri esseri umani. Cosa canta Barbara Streisand nella canzone "Peolple"? "Le persone…. le persone che hanno bisogno delle persone sono le persone più fortunate del mondo".Ed ecco un'altra cosa incredibile su come siamo stati creati. Le lacrime emotive hanno un contenuto proteico più elevato rispetto alle lacrime dovute ad una situazione frustrante, il che fa sì che cadano più lentamente lungo le nostre guance, aumentando così la possibilità di essere notate e di ricevere conforto e cure. In modi fisiche e letterali, il nostro corpo è costruito per incoraggiare l'essere in comunità.Ecco cosa dice l'ultima relazione scientifica dell'Unione Europea sugli effetti della solitudine:Le ricerche dimostrano che la solitudine e l'isolamento sociale hanno ripercussioni dannose sulla salute mentale e fisica, nonché conseguenze significative sulla coesione sociale e sulla fiducia nella comunità. Sia la solitudine che l'isolamento sociale sono quindi sempre più riconosciuti come problemi critici di salute pubblica che meritano attenzione e devono essere affrontati con strategie di intervento efficaci.Negli Stati Uniti il 45% degli adulti si sente solo e isolato. Nel Regno Unito i giovani adulti di età compresa tra i 18 e i 24 anni sono il gruppo che dichiara di sentirsi solo "spesso o quasi sempre". L'Italia, e forse vi sorprenderà saperlo, registra una delle più alte percentuali di persone che si sentono sole in tutto il mondo - l'Italia è al 5° posto nel mondo per quanto riguarda la solitudine autoriferita."L'idea che l'italia abbia una "cultura comunitaria" è un mito", ha dichiarato Marco Trabucchi al giornale The European. "Forse esisteva 20 o 25 anni fa, ma certamente non oggi". La solitudine è un fenomeno globale. Mi spingerei oltre e lo definirei quello che la fondazione Jo Cox ha etichettato come "il male gigante".Ma perché è importante e cosa ha a che fare con la Chiesa? Penso che sia importante per due motivi, ma oggi ne tratterò solo uno; il secondo motivo verrà presentato nella terza parte, quando esamineremo il ministero ecclesiastico.Penso che sia importante perché non è da Dio. Abbiamo già visto che non è così che siamo stati creati, né rispecchia il Creatore e questo lo addolora.Dobbiamo anche stare attenti, come cristiani, a non cadere nell'individualismo che può portare all'isolamento. Ho sentito persone dire: "Posso essere cristiano senza andare in chiesa". Tecnicamente è vero. Per molte delle nostre sorelle e dei nostri fratelli nel mondo non possono letteralmente andare in chiesa perché è contro la legge, non hanno altra scelta che essere cristiani che non vanno in chiesa. Ma pensate davvero che quegli stessi cristiani, se ne avessero la possibilità, resterebbero nella loro cella di prigione, o a casa, piuttosto che andare in chiesa? Ecco cosa ha detto Iktimal, un cristiano iraniano, dopo essere stato rilasciato, all'organizzazione cristiana Porre Aperte:"Hanno pregato con noi, hanno ascoltato la nostra storia, sono stati al nostro fianco", dice Iktimal. "Dio era con noi. Ha mandato quelle persone a starci accanto, erano come angeli. Il loro amore ci ha avvicinato a Gesù; ci hanno dimostrato l'amore di Dio".E ascoltate cosa intende fare Paolo nel momento in cui viene rilasciato dalla prigione di Efeso.“Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di esservi restituito.” (Filemone 22)Si incontrerà con questa cosa meravigliosa chiamata chiesa di Colosse che si riunisce nella casa di Filemone; di lui e di loro si parlerà ancora la prossima settimana.So che Marco l'ha già detto, ma lo ripeterò: non possiamo fare chiesa in modo isolato. Ed ecco perché.L'istruzione che Gesù diede ai primi discepoli al momento dell'incontro non fu "credi in me", e nemmeno "ascoltami", ma "seguimi!". Ed essere seguaci di Gesù significa stare con Gesù. Diamo uno sguardo a Marco capitolo 3“Poi Gesù salì sul monte e chiamò a sé quelli che egli volle, ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli, perché stessero con lui, per mandarli a predicare e perché avessero il potere di [guarire le malattie e di] scacciare i demòni.” (Marco 3:13-15)Chiamò quelli che voleva andassero con lui, dovevano accompagnarlo. Prima che a loro, o a noi, venga affidato un ministero, dobbiamo prima essere con Gesù, dobbiamo accettare l'invito a entrare in relazione con lui.E guardate lo schema: chiamò i dodici da un gruppo più grande. Sappiamo che mandò i settantadue (Luca 10) e gli scrittori del Vangelo parlano spesso delle folle che lo seguivano. Non si trattava di persone che si presentavano solo per ascoltare il nuovo rabbino; lo seguivano. Se ripensiamo alla serie sulle parabole, il punto della moneta perduta e della pecora smarrita non è semplicemente che sono state trovate, ma che sono state trovate e restituite alla cassa e al gregge. Essere ritrovati significava entrare a far parte di qualcosa di più grande.Essere con Gesù significa essere con gli altri, che ci piaccia o no. Sapete che Gesù poteva avere molto da ridire su ciò che accadeva nel tempio e con i responsabili del tempio, ma ci andò lo stesso. Si presentava comunque nella sinagoga.“Si recò a Nazaret, dov'era stato allevato e, com'era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga e si alzò per leggere.” (Luca 4:16)Andava “come era solito", era un habitué. Come al solito, ci sono le dovute eccezioni a tutto ciò, perché nulla è mai solo bianco o nero. La pandemia ha lasciato alcune persone fragili che hanno timore di mescolarsi alla folla; dobbiamo dare loro il permesso di elaborare il trauma; un giorno saranno di nuovo pronte a partecipare. Molte persone che lottano con la salute mentale non riescono ad affrontare l'allegro e propositivo "Alleluia! Amen!" della chiesa; dobbiamo sostenerle, facendo loro sapere che a volte va bene non sentire che tutto va bene. Nella mia chiesa nel Regno Unito, c'era una donna stupenda che conviveva con la più angosciante delle malattie mentali. Quando la sua vita era al massimo della disperazione, aveva l'abitudine di venire a sedersi in fondo alla chiesa, senza partecipare, spesso con la testa china come se non potesse sopportare la luce. In quei momenti della sua vita diceva: "Non riesco a lodare Dio, ma gli altri che lo fanno mi tolgono un po' di oscurità". La chiesa dovrebbe essere il luogo più sicuro sulla terra dove le persone possono venire così come sono. Ci riuniamo come chiesa non perché è un dovere, e nemmeno perché ci fa bene, ma perché è l'unico modo per crescere bene ed essere il movimento per l'amore e la giustizia che Gesù ci chiama ad essere è riunirci.“È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, (...) ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. Da lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l'aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell'amore.” (Efesini 4:11-12, 15-16)Gli occhi hanno bisogno delle mani e dei piedi, altrimenti stanno solo a guardare; le mani e i piedi hanno bisogno degli occhi, altrimenti non sanno dove andare. Ci riuniamo perché per essere Chiesa abbiamo bisogno gli uni degli altri.Amen.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Guest co-host Riley Young highlights the importance of paying attention to the little details and controlling the controllables. Gordie and Riley then chat with PRO Referee & FIFA VMO (Video Match Official) Chris Penso about his journey and answer audience questions. Superepic by Alexander Nakarada | https://www.serpentsoundstudios.com Music promoted by https://www.chosic.com/free-music/all/ Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) https://creativecommons.org/licenses/... Energetic Drink by LesFM | https://lesfm.net/energetic-backgroun... Music promoted by https://www.chosic.com/free-music/all/ Creative Commons CC BY 3.0 https://creativecommons.org/licenses/...
Se pensi che solamente una doccia calda e una manicure possano fare dei miracoli, allora hai bisogno di conoscere il vero benessere per le mamme e come raggiungerlo nel tuo quotidiano. Come diciamo sempre: una brocca vuota non può riempire nessun bicchiere. Di conseguenza se una mamma non si prende cura di sé, come potrà prendersi cura degli altri? Penso che questo sia in assoluto uno degli argomenti più importanti tra quelli di cui parlo spesso. E non può venire sottovalutato! Esistono, infatti, 5 aspetti del self-care che mi ricaricano e mi fanno sentire una mamma viva. Sto parlando di: riposo, espressione creativa, auto-compassione, connessione emotiva e mindfulness. Esplora ognuno di questi punti attraverso l'episodio di questa settimana! *** E se pensi di non avere tempo, scarica subito il PDF "10 modi per trovare più tempo per te", cliccando qui: https://mammasuperhero.mykajabi.com/tempo-per-te
It's not every day you get to sit down with a Volatility veteran with over 30 years of experience…..Well, maybe it's a bit more common here on the Derivative than elsewhere, but we've got a special treat with Ari Bergmann(@AriBergmann) joining Jeff on this week's Derivative episode. Listen in as they dive into where to find convexity, why that's not the same thing as buying lottery tickets, how there's a difference between a low price and a value, and the processes needed to maintain portfolios of convex instruments. Ari is the Founder and Managing Principal/CIO at Penso Advisors, where he leads the firm's investment committee and manages various Penso funds and clients' mandates. Ari and Jeff are sorting through all of the Volatility mumbo jumbo and taking a closer look at the practical limits of cheap convexity, where imbalances come from in residuals and structured notes; how the ignorance of the possibility of a second leg down formed and still exists, trading complex options vs. vanilla options, the importance of monetization, and so much more! Plus, Ari is giving his hottest take on gold and why it's crucial to keep your personal life private — SEND IT! Chapters: 00:00-01:53 = Intro 01:54-14:38 = Confusion de Confusiones & the start of Penso 14:39-24:48 = Approaching the limits of cheap convexity, residuals & structured notes 24:49-34:45 = Ignorance and Opportunities for a Second leg down 34:46-42:51 = Dual digital, complex options vs vanilla options & the importance of Monetization 42:52-52:19 = Always rebalance your portfolio 52:20-56:32 = Hottest take: Gold is good & Keep your personal life private From the Episode: Check out and read Confusion de Confusiones Follow along with Ari on Twitter @AriBergmann and for more information on Ari and his team at Penso Advisors visit their website at www.penso.com Don't forget to subscribe to The Derivative, follow us on Twitter at @rcmAlts and our host Jeff at @AttainCap2, or LinkedIn , and Facebook, and sign-up for our blog digest. Disclaimer: This podcast is provided for informational purposes only and should not be relied upon as legal, business, or tax advice. All opinions expressed by podcast participants are solely their own opinions and do not necessarily reflect the opinions of RCM Alternatives, their affiliates, or companies featured. Due to industry regulations, participants on this podcast are instructed not to make specific trade recommendations, nor reference past or potential profits. And listeners are reminded that managed futures, commodity trading, and other alternative investments are complex and carry a risk of substantial losses. As such, they are not suitable for all investors. For more information, visit www.rcmalternatives.com/disclaimer
L'illusione della conoscenza...quanto penso di sapere? Quanto sai (davvero)?