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Dal Vangelo di Matteo 13,36-43 In quel tempo, Gesù congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: "Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?". Ed egli rispose loro: "Un nemico ha fatto questo!". E i servi gli dissero: "Vuoi che andiamo a raccoglierla?". "No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio"". Espose loro un'altra parabola, dicendo: "Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami". Disse loro un'altra parabola: "Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata". Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: "Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo". Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: "Spiegaci la parabola della zizzania nel campo". Ed egli rispose: "Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!".
Dal Vangelo di Matteo 13,24-43 In quel tempo, Gesù espose alla folla un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponètelo nel mio granaio”». Espose loro un'altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un'altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: «Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo». Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Su Maria Maddalena, iconografia, letteratura e quant'altro, si sono sbizzarriti nel delineare il personaggio, spesso confondendola con altre Marie dei vangeli. Oggi, la liturgia ce la presenta come Apostolorum Apostola, come colei, che per prima, ha portato agli stessi apostoli, il messaggio del Cristo Risorto. La incontriamo oggi nella scena del «giorno dopo il Sabato», tratteggiata nel vangelo di Giovanni. È un momento pieno di pàthos e di drammaticità, in cui pianto, dolore, ricerca, delusione, gioia si méscolano a formare un quadro quanto mai realistico. Nel corso del racconto, scopriamo il percorso non solo di fede, ma umano di ognuno di noi e scorgiamo, come nell'arco di poco tempo, vengano racchiuse tutte le espressioni interne ed esteriori dell'agire dell'uomo. Maria Maddalena così, da personaggio pio e che la devozione ha trasformato, rendendolo alquanto languido, può assurgere a donna forte, a modello dell'umanità. In lei e con lei ogni persona può esclamare: «Rabbunì, Maestro!», riconoscendo e accogliendo il Cristo come il Signore della vita e come Colui che ci fa partecipi della sua missione salvifica. Chiediamo a lei oggi: «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?» E lei ci risponderà: «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto».
Dragonero mondo oscuro 8 "Colui che dorme negli abissi", scritto da Stefano Vietti e Luca Mazzocco , disegnato da Cristiano Cucina e Luca Bulgheroni , edito dalla Sergio Bonelli Editore. Mi trovi anche su Instagram www.instagram.com/fumetti.e.dintorni/ E qualcosa la trovi anche su TikTok https://www.tiktok.com/@fumettiedintorni --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/fumetti-e-dintorni/message
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7408AVVENIRE PUBBLICIZZA IL 5 PER MILLE A FAVORE DELL'ARCI di Mauro FaverzaniDi nuovo. È successo di nuovo. Non a caso, non per una svista, né per un errore. Bensì deliberatamente, consapevolmente, pervicacemente. Il quotidiano della Cei, Avvenire, che ama definirsi genericamente «di ispirazione cattolica», quasi la sua non fosse sequela, apostolato, testimonianza, missione, bensì un tenue sentimento, un timido stato d'animo, un'intuizione senza impegno, dallo scorso 3 maggio ha ripreso a pubblicare in prima pagina, come manchette, accanto alla testata, a destra ed a sinistra, quindi con la massima evidenza possibile, la pubblicità del 5 per mille a favore dell'Arci.Era già capitato l'anno scorso e già qui, con un articolo, evidenziammo l'anomalia: con tutte le associazioni e le realtà cattoliche benemerite, cui invitare i lettori a destinare il 5 per mille, sponsorizzare proprio l'Arci ha dell'incredibile. E proprio in quell'articolo ne sintetizzammo i motivi, ripercorrendo la storia di quest'organizzazione impregnata ancora oggi di Sinistra col pugno chiuso, di immigrazionismo spinto, di ideologia Lgbtqa+, di genderismo fatto di schwa e asterischi per Statuto e poi ancora di aborto, di suicidio assistito, di eutanasia, stracciando così pagine e pagine di Catechismo della Chiesa cattolica, infischiandosene della sua Dottrina con una foga che non fa certo rima con "accoglienza" dei valori altrui, con "ascolto" di chi solo la pensi diversamente, con un autentico "rispetto" di tutte le posizioni.L'Arci ne ha per tutti coloro che non cantino col (suo) coro: sul suo sito, bolla senza mezzi termini e senza appello il governo Meloni d'esser «a trazione post-fascista», «pericoloso per la nostra Costituzione e per la nostra democrazia», si scaglia contro il decreto «anti-rave», monopolizza il 25 aprile, promuove la «Giornata internazionale della visibilità transgender» con tanto di «Carriera Alias» nelle scuole e via elencando.L'ARCIGAYDel passato l'Arci non rinnega nulla, anzi: anche nell'ultima redazione dello Statuto, approvata al XVIII Congresso nazionale del dicembre 2022, ribadisce di rappresentare «la continuità storica e politica» dell'«Associazione Ricreativa Culturale Italiana delle origini, fondata a Firenze il 26 maggio 1957», quella che affondava le proprie radici nel Pci, nel Psi e nella Cgil, come evidenziato da Vincenzo Santangelo, ricercatore presso l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea, nel suo libro Le Muse del popolo.Nell'alveo dell'Arci sorse il 9 dicembre 1980 l'Arcigay, voluto da un sacerdote omosessuale, un teologo della liberazione sospeso a divinis, don Marco Bisceglia (riammesso nella Chiesa solo poco prima di morire, malato di Aids, dopo la supplica da lui inviata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, supplica in cui si pentì di quelli che chiamò «i miei errori e traviamenti»). Con lui collaborò a quest'avventura anche un allora giovane obiettore di coscienza in servizio civile, Nicola Vendola detto Nichi, che poi divenne suo convivente. Con la sua adesione al World Social Forum, l'Arci ha fatto sue le bandiere dell'antagonismo e della «globalizzazione alternativa» terzomondista, ribadendo la propria natura «antiliberista» ed «antimperialista».Insomma, ce n'è abbastanza per indurre chi si dichiari cattolico a prender le distanze da posizioni tanto estremizzate e tanto lontane dal proprio credo. Anche quando si tratti di contratti pubblicitari, specie quando i messaggi contrastino con i propri ideali (ammesso che contrastino davvero)...Perché a Vespasiano, che sentenzia «pecunia non olet» («il denaro non puzza»), risponde Orazio, che argomenta «Est modus in rebus» («v'è una misura nelle cose») ed aggiunge: «Sunt certi denique fines, Quos ultra citraque nequit consistere rectum» («Vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi ciò ch'è giusto»). Allora, perché insistere, un anno dopo, riproponendo la medesima pubblicità a scapito delle realtà cattoliche, che più e meglio l'avrebbero meritata? Allora è un vizio, verrebbe da commentare...Esattamente. Come conferma il Catechismo.AVERSIO A DEO, CONVERSIO AD CREATURASSecondo San Tommaso d'Aquino, infatti, il peccato è «aversio a Deo» ovvero allontanamento cosciente e volontario da Dio, da Colui che infonde l'essere e la vita, aderendo viceversa alle creature, al mondo («conversio ad creaturas»). Coincide con quanto recepito nel Catechismo della Chiesa cattolica, che, al n. 1849, definisce il «peccato» come «una mancanza contro la ragione, la verità, la retta coscienza; è una trasgressione in ordine all'amore vero, verso Dio e verso il prossimo». Richiamando Sant'Agostino - e lo stesso San Tommaso, non a caso citato - bolla il peccato come «una parola, un atto o un desiderio contrari alla Legge eterna».Ora, promuovere pubblicamente chi sostenga aborto, eutanasia e tutto quanto sopra richiamato allontana indubbiamente da Dio sé stessi ed, ahimè, anche il prossimo, essendo manifestamente contrario alla Legge eterna.Il peccato inizia come seduzione e, specie quando ripetuto, diviene schiavitù. Come scrive ancora il Catechismo al n. 1876, «la ripetizione dei peccati, anche veniali, genera i vizi». Ed ecco, dunque, per quale motivo non appaia né sbagliato, né esagerato ritenere un «vizio» la promozione di ideologie contrarie alla fede, alimentando la confusione tra credenti e non. Nelle sue parole di commiato, Marco Tarquinio, che ha recentemente lasciato la direzione di Avvenire al collega Marco Girardo, ha scritto d'aver voluto «offrire a tutti un'informazione sempre limpida e libera, ancorata ai grandi valori cristiani e civili del nostro umanesimo». Certamente la scelta degli inserzionisti non è stata oculata, né coerente: lascia anzi una brutta eredità ed una pesante ipoteca sulla linea editoriale del giornale della Cei, linea che sarebbe bene a questo punto chiarire: infatti, «nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona» (Lc 16, 13).
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».
Dal libro Tecnostregoneria demoni del Controllo mentale - di Valentin P. Elli - Email per contattare Elli : radioalchimia @ gmail.com tel Telegram/Wapp 3342239007RICONOSCERE IL CONTROLLO MENTALEOgni volta che si sente che un`idea viene accuratamente inserita nella vostra mente con lo scopo di bloccare la vostra volontà di fare il punto su un problema, e/o con l'intenzione di attaccare la validità di questo testo, si può visualizzare questa frase: ‘‘MOVIMENTO ANTI-VETRINA‘‘.Ecco alcuni esempi di questo tipo di speculazione: • Qualcuno in autobus dice: ‘‘Lei sta leggendo il Libro del Male‘‘.Visualizza: ‘‘MOVIMENTO ANTI-VETRINA‘‘.• Il tuo collega dice: ‘‘Vedere questi politici che parlano in tv, sembrano così simpatici che si crede in loro. Visualizzare: ‘‘MOVIMENTO ANTI-VETRINA ‘‘, ecc.• Una donna nel centro commerciale sta usando il suo telefono cellulare e si sente la frase: ‘‘Ho trovato la pagina web di un guru.Lui non è il tuo padrone.Questo è il tuo cuore, questa è la tua vita.• Qualcuno dice: ‘‘Colui che sa, non parla.O, in alternativa, ci si trova in una libreria, per esempio, e qualcuno intorno a voi chiede alla ragazza del negozio: “Hai Il Potere del Silenzio, di Carlos Castaneda”?In entrambi i casi, abbiamo la premessa che solo alcuni possono conoscere la verità, ‘‘gli eletti‘‘, ecc. che è stata una realtà sino agli anni 2000, perché l'altra parte poteva manipolare le persone neutre e girare praticamente tutto contro la nostra parte.Oggi non è più così.Visualizzare: ‘‘MOVIMENTO ANTI-VETRINA‘‘, ‘‘PREMESSA FALSA‘‘.Aggiungere: ‘‘ PESCA nel dubbio ‘‘.È un lavaggio del cervello da demolire: a) Non sono Mosè, e nemmeno tu.Non c'è un Messia che deve venire.Il Mondo spirituale non ha bisogno di un Messia.La realtà spirituale è globale, non individuale.b) I sopravvissuti non sono ebrei.c) Il loro lavaggio del cervello non è ‘‘acqua‘‘ o ‘‘pioggia‘‘.E) Non c'è terra promessa.Solo il vero Mondo spirituale, nudo e crudo.I loro SOGNI-in vendita sono una malattia per il vostro cervello.È necessario debellare questa malattia; f) E, infine, non sto facendo proseliti.Sono solo una persona in più.Visualizzare: ‘‘Stessa importanza‘‘; ‘‘Il Mondo spirituale è globale‘‘; ‘‘Il Lavaggio del cervello non è acqua‘‘; ‘‘KUNDALINI non è fuoco‘‘; ‘‘Autocommiserazione incentivo‘‘.Devi essere totalmente sicuro del fatto che sei tu l'unico creatore della realtà della tua vita.
Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui».Gli disse Giuda, non l'Iscariòta: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?».Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Dal Vangelo di Giovanni 13,16-20 [Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui.
Dal Vangelo di Giovanni 3,31-36 Chi viene dall'alto, è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito.Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Prima di cantare alleluia, per poterlo cantare, stiamo anche noi una parte della notte davanti alla tomba di Gesù, acquietiamo le parole, spegniamo i social. Chissà che altre logiche non possano cominciare ad abitarci, chissà che nella nostra desolazione non si crei lo spazio perché un angelo venga a scuotere insieme alla tomba di Gesù anche la nostra, si segga sulla pietra e ci dica: «Esci, uscite con Colui che è risorto, fate nuovo il mondo, fate regnare la vita! E che non sia mai a prezzo della vita altrui, ma della vostra vita donata». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/saveriane/message
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Dal Vangelo di Matteo 26,14-25 In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù.Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Dal Vangelo di Giovanni 8,21-30 In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: "Dove vado io, voi non potete venire"?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Gaetano Passarelli"Breve storia del segno della croce"Prefazione di Monsignor Giorgio Demetrio GallaroGraphe Edizionihttps:graphe.itIl simbolo della cristianità, il primo gesto che i fedeli apprendono da bambini; un segno dirompente che ricongiunge il divino e l'umano nel ricordo di una sofferenza che è al tempo stesso liberazione dal dolore terreno: l'atto di segnarsi nel momento del rito appare oggi un'abitudine acquisita sulla quale non ci si pongono domande. Come svela questo saggio, tuttavia, la croce si è fatta portatrice nei secoli di significati complessi, che vale la pena osservare in una prospettiva diacronica, storica e filosofica.A partire dalla discussione – agli albori del Cristianesimo stesso – fra l'opportunità di rappresentare il Figlio di Dio e l'oggetto che lo condusse a morte, il fervore spirituale e la religiosità popolare hanno costruito un intreccio ben più articolato e controverso di quanto si immaginerebbe, per condurre progressivamente al valore unificante del segno della croce come testimonianza di appartenenza a un credo che, al suo centro, non deve dimenticare di avere proprio Colui che su quella croce fu appeso.Arricchito dalla prefazione di mons. Giorgio Demetrio Gallaro, il testo interesserà tanto i credenti quanto chiunque sia desideroso di approfondire l'argomento in ottica laica.Gaetano Passarelli è nato a Castrovillari (Cosenza) e vive a Roma. È stato docente di Storia bizantina all'Università di Chieti e di Roma3, di Spiritualità Orientale all'Istituto Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum e di Liturgia bizantina al Pontificio Istituto Orientale. È direttore responsabile della rivista Studi sull'Oriente Cristiano. Consultore storico della Congregazione delle Cause dei Santi, conta numerose pubblicazioni scientifiche su iconografia, liturgia e storia bizantina tradotte in diverse lingue. È autore di biografie di personaggi italiani e brasiliani. È direttore della collana I condottieri della Graphe.it di Perugia e, per la stessa casa editrice, condirettore della collana Pecile.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
La comunità è in crisi a causa della morte di Lazzaro. All'arrivo di Gesù, le due sorelle usciranno dalla casa e si incontreranno con lui. All'interno della casa c'è tristezza causata dalla morte del fratello. La comunità si sfascia. La comunità senza la vita non attrae. Esse sono in cerca di un segno di vita e di speranza. Sono tra la morte e la vita, tra la disperazione e la speranza. Anche oggi ci sono molte situazioni di morte che scoraggiano, che rattristano, indeboliscono il nostro credere, la comunità. Possiamo dare un nome a queste situazioni di morte. Lazzaro muore. Dopo quattro giorni la morte è assolutamente certa, il corpo entra in decomposizione e inizia ad emanare cattivo odore (Gv 11,39). Molti giudei stanno in casa di Marta e Maria per consolarli per la perdita del fratello. I rappresentanti della Prima Alleanza non portano vita nuova. Consolano solamente. Gesù è colui che porta vita nuova! Le due donne formano un nuovo spazio di contatto fra Gesù e i suoi avversari. Da una parte i capi dei giudei minacciano di morte Gesù! Dall'altra parte Gesù viene per vincere la morte! E' in questo contesto conflittuale tra la vita e la morte che si va realizzando il settimo "segno". --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/saveriane/message
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.
Dal Vangelo di Giovanni 5,1-16 Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l'acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all'istante quell'uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare. Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all'uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: "Prendi la tua barella e cammina"». Gli domandarono allora: «Chi è l'uomo che ti ha detto: "Prendi e cammina?"». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
IL VANGELO DEL GIORNO – LUNEDÌ 13 MARZOLc 4,24-30Gesù come Elia ed Elisèo è mandato non solo per i Giudei.In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.Anzi, in verità io vi dico: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne...Gesù si reca a Nazareth e, dopo aver letto nella sinagoga un passo del profeta Isaia, dichiara di essere Colui che doveva venire e che è stato inviato ad evangelizzare i poveri.Viene però a sua volta come povero, e nel suo paese, dove lo conoscono tutti come figlio di Maria e Giuseppe, si domandano chi mai creda di essere ora uno che è sempre vissuto tra loro.“Erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: Non è costui il figlio di Giuseppe?”.https://www.nondisolopane.it/il-vangelo-del-giorno-lunedi-13-marzo/
Efesto il dio del fuoco, il fabbro delle opere di ingegno. Colui che forgiava armi nella sua grande officina dentro il vulcano Etna. Era così forte che per assistenti aveva i Ciclopi, giganti forzuti con un solo occhio, e per schiavi progettò e costruì un'armata di automi d'acciaio, una specie di robot. Efesto, grande architetto degli dei, figlio di Zeus e di Era. Fu lui a costruire le armi per Achille, fu lui a forgiare l'arco e le frecce per Apollo e Artemide, fu lui a costruire l'elmo e i sandali alati di Ermes, e fece pure, tra le tante opere, l'arco e le frecce di Heros. Continue reading
Abbiamo visto che la vera umiltà comporta la conoscenza del proprio nulla. Se questa conoscenza è un ideale per gli abitanti della terra, è una condizione necessaria per gli abitanti del cielo: per poter godere della visione beatifica, della visione perfetta, fin quanto è possibile per ogni individuo e nel modo di cui è capace, del Sommo Bene. Padre Cornelio a Lapide parla come segue di questa conoscenza nel suo commentario su capitolo 4 della prima lettera di san Giovanni: "Così l'amore ha unito Dio all'uomo, non solo nell'affetto e nella cura, ma anche effettivamente e sostanzialmente, mediante, in verità, un'unione ipostatica. Unisce l'uomo a Dio, così che, uscendo totalmente da se stesso, passa in Dio, e per così dire si perde, non pensando più ad altro, non comprendendo né sentendo altro che Dio, non cercando né desiderando altra cosa, non provando gioia in nient'altro che nelle cose buone di Dio. Colui che si unisce così a Dio diviene un solo spirito con Lui, perché si spoglia di se stesso e si riveste di Dio. Perciò, come se fosse tutto trasformato nella natura divina, è nel pensiero e nell'affetto tutto in Dio. Così tutti i santi in cielo saranno uno con Dio (ciò che il Signore prega per loro, Gv. xvii.), perché tutti riconoscono il proprio nulla, come sono in se stessi, e non si stimano a nulla, se non nella misura in cui appartengono a Dio e sono per Lui. E in questo modo cessano del tutto da se stessi. E poiché non dovrebbero dimorare in nulla, dall'intelletto e dalla volontà gli saranno portati potentissimamente e saranno tutti in lui.
Abbiamo visto che la vera umiltà comporta la conoscenza del proprio nulla. Se questa conoscenza è un ideale per gli abitanti della terra, è una condizione necessaria per gli abitanti del cielo: per poter godere della visione beatifica, della visione perfetta, fin quanto è possibile per ogni individuo e nel modo di cui è capace, del Sommo Bene. Padre Cornelio a Lapide parla come segue di questa conoscenza nel suo commentario su capitolo 4 della prima lettera di san Giovanni: "Così l'amore ha unito Dio all'uomo, non solo nell'affetto e nella cura, ma anche effettivamente e sostanzialmente, mediante, in verità, un'unione ipostatica. Unisce l'uomo a Dio, così che, uscendo totalmente da se stesso, passa in Dio, e per così dire si perde, non pensando più ad altro, non comprendendo né sentendo altro che Dio, non cercando né desiderando altra cosa, non provando gioia in nient'altro che nelle cose buone di Dio. Colui che si unisce così a Dio diviene un solo spirito con Lui, perché si spoglia di se stesso e si riveste di Dio. Perciò, come se fosse tutto trasformato nella natura divina, è nel pensiero e nell'affetto tutto in Dio. Così tutti i santi in cielo saranno uno con Dio (ciò che il Signore prega per loro, Gv. xvii.), perché tutti riconoscono il proprio nulla, come sono in se stessi, e non si stimano a nulla, se non nella misura in cui appartengono a Dio e sono per Lui. E in questo modo cessano del tutto da se stessi. E poiché non dovrebbero dimorare in nulla, dall'intelletto e dalla volontà gli saranno portati potentissimamente e saranno tutti in lui.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7280OMELIA IV DOMENICA DEL TEMPO ORD. - ANNO A (Mt 5,1-12a)Il brano del Vangelo di oggi è la celebre pagina delle Beatitudini. Gesù per proclamare le Beatitudini sale su di un monte vicino a Cafarnao, il monte Tabor. Questo è un particolare piuttosto importante. Infatti, come per dare la legge al popolo d'Israele, Mosè era salito sul monte Sinai, così Gesù, per dare compimento alla Legge antica e indicare a tutti la perfezione, sale sul monte Tabor. C'è una grande differenza tra il Sinai e il Tabor: il Sinai è un monte molto aspro e deserto che simboleggia molto bene l'austerità della Legge mosaica; mentre il Tabor, più che un monte, è un colle dall'aspetto dolce e verdeggiante che indica la soavità della Legge evangelica, una legge d'amore.Gesù inizia il lungo discorso riportato nel capitolo quinto dell'evangelista Matteo con le otto Beatitudini che possono essere considerate come la "Magna Charta" del Cristianesimo, come il documento d'identità di ogni cristiano. Ciascuno di noi le dovrebbe sapere a memoria e, più ancora, meditare assiduamente e mettere in pratica. Le Beatitudini ci indicano innanzitutto come è vissuto Gesù e come dovrebbe vivere ciascuno di noi. Esse ci indicano il cammino della felicità, ci indicano dove possiamo trovare la felicità che tutti bramano ma che pochi riescono a raggiungere.Le Beatitudini comportano un capovolgimento del nostro modo di pensare e di agire. Il mondo proclama beati i ricchi e i gaudenti, i forti e i prepotenti; Gesù fa il contrario: Egli, innanzitutto, proclama "beati i poveri in spirito" (Mt 5,3). Chi sono questi poveri in spirito? Povero in spirito è colui che, libero da ogni impaccio terreno, ripone la sua speranza unicamente in Dio. Povero in spirito è colui che non è attaccato alle ricchezze di questa terra e che si fida della Provvidenza divina. Non è la ricchezza che ci può rendere felici, ma la fiducia in Colui che sa ciò di cui abbiamo veramente bisogno.La seconda Beatitudine proclama felici "quelli che sono nel pianto" (Mt 5,4). Questi sono coloro che soffrono per le miserevoli condizioni di un mondo senza Dio. Soffrono perché l'amore di Dio non è compreso. A questi afflitti Gesù promette consolazione, una consolazione proporzionata all'afflizione. Subito dopo, Gesù proclama "beati i miti perché erediteranno la terra" (Mt 5,5). I miti non sono i paurosi, ma quelli che non serbano rancore, quelli che trovano la forza nella serenità. Coloro che "hanno fame e sete della giustizia" (Mt 5,6) sono quelli che desiderano la santità al di sopra di tutte le altre cose. Nel linguaggio della Bibbia, la parola giustizia significa perfezione, santità. Gesù ci insegna perciò a desiderare vivamente la santità perché la santità equivale ad amare Dio e il prossimo.I "misericordiosi" (Mt 5,7) sono quelli che, imitando il Padre Celeste, sanno comprendere e perdonare il prossimo, sanno soccorrerlo in ogni circostanza, irradiando attorno a loro l'amore di Dio di cui hanno fatto esperienza. I "puri di cuore" (Mt 5,8) sono tutti coloro che combattono tenacemente contro il vizio che si annida dentro tutti gli uomini, fino ad estirparlo. Gesù nel Vangelo ci insegna che è dall'intimo dell'uomo che esce ogni iniquità. Il male è si nel mondo, ma è soprattutto dentro di noi (cf Mt 23,27-28). Ci vuole pertanto una profonda purificazione interiore: solo così potremo essere autenticamente felici.Gli "operatori di pace" (Mt 5,9) di cui parla la settima Beatitudine non sono i grandi diplomatici, ma quelli che hanno capito l'unico modo per garantire la pace. Quest'unico modo è la piena comunione con Dio, l'armonia dell'uomo con Dio. Se dentro al nostro cuore non vi è questa armonia, non si può pensare alla pace sulla terra. Bisogna prima eliminare dalla nostra vita il peccato, ogni peccato, anche il più nascosto, solo così saremo autentici operatori di pace. Quando uno si innalza, innalza tutti; quando uno si abbassa, danneggia tutti. Pertanto ogni peccato, anche il più nascosto, misteriosamente alimenta l'odio che vi è nel mondo. Diceva Madre Teresa di Calcutta che se per un giorno solo non vi fossero più aborti, finirebbero tutte le guerre sulla terra. Riflettiamo bene su queste parole e vogliamo essere anche noi veri operatori di pace.Infine, con l'ultima Beatitudine, Gesù proclama felici i "perseguitati" (Mt 5,10). Questa è la più grande Beatitudine. È la Beatitudine di tutti i Martiri che, anche in mezzo alle sofferenze del martirio, hanno sperimentato la vicinanza con la grande Vittima del Calvario, con Gesù Crocifisso. Lungo i secoli vi sono stati moltissimi Martiri. L'ultimo secolo da poco trascorso, così civile e progredito, è stato quello che ne ha dati più di tutti gli altri secoli messi insieme. Gesù l'ha detto chiaramente: "Se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi" (Gv 15,20).Con questa pagina delle Beatitudini abbiamo il più bel ritratto di Gesù. Così è vissuto Lui sulla terra e così dobbiamo impegnarci a vivere anche noi. L'Immacolata, Madre di Gesù e Madre nostra, ci aiuti in questa impresa così grande.
La potenza della Divina Volontà rende la creatura refrattaria e sempre meno sensibile alle amarezze e ferite ricevute. La potenza infinita di Colui che tutto contiene nell'atto solo della Divina Volontà. L'estrema gravità di chi si oppone alla Divina Volontà in modo consapevole e volontario. Libro di Cielo, Volume 31, 16 Ottobre 1932, Martedì 24 Gennaio 2023
Dal Vangelo di Giovanni 1,29-34 In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
Lezione di Srimad-Bhagavatam canto 5 capitolo 18 verso 11: "Nella compagnia di persone il cui unico interesse è il Signore Supremo, Mukunda, è possibile ascoltare le Sue potenti attività e arrivare presto a comprenderle. Le attività di Mukunda sono così potenti che è sufficiente ascoltarle per entrare immediatamente in contatto col Signore. Colui che costantemente ascolta con attenzione il racconto delle attività straordinarie del Signore sentirà la Verità Assoluta, Dio, la Persona Suprema, entrare nel suo cuore sotto la forma di queste vibrazioni sonore e purificarlo da ogni contaminazione. D'altra parte, sebbene il fatto di bagnarsi nel Gange diminuisca le contaminazioni e le infezioni del corpo, questa pratica, insieme con quella di visitare i luoghi santi, può purificare il cuore solo dopo molto tempo. Qual è dunque l'uomo sano di mente che non cercherà la compagnia dei devoti per portare rapidamente alla perfezione la propria vita?" Relatore: Harold Conley (Trai dasa prabhu) Questa conferenza è tratta dai libri e insegnamenti di A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Visita ora la nostra pagina www.prabhupadadesh.com/libri/ e scopri i libri che puoi avere con una libera donazione, direttamente a casa Tua. Spediamo ovunque Tu desideri. Tutte le domeniche dell'anno, a partire dalle ore 17:00, la comunità Hare Krishna di Albettone apre le porte ai visitatori con una gioiosa festa che prevede incontri culturali che affrontano tematiche di attualità tenendo presente i millenari insegnamenti della cultura dei Veda, i più antichi testi sapienziali conosciuti dal genere umano. In un'atmosfera intrisa di cordialità e devozione, gli ospiti possono apprendere gli insegnamenti del bhakti-yoga che include lo studio della filosofia e della spiritualità dell'India classica, la meditazione, la musica sacra e l'arte della cucina vegetariana. Ogni serata si conclude con l'offerta di gustose preparazioni vegetariane! L'ingresso è libero. Per informazioni visitate il nostro sito http://www.prabhupadadesh.com
Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Non possiamo vedere l'adempimento delle promesse di Dio finchè non ci allineiamo alla Sua Parola.
Dal Vangelo di Giovanni 1,29-34 In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: "Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me". Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell'acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: "Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo". E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
In principio era il Verbo,e il Verbo era presso Dioe il Verbo era Dio.Egli era, in principio, presso Dio:tutto è stato fatto per mezzo di luie senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.In lui era la vitae la vita era la luce degli uomini;la luce splende nelle tenebree le tenebre non l'hanno vinta.Venne un uomo mandato da Dio:il suo nome era Giovanni.Egli venne come testimoneper dare testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui.Non era lui la luce,ma doveva dare testimonianza alla luce.Veniva nel mondo la luce vera,quella che illumina ogni uomo.Era nel mondoe il mondo è stato fatto per mezzo di lui;eppure il mondo non lo ha riconosciuto.Venne fra i suoi,e i suoi non lo hanno accolto.A quanti però lo hanno accoltoha dato potere di diventare figli di Dio:a quelli che credono nel suo nome,i quali, non da sanguené da volere di carnené da volere di uomo,ma da Dio sono stati generati.E il Verbo si fece carnee venne ad abitare in mezzo a noi;e noi abbiamo contemplato la sua gloria,gloria come del Figlio unigenitoche viene dal Padre,pieno di grazia e di verità.Giovanni gli dà testimonianza e proclama:«Era di lui che io dissi:Colui che viene dopo di meè avanti a me,perché era prima di me».Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia.Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.Dio, nessuno lo ha mai visto:il Figlio unigenito, che è Dioed è nel seno del Padre,è lui che lo ha rivelato.
Dal Vangelo di Giovanni 1,1-18 In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità. Giovanni gli dà testimonianza e proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me». Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato. --- Send in a voice message: https://anchor.fm/vangelo/message
Il Messaggio di Oggi: "COLUI CHE CI HA CHIAMATI CI CONDURRÀ" • Filippesi 1: 6 • Genesi 15: 5 • Esodo 20: 6 • Genesi 26: 4-5 • Deuteronomio 6: 4-5 • Esodo 20: 5 • Abacuc 2: 1 • Ezechiele 3: 1 • Genesi 15: 5 • Genesi 15: 7 • Genesi 16: 1 • Abacuc 2: 1-2 • Genesi 16: 1 (2-6) • Abacuc 2: 3-4 • Filippesi 1: 6 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
da 11 anni in su) La donna-lupa tornò a casa e infilò la porta. Il marito spaventato, cominciò a tirarle addosso qualsiasi cosa trovasse per le mani: sedie, stivali, pentole, tavoli, ferri da storo e fornelli; poi, afferra un bastone grosso di ginepro, e giù colpi da orbo. “Oh… Sono io, marito mio! Sono io, marito mio!” Credeva di parlare la donna malvagia, e invece abbaiava, ululava, ringhiava. Proprio come fanno i lupi. Colui, che la vedeva in forma di lupa con tanto di bocca spalancata, aveva paura d'essere sbranato; e perciò dava botte che rompevano le ossa. Continue reading
da 11 anni in su) La donna-lupa tornò a casa e infilò la porta. Il marito spaventato, cominciò a tirarle addosso qualsiasi cosa trovasse per le mani: sedie, stivali, pentole, tavoli, ferri da storo e fornelli; poi, afferra un bastone grosso di ginepro, e giù colpi da orbo. “Oh… Sono io, marito mio! Sono io, marito mio!” Credeva di parlare la donna malvagia, e invece abbaiava, ululava, ringhiava. Proprio come fanno i lupi. Colui, che la vedeva in forma di lupa con tanto di bocca spalancata, aveva paura d'essere sbranato; e perciò dava botte che rompevano le ossa. Continue reading
Video, ita_t_rav_2022-12-15_lesson_bs-shamati-211-ke-omed_n2_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 2
Audio, ita_t_rav_2022-12-15_lesson_bs-shamati-211-ke-omed_n2_p1. Lesson_part :: Daily_lesson 2
Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Tanti credono in molte cose, ma purtroppo pochi hanno una fede basata sulla Parola di Dio. Questo catechismo ti aiuterà ad avere una fede solida. Questo è domanda e risposta n. 32 della serie di domande e risposte brevi dal catechismo battista del 1693 - versione di Charles Spurgeon.Domanda: Che cos'è la giustificazione?Risposta: La giustificazione è l'atto della grazia gratuita di Dio, con il quale egli perdona tutti i nostri peccati [1], e ci accetta come giusti agli occhi suoi [2] soltanto per la giustizia di Cristo che ci viene imputata [3], e che è ricevuta per sola fede [4].Versetti:Romani 3: 24 - ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.Efesini 1: 7 - In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia,2 Corinzi 5: 21 - Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.Romani 5: 19 - Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati resi peccatori, così anche per l'ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti.Galati 2: 16 - sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge, ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.Filippesi 3: 9 - e di essere trovato in lui non con una giustizia mia, derivante dalla legge, ma con quella che si ha mediante la fede in Cristo: la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede.Link:Ebook - Fede RiformataConfessione di Fede BattistaVerità & Vita PodcastLa Soluzione per la tua PauraLibretto gratis - Mi ConnettoLibretto gratis - Riforma 500Libretto gratis - LiberoSpeakpipe - Lasciaci una domanda o commento Catechismo Playlist
Molte volte il più grande ostacolo tra quello che siamo e chi vorremmo essere è proprio la paura: paura di provare dolore, fatica, di fallire, paura che ci accada qualcosa che non sappiamo gestire. Ma come la affrontano la paura gli stoici? Ignorandola? No, accettandola. Colui che non ha paura non ha a cuore nulla, la paura appartiene a chi sta lottando per ottenere qualcosa, è un meccanismo del tutto naturale messo in atto dal nostro cervello per renderci cauti. Supporta il podcast con il merchandise di #OgniSingoloGiorno e recensendo il podcast su #Spotify e #ApplePodcast https://ogni-singolo-giorno.myshopify.com #BeAStoic #Challenge #Stoicimo #BetterSelf #conoscenza #stressrelief #stoicismo #Paura #coraggio #tenacia --- Send in a voice message: https://anchor.fm/alessio-alfei/message
Talvolta ci troviamo dinanzi ad amori che amano, nonostante tutto. Nonostante la persona amata faccia del tutto per non esserlo, sia distante e talvolta faccia del male a chi la ama. Ma, nonostante tutto, l'altro la ama. E' questo tipo di amore che Il Signore nutre verso ciascuno di noi.---CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 6 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 21 minutiDurante una breve vacanza in Bretagna, siamo stati ospiti di una nostra amica: Regine è francese, ma i suoi genitori, entrambi erano italiani, costretti a fuggire in Francia dalle persecuzioni di Mussolini.Regine abita in Bretagna, ma ha anche una casa a Parigi; lei dice gli serva per continuare il suo lavoro, ma a mio avviso (e anche per mia moglie) il vero motivo, quello più grande almeno, è di poter visitare sua sorella.Sua sorella è ricoverata da molto tempo in una casa di cura nel “reparto speciale”, ovvero quello dove gli ammalati non escono né potranno uscire mai più: il motivo, è una forma di Alzheimer devastante.Regine ci raccontava che, quando sua sorella ha cominciato a comprendere che stava dimenticando tutto, ha cominciato a scrivere sui muri di casa, in tutte le stanze, le cose che voleva ricordare, quelle preziose... Il suo nome, la sua data di nascita, i nomi delle sue figlie, quelli dei suoi genitori, quello di Regine... la sorella amata...A questo punto della malattia, la sorella non conosce più nessuno, non parla più... solo sorride quando vede sua figlia... ma della sorella amata, di Regine... non c'è più memoria...Ma Regine, nonostante questo, ogni settimana la va a trovare, sta lì con lei, la accompagna nei giardini... e poi la saluta, senza ricevere alcun segno di gratitudine o di affetto in cambio.Come è possibile amare chi non ti riconosce più, chi ti tratta male, chi rifiuta di parlarti? Come è possibile un amore che ami, nonostante tutto?Semplicemente lo si fa, perché ci si ricorda di come era la persona amata, di quanto ella valga per noi, nonostante la malattia.Regine è credente, e di sicuro sa che la nostra situazione di umani è esattamente quella che lei sta vivendo dove noi siamo la sorella ammalata e lei la sorella premurosa, che continua ad amare senza se e senza ma... perché si ricorda di come eravamo...Per quanto noi possiamo fuggire distanti, lui è là... distante di un passo, pronto a nutrirci, al fianco nostro.Il Salmo 121descrive in una maniera sublime la presenza di questo Dio al fianco nostro anche quando noi siamo distanti: leggiamolo assieme:“1 Alzo gli occhi verso i monti... Da dove mi verrà l'aiuto? 2 Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra. 3 Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. 4 Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà. 5 Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra. 6 Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte. 7 Il Signore ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua. 8 Il Signore ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre. (Salmo 121:1-8)“Da dove mi verrà l'aiuto?” (v. 1)Ti sei mai trovato lì, ti sei mai trovata lì, a girare gli occhi attorno a te e quello che vedi, la situazione attorno, sono come montagne che ti circondano e ti sovrastano, e tu sei al centro?La parola che egli usa in ebraico per aiuto è עֵזֶר ‘êzer, che proviene dal verbo azar, che significa “circondare, cingere”. Quando sono circondato da qualcosa più alto e più forte di me, quello che mi occorre è qualcosa di ancora più forte, che mi circondi, mi avvolga, come facevo con i miei figli piccoli quando avevano un incubo di notte; li cingevo con un braccio, per dirgli :”non temere, ci sono qua io”.“Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (v. 2)Talvolta ci vuole di essere circondati e indifesi per riscoprire che Dio è onnipotente, che può fare qualsiasi cosa... quasi... quasi qualsiasi cosa...“Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà.” (v. 3)Perché, anche se è onnipotente, ci sono alcune cose che NON può fare: non può mentire, non può smettere di amarti, non può smettere di cercarti... E il salmo aggiunge altre due cose che dio NON può fare: Egli NON può permettere che tu vacilli Egli NON si riposa mai...“Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra.” (v. 5)Un tempo non si viaggiava in macchina, ma a piedi. Le strade non erano posti molto sicuri, dovevi guardarti le spalle, e dovevi essere pronto ad usare la spada, o qualsiasi altra arma con la destra.Immaginati in mezzo ad una strada, da solo o da sola: chi ti protegge? Il salmista dice che, se guardi in terra, quella che vedi non è la tua ombra, ma quella di Dio, che viaggia assieme a te, e che l'arma che hai alla tua destra, lui la controlla e la guida.E' un linguaggio simbolico, non sarà Dio ad uscire fuori dall'ombra “fisicamente”, mani e piedi, se qualcuno ti attacca... perché già lo ha fatto, fisicamente, attraverso un uomo che si chiama Gesù.Ed è tramite Gesù, tramite lo Spirito Santo che egli ha mandato dopo essere asceso al cielo che la sua presenza non sarà per un solo viaggio, ma per tutti i viaggi della tua vita: Difatti il salmista aggiunge:“Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte.” (v. 6)Che sia giorno o che sia notte, tu sarai protetto, sarai protetta... Quale è la parte “nobile” , quella più importante di tutte che proteggerà il Signore?“Il Signore ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l'anima tua” (v. 7)La parola tradotta con “preserverà” , in ebraico è שָׁמַר šâmar che letteralmente significa “mettere un recinto di spine”; era quello che i pastori mettevano attorno alle greggi per proteggerle dalle belve durante la notteQuesto significa che non ci ammaleremo mai, che tutti i nostri affari prospereranno, che non avremo mai problemi in famiglia, eccetera, vero?Certamente... certamente no! Si, ci potranno essere liberazioni miracolose, guarigioni miracolose...ma non sempre, perché a Dio interessa non tanto “l'involucro” il corpo ma ciò che contiene, l'anima.Anche i credenti si ammalano, anche i credenti (e soprattutto i credenti) vengono perseguitati, anche i credenti muoiono, ma quello cui puoi star certo, è che il suo amore per te non finirà mai.Paolo afferma:“Chi ci separerà dall'amore di Cristo? … Sono convinto che niente potrà mai separarci dal suo amore. Né la morte, né la vita, né gli angeli, né i capi spirituali, né il presente, né il futuro né le potenze demoniache e neppure le altezze o le profondità, nessuna cosa che Dio ha creato sarà mai capace di separarci dall'amore che Dio ci ha mostrato in Gesù Cristo, nostro Signore! (Romani 8:35a, 38-39 PV)Com'è la tua vita, in questo momento? C'è una guerra imminente o possibile che non puoi evitare? Stai scrutando i monti attorno ad essa perché senti, o sai che eserciti si stanno ammassando dietro di essi per attaccarti e distruggerti?Affida la difesa a Colui che solo può cingere la tua vita di mura inespugnabili. E' scritto in Ebrei 12:2“Teniamo lo sguardo fisso su Gesù, principio e fine della fede, che, in vista della gioia che avrebbe avuto, sopporto la morte della croce, dando scarsa importanza a questa vergogna e si è seduto alla destra del trono di Dio. (Ebrei 12:2)Colui che ha in mano la spada che ti difende, si chiama Gesù.Regine continua ad amare la sorella, anche se la sorella non la ricorda, anche se talvolta la vorrebbe picchiare...Dio ti ha amato attraverso Gesù, e non ha mai smesso di amarti, e non smetterà mai di farlo, qualsiasi cosa accadaRegine nutre il suo rapporto con la sorella di un amore che ama, nonostante tutto.Questo è l'amore con cui ti ha amato Gesù: un amore che ama “nonostante tutto” che cerca la tua parte nobile, la tua anima, e quella vuole proteggere.Alza gli occhi verso i monti e riconosci che è in lui che puoi trovare l'aiuto.Preghiamo. GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Per Storie di calcio Gianluca Galliani "La prima Champions contro il Barcellona la porto nel cuore. Per Nesta feci un grande pressing su papà. Consigliai Modric giovanissimo a Braida ma non fui ascoltato. Sacchi il migliore allenatore colui che rivoluzionò il calcio, con Capello avevo un rapporto speciale. La mia passione era Baggio, sono stato un privilegiato" - In studio: Francesco Tringali - Maracanà con Marco Piccari
Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman su Romani capitolo 14 versetti da 1 a 6. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 12 Giugno 2022.Titolo del messaggio: "Chi è debole alzi la mano".ROMANI 14 V1-6"1 Accogliete colui che è debole nella fede, ma non per sentenziare sui suoi scrupoli. 2 Uno crede di poter mangiare di tutto, mentre l'altro, che è debole, mangia verdure. 3 Colui che mangia di tutto non disprezzi colui che non mangia di tutto; e colui che non mangia di tutto non giudichi colui che mangia di tutto, perché Dio lo ha accolto. 4 Chi sei tu che giudichi il domestico altrui? Se sta in piedi o se cade è cosa che riguarda il suo padrone; ma egli sarà tenuto in piedi, perché il Signore è potente da farlo stare in piedi. 5 Uno stima un giorno più di un altro; l'altro stima tutti i giorni uguali; sia ciascuno pienamente convinto nella propria mente. 6 Chi ha riguardo al giorno, lo fa per il Signore; e chi mangia di tutto, lo fa per il Signore, poiché ringrazia Dio; e chi non mangia di tutto fa così per il Signore, e ringrazia Dio."
Dio, attraverso la preghiera, fa si che il collegamento interrotto dopo la caduta, sia ristabilito, affinché non solo possiamo richiedere, ma anche essere un collegamento tra il Cielo e la Terra, affinché si compiano le parole di Gesù: "...venga il tuo regno...". --- Predicatrice: Jean Guest CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 29 minuti Mi chiedo quale sia la tua preghiera più comune, quella che dici quasi ogni giorno; è : “tienimi al sicuro” ? È forse "fa che io sopravviva a questo”? Quale parte del tuo quotidiano ti stimola di più a pregare? Quali sono le preghiere che fai senza badare alla forma e al modo? Preghi per un posto di parcheggio? Oh, aspetta, quanto sono sciocca, certo che non lo fai, siamo in Italia.. si parcheggia dove si vuole! Sembra che la preghiera più comune, e probabilmente la più detta da tutti a un certo punto, sia solo una breve e semplice frase: "Per favore Dio, aiutami'. Ad un certo punto della propria vita ogni singola persona, sia che creda in Dio, Allah o Buddha, o anche se è un ateo convinto, dirà questa preghiera - "Per favore, Dio, aiutami". Perché non tutti vanno in chiesa, al tempio o alla moschea, ma tutti pregano. Un quarto delle persone che si descrivono come "non religiosi” ammette di "prendere parte a qualche attività spirituale ogni mese, tipicamente la preghiera". Nel marzo 2020 Google ha visto un'impennata di persone che cercavano la parola “preghiera”; il 50% in più che in qualsiasi altro momento della sua storia. Questo è quello che ha detto l'autore della ricerca, il professor Bentzen: "Quando l'OMS ha dichiarato il Covid-19 una pandemia, l'incidenza di ricerche per la parola 'preghiera' è aumentata intorno alla metà di marzo per la maggior parte delle zone, anche in quelle più laiche del Nord Europa". Ora è chiaro che una pandemia ci faccia questo effetto. La crisi è il momento in cui la maggior parte delle persone che di solito non pregano proveranno a farlo. E cosa ne dobbiamo fare? Abbiamo certamente il diritto di essere un po' offesi dal fatto che la gente chieda l'aiuto divino quando non ha più alternative. Il Creatore dell'universo che conosce il numero totale delle stelle si preoccupa forse del nostro parcheggio? Il Dio che si è librato sulle acque portando la vita, riporterà il mio cane temporaneamente scomparso? Il Dio che tiene insieme tutte le cose ascolterà la mia preghiera sussurrata nell'angoscia, 'per favore aiutami'? Gesù dice di si; si, perché quel Dio è ugualmente interessato al tuo ordinario quotidiano tanto quanto è interessato al grande evento cosmico di portare il cielo sulla terra. "9 Voi dunque pregate così: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; 10 venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo, anche in terra. 11 Dacci oggi il nostro pane quotidiano; 12 rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; 13 e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno." ( Matteo 6:9-13) Dai un'occhiata al versetto 11. Tra le giuste battaglie sante per stabilire il cielo sulla terra e sconfiggere il maligno c'è questo: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. I bisogni pratici quotidiani che abbiamo sono altrettanto importanti per Dio quanto tutte le grandi cose eterne. E, ancora più importante, ci viene dato il permesso di avvicinarci a Dio e chiedere semplicemente: "dacci". Questo tipo di preghiera, chiedere a Dio ciò di cui ho bisogno si chiama richiesta. Ma cosa è giusto richiedere? Come faccio a sapere che quello che sto chiedendo va bene e che non sto trattando Dio come il Genio della lampada di cui abbiamo parlato la settimana scorsa? Si torna al discorso di fermarsi e riconoscere Dio. La prima metà della preghiera consiste nel vederla dalla prospettiva di Dio; le parole usate sono “il tuo nome”, “ il tuo regno”, “la tua volontà”; se diamo tutta la nostra attenzione a questo, allora le preghiere che vengono da quel luogo saranno basate sulla sua realtà e non sulle nostre circostanze. La seconda metà della preghiera riguarda noi: “dacci”, “perdonaci”, “non ci esporre” …. e la cerniera tra le due metà è questa frase: "come in cielo così in terra". Come dice Tyler Staton, "Il cielo è ciò che fa muovere le nostre preghiere, la terra è dove le vediamo esaudite". Dice Eugene Peterson: "La preghiera ci coinvolge in modo profondo e responsabile in tutte le operazioni di Dio. La preghiera coinvolge anche Dio in modo profondo e trasformativo in tutti i dettagli della nostra vita... La preghiera ci fa partecipare a ciò che Dio sta facendo... [E] la preghiera fa partecipare Dio a ciò di cui abbiamo bisogno per vivere alla sua gloria". Se preghiamo per il quotidiano, allora stiamo riconoscendo che Dio ne fa parte, è qui, è coinvolto e ne ha cura. Le piccole preghiere ci insegnano ad essere grati e ci danno la fiducia per affrontare "le cose grandi". “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.” (Filippesi 4:6) Ecco un modo utile per pregare le preghiere di richiesta; iniziamo entrando alla sua presenza attraverso lo stare fermi, con le mani aperte, come abbiamo provato la settimana scorsa Fatto ciò, gira i palmi delle mani verso il basso e fai semplicemente le tue richieste; digli quello che hai nel cuore, prega quello che hai dentro, non quello che pensi che Dio voglia sentire. Ora gira i palmi verso l'alto e ascolta. Una cosa che trovo utile è organizzare le mie richieste per temi a seconda del giorno, così lunedì prego per la famiglia, martedì per gli amici, mercoledì per la chiesa, giovedì per Montefiascone, venerdì per me, sabato per il mondo. Naturalmente a volte sono portata a pregare fuori da questo sistema, ma quando questo non accade è uno strumento utile per mantenere le mie preghiere radicate nel qui e nell'adesso. E, il motivo perché sto suggerendo che quando preghiamo siamo intenzionali su come ci sediamo e abbiamo le mani è perché questo ricorda alla nostra mente che stiamo entrando nella preghiera, non siamo sdraiati davanti alla TV, non siamo seduti al tavolo con un caffè a fare una buona chiacchierata, o semplicemente a rilassarci; i nostri corpi ci aiutano a metterci nella giusta condizione mentale per pregare in maniera efficace. Se la richiesta è quando chiediamo, allora l'intercessione è quando ci mettiamo in mezzo. In ebraico la parola è pagha che significa sollecitare, nel Nuovo Testamento la parola è enteuxis che significa per conto di e la parola che usiamo più spesso è dal latino intercedo che significa stare in mezzo. Vi faccio un esempio: quando ho pregato che mio figlio trovasse la casa giusta da comprare, questa era una mia richiesta; quando prego che lui sia protetto nel suo lavoro di poliziotto, questa è la mia intercessione per lui perché mi metto tra lui e il male che gli farebbe del male. Quando intercedo tendo ad avere questa posizione come se stessi unendo due metà, o come se unissi il cielo con la terra. “Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità.” (1 Timoteo 2:1 -2) L'intercessione è quando ci uniamo all'opera redentrice di Dio, quando respingiamo l'oscurità; la preghiera è il modo in cui siamo in relazione con Dio per governare e regnare nel nostro mondo, per vedere il suo regno venire e vedere fatta la sua volontà. Tyler Staton dice: "Nel mezzo della interruzione di comunicazione causata dalla caduta, la preghiera diventa il mezzo con cui respingiamo la maledizione che ha infettato il mondo e ci ha infettato. Vedete, mentre noi sogniamo un Dio che porta il cielo sulla terra, allo stesso tempo Dio sogna un popolo che prega con cui condividere il cielo". L'intercessione riguarda in definitiva la redenzione ed è motivata dall'amore per gli altri. Mi piace come la versione della bibbia the Message lo mette quando si parla di come Gesù intercede per noi. “Colui che è morto per noi - che è stato risuscitato alla vita per noi - è alla presenza di Dio in questo preciso momento e sta difendendo noi.”(Romani 8:34 – parafrasi bibbia “The Message”) Questo 'difendere' gli altri è ciò che facciamo attraverso l'intercessione; afferma Richard Foster: “Non preghiamo per gli altri come fossero "cose", ma "persone" che amiamo. Se amiamo veramente le persone, desidereremo per loro molto più di quanto sia in nostro potere di dare loro, e questo ci porta alla preghiera. L'intercessione è un modo di amare gli altri, è una preghiera disinteressata, anche una preghiera che rende disponibile se stessi per gli altri . Nel lavoro continuo del Regno di Dio niente è più importante della preghiera di intercessione.” La preghiera di intercessione è il modo in cui Dio condivide il potere con noi, è come se fossimo co-gestori del cielo perché è quello che siamo ogni volta che diciamo: "sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra". La preghiera è il modo in cui questo passa dall'essere una teoria biblica alla nostra effettiva esperienza, e naturalmente la porta d'ingresso è Gesù. Pregare nel nome di Gesù significa pregare con la sua autorità. Ogni volta che preghiamo nel nome di Gesù è come dichiarare nuovamente la sua vittoria. C'è potere nel nome di Gesù. Cos'è che cantiamo, in un vecchio inno di chiesa? Oh, c'è una speranza che chiama il coraggio E nella fornace senza paura Il tipo di aspettativa audace Che ogni preghiera che faccio È su una tomba vuota E questo è il potere del Tuo Nome Dio sceglie di condividere questa potente opera redentrice con noi attraverso la preghiera di intercessione. Non ne ha bisogno, penso che possiamo tranquillamente dire che l'onnipotente, amorevole, onnisciente Creatore e sostenitore dell'Universo è bravo a gestire le cose senza di noi, ma dice “Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve; chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa.” (Matteo 7:7-8) Mi chiedo cosa accadrebbe se pregassimo come se avessimo a disposizione le risorse del cielo per coloro per i quali preghiamo. Come sarebbe il nostro mondo? Ricordate quando Paolo dice, ‘non cessate mai di pregare' (1 Tessalonicesi 5:17):? E se con questo non intendesse parlare all'infinito, ma piuttosto vivere vite che dimostrino l'autorità del Regno, che portino il Cielo sulla terra? PT Forsyth osa dire che "le nostre preghiere sono la risposta a quelle di Dio". Andiamo a pregare. AmenGUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKVIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM A BREVE---VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD A BREVE (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)
Il pianto di Gesù, in un giorno di festa per lui, dove tutti lo acclamano, deve farci riflettere: quanto sono disposto io a modificare il Gesù che ho in mente, e seguire quello vero, non la proiezione di ciò che voglio, di ciò che più mi aggrada? --- CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIO Tempo di lettura: 8 minuti Tempo di ascolto audio/visione video: 25 minuti Immaginatevi che, per qualche strano motivo, foste chiamati ad essere coinvolti in qualcosa di enormemente grande, qualcosa che cambi la storia del mondo, riportando pace, prosperità, sicurezza. Essendo di attualità, supponiamo foste chiamati al tavolo con i capi di stato di Ucraina e Russia, e che un vostro intervento riuscisse a far cessare la guerra tra loro e che, tornati a casa, mentre passeggiate per la via principale della vostra città la gente iniziasse a battervi le mani, a gridare il vostro nome, a volersi fare “selfie” con voi. Quale reazione susciterebbe in voi? Paura? Gioia? Eccitazione? Certamente non sareste tristi, almeno penso. La Bibbia è la lunga storia di un tavolo negoziale tra l'uomo e Dio, dove Dio, di sua spontanea volontà decide di sedersi ad un tavolo per far cessare la guerra, anche se l'uomo non ha fatto nulla per meritaselo; e lo fa mandando un “inviato speciale”. Le presone sapevano che Dio avrebbe mandato, prima o poi, il Cristo, il Messia, il Salvatore; e ad un certo punto accade che le folle lo acclamino tale... “Dette queste cose, Gesù andava avanti, salendo a Gerusalemme... Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla via. Quando fu vicino alla città, alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste, dicendo: «Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi!» … Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi. Poiché verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata». (Luca 19:28, 36-38, 41-44) Era la prima volta che andava a Gerusalemme dopo che la aveva visitata a 12 anni. Che strana reazione, per un mediatore che sta salvando il mondo! Gesù dovrebbe essere felice... e invece... piange! Le persone lo riconoscono come re, gli dicono che è mandato da Dio, stendono rami di palma e persino i loro mantelli affinché i suoi piedi non tocchino il suolo! Non ci dovrebbe essere motivo di piangere, ma piuttosto di gioire! Gerusalemme sarebbe stato il luogo dove Gesù avrebbe riappacificato l'uomo con Dio, attraverso la croce, sconfiggendo la morte. Perché il pianto, allora? Ho detto già che la gente si aspettava che Dio mandasse il Messia, il Salvatore, e Gesù aveva fatto del tutto per farsi riconoscere come tale: leggiamo cosa era accaduto prima nel vangelo di Matteo: “Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero a Betfage, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, dicendo loro: «Andate nella borgata che è di fronte a voi; subito troverete un'asina legata e un puledro con essa; scioglieteli e conduceteli da me. Se qualcuno vi dice qualcosa, direte che il Signore ne ha bisogno, e subito li manderà». (Matteo 21:1-4) Oggi appare quasi comico un re su un'asino, ma all'epoca gli asini erano un bene preziosissimo; erano usati per lavorare e per spostarsi, erano (e sono) animali intelligentissimi, stabili come carattere, estremamente affettuosi, resistenti... Non solo l'asino era prezioso, ma era anche una sorta di "status symbol";. re, principi e giudici ,tutti cavalcavano gli asini. Chi possedeva un asino all'epoca era come chi ai giorni d'oggi possegga una Ferrari Ora, figuratevi il padrone degli asini (perché Matteo ci dice che erano due, un'asina e il suo puledro) quando ii discepoli mandati da Gesù vanno da lui, slegano i due asini, e fanno per incamminarsi verso Gesù. E come se qualcuno assieme a un suo amico entrasse nel tuo garage dove tieni una Ferrari e una Lamborghini, le mettessero in moto e facessero per andarsene! “Scusate... dove credete di andare?” “Ah, salve... è che al nostro Signore gli servono!” “Tutte e due? Mica male! E che se ne fa?” Ma non c'è traccia delle rimostranze del padrone degli asini. Perché? Perché era ebreo, e perché conosceva la Bibbia, e conosceva l profezia fatta dal profeta Zaccaria: “Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia, o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e vittorioso, umile, in groppa a un asino, sopra un puledro, il piccolo dell'asina. Io farò sparire i carri da Efraim, i cavalli da Gerusalemme e gli archi di guerra saranno distrutti. Egli parlerà di pace alle nazioni, il suo dominio si estenderà da un mare all'altro e dal fiume sino alle estremità della terra.” (Zaccaria 9:9-10) Questo passaggio è stato scritto 500 anni prima che Gesù entrasse a Gerusalemme, per 500 anni la gente aveva aspettato... perché nella loro mente l'equazione era semplice: quando una figura simile a un re entra in città cavalcando un asino, significa che la pace sta finalmente per arrivare in Israele. Niente più inchini ai romani. Niente più cittadinanza di seconda classe. Niente più aver a che fare con "dei" stranieri. Niente più povertà, niente più intolleranza, niente più guerra. Solo pace. Sembra tutto così perfetto, ma non lo è; perché la gente si aspetta che Gesù il Re-Messia tanto atteso, vada al palazzo dove si trova Erode, cacci Erode e regni a Gerusalemme al suo posto, cacci i Romani, sottometta le popolazioni vicine, mettendogli tasse da pagare così che gli ebrei diventino ricchi. Niente di più sbagliato Gesù non entrerà nel palazzo per prendere il suo posto sul trono. Gesù non chiamerà i capi spirituali della città per organizzare una ribellione. Gesù non è venuto a Gerusalemme per fare campagna elettorale. È venuto perché l'umanità abbia una via di salvezza. E visto che Gesù non soddisfa le aspettative in pochissimo tempo tutto cambia. Tra cinque giorni le folle si rivolteranno contro di Lui. “Crocifiggilo! Crocifiggilo!, Crocifiggilo!” grideranno. E si allineeranno di nuovo per le strade della città, questa volta non per gridare “osanna”, ma per maledire, deridere e sputare su di lui, mentre lo guarderanno portare la sua croce sul Golgota. Tra cinque giorni i più vicini a Lui, gli amici, lo abbandoneranno: Giuda lo tradirà per 30 pezzi d'argento, Pietro lo rinnegherà, gli altri fuggiranno persino nudi ai quattro venti. Tra cinque giorni i romani saranno ancora in carica; Pilato giudicherà Gesù colpevole anche se sa che Gesù è innocente. Gesù sarà condannato ad essere crocifisso, una morte crudele riservata ai criminali famosi. Per Pilato sarà normale amministrazione, mentre cercherà di mantenere la pace nella capitale ebraica. Tra cinque giorni i capi religiosi festeggeranno; ai loro occhi Gesù non è altro che un altro eretico, un falso re da smascherare e deridere. E poi non si sentirà mai più parlare di Lui. Tra cinque giorni non ci saranno più folle che approvino, e non ci sarà più passione per il Nazareno, per Colui che è arrivato in città su un asino. Ecco perché Gesù piange. Nella lingua ebraico la parola “pianto” ed il verbo “piangere” non era unica; c'era una specificità del tipo di pianto e del motivo del pianto. C'era una "il pianto" per quando la gente moriva, il pianto" per un dolore fisico il pianto" dato da una emozione. E c'era una parola specifica per quando il pianto era rivolto a Dio come supplica La parola pianto usata da Luca, in greco è la parola κλαίω klaiō un pianto a voce alta, non silente, di quando la gente è in angoscia. È il pianto di un profondo dolore emotivo. Sta piangendo per coloro che lo rifiuteranno. Non sta piangendo perché è preoccupato per se stesso; sta piangendo a causa del suo intenso amore verso quello che lo processeranno, verso quelli che lo flagelleranno, verso quelli che lo accuseranno falsamente, verso quelli che ne reclameranno la morte... Piange, perché , per quelli, il suo sangue sarà sparso invano, e non riuscirà a portarli assieme a lui. In tutta la Bibbia non troverete mai un Gesù che gioisce della condanna dei peccatori, anche quando lo meritano. Non lo troverete mai dire: "Ve l'avevo detto". Gesù vede le folle che lo acclamano, ma piange perché preferirebbe vedere un risultato diverso, vorrebbe cuori che siano aperti, non duri e chiusi, e questo, anche per lui che è Dio, significa che ha le mani legate. Gesù sta piangendo perché sa che egli è l'unico che può dare la vita. Molti di quello che prima lo avevano acclamato e poi avevano gridato “ Crocifiggilo” avranno pensato: “Beh, Dio troverà un altro modo per salvarmi.” Non c'è un'altra via. Se ci fosse un'altra via, Gesù non sarebbe in tale angoscia per le anime perse di queste persone. Dio ha fatto di Gesù la via per la vita eterna. Rifiutando Gesù, la città di Gerusalemme ha rifiutato l'unica via che darà loro il vero accesso a Dio. Il pianto di Gesù, in un giorno di relativa gioia per lui, dove tutti lo acclamano, deve farci riflettere: quanto sono disposto io a modificare il Gesù che ho in mente, e seguire quello vero, non la proiezione di ciò che voglio, di ciò che più mi aggrada? Perché spesso noi abbiamo in mente un Gesù “a modo mio”. Quello che mi preservi da ogni difficoltà, quello che mi rende benestante, quello che mi guarisce quando sono ammalato io o un mio caro. Quello che protegge la mia casa e la mia terra... E non vogliamo un Gesù che mi aiuti nelle difficoltà, o nella mia povertà o nella malattia mia o di miei cari... o quando la mia casa è distrutta e il mio paese sotto le bombe... Gesù certamente non gioisce delle mie difficoltà ma il suo obiettivo non è darmi una bacchetta magica... ma affrontare la vita sapendo che questa è la breve preparazione alla prossima: “Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2 Corinzi 4:17-18) Vedete, se Gesù piange con angoscia per coloro che non sono salvati... quanto più ha pianto per coloro che sono salvati? Se Gesù si preoccupa così profondamente per coloro che sono Suoi nemici... quanto più si preoccupa per coloro i cui nomi sono nel libro della vita? Ci saranno momenti in cui ci sentiamo soli. Ci saranno giorni in cui ci interrogheremo sulla cura di Dio. A volte arriveremo al punto di alzare il pugno contro Dio, come fece Giobbe. Ma Gesù, Dio ha pianto. Non solo piangendo per i suoi nemici, ma anche piangendo per coloro che sono incisi sul palmo della sua mano. Gesù ama Gesù si dispera per le anime perdute. Gesù è l'unica via. Gesù è venuto a salvare Gesù vuole che facciamo parte della Sua famiglia. Sappiamo che è così perché 2000 anni fa Gesù guardò Gerusalemme... e nel mezzo di una festa sfrenata... pianse. Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM ---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD (Visita il nostro sito per ascoltare la registrazione audio, vedere il video del messaggio, per scaricare gli appunti e per vedere le diapositive del messaggio)