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I tre brani, accomunati dal tema della presenza femminile e dell'amore, intendono mettere a confronto due modi diversi di intendere il mito e la stessa poesia: alla semplice ed arcana bellezza del mondo evocato da Omero si contrappongono le studiate scelte espressive e narrative dei due poeti-filologi alessandrini, che giocano con il modello, evocandolo o rovesciandolo. La traduzione in endecasillabi sciolti, che vuole dare conto della dimensione fortemente poetica degli originali, cerca di fare transitare nel testo italiano alcune caratteristiche stilistiche (uso della ripetizione formulare nel testo omerico; arte allusiva e divertito distacco in Apollonio e Teocrito) dei testi di partenza. Continue reading
I tre brani, accomunati dal tema della presenza femminile e dell'amore, intendono mettere a confronto due modi diversi di intendere il mito e la stessa poesia: alla semplice ed arcana bellezza del mondo evocato da Omero si contrappongono le studiate scelte espressive e narrative dei due poeti-filologi alessandrini, che giocano con il modello, evocandolo o rovesciandolo. La traduzione in endecasillabi sciolti, che vuole dare conto della dimensione fortemente poetica degli originali, cerca di fare transitare nel testo italiano alcune caratteristiche stilistiche (uso della ripetizione formulare nel testo omerico; arte allusiva e divertito distacco in Apollonio e Teocrito) dei testi di partenza. Continue reading
I tre brani, accomunati dal tema della presenza femminile e dell'amore, intendono mettere a confronto due modi diversi di intendere il mito e la stessa poesia: alla semplice ed arcana bellezza del mondo evocato da Omero si contrappongono le studiate scelte espressive e narrative dei due poeti-filologi alessandrini, che giocano con il modello, evocandolo o rovesciandolo. La traduzione in endecasillabi sciolti, che vuole dare conto della dimensione fortemente poetica degli originali, cerca di fare transitare nel testo italiano alcune caratteristiche stilistiche (uso della ripetizione formulare nel testo omerico; arte allusiva e divertito distacco in Apollonio e Teocrito) dei testi di partenza. Continue reading
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Una borta ci fiat - una volta c'era - Novelline popolari sarde, di Francesco Mango
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Se una notte * Storie dalle Storie di Erodoto * Viaggi e Meraviglie
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Un tacito stupore a lei pervase l'animo. Dall'altissima sala quello uscì, sghignazzando, corse via, mentre il dardo conficcato nel cuore della fanciulla ardeva, simile ad una fiamma. Balenava lo sguardo, rivolto sempre a Giàsone, dal petto, per l'affanno, le fuggivano i sensi e la ragione. Immemore di ogni altro pensiero, nel dolore dolcissimo si struggeva nell'animo.
Podcast di greco per l'esame di maturità letto da Valentina Carnelutti Il podcast è stato scritto da Kathrine Budani
Gli Argonauti furono i compagni del comandante Giasone, che sotto i suoi ordini partirono per un lungo e avventuroso viaggio, tra i più conosciuti e narrati dalla mitologia greca. Erano tutti eroi. Giasone era un principe, figlio del re di Iolco, Esolo, e discendete della stirpe di Eolo. Diversi cantori hanno raccontato e tramandato le grandi gesta di Giasone e dei suoi compagni, ciascuno a modo suo, ovviamente, secondo le epoche differenti in cui è vissuto. Due sono comunque i cantori poeti che hanno narrato con grande passione il viaggio degli Argonauti. Si chiamavano Apollonio Rodio e Apollodoro. Cercheremo qui di raccontare, cogliendo un po’ da uno e un po’ dall’altro cantore, le avventure eroiche di questa straordinaria impresa, unendo i fatti in un solo viaggio. [...] Continue reading
Quali sono le prime tracce dell’uomo nelle Alpi occidentali? Da dove sono arrivate? Un’esplorazione con uno dei più grandi specialisti di archeologia delle Alpi occidentali, dalle prime tracce dell’Uomo nell’Insubria, fino all’attraversata del Ticino da parte degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro. “Di là gli Argonauti entrarono nel profondo corso del Rodano che si getta nell’Eridano… Questo fiume nasce agli estremi confini del mondo, dove sono le porte e le sedi della Notte, e di là si riversa da un lato alle coste dell’Oceano [il Reno], da un altro nel mare Ionio [il Po], da un altro ancora nel mare Sardo [il Rodano] … avanzarono nei laghi tempestosi, che si stendono all’infinito per le terre dei Celti [i laghi lombardi e svizzeri] … uno dei bracci portava in un golfo d’Oceano, e senza saperlo stavano per entrarvi … Ma Era, scesa dal cielo, gridò dalla rupe Ercinia [le cascate di Sciaffusa?] … Per ordine della dea tornarono indietro … Dopo un lungo cammino giunsero alla rive del mare, passando incolumi per volere di Era in mezzo ai mille popoli dei Celti e dei Liguri…” Le Argonautiche di Apollonio Rodio (inizio III sec. a.C.) (Apollonio Rodio, IV.627-647 passim, trad. G. Paduano, Milano 1986).
“AGLI ESTREMI CONFINI DEL MONDO, DOVE SONO LE PORTE E LE SEDI DELLA NOTTE”. FOCUS SUL TICINO: DALLA PREISTORIA, FINO ALL’ATTRAVERSATA DEGLI ARGONAUTI ALLA RICERCA DEL VELLO D’ORO. CON IL DR. FRANCESCO RUBAT BOREL, ARCHEOLOGO PRE-PROTOSTORICO E DIRETTORE DEL MUSEO NAZIONALE PREISTORICO ETNOGRAFICO “LUIGI PIGORINI” DI ROMA E MARKUS ZOHNER http://radiopetruska.com/discography/agli-estremi-confini-del-mondo-dove-sono-le-porte-e-le-sedi-della-notte-focus-sul-ticino-dalla-preistoria-fino-allattraversata-degli-argonauti-alla-ricerca-del-vello-d/?v=1ee0bf89c5d1 Quali sono le prime tracce dell’uomo nelle Alpi occidentali? Quando è arrivato nel territorio insubre? Quali erano le prime popolazioni che si sono insediate in Ticino? Da dove sono arrivate? Un’esplorazione con uno dei più grandi specialisti di archeologia delle Alpi occidentali, dalle prime tracce dell’Uomo nell’Insubria, fino all’attraversata del Ticino da parte degli Argonauti alla ricerca del vello d’oro. “Di là gli Argonauti entrarono nel profondo corso del Rodano che si getta nel- l’Eridano … Questo fiume nasce agli estremi confini del mondo, dove sono le porte e le sedi della Notte, e di là si riversa da un lato alle coste dell’Oceano [il Reno], da un altro nel mare Ionio [il Po], da un altro ancora nel mare Sardo [il Rodano] … avanzarono nei laghi tempestosi, che si stendono all’infinito per le terre dei Celti [i laghi lombardi e svizzeri] … uno dei bracci portava in un golfo d’Oceano, e senza saperlo stavano per entrarvi … Ma Era, scesa dal cielo, gridò dalla rupe Ercinia [le cascate di Sciaffusa?] … Per ordine della dea tornarono indietro … Dopo un lungo cammino giunsero alla rive del mare, passando incolumi per volere di Era in mezzo ai mille popoli dei Celti e dei Liguri…” Le Argonautiche di Apollonio Rodio (inizio III sec. a.C.) (Apollonio Rodio, IV.627-647 passim, trad. G. Paduano, Milano 1986).
Università di Cagliari – Facoltà di Studi Umanistici – Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica traduzione di Patrizia Mureddu Messa in voce e drammaturgia del suono di Gaetano Marino sostieni Quarta Radio con una libera donazione
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