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Edoardo Faletti"Il Festival di Emergency"Reggio Emilia, dal 3 al 5 settembre 2021https://www.emergency.it/festival/“La cura”, il Festival di EMERGENCY.Reggio Emilia, 3-4-5 settembreTre giorni di incontri su salute, uguale e diseguale, ma anche guerra – con l'analisi e le testimonianze della crisi in Afghanistan, migrazioni, lavoro, scienza, ambiente. La cura come diritto e valore fondamentale per ricostruire il senso del vivere comune: sarà questo il filo conduttore del Festival 2021 di EMERGENCY.Quali sono le condizioni politiche, economiche e sociali affinché la cura corrisponda effettivamente ai bisogni collettivi e non alle logiche di mercato? Perché la salute è diventata la cartina di tornasole di un sistema diseguale e squilibrato? Cosa significa prendersi cura di chi non ha diritti e subisce le conseguenze della guerra?Questi e tanti altri i nuovi quesiti dei nostri tempi a cui EMERGENCY proverà a dare una risposta insieme ai numerosi ospiti presenti: Rossella Miccio, Presidente di EMERGENCY; Corrado Formigli, giornalista e conduttore televisivo; Francesca Mannocchi, giornalista e scrittrice; Paolo Giordano, scrittore; Alberto Zanin, Medical Coordinator del Centro chirurgico per vittime di guerra di EMERGENCY a Kabul; Marco Puntin, Country Director di EMERGENCY in Afghanistan; Marco Paolini, attore e drammaturgo; la scrittrice Simonetta Agnello Hornby; l'immunologa Antonella Viola; i filosofi Michela Marzano e Telmo Pievani; Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna ed ex europarlamentare; la virologa Ilaria Capua; il teologo Vito Mancuso; il direttore di Le Scienze, Mind e NatGeo Italia Marco Cattaneo; le ricercatrici Francesca De Vittor e Silvia de Francia; la regista Sahraa Karimi; l'attivista John Mpaliza; Raul Pantaleo e Mario Spallino, che presenteranno il loro nuovo libro; l'autrice Arianna Giorgia Bonazzi; Gianfranco Schiavone, consigliere ASGI – Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione; i giornalisti Marianna Aprile, Laura Silvia Battaglia, Giuliano Battiston, Massimo Bernardini, Daniele Biella, Annalisa Camilli, Ferdinando Cotugno, Giulia Crivelli, Luca Liverani, Francesca Mannocchi, Federico Taddia, Marco Trovato, Emanuela Zuccalà.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
John Mpaliza, noto come il 'Peace Walking Man', il 'camminatore' per la pace, è nato nella Repubblica Democratica del Congo, ci parla dello sfruttamento di persone (tra cui donne e bambini) nelle miniere della sua nazione, una delle più ricche al mondo per coltan, oro, cobalto, diamanti, petrolio e molte altre risorse utili al mondo. Il podcast 'Non È La Radio?' con Marco Blando Vitrotti. --- This episode is sponsored by · Anchor: The easiest way to make a podcast. https://anchor.fm/app
Nei giorni scorsi International Rights Advocates ha portato avanti l'istanza di 14 famiglie della Repubblica Democratica del Congo impegnate nell'estrazione del cobalto.Si contesta così un fenomeno che prosegue da almeno 20 anni. Circa l'80% della produzione mondiale di coltan (fondamentale per l'industria elettronica) avviene in Congo, troppo spesso in condizioni disumane.La questione del cobalto non è nuova, se ne sente parlare da quando si è iniziata a capire la sua importanza per l'elettronica e da quando sono emersi i primi dati sulle condizioni della sua produzione. Nel 2016 Amnesty International ha pubblicato un report in cui si confermava che almeno 40.000 bambini lavoravano nell’estrazione del cobalto a mani nude, rischiando la vita nei tunnel.C’è quindi un diretto collegamento con il lavoro minorile: alcune aziende stendono rapporti in cui si sostiene che vengono rispettati diritti e ambiente. Eppure, alcune evidenze mostrano l'opposto.L'Unione Europea è arrivata ad un regolamento della filiera di questi materiali, che entrerà in vigore nel 2022. Dal regolamento è stato però escluso il cobalto: la speranza è che dopo l'entrata in vigore della legge si torni a parlare dell'intera filiera, senza esclusione di materiali.Lo scenario migliore vedrebbe un governo congolese forte e con veri poteri, che dia regole alle multinazionali.Ne parla John Mpaliza, attivista per la pace in Repubblica Democratica del Congo.
Nei giorni scorsi International Rights Advocates ha portato avanti l'istanza di 14 famiglie della Repubblica Democratica del Congo impegnate nell'estrazione del cobalto.Si contesta così un fenomeno che prosegue da almeno 20 anni. Circa l'80% della produzione mondiale di coltan (fondamentale per l'industria elettronica) avviene in Congo, troppo spesso in condizioni disumane.La questione del cobalto non è nuova, se ne sente parlare da quando si è iniziata a capire la sua importanza per l'elettronica e da quando sono emersi i primi dati sulle condizioni della sua produzione. Nel 2016 Amnesty International ha pubblicato un report in cui si confermava che almeno 40.000 bambini lavoravano nell’estrazione del cobalto a mani nude, rischiando la vita nei tunnel.C’è quindi un diretto collegamento con il lavoro minorile: alcune aziende stendono rapporti in cui si sostiene che vengono rispettati diritti e ambiente. Eppure, alcune evidenze mostrano l'opposto.L'Unione Europea è arrivata ad un regolamento della filiera di questi materiali, che entrerà in vigore nel 2022. Dal regolamento è stato però escluso il cobalto: la speranza è che dopo l'entrata in vigore della legge si torni a parlare dell'intera filiera, senza esclusione di materiali.Lo scenario migliore vedrebbe un governo congolese forte e con veri poteri, che dia regole alle multinazionali.Ne parla John Mpaliza, attivista per la pace in Repubblica Democratica del Congo.
Alba Arcuri, Gr ; Barbara Gruden, corrispondente Rai Berlino ; Daniele Bellocchio, Osservatorio Diritti ; John Mpaliza, ingegnere informatico ; Emanuela Del Re, viceministro Affari Esteri e Cooperazione Internazionale .
Gian Michalessin, Il Giornale ; Flavio Di Giacomo, OIM ; John Mpaliza, ingegnere informatico .
John Mpaliza, ingegnere ; Francesco Barone, Univ. L'Aquila ; Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali .
1-Sudafrica. L' Anc ottiene di nuovo la maggioranza ma perde molti voti a causa degli scandali di corruzioni. Il movimento fondato da nelson mandela per la prima volta è sotto la soglia dei 60%...( Raffaele Masto) ..2-Portogallo: crisi politica rientrata grazie ai voti in parlamento dell'opposizione di destra. Socialisti e sinistra radicale continueranno a governare insieme fino alle elezioni previste a ottobre..( Goffredo Adinolfi) ..3-Guerra dei dazi. Ancora nessun accordo tra e Cina e stati uniti...( Gabriele Battaglia) ..4- Gran Bretagna tra Elezioni europee e Brexit. Al via la campagna elettorale più strana della storia. ( Alessandra Puppi) ..5-La lezione spagnola. Non tutto è perduto per la sinistra. ( Alfredo Somoza)..6-Coltan e Cobalto, le maledizioni del Congo. Intervista a John Mpaliza. ( Paolo Frosina)
1-Sudafrica. L’ Anc ottiene di nuovo la maggioranza ma perde molti voti a causa degli scandali di corruzioni. Il movimento fondato da nelson mandela per la prima volta è sotto la soglia dei 60%...( Raffaele Masto) ..2-Portogallo: crisi politica rientrata grazie ai voti in parlamento dell’opposizione di destra. Socialisti e sinistra radicale continueranno a governare insieme fino alle elezioni previste a ottobre..( Goffredo Adinolfi) ..3-Guerra dei dazi. Ancora nessun accordo tra e Cina e stati uniti...( Gabriele Battaglia) ..4- Gran Bretagna tra Elezioni europee e Brexit. Al via la campagna elettorale più strana della storia. ( Alessandra Puppi) ..5-La lezione spagnola. Non tutto è perduto per la sinistra. ( Alfredo Somoza)..6-Coltan e Cobalto, le maledizioni del Congo. Intervista a John Mpaliza. ( Paolo Frosina)
1-Sudafrica. L’ Anc ottiene di nuovo la maggioranza ma perde molti voti a causa degli scandali di corruzioni. Il movimento fondato da nelson mandela per la prima volta è sotto la soglia dei 60%...( Raffaele Masto) ..2-Portogallo: crisi politica rientrata grazie ai voti in parlamento dell’opposizione di destra. Socialisti e sinistra radicale continueranno a governare insieme fino alle elezioni previste a ottobre..( Goffredo Adinolfi) ..3-Guerra dei dazi. Ancora nessun accordo tra e Cina e stati uniti...( Gabriele Battaglia) ..4- Gran Bretagna tra Elezioni europee e Brexit. Al via la campagna elettorale più strana della storia. ( Alessandra Puppi) ..5-La lezione spagnola. Non tutto è perduto per la sinistra. ( Alfredo Somoza)..6-Coltan e Cobalto, le maledizioni del Congo. Intervista a John Mpaliza. ( Paolo Frosina)
Il 20 dicembre la commissione elettorale della Repubblica Democratica del Congo ha deciso di posticipare di una settimana le elezioni presidenziali al 30 dicembre. Eppure, sembra difficile che si arriverà effettivamente al voto.Le votazioni sono attese dal 19 dicembre del 2016, ma sono state continuamente rinviate. Il Governo ha spiegato i continui ritardi adducendo ad una serie di sabotaggi, che però secondo le opposizioni sarebbero stati organizzati dallo stesso esecutivo. In uno di questi sabotaggi è andato in fiamme un deposito in cui erano custodite alcune apparecchiature per il voto elettronico, che sono state tutte distrutte: in realtà la notizia che ci sarebbe stato un incendio era già trapelata nei giorni precedenti, e quindi, sempre secondo le opposizioni, era impossibile che il Governo non ne fosse a conoscenza.A ciò si aggiunge il fatto che il Paese si trova oggi in una situazione molto complessa: da 22 anni si trova ad essere occupato e in guerra, privo di infrastrutture e sufficienti accessi all'acqua. In queste condizioni è molto difficile organizzare elezioni democratiche e trasparenti, e si fa sentire forte la necessità di arrivare ad una transizione cittadina che permetta regolari campagne elettorali e una libera scelta da parte degli elettori.Ne parla John Mpaliza, ingegnere informatico e attivista della Repubblica Democratica del Congo.
Il 20 dicembre la commissione elettorale della Repubblica Democratica del Congo ha deciso di posticipare di una settimana le elezioni presidenziali al 30 dicembre. Eppure, sembra difficile che si arriverà effettivamente al voto.Le votazioni sono attese dal 19 dicembre del 2016, ma sono state continuamente rinviate. Il Governo ha spiegato i continui ritardi adducendo ad una serie di sabotaggi, che però secondo le opposizioni sarebbero stati organizzati dallo stesso esecutivo. In uno di questi sabotaggi è andato in fiamme un deposito in cui erano custodite alcune apparecchiature per il voto elettronico, che sono state tutte distrutte: in realtà la notizia che ci sarebbe stato un incendio era già trapelata nei giorni precedenti, e quindi, sempre secondo le opposizioni, era impossibile che il Governo non ne fosse a conoscenza.A ciò si aggiunge il fatto che il Paese si trova oggi in una situazione molto complessa: da 22 anni si trova ad essere occupato e in guerra, privo di infrastrutture e sufficienti accessi all'acqua. In queste condizioni è molto difficile organizzare elezioni democratiche e trasparenti, e si fa sentire forte la necessità di arrivare ad una transizione cittadina che permetta regolari campagne elettorali e una libera scelta da parte degli elettori.Ne parla John Mpaliza, ingegnere informatico e attivista della Repubblica Democratica del Congo.
Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha autorizzato la deforestazione e le trivellazioni per la ricerca di petrolio nel Parc National de la Salonga, seconda foresta pluviale al mondo e patrimonio mondiale dell'Unesco, e nel Parc National de Virunga. Come ci spiega John Mpaliza, ingegnere informatico e attivista per la pace in Congo, la questione non riguarda soltanto l'ambiente, ma anche potenze occidentali e multinazionali. «Questa situazione dei due parchi ci fa capire il dramma che il Congo sta vivendo ormai da 20 anni,» dice Mpaliza.
Il governo della Repubblica Democratica del Congo ha autorizzato la deforestazione e le trivellazioni per la ricerca di petrolio nel Parc National de la Salonga, seconda foresta pluviale al mondo e patrimonio mondiale dell'Unesco, e nel Parc National de Virunga. Come ci spiega John Mpaliza, ingegnere informatico e attivista per la pace in Congo, la questione non riguarda soltanto l'ambiente, ma anche potenze occidentali e multinazionali. «Questa situazione dei due parchi ci fa capire il dramma che il Congo sta vivendo ormai da 20 anni,» dice Mpaliza.
Partirà il 22 aprile da Reggio Emilia con destinazione Ginevra una marcia per la pace per la Repubblica del Congo. L'iniziativa è promossa dalla Peace Walking Man Foundation e dall'impegno di studenti di Reggio Emilia: lo scopo è richiamare l'attenzione della Commissione per i Diritti Umani dell'Onu sulla situazione congolese. Il mandato ufficiale del presidente del Congo Kabila è scaduto il 20 dicembre 2016, ma la sua decisione di rimanere al potere almeno fino al 23 dicembre 2018 ha scatenato nuove proteste che si sono concretizzate in marce pacifiche in tutto il paese, poi disperse nel sangue dalle forze governative.Le tappe della marcia e le iniziative della Peace Walking Man Foundation si possono seguire sulla pagina Facebook.Ne parla John Mpaliza, fondatore di Peace Walking Man Foundation.
Partirà il 22 aprile da Reggio Emilia con destinazione Ginevra una marcia per la pace per la Repubblica del Congo. L'iniziativa è promossa dalla Peace Walking Man Foundation e dall'impegno di studenti di Reggio Emilia: lo scopo è richiamare l'attenzione della Commissione per i Diritti Umani dell'Onu sulla situazione congolese. Il mandato ufficiale del presidente del Congo Kabila è scaduto il 20 dicembre 2016, ma la sua decisione di rimanere al potere almeno fino al 23 dicembre 2018 ha scatenato nuove proteste che si sono concretizzate in marce pacifiche in tutto il paese, poi disperse nel sangue dalle forze governative.Le tappe della marcia e le iniziative della Peace Walking Man Foundation si possono seguire sulla pagina Facebook.Ne parla John Mpaliza, fondatore di Peace Walking Man Foundation.
Con Anna Pozzi, Guido Dotti, Jean Pierre Kagabo, John Mpaliza
Nelle nostre case e nelle nostre tasche c'è un pezzo di Congo: sono lo stagno, il tungsteno, il coltan, l'oro e il cobalto, elementi chimici di cui la Repubblica Democratica del Congo è ricchissima, ma che portano con sé massacri e ingiustizia. John Mpaliza, ingegnere informatico, marcia da anni per tenere alta l'attenzione su questi luoghi e queste storie.
Nelle nostre case e nelle nostre tasche c'è un pezzo di Congo: sono lo stagno, il tungsteno, il coltan, l'oro e il cobalto, elementi chimici di cui la Repubblica Democratica del Congo è ricchissima, ma che portano con sé massacri e ingiustizia. John Mpaliza, ingegnere informatico, marcia da anni per tenere alta l'attenzione su questi luoghi e queste storie.
Dopo mesi di negoziati, nel mese di giugno le principali istituzioni dell’Unione europea – Parlamento, Commissione e Consiglio – hanno raggiunto l’accordo finale sulla nuova normativa dedicata all’importazione di minerali dai paesi extra–Ue.A prima vista potrebbe sembrare una decisione da tecnici, da addetti ai lavori, ma dietro ogni minerale estratto, soprattutto in Africa, ci sono storie che abbracciano la politica, le guerre e le vite di milioni di persone. Tra gli obiettivi della nuova legge vi era in origine la volontà di far entrare in Europa soltanto «minerali estratti – così si leggeva nella proposta di legge del Parlamento europeo del 20 maggio 2015 – in maniera responsabile e senza alcun legame con conflitti o violazioni dei diritti umani». A distanza di oltre un anno da quella proposta si è giunti a un compromesso, che secondo gran parte delle organizzazioni internazionali che si erano schierate a favore di una normativa più rigida non tiene fede agli obblighi internazionali di protezione dei diritti umani.Secondo Mpaliza, l’accordo «rappresenta un primo passo nella giusta direzione, ma non raggiunge l’obiettivo previsto della legge» proposta dal Parlamento.
Dopo mesi di negoziati, nel mese di giugno le principali istituzioni dell’Unione europea – Parlamento, Commissione e Consiglio – hanno raggiunto l’accordo finale sulla nuova normativa dedicata all’importazione di minerali dai paesi extra–Ue.A prima vista potrebbe sembrare una decisione da tecnici, da addetti ai lavori, ma dietro ogni minerale estratto, soprattutto in Africa, ci sono storie che abbracciano la politica, le guerre e le vite di milioni di persone. Tra gli obiettivi della nuova legge vi era in origine la volontà di far entrare in Europa soltanto «minerali estratti – così si leggeva nella proposta di legge del Parlamento europeo del 20 maggio 2015 – in maniera responsabile e senza alcun legame con conflitti o violazioni dei diritti umani». A distanza di oltre un anno da quella proposta si è giunti a un compromesso, che secondo gran parte delle organizzazioni internazionali che si erano schierate a favore di una normativa più rigida non tiene fede agli obblighi internazionali di protezione dei diritti umani.Secondo Mpaliza, l’accordo «rappresenta un primo passo nella giusta direzione, ma non raggiunge l’obiettivo previsto della legge» proposta dal Parlamento.
Sedicesima puntata del Blando Incontra con John Mpaliza l’uomo noto come “Peace Walking Man”