La Fondazione di Venezia porta nel mondo dei podcast le più suggestive opere del Novecento comprese nelle Collezioni della Fondazione, insieme a rapide riflessioni sui tempi che corrono, chiamando ai suoi microfoni virtuali voci autorevoli del territorio veneziano e nazionale.
Le stilografiche costituiscono una quota significativa della collezione della Fondazione di Venezia dedicata agli strumenti di scrittura. Si tratta di quasi 1200 esemplari appartenenti ad epoche diverse e contraddistinte da fatture anche molto differenti fra di loro. L'approfondimento è a cura della giornalista Paola Sartore.
Un viaggio suggestivo attraverso la vita e la passione per i tessuti di Mariano Fortuny, una delle personalità più affascinanti e creative che Venezia ha avuto il privilegio di vantare tra i propri figli adottivi. L'approfondimento è a cura della giornalista Paola Sartore.
Parte significativa della collezione di penne e di strumenti di scrittura rilevata dalla Fondazione di Venezia nel 2008, gli stilofori sono quei particolari oggetti che, soprattutto nella prima metà del XX secolo, comparivano immancabilmente insieme a sottomano, tagliacarte e portabuste sui tavoli da lavoro di chiunque avesse a che fare, per diletto o per mestiere, con la scrittura. L'approfondimento è a cura della giornalista Paola Sartore.
La "Penna dell'Impero” fu realizzata negli anni Trenta come modello celebrativo della campagna di Etiopia per sfruttare la propaganda del regime. L'approfondimento è a cura di Alessandra Gini, referente della Fondazione di Venezia per le proprie collezioni.
Sono i tessili raccolti da Mariano Fortuny, stilista, designer, pittore e scenografo spagnolo che fece di Venezia la sua seconda patria, il soggetto dell'approfondimento firmato da Alessandra Gini, referente della Fondazione di Venezia per le proprie collezioni.
La collezione di vetri veneziani del '900 della Fondazione di Venezia è composta da 127 oggetti unici collocabili in un arco temporale compreso tra il 1925 e l'inizio degli anni '80. L'approfondimento è a cura di Alessandra Gini, referente della Fondazione di Venezia per le proprie collezioni.
Tra le collezioni della Fondazione di Venezia, quella di penne e strumenti di scrittura è forse la più curiosa. Acquistata nel 2008, è il frutto di anni di appassionata ricerca in Italia e all'estero del collezionista Guglielmo Garlato che ha raccolto oltre 1.700 penne e un migliaio di strumenti di scrittura anche molto originali. L'approfondimento è a cura di Alessandra Gini, referente della Fondazione di Venezia per le proprie collezioni.
“San Francesco del Deserto” è un olio su cartone del 1912 che condensa in maniera molto efficace la sensibilità artistica di Gino Rossi (Venezia, 1884 – 1947), considerato uno degli artisti più moderni della sua epoca. L'approfondimento è a cura di Alessandra Gini, referente della Fondazione di Venezia per le proprie Collezioni.
Il culto del corpo e l'esaltazione della forza fisica e dello sport in epoca fascista sono due temi chiave per comprendere “Il giocatore di palla ovale”, dipinto a tempera realizzato nei primi anni Trenta da Astolfo De Maria. L'approfondimento è a cura di Alessandra Gini, referente della Fondazione di Venezia per le proprie Collezioni.
Fa parte delle Collezioni della Fondazione di Venezia un "grattage" di Mario Deluigi (1901-1978), artista veneziano che aderì al movimento spazialista di Lucio Fontana. L'approfondimento è a cura di Amerigo Restucci, architetto, docente, già Rettore dell'Università Iuav di Venezia.
Un'opera che occupa una posizione di particolare rilievo nelle Collezioni della Fondazione di Venezia per la sua forza espressiva e la valenza simbolica, "L'Alzana" di Cagnaccio di San Pietro fu acquistato dalla Cassa di Risparmio di Venezia nel 1926 per 5 mila lire.
Un mosaico costituito da 190 scatti in formato Polaroid che fissano Piazza San Marco in una sequenza senza soluzione di continuità. Lo ha realizzato Maurizio Galimberti nel 2010 e su quest'opera fotografica si concentra l'approfondimento di Denis Curti, curatore dei Fondi fotografici della Fondazione di Venezia.
È la Venezia vista attraverso l'obiettivo di Olivo Barbieri quella raccontata da Denis Curti, curatore dei Fondi fotografici della Fondazione di Venezia. L'approfondimento si sofferma su due vedute aeree di Piazza San Marco di poco discostanti, fissate da Barbieri nel 2009 all'interno di un progetto iniziato nel 2003 e non ancora concluso. Le immagini, di altissima qualità, trasferiscono l'idea di una città in miniatura in cui l'autore gioca attraverso l'incrocio fra negativo e positivo.
Cosimo Privato (Venezia, 1899-1971) è l'autore dell'olio su cartone del 1940 intitolato “Pescheria”. Nell'opera emerge la propensione del pittore a rappresentare istanti quotidiani che fissano sulla tela l'ordinaria esistenza dei ceti più popolani. L'approfondimento è a cura della giornalista Paola Sartore.
Si intitola “Blue Symphony” l'olio su tela di Giuseppe Santomaso esposto nella mostra “Sguardi su Venezia”, che la Fondazione di Venezia propone nella propria sede di Rio Novo. Realizzata nel 1989, l'anno prima della scomparsa del pittore nato e morto a Venezia, l'opera si discosta dalla matrice figurativa e più tradizionalmente paesaggistica che caratterizza gran parte dei dipinti in mostra, tutti individuati all'interno della Collezione di dipinti del Novecento della Fondazione.
La ricerca artistica di Giuseppe Santomaso (Venezia, 1907 - 1990) attraversò l'Europa: dalla Laguna veneta dove si formò, ai Paesi Bassi sulle orme degli impressionisti, dei pittori fauves e di Van Gogh che condizionò la sua sensibilità cromatica per tutta la vita, fino a Parigi dove nel 1939 si misurò con la sua prima mostra personale.
Un olio su tela di grandi dimensioni realizzato da Vincenzo De Stefani nel 1922 ed intitolato “Perla al sole (Canale della Giudecca)”, è il focus dell'approfondimento della mostra "Sguardi su Venezia" curato dalla giornalista Paola Sartore.
La biografia di Vincenzo De Stefani (Verona, 1859 – Venezia, 1937) è la storia di un artista a cavallo di due secoli. Nella sua produzione convivono ritratto e paesaggio, pittura di genere e filone drammatico, fino alla pittura di impronta realista. Convinto sostenitore della necessità di un rinnovamento nell'arte, aderì al naturalismo che si stava diffondendo in Italia nella seconda metà dell'Ottocento.
Prosegue l'indagine di M9 - Museo del '900 sulla ripartenza dei musei, rimasti chiusi a lungo per l'emergenza sanitaria da Covid-19. La parola a Christian Greco, direttore della Fondazione Museo Egizio di Torino che si focalizza sul tema del pubblico di prossimità e sul ruolo sociale dei musei. L'intervista è a cura di Marco Biscione, direttore di M9 - Museo del '900.
Amerigo Restucci, architetto, docente, già Rettore dell'Università Iuav di Venezia, commenta la suggestiva opera “Foglie cadenti” di Cesare Laurenti (Mesola, 1854 – Venezia, 1936), esposta nella sala riunioni della Fondazione di Venezia in Rio Novo.
Digital First: Carlo Bagnoli, docente di Innovazione strategica dell'Università Ca' Foscari Venezia, introduce il tema alla base del secondo webinar nell'ambito di "Business Model Laboratory", un percorso di innovazione e trasformazione strategica rivolto a studenti, imprenditori e manager, nato dalla partnership istituzionale tra Fondazione di Venezia e Fondazione Università Ca' Foscari, in collaborazione con Strategy Innnovation, spin-off dell'Università Ca' Foscari Venezia.
Cesare Laurenti (Mesola, 1854 – Venezia, 1936) è uno degli artisti che fanno parte della Collezione di pittura della Fondazione di Venezia. Suo il suggestivo olio su tela intitolato “Foglie cadenti”, realizzato nel 1907, nel suo periodo simbolista, dopo gli esordi di impronta verista nel XIX secolo.
Dal ricorso massivo ai social media alla rarefazione degli ingressi: quali sono le soluzioni che i musei stanno mettendo in atto per far fronte alla situazione attuale? Come sta evolvendo il rapporto tra i musei e il pubblico? Risponde Paola Marini, già direttrice dei Musei Civici di Verona e, fino al 2018, delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, attualmente membro del Comitato scientifico di M9. L'intervista è a cura di Marco Biscione, direttore di M9 - Museo del '900.
“Dal balcone centrale della Casa dei Tre Oci” (1936) è un unicum nella produzione di Astolfo De Maria che non trasforma ciò che il suo occhio vede in un quadro definito dai contorni precisi e dalle architetture rigorose - come era più nel suo stile - ma lascia che tutto ciò che è veduta si stemperi in uno colpo d'occhio sfuocato e rarefatto, restituendo così la luminosa umidità di una Venezia probabilmente estiva. L'approfondimento è a cura dalla giornalista Paola Sartore.
Circular Economy: Carlo Bagnoli, docente di Innovazione strategica dell'Università Ca' Foscari Venezia, introduce il tema alla base del webinar che dà l'avvio a "Business Model Laboratory", un percorso di innovazione e trasformazione strategica rivolto a studenti, imprenditori e manager, nato dalla partnership istituzionale tra Fondazione di Venezia e Fondazione Università Ca' Foscari, in collaborazione con Strategy Innnovation, spin-off dell'Università Ca' Foscari Venezia.
Figlio d'arte, Astolfo De Maria nacque a Roma nel 1891 ma si formò e visse a Venezia dove morì nel 1946. Nonostante la visionaria concezione dell'arte e il talento innato, non conobbe la fortuna ed il consenso del padre Mario, di cui sistemò l'intera produzione.
Come stanno reagendo i musei alla crisi da Covid-19 e cosa sta cambiando nelle politiche delle istituzioni museali in questo momento storico? Il direttore di M9 - Museo del '900, Marco Biscione, dialoga con Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano e docente di Antropologia culturale all'Università degli Studi dell'Insubria, oltre che membro del Comitato scientifico di M9.
La giornalista Paola Sartore si sofferma sulle tre opere di Marco Novati (Venezia, 1895-1975) esposte nella mostra “Sguardi su Venezia”: “Calle della Madonna”, realizzata nel 1960 a tempera e carboncino su carta; “Rio”, un olio su tavola sempre del 1960; e una tempera su compensato del 1961 intitolata “Zattere – Mattino”.
Il pittore veneziano Marco Novati (1895–1975), artista irrequieto dallo stile crudo e indipendente rispetto al panorama pittorico lagunare, è il protagonista della nuova puntata che #FDVonair dedica alla mostra “Sguardi su Venezia”.
Il futuro dei musei al tempo del Coronavirus. Il direttore di M9 - Museo del '900, Marco Biscione, riflette con Michele Lanzinger, direttore del MUSE - Museo delle Scienze di Trento, oltre che membro del Comitato Scientifico di M9, su come e quanto dovranno cambiare i musei nel breve e nel medio termine per garantire alla cultura una piena sostenibilità futura.
Piazzetta San Marco è un soggetto che ricorre con una certa frequenza nelle opere dei tanti artisti che si sono cimentati nel tempo con la raffigurazione dei luoghi iconici di Venezia. La ritroviamo in quest'opera del 1934 di Juti Ravenna (1897-1972), di cui la giornalista Paola Sartore propone una lettura oltre la semplice raffigurazione, alla ricerca di nuove armonie.
Pittore annoverato tra i post-impressionisti veneti, ma anche apprezzato critico d'arte, Juti Ravenna (Spadacenta, Annone Veneto, 1897 - Treviso, 1972) frequentò l'Accademia di Belle Arti di Venezia. Esordì a Ca' Pesaro nel 1924 e da quel momento la sua attività espositiva si intensificò, passando dalle Quadriennali di Roma alle Esposizioni Internazionali d'Arte della Biennale di Venezia.
Spiritualità e riti mancati. Chiese chiuse e sacramenti negati. Come è cambiata la fede con il Coronavirus? Che ne è stato del rapporto tra Chiesa e fedeli nei giorni sospesi della pandemia? Di come l'emergenza sanitaria abbia stravolto le tradizioni e i rituali più consolidati della storia discutono Livio Karrer, curatore di M9 - Museo del '900, e Alessandro Santagata, ricercatore presso l'Università di Roma Tor Vergata e l'Università degli Studi di Padova.
Il ponte di Rialto che fa da quinta scenografica ad una lirica veduta del pittore veneziano Fioravante Seibezzi (1906-1974), è al centro dell'approfondimento firmato dalla storica dell'arte Luisa Turchi per la nuova puntata di "Dentro la mostra Sguardi su Venezia" a cura della Fondazione di Venezia.
Fioravante Seibezzi (Venezia, 1906-1974) è uno dei pittori della Collezione di dipinti del Novecento della Fondazione di Venezia. Autodidatta, già negli anni Venti si affermò come vedutista lagunare d'ispirazione impressionista. Nel 1926, il suo esordio alla XV Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia.
Esiste una grammatica della pandemia? Il linguaggio, la comunicazione e i suoi strumenti come hanno fatto fronte al lockdown di questi mesi? La tecnologia ha aiutato o alienato le nostre relazioni? Quanto sono cambiate e cambieranno le nostre abitudini sociali? Di questi temi discutono Livio Karrer, curatore di M9 - Museo del '900, e il sociologo Alberto Abruzzese.
La storica e critica d'arte Luisa Turchi si sofferma su "La Dosa", esposta alla IX Biennale di Venezia nel 1910: un inno alla maternità e alla vita firmato da Alessandro Milesi, che seppe fissare come pochi i momenti più intimi della quotidianità familiare veneziana.
Unione Europea, passato e presente: in occasione della Festa dell'Europa 2020, Pier Virgilio Dastoli, Presidente del Consiglio italiano del Movimento Europeo, ripercorre i passaggi politici più importanti che hanno portato alla formazione dell'Unione Europea, partendo dalla Dichiarazione di Schuman di settant'anni fa. L'intervista è a cura di Livio Karrer, curatore di M9 - Museo del '900.
Ritrattista della borghesia veneziana e cantore della vita quotidiana della sua città natale, Alessandro Milesi (1856-1945) è uno dei pittori lagunari che ritroviamo nella Collezione di dipinti del Novecento della Fondazione di Venezia.
La scuola e l'Università italiane di fronte al lockdown e alle pratiche di e-learning. Livio Karrer, storico di M9 - Museo del '900, intervista Adolfo Scotto di Luzio, docente di Storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Bergamo.
A raccontare l'opera "Rigattiera a Santa Caterina", realizzata nel 1925 con la tecnica dell'olio su compensato dal pittore chioggiotto Angelo Brombo, "figlio della laguna veneta", è la storica dell'arte Luisa Turchi. Dominato da un suggestivo e vibrante controluce, il quadro dal taglio fotografico consente di immergersi nel tempo e nello spazio fissato dall'artista.
La storia di Angelo Brombo parla di un artista particolarmente legato alle città in cui nacque e visse, ossia Chioggia e Venezia, di cui raccontò con lirica delicatezza momenti di quotidianità legati a calli e canali.
Economia italiana, cooperazione europea e possibili vie d'uscita dalla crisi, tra investimenti nella sanità, liquidità alle piccole e medie imprese e sostegni ai redditi delle famiglie. Livio Karrer, storico di M9 - Museo del '900, intervista lo storico ed economista Gianni Toniolo.
Lo storico e critico d'arte Stefano Cecchetto intreccia la storia artistica di Pizzinato ad una attenta e approfondita lettura del paesaggio veneziano dipinto dall'artista nel 1975, tra figurazione e astrazione geometrica di chiara ascendenza costruttivista.
Allievo di Virgilio Guidi a Venezia, Armando Pizzinato (Maniago, 1910 – Venezia, 2004) è stato un artista dalla personalità pittorica vivace, propensa alla sperimentazione e alla ricerca continua di nuove soluzioni compositive e coloristiche. Nella mostra “Sguardi su Venezia” Pizzinato è presente con un'opera datata intorno al 1975 e intitolata “Canale della Giudecca”.
La stagione post Covid-19 sarà un nuovo dopoguerra? Ernesto Galli della Loggia, docente di Storia contemporanea ed editorialista del Corriere della Sera, parla di politica internazionale, Europa e nuovi scenari mondiali successivi alla crisi sanitaria. L'intervista è a cura di Livio Karrer, storico di M9 - Museo del '900.
Amerigo Restucci, architetto, docente, già Rettore dell'Università Iuav di Venezia, commenta il dipinto "Marina" (1952) di Virgilio Guidi. La sensibilità pittorica di Guidi, la sua poetica e la ricca biografia, sono alcuni dei contenuti su cui il professor Restucci si sofferma, guidando l'ascoltatore all'interno di un'opera dominata dalla luce e dalle rarefatte atmosfere che contraddistinguono Venezia e la sua laguna.
Riconosciuto dalla critica come uno dei grandi maestri italiani del Novecento, Virgilio Guidi (Roma, 1891 – Venezia, 1984) nacque in una famiglia in cui arte, architettura, scultura e decorazione erano pane quotidiano. Guidi affinò nel tempo una pittura dominata dall'indissolubile intreccio fra luce, forma e colore e dal progressivo dissolversi dei contorni tradizionalmente intesi.
Livio Karrer, storico di M9 - Museo del '900, intervista Chiara Saraceno. La sociologa delinea il nuovo profilo della famiglia al tempo del Coronavirus, tra clausure obbligate, didattica online, convivenze forzate e inasprimento delle disuguaglianze economiche, e affronta il tema della riformulazione dei ruoli genitoriali in questi giorni dove "si è padri e madri ad altissima intensità".
Da Parigi a Dresda, da Londra fino a New York, Gennaro Favai ottenne la fama per le sue vedute e i paesaggi veneziani elaborati in base ad una personalissima cifra stilistica e compositiva, che gli derivò dalla sperimentazione di differenti tecniche pittoriche, tra cui la litografia e l'acquatinta.
“Bacino di San Marco” è una delle opere tarde dell'artista veneziano Gennaro Favai (Venezia, 1879 – 1958). Su questo suggestivo ed evanescente dipinto, un olio su tela realizzato da Favai nel 1956, si concentra la descrizione di Stefano Cecchetto, storico e critico d'arte, che ne evidenzia le derivazioni simboliste sviluppate all'interno di una sensibilità artistica del tutto peculiare e lontana da ogni retorica.