Il favoloso mondo dei Grandi Giardini Italiani si racconta attraverso i protagonisti di luoghi testimoni di oltre 500 anni di storia, arte e botanica.
Giuseppe Sigurtà, amministratore e figura di riferimento per il Parco Giardino Sigurtà, intervistato da Judith Wade, CEO di Grandi Giardini Italiani, racconta la genesi dello scrigno botanico alle porte di Verona tra aneddoti storici ed esigenze moderne.Il Parco Giardino Sigurtà, con l'adesione ventennale alla rete Grandi Giardini Italiani, testimonia il grande impegno profuso dall'amministratore nella valorizzazione dei grandi spazi verdi italiani. Nella scelta non casuale del nome “Parco-Giardino”, così come sottolinea Giuseppe Sigurtà nell'intervista, si esprime l'intreccio tra rigore botanico e libertà paesaggistica. Negli ultimi 25 anni, sotto la sua guida, il Parco è passato da 70.000 a oltre 400.000 visitatori annuali, superando persino l'Arena di Verona per affluenza. Un risultato reso possibile da un lavoro di squadra straordinario. Oggi il Parco si presenta non solo come uno spazio naturale, ma anche come esperienza emozionale.Nell'intervista Giuseppe Sigurtà racconta anche la genesi della sua ispirazione per le fioriture di tulipani, nata visitando il Keukenhof nei Paesi Bassi. Un'ispirazione che in breve tempo si è tradotta nella pluripremiata fioritura di oltre un milione di tulipani e nella soddisfazione nel veder esposte, lo scorso anno proprio a Keukenhof, le aiuole galleggianti brevettate dal Parco Sigurtà, fino all'annuncio in anteprima della grande novità della Tulipanomania 2026.L'intervista si chiude con una riflessione significativa di Judith Wade “I Grandi Giardini Italiani sono i loro proprietari e i loro curatori. Ognuno con il proprio stile, ma tutti uniti dall'amore per la natura e dalla voglia di condividerla”.
In questo episodio esclusivo Judith Wade, intervistata da Enrico della Giovampaola, racconta la nascita dei Grandi Giardini Italiani, un'impresa culturale unica nel suo genere che sin dalla sua fondazione, nel 1997, ha contribuito a diffondere il settore dell'Horticultural Tourism in Italia. I giardini della rete, tra i più rinomati nella storia dell'arte e custodi di un prezioso patrimonio botanico e artistico, sono ad oggi oltre 150 e presenti in 15 regioni d'Italia.Un racconto emozionante dalla voce della sua fondatrice, Judith Wade, che condivide con gli ascoltatori qualche piccolo aneddoto e il dietro le quinte di un'impresa che è prossima a festeggiare i 30 anni.Il Network dei più bei giardini visitabili in Italia è una storia fatta di proprietari e curatori che si dedicano con passione alla valorizzazione di queste opere d'arte viventi, luoghi di arte, storia e botanica.Buon ascolto!
In questo episodio Judith Wade dialoga con Paola Ferrario. Assessora alle Politiche culturali del Comune di Lainate e Conservatrice del "Museo Il Ninfeo" di Villa Visconti Borromeo Litta, Paola Ferrario inizia ad occuparsi del Progetto di Valorizzazione del Parco Storico di Villa Visconti Borromeo Litta nel 2004 seguendo passo per passo la rinascita del Ninfeo, della Villa e del Parco. Il ripristino della carpinata che, con i suoi circa cinquecento metri, è l'architettura vegetale più estesa d'Europa, il recupero delle antiche Serre, reso possibile grazie alla donazione di Fondazione Cariplo, così come la valorizzazione della collezione delle Orchidee sono solo alcune delle impronte visibili che il progetto di restauro ha lasciato in eredità a questo luogo favorendone la sua rinascita. Un luogo in cui c'è una perfetta sinergia tra la gestione pubblica e la fruizione privata, perché se nel breve periodo è senza dubbio importante l'intervento di recupero architettonico e botanico, nel lungo periodo determinante è la risposta sociale nella fruizione del bene. Qui a Lainate si può affermare che la lungimiranza dell'amministrazione ha portato alla creazione di un tipo di relazione tra il Bene e la cittadinanza più responsabile, che porta oggi quest'ultimi a considerare l'intero complesso di Villa, Parco e Ninfeo come "bene proprio" e dunque li responsabilizza maggiormente nella cura e fruizione dello stesso. Un luogo pubblico per il pubblico che rinasce anche grazie alla visione di una donna straordinaria, milanese di nascita, ma lainatese di adozione, la cui vita professionale è indissolubilmente intrecciata a quella della comunità di cui fa parte, con un impegno civile cristallizzato in una nomina politica.
In questo episodio Vittorio Dalle Ore ospita a Villa di Maser (Maser, TV) Judith Wade. Ne nasce una piacevole conversazione in cui si delineano i progetti futuri della proprietà. In linea con il motto di famiglia, impresso nel timpano della facciata d'ingresso della Villa, che recita “Hospes non hospes”, qui il visitatore non deve sentirsi un estraneo e l'accoglienza è il fil rouge delle presenti e future attività. Patrimonio dell'Umanità UNESCO, Villa di Maser è una casa abitata, capolavoro dell'architetto Andrea Palladio. Costruita attorno al 1550 come sede prestigiosa della tenuta agricola dei fratelli Daniele e Marcantonio Barbaro, ospita nel piano nobile il più importante ciclo di affreschi di Paolo Veronese. L'attuale sistemazione dei giardini e degli interni della Villa si devono a Marina Volpi di Misurata. Quando, infatti, nel 1934 suo padre, Giuseppe Volpi di Misurata, l'acquistò e affidò la Villa e i suoi giardini alle sue cure, iniziò un'opera di restauro che durò per anni e che la vide collaborare con l'amico architetto Tomaso Buzzi. L'impronta del Buzzi, grande protagonista della cultura estetico-artistica del ‘900 italiano, la si ritrova nei giardini, nelle serre e nella sistemazione degli arredi interni della casa in accordo con il buongusto della proprietaria. Oggi Villa di Maser condivide il suo tesoro di bellezza e cultura con il pubblico e propone diversi momenti di scambio e ricerca in collaborazione con le università e le scuole. Grazie ai fondi del PNRR a Villa di Maser è in corso un progetto di valorizzazione del giardino, che interessa anche il restauro del ninfeo e delle serre oltre che il refitting e la risistemazione della scuderia.
Judith Wade, fondatrice del network Grandi Giardini Italiani, dialoga con Beatrice Fontaine, proprietaria di Palazzo Fantini (Tredozio, FC) e Presidente dell'Associazione Dimore Storiche Italiane – Sezione Emilia Romagna dal 2021. Nell'intervista Beatrice Fontaine ripercorre le varie tappe di nascita e di resilienza del giardino e del Palazzo duramente colpiti prima dall'alluvione e dopo dal terremoto che nel 2023 hanno ferito il territorio dell'Emilia Romagna. Una narrazione in cui emerge anche l'impegno della proprietaria nella tutela e valorizzazione delle Dimore Storiche dell'Emilia Romagna nella sua qualità di presidente. Il giardino all'italiana di Palazzo Fantini, sopraelevato rispetto al piano della casa e accessibile solo da una gradinata lungo un'ampia muratura di sostegno, fu progettato nell'800 e riprende i temi classici dell'epoca: i vialetti segreti, la fontana con le ninfee, le geometrie precise delle siepi, i bossi topiati, le aiuole di rose antiche con stachis lanata e bordure di fiori “fuori moda” come dalie e begonie, iris e lantane. Più in alto, il parco di alberi secolari come cedri del Libano, lecci, ippocastani acacie, tigli, querce e sottostanti prati con fiori spontanei, quali margherite, viole, primule e ciclamini. Il Giardino di Palazzo Fantini fa parte di Grandi Giardini Italiani dal 1997, anno di fondazione del Network.
Adelmo Barlesi, designer e progettista, intervistato da Enrico Della Giovampaola, racconta il Parco Villa Trecci a Montepulciano. Immerso nel dolce paesaggio collinare della Val di Chiana e della Val d'Orcia il Parco, da lui realizzato per la moglie, la storica dell'arte Cinzia Sorlini, si snoda lungo un percorso che disegna diversi scenari tematici. Il giardino delle piante grigie, il boschetto, il roseto, la grande aiuola delle graminacee, il lago delle acquatiche con la palude, la limonaia, gli spazi verdi distesi interrotti da olivi secolari e cespugli dalle fioriture profumate: questi gli ambienti che si svelano al visitatore lungo il percorso di visita. Aperto al pubblico nel 2018, il Parco è all'avanguardia nel progetto agronomico e nella sua realizzazione, la cui forza trainante è l'ecologia, con un approccio progettuale a basso consumo idrico. Nel giardino sono riunite oltre quattrocento specie mediterranee aride, per un totale di decine di migliaia di piante, provenienti da altre aree del mondo dove si sperimentano condizioni climatiche analoghe e che adottano strategie simili contro il sole, la siccità e il freddo. Il risultato è un luogo esuberante, rigoglioso, ricco di colori e profumi. Parco Villa Trecci fa parte del network Grandi Giardini Italiani dal 2021.
Maurizio Usai, ingegnere paesaggista, intervistato da Enrico Della Giovampaola, racconta il giardino del Sant'Efis Hotel a Pula in Sardegna, dal 2023 parte del network Grandi Giardini Italiani. Maurizio parla della sua carriera di paesaggista, dalle passioni per le piante e per il disegno, coltivate fin da piccolo, fino alla realizzazione di progetti di giardini splendidi come quello del Sant'Efis Hotel. Un giardino mediterraneo-tropicale dove tra il verde smeraldo della vegetazione spuntano piante dai colori sgargianti, le cui cromie rendono omaggio a Pula e al suo patrono Sant'Efisio. Qui infatti ritroviamo gli stessi colori dei vestiti tradizionali dei figuranti della processione del Santo, che si celebra ogni 1 maggio. Un fil rouge cromatico che prosegue anche negli arredi interni di questo splendido boutique Hotel, adagiato sulla spiaggia di su Guventeddu tra le rovine di Nora e il promontorio di Santa Vittoria. Un giardino davvero unico e magnifico, caratterizzato da un insieme di piante molto variegato, dove si mescolano i colori della vegetazione mediterranea con quella tropicale, di cui grande appassionato è il proprietario dell'Hotel, Luca Mambrini. Si va dal Tetrapanax papyrifer alla Ruellia brittoniana, dalla Quisqualis indica alla Caesalpinia pulcherrima, solo per citarne alcune. Iscriviti al nostro canale podcast per non perderti nessun episodio e lascia cinque stelle di recensione su Spotify!
Alessandra Vinciguerra, intervistata da Enrico Della Giovampaola, racconta i Giardini La Mortella di Ischia, dal 1999 parte del network Grandi Giardini Italiani. Una narrazione avvincente dagli esordi di una "botanica in erba" a Presidente della Fondazione William Walton, una tra le più illustri fondazioni di musica del panorama internazionale. Attraverso la storia professionale della Direttrice dei Giardini La Mortella scopriamo la genesi di uno scrigno botanico realizzato, in un luogo inospitale per la vegetazione, da Lady e William Walton, grazie anche al contributo del paesaggista Russell Page. Iscriviti al nostro canale Podcast e commenta sul canale Instagram @grandi_giardini_italiani la puntata.
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