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A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».Parola del Signore.
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio».Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va' e annuncia il regno di Dio».Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all'aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio».Parola del Signore.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8301OMELIA XXVII DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 17,5-10)Se aveste fede!di Giacomo Biffi COSA DOBBIAMO VERAMENTE CHIEDERE A DIO NELLA PREGHIERA Che cosa dobbiamo chiedere nella preghiera? Possiamo chiedere tutto quello che vogliamo, perché Dio è un padre che ama ascoltare i balbettii dei suoi piccoli figli (e noi siamo tutti piccoli davanti a lui), anche se non sempre si concede alle loro pretese, perché troppo spesso essi non sanno qual è il loro vero bene. Possiamo chiedere tutto quello che vogliamo, purché ci manteniamo nell'atteggiamento interiore di chi accoglie docilmente la sua volontà. Possiamo chiedere anche i favori materiali che ci sembrano convenienti. Gesù stesso ci ha insegnato a pregare non solo perché venga il Regno di Dio, ma anche perché ci sia assicurato il pane quotidiano. Ma non dobbiamo chiedere solo i favori materiali. Gli apostoli, che tante volte nella narrazione evangelica ci appaiono ancora spiritualmente rozzi e curvi sui valori terreni, questa volta ci danno l'esempio di una richiesta bellissima: Aumenta la nostra fede! (Lc 17,5), dicono al loro Maestro. Un po' di fede l'abbiamo tutti; ma tutti avremmo bisogno di averne di più, perché senza fede è difficile anche vivere decentemente da uomini. Perciò anche noi vogliamo oggi dire: "Aumenta la nostra fede!". LA PREZIOSITÀ DELLA FEDE PER LA NOSTRA VITA Che cos'è la fede? La fede è un affidarsi a Dio, alla sua parola, al suo desiderio di salvarci, alla sua guida sulle strade oscure e faticose dell'esistenza. 1. La fede è sapere che c'è un Padre, che ci ha tratti dal nulla per amore. Non siamo venuti al mondo per sbaglio, senza che nessuno ci abbia né pensato né voluto; e perciò neanche adesso siamo in balìa di un caso irragionevole e gelido: siamo nelle mani di uno che ci vuol bene e non ci abbandona. 2. La fede è sapere che il Figlio di Dio è venuto a farsi uno di noi, perché in lui potessimo avere una vita più intensa e splendente di quella delle creature terrestri che non hanno né consapevolezza né speranza. Credere quindi significa vedere le cose con gli occhi di Cristo, giudicare le idee e gli accadimenti alla luce del suo magistero, diventare capaci di un nuovo modo d'amare gli altri, che è il modo limpido e disinteressato con cui li ama lui. 3. La fede è sapere che lo Spirito santo, mandatoci dal Signore risorto, agisce nei nostri cuori, ci aiuta a distinguere il bene dal male, ci sollecita a camminare sulla strada diritta, ci induce a diventare, in un mondo litigioso e duro, uomini di concordia e di pace. 4. La fede è sapere che c'è per noi una "vita eterna"; c'è una via precisa per arrivarci, attraverso gli atti che ci santificano nei vari momenti del nostro pellegrinaggio di quaggiù; c'è per noi la gioia di appartenere alla Chiesa, che è la famiglia dei figli di Dio e il luogo dell'incontro anticipato col Padre. Non c'è nulla di più bello e di più importante della fede. È l'eredità più preziosa che abbiamo ricevuto dai nostri padri, è quanto di più necessario a vivere sensatamente e senza disperazione possiamo lasciare alle generazioni che verranno. Il mio giusto vive di fede (Ab 2,4), ci ha detto la parola di Dio. Perciò anche noi, che vogliamo essere giusti, come gli apostoli dobbiamo implorare: "Aumenta la nostra fede!". LA FORZA PRODIGIOSA DI UNA FEDE AUTENTICA Ma Gesù ci ha insegnato un'altra cosa che non dobbiamo dimenticare, ed è la grande energia che è contenuta nell'atto del credere: Se aveste fede quanto un granellino di senape, potreste dire a questo gelso: "Sii sradicato e trapiantato in mare", ed esso vi ascolterebbe (Lc 17,6). Nelle pagine di Marco e di Matteo si dice addirittura che un granello di fede rende capaci di trasportare le montagne (cf. Mc 11,23; Mt 17,20). Sono frasi paradossali, ma esprimono una grande verità; ed è che non c'è al mondo una forza paragonabile alla fede. Ce lo insegna anche la storia: tutte le grandi potenze e le grandi prepotenze, che sembrano sempre sul punto di trionfare e di imporsi, o presto o tardi traballano e vanno in rovina, mentre il debole popolo dei credenti c'è sempre a cantare le sue lodi al Dio vivo e vero e a mantenersi nell'attesa fiduciosa del Regno di Dio. DIO NON HA BISOGNO DI NOI, MA NOI ABBIAMO BISOGNO DI LUI C'è infine un terzo punto, nella pagina evangelica che è stata letta, che merita di essere rilevato. Noi siamo i servitori di Dio, non i suoi padroni. Quando abbiamo fatto la sua volontà e gli abbiamo dato l'omaggio del nostro culto, abbiamo fatto solo quanto dovevamo fare (Lc 17,10). Invece ci sono di quelli che, se vengono a messa alla domenica qualche volta, credono di aver fatto un gran piacere al Signore. Hanno fatto solo un piccolo piacere a loro stessi, perché si è meno uomini se ci si dimentica del proprio Dio. La fede è dunque anche la capacità di stare al nostro posto di fronte all'infinità del Padre che è nei cieli, e di saper dire con tutta verità: "Siamo soltanto dei servi di cui tu, o Dio, non hai nessun bisogno, mentre noi abbiamo un tremendo bisogno di te". Allora il Signore ci glorificherà e ci dischiuderà la sua dimora di luce e di gioia, perché sta scritto che, soprattutto davanti al Padrone dell'universo, chi si umilia sarà esaltato (Lc 14,11).
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Nel nostro mondo, chi si mette sotto la protezione di un potente è certo di trarne vantaggi di ogni genere; chi segue un “capo” sa o prevede di ottenerne dei profitti. Non è così nel caso di Cristo. Egli, al discepolo che esprime il desiderio convinto di seguirlo, dice: “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo.” Cristo vuole indicare al suo interlocutore che, per mettersi alla sua sequela, bisogna essere disposti a lasciare tutto, scegliendo con piena libertà di seguire strade completamente diverse da quelle che il mondo offre e propone. Ricordiamo che, in un episodio simile a questo, il giovane ricco non ha la forza e il coraggio di staccarsi dalle ricchezze che possedeva e rinuncia di conseguenza al seguire Gesù. Egli stesso, a tutti i suoi seguaci, ricorda la necessità di passare per la “porta stretta” e arriva a dire che “chi ama suo padre o sua madre più di Me non è degno di Me”. Il Signore non accetta di averci a mezzo servizio: la nostra adesione a Lui deve essere piena e incondizionata. Forse proprio da tale esigenza divina di radicale distacco e completa dedizione deriva la crisi odierna delle vocazioni sacerdotali e religiose.
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo».
Dal Vangelo secondo GiovanniIn quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Giovanni +In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto l'albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l'albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!».Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell'uomo».Parola del Signore.
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: "Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma". Ma Abramo rispose: "Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi". E quello replicò: "Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento". Ma Abramo rispose: "Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro". E lui replicò: "No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno". Abramo rispose: "Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti"».
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
A te cantiamo, Signore, davanti ai tuoi angeli. E noi, in questa festa dei santi Arcangeli vogliamo fare proprio quel che fanno le schiere angeliche, le schiere celesti. Vogliamo dare gloria a Lui, gloria a Dio. Nella liturgia gli angeli vengono chiamati cooperatori, cooperatori del disegno di salvezza, sono al servizio di Dio e del Figlio dell'uomo, di Cristo. Non sappiamo molto degli angeli, anche se la Bibbia spesso ci presenta questi amici di Dio. Daniele nella prima lettura parla degli angeli in forma misteriosa. Nella profezia sul Figlio d'uomo Daniele dice: "Un fiume di fuoco scendeva dinanzi a Lui, mille migliaia lo servivano e dieci mila miriadi lo assistevano". Il profeta non nomina gli angeli, parla di fuoco, parla di miriadi, parla veramente con un linguaggio misterioso... Noi spesso rappresentiamo gli angeli come uomini, uomini dal viso dolce, soave... Nella Scrittura invece loro appaiono come esseri terribili, esseri che incutono timore, perché sono la manifestazione della Potenza di Dio, della Santità di Dio. Dobbiamo però notare una cosa importante, una cosa che spesso ci sfugge. Abbiamo parlato degli Angeli nella profezia di Daniele. Ma se la rileggiamo bene, ci accorgiamo che in quel brano, non sono gli Angeli gli esseri più importanti... Dopo la Epifania di Dio, la manifestazione di Dio vediamo "uno, simile ad un figlio d'uomo". Ed è proprio lui e non gli Angeli ad essere introdotto fino al trono di Dio. È a lui che il Vegliardo "da' il potere, la gloria e il regno", è "a lui che tutti i popoli serviranno". L cosa simile osserviamo anche nel brano evangelico di oggi... "Vedrete i cieli aperti e gli angeli di Dio salire a scendere sul Figlio d'uomo". Anche qui gli angeli sono al servizio del Figlio d'uomo, di Gesù Cristo. Vediamo allora come la liturgia purifica il nostro culto, il nostro servizio. La nostra lode, la nostra adorazione non è rivolta ai santi, nemmeno quando si tratta degli angeli o arcangeli. La nostra lode e il nostro culto va indirizzato solo a Dio e al Figlio di Dio. Gli angeli sono solo servitori suoi che Dio, nella sua immensa bontà, mette anche al nostro servizio. Che cos'è che ci insegna questa festa di oggi, che cos'è che impariamo oggi dai santi Arcangeli? San Michele ci insegna il "Chi se non Dio!"... Come far significare nella/colla nostra vita che solo Dio importa, che solo Lui è il Signore della nostra vita, a Lui solo vogliamo dar la nostra gloria. San Gabriele, il grande annunciatore della volontà di Dio, del progetto di Dio. Egli ci dice come riconoscere il progetto divino nella nostra vita, come accettarlo... San Raffaele, colui che guida, colui che accompagna, conduce il mondo, noi verso il Signore... Chiediamo al Signore perché ci faccia veramente comprendere la sua santità, maestà, potenza perché possiamo dargli gloria, reverenza in mezzo ai suoi Angeli.
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, Gesù disse ai farisei:«C'era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».Parola del Signore
OLTRE IL VELO: L'INIZIO DEL PERCORSO OLTRE L'APOCALISSE - CORVOLibri "Apocalisse Aliena":https://amzn.to/465k8YJLibro: "Per un'ecologia dell'anima":https://amzn.to/3HJd5gfLibri casa editrice Asram Vidya:www.macrolibrarsi.it/edizioni/_asram_vidya.php?pn=4038“Oltre il Velo: dall'Apocalisse Aliena all'Ecologia dell'Anima” – Il titolo della serie richiama l'idea di un viaggio oltre le apparenze, tra temi della presenza delle Entità Extradimensionali Materializzate (EME) e la proposta di un nuovo paradigma ecologico che includa la consapevolezza al suo centro.Sull'AutoreCorvo è una figura che si bilancia tra mondi paralleli: quello “tangibile” di una vita nella natura e quello rarefatto di esperienze ineffabili. Attraverso il blog Corvide (https://corvide.blogspot.com), che per oltre un decennio ha raccolto riflessioni su “alieni”, società, spiritualità e collasso, ha proposto una ragionamento per conciliare critica razionale e sapere esoterico.Nei suoi libri, Apocalisse Aliena e Per un'Ecologia dell'Anima, Corvo si presenta come un viaggiatore che si è spinto oltre il velo, ritornando per raccontare le interferenze delle EME. Figlio della maieutica socratica, non offre “verità”, ma ipotesi da esplorare: intreccia filosofia, fisica dei sistemi complessi, politica ed esoterismo, offrendo a chi è pronto ad ascoltare echi di una dimensione in cui la coscienza umana è al tempo stesso campo di battaglia e seme di rigenerazione.Questa ricerca non resta confinata alla teoria. In Canada, Corvo ha dato vita ad Eliopoli, una progettualità off-grid costruita su principi di autarchia filosofica e armonia ecologica. Eliopoli rappresenta il volto visibile delle idee delineate nei libri: un laboratorio vivente dove le intuizioni sull'“ecologia estesa” e sull'interconnessione tra anima, natura e intelligenze non umane trovano una traduzione tangibile e quotidiana.Lo stile di Corvo, allo stesso tempo ironico e rigoroso, non intende chiudere il discorso, piuttosto ad aprire portali: nel tessuto dei suoi scritti si ritrova un invito a riconoscere la consapevolezza come seme di rigenerazione, e nel suo vivere si intravede la prova che un'altra via, per quanto ardua, è possibile.Se ti piace Border Nights ABBONATI su TIPEEE: https://it.tipeee.com/bordernightsDonazione singola Paypal: www.paypal.me/bordernightsredazione@bordernights.it Telegram: https://t.me/BorderNightsOfficialDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/border-nights--654467/support.
Conducono Davide e Giuseppe
Dal Vangelo secondo LucaIn quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.Parola del Signore.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Continuiamo con la domanda di questi giorni: chi è Gesù? La sua identità viene svelata completamente oggi, non solo come maestro e profeta, ma come il Figlio di Dio che si offre liberamente per amore dell’umanità. In questo momento si manifesta la verità più profonda sul suo essere: non si tratta di un leader terreno in cerca di potere o di riconoscimento, ma di Colui che è venuto per servire e donare la vita in riscatto per molti. Gesù si presenta come il Messia che realizza la salvezza non attraverso la forza, ma attraverso il sacrificio e la dedizione totale. Deve essere consegnato nelle mani degli uomini... Gesù rivela ai suoi discepoli la verità sulla sua missione. Non è una previsione di gloria, ma il preannuncio di un futuro difficile. I discepoli non riescono ancora a capire questa nuova prospettiva: la glorificazione della Croce, e vogliono allontanare questi pensieri di morte, persecuzione e dolore. La giustizia, per loro, non può avvalersi della morte di un innocente. Il futuro, per loro, sembra buio e tenebroso; non tutti saranno in grado di accettare questa nuova missione. È difficile adattare le proprie aspirazioni ai desideri del Signore; anche a noi sarà capitato tante volte di sperimentare la crudezza di questa realtà. La possibilità di salvezza sta proprio nel saper accettare il passaggio della nostra croce quotidiana.
Ricorda gli anni Sessanta come «un grande campo in cui sbocciavano tutti i fiori» e gli anni Settanta come «la resistenza estrema di un mondo che non accettava di finire». Figlio di un giornalista e cresciuto con una madre «strepitosa», Walter Veltroni ripercorre in questa intervista con Malcom Pagani i tasselli di una vita «piena di tantissime cose», dalla prima volta che ha visto Pier Paolo Pasolini fino a un viaggio per amore in un treno pieno di fuliggine, in una conversazione sulla politica che è «un lenzuolo che si distende». Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Una storia per spaventare mio figlio, un racconto horror di https://creepypasta.fandom.com/wiki/A_Story_to_Scare_My_Son tradotto e narrato da Amico Diverte. Musica: CO.AG (https://www.youtube.com/channel/UCcavSftXHgxLBWwLDm_bNvA) Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Chi è Gesù? La domanda è ormai sulla bocca di tutti... Il Vangelo odierno parla dei dubbi che affliggono Erode sulla stessa figura di Gesù. Egli prende ad esempio l'aspettativa del popolo giudaico, chiedendosi se Gesù non fosse in realtà l’atteso Elia. Il ricordo degli antichi profeti, però, non basta a definire la figura di questo Messia, che si proclama il Figlio di Dio. Insoddisfatto di questa risposta, Erode allora cerca di paragonare Gesù con un’esperienza che egli stesso ha vissuto in prima persona. Il ricordo va subito a quel Giovanni Battista che egli stesso ha fatto decapitare, ma del quale aveva un insondabile rispetto. Il confronto, anche con personalità moralmente ineccepibili come san Giovanni Battista, non riesce a rispondere in modo adeguato all’interrogativo dal quale è partito Erode. Non sono bastati gli innumerevoli miracoli compiuti da Gesù, che si è dimostrato padrone assoluto degli elementi naturali; non è servito il suo saper guarire tutte le malattie e il riconoscere in Lui un profondo conoscitore dell’animo umano, di tutti gli uomini. C’è qualcosa che sfugge ancora e che si riferisce proprio alla qualità di questo Regno che Egli sta annunciando. Gesù non si presenta con le stesse caratteristiche messianiche a quel popolo giudaico che pure lo sta aspettando. Il Mistero di Gesù sfugge completamente a Erode; non riesce a inserirlo in nessuna delle categorie che ha a disposizione; Gesù non si adatta completamente alla cultura giudaica dalla quale trae origine e non si sottomette del tutto alla storia degli uomini. Per noi, oggi, vi è l’invito a non credere che il messaggio di Gesù si adatti alle nostre esigenze; siamo noi che dobbiamo purificare il nostro cuore con l’incontro con lo stesso Gesù.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8253OMELIA XXVI DOMENICA T. ORD. - ANNO C (Lc 16,19-31) di Giacomo Biffi La Provvidenza ci offre oggi, per la nostra meditazione settimanale, una delle più celebri parabole raccontate dal Signore Gesù: la parabola del ricco e di Lazzaro. È, per così dire, una tragedia in due atti. Il primo atto è collocato in questo mondo e ci presenta due figure fortemente contrapposte; il ricco che vive nell'agiatezza e nel godimento, e il povero, affamato, piagato, trascurato da tutti tranne che dai cani; il secondo atto è ultraterreno, e ci dice che la storia dell'uomo non finisce quaggiù, ma ha un esito nel mondo invisibile, il mondo definitivo e più vero.Ci sono dunque in questo racconto come due versanti: il versante della vita che si conclude con la morte, e il versante della vita che comincia dopo la morte. E ci sono offerti due tipi di insegnamento: in primo luogo ciò che dobbiamo fare per impiegare bene questigiorni fuggevoli che ci sono dati, e poi ciò che dobbiamo attenderci oltre la soglia misteriosa, per la giornata che non conoscerà tramonto.Per quel che si riferisce alla vita presente, la parabola ci insegna soprattutto tre cose.LA TRISTEZZA DI UNA VITA SENZA DIO La prima è che non dobbiamo comportarci come quel ricco gaudente. Ma in che cosa egli è condannabile? Non tanto perché si godeva la vita, quanto perché nei godimenti terreni aveva identificato tutte le sue aspirazioni e tutte le sue speranze. È un uomo senza ideali, senza tensione che non sia la ricerca dei suoi agi e dei suoi piaceri. È un uomo che si appaga di ciò cheriesce ad assaporare giorno per giorno, che confida solo nella potenza delle sue ricchezze, che non si dà nessun pensiero né del suo destino, né della moralità del suo comportamento, né del rapporto personale con la realtà eterna di Dio.Un uomo così - che per molti aspetti può essere considerato la raffigurazione dell'umanità de nostri tempi - è avviato, secondo Gesù, a una tragica sorte. Come ci ha detto il profeta nella prima lettura, guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulle montagne di Samaria!Insomma, il primo avvertimento che ci dà la parabola sta nell'invito a recuperare la dimensione religiosa dell'esistenza, cioè a dare a Dio - e non ai nostri programmi di benessere - l'attenzione primaria del nostro cuore; a considerare Dio - e non i mezzi offertici dalle nostre bravure e dalle fortune umane - il fondamento della nostra fiducia e della nostra serenità; a fare di Dio - e non dei successi mondani - il vero traguardo al quale tendere con tutte le nostre forze.NON BASTA EVITARE IL MALE, OCCORRE ANCHE FARE IL BENEC'è un altro insegnamento prezioso. Il ricco è condannato non tanto per i suoi vestiti e i suoi banchetti, quanto perché il suo lusso e la sua avidità di godere hanno così rattrappito la sua anima e inaridito il suo cuore che neppure si accorge di avere alla sua porta un essere umano - e quindi un suo fratello - nella miseria e nella sofferenza. È dunque condannato non tanto per quello che fa, ma per quello che non gli viene neanche in mente di fare.Così ci viene detto che non basta evitare il male e non recare danno a nessuno; bisogna anche fare il bene e aiutare positivamente coloro che sono nella necessità.Al momento del giudizio saremo esaminati anche sull'attenzione che avremo saputo dare agli altri, a coloro che, vicino a noi, sono l'immagine del Signore Gesù.LA VITA CRISTIANA NON SI REGGE SUI FATTI STRAORDINARIL'ultima avvertenza della parabola per la vita di quaggiù riguarda il fondamento della fede e della vita cristiana, che non deve essere ricercato nei fenomeni insoliti e prodigiosi - come le apparizioni, le rivelazioni private, i miracoli - ma nella verità divina che ci è presentata dalla Chiesa. A capire le cose che contano e a vivere bene non servono tanto i fatti straordinari; basta - se il cuore è ben disposto - la forza della parola di Dio: Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro.Noi, che abbiamo la fortuna di venire ogni domenica alla scuola del Figlio di Dio, l'unico vero Maestro, dobbiamo radicarci bene nella persuasione che proprio qui possiamo trovare il nutrimento che ci dà l'energia necessaria a mantenerci sulla giusta strada.Chi si apre a questa luce, può vincere ogni debolezza, può superare ogni eventuale sbandamento, può procedere decisamente incontro al Signore.SENZA LA FEDE NELL'ALDILÀ MANCA LO STIMOLO PER FARE IL BENE Ma questa parabola è ancora più importante per le prospettive richiamate sul mondo che sta oltre la morte. Qui è preso di mira direttamente quello scetticismo diffuso che il mondo senza fede in cui viviamo riesce a insinuare anche in coloro che pur si dicono credenti. Oggi non si parla più molto né del Paradiso né dell'Inferno; sembra quasi che li si considerino i residui di una visione fiabesca ormai improponibile.È una insipienza che ci potrebbe procurare dei grossi guai. Gesù oggi ci ricorda vigorosamente che la nostra esistenza si concluderà o con un premio o con una condanna; e proprio perché esiste questo duplice destino ha un significato essere onesti, ha un significato essere generosi, ha un significato vivere.L'uomo, che crede di essere diventato adulto perché si è liberato della convinzione che sta scegliendo tra una salvezza senza insidie e una perdizione senza rimedio, alla fine si trova privo di motivazioni: non ha una motivazione adeguata né per praticare le giustizia né peroperare con bontà né per durare a vivere con fatica.La controprova di questa verità evangelica è sotto i nostri occhi. Le dottrine sociali e politiche, le proposte di comportamento, le abitudini di vita che non riconoscono un al di là - quali che siano le loro etichette e le loro ispirazioni - approdano tutte a costruire un mondo più violento, più disumano, più disperato, dove non ci si difende più dai prevaricatori, dove le leggi e i castighi non bastano più a fronteggiare la malvagità e il disordine.Come si vede, la parola di Gesù è dura, aspra, forse sgradita al nostro palato troppo delicato, ma è salutare e feconda. La verità di Dio non è mai compiacente: contesta sempre i miti carezzevoli, i pensieri troppo dolci e leggeri, le sciocche spensieratezze, chetroppo spesso trovano accoglienza nel nostro cuore.Noi abbiamo bisogno di essa. Abbiamo bisogno che ci venga proposta con coraggio, senza arbitrarie riduzioni, senza travisamenti. Alla fine è solo la verità di Dio che resta, e solo affidandoci alla verità di Dio noi ci possiamo salvare.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Con la parabola della lampada e del lampadario, Gesù si rivolge a tutte le folle che lo seguono. Il messaggio del Vangelo odierno non è destinato a un piccolo gruppo di prescelti; non è esclusivo per gli eletti ai quali sono state affidate delle precise responsabilità. Nel rivolgersi alle folle, Gesù indica che questo messaggio è destinato a tutto il popolo credente. Siamo allora tutti coinvolti in questa doppia parabola della luce e del lampadario, tutti in maniera indiscriminata, ognuno nel proprio ruolo. Proprio per l’universalità di questo messaggio siamo invitati a scoprirne il vero significato. Questa parabola può essere letta guardando soprattutto alla luce, che è Cristo. Noi siamo raffigurati come i lampadari, coloro che devono portare, trasmettere questa luce. Il messaggio di Gesù diventa allora l’invito alla testimonianza, nella nostra vita, di una fede genuina, vera, concreta e coerentemente vissuta. La domanda, però, è: come possiamo diventare lampadari, portatori di luce? Come realizzare questa testimonianza? La fede nella vera luce, come dono di grazia gratuito, indipendente dai nostri meriti, è assolutamente indispensabile. L’invito di Gesù è nel saper accogliere questo dono nell’ascolto vero della Parola. Dall’ascolto vero deriva poi la possibilità di realizzare il piano di amore che Dio ha prescelto per noi. Dall’ascolto deriva la purificazione del cuore per una vera conversione. Dall’ascolto noi diventiamo testimoni del Signore, nella vita e con la proclamazione della Parola. L’annuncio della Parola di Dio spetta, in forme diverse, a tutti noi. La nostra realtà di figli di Dio ci rende annunciatori della Parola e del messaggio di salvezza. Con la vita, innanzitutto, possiamo proclamarci figli nel Figlio. La vita cristiana e dei cristiani dovrebbe essere sempre testimonianza viva e coerente del messaggio di Gesù.
“Il pomeriggio è diventato un inferno, devo minacciarla per farle fare i compiti.”“Se non lo controllo, va a scuola impreparato.”“Non dormo la notte perché vedo la sua performance in picchiata.”Sono solo alcune delle frasi che tanti genitori ripetono quando parlano di scuola.Compiti che diventano scenate, urla, conflitti infiniti. Tutto il tempo libero che gira solo attorno allo studio, e la sensazione che non se ne esca mai.In questa puntata del podcast Crescere con tuo figlio affrontiamo proprio questo: come gestire i compiti senza trasformare i pomeriggi in una battaglia quotidiana, e come restituire respiro al rapporto con i nostri figli.Leggi l'articolo correlato: https://giovanniarico.it/come-far-studiare-tuo-figlio-senza-dover-controllare-tutto/---Iscriviti al corso gratuito in 7 lezioni su Come Farsi Ascoltare dai Figli: https://giovanniarico.it/corsoScopri come lavorare con me sul mio sito: giovanniarico.itScopri il Percorso "Dalle Urla Agli Abbracci": prenota qui la chiamata conoscitivaPer supportare il mio lavoro e diffondere questo podcast lascia una recensione su Apple Podcasts o le stelline su Spotify, grazie!Non amo i social, ma amo creare relazioni. Ecco come puoi entrare in contatto con me:Canale Telegram: @crescerecontuofiglioConfrontati con me e altri genitori come te nel Villaggio,la nostra "community rispettosa" su TelegramEmail: giovanni@giovanniarico.it---Country Cue 1 di Audionautix è un brano concesso in uso tramite licenza Creative Commons Attribuzione 4.0. https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/Artista: http://audionautix.com/
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, il Signore disse:«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, il Signore disse:«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:"Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!".È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: "È indemoniato". È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e voi dite: "Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!".Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».Parola del Signore.
Massimo Giannini, editorialista e opinionista di Repubblica, racconta dal lunedì al venerdì il suo punto di vista sullo scenario politico e sulle notizie di attualità, italiane e internazionali. “Circo Massimo - Lo spettacolo della politica” lo puoi ascoltare sull’app di One Podcast, sull’app di Repubblica, e su tutte le principali piattaforme.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Con un secondo figlio arrivano nuove dinamiche: più consapevolezza ma anche sfide. Ecco come cambia la famiglia e come gestire il nuovo equilibrio.
Dal Vangelo secondo GiovanniIn quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Omelia della Festa della Esaltazione della Santa Croce 2025. “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Noi possiamo perdere, ma Dio non ci perderà mai! Che bello sapere che qualcuno ci ha così a cuore che mai ci perderà dal suo sguardo d'amore. La misura dell'amore di Dio é la croce. Siamo disposti a passare dalla logica della condanna alla logica della cura?
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8263OMELIA PER LA FESTA DELLA ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE (Gv 3,13-17) di Raniero Cantalamessa Oggi la croce non è presentata ai fedeli nel suo aspetto di sofferenza, di dura necessità della vita, o anche di via per cui seguire Cristo, ma nel suo aspetto glorioso, come motivo di vanto, non di pianto. Diciamo anzitutto qualcosa sull'origine della festa. Essa ricorda due avvenimenti distanti tra loro nel tempo. Il primo è l'inaugurazione, da parte dell'imperatore Costantino, di due basiliche, una sul Golgota e una sul sepolcro di Cristo, nel 325. L'altro avvenimento, del secolo VII, è la vittoria cristiana sui persiani che portò al recupero delle reliquie della croce e al loro ritorno trionfale a Gerusalemme. Con il passar del tempo, la festa però ha acquistato un significato autonomo. E' diventata celebrazione gioiosa del mistero della croce che, da strumento di ignominia e di supplizio, Cristo ha trasformato in strumento di salvezza.Le letture riflettono questo taglio. La seconda lettura ripropone il celebre inno della Lettera ai Filippesi, dove la croce è vista come il motivo della grande "esaltazione" di Cristo: "Umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre". Anche il Vangelo parla della croce come del momento in cui "il Figlio dell'uomo è stato innalzato perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna".Ci sono stati, nella storia, due modi fondamentali di rappresentare la croce e il crocifisso. Li chiamiamo, per comodità, il modo antico e il modo moderno. Il modo antico, che si può ammirare nei mosaici delle antiche basiliche e nei crocifissi dell'arte romanica, è un modo glorioso, festoso, pieno di maestà. La croce, spesso da sola, senza il crocifisso sopra, appare punteggiata di gemme, proiettata contro un cielo stellato, con sotto la scritta: "Salvezza del mondo, salus mundi", come in un celebre mosaico di Ravenna.Nei crocifissi lignei dell'arte romanica, questo stesso tipo di rappresentazione si esprime nel Cristo che troneggia in vestimenti regali e sacerdotali dalla croce, con gli occhi aperti, lo sguardo frontale, senza ombra di sofferenza, ma irraggiante maestà e vittoria, non più coronato di spine, ma di gemme. E' la traduzione in pittura del versetto del salmo "Dio ha regnato dal legno" (regnavit a ligno Deus). Gesù parlava della sua croce in questi stessi termini: come del momento della sua "esaltazione": "Io, quando sarò esaltato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12, 32).Il modo moderno comincia con l'arte gotica e si accentua sempre di più, fino a diventare il modo ordinario di rappresentare il crocifisso, in epoca moderna. Un esempio estremo è la crocifissione di Matthias Grünewald nell'Altare di Isenheim. Le mani e i piedi si contorcono come sterpi intorno ai chiodi, il capo agonizza sotto un fascio di spine, il corpo tutto piagato. Anche i crocifissi di Velasquez e di Salvador Dalì e di tanti altri appartengono a questo tipo.Tutti e due questi modi mettono in luce un aspetto vero del mistero. Il modo moderno - drammatico, realistico, straziante - rappresenta la croce vista, per così dire, "davanti", "in faccia", nella sua cruda realtà, nel momento in cui vi si muore sopra. La croce come simbolo del male, della sofferenza del mondo e della tremenda realtà della morte. La croce è rappresentata qui "nelle sue cause", cioè in quello che, di solito, la produce: l'odio, la cattiveria, l'ingiustizia, il peccato.Il modo antico metteva in luce, non le cause, ma gli effetti della croce; non quello che produce la croce, ma quello che è prodotto dalla croce: riconciliazione, pace, gloria, sicurezza, vita eterna. La croce che Paolo definisce "gloria" o "vanto" del credente. La festa del 14 Settembre si chiama "esaltazione" della croce, perché celebra proprio questo aspetto "esaltante", della croce.Bisogna unire, al modo moderno di considerare la croce, quello antico: riscoprire la croce gloriosa. Se al momento in cui la prova era in atto, poteva esserci utile pensare a Gesù sulla croce tra dolori e spasimi, perché questo ce lo faceva sentire vicino al nostro dolore, ora bisogna pensare alla croce in altro modo. Mi spiego con un esempio. Abbiamo di recente perso una persona cara, forse dopo mesi di grandi sofferenze. Ebbene, non continuare a pensare a lei come era sul suo letto; in quella circostanza, in quell'altra, come era ridotta alla fine, cosa faceva, cosa diceva, torturandosi magari il cuore e la mente, alimentando inutili sensi di colpa. Tutto questo è finito, non esiste più, è irrealtà; così facendo non facciamo che prolungare la sofferenza e conservarla artificialmente in vita.Vi sono mamme (non lo dico per giudicarle, ma per aiutarle) che dopo aver accompagnato per anni un figlio nel suo calvario, una volta che il Signore l'ha chiamato a sé, si rifiutano di vivere altrimenti. In casa tutto deve restare com'era al momento della morte del figlio; tutto deve parlare di lui; visite continue al cimitero. Se vi sono altri bambini in famiglia, devono adattarsi a vivere anch'essi in questo clima ovattato di morte, con grave danno psicologico. Ogni manifestazione di gioia in casa sembra loro una profanazione. Queste persone sono quelle che hanno più bisogno di scoprire il senso della festa di oggi: l'esaltazione della croce. Non più tu che porti la croce, ma la croce che ormai porta te; la croce che non ti schiaccia, ma ti innalza.Bisogna pensare la persona cara come è ora che "tutto è finito". Così facevano con Gesù quegli antichi artisti. Lo contemplavano come è ora: risorto, glorioso, felice, sereno, seduto sullo stesso trono di Dio, con il Padre che ha "asciugato ogni lacrima dai suoi occhi" e gli ha dato "ogni potere nei cieli e sulla terra". Non più tra gli spasimi dell'agonia e della morte. Non dico che si possa sempre comandare al proprio cuore e impedirgli sanguinare al ricordo di quello che è stato, ma bisogna cercare di far prevalere la considerazione di fede. Se no, a che serve la fede?
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:«Beati voi, poveri,perché vostro è il regno di Dio.Beati voi, che ora avete fame,perché sarete saziati.Beati voi, che ora piangete,perché riderete.Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.Ma guai a voi, ricchi,perché avete già ricevuto la vostra consolazione.Guai a voi, che ora siete sazi,perché avrete fame.Guai a voi, che ora ridete,perché sarete nel dolore e piangerete.Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».Parola del Signore.
Antonia Salzano: Mio figlio Carlo Acutis
Tutti i genitori desiderano una relazione sana, forte e duratura con i propri figli.Ma qual è il vero segreto perché questo accada? In questo episodio parliamo di ciò che sta alla base di ogni metodo educativo.Scoprirai perché libri, corsi e strategie non bastano da soli, e come iniziare a costruire quella calma interiore che ti permette di essere una guida sicura anche nei momenti più difficili.Parleremo di:Perché anche i migliori metodi falliscono se manca un ingrediente chiaveLa differenza tra stanchezza e immaturità emotivaI primi passi concreti per restare centrata e connessa con tuo figlioEsempi pratici della vita quotidianaSe vuoi che tuo figlio continui a coltivare una relazione con te ben oltre gli anni dell'infanzia, questo episodio è per te.* Trasforma la rabbia: https://corsi.mammasuperhero.com/offers/L9kPULSg/checkoutLascia una recensione e condividiSe il podcast Mamma Superhero ti aiuta, ti fa sentire meno sola e ti fa compagnia nella relazione con tuo figlio, ti chiedo di lasciare una recensione e condividerlo con altri genitori. Questo aiuta il podcast a crescere e mi motiva a continuare a offrire questo servizio gratuito che diffonde il respectful parenting e supporta la genitorialità.*** Seguimi sui socialInstagram: https://www.instagram.com/mammasuperhero/ Facebook: https://www.facebook.com/mammasuperhero
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo.Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato».E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.Parola del Signore.
Stella Sacchini, Mirko EspositoLe nuove traduzioni dei libri dedicati al Mago di Oz.Gallucci Editorewww.galluccieditore.comL. Frank Baum definiva la sua saga una fiaba moderna, popolata da creature incantevoli capaci di affascinare adulti e fanciulli. Gallucci, per la prima volta in Italia, ha deciso di ritradurre tutti i 14 volumi originali in versione integrale. Un'operazione unica e imponente che mira a far conoscere il lavoro sapiente e rivoluzionario di Baum e a valorizzarne l'estrema creatività. Il Mago di Oz è una lettura ancora attuale che sottolinea questioni importanti, care alla contemporaneità: il ruolo del femminile e del maschile, i temi del genere e il desiderio di esserericonosciuti nella propria unicità.Il meraviglioso mago di Oz - pagg. 192, prezzo 7.90 euroTraduzione dall'inglese di Mirko ZilahyLa casa di Dorothy è spazzata via da un potente tornado e lei si ritrova per magia nel Paese di Oz. L'unico che può aiutarla a tornare nel Kansas è il misterioso e terribile sovrano di quel luogo, il Mago di Oz. Nell'avventuroso viaggio per incontrarlo, a Dorothy si affiancano lo Spaventapasseri, che intende chiedere al Mago un cervello, il Boscaiolo di Latta, che vuole a tutti i costi un cuore, e il Leone Codardo, a cui serve una buona dose di coraggio. Per realizzare i loro desideri i quattro dovranno affrontare la Perfida Strega dell'Ovest.Il fantastico paese di Oz - pagg. 224, prezzo 7.90 euroTraduzione dall'inglese di Stella Sacchini e Mirko EspositoIl piccolo Tip è prigioniero della perfida strega Mombi sin dalla nascita. Un giorno finalmente riesce a sfuggirle, liberando dalle sue grinfie anche Jack lo Zuccone, e subito si dirige verso la Città di Smeraldo in cerca di fortuna. Proprio al suo arrivo, però, una rivolta spodesta lo Spaventapasseri. Per aiutarlo a riottenere il trono, Tip dovrà condurlo al cospetto della Strega Buona del Sud.Ozma, la Regina di Ozpagg.208, 15x21 cm brossura con bandelle, prezzo 7.90 euroTraduzione dall'inglese di Stella Sacchini e Mirko EspositoLa nave su cui sta viaggiando Dorothy viene travolta da una tempesta dalla stramba Principessa Languidaria, che cambia testa come cambia idea. Al fianco di Ozma, la Regina del Paese di Oz, e dei suoi ritrovati compagni – il Boscaiolo di Latta, il Leone Codardo e lo Spaventapasseri –, Dorothy vivrà una nuova, indimenticabile avventura.Dorothy e il Mago nel Paese di Oz - pagg.224, prezzo 7.90 euroTraduzione dall'inglese di Stella Sacchini e Mirko EspositoDorothy e suo cugino Zeb chiacchierano allegramente, quando una scossa di terremoto fa precipitare nel cuore della Terra il calesse su cui stanno viaggiando. I due, con la gatta Eureka e il cavallo Jim, si rendono conto di essere atterrati nello strambo Paese dei Mangabù, i cui abitanti crescono come ortaggi sulle piante. Come tornare in superficie? Ma ecco che, ondeggiando lentamente giù dal cielo su una mongolfiera, arriva in loro aiuto una vecchia conoscenza: il Meraviglioso Mago di Oz!La strada per Oz - pagg.208, prezzo 7.90 euroTraduzione dall'inglese di Stella Sacchini e Mirko EspositoIl sole splende sul Kansas quando Dorothy, con il suo inseparabile cagnolino Toto, decide di accompagnare lo strambo Uomo di stracci per un tratto di strada. Il bivio che si trovano davanti, però, li trasporta in un'altra dimensione... Insieme al marinaretto Botton d'Oro e Policroma, la multicolore figlia dell'Arcobaleno, arriveranno a Volpopoli, la città delle volpi antropomorfe, e poi ad Asinaia, i cui abitanti, manco a dirlo, hanno le fattezze di asini. E da lì in poi si può solo proseguire, sulle ali della fantasia, alla volta del Regno fatato di Oz!La Città di Smeraldo di Oz - pagg.288, prezzo 10 euroTraduzione dall'inglese di Stella Sacchini e Mirko EspositoDorothy e i suoi zii stanno per cominciare una nuova vita nella splendida Città di Smeraldo, la capitale del magico Paese di Oz. Popolato da creature bizzarre e uniche – come i Pezzipazzi, iCatastrofetti, i Vanverini e molti altri – questo straordinario mondo sembra aver accolto al meglio i suoi nuovi cittadini… eppure una terribile minaccia è dietro l'angolo: il Re Nomo, il malvagio Roquat il Rosso, è deciso a distruggere il regno fatato con l'aiuto dei suoi crudeli alleati e a ridurre in schiavitù i suoi pacifici abitanti. Riusciranno Dorothy e i suoi amici a salvare Oz?Lyman Frank Baum (1856 - 1919) nacque a Chittenago, nello stato di New York. Figlio di un ricco petroliere, intraprese le carriere più disparate, finché raggiunse il successo con la saga del Mago di Oz, di cui Gallucci sta traducendo di nuovo e pubblicando tutti i 14 volumi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile».Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?Perché il Figlio dell'uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni.In verità io vi dico: vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell'uomo con il suo regno».Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti».Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa". Egli non sapeva quello che diceva.Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!".Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -Non dire non possoÈ una parola che pronunciamo con troppa leggerezza.È una parola micidiale.È una parola che spesso liquida i problemi senza lasciarceli neppure affrontare.È una parola che molto spesso uccide la nostra carità.Ho ricevuto una lettera da un lebbrosario: è di una nostra sorella che vive tra i lebbrosi.Scriveva:"Oggi ho avuto tanta forza da una scena che Dio mi ha messo sotto gli occhi: ho visto un povero lebbroso che non camminava più, un lebbroso che si trascinava senza gambe. L'ho visto aiutare un bambino poliomielitico a camminare. Il piccolo era aggrappato alle sue spalle e lui si trascinava carponi intorno alla capanna per farlo camminare. La scena mi ha fatto piangere".Ha commosso anche me e ho chiesto perdono a Dio per tutte le volte che davanti ad una carità ho detto: non posso.Ci siamo tanto abituati a quelle due parole che le portiamo in noi costantemente. È un cliché preparato al nostro egoismo.Quando è che in realtà "non possiamo"?Se non possiamo fare noi, possiamo almeno trovare chi farà per noi.se non possiamo fare oggni, possiamo fare domani.Se non possiamo fare tutto, possiamo almeno fare qualcosa.È tremendo dire: non posso!È una ghigliottina della carità cristiana.Bisogna bandire quelle parole.Quando non posso veramente, posso almeno calarmi nel bisogno del fratello e versare una lacrima con lui.+ Dal Vangelo secondo Matteo +[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.Parola del Signore.
Più di cento organizzazioni non governative hanno pubblicato un documento in cui denunciano la gravissima scarsità di cibo nella Striscia, dove almeno 100mila donne e bambini sono in stato di malnutrizione avanzata e hanno bisogno di cure immediate. Con Lorenzo Kamel, storicoIl ministro dell'immigrazione svedese Johan Forssell è al centro delle polemiche da quando è emerso che il figlio di 16 ha legami con gruppi di suprematisti bianchi e di estrema destra. Con Julia Lindblom, giornalista, da Stoccolma. Oggi parliamo anche di: Podcast • Srebrenica. Il genocidio dimenticato di Roberta Piaggiarelli e Paolo RumizCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di' che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell'uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».Parola del Signore.
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- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno».Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!».Parola del Signore.