È un magazine di approfondimento dell’attualità politica, culturale, sociale. Interviene sulla stretta attualità di giornata, solo in casi particolari, di grande rilevanza. Dà spazio anche a tematiche di interesse pubblico o a quante vengono trascurate dai grandi media. Il taglio è storico–sociologi…
RSI - Radiotelevisione svizzera
“Laser” ripropone una intervista realizzata nel 2010 con lo scrittore italiano Stefano Benni, morto ieri all'età di 78 anni. Difficile, se non impossibile, etichettare il suo lavoro: Umorista? Non solo, anzi. Drammaturgo? D'accordo, ma come dimenticare le sue poesie, i suoi lavori decisamente “seri”, le visioni fantastiche e uniche che compaiono in ogni sua pagina. Molto popolare anche al di fuori dell'Italia, sebbene molte sue opere siano una critica molto severa ad un certo conformismo politico tipico del Belpaese (anche a sinistra), Stefano Benni ha trasmesso a due generazioni di lettori la passione per la lettura attenta e ironica, mai banale e mai scontata. Lou Lepori la ho intervistato sulla sua opera e la sua scrittura intercalando l'intervista con letture di brani dei suoi libri La grammatica di Dio, Prima o poi l'amore arriva, Pane e tempesta, Baol, Blues in sedici .Parla del suo stile, della comicità, di Totò, della tecnologia, della televisione italiana.
Da George Clooney a Barack Obama al più recente Pedro Pascal: i maschi con i capelli grigi sono percepiti come maturi e autorevoli, se non addirittura sexy. Nelle donne, invece, il capello grigio o bianco è ancora piuttosto un tabù, segno di un invecchiamento da nascondere il più a lungo possibile, grazie a tinture bionde, more o rosse e alla complicità (a pagamento) di un bravo parrucchiere. Eppure, soprattutto a partire dal covid, ci sono donne di 50 o 40 anni, o anche più giovani, che decidono di smettere di tingersi. Una scelta minoritaria e controcorrente rispetto ai canoni estetici e sociali vigenti, che ha dato vita anche a dei veri e propri movimenti sui social media, come #Grombre o #Grayhair.Quali sono le ragioni che animano queste donne? E come vivono, da grige, in un mondo in cui il capello bianco femminile costituisce ancora un'eccezione?A partire dall'intervista alla fotografa Ghislaine Heger, autrice della mostra fotografica Silver power. Des Romandes fières de leurs cheveux gris, andiamo a conoscere le storie di Bianca, Giulia, Patricia e Yasmina: quattro donne della Svizzera italiana con i capelli grigi.
® «Follow the money» ovvero seguire la traccia dei soldi per combattere la mafia e contrastarne il potere: è stata una delle grandi intuizioni e lezioni del giudice Giovanni Falcone e dal pool antimafia di Palermo. La traccia dei soldi negli anni Ottanta ha portato alla Svizzera e alle sue banche, come ha dimostrato il processo “Pizza Connection” che si è aperto a Lugano 40 anni fa, l'8 settembre del 1985. Cos'è emerso sulle connessioni finanziarie di Cosa Nostra in Svizzera? Cos'è la mafia oggi, che bilancio è possibile fare? In questa puntata di Laser facciamo un'analisi che parte dalla Sicilia, da Palermo, e arriva alla Svizzera, a Lugano per capire quali sono in una società ed economia mondiale sempre più digitalizzata i volti, visibili e invisibili, gli strumenti e i business delle mafie e cosa si potrebbe fare per migliorare il contrasto. Ne parliamo con Lia Sava, dal 2022 Procuratrice generale di Palermo, il giornalista Attilio Bolzoni, uno dei maggiori esperti di mafie in Italia che nel suo ultimo libro Immortali (Fuoriscena, 2025) racconta la borghesia mafiosa, e il collega della RSI Francesco Lepori, uno dei maggiori conoscitori delle mafie in Ticino, responsabile operativo dell'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata (O-TiCO) dell'Università della Svizzera italiana (USI), racconta le nuove frontiere del crimine in Mafiadigitale.ch (Armando Dadò Editore, 2025).Prima emissione: 19 agosto 2025
®Johan Huizinga considerò il gioco come il fondamento della cultura e della vita umana da quando si è organizzata in società. Egli sostenne che il gioco era tra le testimonianze più genuine della creatività. Jean Piaget attribuì̀ al gioco un ruolo rilevante nello sviluppo cognitivo del bambino. Anche Lev Vygotskij insistette sul ruolo determinante del gioco nello sviluppo del fanciullo dal punto di vista cognitivo, emotivo e sociale.Oggi di gioco si parla molto e il tema sta interessando sempre più ampiamente i genitori. In una società in cui i consumi e la tecnologia hanno ampiamente colonizzato anche il mondo dei giochi, la domanda è se sia meglio il gioco libero o quello strutturato. In questa edizione di Laser intervengono sull'argomento pedagogisti e psicologi dell'età evolutiva.Prima emissione: 18 novembre 2024
® L'organizzazione no-profit Riwaq è nata dall'intuizione dell'architetta e scrittrice siriano-palestinese, Suad Amiry, con l'obiettivo di documentare e far rivivere, restaurando, i villaggi e gli edifici storici sopravvissuti alla Nakba (espulsione e distruzione del popolo e patrimonio palestinese nel 1948). Fin da subito, nel 1991, l'idea fu quella di creare un'alternativa culturale e urbanistica alla frammentazione geografica imposta da Israele, concentrandosi principalmente sui villaggi con una forte rete comunitaria e promuovendo, così, il recupero del patrimonio architettonico come strumento di sviluppo socio-economico. Amiry ha successivamente ceduto la direzione di Riwaq a Shatha Safi, che ha continuato il lavoro introducendo il “progetto dei 50 villaggi” e il “progetto salvagente”, volti a rafforzare i legami tra comunità sempre più frammentate. Due esempi emblematici per capire il lavoro di Riwaq sono i villaggi di al-Jib e Kufr Aqab, ben rappresentati, rispettivamente, dall'attivista locale Linda Farraj, che lavora per mantenere vivo lo spirito di uno degli insediamenti più antichi e, parimenti, minacciati della Palestina, e di Fidaa 'Ataya, cantastorie impegnata a raccogliere la memoria orale del suo popolo.Il tema centrale è la resilienza palestinese, con il patrimonio culturale come mezzo di resistenza e speranza, nonostante l'occupazione e le sfide interne.Prima emissione: 10 gennaio 2025
Scrittore, giornalista, critico letterario, Paolo Di Stefano racconta ai microfoni di LASER l'impegno per diffondere la cultura utilizzando mezzi di comunicazione e fruitori differenti. Dalla carta stampata ai libri, Di Stefano offre una prospettiva inedita e privilegiata delle opportunità e delle difficoltà di promuovere temi, spunti e attività culturali in una realtà, come quella della comunicazione in costante mutamento. Uno sguardo attento, dalla realtà della Svizzera italiana, dove Di Stefano è cresciuto e dove ha portato avanti numerose collaborazioni (come ad esempio il Corriere del Ticino), alle diverse vetrine internazionali, passando per le pagine culturali del Corriere della Sera e di Repubblica, fino al ruolo di editor per Einaudi, attività che ha affiancato al lavoro di scrittura. Ha vinto nel 2013 il premio Viareggio
Scrittore, giornalista, critico letterario, Paolo Di Stefano racconta ai microfoni di LASER l'impegno per diffondere la cultura utilizzando mezzi di comunicazione e fruitori differenti. Dalla carta stampata ai libri, Di Stefano offre una prospettiva inedita e privilegiata delle opportunità e delle difficoltà di promuovere temi, spunti e attività culturali in una realtà, come quella della comunicazione in costante mutamento. Uno sguardo attento, dalla realtà della Svizzera italiana, dove Di Stefano è cresciuto e dove ha portato avanti numerose collaborazioni (come ad esempio il Corriere del Ticino), alle diverse vetrine internazionali, passando per le pagine culturali del Corriere della Sera e di Repubblica, fino al ruolo di editor per Einaudi, attività che ha affiancato al lavoro di scrittura. Ha vinto nel 2013 il premio Viareggio
L'AI o intelligenza artificiale è sempre più parte della nostra quotidianità, sia quando interagiamo con lei in modo consapevole, chiedendo a un qualsiasi chatbot di cercare per noi informazioni o di redigere un testo, sia quando lo facciamo quasi automaticamente dando un comando vocale al nostro smartphone. Che ci entusiasmi o ci spaventi interagire con lei appare sempre più simile all'interazione con un altro essere umano: io pongo una domanda e la macchina mi risponde a volte addirittura utilizzando formule di cortesia che simulano emozioni o stati d'animo. In realtà le emozioni qui c'entrano davvero poco, ma c'entra invece moltissimo soprattutto se vogliamo ottenere risposte soddisfacenti, come formuliamo le nostre domande. E se ci si pensa bene anche questo è un perfetto parallelismo delle interazioni tra umani! Oltre a interrogare la macchina allora conviene interrogare innanzitutto noi stessi su quali usi fare di questo potente nuovo strumento. Laser lo ha fatto insieme al filosofo Maurizio Ferraris autore del recente La Pelle. Pensare nell'epoca dell'intelligenza artificiale (il Mulino), a Maria Grazia Giuffreda direttrice associata del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico di Lugano, e allo scrittore e semiologo Niccolò Monti autore di Prompting Poetiche e politiche dell'intelligenza artificiale (Tlon).
L'AI o intelligenza artificiale è sempre più parte della nostra quotidianità, sia quando interagiamo con lei in modo consapevole, chiedendo a un qualsiasi chatbot di cercare per noi informazioni o di redigere un testo, sia quando lo facciamo quasi automaticamente dando un comando vocale al nostro smartphone. Che ci entusiasmi o ci spaventi interagire con lei appare sempre più simile all'interazione con un altro essere umano: io pongo una domanda e la macchina mi risponde a volte addirittura utilizzando formule di cortesia che simulano emozioni o stati d'animo. In realtà le emozioni qui c'entrano davvero poco, ma c'entra invece moltissimo soprattutto se vogliamo ottenere risposte soddisfacenti, come formuliamo le nostre domande. E se ci si pensa bene anche questo è un perfetto parallelismo delle interazioni tra umani! Oltre a interrogare la macchina allora conviene interrogare innanzitutto noi stessi su quali usi fare di questo potente nuovo strumento. Laser lo ha fatto insieme al filosofo Maurizio Ferraris autore del recente La Pelle. Pensare nell'epoca dell'intelligenza artificiale (il Mulino), a Maria Grazia Giuffreda direttrice associata del Centro Svizzero di Calcolo Scientifico di Lugano, e allo scrittore e semiologo Niccolò Monti autore di Prompting Poetiche e politiche dell'intelligenza artificiale (Tlon).
Non ci accorgiamo dell'esistenza dei microbi finché non siamo in mezzo a un'emergenza, come ha dimostrato il Covid-19. Eppure la cronaca recente ha registrato un caso di peste in California e la diffusione di virus tropicali – come la dengue o il west Nile - alle nostre latitudini ci ricordano che alcune malattie infettive non sono mai state debellate e che possono ripresentarsi quando si creano le condizioni favorevoli, come nel caso di conflitti armati e di mutate condizioni climatiche. E proprio la correlazione tra microrganismi, salute pubblica e crisi climatica, ancora relativamente poco studiata è oggi fondamentale per capire come stanno mutando gli equilibri della vita sulla Terra e per prepararci come genere umano ad affrontare le battaglie che ci attendono. Perché non c'è più tempo da perdere, come sostiene la microbiologa italiana Antonella Fioravanti nel suo primo libro dal titolo Viaggio nel mondo invisibile (ABOCA edizioni), scienziata specializzata nello studio di batteri patogeni con approcci innovativi. Le sue ricerche hanno contribuito a nuove soluzioni contro le infezioni antibiotico-resistenti; ha ricevuto premi internazionali ed è stata consigliera scientifica all'Ambasciata d'Italia a Bruxelles. Oggi è Guest Professor all'Université Libre de Bruxelles, valutatrice per il Consiglio Europeo per l'Innovazione e Presidente della Fondazione Parsec.
Disturbo, inceppamento, guasto: questo accade quando della sabbia, reale o in senso figurato, si insinua negli ingranaggi che invece tutti vorremmo ben oliati, silenziosi, efficienti nel loro indefesso e inarrestabile funzionamento.Ma come ci arriva la sabbia negli ingranaggi?Per cause naturali per esempio, magari quando i venti portano verso le nostre latitudini la sabbia dal deserto del Sahara.Oppure per un uso maldestro, inesperto, incauto, sprovveduto, di un meccanismo, di un'istituzione, o addirittura di un istituto ultramillenario come la democrazia.O ancora, qualcuno può spargere sabbia deliberatamente, proprio per produrre un disturbo o un guasto, nel qual caso la domanda che sorge spontanea è: perché? A che scopo? Le possibili azioni volontarie di disturbo che creano battute d'arresto nella vita di singole persone o di piccole o grandi comunità sono innumerevoli. Flavia Foradini ha chiesto a due filosofi, Barbara Bleisch e Konrad Paul Liessmann, direttori del centro internazionale di filosofia Philosophicum Lech, nell'omonima cittadina del Vorarlberg, ma anche a un uomo di teatro come Milo Rau, di riflettere su questo multiforme fenomeno.
®Ha dedicato una vita allo studio del rapporto tra economia e borghesia, risultati pubblicati in una imponente trilogia: Le virtù borghesi, Dignità borghese, Eguaglianza borghese (trilogia pubblicata in italiano da Silvio Berlusconi editore). I titoli spiegano in poche parole l'intero compito che la McCloskey ha deciso di intraprendere: rivalutare, nella storia dell'economia e delle società moderne, il ruolo che ebbe la borghesia. Classe sociale disprezzata a lungo da artisti e intellettuali europei, ritenuta responsabile (con il capitalismo) della povertà finanziaria, dello scadimento morale, delle guerre, e non solo. Da Platone a Trump, l'economista statunitense ci guida lungo secoli di stereotipi legati alla borghesia, inserisce il dubbio sul rapporto tra etica e mercati, ci illustra il legame tra dignità e libertà individuale, dallo sviluppo di idee e dall'innovazione. Oltre il capitalismo, oltre l'accumulazione, esiste una ricchezza dovuta soprattutto all'”invenzione del modo di inventare”. Prima emissione: 2 luglio 2025
Fondata 30 anni fa a Lucerna con il contributo fondamentale di Jean-François Bergier, l'Associazione Internazionale per la Storia delle Alpi (AISA) riunisce storiche e storici provenienti da sei paesi che condividono lo spazio alpino: Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera.L'Associazione si propone come uno spazio di incontro per quanti operano nelle università, negli archivi e nei musei, prefiggendosi lo scopo di migliorare la comunicazione tra territori, istituzioni, paesi, culture e discipline di ricerca, permettendo lo scambio delle conoscenze e facilitando le collaborazioni tra studiosi.Oltre ad organizzare convegni tematici, l'AISA pubblica con cadenza annuale “Histoire des Alpes - Storia delle Alpi - Geschichte der Alpen”, rivista plurilingue che accoglie studi attorno ad argomenti specifici legati al mondo alpino. Transito, migrazioni, storia naturale, ruolo del turismo, governo del territorio: sono solo alcune degli aspetti approfonditi in 29 edizioni della rivista. L'AISA ha anche creato, insieme all'Università della Svizzera Italiana, il Laboratorio di Storia delle Alpi, che oggi ha sede a Mendrisio.Poche settimane fa, l'Associazione Internazionale per la Storia delle Alpi ha celebrato il suo 30esimo anno di attività con un convegno ad Airolo, nel corso del quale conferenze, tavole rotonde ed incontri hanno esplorato le connessioni tra la storia alpina e le sfide, sempre più attuali, della sostenibilità.Attraverso le voci del suo presidente Aleksander Panjek e del segretario generale Luigi Lorenzetti, Laser ripercorre le origini dell'Associazione e il contributo dato in 30 anni allo sviluppo degli studi sulla storia delle Alpi. Con il ricercatore Roberto Leggero e la professoressa Simona Boscani Leoni approfondiamo lo stato attuale della ricerca, i collegamenti con il presente e le prospettive future per gli storici e le storiche che concentrano i loro interessi sull'Arco alpino.
Quattro ragazzini, tra i 13 e gli 11 anni, rubano un'auto e investono una donna di 71 anni, che resta uccisa. È successo l'11 agosto a Milano, nel quartiere del Gratosoglio, periferia sud della città, che confina con Rozzano.Quattro ragazzini che sono risultati essere agganciati alle famiglie Rom abusivamente accampate in via Selvanesco, tra sterpaglie e rifiuti, tra mancanza d'acqua e d'igiene. Quattro ragazzini nemmeno registrati all'anagrafe, che è un po' come dire che non esistono.Questi fatti e questa realtà sono stati la premessa al reportage realizzato da Francesca Torrani proprio lì, al Gratosoglio: per cercare di capire quali sono le criticità, quali le aspettative, quali le risposte che la società e le istituzioni riescono a dare a chi, in quella periferia, vive.Abbiamo cercato risposte con don Paolo Steffàno, parroco storico delle periferie milanesi, che gestisce (anche) la chiesa del Gratosoglio. Don Paolo dice che le istituzioni in realtà lì non arrivano. Che la dispersione scolastica è altissima. Che il quartiere è affaticato e fragile. Dice che la soluzione è solo nella continuità degli investimenti - umani e strutturali - in quell'area. «È un popolo che ha un potenziale immenso - afferma - ma che non ha né la forza né la consapevolezza di poter essere un corpo sano».
Ogni adolescente porta dentro di sé un mondo, fatto talvolta di rabbia, trasgressione, solitudine, o più semplicemente dolore. Emozioni che non sempre trovano spazio o ascolto, ma che ci dicono tanto della fatica di crescere, di cercare il proprio posto nel mondo. Tanto fragile quanto fondamentale per ognuno di noi, l'adolescenza è una fase di transizione e di costruzione identitaria, spesso segnata da grandi speranze, sogni, ma anche da crisi profonde e disillusioni dolorose. È quella stagione della vita dove, «l'identità appena abbozzata, non si gioca come nell'adulto tra ciò che si è e la paura di perdere ciò che si è, ma nel divario ben più drammatico tra il non sapere chi si è e la paura di non riuscire ad essere ciò che si sogna». O almeno questo è il pensiero del filosofo e psicanalista Umberto Galimberti. Un pensiero che – ridotto all'osso – potremmo sintetizzare così: se l'adulto ha paura di morire, l'adolescente ha paura di non esistere. Ma che cos'è davvero l'adolescenza? E quali sono le qualità umane e professionali che deve avere chi, nella Svizzera italiana, lavora a stretto contatto con il disagio e la precarietà che l'accompagnano? A raccontarcelo e a guidarci all'interno di una realtà spesso invisibile fatta, di Centri Educativi per Minori, i cosiddetti CEM, l'educatrice del progetto Arco Laura Bonetti Reina, lo psicoterapeuta Ilan Gheiler Malamud responsabile terapeutico della comunità socioterapeutica Arco e del progetto PH-2020 della Fondazione Don Guanella e infine, Gian Paolo Conelli direttore della Fondazione Amilcare.
La promozione della cultura ha dei costi importanti, ma rappresenta anche un investimento sociale a lungo termine con importanti ricadute economiche sul territorio locale e regionale, come dimostrano i casi di Basilea, la città dei musei, e di Bienne, città bilingue e di frontiera. Sostenere la cultura significa gestire molteplici ambiti, dalla creazione artistica alla tutela del patrimonio, dal finanziamento di manifestazioni musicali alle di biblioteche multiculturali di quartiere. Quali criteri adottare per coniugare accessibilità, qualità e resa economica? Come trovare fondi? Abbiamo scoperto progetti pionieristici e modelli sperimentali per far vivere, anche in epoca di tagli ai bilanci della cultura, un settore necessario forse tanto più oggi, in un momento storico in cui sembriamo aver perso la capacità di confronto. Gli ospiti di Laser sono la direttrice del Dipartimento cultura di Basilea Città Katrin Grögel, il delegato alla cultura della città di Bienne Valentin Grosjean e il direttore dell'Antikenmuseum di Basilea Andrea Bignasca.
Questo fine settimana si festeggia l'assegnazione del Premio Wakker di Patrimonio Svizzera al
®Dinanzi alla statua di Apollo è il titolo di un componimento del 1898 in cui Saul Tchernikovsky, ebreo, medico, poeta, tenta un confronto positivo tra il suo ebraismo moderno e la grande eredità del mondo antico greco-romano, alle radici dell'identità culturale europea. A questo titolo si è ispirato il convegno internazionale “Before the Statue of Apollo: Jews and the Classics in the Longue Durée”, tenutosi all'Università di Berna il 14-15 gennaio scorso, organizzato dall'Istituto di Giudaistica. Il convegno intendeva esaminare come la cultura ebraica nella storia abbia mantenuto un rapporto sfaccettato con il mondo greco-romano, segnato da scambi fruttuosi e duri conflitti, una dialettica che si riflette nella modernità e nell'attualità. Grazie all'approccio interdisciplinare, che univa archeologia, filologia, antropologia, filosofia, storia dell'arte e delle letterature comparate, si è delineata un'immagine dell'ebraismo assai meno monolitica di quanto in generale non si creda. In particolare abbiamo conversato con due degli organizzatori del convegno: il prof. René Bloch, direttore dell'istituto di Giudaistica di Berna, ci ha rivelato come già nel mondo antico esistessero forme di ebraismo cosmopolite e molto variegate, che oggi definiremmo laiche o secolari; Giacomo Loi, ricercatore della John's Hopkins University e dell'Università di Haifa, ha individuato, nella visione di Tchernikovsky, un ebraismo riformato e un'idea di sionismo laico ed europeista paradossalmente difficili da comprendere proprio nell'odierno Stato ebraico, che vive una stagione di rinnovato integralismo religioso – un integralismo che porta con sé una rilettura molto rigida della memoria storica. Prima emissione: 22 gennaio 2025
«Follow the money» ovvero seguire la traccia dei soldi per combattere la mafia e contrastarne il potere: è stata una delle grandi intuizioni e lezioni del giudice Giovanni Falcone e dal pool antimafia di Palermo. La traccia dei soldi negli anni Ottanta ha portato alla Svizzera e alle sue banche, come ha dimostrato il processo “Pizza Connection” che si è aperto a Lugano 40 anni fa, l'8 settembre del 1985. Cos'è emerso sulle connessioni finanziarie di Cosa Nostra in Svizzera? Cos'è la mafia oggi, che bilancio è possibile fare? In questa puntata di Laser facciamo un'analisi che parte dalla Sicilia, da Palermo, e arriva alla Svizzera, a Lugano per capire quali sono in una società ed economia mondiale sempre più digitalizzata i volti, visibili e invisibili, gli strumenti e i business delle mafie e cosa si potrebbe fare per migliorare il contrasto. Ne parliamo con Lia Sava, dal 2022 Procuratrice generale di Palermo, il giornalista Attilio Bolzoni, uno dei maggiori esperti di mafie in Italia che nel suo ultimo libro Immortali (Fuoriscena, 2025) racconta la borghesia mafiosa, e il collega della RSI Francesco Lepori, uno dei maggiori conoscitori delle mafie in Ticino, responsabile operativo dell'Osservatorio ticinese sulla criminalità organizzata (O-TiCO) dell'Università della Svizzera italiana (USI), racconta le nuove frontiere del crimine in Mafiadigitale.ch (Armando Dadò Editore, 2025).
Ha segnato la storia della televisione italiana, inventando uno stile di progettare e presentare programmi televisivi. Pippo Baudo ha scoperto decine e decine di talenti, ancora oggi protagonisti della musica internazionale, come Eros Ramazzotti, Giorgia, Laura Pausini, Andrea Bocelli. Ma è stato capace di portare il teatro in televisione, senza snaturare la forza del palcoscenico, dando spazio a voci e volti ancora oggi conosciutissimi. Fu definito “nazional popolare” per quel certo modo di confrontarsi con il pubblico, il “suo” pubblico: mai sopra le righe, garbato, preciso, come dovrebbe essere un presentatore, appunto. Un aggettivo che a Pippo Baudo stava stretto, ma che inevitabilmente segnerà la sua vita. Lui, laureato in giurisprudenza, buon musicista, attore, appassionato di opera lirica (tanto da fare scoprire il mezzosoprano Cecilia Bartoli durante un fortunato spettacolo del sabato sera), entrava nelle case degli italiani attraverso il piccolo schermo, lui stesso si definiva “una parte dell'arredamento”. Con Angela Calvini, responsabile redazione spettacoli del quotidiano “Avvenire”, Tullio Solenghi, attore e autore teatrale, Popi Minellono, paroliere, autore e attore teatrale, Mario Luzzatto Fegiz, critico musicale del “Corriere della Sera”.
® Mentre i grandi del mondo discutono di come mettere fine al conflitto in Ucraina, costato migliaia di vite, milioni di profughi e distruzioni impossibili da contare, la guerra è arrivata ormai al suo terzo anniversario. Tre anni di combattimenti con un'intensità che in Europa non si vedeva dalla Seconda guerra mondiale.Cosa pensano gli ucraini e chi li conosce di questo conflitto così lungo e costoso? Si sentono un Paese obbligato a combattere sulla punta del fucile, o un'eroica nazione pronta a sacrificare tutto per difendersi? E come sono cambiate le cose nel corso di questi tre anni?Tutte le parti devono fare concessioni per far finire la guerra in Ucraina e risolvere il conflitto in maniera accettabile per tuttiIn questo Laser, il giornalista Davide Maria De Luca compie un viaggio dalle trincee del Donbass fino agli ospedali di Leopoli per cercare le tracce lasciate dalla guerra, soprattutto quelle che restano invisibili dentro le persone e quello che rivelano su questo popolo in guerra.Prima emissione 24 febbraio 2025undefined
®L'Ucraina combatte ogni giorno da più di tre anni, ma dai racconti raccolti a Kyiv, sotto il fuoco dei bombardamenti, e a Kharkiv, città perennemente sotto attacco a pochi chilometri dal fronte, emerge una ferita più profonda delle bombe: l'Ucraina guarda all'Europa e ha bisogno di lei per sopravvivere. L'Europa osserva l'Ucraina, ma non sempre riesce a capire davvero. Mentre a Kyiv si cerca una fragile normalità e a Kharkiv si lotta per sopravvivere sotto l'artiglieria, cresce un senso di isolamento. In mezzo resta una guerra che non è solo militare, ma anche di percezione, memoria e identità.Prima emissione: 24 luglio 2025
®Autore e attore, ma anche artista: anzi “artrista”, come si definisce lui. Alessandro Bergonzoni, nato a Bologna nel 1958, laureato in legge, ha al suo attivo 15 spettacoli teatrali e sei libri. Ma dal 2005 ha iniziato anche un percorso artistico, esponendo i suoi lavori in gallerie e musei: nel 2011 mostra personale alla Cittadellarte – Fondazione Pistoletto di Biella dal titolo “Grembi: soglie dell'inconcepibile” e nello stesso anno, “BonOmnia 2006 rivisitata”, collettiva a cura di Philippe Daverio presso Palazzo Fava a Bologna. Nel 2012 partecipa alla collettiva “Data on imperfection”, a cura di Martina Cavallarin, alla Factory Art a Berlino; nel 2015 espone alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, due anni dopo è presente alla Biennale e alle Gallerie dell'Accademia di Venezia, e nel 2018 nella Sala delle Maestà degli Uffizi all'interno delle manifestazioni dell'Estate Fiorentina. La sua attività di artista resta tuttora poco conosciuta. E per scoprire Bergonzoni artista lo abbiamo incontrato a Milano, dove alla Fondazione Mudima di arte contemporanea i lavori di Bergonzoni sono stati accostati all'opera di Bill Viola. L'occasione per una conversazione appassionata sui rapporti tra scrittura e immagine, sul ruolo dell'arte e dell'artista in una società che sembra aver perso alcuni fondamentali valori. In Laser incontro con l'artrista Bergonzoni.Prima emissione: 30 dicembre 2024
®È stato riaperto al pubblico dopo otto anni il Corridoio Vasariano di Firenze, il tunnel aereo realizzato cinque secoli fa sopra il cuore del centro cittadino dall'architetto Giorgio Vasari per volere di Cosimo I de' Medici.Nel 2016 questa meraviglia architettonica annessa alla Galleria degli Uffizi e ammirata in tutto il mondo era stata chiusa per consentire l'adeguamento alle norme di sicurezza e per essere sottoposta a un accurato restauro. Dopo i lavori il Corridoio Vasariano è stato riportato al suo stato originale, ovvero alla sua nudità rinascimentale, una dimensione che consente al visitatore di apprezzare appieno la monumentalità della sua struttura architettonica. Alcuni secoli dopo la sua realizzazione il camminamento sopraelevato sull'Arno era stato infatti convertito in una sorta di appendice museale della Galleria degli Uffizi con decine di opere d'arte esposte sulle sue pareti. Ci hanno accompagnato nella visita di questo capolavoro rinascimentale Simona Pasquinucci, responsabile della divisione curatoriale degli Uffizi e l'architetto Francesca Funis, autrice di un recente studio storico approfondito sul capolavoro di Giorgio Vasari.Prima emissione: 18 febbraio 2025
®È tra le più affermate scrittrici francofone, vincitrice di numerosi riconoscimenti in Francia e nel resto del mondo.Scholastique Mukasonga è ruandese di origine tutsi scampata al genocidio del 1994 solo perché due anni prima era riuscita a fuggire dal suo paese e a trasferirsi in Francia. Ha deciso di scrivere per conservare una memoria fino ad allora tramandata oralmente come avviene in Ruanda e in molte zone dell'Africa. Le esperienze vissute non dovevano in nessun modo perdersi, non potevano essere affidate solo al ricordo, destinato inevitabilmente a svanire con il tempo. Ma come raccontare ciò che era successo a lei e a centinaia di migliaia di persone della sua etnia, come provare a riconciliarsi con se stessi grazie ad un foglio e a una penna, muti e in grado di raccogliere le confidenze, le sofferenze, i pensieri. Ecco allora la scrittura. Per evitare che il suo popolo e altre realtà nel mondo non commettano gli stessi errori, non vivano ciò che la comunità tutsi ha vissuto solo trent'anni fa.I lavori di Scholastique Mukasonga sono pubblicati in italiano dalla casa editrice Utopia e in francese da Gallimard.Prima emissione: 18 aprile 2025
®Il crepuscolo del nazismo nelle ultime settimane della seconda guerra mondiale vide la massiccia distruzione di strutture, infrastrutture e beni di valore, ordinata da Hitler il 19 marzo 1945 per lasciare terra bruciata agli Alleati. Anche per il più vasto deposito europeo di superlative opere d'arte saccheggiate, realizzato nella miniera di salgemma di Altaussee, nel cuore alpino dell'Austria, venne dato ordine di annientamento. Sullo sfondo delle iniziative per Bad Ischl-Salzkammergut Capitale Euopea della Cultura 2024, con l'aiuto di esperti e testimoni, fra cui le storiche dell'arte Elisabeth Novak-Thaller e Birgit Schwarz, Flavia Foradini ricostruisce quei momenti drammatici e i salvifici atti d'insubordinazione che hanno consentito di preservare per i posteri un inestimabile patrimonio artistico razziato dai nazisti in tutti i territori occupati.Prima emissione: 25 settembre 2024undefined
®I paesi baltici sono diventati rifugio per centinaia di giornalisti scappati dalla Russia soprattutto dopo che il presidente Vladimir Putin ha invaso l'Ucraina, nel febbraio 2022. Sarebbe stato impossibile continuare a lavorare nel loro paese. Molti oggi sono in Lettonia, dove i loro editori hanno spostato redazioni e personale. Radio Svoboda, Novaja Gazeta, Meduza e tante altre realtà della stampa indipendente continuano a coprire da lì gli eventi che accadono in Russia. Ma i problemi che devono affrontare sono molti: vivere lontano dai propri amici e familiari, in esilio, lontani dal loro paese, crea isolamento, solitudine, incertezza per il futuro. Alcuni si sono adattati alla loro nuova vita e continuano a fare il loro lavoro. Altri hanno avuto bisogno di assistenza e protezione in centri dedicati ai giornalisti come il Riga Media Hub. Prima emissione: 22 marzo 2024
In occasione dell'80esimo anniversario dello scoppio della prima bomba atomica su Hiroshima, Laser ripropone una intervista a Ida Bertolini Nussbaum. Poche settimane dopo lo scoppio della bomba su Nagasaki, il 9 agosto 1945, per una serie di circostanze e con il desiderio di aiutare i sopravvissuti, Ida si ritrovò nella città giapponese. Anche lei risentì in modo pesante delle radiazioni, effetti che ancora oggi, a 98 anni, la costringono a periodici interventi alla pelle. Ma la sua testimonianza è preziosissima per capire l'orrore e l'atrocità vissuto dalla popolazione civile giapponese. Mai in passato la minaccia bellica nucleare è presente nel mondo e la voce ferma e decisa di Ida Bertolini Nussbaum lancia un forte appello per evitare di rivedere quelle scene e quella devastazione. undefined
In occasione dell'80esimo anniversario dello scoppio della prima bomba atomica su Hiroshima, Laser ripropone una intervista a Ida Bertolini Nussbaum. Poche settimane dopo lo scoppio della bomba su Nagasaki, il 9 agosto 1945, per una serie di circostanze e con il desiderio di aiutare i sopravvissuti, Ida si ritrovò nella città giapponese. Anche lei risentì in modo pesante delle radiazioni, effetti che ancora oggi, a 98 anni, la costringono a periodici interventi alla pelle. Ma la sua testimonianza è preziosissima per capire l'orrore e l'atrocità vissuto dalla popolazione civile giapponese. Mai in passato la minaccia bellica nucleare è presente nel mondo e la voce ferma e decisa di Ida Bertolini Nussbaum lancia un forte appello per evitare di rivedere quelle scene e quella devastazione. undefined
®L'Occidente ignora la Storia, Putin è pronto a tutto“Perché i russi non si ribellano?” È una domanda che si è sentita spesso fin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Ma è davvero possibile parlare di una responsabilità collettiva — in questo caso della società russa — di fronte alla guerra in Ucraina e al regime autoritario di Vladimir Putin? Oppure, come accade nel diritto penale, esiste solo una responsabilità individuale? E quanto costa essere liberi in un regime autoritario come quello russo? È questo il tema della puntata di Laser, che parte dalle testimonianze raccolte a Ginevra, a margine dell'ultimo Summit for Human Rights and Democracy, di due tra i maggiori dissidenti russi: Vladimir Kara-Murza e Garri Kasparov. Vladimir Kara-Murza è stato liberato nell'agosto 2024 nell'ambito di uno scambio di prigionieri tra Stati Uniti e Russia. Era detenuto in isolamento in una colonia penale siberiana, dove stava scontando una condanna a 25 anni per aver criticato il Cremlino e la guerra in Ucraina. Garri Kasparov, uno dei più grandi scacchisti della storia e tra i più noti oppositori di Putin, vive in esilio dal 2013. Secondo Kara-Murza e sua moglie, Evgenia Kara-Murza, attivista per i diritti umani, nonostante la repressione e la propaganda, una parte consistente della società russa condanna la guerra e non si riconosce nel regime. Per Garri Kasparov, invece, la responsabilità della guerra in Ucraina non può ricadere solo su Putin, perché milioni di cittadini contribuiscono, in vari modi, al funzionamento della macchina bellica.Una riflessione sulla società russa di oggi, alla luce della storia, è offerta in questa puntata anche da Giovanni Savino, storico specialista di Russia e Europa orientale, docente all'Università Federico II di Napoli, e Maria Chiara Franceschelli, ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa, esperta di società civile e movimenti sociali nella Russia contemporanea.Prima emissione: 23 maggio 2025undefined
®E se Bernhard Péyer negli anni Venti non si fosse fermato a Meride a cercare fossili anche sul versante svizzero del Monte San Giorgio? Chissà come sarebbe andata la storia di questa montagna che è oggi uno dei più importanti giacimenti fossiliferi al mondo: cento anni di scavi (sulla parte svizzera) hanno riportato alla luce una quantità di fossili noti per la loro varietà e per l'eccezionale stato di conservazione che documentano la vita marina nel Triassico medio. Mentre le campagne di scavo continuano sul monte San Giorgio – dal 2003 iscritto anche nel patrimonio Unesco - il museo dei fossili di Meride si è esteso sul territorio con una serie di percorsi didattici e interattivi, l'ultimo inaugurato il 7 giugno. Al museo invece i visitatori lasciano gli zaini per inforcare caschi o visori speciali per rivivere un mondo preistorico. Prima emissione: 23 giugno 2025
®In ogni epoca umana ci sono mestieri che nascono e mestieri che muoiono. La trasformazione del tessuto sociale porta inevitabilmente con sé una continua trasformazione del tessuto economico. Oggi ci sembrerebbe strano avere a che fare con una fiammiferaia come quella della favola, ad esempio. O con un acquaiolo: colui che vendeva acqua da bere agli angoli delle strade. Allo stesso modo una persona del 19mo secolo non avrebbe saputo che pesci pigliare, se si fosse trovata davanti a un informatico, o a un tiktoker. Ma c'è una piccola categoria di mestieri, spesso antichi, che sebbene non rivestano più un'importanza economica, hanno resistito al cambiamento dei tempi. Sono quei mestieri che ci riconnettono con le nostre radici. Spesso mestieri artigiani, o contadini, che raccontano una storia; una sapienza nascosta tra le rughe delle mani. Mestieri che vengono riscoperti, che perdono il loro carattere di necessità per diventare hobby, passioni, se non addirittura forme di meditazione. Uno di questi è il cestaio, che negli ultimi anni sta vivendo un aumento di popolarità grazie anche ai tanti corsi che si tengono in ogni forma, per poterne imparare le basi. Il protagonista del nostro Laser di oggi ha imparato così. Marco Pagani lo ha incontrato.Prima emissione: 28 maggio 2025
Da quasi quindici anni la Confederazione domina le classifiche mondiali dei paesi più innovativi. Una leadership conquistata grazie all'impegno di università, centri di ricerca e politecnici, in grado di attirare anche talenti che arrivano dall'estero. L'identità nazionale passa anche e soprattutto attraverso la capacità di presentare al mondo questa attitudine, e il padiglione svizzero all'esposizione universale di Osaka valorizza appieno lo spirito innovativo che contraddistingue la Svizzera. undefinedLASER porta l'ascoltatore a visitare il padiglione svizzero, intitolato “da Heidi all'Hi-Tech”, nel quale è presente in modo importante anche l'Università della Svizzera italiana. Quella di Osaka 2025 è un'edizione dell'esposizione universale di grande successo, per numero di paesi presenti (quasi 160) e di pubblico. Per visitare alcuni padiglioni è necessario aspettare in coda diverse ore. Il record di nove ore di attesa è detenuto dal padiglione che ospita l'Italia.undefined
®La galleria ferroviaria di Alptransit ha rivoluzionato la mobilità fra il Canton Ticino e il resto della Svizzera, creando nuove forme di pendolarismo. Negli ultimi anni decine e decine di Ticinesi scelgono di prendere il treno ogni mattina per andare a lavorare… ad Altdorf, in Canton Uri.Non Zurigo. Non Lucerna. Altdorf: la prima fermata dopo il Gottardo, patria di Guglielmo Tell, una sparuta cittadina in mezzo alle Alpi di soli 10'000 abitanti. Un quarto della popolazione di Bellinzona, un sesto di quella di Lugano. Eppure, grazie ad Alptransit e al fabbisogno di professionisti specializzati, Altdorf è diventata per molti la nuova El Dorado, una terra di opportunità lavorative raggiungibile dal Ticino in soli 30-50 minuti. El Doraltdorf è un reportage su rotaia – non un on the road, bensì un on the rail! – per conoscere le storie di chi ad Altdorf ha trovato salari più alti, una migliore cultura del lavoro e, sì, anche la felicità.Con Francesco (da Massagno) e Jacopo (da Bellinzona), docenti di matematica al Liceo di Altdorf; Malte (da Giubiasco), specialista in trasporti per la Emil Gisler di Seedorf; Kathrin (da Bosco Luganese) e Pamela (da Bellinzona) tecniche di radiologia al Kantonsspital Uri; Roberto (da Ponte Tresa), parrucchiere frontaliere nel centro storico di Altdorf; Laura (da Massagno), bioingegnera e ricercatrice presso la Dätwyler, una delle maggiori aziende dell'industria urana. Con la partecipazione del sindaco di Altdorf Sebastian Züst. Prima emissione 3 marzo 2025
Pochi giorni fa anche alcune zone della Svizzera italiana sono state interessate da un fenomeno temporalesco raro, definito “supercella”.L'indice di rischio climatico stila ogni anno la classifica dei paesi ove si sono verificati i fenomeni metereologici più catastrofici. Nel 2025 fra i primi dieci, assieme a paesi come India, Honduras, Stati Uniti e Cina troviamo anche Italia, Grecia e Spagna. L'Europa fa il suo ingresso nel campo degli eventi estremi legati al clima, non a caso con tre paesi affacciati sul Mediterraneo, che a causa del suo rapido riscaldamento, il 20% in più della media mondiale, sta innescando dinamiche da zone tropicali. In parallelo, l'Europa è il continente che si riscalda più velocemente e i suoi ghiacciai o spariscono o crollano. Una nuova condizione di rischio a cui è necessario adattarsi. In questa puntata di Laser seguiamo dalla Spagna all'Italia le dinamiche atmosferiche e umane che hanno generato le catastrofi della DANA e delle alluvioni in Emilia-Romagna, ascoltando le voci della Direttrice del Centro Basco per il cambiamento climatico e membro dell'IPCC Maria José Santz, il deputato del Parlamento della regione di Valencia Juan Bordera, che aveva previsto la DANA e il fisico del clima Antonello Pasini, che viene dall'Emilia Romagna. Direttamente dal ghiacciaio Fellaria, il secondo più grande del versante meridionale delle Alpi, con il geologo Riccardo Scotti tracciamo il nuovo assetto del paesaggio alpino.
Ci parla in prima persona, come se fossimo ateniesi come lui. Alcibiade resta nella storia della Grecia e del mondo antico occidentale come uno dei protagonisti più controversi e affascinanti. Forse il primo populista della storia e al tempo stesso in grado di sottolineare la degenerazione della democrazia, considerato – a seconda dei punti di vista – un grande traditore del suo popolo, quando si mette alla guida degli odiatissimi spartani proprio contro Atene, ma in grado di dimostrare di essere indispensabile proprio per la sopravvivenza del suo popolo.Lo scrittore olandese Ilja Leonard Pfeijffer, noto per grandi successi editoriali come “La Superba” e “Grand Hotel Europa”, vincitori di numerosi riconoscimenti letterari nei Paesi Bassi e all'estero, fa raccontare Alcibiade da Alcibiade (edizione Ponti alle Grazie). Un romanzo storico monumentale, studiato in ogni dettaglio grazie al ricorso di centinaia di fonti storiche, ci aiuta a capire quel periodo storico e – tra le righe – anche il nostro.
Nikola Madzirov è una delle voci più significative della poesia europea contemporanea, e quest'anno è stato ospite di Chiassoletteraria. Nato nel 1973 in una terra di confine, Madzirov porta incise nei suoi versi le cicatrici delle guerre balcaniche e della dissoluzione della Jugoslavia, eventi che hanno segnato la sua generazione. La poesia di Madzirov racconta di confini mobili, di migrazione, di identità in continua metamorfosi. Nei suoi testi convivono memoria e speranza, macerie del passato e semi di futuro. Con la poesia, Madzirov testimonia che i nazionalismi e le frontiere non possono arginare la forza di chi racconta. Oggi, in un'Europa ancora segnata da confini, i suoi versi ci ricordano l'importanza di restare nomadi nel pensiero e fedeli alla memoria, senza mai smettere di mettere in discussione ogni verità imposta
L'Ucraina combatte ogni giorno da più di tre anni, ma dai racconti raccolti a Kyiv, sotto il fuoco dei bombardamenti, e a Kharkiv, città perennemente sotto attacco a pochi chilometri dal fronte, emerge una ferita più profonda delle bombe: l'Ucraina guarda all'Europa e ha bisogno di lei per sopravvivere. L'Europa osserva l'Ucraina, ma non sempre riesce a capire davvero. Mentre a Kyiv si cerca una fragile normalità e a Kharkiv si lotta per sopravvivere sotto l'artiglieria, cresce un senso di isolamento. In mezzo resta una guerra che non è solo militare, ma anche di percezione, memoria e identità.
®Insieme all'entusiasmo per le opportunità dischiuse dal mondo digitale, circola nella nostra società una diffusa paura dei nuovi mezzi. Fake news, teorie del complotto, influenza degli algoritmi, impatto dei social media sulla salute mentale dei ragazzi: l'elenco potrebbe continuare, ma il tecnopanico è sempre lo stesso. Siamo di fronte alle paure e alle riserve che si ripresentano a ogni innovazione o c'è dell'altro? Preoccupazioni giustificate o allarmismi infondati? In questo Laser, che si rivolge ai genitori, agli insegnanti e a tutti quelli che seguono con interesse e magari con qualche trepidazione gli sviluppi delle tecnologie digitali, ascolteremo le testimonianze di Alberto Acerbi dell'Università di Trento, che guarda con ottimismo al progresso tecnologico. Di parere opposto la dottoressa Maria Pontillo, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, che si è occupata delle dipendenze digitali degli adolescenti. Infine vi offriremo in anteprima i risultati di una ricerca condotta sui bambini del primo ciclo scolastico dall'équipe coordinata da Marco Lazzari, professore ordinario di Didattica e pedagogia speciale.Prima emissione 19 giugno 2025
®In concomitanza con l'uscita in italiano del suo ultimo libro, intitolato Un giorno tutti diranno di essere stati contro, ecco un'intensa intervista allo scrittore e giornalista egiziano-statunitense Omar El Akkad. El Akkad riflette sul collasso morale dell'Occidente, incapace di chiamare “genocidio” ciò che sta avvenendo a Gaza per timore delle conseguenze politiche e personali. Denuncia l'ipocrisia di leader e istituzioni che, pur vedendo l'orrore, scelgono il silenzio. L'autore parla da una posizione disillusa e profonda, maturata da reporter in Afghanistan, a Guantanamo, durante la prima guerra del Golfo e durante le sollevazioni arabe popolari del 2010-2011. Figlio del colonialismo, cresciuto tra culture diverse, El Akkad incarna il trauma dell'esilio e la frattura identitaria, oggi aggravata dal massacro in Palestina, che considera il punto di rottura definitivo. Il suo libro è un atto di coscienza, più che un tentativo di persuasione, nato da una crisi personale e morale che lo ha spinto a non voltarsi più dall'altra parte.undefinedPrima emissione 4 giugno 2025
®È diventata famosa nel mondo per aver affermato di avere utilizzato in minima parte (5%) l'intelligenza artificiale per scrivere il romanzo Tokyo Sympathy tower che ha vinto uno dei più prestigiosi premi letterari giapponesi.L'affermazione di Rie Qudan ha suscitato un dibattito acceso, ai quattro angoli del pianeta. Ma è stato sufficiente leggere il romanzo (in italiano pubblicato dalla casa editrice l'ippocampo edizioni) per comprendere che l'utilizzo di Chat GPT era funzionale al racconto. Rie Qudan spiega a LASER rischi e opportunità legati all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, apre le porte della sua torre-carcere, nella quale chi entra può essere spinto a manifestare il desiderio di non uscire più, ci invita a confrontarci con conformismo e assuefazione da IA, che porta a non pensare più, a non ragionare. E come letteratura e libri possono fare la differenza.Prima emissione: 10 giugno 2025
®La preparazione artigianale del sapone è una tradizione di lunga data in Sierra Leone. Ad inizio anni Novanta viene abbandonata la vecchia ricetta che prevedeva l'utilizzo di ingredienti naturali in favore dell'utilizzo della soda caustica. Nasce in quel momento l'Africana Soap che allo stato liquido si presenta trasparente come l'acqua e in quello solido, sotto forma di polvere bianca, esattamente uguale a zucchero e sale. La possibilità di essere confuso è un rischio concreto che progressivamente diviene una vera e propria piaga sociale. Ad oggi, sono migliaia le persone che ingerendo l'Africana Soap, non possono più alimentarsi normalmente per il resto della vita. Soprattutto i piccoli pazienti in età neonatale e infantile, che vengono chiamati “bambini soda”. Per continuare a mangiare, nel migliore dei casi sono costretti a continue dilatazioni dell'esofago per via endoscopica, nel peggiore e più frequente, possono alimentarsi unicamente con un tubo da gastrostomia che si immette direttamente nello stomaco. L'unico luogo dell'intero paese dove è possibile intervenire è l'ospedale di Emergency di Goderich, centro nazionale di riferimento sia per le ustioni all'esofago causate dall'ingestione di soda caustica che per la traumatologia. Le storie dell'Africana Soap dalla realizzazione alla vendita, dalla cura all'assistenza, dallo stigma della disabilità fino ad una geniale resilienza, sono raccontate da donne e uomini sia fuori che dentro il nosocomio presente in Sierra Leone dal 2001.Prima emissione: 23 aprile 2025