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L'Olio Extravergine di Oliva, quello buono, scopriamolo insieme!

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    • Nov 12, 2016 LATEST EPISODE
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    OILTOGETHER chiama OLIVES AND ELSE, BROOKLYN risponde

    Play Episode Listen Later Nov 12, 2016


    Qui su Twitter c’è molto traffico, è tutto un like (cuoricino), un retweet, un #hastag e ci si conosce facilmente… ed è proprio qui – in questo social media, più aperto rispetto agli altri, dove è facile incontrare persone in un settore specifico come quello dell’olio di oliva – dice Maria Grazia (Tuttocuore), che è nato il nostro primo contatto. Organizziamo subito una skype call con Maria Grazia Tuttocuore, siciliana originaria di Pace del Mela in provincia di Messina, che ha iniziato a fare avanti e indietro dagli Stati Uniti dal 1995 decidendo poi di viverci stabilmente da 16 anni. Background in digital marketing, ha collaborato con il Principato di Monaco sviluppando il mercato turistico outbound da US e Canada verso il sud della Francia. Da sempre appassionata di cibo,  assaggiatrice di vino, si innamora totalmente del mondo dell’extravergine leggendo il libro “Extraverginità” di Tom Mueller; da qui inizia a leggere e studiare sempre di più, a fare networking, arrivando a conoscere Curtis Cord il fondatore di Olive Oil Times, Nicholas Coleman l’oleologo di EATALY a NY.  Degustando e addentrandosi sempre di più nel mondo dell’extravergine si accorge della disinformazione che si aggira attorno a all’EVOO e decide di iniziare a diffondere cultura attraverso il blog OLIVES and ELSE. Alcune frasi salienti che ci sono piaciute durante la nostra chiacchierata telefonica oltreoceano: “Qui nei supermercati è difficile trovare un buon Extravergine di Oliva” “Il consumo sta aumentando contestualmente alla consapevolezza e alla voglia di informarsi” “A New York abbiamo la fortuna di provare anche olii di altre parti del mondo, Peruviani, Sudafricani, olii dell’emisfero del nord e dell’emisfero sud, mi ritengo molto fortunata di poter assaggiare l’Olio novello tutto l’anno

    Giulia Scarpaleggia: Food Blogger Globale, Olio Evo Locale.

    Play Episode Listen Later Nov 7, 2016


    Per Capire chi è Giulia Scarpaleggia può essere d’aiuto partire dai numeri: Instagram: 17200 Follower Facebook: 15000 Follower Twitter: 10300 Follower Pinterest: 5300 Follower Libri Pubblicati: 4 (+ 1 in arrivo) Sono questi i numeri di Giulia (ad oggi), un attivo di follower da capogiro, tirato su in 5 anni di duro lavoro. Ma chi è Giulia Scarpaleggia? Lo abbiamo chiesto direttamente a lei. Foto de Il Giornale Prima di tutto un ringraziamento speciale va ad un caro amico comune: Ermanno La Commare. E’ stato lui infatti a metterci in contatto. Come hai cominciato a fare Food Blogging & Food Photography? Come spesso accade nei casi di successo si tratta di passioni nate sin da bambini e Giulia non fa eccezione. Nel mio caso c’è stato anche lo zampino della Nonna e della Mamma che mi hanno trasmesso una profonda passione per la tradizione culinaria Toscana, terra dove sono nata, dove vivo e che amo profondamente. Il Blog Julskitchen.com ha esordito nel Febbraio del 2009, cominciato un pò per gioco ed un pò per archiviare le mie ricette. Con la pratica e con lo studio ho appreso anche l’arte della fotografia e, al termine di un’esperienza lavorativa mi sono lanciata a capofitto sul mio progetto che, ormai da 5 anni, grazie ai corsi di cucina, ai libri pubblicati ed alla visibilità conquistata, è diventato un sogno: vivere delle mie passioni. Giulia è modesta e dice che il segreto del suo successo è stata tanta fortuna. Noi replichiamo che invece è evidente una bella dose di talento, duro lavoro e, “last but not least”, la traduzione dei suo

    Coltiviamo Agricoltura Sociale: coltivare la rigenerazione sociale e l’azienda il CAVALIERE

    Play Episode Listen Later Nov 5, 2016


    Confagricoltura e Senior l’età della saggezza ONLUS, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e Banca Intesa San Paolo, danno il via ufficiale alle votazioni online per selezionare i migliori progetti di Agricoltura Sociale. I 30  più  votati accederanno alla fase di valutazione finale  dove una Commissione di Esperti, indipendenti e di comprovata esperienza selezionerà il migliore che vincerà premio di 50.000 €, finalizzato alla realizzazione del progetto sociale. Noi abbiamo risentito con piacere i nostri amici dell’ Azienda Agricola il Cavaliere, che oltre a produrre un Eccellente Olio Extravergine d’Oliva Garda DOP hanno creato un validissimo progetto di recupero:  COLTIVARE LA RIGENERAZIONE SOCIALE Anni di abbandono dei terreni portano al rischio che tale patrimonio non venga adeguatamente valorizzato dalle nuove generazioni. Il recupero dei terreni e del suo prezioso frutto, unitamente ad un percorso di professionalizzazione nel settore dell’olivicoltura, possono generare un impatto positivo di grande valore economico e sociale per il territorio. Giovani provenienti da un percorso svantaggiato potranno “rigenerarsi”, come avviene all’ulivo una volta potato nel modo corretto, integrandosi con coetanei del luogo, in un percorso dai forti contenuti e valori sociali, ambientali ed economici, per la piena sostenibilità dell’intervento proposto. NOI di OILTOGETHER abbiamo già votato, voi cosa aspettate?? Questo è il link per registrarsi e votare: http://www.coltiviamoagricolturasociale.it/progetto/coltivare-la-rigenerazione-sociale entro il 29 novembre 2016 in bocca al lupo a Massimiliano Basile e Simone Bonzanini.

    TACCHI PENTOLE – Luisa Ambrosini ci racconta la sua cucina ed il suo “EXTRAVERGINE CHIC”.

    Play Episode Listen Later Oct 6, 2016


    Intervista a Luisa Ambrosini, blogger di Tacchiepentole Ci imbattiamo per caso in un blog, “Tacchi e Pentole”,  molto accattivante: immagine e logo che attira immediatamente la nostra attenzione: una ragazza in cucina di spalle con tacco a spillo, ottimo connubio! Mi metto subito in contatto con Luisa per sapere in cosa consiste il blog, come è nato ecc. Luisa è frizzantissima già dalla voce: una passione sconsiderata per la cucina e la voglia di non rinunciare alla femminilità mentre si cucina. Anzi, il tacco 12 è un MUST HAVE per ogni preparazione e degustazione delle ottime ricette presenti nel blog. Luisa inizia il suo percorso spinta dall’amore per la cucina e dalla voglia di esprimersi e subito dopo la laurea (3 anni fa), quando tutte le porte sono aperte e le strade sono molteplici e il futuro tutto davanti a sè, apre il blog, che ora, a distanza di qualche anno, è estremamente conosciuto e sta riscuotendo un grande successo. Le ricette sono tutte deliziose e originali e spaziano su tutto lo stivale e non solo: tutte rigorosamente da preparate e servite su tacchi a spillo. Luisa ha un’energia particolare, attenta alle tradizioni familiari avendo appreso molte ricette direttamente dalla mamma e dall’amatissima nonna, che porta avanti con grande entusiasmo e con questo tocco di femminilità e di attenzione al mondo social che rende il blog e gli spazi social davvero frizzanti. Luisa è anche una buona forchetta e una buongustaia. Le chiediamo l’utilizzo che fa dell’ExtraVergine di Oliva e scopriamo con grande soddisfazione che non manca mai nelle sue ricette proprio un elemento fondamentale , sia a crudo che nella preparazione dei piatti, a partire dal soffritto. I miei pomodori – ci racconta –  navigano nell’olio, mi piace fare la scarpetta (ogni rifermento è puramente casuale ) Con Tacchi e Pentole ora si organizzano anche eventi privati a casa per cucinare in compagnia. Sono nate collaborazioni con vari brand in cui si pubblicizzano alcuni prodotti e show cooking o cucina live. Luisa è al momento attiva nelle province di Milano, Pavia, Bergamo e Sondrio, ma siamo certi che estenderà la sua attività, data la passione e la spensieratezza e simpatia che emana dal suo lavoro. https://twitter.com/tacchiepentole https://www.facebook.c

    Ma che significa IGP Olio Sicilia?

    Play Episode Listen Later Sep 18, 2016 0:12


    E’ di questi giorni la notizia che la registrazione dell’IGP Olio Sicilia è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell´Unione Europea insieme al Regolamento di esecuzione che lo iscrive nel registro delle indicazioni geografiche protette. Ma che significa IGP Sicilia? L’idea più diffusa è che si tratti di un marchio di qualità. Non sono invece chiare le idee sul vero significato di questo Riconoscimento Comunitario. Abbiamo pensato allora di Chiamare Filippo Salerno, Agronomo Trapanese e Referente Provinciale di AIAB, che è sempre disponibile a fornire la sua competenza in favore della nostra opera divulgativa. Filippo ci spiega che nei prodotti DOP, tutto ciò che concerne l’elaborazione e la commercializzazione del prodotto, ha origine nel territorio dichiarato; mentre nel caso del prodotto IGP, il territorio dichiarato conferisce al prodotto le sue caratteristiche peculiari, ma non tutti i fattori che concorrono all’ottenimento del prodotto devono provenire dal territorio dichiarato (es. imbottigliamento). Per ottenere il marchio IGP Olio Sicilia l’Olivicultore deve rispondere alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. In breve il disciplinare regolamenta: Zona di produzione; Varietà di cultivar tipiche del territorio; Caratteristiche di coltivazione; Metodi di raccolta stoccaggio ed identificazione; Valutazione chimico fisica (es. acidità max 0,5%, perossidi etc…); Valutazione organolettica; Controlli. Chi controlla la qualità dei prodotti IGP? I prodotti IGP sono sottoposti ad un piano di controllo teso ad identificare, attraverso attività di valutazione, ispezioni e prove, la conformità o meno dei requisiti indicati nel Disciplinare di produzione e applicati lungo la filiera di produzione dell’IGP Olio Sicilia. L’Organo di Controllo in Sicilia è l’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio. Gli oneri dell’attività di certificazione sono a carico dei produttori che aderiscono al disciplinare. l’IGP darà un vantaggio competitivo all’Olio Siciliano? Filippo ci dice che attualmente solo il 10% delle 50.000 tonnellate di olio prodotto viene esportato fuori dalla regione. Il Marchio IGP, identificando maggiormente il prodotto già di per sé molto apprezzato (e premiato), offrirà una tutela maggiore contro le frodi ai consumatori e, di conseguenza, nuove opportunità di vendita per i produttori siciliani. I consumatori possono quindi fidarsi dell’Olio Extra-Vergine IGP SICILIA? Filippo ci risponde con un secco: “assolutamente SI”.

    Incontri: Frantoio D’Alì Ruggeri, “Best Practices” + Tradizione = Qualità

    Play Episode Listen Later Sep 2, 2016


    Ci siamo informati, abbiamo letto libri, abbiamo bussato alla porta di Agronomi, abbiamo fatto squillare i telefoni di sommelier, era venuto il momento di spremere il succo; era il momento di visitare chi mette le mani in pasta: il Frantoio! Abbiamo quindi organizzato un incontro con uno dei frantoi più rinomati del territorio che stiamo perlustrando (il trapanese): il Frantoio D’Alì Ruggeri. Ci accolgono Angelo Ruggeri (il titolare), Carla Ruggeri e Giuseppe Vitrano. Iniziamo la nostra conversazione dalla storia del frantoio di come si è evoluto e di come Angelo con sui 50 anni di esperienza ha introdotto innovazioni costanti che oggi gli permettono di lavorare sull’eccellenza. Il ruolo del frantoio e il lavoro del frantoiano sono fondamentali, crocevia di cultura tradizione e tecnologia. Gli domandiamo: “ Com’è il rapporto con i coltivatori?” In alcuni casi bisogna “instradarli” alle pratiche migliori, hanno capito che anticipando la raccolta di ottiene un prodotto migliore, sacrificando un po’ la quantità in cambio di qualità ma soprattutto riducendo al massimo eventuali trattamenti fitosanitari”. “Cosa c’è di nuovo oltre ai macchinari rinnovati di recente?” – “Abbiamo introdotto l’analisi dell’acidità immediata, da qui è nata come una gara, una competizione positiva tra chi produce l’olio migliore (quello con acidità più bassa), cercando di migliorare di anno in anno”. Nel corso di tutti questi anni l’oleificio Ruggeri ha introdotto delle best practices nelle le fasi di lavorazione che oggi permettono di ottenere un prodotto eccellente. Vediamole insieme percorrendo le fasi di trasformazione delle palline verdi in un ottimo extravergine: Stoccaggio: le olive vengono depositate in appositi contenitori di dimensioni ridotte per evitare che si schiaccino sul loro stesso peso. Rimangono nei bins, conservati all’ombra permettono grazie alle loro fessure una perfetta ventilazione naturale, per non più di 24/48h. Lavaggio in aspiratore che trattiene i residui della raccolta (rametti e foglie). Frangitura (detta anche Molitura) meccanica con martelletti, schiaccia le olive fino a formare un impasto composto dalla polpa la buccia e il nocciolo. Estrazione a due fasi una centrifuga orizzontale che serve per separare la sansa e acqua dall’olio, facendo attenzione alla temperatura che secondo la normativa vigente deve mantenersi sempre sotto i 27° (estrazione a freddo). Analisi acidità immediata, l’olio, prima di andare in deposito, viene subito analizzato per misurare il livello di acidità evidenziando la qualità dell’extravergine. Deposito: i produttori che decidono di non p

    “SEGUITE” quei 2: Marta e Marco che con COMOLIO raccontano l’extravergine e il Gusto.

    Play Episode Listen Later Aug 24, 2016


    Mi ritrovo spesso su Twitter per scovare informazioni, notizie sull’olio di oliva, e quando voglio andare ancora più a fondo utilizzo #ExtraVergine come chiave di ricerca; da lì il passo è stato breve, facilissimo imbattersi sui cinguettii di @_COMOLIO che racconta l’extravergine e il gusto. Leggendo mi sono incuriosito e mi sono chiesto: “Cosa fa un sommelier dell’olio? come si diventa sommelier?”; mi è venuta voglia di conoscerli personalmente gli ho scritto e subito abbiamo fissato una chiacchierata telefonica. “…Tuuuuh…Tuuuuh” rispondono Marta e Marco in vivavoce. Mi presento e brevemente descrivo cosa fa OILTOGETHER.it e dopo averli informati che sono i primi potenziali sommelier ufficiali della nostra community, li lascio raccontare il loro mondo. Alla prima domanda “Cosa vuol dire COMOLIO?” rispondono: “Quando ci siamo appassionati seriamente all’ olio ne parlavamo in continuazione, così tanto che tutto era sempre Come l’olio e da qui quasi per scherzo è nato il nome.” Iniziano con i corsi di avvicinamento all’olio organizzati dal Gambero Rosso, dove apprendono l’abc dell’Olio, le prime tecniche di degustazione; per imparare ad assaggiare bene però diventanosommelier AISO, seguendo un percorso formativo di 8 mesi. Tagliato il primo traguardo e guidati dalla loro passione, si addentrano sempre di più nel mondo dell’extravergine, sedute di assaggio settimanali, diffondono e creano consapevolezza, con le loro mini guide che condividono Twitter. Incontrano chi fa veramente l’olio, lo assaggiano direttamente sul posto,  assorbono e trasmettono la passione e il lavoro faticoso cercando di far capire il vero valore racchiuso dentro una bottiglia di olio.   “Come si fa a capire se un olio è buono? Il prezzo?” Sull’olio il prezzo ancora comanda, il consumatore medio è guidato dal prezzo e tende a scegliere la convenienza. E’ importante invece capire i diversi fattori che impattano sul prezzo dell’ olio: il tipo di raccolta, l’intero processo produttivo, il tipo di oliva , ma anche il packaging, il design della bottiglia. Un ottimo pugliese, dice Marco, potrebbe avere un prezzo inferiore rispetto ad un extravergine umbro non per la qualità ma perché è più “comodo” produrlo: le caratteristiche dei terreni che sono pianeggianti piuttosto che scoscesi, o per la dimensione delle piante. La regola fondamentale secondo i nostri amici è: “Non date per scontato che un olio sia migliore di un altro ma ASSAGGIALO!”   “Come fate a raccontare il Gusto?” Approccio lento, il gusto si scopre a poco a poco, si impara a riconoscere, non esistono manuali, non si trova letteratura sugli abbinamenti dell’olio con i vari cibi. Il gusto si racconta trovando l’abbinamento ideale, è la parte più creativa o meglio la parte godereccia, come sottolinea Marta che si diverte a studiare e sperimentare ricette come il gelato (dolce) al gazpacho abbinato all’olio d’oliva. Tutti siamo dotati di u

    Come fare e riconoscere l’Olio Buono. Parla l’agronomo Filippo Salerno

    Play Episode Listen Later Jul 26, 2016


    Oggi abbiamo il piacere di presentarvi il nostro primo articolo pubblicato in doppia versione: Testuale e Podcast. Filippo Salerno, Agronomo Trapanese e Referente Provinciale di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) è stato il primo, fra i nostri intervistati, che si è reso disponibile a registrare il suo contributo e renderlo fruibile gratuitamente su Oiltogether.it . Ringraziamo quindi Filippo per la sua disponibilità ed andiamo subito a scoprire di cosa abbiamo parlato: Come fare e riconoscere l’Olio Buono. Innanzitutto bisogna distinguere l’Extra-Vergine dal semplice Olio di Oliva. L’Extra-Vergine si distingue per la sua scarsa acidità libera, espressa in acido oleico (< 0,8% ). Alcune DOP e DOC poi possono prevedere percentuali di Acido Oleico (IGP Sicilia per esempio prevede una quota inferiore allo 0,5%). Di che colore è l’Olio Extra-Vergine di Oliva? L’Extra-Vergine non si distingue dalla colorazione. Il colore verde cui spesso si associa l’Olio appena spremuto indica una forte presenza di clorofilla. Questa però può essere aggiunta successivamente (adulterazione) e quindi può trarre in inganno il consumatore. Come si riconosce L’Olio Buono? L’Olio Buono si riconosce dall’Odore e dal Sapore. Lo strumento ideale per assaggiarlo è l’apposito bicchierino di colore blu (appunto per non permettere al colore di trasparire ed influenzare la valutazione), dalla caratteristica forma bombata per poggiare bene sul palmo della mano e riscaldarlo tanto quanto serve per permettere una lieve evaporazione. Il Vino, a differenza dell’Olio, non necessita di essere scaldato in quanto l’alcool è già volatile per sua natura. Dall’odore possiamo percepire fragranze di fruttato maturo o acerbo e scoprire lo stadio di maturazione del frutto al momento della raccolta. Le essenze di fruttato sono generalmente quelle più volatili. Se un olio non presenta queste essenze, le olive

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