Tutta la musica svizzera in programma: Confederation Music é una finestra aperta sulla variegata e frizzante scena musicale elvetica, dove potrete ascoltare parole e suoni di chi ha scelto di fare il musicista nel nostro paese.
RSI - Radiotelevisione svizzera
La musica può essere un colpo di fulmine, come nell'amore. Passa dalle orecchie e non dagli occhi certo, ma è al cuore che va. E ci rimane. E come per l'amore, mica lo sai perché torni sempre lì.“Sun Glitter & Other Reflections” (2025 Nuda) non è un'ossessione ma poco ci manca. È il titolo del primo album del quintetto indie psy-rock ginevrino Sunday, June, due parole che contengono l'essenza di un suono: la leggerezza contemplativa di una domenica e il sole caldo di giugno.undefinedIn 10 tracce (di cui 3 sono interludi) Sunday, June mostrano una naturale e fantastica inclinazione per le grandi melodie, gli spazi aperti e la psichedelia degli anni 60, in un mélange vintage/moderno ben prodotto e che si condensa in uno degli album indie rock svizzeri più belli dell'anno.Musica suggestiva da ascoltare con la strada davanti, per sognare, con la brezza del deserto nei capelli. Ce la racconta lo scienziato ambientale e musicista d'origini catalane Mario Peiro.undefined
Quando le forze sono più grandi di te, puoi scegliere di combatterle o fartele amiche. “Drum therapy”, il terzo album di Kush K nasce dall'idea che una botta non più fa male se diventi parte di quella botta, perché essere storditi facilita l'ingresso in quello stato. undefinedSono riflessioni scatenate dal pesante lutto vissuto dalla musicista poschiavina Catia Lanfranchi, prima di affrontare il nuovo capitolo musicale di Kusk K, uno shock alimentato anche dalla sensazione di “rottura” causata dallo stravolgimento della sua formazione. Prendi “Lotophagi” del 2020, premiato da Indie Suisse come migliore album svizzero dell'anno, e prendi “Drum therapy” ... e sono due mondi lontani. Le canzoni non sono più solo canzoni, sono riflessioni sul fatto che esistano, sul motivo per cui si persegue un obbiettivo musicale. undefinedKusk K oggi sono concettuali e sperimentali. Le sette canzoni di “Drum therapy”, concepite tra la Valle di Blenio, la Sardegna, Bienne e Zurigo, sono lo spaccato della visione di un'artista che si sposta sempre più verso il significato delle proprie idee. Ascoltarle è un'esperienza immersiva, dove il ritmo non è scandito da una batteria (se non in rare occasione) ma dall'alternarsi di canzoni che sono stati d'animo. undefinedSerietà e ambiguità, leggerezza e vigore, rigore e gioco, un gioco di contrasti alla fine del quale, spentasi l'ultima canzone, hai la sensazione d'affacciarti sull'ignoto. Sandra Romano ha incontrato Catia Lanfranchi a Zurigo.undefined
Quando Peter Kernel nel 2023 rilasciano “Drum To Death” (On The Camper), un album innescato dai pattern dei loro 11 batteristi del cuore, le prime parole che si sentono sono “Hey messicano”. È l'opener “Eeoo”. undefinedCi sono mille e una ragione per cui decidi d'aprire un disco con quella o quell'altra canzone, ma la scelta di Aris Bassetti e Barbara Lehnhoff non fa un grinza. “Eeoo” nasce da un ritmo di Tam Bor, al secolo Giacomo Bastianelli, storico batterista dei Peter Kernel. Il messicano appunto.Bastianelli, in anni di live e viaggi in furgone per l'Europa con Peter Kernel, ha maturato un sogno che è diventato un'idea, trasformata in progetto e che adesso è un disco di concetto, “Intense & Ciao” (2025 On The Camper).undefinedIl primo album di Tam Bor contiene undici canzoni coerenti, con un suono distintivo che ribadisce l'idea musicale di Giacomo Bastianelli: un crossover stilistico e culturale fondato sul ritmo e che, posizionato al centro della platea, diventa rituale ogni volta che appare dal vivo.undefinedÈ con estremo piacere che diamo il benvenuto a Tam Bor.undefined
Nick Furrer è un individuo curioso e versatile, un modo di essere che negli anni ha permesso a questo batterista e cantautore zurighese di immergersi in mondi ed esperienze musicali diverse, principalmente nei Black Sea Dahu e nel progetto solista Haubi Songs.undefinedSpinto dalla necessità di cambiare, Furrer si è ritrovato tra le mani Supernova Easy, un progetto indie pop in cui, facendo della sua vulnerabilità la sua forza, mette in discussione i modelli di ruolo, la mascolinità e il patriarcato, dipingendo una galassia sonora piena di romanticismo, prospettiva e apocalisse.undefined“Supernova Easy” è sia il nome del progetto che del titolo dell'album di Nick Furrer. È il suo nuovo modo di concepire la musica, condividendo le idee con gli ospiti più disparati e una costante, l'amica di vecchia data Corinne, in arte Cori Nora, band cui Nick suona la batteria. undefinedSupernova Easy è una corposa espressione del DIY totale, del fascino della musica fatta in casa e dell'ignoto da affrontare con lo spirito dell'esploratore. undefinedSandra Romano ha incontrato Nick Furrer a Zurigo!
Sarah Palin negli anni ha prestato mani e strumenti ad artisti svizzeri come OneSentence.Supervisor (di cui è stata batterista) o Kusk K e gli americani BoyToy, per i quali ha suonato il basso. Eppure, nell'anima di questa polistrumentista aleggiava un sentimento di mancanza: quello delle radici. In sintesi, serviva un rifugio.undefinedSarah Palin il rifugio se l'è costruito con Palinstar e ne parla nel suo album di debutto “Backtrain Places” (Mouthwatering Records) l'album heart-rock (“heart” come il cuore) di un'artista che ama il grunge, il kitsch e ogni cosa che sta tra Mica Levi e Chappel Roan.Palinstar è un condensato indie rock di grandi melodie, testi essenziali e una voce sensuale che parla di auto-apprendimento, cura di sé, trasformazione e sensibilità. E c'è una curiosità: alcuni testi sono tradotti letteralmente dallo svizzero tedesco all'inglese, a cominciare dal titolo dell'album. Sono modi di dire inglesi inesistenti che si possono scoprire ascoltando le 9 canzoni di questo primo e consistente esercizio. undefined“Backtrain places” di Palinstar è una capsula del tempo che trasporta piccole gemme maturate nel corso di tanti anni e che ne raccontano la storia. Sandra Romano ha incontrato Sarah Palin a Zurigo.undefined
“Il vecchio sole”, immutabile, che brucia dentro, simbolo dell'amore per la composizione e per la musica che è l'anima. Una fascinazione infinita per la vita. “Il nuovo orizzonte”, metafora delle meraviglie che ti circondano e ti sfidano, come le nuove prospettive e i cambiamenti.undefinedÈ questo il senso di “Old sun, new horizon”, l'ultimo album del cantautore zurighese Simon Borer, meglio conosciuto come Long Tall Jefferson, eccellenza del folk svizzero. undefined“Old sun, new horizon”, edito da Mouthwatering Records, è una collezione di 11 cartoline scritte da Borer e realizzate assieme all'amico Mario Hänni (Mnevis) cercando, suonando sempre in due, di mantenere la spontaneità, le imprecisioni e l'ispirazione della musica registrata in gruppo. undefinedLong Tall Jefferson, maestro nel destreggiarsi tra l'indie folk e il pop lo-fi, ha realizzato un album edificante in cui emerge a tratti, la dua splendida malinconia.“Old sun, new horizon” è l'ennesimo disco giocoso, a volte surreale, altre criptico, ma sempre molto personale ed emotivo di un artista papà per il quale la musica non è che uno dei tanti aspetti di un'esistenza appassionante.undefinedSandra Romano ha incontrato Simon Borer a Zurigoundefined
C'è una potenza insita nel “métissage”, un rimescolamento genetico ed etnico che porta con sé novità, suggestione, magia e forza. È una diversità che nella musica accende la fiamma evocativa del viaggio.undefinedGrandi interpreti di questa contaminazione sono Enrico Varriano e Lorenzo Nessi, in arte Erry & Kenzo, progetto musicale ticinese che fonde culture e musiche del mondo in un blend unico alle nostre latitudini.undefinedIl 21 marzo è uscito “La rosa dei Venti”, album numero quattro di Erry & Kenzo, un omaggio musicale alla multiculturalità del mondo. undefinedÈ con grande piacere che apriamo le porte di Confederation Music a Erry & Kenzo, prima del loro concerto del 26 aprile in Piazza Grande a Giubiasco, in occasione di “Primavera in Fermento”.undefined
C'è la gestione delle relazioni tumultuose, il mantenimento della sanità mentale in mezzo al caos e la consapevolezza di sé dentro “52 Blue” (2024 Humus Records), il primo album di Emzyg.Figlio di un lavoro meticoloso e perfezionistico, “52 Blue” è un viaggio creativo nato nella camera da letto della musicista e cantautrice Sersha Rafferty e sviluppato in gruppo; un disco indie rock psichedelico, dark e misterioso come l'oceano in cui nuota la balena che da il titolo all'album, la 52 Blue, unico cetaceo al mondo a cantare con una frequenza di 52 Hertz.undefinedIl quintetto indie rock zurighese Emzyg porta in superfice un suono riverberato, figlio di tantissime ore trascorse in una stanza diventata santuario, tra candele, incensi e grovigli di cavi. È musica suggestiva resa ancora più ipnotica dalla ripetizione, dai registri orientaleggianti delle chitarre e da una voce così sussurrata e schiacciata nel mix che sembra esoterica.undefinedSandra Romano ha incontrato Sersha Rafferty, mente e cuore compositivo di Emzyg.undefined
Sono passati 7 anni dall'uscita del primo album di Under Changeover. Era il 2018 e il pianista/produttore Adriano Iriti raccontava “Moving” e la sua musica al microfono di Confederation Music. undefinedOggi, la visione musicale di Iriti è condensata in “Electronica romantica”, un titolo esplicito per un'opera che testimonia la ricerca e la scoperta di un nuovo equilibrio e l'accettazione delle co-esistenza di due anime dentro di sé: quella romantica del pianista e quella ritmica ed elettronica del produttore.undefined“Electronica romantica” va consumato nella sua pienezza; contiene 15 canzoni che rappresentano un viaggio, sia per l'autore e che per l'ascoltatore. È una nuova storia innescata dalle immagini e dalle rocce di una cava di marmo bianco. È con grande piacere che accogliamo, per la terza volta, Adriano Iriti.undefined
“Behind Curtains” spiega bene il contesto in cui nasce la musica di Holm. Il trio strumentale zurighese si è “ritirato” dal mondo esterno per concepire la sua nuova opera. Le tende sono quelle attraverso le quali sbirciano per vedere cosa succede fuori.undefinedDimitri Käch, Alessandro Giannelli e James Varghese costruiscono una narrazione nostalgica e introspettiva, camminando attraversano paesaggi urbani desolati, prima d'accedere al loro laboratorio musicale nel sottosuolo di Paradeplatz e osservare la collisione tra la cultura del fai-da-te e quella del lusso e dei fatturati miliardari. Holm è anche un tentativo, messo in musica organica e fisica, di dare risposte alle questioni esistenziali del musicista professionista. undefinedCon “Behind Curtains”, Käch, Giannelli e Varghese hanno affrontato il loro blend di post-rock, ambient e shoegaze da una prospettiva sonora diversa, meno filtrata questa volta, con un suono più definito e “vicino”, lasciando fuori, come sempre, ogni preconcetto e abbracciando la spontaneità.undefined
Il viaggio di Confederation Music nella musica svizzera ci porta a Locarno, al quartier generale di Zonasun.Il più longevo progetto reggae della Svizzera italiana ha pubblicato “Roots ‘n' Soul”, il primo album dai tempi di “Shiny Red” del 2011. Sono successe tante di cose negli ultimi 14 anni di Zonasun. Ne parliamo in questa intervista, ma il nuovo album è un lieto evento in una terra che, da sempre, abbraccia la musica in levare con calore.undefinedCon “Roots ‘n' Soul” torna il reggae moderno a tinte elettroniche di Zonasun, adesso più potente e profondo nel suono, in un disco che ruota attorno all'essere umano e al suo rapporto con Madre Terra e i suoi abitanti. È un album di canzoni che sono come semi da piantare e far germogliare, arricchite dai features dell'artista brasiliano (di stanza nella Svizzera italiana) Dom Lampa, il reggae man svizzero tedesco Cookie The Herbalist e il produttore italiano Princevibe.undefined“Roots ‘n' soul” è la sintesi del viaggio personale artistico intrapreso in questi ultimi anni da Tom Siddh Mainardi. Per questa intervista abbiamo varcato la soglia di casa sua. La soglia del conscious reggae.undefined
Canzoni felici ed energiche cantate senza rassegnazione e senza ignorare il mondo, ma anche senza piangere come se non ci fosse più speranza.undefinedAino Salto parla di sorellanza, funghi, rabbia e sentimenti provati guardando i fili dell'alta tensione. È una delle sorprese più belle degli ultimi mesi discografici svizzeri, come il suo primo album “Imagine people as adolescent birds”, pubblicato da Irascible.Aino Salto è il progetto della giovane musicista e cantautrice bernese Sonia Loenne, attenta e critica osservatrice di un mondo che ci canta dal cuore e dalla gola con flicorni, contrabbassi, tastiere e batterie.undefinedAlla base di “Imagine people as adolescent birds” c'è l'idea di vedere l'umanità come una comunità di uccelli adolescenti che devono ritrovare la strada dopo essere caduti dal nido. Musica e parole raffinate, e una gran voce, per descrivere il peggio con ironia. Aino Salto di certo non cambierà il mondo ma almeno suggerisce un modo diverso di guardarlo, perché non c'è cambiamento senza azione.undefinedAbbiamo raggiunto Sonia Loenne a Berna e le abbiamo chiesto lumi su Aino Salto, un nome artistico che ci porta in Scandinavia.undefined
Piccionaie, hotel fatiscenti e sex club in una collezione di melodie, ritmi, storie e personaggi.L'ultimo album di Puts Marie, cult band di Bienne, è una riflessione sul presente incerto con un titolo significativo e lungo: “Pigeons, politicians & pin-ups during the endtime of mankind”.undefinedGli schemi rigidi sono saltati e l'attenzione è stata posta di nuovo sulla composizione artistica, ignorando le istanze della forma canzone, della radiofonia o di qualsiasi altro preconcetto.undefined“Pigeons, politicians & pin-ups during the endtime of mankind” é un disco che narra storie, un'opera seducente e triste che trasuda bellezza musicale, nelle cui lunghe canzoni ti puoi perdere, per riemergere alla fine, consapevole del fatto che Puts Marie, pur avendo attinto in 20 anni dal rock alternativo, dal jazz e dall'hip-hop, non sono mai classificabili.undefinedNon c'è espressione migliore di quella che la band dà di sé stessa: un whisky invecchiato, un sapore profondo risultato di un lungo processo di maturazione. A parte l'album d'improvvisazione uscito un paio d'anni fa, “Pigeons, politicians & pin-ups during the endtime of mankind” è il primo album di canzoni composte dai tempi di “Catching Bad Temper” del 2018. Che cosa è successo in tutti questi anni? Sandra Romano lo ha chiesto all'autore e vocalist di Puts Marie, Max Usata.undefined
C'è qualcosa di primordiale nel concetto di “collettivo artistico”: è quell'idea di comunità che funziona perché spartisce le responsabilità tra i suoi membri.undefinedLayena, nonetto svizzero nato dalle ceneri del Mambassa Collective, incarna l'idea del villaggio in cui, unendo talenti e competenze, le persone avanzano e si evolvono unite.undefinedI loop ripetitivi e ipnotici nati nelle jam-sessions, le influenze vocali afrobeat e EDM e l'improvvisazione maturate in tre anni di concerti, sono condensati nel primo album “Arcades”, in un suono che parla soprattutto la lingua del jazz, senza disdegnare l'indie italiano e neppure l'auto-tune.undefinedLa famiglia Layena è sparsa in tutto il paese; al centro, c'è il musicista e compositore ticinese Cédric Blaser, che abbiamo raggiuto a Friborgo.undefined
Il duo rap luganese Currenti Calamo diventa spin-off. l primo, “Esistenzialisma”, è il lavoro di uno Skinny Cruz introspettivo e oscuro, trasparente come il vetro e brutalmente sincero. Il secondo, ancora in fase di lavorazione, sarà quello di Sboo di Boo Boo che, in un “disco di memorie”, rielabora in chiave rap le influenze di un ragazzo cresciuto in Ticino guardando la penisola italiana.“Esistenzialisma”, in uscita mercoledì 26 febbraio 2025 con Safe Port Production, è un concept in cui sono protagoniste la depressione, la rabbia e la desolazione verso il mondo e verso sé stessi. Sullo sfondo di “Esistenzialisma”, la storia della gelosia per il co-inquilino Isma , un essere umano perfetto, splendido ed efficiente, al cospetto di uno Skinny Cruz (in questo progetto, semplicemente Shair) depresso e incapace di uscire dal letto, anche solo per farsi una doccia.Martedì 25 febbraio Currenti Calamo presentano “Esistenzialisma” al Lux di Massagno in versione multimediale con la proiezione di un film girato e montato da Skinny Cruz e Sboo di Boo Boo, con una danzatrice e con degli sketch.Ne abbiamo parlato con Shair (aka Skinny Cruz) e Ludo (aka Sboo di Boo Boo)undefined
È il deserto la prima immagine che vedi quando “Silver Lining” ti entra nelle orecchie, un calore a tinte gialle che liquefa l'immagine sull'orizzonte e che entra dal finestrino abbassato dell'automobile sulle strade della California, quando fa così caldo che sei sospeso nel tempo.undefined“Silver lining” è il bagliore argenteo che accende il contorno delle nuvole quando dietro c'è il sole. È anche il titolo del primo album di Mount Jacinto, progetto della cantautrice costaricana di stanza a Zurigo, Sonya Carmona, ex Colornoise e Las Robertas, una musicista con radici nel rock alternativo più grezzo. Linee di basso morbide, groove, tanta melodia, sensibilità pop e atmosfere ipnotiche alimentate da belle linee vocali reverberate… “Silver lining” è un disco che può essere veloce e statico, dove c'è tanto rumore e anche silenzio.undefinedNel suo viaggio introspettivo, Sonya Carmona, arrivata in Svizzera seguendo l'amore, prende il cavallo come metafora dell'intuizione, di un istinto al quale dobbiamo restare fedeli se vogliamo soddisfare i desideri dell'anima; oppure la foresta di notte, allegoria delle ombre che ci portiamo dentro, spaventose e che scacciamo ma dalle quali possiamo imparare delle cose.undefinedSandra Romano ha intervistato Sonya Carmona a Zurigo e la chiacchierata è partita dal luogo mitico che ha ispirato tutta questa storia: il deserto. undefined
La storia discografica di Tesla Death Ray è legata, come in un parto gemellare, a quella di Taxi Gauche Records. Il quartetto psy-rock zurighese pubblica con la label di Piet Alder da 7 anni, durante i quali il suono ruvido degli esordi è diventato vintage e psichedelico, prima di assorbire l'energia del punk e del blues-rock e godere di un approccio produttivo sempre più professionale.undefinedTesla Death Ray lo avevano detto che il terzo album “Uncanny” sarebbe stato il frutto dell'esplorazione di nuovi territori musicali, più crudi e diretti eppure, in tutta questa dinamica, la sensazione è quella di ascoltare qualcosa di famigliare che non ha perso un solo grammo della propria matrice identitaria.undefinedChe stiano camminando o correndo, Tesla Death Ray mantengono il tocco “psy” e una trama che si consolida brano dopo brano finché ti rendi conto, mentre si costruisce un muro di suono, d'essere di nuovo in quella modalità ipnotica che é il marchio di fabbrica della band.undefined“Uncanny” di Tesla Death Ray è un album che sonda gli abissi dell'anima, tra lotte interiori, introspezione e capacità di resistenza. Sandra Romano ne ha parlato con il chitarrista e cantante Claudio Amoroso e il bassista Max Talmon-Gros undefined
È settembre il mese propizio per Laddermen. Se il primo album “Special kind of violence” (uno dei dischi indie rock svizzeri più belli di quell'anno) era uscito il 3 settembre del 2021, il secondo “Life got lame and now you're bored”, è arrivato, forse casualmente, il 4 settembre del 2024.undefinedBand basata a Lucerna e nata dal cuore del musicista e cantautore texano Leopold Oakes, Laddermen si muovono spavaldi in territori indie malinconici e art-rock, parlando, questa volta, di ponies che lasciano la stalla, di marinai che perdono l'amore per le loro navi, di quando la musica disco morì e di nostalgia per momenti non ancora vissuti.undefined“Life got lame and now you're bored” é come la conversazione con un caro amico; per stile e modalità di produzione, è un album di rottura in cui fa capolino, oltre a un indie rock esplosivo, anche il folk. È un'opera melodica e intricata che ha il sapore della ricerca di uno scopo nuovo, come una storia di redenzione.Sandra Romano ha intervistato Leopold Oakes, attualmente di stanza a Londra.undefined
Tiziana Greco in trotinette e con gli stivali da cowboy . È una delle tante belle immagini che ci riconsegnano Luce nella sua nuova veste musicale. undefinedIl secondo album della musicista e cantautrice lucernese Luce, s'intitola “Blue star soft eyes” (2024 Red Brick Records). È una metamorfosi radicale che ha spostato Tiziana Greco dai tasti alle corde, dal solo alle band, trasformando un suono elettronico, sperimentale ed etereo, in un mélange acustico elettrico e organico influenzato dall'indie degli anni 90.undefinedDelicata e attenta, Luce, che parla di trasformazione interiore, ci ricorda che ogni volta che diciamo addio, gettiamo le basi per un ricongiungimento. In questa nuova versione di sé stessa, dove la chitarra è centrale, Luce scandaglia la strada che, dal buio degli stati d'animo, riporta in superficie. Dal letargo all'entusiasmo per la vita. Alla luce, appunto.La chiacchierata con Tiziana Greco è partita dalle radici di questo nome. Luce.undefined
Roland Vollenweider è andato in Francia a concepire il terzo album di Us & Sparkles. “When the birds kick in” (2024 autoproduzione) è una nuova partenza in un universo sperimentale condiviso (per questa occasione) con l'amico e chitarrista Simon Boss.undefinedRoland è uno psicoterapeuta e psicoanalista. Ha studiato letteratura e filosofia a ZH. Nel suo mondo musicale c'è anche la musica Techno, prodotta con lo pseudonimo Voll, ma è Us & Sparkles la valvola di sfogo creativa più organica ed eclettica.“When the birds kick in”, rappresentato in copertina dal dipinto stilizzato di due Gru, è un viaggio sonoro nostalgico e autentico ispirato al selvaggio West. Parte ambient e chitarristico, prima di diventare vivace e ritmico, per poi chiudersi in totale psichedelìa. È un mondo sonoro radicalmente diverso rispetto a quello dell'album “Silver Linings” (2023 Radicalis) fatto con la cantautrice basilese Amoa. Oggi, il suono di Us & SParkles è molto più organico. Come mai? L'intervista parte da lì.undefined
C'è la Svizzera italiana nella “torre d'acqua” de L'Orage. “Water Tower”, l'ultimo album de L'Orage è stato concepito durante una residenza invernale a Medeglia offerta da Jazz In Bess, tra castagni, muri a secco, pini mossi dal vento, laghi, fiumi e pranzi consumati davanti al fuoco. undefinedL'Orage è il quartetto jazz ginevrino del batterista Nelson Schaer, con Robin Girod alla chitarra, Ganesh Geymeier al sax tenore e Fabien Iannone al basso e contrabbasso. undefinedCome il precedente “Triangle”, con il suo grande pot-pourri stilistico, anche “Water Tower” è una porta d'accesso stimolante per chi il jazz non lo mastica; é l'opera più leggiadra, eterea e (pur sempre) magnetica de L'orage, la celebrazione matura e organica di 8 anni di raffinatezza musicale, servita come l'album fotografico di una famiglia in vacanza a Sud delle Alpi. undefinedIn questi sette brani un po' malinconici ci sono i ricordi del sole del Ticino a gennaio. Prima di affrontarle, abbiamo chiesto a Nelson Schaer quando e come ha messo le mani sulla sua prima batteria da bambino.undefined
Sono passati più di 2 anni dall'Artist Award vinto dai Mnevis agli Swiss Music Awards. È un riconoscimento che premia l'eccellenza del lavoro musicale di questo quartetto sparso oggi tra Lucerna, Baden e Zurigo e che, simbolicamente, ha dato il via a un nuovo periodo di ricerca sfociato nel terzo album “Lightning Sulfur Calm” (2024 Red Brick Records).Il songwriting di Mnevis matura come i pomodori al sole, e con esso i loro paesaggi cinematografici e quel gusto riconoscibile per le atmosfere musicali delicate e raffinate. undefined“Lightning sulfur calm” è il nuovo prodotto di un laboratorio pop in cui i confini di genere vengono costantemente valicati, esplorati e ridisegnati, ma dove si trova sempre un fil rouge: ritmiche incalzanti, cura del dettaglio e un mood sognante e calmo alimentato dalla voce di Mario Hänni che fluttua sopra tutto.Nell'universo inconfondibilmente diverso di Mnevis, c'è sempre una narrazione cosmica: le stelle, le galassie e lo spazio sono ricorrenti in questo magma sonoro in costante movimento. È da lì, che parte l'intervista di Sandra Romano con il bassista David Hänniundefined
A volte succede che l'affetto per ciò che fai e per come lo fai sia più forte del desiderio di condividerlo con gli altri. Chauffeur e Parlak sono chimica pura, due anime amiche dentro e fuori la musica che, pur di non snaturare l'essenza e l'intimità del loro rapporto, scelgono di non esibirsi dal vivo, perché farlo significherebbe ingrandire la famiglia e affrontare un iter organizzativo che nulla ha a che vedere con i propri scopi artistici.undefinedChauffeur e Parlak è il duo zurighese di Chaffeur Di, al secolo il multistrumentista David Diehl e di Esteban Parlak, alterego del batterista e percussionista Stefan Hell. In poco meno di un anno, Chauffeur e Parlak hanno pubblicato due album: “Homemade Pickles” e l'ultimo “In Chromatic Tension”, entrambi usciti con la label bernese Mouthwatering Records.undefinedÈ musica strumentale elegante, realizzata in modalità DIY con un paio di microfoni e con un alto coefficiente cinematografico, alimentato da riff rock ruvidi, suoni sferici e ritmi latini. È l'espressione creativa di una passione condivisa per le armonie esotiche e una strumentazione non convenzionale. undefinedChauffeur Di e Esteban Parlak definiscono il suono di Chauffeur et Parlak “musica esotica cucinata in casa” ; l'intervista di Sandra Romano parte da lì, dall'affinità di questo laboratorio creativo con la cucina casereccia.undefined
Anna Erhard ha intrapreso un percorso di riduzione che si è concretizzato nell'ultimo album “Botanical Garden”(2024 Radicalis), co-prodotto anche questa volta dal produttore tedesco Pola Roy.La cantautrice basilese, acuta e originale osservatrice che vive a Berlino da tanti anni, aveva iniziato scrivendo e cantando di temi universali per poi ridurre, condensare e arrivare “alla cosa più piccola possibile”.undefinedNella sua nuova musica, da cui traspare un personale senso dell'assurdo, Anna Erhard smantella i costumi sociali, svela i paradossi delle frustrazioni di tutti i giorni e celebra le piccole cose della vita. Lo fa con leggerezza ed empatia, conversando in modo bizzarro con gli amici, in un'atmosfera musicale apparentemente cool ma che, in verità, cela ricercatezza e sofisticazione, tutte da sentire negli arrangiamenti delle nove canzoni che compongono “Botanical Garden”.undefinedSandra Romano ha raggiunto Anna Erhard a Berlino e la chiacchierata è partita dalla libertà, quella che la metropoli tedesca offre alla cultura underground.undefined
Il bagliore del tramonto alpino come metafora della metamorfosi dall'oscurità alla luce, dal pesante al leggero, da ciò che è famigliare all'ignoto.“Alpenglow” è l'album di debutto del progetto losannese Yoyoya, un collettivo d'artisti con una lunga esperienza in altre entità romande. Thats Xayachack e Olivier Schubert militavano nel gruppo math e post rock Brutus una quindicina d'anni fa; Christian Pahud (in veste di produttore) é in forza agli storici Honey For Petzi e poi c'è Delphine Bovey, autrice dei testi, delle immagini e dei videoclip di questo originale album.undefinedIl fil rouge delle 9 canzoni di “Alpenglow” è la contemplazione. Cantando in inglese, francese, giapponese e laotiano, con un originale pop anni 70 che trae ispirazione dal math-rock e dal post-rock dei loro gruppi passati, Yoyoya attraversano atmosfere inquietanti e paesaggi maestosi, per raccontare la montagna, il vagabondaggio, l'amore, la solitudine e la gioia della vita condivisa; concetti semplici e universali, ma più che mai necessari in una società sempre più frenetica ed esigente.undefined
Entra nel flusso e fatti portare dalla musica e dal suono.L'esperienza e il vissuto determinano lo sguardo e, di conseguenza, la percezione che abbiamo di ciò che osserviamo e ascoltiamo. È una condizione primordiale per comprendere e godere il mondo elettroacustico e sperimentale di Niton, un trio attivo tra il Mendrisiotto e la Lombardia e che, con il nuovo album “11”, saluta l'adolescenza artistica accogliendo la maturità.undefinedTogli 1 dal titolo e hai 10, come le tracce che contiene e come gli ospiti straordinari che, per la prima volta, sono entrati nel laboratorio di Niton e hanno dato un contributo attivo che espande il raggio d'azione dell'organismo nel quale, per un giorno, si sono immersi. È un parterre di artisti internazionali straordinari: Beatrice Graf, Julian Sartorius, John Butcher, Andy Moor, Meryem Aboulouafa e Vanni Bianconi, Boris Hauf, Peter Kernel, Olivia Louvel, Andy Bluvertigo e Achille Ateba Mvondo.Il valore “alternativo” dell'elettronica di Niton non sta nella sua definizione, ma nella tipologia di strumenti che suona: un violoncello filtrato attraverso gli effetti, gli oggetti (strumenti impropri, anche loro filtrati) e i sintetizzatori analogici.È con estremo piacere che diamo il benvenuto a Zeno Gabaglio, Luca Xelius Martegani e El Toxique sull'isola felice di Confederation Music.undefined
Laure Betris é attiva musicalmente da una ventina d'anni. La parabola creativa di questa cantautrice e sperimentatrice friborghese dai mille talenti è costellata di innumerevoli progetti personali e collaborativi che ne definiscono lo spirito mutevole ed esplorativo.undefinedAbbiamo incontrato Laure Betris lo scorso settembre a Losanna, in occasione della passata edizione di Label Suisse, dove ha presentato una performance legata alla proiezione del documentario The Wonder Way.undefinedÈ stata un'occasione ghiotta per farci raccontare la sua straordinaria rinascita stilistica post-Kassette (il suo primo alter-ego durato 10 anni) e “Berceuses”, il suo ennesimo, nuovo progetto di ricerca, questa volta basato sulla tradizione orale nelle ninne-nanne e realizzato con altre 7 musiciste romande.undefined
“Travel in cycles” é l'album di Worries And Other Plants, progetto nato nella testa e nel salotto sangallese del batterista (diventato cantautore polistrumentista) Dionys Müller, per gli amici Dio.undefinedWorries And Other Plants oggi si esibiscono come sestetto, interpretano un indie rock caldo, psichedelico e desertico, in bilico tra il bene e il male, tra la luce e l'oscurità, una dicotomia ricorrente nella discografia di Dio, secondo cui, ogni vita é “un diamante”.undefinedÈ la vita, con i suoi cicli, a ispirare questo lavoro. Una vita fatta di gioie e dolori e che, partendo dalla Valle del Reno, racconta i ricordi d'infanzia e le radici italiane, l'influenza del nonno molisano, la monotonia della vita quotidiana e la morte della nonna.Tra i chiari e gli scuri di “Travel in cycles”, un disco realizzato in modalità DIY che ha il sapore degli strumenti analogici, Worries And Other Plants portano un messaggio variopinto di speranza, in cui c'è tutta la forza della comunità.undefined
Eros Minichiello, in arte Cybophonia, ha fatto un album che è come una scatola di cioccolatini assortiti. undefined“Nothing more” vede il musicista, produttore e DJ locarnese in modalità trasformista. Della chill-out che aveva caratterizzato il periodo Irma Records di Cybophonia (quello più popolare) restano delle tracce, perché mica lo rinneghi il tuo DNA, però questo disco ambizioso suona come il bouquet stilistico di un artista che ha cambiato direzione, in maniera radicale. undefinedIl dream-pop di Minichiello di che avevamo assaggiato nel 2021 con l'album “Bloom”, adesso si tinge di folk-rock, di arpeggi di chitarra acustica … c'è un accenno di bossa, ci sono brani cantati in italiano, ci sono gli archi. Cybophonia, nel suo lungo percorso evolutivo, questa volta offre un caleidoscopio musicale che, pur essendo variato ed eclettico, non tradisce le sue radici e la sua coerenza.undefined
Si chiama “Adrift” il primo vero album di Arthur Hnatek, rinomato maestro della batteria jazz diventato sperimentatore elettronico, già Premio Svizzero di Musica e osannato da personaggi come Tom Ravenscroft e Gilles Peterson di BBC6.Dopo una lunga serie di singoli, EP e collaborazioni entusiasmanti inaugurata nel 2020, il musicista ginevrino di stanza a Zurigo aggiunge un nuovo tassello al suo puzzle evolutivo. Spingendosi oltre i confini delle convenzioni, Hnatek ridefinisce il concetto di musica elettronica contemporanea mescolando improvvisazioni percussive acustiche e cultura club, in un processo di semplificazione ritmica che è semplice solo all'apparenza.undefinedNel suo primo LP distribuito da Mouthwatering Records e disponibile anche in vinile, Arthur alterna ambienti dancefloor a paesaggi sonori onirici, passando dalla Breakbeat e dall'IDM. Il titolo “Adrift” dice tutto: andare alla deriva, in balia della corrente, senza un porto dove attraccare.undefinedLa nostra chiacchierata è partita proprio da lì, da quell'idea che, alla fine, c'è una componente dell'arte creativa che non potrai mai controllare.undefined
“A lot to give” è un racconto naïve e spensierato del cosiddetto “coming of age”, quella fase della vita in cui dai il ben servito all'adolescente e assumi l'adulto. È anche quando hai maturato esperienza e sensibilità sufficienti nella vita per iniziare a interpretare il mondo, soprattutto le sue ingiustizie, quelle che ti fanno montare la rabbia dentro.undefinedAsher Varadi è un docente di canto specializzato in coordinamento respiratorio. Musicista e compositore, Asher è l'epicentro di Ash The Ash, un entusiasmante sestetto indie rock basato a Losanna. “A lot to give” è il titolo del loro primo album, disponibile anche in vinile. È un debutto maturo che arriva 3 anni dopo l'EP “Where are you?”. È un disco molto ben prodotto, di stampo britannico, in cui s'incontrano frenesia e delicatezza, in un mix che ti scuote, decisamente. Ho raggiunto Asher Varadi a Ginevra per farmi raccontare la sua storia, quella del combo Ash The Ash così numeroso e quella di uno dei miei album svizzeri preferiti di questo autunno.undefined
Ricordo ancora la sorpresa ascoltando per la prima volta le linee vocali del primissimo EP che Andrea Bignasca aveva impacchettato da solo con il bricolage. Era il 2014. C'era qualcosa di durevole in quella voce, una prospettiva, la certezza che quel canto così solido fosse un dono, una specie di basamento dorato su cui investire.undefinedAndrea Bignasca oggi è una voce rock svizzera affermata. In 4 album, Andrea (che da qualche anno è di stanza a Lisbona) ha plasmato un “Bignasca sound” che si rimodella ogni volta. La costante, é la capacità innata di scrivere canzoni. Belle canzoni.Lo “stranezza” del nuovo album “Stranger” si ritrova nel nuovo ruolo di Andrea Bignasca come genitore, in una primogenita che non conosceva prima di incontrare, nelle vesti inedite di madre della sua compagna e in un disco più strano, un po' più prodotto e affrontato diversamente. Per capire meglio e per fare una nuova immersione nel suo mondo musicale, abbiamo raggiunto Andrea Bignasca in Portogallo.undefined
È bello essere testimoni dell'evoluzione delle cose. Olympic Antigua avevano fatto breccia nei nostri cuori all'istante, da quel primo singolo “Mr. Preacher” del 2021 che anticipava l'arrivo del primo EP omonimo. Era un blend rock-soul ruvido e desertico, “à la Dan Auerbach in modalità di The Arcs” per azzardare un riferimento.Olympic Antigua hanno pubblicato “Open Heart”, un secondo EP da sei tracce (+ 3 radio edit) con un suono più morbido, curato dal rinomato produttore Marcello Giuliani. C'è anche una new-entry nella famiglia, la cantautrice e polistrumentista vodese Delia Meshlir, in veste di supporto per i concerti. Almeno per il momento...undefinedOlympic Antigua è un super-gruppo attivo sull'asse vallesano-vodese e composto da Tiziano Zandonella (Yellow Teeth), Igor Métrailler (The Last Moan), Tim Dorsaz (Tim and the Thieves) e Kevin Ruffieux (già batterista di Mount Koya).Per la puntata numero 700 di Confederation Music, vi proponiamo l'incontro avuto con Igor, Tim e Kevin in occasione della loro performance alla passata edizione di Label Suisse.undefined
Tal Arditi è stato una promessa del jazz-europeo. “È stato” perché è in quel contesto che aveva fatto parlare di sé, finché la pandemia non ha fatto da spartiacque e, dopo i mesi del lockdown, vuoi anche per le settimane passate a casa in confinamento, Tal è riemerso trasformato in cantautore. E che cantautore. Tal Arditi oggi fonde elettronica e chitarra acustica in chiave folk e canta le sue storie in un mélange sonoro raffinato, pubblica dischi con un ritmo impressionante (il prossimo “Close Your Eyes” arriverà nel 2025) e si sta affermando come prolifico e talentuoso singer-songwriter svizzero, sull'asse Basilea-Berlino, la sua seconda casa.Sandra Romano ha intervistato Tal Arditi e questa è la sua storia; e la sua musica ovviamente, pubblicata dall'etichetta bernese Mouthwatering Records..undefined
Il viaggio degli Young Gods continua. Dopo l'immersione elettronica e sperimentale nella musica di Terry Riley, i Giovani Dei stanno tornando al vigore delle loro radici, con un nuovo album che vedrà la luce nel 2025. È una necessità fisiologica, una rimpatriata di cui abbiamo avuto un assaggio lo scorso settembre a Label Suisse, quando sul palco della Place Des Pionnières, gli Young Gods hanno aperto con una manciata di brani del disco che verrà.A Losanna, ho avuto il piacere di ri-incontrare un Franz Treichler in splendida forma, prima del concerto. Era la penultima data del 2024, la sera successiva avrebbero chiuso in Francia con l'ultima presentazione live di “Play Terry Riley in C”, un disco che, come racconta Treichler in questa generosa intervista, ha aperto nuove prospettive.
Hugo Trist è stato un colpo di fulmine.Il singolo “Owe You”, uscito nell'autunno del 2023 mi aveva catapultato alla fine degli anni 90, quando dall'Inghilterra (in quella decade, grande fucina di nuove tendenze) arrivavano le ritmiche sincopate della 2Step e della UK Garage. Trist ha preso quel mondo ritmico e gli ha messo un vestito epico, carico di malinconia ed euforia, con linee vocali soul e suggestive che hanno un tono quasi supplichevole, quello di un forte desiderio d'umanità e amore.Venerdì 27 settembre 2024, dopo un filotto di 4 singoli e un “out-take”, Hugo Trist ha pubblicato l'album “Ready For The Fix” (Mouthwatering Records). Quella sensazione provata ascoltando “Owe You”, l'ho ritrovata amplificata dentro un disco intero che, per ambiente sonoro idee, non ha simili in questo paese. Sono andato a Zurigo, a casa di Hugo, per capire da dove arrivano queste idee. C'era anche Sophie Adam, ovvero Nin Lil, la fantastica voce di questo mondo musicale elettronico moderno ed evocativo.La chiacchierata è partita da titolo “Ready for the Fix”. Che cosa significa ?undefined
Quella di Black Sea Dahu è una storia musicale svizzera di successo. È come una grande casa costruita, mattone dopo mattone, da un gruppo di amici, con impegno e passione, con centinaia di concerti in Svizzera e soprattutto in Europa. Black Sea Dahu sono una delle realtà musicali rossocrociate più attive e popolari al di fuori dei confini nazionali, grazie alla bellezza di un'indie folk che non ha eguali nel nostro paese e a una storia costruita a braccetto con la label bernese Mouthwatering Records.Black Sea Dahu hanno chiuso un ciclo di 7 anni di concerti con “Live in Zürich & Bern”, un primo importante album dal vivo che non è solo una raccolta di canzoni live, ma la fotografia di un percorso di crescita, la celebrazione di un viaggio e un tributo ai tantissimi fan sparsi nel continente.Un'intervista dedicata a un disco dal vivo è diventata la premessa per una testimonianza, a volte anche drammatica, della vita on the road, dell'entusiasmo contrapposto alla stanchezza e della condizione di precarietà vissuta da chi sceglie di fare il musicista di professione. Sandra Romano ha incontrato Janine Cathrein a Zurigo.undefined
Il tempo vola e improvvisamente ti guardi in dietro e sono già passati 4 anni dall'uscita di “Constellations” di Chiara Dubey.È proprio negli anni che separano un disco dall'altro che accade ciò che ispira e innesca quello successivo, e in 4 anni la musicista e compositrice ticinese con radici indiane, si è immersa ulteriormente dentro sé stessa ricercando e trovando una nuova armonia, una pace per la “silenziosa guerra interiore” che divampa nell'anima.“Chandani” è il nuovo album di Chiara Dubey, uscito giovedì 12 settembre 2024 con Livana Music. È anche il secondo nome di Chiara, che in lingua Hindi significa “chiaro di luna”. Contiene più voce, usata volentieri come strumento musicale, e ci sono nuovi e inediti accenni ritmici che aprono stimolanti prospettive per il futuro.È con grande piacere che ritroviamo, a Confederation Music, Chiara Dubey !undefined
Che cosa succede se dici alla macchina di farti una canzone, se le spieghi che cosa vuoi, le dai gli elementi, e poi vedi che cosa ti restituisce ? “Caffèlice” è l'album di Danfango Orchestra, alter-ego digitale del cantautore luganese Gionata che, per la prima volta, ha generato un disco con l'Intelligenza Artificiale. Il risultato di questo esperimento é sorprendente e inquietante, perché questo disco dal sapore anni 60, contiene belle canzoni che ti emozionano. È una prima finestra aperta su un futuro musicale possibile che ha spiazzato lo stesso autore e la cui portata deve ancora essere compresa.Ho trovato “Caffèlice” affascinate e non potevo non chiamare Gionata per parlarne e per farvelo ascoltare.undefined
“Rete One” l'avevo nel cassetto da qualche tempo e quando (finalmente) l'ho ascoltato ho proprio detto “ma perché non l'ho ascoltato prima?”“Rete One”, pubblicato da Safe Port Production è il primo album di “Currenti Calamo”, progetto Hip-Hop luganese. È un disco denso e intelligente registrato, mixato e masterizzato da Leo Pusterla aka Terry Blue. È un album lungo perché difende e ribadisce il valore dell'LP in un'epoca di marketing fatto di singoli pubblicati a raffica. Contiene 23 tracce calde e profonde prodotte coi beats realizzati da Funereo.“Rete One” è suddiviso in 4 parti in cui Currenti Calamo lanciano dardi critici e densi d'amore verso la città di Lugano, fanno hip-hop per il semplice gusto di farlo, rievocano con velata malinconia amori passati e parlano, con introspezione, di disagio giovanile.È stato un piacere incontrare Shair, in arte Skinny Cruz e Ludo, in arte Sboo Di Boo Boo.undefined
Sono le scelte che facciamo a determinare dove andiamo e cosa facciamo, a forgiare la nostra personalità e a nutrire la nostra autostima. Decisioni, più o meno importanti che, se non prese, ci spingono nel buco dell'immobilismo, della frustrazione e dell'infelicità.Da un periodo di grande transizione, di dubbi e paure, nasce “Choices”, l'album di Ometra, sestetto rock e post-grunge luganese, guidato dal musicista e multistrumentista Carlo Gervasini, che ha suddiviso in sei canzoni un viaggio introspettivo e autobiografico, innescato dalla necessità di un cambiamento, del desiderio di rimettersi in carreggiata e ritrovare la luce.La colonna sonora di questa rinascita personale é un opera rock, densa e vigorosa, ricca di arrangiamenti e complessa nelle sue strutture. Ne abbiamo parlato con Carlo Gervasini e Russell Knobel !undefined
La storia di Benjamin Amaru insegna che, con una buona squadra, con un gruppo affiatato di amici che remano nella stessa direzione, puoi andare lontano con la musica, senza una label. Certo, devi conoscere bene le regole del marketing e della promozione nell'era dello streaming, ma se le conosci e le applichi correttamente, allora puoi fare grandi numeri. Il cantautore appenzellese Benjamin Amaru ora ha un contratto discografico con la Warner, ma le decine di milioni di streams collezionati fino all'anno scorso, sono il risultato di una perfetta strategia indipendente di auto-promozione. Sandra Romano ha incontrato Benjamin Amaru a Zurigo per parlare del nuovo e consistente album “I always remember all of my dreams”, una tappa ulteriore di un viaggio felice e avventuroso, fatto di amicizia, condivisione, pop acustico ed elettronico.undefined