Messa in voce di tutte le fiabe di Luigi Capuana. Cari amici. Queste fiabe son nate così. Dopo averne scritta una per un caro bimbo che voleva da me, ad ogni costo, una bella fiaba, mi venne, un giorno, l'idea di scriverne qualche altra per i miei nipotini. In quel tempo ero triste, ed anche un po' ammalato, e si può immaginare facilmente la gioia provata nel vedermi, a un tratto, fiorire nella fantasia quel mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, che è stato il primo pascolo artistico delle nostre piccole menti. Vissi per tante settimane soltanto con essi, ingenuamente, come non credevo potesse mai accadere a chi è già convinto che la realtà sia il vero regno dell'arte. Luigi Capuana
Parole di Storie - Luigi Capuana - Adattamento di Gaetano Marino
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Adattamento e messa in voce di Gaetno Marino C’era una volta una donna che faceva la fornaia e aveva una figliuola, che era brutta assai e nera, come un tizzone di carbone. Tant'è che la chiamò Carbonella.Madre e figliuola campavano infornando il pane, e Carbonella stava sempre lì a lavorare,… Continue reading
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C'era una volta un calzolaio ridotto, dalle disgrazie, in povertà. Aveva preso moglie tardi. Rimasto vedovo, con una creaturina appena spoppata su le braccia, era stato costretto a prendere una donna che badasse all'orfanella e alle poche faccende che occorrevano in casa. La mattina, di buon'ora, egli andava in giro in cerca di scarpe vecchie da rabberciare; e appena rientrato, si metteva al lavoro. Aveva comprato alla bambina un bel seggiolino perché imparasse a camminare. La voleva sorvegliare, davanti a l'uscio; ma quando la donna non poteva sorvegliarla, per precauzione egli legava il seggiolino con una cordicella a un piede del tavolinetto da lavoro, e così stava tranquillo. Continue reading
C'era una volta un Re che andava sempre a piedi perché aveva paura dei cavalli. - Sono bestie, e con le bestie non ci voglio aver a che fare. Così diceva. Per questo i suoi sudditi gli avevano dato il nomignolo di re Prudenzio. Il guaio era che assieme con lui dovevano andar a piedi anche i Ministri e tutte le persone del seguito. E mentre il Re camminava avanti con quelle gambe che, a forza di esercizio, erano diventate d'acciaio, Ministri e persone del seguito, stanchi morti, grondanti di sudore, brontolavano tra i denti: - Accidempoli alle gambe di sua Maestà! Continue reading
C'era una volta un Re che aveva un vocione così grosso e forte, che poteva essere udito benissimo fino a dieci miglia lontano. Quando parlava, pareva tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono. I Ministri e le persone di corte, dovendo praticare con lui tutti i giorni, diventavano sordi in poco tempo; ed era una disperazione. La povera gente che andava a chiedere giustizia ci rimetteva un polmone per farsi sentire, e spesso spesso non ci riusciva. Gli affari correvano a rotta di collo; la gente non ne poteva più. Ma, come dire al Re: — Maestà, siete voi che fate sordi i Ministri. Continue reading
C'era una volta un pescatore che vivacchiava alla meglio con il raccolto della sua pesca. Partiva in barca la sera, stava a pescare tutta la nottata, e la mattina dopo all'alba era di ritorno. Quando aveva fatto una buona retata, scorgendo da lontano la moglie che lo attendeva, ansiosa, alla spiaggia, le faceva segno di rallegrarsi, agitando per aria il berretto. Continue reading
C'era una volta un vecchio artigiano che faceva trottole d'ogni forma e d'ogni grandezza. Quand'era la stagione delle trottole, i ragazzi si affollavano nella sua bottega: — Artigiano, artigiano, mi fate una trottola? — Piccola o grande? Piatta o col cocuzzolo? Secondo che la volessero piccola o grande, piatta o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare lesto lesto, brontolando: — Trottolina, piatta piatta, Gira gira e fa la matta! Oppure: — Trottolone fatto a pera, Gira gira fino a sera! Continue reading
C'era una volta un Re che aveva due figli, uno buono e l'altro cattivo. Quello buono era il Reuccio, che alla morte del padre doveva essere Re. La cosa non garbava al fratello cattivo, che pensò di disfarsi del fratello buono per diventare lui Re. Un giorno gli disse: — Fratello caro, andiamo a caccia? E andarono. Arrivati in mezzo a un bosco fitto fitto, lontani dalle persone del séguito, il fratello cattivo cavò fuori la spada e assalì il fratello buono. Il fratello cattivo credendo di aver ucciso il fratello buono, coprì il suo corpo insanguinato con erbacce e rami, e tornò indietro. Continue reading
C'era una volta un pover'uomo, che aveva fatto tutti i mestieri, ma non ce n'era uno che gli fosse riuscito bene. Un giorno gli venne l'idea di andare in giro per il mondo, a raccontare fiabe ai bambini. Gli pareva un mestiere facile e con il quale ci si poteva pure divertire. Perciò si mise in viaggio, e quando giunse nella prima città, cominciò a gridare per le vie: - Fiabe, bambini, fiabe! Fiabe per chi vuol sentire storie. Chi vuol sentir le fiabe? I bambini accorsero da tutte le parti, e gli fecero ressa attorno. Lui cominciò: - C'era una volta un Re e una Regina, che non avevano figliuoli, e facevano di tutto per averne almeno uno… - Ma Questa la sappiamo già, - dissero i bambini - è la fiaba della Bella addormentata nel bosco. Un'altra! Un'altra! Continue reading
Messa in voce di Gaetano Marino C'era una volta un Re, che non viveva più tranquillo, dal giorno in cui una vecchia indovina gli aveva detto: - Maestà, ascoltate bene: Topolino non vuol ricotta; vuol sposare la Reginotta; E se il Re non gliela dà, Topolino lo ammazzerà. Il Re consultò subito i suoi ministri; ed uno di loro disse: - Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi. Ma gli altri non furono dello stesso parere. - Per evitare la disgrazia, bisogna distruggere tutti i topi del regno, mentre la Reginotta si trova ancora in fasce. Perciò il Re ordinò un decreto: - Pena la vita a chi non terrà uno o più gatti, secondo che avesse casa o palazzo. Chi ammazzerà cento topi diventerà barone. Continue reading
C'era una volta un contadino che aveva un campicello tutto pietroso, e largo quanto il palmo di una mano. Vi stava un pagliaio ed egli viveva lì tutto l'anno: zappando, seminando, sarchiando, e raccogliendo i frutti del suo lavoro. Nelle ore di riposo levava di tasca un zufolo e, tì, tìriti, tì, si divertiva a fare una sonatina, sempre la stessa; poi riprendeva il lavoro. Intanto quel campicello sassoso gli fruttava più di un podere. Se i vicini raccoglievano, diciamo, per venti, lui raccoglieva per cento. I vicini si rodevano il fegato dall'invidia. Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina, che avevano appena avuto una figlia. Bella e forte come il sole. Insuperbita di questa figliolina così bella, spesso diceva: - Neppur le Fate potrebbero farne un'altra come questa. Ma una mattina, va per levarla dalla culla e la trova con qualcosa in testa. Sera trasformata con una testa di rospo. - Oh Dio, che orrore! Benché fosse figlia unica e le volesse un gran bene, quella testa di rospo le faceva proprio schifo, e non volle più allattarla. Il Re, angustiato, disse a un servitore: - Prendila e portala giù; mettila nella cucciolata della cagna, e se morirà sarà meglio per lei! Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina. La Regina era incinta. Un giorno passò una di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il Re la fece chiamare: - Dimmi zingara, che partorirà la Regina? - Maestà, la Regina partorirà un serpente. - Un serpente? E tutti si disperarono. - E non potrete ammazzarlo appena venuto al mondo, ma dovrete allevarlo. Disse la zingara. La povera Regina pianse a non aver più lacrime. Chi avrebbe allattato una bestia così schifosa? La Regina sarebbe morta dal terrore! E poi, se le avesse morso il seno? - Maestà, non abbiate paura. Avrà un dente soltanto, un dente d'oro. Rassicurò la zingara. Continue reading
C'era una volta un mugnaio che aveva due belle figliuole. A una avea dato nome Rota, all'altra Tramoggia. La gente che andava a macinare, vedendo le due ragazze, domandava: — Compare, ma quando maritate queste figliuole? — Quando ci sarà chi le vuole. — E che dote gli date? — Dote niente. Rota la regalo, Tramoggia la do per nulla. — Furbo siete, mugnaio! Continue reading
da 11 anni in su) La donna-lupa tornò a casa e infilò la porta. Il marito spaventato, cominciò a tirarle addosso qualsiasi cosa trovasse per le mani: sedie, stivali, pentole, tavoli, ferri da storo e fornelli; poi, afferra un bastone grosso di ginepro, e giù colpi da orbo. “Oh… Sono io, marito mio! Sono io, marito mio!” Credeva di parlare la donna malvagia, e invece abbaiava, ululava, ringhiava. Proprio come fanno i lupi. Colui, che la vedeva in forma di lupa con tanto di bocca spalancata, aveva paura d'essere sbranato; e perciò dava botte che rompevano le ossa. Continue reading
C'era una volta un barbiere che faceva la barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio rasoio e vi trinciava braciole di carne di quando in quando. E se gli avventori si lamentavano, egli, che era di umore allegro, rispondeva: "Per un soldino, vi faccio la barba e una braciola; e brontolate? Una braciola costa di più." Gli avventori ridevano e andavano via contenti, col viso impiastricciato di ragnateli, per stagnare il sangue. Continue reading
C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt'e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all'avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. La bambina passava molte ore della giornata nell'orto dove, in un cantuccio, coltivava dei fiori. Un giorno, mentre la bambina parlava col babbo o con la mamma, le parve di sentirsi chiamare dall'orto. [...] Continue reading
olta due sorelle che erano rimaste orfane sin dall'infanzia: la maggiore bella quanto il Sole, diritta come un fuso, con una grande chioma di capelli che parevano d'oro; la minore, invece, era così cosiì, né bella né brutta. Restava piccina, magrolina e… zoppina da un piede. Per la sorella maggiore e cattiva, non aveva nome: era semplicemente la zoppina. [...] Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
C'era una volta un contadino che dietro la sua casetta aveva un piccolo orto. Vi coltivava cavoli, lattughe, sedani e cipolle. Sua moglie lavorava quanto lui. Filava, tesseva, cuciva. E di quel che tutt'e due guadagnavano non spendevano neppur la metà. Pensavano all'avvenire della loro unica figliola che cresceva bella e buona e aveva sette anni. […] Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
C'era una volta un Re pieno di strani capricci. Era nato con una gamba più corta dell'altra e camminava zoppicando. I cortigiani, per adularlo, fingevano di zoppicare come lui. Quando però andava fuori e vedeva per le vie la gente che camminava diritta, senza arrancare, ne provava invidia; e un giorno gli venne il ghiribizzo di ordinare che, pena la testa, i suoi sudditi, uomini e donne, dovessero camminare zoppicando. […] Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
- Sono fiabe nate così, per gioco. Dice Capuana, dopo averne scritta una per un bambino che voleva ad ogni costo una bella fiaba. Poi venne l'idea di scriverne qualche altra, e nacque un mondo meraviglioso di fate, di maghi, di re, di regine, di orchi, di incantesimi, e tante altre vicende fantastiche. Continue reading
Si racconta che c'era una volta un Re, il quale aveva dietro il palazzo reale un magnifico giardino. Tanti erano gli alberi di questo giardino, ma il più raro e il più pregiato, era quello che faceva le arance d'oro. Quando arrivava la stagione delle arance, il Re vi metteva a guardia una sentinella, notte e giorno; e tutte le mattine scendeva lui stesso a osservare coi suoi occhi se mai ne mancasse qualcuna, persino le foglie contava. Una mattina il re va in giardino, e trova la sentinella addormentata. Guarda l'albero... Le arance d'oro non c'erano più! - Sentinella sciagurata, pagherai colla tua testa. [...] Continue reading
C'era una volta una bambina, che si chiamava Costantina, ed era figlia d'un calzolaio. La madre, cullandola, le cantava sempre: — “Dormi, figlia Regina! Dormi, che il Reuccio arriva!” Il papà, battendo le suole, anche lui canticchiava: “Dormi, che il Reuccio arriva! Dormi, figlia Regina!” Ma la dolce madre, ahimè, dopo pochi mesi, morì e il calzolaio riprese subito moglie. Da prima, parve che la matrigna volesse bene alla figliastra. Spesso, accarezzandola, le diceva: — Ora ti faccio un fratellino. — Fratellini non ne voglio. — Perché? — Perché no. Passò un anno. Vedendo che non c'era nessuna speranza di avere un figliuolo, la matrigna, indispettita, cominciò a prendersela con la piccola Costantina. [...] Continue reading
C'era una volta un pover'uomo, che aveva fatto tutti i mestieri, ma non ce n'era uno che gli fosse riuscito bene. Un giorno gli venne l'idea di andare in giro per il mondo, a raccontare fiabe ai bambini. Gli pareva un mestiere facile e con il quale ci si poteva pure divertire. Perciò si mise in viaggio, e quando giunse nella prima città, cominciò a gridare per le vie: - Fiabe, bambini, fiabe! Fiabe per chi vuol sentire storie. Chi vuol sentir le fiabe? I bambini accorsero da tutte le parti, e gli fecero ressa attorno. Lui cominciò: - C'era una volta un Re e una Regina, che non avevano figliuoli, e facevano di tutto per averne almeno uno. - Ma Questa la sappiamo già, - dissero i bambini - è la fiaba della Bella addormentata nel bosco. Un'altra! Un'altra! - E va ben, ve ne dirò un'altra. Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina. La Regina era incinta. Un giorno passò una di quelle zingare che van dicendo la buona ventura, e il Re la fece chiamare: - Dimmi zingara, che partorirà la Regina? - Maestà, la Regina partorirà un serpente. - Un serpente? E tutti si disperarono. - E non potrete ammazzarlo appena venuto al mondo, ma dovrete allevarlo. Disse la zingara. La povera Regina pianse a non aver più lacrime. Chi avrebbe allattato una bestia così schifosa? La Regina sarebbe morta dal terrore! E poi, se le avesse morso il seno? - Maestà, non abbiate paura. Avrà un dente soltanto, un dente d'oro. […] Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina, che avevano appena avuto una figlia. Bella e forte come il sole. Insuperbita di questa figliolina così bella, spesso diceva: - Neppur le Fate potrebbero farne un'altra come questa. Ma una mattina, va per levarla dalla culla e la trova con qualcosa in testa. Sera trasformata con una testa di rospo. - Oh Dio, che orrore! Benché fosse figlia unica e le volesse un gran bene, quella testa di rospo le faceva proprio schifo, e non volle più allattarla. Il Re, angustiato, disse a un servitore: - Prendila e portala giù; mettila nella cucciolata della cagna, e se morirà sarà meglio per lei! Non morì. [...] Continue reading
C'era una volta un Re molto giovane, che voleva prender moglie, ma voleva sposare la più bella ragazza del mondo. - E se non è di sangue reale? - gli domandarono i ministri. - Non me n'importa nulla. - Allora sappiate, Maestà, che la più bella ragazza del mondo è la figliuola di un ciabattino. Ma il popolo, che è maligno, potrebbe chiamarla: la regina Ciabatta... Maestà, non sta bene: rifletteteci. Il Re rispose: - La figliuola del ciabattino è la più bella ragazza del mondo? La figliuola del ciabattino sarà dunque mia sposa e Regina. Continue reading
C'era una volta un Re che aveva una bella bimba. La Regina era morta di parto, e il Re prese una balia che gli allattasse la piccina. Un giorno che la bimba ebbe compiuto ter anni, la balia, insieme alla piccina, scese nel giardino reale. La bimba si divertiva e si rotolava sull'erba, all'ombra dei grandi alberi. Sull'ora di mezzogiorno la balia s'addormentò; ma quando si svegliò, non trovò più la Reginotta. Cerca, chiama per tutto il giardino; nulla! La bimba era scomparsa. Come dirlo al Re? La povera balia si picchiava il petto, si strappava i capelli: Dio! Dio! Sua Maestà mi farà impiccare! Alle urla della balia erano accorse le guardie. Fruga e rifruga, tutto fu inutile. [...] Continue reading
C'era una volta una povera madre che era rimasta vedova con ancora un piccolo bambino al petto. La donna era ammalata, e con quel bimbo da allattare poteva lavorare poco. Faceva dei piccoli servigi alle vicine, e così lei e la sua creatura non morivano di fame. Quel figliolino era bello come il sole; e la sua mamma, ogni mattina, dopo averlo rifasciato, lavato e pettinato, un po' per buon augurio, un po' per gioco, gli cantava: Bimbo mio, tu sarai barone! Bimbo mio, tu sarai duca! Bimbo mio, tu sarai principe! Bimbo mio, tu sarai Re! E ogni volta che lei gli diceva: tu sarai Re, il bimbo rispondeva di sì con la testolina, come se avesse capito. [...] Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano più bene che alla pupilla dei loro occhi. Un giorno il Re di Francia inviò un ambasciatore per chiederla in sposa. Il Re e la Regina, che non volevano staccarsi dalla figliuola, risposero: - Ci dispiace, ma la nostra figliuola è ancora bambina. Un anno dopo, fu il re di Spagna a chiedere la mano della loro figliuola. E il re e la Regina risposero allo stesso modo: - Ci dispiace, ma la nostra figliuola è ancora bambina. Purtroppo i due re, quello fi Francia e quello di Spagna si offesero al rifiuto e ci rimasero assai male. Si misero d'accordo e chiamarono un Mago: [...] Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figliuola. Bella? No, brutta! Anzi, Bruttissima, e non riuscivano a darsene pace. La tenevano rinchiusa, sola sola, in una camera appartata e, un giorno il Re, un giorno la Regina, le portavano da mangiare in una cesta e si sfogavano con il pianto. - Figliuola sventurata! Sei nata Regina, e non puoi godere della tua sorte!Diventata grande, a sedici anni, la reginotta disse al padre: Maestà, perché tenermi rinchiusa qui? Lasciatemi andare pel mondo. Il cuore mi dice che troverò la mia fortuna. Il Re in principio non voleva acconsentire: - Dove poteva andare la sua figliuola, così brutta, sola e inesperta? Era impossibile! [...] Continue reading
C'era una volta un Re che aveva due figli, uno buono e l'altro cattivo. Quello buono era il Reuccio, che alla morte del padre doveva essere Re. La cosa non garbava al fratello cattivo, che pensò di disfarsi del fratello buono per diventare lui Re. Un giorno gli disse: — Fratello caro, andiamo a caccia? E andarono. Arrivati in mezzo a un bosco fitto fitto, lontani dalle persone del séguito, il fratello cattivo cavò fuori la spada e assalì il fratello buono. Il fratello cattivo credendo di aver ucciso il fratello buono, coprì il suo corpo insanguinato con erbacce e rami, e tornò indietro. A palazzo, il Re domandò: — E tuo fratello dov'è? — Maestà, che disgrazia! Fu sbranato dalle bestie selvagge! Il povero padre ne fece un gran pianto. Dal dolore si ammalò, e dopo pochi giorni morì. [...] Continue reading
C'era una volta un contadino che aveva un campicello tutto pietroso, e largo quanto il palmo di una mano. Vi stava un pagliaio ed egli viveva lì tutto l'anno: zappando, seminando, sarchiando, e raccogliendo i frutti del suo lavoro. Nelle ore di riposo levava di tasca un zufolo e, tì, tìriti, tì, si divertiva a fare una sonatina, sempre la stessa; poi riprendeva il lavoro. Intanto quel campicello sassoso gli fruttava più di un podere. [...] Continue reading
[...] Una mattina, nel far le scale per andare a comprare il latte, vide su uno scalino qualcosa, che non capiva bene cosa fosse. Si chinò, lo raccolse, e vide ch'era un fiorellino, vero, tutto scalpicciato e sgualcito; un fiorellino rosso, che mandava un odore di meraviglia. La ragazza lo ripulì, gli riaggiustò le foglioline e se lo mise in petto. Tornata a casa, lo ripose in un vasetto con l'acqua, su un tavolino della sua camera, e di tanto in tanto andava a osservarlo. In quel vasetto con l'acqua, il fiorellino parve rinato, tanto che riempì la camera del suo profumo. [...] Continue reading
C'era una volta un sarto che aveva tre figliuole, una più bella dell'altra. Sua moglie era morta da un pezzo, e lui si stillava il cervello per riuscire a maritarle. Le ragazze non avevano dote, e senza dote un marito è un po' difficile da trovarsi. Un giorno questo povero padre pensò d'andarsene in una pianura e chiamare la Sorte: – Sorte, o Sorte! Gli apparve una vecchia, con la rocca e col fuso: – Perché mi hai tu chiamata? – Ti ho chiamata per le mie figliuole. – Portale qui ad una ad una; si sceglieranno la sorte colle loro mani. Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figliuola più bella della luna e del sole, e le volevano bene come alla pupilla degli occhi. Un giorno venne uno, e disse al Re: - Maestà, passavo per il bosco qui vicino, e ho incontrato l'Uomo selvaggio. Mi disse: “Vai dal Re, e digli che voglio la Reginotta per moglie. Se non l'avrò qui fra tre giorni, guai a lui!”. Il Re, sentendo questo, fu molto spaventato e radunò il Consiglio della corona: - Che cosa doveva fare? L'Uomo selvaggio era terribile: poteva devastare tutto il regno. - Maestà, - disse uno dei ministri - cerchiamo una bella ragazza, vestiamola come la Reginotta e mandiamola lì. [...] Continue reading
C'era una volta un Re e una Regina che avevano una figliuola più bella della luna e del sole. Un giorno, dopo il pranzo, il Re disse alla Regina: - Maestà, guardate qui, tra i capelli. Sento qualche cosa che mi morde. La Regina osservò, e spostando i capelli con le dita, e trovò un pidocchio. Stava per schiacciarlo… - No - disse il Re. - Proviamo ad allevarlo. E misero il pidocchio in uno scatolino piccino piccino. Gli davano da mangiare ogni giorno, e quello cresceva e ingrassava. Presto dovettero levarlo via da lì perché s'era fatto tanto grosso che non ci stava più. Il Re, curioso di vedere fin dove sarebbe arrivato, lo trattava bene, e insieme alla Regina, andava tutti i giorni a fargli visita. [...] Continue reading
C'era una volta un pescatore che vivacchiava alla meglio con il raccolto della sua pesca. Partiva in barca la sera, stava a pescare tutta la nottata, e la mattina dopo all'alba era di ritorno. Quando aveva fatto una buona retata, scorgendo da lontano la moglie che lo attendeva, ansiosa, alla spiaggia, le faceva segno di rallegrarsi, agitando per aria il berretto. Da parecchi mesi però il povero pescatore aveva una gran sfortuna; pareva che quasi tutti i pesci si fossero messi d'accordo per non farsi pescare da lui. I suoi compagni, invece, ne pigliavano tanti e poi tanti, che spesso dovevano rigettarli in mare, perché il troppo peso non facesse affondare le barche. Disperato un giorno disse alla moglie: — Vendiamo barca, reti e ogni cosa; almeno tireremo innanzi un buon paio di settimane con quel po' di danaro che ne caveremo. Se no, saremo ben presto morti di fame tu, io e Bambolina. [...] Continue reading
C'era una volta un mugnaio che aveva due belle figliuole. A una avea dato nome Rota, all'altra Tramoggia. La gente che andava a macinare, vedendo le due ragazze, domandava: — Compare, ma quando maritate queste figliuole? — Quando ci sarà chi le vuole. — E che dote gli date? — Dote niente. Rota la regalo, Tramoggia la do per nulla. — Furbo siete, mugnaio! All'alba, se non c'erano ancora avventori, il mugnaio imboccava una grossa conchiglia marina, e si metteva prima a suonare e poi a gridare: — Púuh! Púuh! Púuh! Vieni, vieni a macinare! Nel mulino non c'è da fare. Púuh! Púuh! Púuh! Vieni, vieni al mio mulino, Chi vien primo ha il contentino. Púuh! Púuh! Púuh! [...] Continue reading
C'era una volta una donna che faceva la fornaia e aveva una figliuola, che era brutta assai e nera, come un tizzone di carbone. Tant'è che la chiamò Carbonella. Madre e figliuola campavano infornando il pane, e Carbonella stava sempre lì a lavorare, dalla mattina alla sera, senza riposare quasi mai. Eppure Carbonella era sempre di buon umore. Un mucchio di fuliggine, i capelli arruffati, i piedi nudi e sporchi di fango, e con in dosso due stracci che gli cascavano a pezzi; ma le sue risate risuonavano da un capo all'altro della via. - Carbonella fa l'uovo - dicevano ridacchiando le vicine. Continue reading