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"California, 1976. Cinque musicisti stanno lavorando in studio di registrazione, ma sono ubriachi, strafatti e talmente arrabbiati tra loro da non rivolgersi nemmeno la parola. Eppure da questo quadretto scaturirà fuori un autentico miracolo". Inizia più o meno così l'episodio che ho dedicato a quella che è stata, per me, la band perfetta: i Fleetwood Mac... Instagram: https://www.instagram.com/swing_out_faber/Spotify: https://spoti.fi/2yxp5xCApple: https://apple.co/2WAUcjKSpreaker: https://www.spreaker.com/show/suono-ma-nessuno-apreGrafica di Daris Nardini: https://instagram.com/thedarside?igshid=YmMyMTA2M2Y=Musica d'apertura: "Sky Seeds - Brit Pop Mix" by Danosongs - https://danosongs.com
Un foglio di cartone coloratissimo su cui sono appoggiate le pentoline di plastica rosa, tutto tenuto fermo in posizione da un foglio di plastica pressofuso. E più delle pentoline di plastica rosa, io sognavo guardando le immagini disegnate sul cartone.TRASCRIZIONE (translation below)Quando ero piccola c'erano delle festività che noi festeggiavamo in famiglia, che adesso non si festeggiano più tanto. Una era l'onomastico: ogni 24 luglio mia mamma mi faceva la torta e si festeggiava, come si festeggiano i compleanni, si facevano anche i regali. Un'altra festa che mi ricordo quando ero bambina era la Befana.Ho un ricordo molto, molto vivido in mente di me bambina che mi alzo la mattina della Befana, corro nella camera da letto dei miei genitori, mi arrampico sul letto dei miei genitori che mi ricordo altissimo, dovevo proprio arrampicarmi e non so, sapete, i ricordi sono anche una cosa che lasciano un po' il tempo che trovano, perché a volte non corrispondono alla realtà, comunque non penso che mia madre avesse il mio regalo sotto il suo cuscino, però mi ricordo questa immagine, io che mi arrampico sul lettone e mia madre che mi dà il regalo della Befana e mi ricordo benissimo che era un cartone con dentro delle pentole e dei piccoli arnesi di cucina. Sapete quei fogli dove c'è l'oggettino di plastica chiuso da un pezzo di cellophane trasparente pressofuso, una cosa incredibilmente poco costosa, molto piccola, molto modesta. Però mi ricordo la mia meraviglia, anche perché una caratteristica di questo tipo di presentazione di piccoli giocattoli che, appunto per sopperire alla povertà dell'oggetto che viene venduto, però il cartone sul quale sono appoggiati gli oggetti, di solito è coloratissimo e ci si disegnano anche scene incredibilmente suggestive, molto interessanti, molto intriganti che fanno da corollario appunto all'oggetto che si vuole regalare.Con me funzionava benissimo, io sono sempre stata una credulona per quanto riguarda qualsiasi tipo di pubblicità, di trovata pubblicitaria, di gadget, io ci cado sempre dentro coi piedi davanti come una pera. Infatti mi ricordo che più che giocare con le pentoline che usavo nella mia piccola cucinetta da bambina che faceva finta di preparare i mangiarini, io mi perdevo, mi inventavo le storie guardando le immagini di queste belle massaie paffute, anzi no, non erano massaie paffute, erano bambine con le guance paffute che fingevano di essere delle massaie. Io mi perdevo e mi immaginavo di vivere in queste bellissime case, che poi erano le case di stile americano che vedevo alla televisione, che venivano riportate anche nella copertina di queste mie pentoline di plastica, rigorosamente di colore rosa. Mi è tornato in mente oggi, perché oggi è la Befana, è una festa che ormai non festeggio più. Comunque servono anche a questo le feste che non si festeggiano più, a riaccenderci i ricordi, a farci ricordare le cose.TRANSLATIONWhen I was little there were holidays that we used to celebrate as a family, which we don't celebrate so much now. One was the name day: every July 24th my mum made me a cake and we celebrated, as we celebrate birthdays, we also exchanged gifts. Another festivity that I remember when I was a child was the Befana (Epiphany). I have a very, very vivid memory in my mind of me as a child getting up on the morning of the Befana, running to my parents' bedroom, climbing onto my parents' bed which I remember very high, I really had to climb and I don't know, you know, memories are something not 100% correct, sometimes they don't correspond to reality, anyway I don't think my mother had my present under her pillow, but I remember this image, me climbing up the big bed and my mother giving me the Befana gift and I remember very well that it was a carton with pots and small kitchen tools inside. You know those sheets where there is the plastic object kept in place by a piece of die-cast transparent cellophane, an incredibly inexpensive, very small, very modest thing. But I remember my amazement, also because a characteristic of this type of presentation of small toys is that, precisely to make up for the cheapness of the object being sold, the cardboard on which the objects are placed, is usually very colorful and they also design incredibly suggestive, very interesting, very intriguing scenes that act as a corollary to the object that you give as a gift. And it worked great for me, I've always been gullible about any kind of publicity, marketing stunt, gadget, I always fall into it willingly, and in fact, I remember that rather than playing with the saucepans that I used in my little kitchen as a child pretending to prepare little snacks, I got lost, I made up the stories by looking at the pictures of these beautiful chubby housewives, actually no, they weren't housewives, they were little girls with chubby cheeks pretending to be housewives. And I got lost and imagined living in these beautiful houses, which were the same American-style houses I saw on television, which were also shown on the cover of my plastic saucepans, rigorously pink. And it came back to me today, because today is the Befana, it's a festivity that I no longer celebrate. And in any case, the holidays that are no longer celebrated are also good for this, to rekindle our memories, to make us remember things.
Radio ricordi del Mercoledì
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Il viale dei Ricordi Disneyani è finito ed è ora di tornare indietro. Ahimè. Prima di lasciare per sempre questa valle di ricordi e rimpianti, mi è venuto spontaneo ripensare a un Classico Disney recuperato non troppo tempo fa e che mi ha fatto pensare a una semplicità che ormai la Casa di Topolino (se tale si può ancora definire) sembra aver abbandonato. Per sempre? Chi può dirlo ma nel frattempo accontentiamoci di quello che abbiamo visto finora. Nella speranza che l'anno che verrà sia migliore per tutti.
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Avete presenti quei racconti scritti da un ammiratore di un noto prodotto entrato nell'immaginario collettivo? Ecco provate a immaginare quel genere di storia proposta all'interno di un seguito di "Cenerentola". Qualcuno si è fumato qualcosa di davvero potente? No. E' semplicemente la formula di uno dei seguiti Disney per il mercato dell'Home Video più strani ma anche più interessanti e piacevoli. A voi il piacere di (ri)scoprirlo.
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Dopo diverse sperimentazioni, sentivo il bisogno di recuperare quella genuinità che caratterizzava le produzioni Disney di un tempo. E quindi perché non ripensare un film animato (manco destinato per il cinema) che rielabora/parodizza un noto classico della letteratura e che vede il ritorno dei sempre amati Topolino, Paperino e Pippo?
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Gli anni '80 tornano prepotenti per ricordarci uno dei periodi più neri vissuti dalla Disney. Il più grande insuccesso della Casa di Topolino fu proprio uno dei figli di quell'epoca ed eccoci quindi a ricordare lo stramaledetto "Taron e la pentola magica".
Radio ricordi del Mercoledì
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Rimanendo nel territorio dei deliri, perché non ricordare il film decisamente più folle di casa Disney? Dalla mente di Lewis Carroll al Cinema, Alice è protagonista di un'avventura surreale tra monarchi psicopatici, bruchi dediti al fumo, gatti sornioni e due inquietanti gemelli narratori di storie dalla dubbia moralità. Del resto, lo chiameranno Paese delle Meraviglie per un motivo.
Ho avuto l'opportunità di scambiare quattro chiacchiere con uno dei cantautori più eclettici mai transitati nel panorama italiano: Alberto Fortis. Abbiamo parlato di tutto: la sua carriera, il suo timbro vocale, la poca lungimiranza dei discografici italiani, i metodi di fruzione musicale, i suoi gusti musicali (compreso Kendrick Lamar!), un aneddoto sul suo incontro con Bob Dylan, l'annuncio in esclusiva per "Suono Ma Nessuno Apre" di un biopic di prossima uscita su di lui, e tanto tanto altro... Instagram: https://www.instagram.com/swing_out_faber/ Spotify: https://spoti.fi/2yxp5xC Apple: https://apple.co/2WAUcjK Spreaker: https://www.spreaker.com/show/suono-ma-nessuno-apre Grafica di Daris Nardini: https://instagram.com/thedarside?igshid=YmMyMTA2M2Y= Musica d'apertura: "Sky Seeds - Brit Pop Mix" by Danosongs - https://danosongs.com
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Il Natale si è concluso e quindi ritengo opportuno concludere l'anno con una visione leggera. Magari stupefacente. E quindi ecco "I Tre Caballeros", delirio visivo e cinematografico che porta la politica di buon vicinato tra la Disney e l'America Latina a livelli...strani.
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Tra i tanti seguiti dei classici Disney distribuiti per il mercato casalingo, quelli con protagonisti Aladdin e soci hanno saputo conquistare una notevole schiera di spettatori. "Aladdin e il Re dei Ladri" non può certo vantarsi della tecnica del capostipite ma ne conserva il divertimento e riesce persino a raccontare la storia di un ragazzo che ha bisogno di comprendere meglio sé stesso, affrontando di petto il passato. E Buon Natale, suppongo.
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Rispolverando l'albo 2405 del settimanale "Topolino", il sottoscritto si è ritrovato a ripercorrere (per l'ennesima volta, questo mese) il viale dei ricordi. Ricordi di un tempo in cui le preoccupazioni erano poche eppure ostinate, il mondo era stato sconvolto da una delle più grandi tragedie della storia contemporanea e "Topolino" era una presenza regolare in casa. Inutile dire che gli albi dedicati al Natale erano quelli più attesi. Ed eccomi qui con un numero speciale a cui sono sempre stato legato tra le mani. In compagnia di Francesco Artibani, Lello Arena, Silvio Camboni, Carlo Panaro, Andrea Ferraris, Marco Bosco, Salvatore Deiana, Stefano Ambrosio, Donald Soffritti, Romano Scarpa e ovviamente la Banda Disney al completo.
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Una volpe e un cane da caccia possono essere amici? Ovviamente no ma questo è Cinema (Disneyano, tra l'altro) e quindi rendiamo l'impossibile plausibile! Ecco "Red e Toby nemiciamici".
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Nulla è eterno. Ma ciò non significa che tutto ciò che progredisce lo fa nel migliore dei modi. E' sicuramente il caso di una sottocategoria di film che hanno reso il Cinema, per tanti anni, una vera e propria Fabbrica dei Sogni: i Classici Disney. Dal 1937 con "Biancaneve e i sette anni" a oggi, la Disney è cambiata. Si è rinnovata sempre adeguandosi ai tempi per poi abbandonare la retta via. E' quindi necessario ricordarci de "La Principessa e il Ranocchio", la deliziosa fiaba targata Disney e ultimo rappresentate di un cinema animato che ancora aveva qualcosa da dire.
Vediamo come una sensazione possa trasformarsi in realtà semplicemente visualizzandola. Compila il questionario: https://diventeromilionario.it/questionario Vai su Amazon Prime https://diventeromilionario.it/prime Vai su Amazon Video https://diventeromilionario.it/primevideo Vai su Amazon Music https://diventeromilionario.it/amazonmusic Vai su Amazon https://diventeromilionario.it/amazon Vai su Audible https://diventeromilionario.it/audible -- Sono Giacomo e diventerò milionario in 5 anni! https://diventeromilionario.it/ Canale Telegram https://diventeromilionario.it/telegram Canale Telegram Del Timido https://diventeromilionario.it/timido
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Torniamo in trincea per combattere i famigerati seguiti dei classici Disney. Stavolta si presentano con una bandiera bianca e tante buone intenzioni. E con buona ragione. "Ritorno all'Isola che non c'è" è un seguito dignitoso, piacevole e persino toccante che omaggia il noto Classico Disney, cita più o meno dichiaratamente "Hook" di Steven Spielberg e soprattutto ci ricorda qual è la più grande fregatura della nostra esistenza umana (a parte la soggettività): crescere.
Dedico queste parole a tutte le date che non dimentichiamo...passa il tempo ma loro tornano sempre...
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Torniamo al 1940 con una delle più grandi opere partorite dagli allora neonati studi di Walt Disney. Un film non adatto a tutti e "per intenditori" che però riesce ad esprimere l'essenza del Cinema come arte visiva, capace di intrattenere ed emozionare il pubblico tramite le immagini e la musica. Anni di pura...Fantasia!
Conducono Giovanna Famà e Giovanna Mazzeo durante la Maratona Empire
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. La Disney ha vissuto tempi duri. Come tutti noi. Me compreso. Nel 2007 uscì "I Robinson-Una famiglia spaziale" e per molti la Disney era spacciata. Recuperai questo film nel 2008 e, specificatamente, nel dicembre del 2008 durante la settimana più tristemente memorabile della mia vita. Per questo e altri motivi considero questo classico Disney un po' speciale, per quanto non memorabile o davvero degno di nota. Poiché quella di Lewis è una storia che ci ricorda (non sempre senza un po' di goffaggine) come la vita sia una sfida continua e di come dobbiamo andare sempre avanti.
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Rimaniamo a Londra ma stavolta non alle prese con eterni bambini volanti ma piuttosto con topi detective. Regolare. A metà tra l'omaggio e la parodia delle opere letterarie di Sir Arthur Conan Doyle con protagonista Sherlock Holmes, "Basil l'Investigatopo" rappresentò un punto di svolta per la Disney degli anni '80, decisa a tentare il tutto per tutto e ritornare ad essere la massima autorità in fatto di animazione cinematografica. "Basil l'Investigatopo" non è certamente il più rivoluzionario o memorabile tra i non pochi classici Disney prodotti ma meriterebbe maggiore considerazione anche solo per la notevole dose di divertimento che offre a spettatori grandi e piccini.
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Stanotte vi leggo un ricordo targato dicembre 2020.
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Radio ricordi del Mercoledì
A grande richiesta, il sequel dell'episodio sui geni incompresi. Un'altra infornata di talenti italiani seminali ma oggi snobbati: la scheggia impazzita Fortis, la poliedricità di Gabriella Ferri, l'estro punk di Cattaneo, e una gustosa bonus track. Quattro figure molto diverse tra loro ma accomunate dal fatto di non essere ricordate come meriterebbero... Instagram: https://www.instagram.com/swing_out_faber/ Spotify: https://spoti.fi/2yxp5xC Apple: https://apple.co/2WAUcjK Spreaker: https://www.spreaker.com/show/suono-ma-nessuno-apre Grafica di Daris Nardini: https://instagram.com/thedarside?igshid=YmMyMTA2M2Y= Musica d'apertura: "Sky Seeds - Brit Pop Mix" by Danosongs - https://danosongs.com
Special Dance Anni '90
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Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Torniamo alla fonte, all'inizio di tutto. E quindi ecco "Biancaneve e i sette nani", un classico immortale che ha ancora tanto da insegnare ad artisti e spettatori sulla potenza del cinema (animato e non) e ci ricorda quello che un tempo era la Disney. Ahimè.
Dr. Camillio Ricordi - Diabetes research is on the verge of a cure. by John Catsimatidis
La storia di Bonegilla inizia negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, quando milioni di persone in cerca di un nuovo inizio e di pace partono per l'Australia. Quello che era stato un campo militare venne usato come sistemazione provvisoria per i nuovi arrivati.
Ricordi dei giochi che avrei sempre voluto ma non mi hanno mai regalato.
Mattia Cattaneo"Tra le onde dei ricordi"Architetti di paroleUna bambina seduta tra i sedili posteriori di un auto vede i paesaggi srotolarsi davanti ai suoi occhi mentre l'eco della polvere mischia il suo sentire. E' così l'infanzia di Laura che tra fughe e violenza, nell'esplosione di un corpo che è già troppo vivo e ribelle, fiorisce tra i semi del dolore lasciando il mare di Trieste, un padre americano reo di un grave illecito e una madre devastata dalle colpe, per raggiungere Milano, una città che cambia, nell'amore di una nuova carezza che si incastra tra gli occhi e la gola, andando a riempire le stanze di quel mare che porta sempre con sé. Una notizia inaspettata sul padre la costringerà a rifare i conti col passato.Mattia Cattaneo è stato per lungo tempo un attivissimo quanto attento osservatore delle novità poetiche che stanno germinando nella nostra letteratura, fra voci nuove di poeti emergenti che vanno affermandosi (o provano a farlo). Ha letto e vissuto la poesia che circola fra tante nuove pubblicazioni, col nobile scopo di condividere l'esperienza grazie alla pagina Circolare Poesia, con cui intervista gli artisti della parola che raccontano la genesi delle loro opere; in più, dopo una serie di pubblicazioni meritevoli di attenzione e segnalazioni letterarie (“Dove sento il cuore” ha ricevuto la menzione d'onore al Premio letterario Residenze Gregoriane) Mattia Cattaneo ha ascoltato e sintetizzato le variegate forme di esperienze poetiche per giungere a Partiture di Pelle, che l'autore propone nell'edizione indipendente grazie all'Associazione Architetti delle Parole.IL POSTO DELLE PAROLEAacoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/