POPULARITY
Categories
Tem alguém querendo te destruir, sabia?É difícil acreditar que tem alguém por aí pensando em te destruir de alguma forma, mas a verdade é que tem mesmo e você precisa estar atento com relação a isso.Você não deve nesse momento ficar imaginando nomes de pessoas. Por mais que alguma pessoa tenha dito e agido contra você em algum momento, as pessoas não são o foco.Veja o que diz O salmo 31 no verso 4: "Tira-me do laço que, às escondidas, me armaram, pois tu és a minha fortaleza."O maligno sim é o inimigo. Ele quer destruir, é assim que a Bíblia afirma. E a ilustração sobre sua sede de sangue não é nada agradável. Ele age como um leão faminto, à procura de alguém para devorar.Significa que embora você esteja desatento, ele não está. Ele vive se esgueirando e procurando oportunidades para te destruir. É preciso ter atenção! Ele usa pessoas nesse processo, e como seus agentes, colocarão armadilhas em seu caminho.Você, por você mesmo, está perdido nessa luta. Mas você pode contar com Jesus. Com Ele você consegue não apenas fugir das armadilhas como também vencer o ataque inimigo. Tentar vencer essa luta sozinho é loucura! Não tente fazer isso!!!
La presentadora de 'Julia en la onda' reflexiona sobre la decoracion navidena en el espacio publico, que cada vez se adelanta mas.
¿QUÉ VA A PASAR? En el diccionario, demora no significa derrota.Te has hecho tanto daño esperando que la vida se parezca a tus planes, que cuando te desvías un pedazo lo tomas como fracaso. No se trata de hacer que todo encaje perfectamente como lo pensaste. Deja de vivir comparando tu proceso con la línea de llegada de alguien más. ¿Sabes qué te jode más que el error? La presión en tu cabeza de tener que demostrar que no te equivocaste. Esa necesidad de justificar cada cambio, cada decisión, cada pausa, cada “todavía no”, como si lo que vales dependiera de lo bien que puedas explicar tu error y herida.Cientos de dolores no vienen de lo que pasó, sino de lo que esperabas que pasara. Es el apego a la idea de cómo debería haber sido. Pero mucho se resuelve al descubrir que nunca fue tuyo. Entonces, soltar no es rendirse: es regresar a ti. Te quiero desactivar la bomba que te pusieron en el pecho con la palabra “ya es muy tarde”.No te condenes a esa versión de ti que solo vive en tus planes mentales. Esa vocecita obsesiva que te dice: “Así debió haber sido”. No es tarde si usted sigue sintiendo que hay algo que puede construir, aunque sea desde cero y con las manos vacías.Jodidamente tarde es vivir aferrado a lo que no fue y por el momento no es.
"Mas o Anjo do Senhor lhe bradou desde os Céus, e disse: Abraão, Abraão! E ele disse: Eis-me aqui.Então disse: Não estendas a tua mão sobre o moço, e não lhe faças nada; porquanto agora sei que temes a Deus, e não Me negaste o teu filho, o teu único filho." Gênesis 22:11-12Muito tempo depois, Salomão, disse: não privei meu coração de alegria alguma…"E fui engrandecido, e aumentei mais do que todos os que houve antes de mim em Jerusalém; perseverou também comigo a minha sabedoria. E tudo quanto desejaram os meus olhos não lhes neguei, nem privei o meu coração de alegria alguma; mas o meu coração se alegrou por todo o meu trabalho, e esta foi a minha porção de todo o meu trabalho.E olhei eu para todas as obras que fizeram as minhas mãos, como também para o trabalho que eu, trabalhando, tinha feito, e eis que tudo era vaidade e aflição de espírito, e que proveito nenhum havia debaixo do sol." Eclesiastes 2:9-11
See omnystudio.com/listener for privacy information.
La vida en la Tierra podría (y debería) de cambiar luego de esto.
NotiMundo Estelar - Dayana Carvajal, ¿Qué significa el Nobel de la Paz para la oposición venezolana? by FM Mundo 98.1
Enrique Quintana
No Linha de Passe desta segunda-feira (7), vamos abordar o domínio do futebol carioca. Vem com a gente! Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
Paola Dubini, Christian Greco"La cultura è di tutti"Editore Egeawww.editoreegea.itAffermare che «la cultura è di tutti» può suonare demagogico o ambiguo. Significa forse che la cultura deve farsi prodotto da consumare in un eterno presente, dimenticando la dimensione di racconto che ci riconnette al passato? E poi qual è il confine fra «di tutti» e «di nessuno»? Se sulla carta, a partire dall'art. 9 della Costituzione, la cultura è di tutti, le statistiche dimostrano che nei fatti resta invece nella testa, nel cuore e nel portafoglio di pochi. Nelle pagine di questo dialogo, gli autori – diversi per formazione, età, genere e percorso professionale, ma uniti da una comune sensibilità – provano a dare significato alla provocazione che dà titolo al libro, intrecciando riflessioni che toccano, tra l'altro, la rilevanza della cultura materiale in un'epoca sempre più digitale, il rapporto tra discipline in apparenza lontane ma che proprio insieme sviluppano conoscenza, l'importanza di coinvolgere la comunità in un'ottica di inclusione e accessibilità – fisica, intellettuale ed economica – di un patrimonio che deve essere vissuto come di tutti noi.Christian Greco, egittologo, co-direttore della missione archeologica italo-olandese a Saqqara, dal 2014 è Direttore del Museo Egizio di Torino. È docente di Museum Studies in diversi atenei italiani e stranieri.Paola Dubini, professoressa di Management all'Università Bocconi di Milano, è presidente della Fondazione Alessandro Volta di Como, vicepresidente del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, consigliera della Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, di Fondazione ISEC (Istituto per la Storia dell'Età Contemporanea), di Fondazione Culturale San Fedele e di Palazzo Ducale di Mantova, e coordinatrice del gruppo trasversale ASviS «Cultura per lo sviluppo sostenibile».Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Martina Albini"In rivolta. Manifesto dei corpi liberi"Voci collettive per WeWorldCastelvecchi Editorehttp://www.castelevecchieditore.comParlare di corpi significa parlare di potere. Da questa idea nasce In Rivolta. Manifesto dei corpi liberi, un'opera corale realizzata da WeWorld, organizzazione umanitaria attiva da oltre cinquant'anni in più di 20 paesi, compresa l'Italia.Un libro che parla di diritti, potere e possibilità attraverso ciò che tutti e tutte abbiamo in comune: il corpo.E sul sito, oltre al libro, è possibile trovare anche tanti altri regali solidali: la borraccia, la tazza e la maglia Falastin, pensati per sostenere i progetti dell'organizzazione e portare con sé un messaggio di giustizia, libertà e solidarietà.Perché questo libro è il regalo giusto?Perché è stato pensato per farci attraversare da storie che solo in apparenza sembrano lontane, ma che invece ci riguardano da vicino. Anche quando parliamo di esperienze che vivono in altri luoghi, come Avere le mestruazioni a Gaza, che chiude il volume, ciò che ci avvicina è il riconoscimento della fatica che conosciamo, traslata in un contesto di guerra e precarietà.Ed è proprio questo riconoscimento che ci permette di capire una cosa fondamentale: il corpo è il luogo in cui i diritti prendono forma.In Rivolta nasce da questa consapevolezza: quando parliamo di diritti umani non parliamo di idee astratte, ma di corpi reali. Parliamo di una ragazza che può scegliere se e quando avere un figlio, di una persona queer che può camminare per strada senza paura, di una donna con disabilità che può uscire di casa senza incontrare ostacoli a ogni metro. Parliamo di libertà, ma anche di potere.Questo libro non racconta soltanto violazioni: racconta anche resistenza, possibilità e libertà.Siamo partite da un'idea ancora profondamente valida — “il personale è politico” — perché è dal personale che nasce il cambiamento. Riconoscersi, anche nelle storie che inizialmente ci scomoda leggere, crea un movimento: una piccola, grande rivolta.Le piazze di queste settimane ce lo ricordano: la forza dei corpi che si incontrano e si sostengono, che scelgono la presenza fisica come forma di politica. In Rivolta prova a restituire proprio questo: la potenza collettiva dei corpi che prendono parola.Il libro nasce per amplificare queste voci, non per parlare al posto di qualcuno.È articolato in cinque sezioni che attraversano i modi in cui il corpo viene violato, giudicato, regolato — ma anche le forme con cui resiste: il corpo politico, il corpo non conforme, il corpo che deve farsi madre, il corpo che invecchia, il corpo come campo di battaglia.Dentro queste sezioni convivono le voci di donne, attiviste, economiste, giornaliste e professioniste straordinarie, insieme alle testimonianze di chi lavora con WeWorld nei contesti più diversi: dall'Ucraina alla Moldavia, dalla Palestina all'Afghanistan, dallo Spazio Donna San Basilio al Kenya. oltre venti autrici che si fanno “corpi in rivolta”, intrecciando analisi, testimonianze e pratiche di resistenza.Una coralità che non restituisce un punto di vista unico, ma un intreccio di storie, competenze e pratiche.I proventi del libro sosterranno i progetti di WeWorld per i diritti delle donne in Afghanistan e Palestina.Il corpo normato racconta come regole, leggi e consuetudini possano diventare strumenti di controllo. Parlare di mestruazioni, di piacere o di consenso non è solo questione di linguaggio, ma un modo per riaffermare che la libertà parte da scelte quotidiane.Il corpo non conforme raccoglie le esperienze di chi non si riconosce nei modelli dominanti: persone trans, persone con disabilità, persone grasse o razzializzate. Le loro storie raccontano non soltanto discriminazioni, ma anche possibilità di decostruire il concetto di “normalità” e aprire spazi di esistenza condivisa.Il corpo che deve farsi madre indaga la maternità quando diventa aspettativa o imposizione. Si parla di violenza ostetrica, di ruoli assegnati, delle pressioni culturali e demografiche che gravano sulle donne. Accanto a queste voci emerge la libertà di scelta: diventare madri, o non diventarlo, è un atto di autodeterminazione.Il corpo che invecchia affronta i cambiamenti legati all'età, spesso accompagnati da silenzi e pregiudizi. Menopausa, trasformazioni fisiche e discriminazioni generazionali diventano qui occasioni per ripensare desideri e autonomia, costruendo nuove narrazioni.Con il corpo campo di battaglia il libro si sposta su scenari di conflitto e sfruttamento, dove il corpo diventa il primo terreno di violenza. Le mutilazioni genitali femminili, i racconti dalla Palestina, dall'Afghanistan, dall'Iran e dall'Ucraina mostrano come i diritti vengano messi in discussione a partire dal corpo. Allo stesso tempo, testimoniano che la resistenza non si ferma: continua nei gesti individuali, nei legami comunitari, nelle pratiche collettive che attraversano i confini. A fianco delle testimonianze di attiviste, giornaliste e scrittrici, si affiancano quelle dello staff di WeWorld e delle persone incontrate nei progetti dell'organizzazione, creando un dialogo che mette in relazione saperi ed esperienze diverse. Il libro non si limita a raccontare storie: mostra anche quanto il cambiamento si costruisca insieme. Nelle varie sezioni si intrecciano voci e punti di vista differenti – su linguaggio, demografia, maternità, invecchiamento, ginecologia e guerra sul corpo delle donne – mettendo in dialogo esperienze pratiche, accademiche e personali. Le discriminazioni non si presentano mai da sole, e le risposte devono essere altrettanto collettive e integrate.Il libro si chiude con il Manifesto dei corpi liberi: non un elenco di regole, ma un testo collettivo che raccoglie idee per il futuro. Nato durante la Chiacchierata femminista del WeWorld Festival di Milano e arricchito dalle voci raccolte in questo volume, il Manifesto apre spazi di confronto e possibilità, più che offrire risposte definitive.«Il Manifesto dei corpi liberi non è il punto d'arrivo del libro, ma il racconto di un percorso. È nato dal piacere di scriversi e confrontarsi, dal riconoscersi nelle esperienze altrui e dal mettere in comune pratiche diverse per immaginare come stare meglio insieme. Sappiamo che non tutte le persone si ritroveranno in ogni punto, e va bene così: non vuole essere un testo definitivo, ma un riferimento aperto, a volte imperfetto, che invita a continuare il cammino. Perché l'esperienza corporea è universale, ma i modi in cui la viviamo dipendono anche da contesti sociali, economici e culturali. È da qui che nasce la possibilità di riconoscerci e costruire percorsi comuni.» Martina Albini, Coordinatrice centro studi WeWorld e curatrice del volumeUna presa di parola collettivaIn Rivolta non è un saggio neutro: è un atto politico, scritto dalla parte dei corpi marginalizzati – grassi, queer, trans*, disabili, razzializzati, migranti – che reclamano dignità, spazio e autodeterminazione. Nasce per amplificare voci che troppo spesso restano ai margini.Racconta storie di corpi che subiscono pressioni e discriminazioni, ma anche di come, attraverso pratiche quotidiane, trovino modi per resistere e affermarsi. Insieme, tutte queste esperienze compongono un mosaico che mostra quanto la giustizia e la libertà passino sempre dai corpi, e quanto le battaglie personali e collettive siano legate tra loro.«Questo libro dimostra la forza della rete e della coralità: nessuna trasformazione è possibile da sole. Solo intrecciando voci diverse, mettendo in dialogo prospettive e pratiche, possiamo generare un cambiamento che sia davvero collettivo e a misura di tutte le persone.»Greta Nicolini, Head of Relations WeWorldL'invito che fa questo volume è di lasciarsi attraversare dalle storie raccontate e riconoscere che non parlano solo di “altre persone”, ma anche di noi. Significa raccogliere la forza che portano con sé e provare a tradurla nella vita di ogni giorno perché la rivolta non è un gesto isolato, ma un modo di vivere insieme, costruendo spazi di libertà condivisa.Non offre risposte facili, ma apre domande, visioni, possibilità. È un manifesto che invita ciascuna e ciascuno a unirsi alla rivolta dei corpi liberi. Contributi In Rivolta· Sara Manfredi, CHEAP – The M Word· Claudia Bellante, RACCOMTAMI – Sussurri. Dar es Salaam, Tanzania· Alessandra Vescio, giornalista freelance – Ai margini della cura· Francesca Palazzetti, Doula – Il consenso inizia dall'infanzia· Alessia Dulbecco, Pedagogista e formatrice – Autoerotico & Politico· Spazio Donna WeWorld San Basilio – Dove il corpo riprende parola· Georgina Orellano, sex worker e attivista – Puttana femminista, grazie alla collaborazione con Tlon· Vera Gheno, Sociolinguista - Ma che vuol dire?· Alessia Nobile, Scrittrice e attivista – Incastrata nel corpo di un maschio· Lara Lago, giornalista – Che cosa resta se togli la grassofobia?· Valentina Perniciaro, Fondatrice Tetrabondi – Sbilenchi e in rivolta· Somaia Sediqi, WeWorld Afghanistan – Essere viste· Liliana Gîscă, WeWorld Moldavia – Essere rom e sinti a Soroca· Fiorenza Sarzanini, Vicedirettrice Corriere della Sera – L'epidemia silenziosa· Francesca Fiore, MammadiMerda – Quando tutti se ne vanno· Donata Columbro, giornalista e divulgatrice – Tutta colpa delle donne?· Sarah Malnerich, Mammadimerda – Le altre non si lamentano così· Simonetta Sciandivasci, giornalista – Avere a che fare con un vuoto· Ilaria Maria Dondi, giornalista e scrittrice – SbaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Elegida como la palabra del año 2025 por Oxford, el rage bait describe el contenido diseñado para generar enojo y mantener a las personas enganchadas. Según Héctor Velis-Meza, este "cebo de ira" se ha convertido en una herramienta que algunos utilizan para impulsar interacción y negocio en redes sociales, donde las emociones intensas son la nueva moneda. Conduce Cecilia Rovaretti y Sebastián Esanola.
O famoso termo francês “Cru” aparece em rótulos de Borgonha, Champagne e Bordeaux, mas você sabe exatamente o que ele significa?
"Interprete NAATI da otto anni, il nativo di Catania ha abbandonato il mondo della finanza per dedicarsi a un'attività “la cui importanza sociale mi inorgoglisce”, racconta.
Este é só um trecho da aula completa da música "Girls Just Want to Have Fun" com Cyndi Lauper", que você encontra aqui no podcast "Aprenda Inglês com Música". Use a lupa do podcast para encontrar a aula completa para ouvir ;) Quer dar aquele up no seu inglês com a Teacher Milena ?
Te compartimos la entrevista con Richard Gere
Nesta mensagem, o Pr. Caleb Loureiro, com o texto em Filipenses, capítulo 1, versículos 20 ao 22, nos trás um reflexão sobre como viver uma vida que vale a pena.O apóstolo Paulo, ao escrever aos Filipenses, revela talvez um dos maiores níveis de maturidade espiritual que alguém pode alcançar. Em meio a prisões, incertezas e perigos, ele declara: “Para mim, o viver é Cristo, e o morrer é lucro.” (Fp 1:21)Essa não é uma frase bonita para ser citada; é uma convicção profunda, nascida de alguém que entendeu o verdadeiro propósito da vida.1. Viver é Cristo: A vida como missãoPaulo deixa claro que a vida só faz sentido quando Cristo é o centro.Não é viver com Cristo, nem para Cristo apenas — é viver Cristo.Significa que: Cristo é o motivo das nossas escolhas; Cristo é a direção dos nossos passos; Cristo é o conteúdo das nossas ações; Cristo é a razão da nossa existência.Quando Paulo diz “viver é Cristo”, ele está dizendo:“Se eu continuar vivendo, será para frutificar. Minha vida pertence a Ele.”E aqui está um ponto crucial: Viver não é sobreviver.Viver não é apenas existir.Viver não é só cumprir rotinas, pagar contas e esperar o próximo problema.Viver é Cristo significa viver com propósito, com missão, com frutos que glorificam a Ele.2. Morrer é lucro: A perspectiva eternaPara o mundo, morrer é perda.Mas para aquele que pertence a Cristo, morrer é lucro, porque significa estar para sempre com Ele.Paulo não via a morte como um fim, mas como um encontro.Não como derrota, mas como recompensa.Não como algo a temer, mas como algo que sela a vitória.E isso só é possível quando se entende que: Nada neste mundo vale mais do que Cristo; A eternidade é mais real do que a vida terrena; A nossa esperança não está aqui, mas Nele.3. O dilema de Paulo: ficar ou partirNos versículos 22 e 23, Paulo revela o conflito do coração:Se viver, frutifica; Se morrer, descansa com Cristo; De ambos os lados, ele vê propósito e vitória.Esse dilema não é medo — é maturidade.Paulo não está dividido entre vida e morte, mas entre serviço e encontro.Entre continuar a missão e finalmente ver Aquele por quem viveu.4. E nós?A grande pergunta é: O que é viver para nós hoje?Temos vivido Cristo… ou apenas vivido?Se tirassem nossos títulos, cargos, bens, planos e rotinas… o que sobraria?Sobraria Cristo?Se para nós, “morrer” ainda é sinônimo de perda, talvez seja porque viver ainda não se tornou Cristo.5. Conclusão: O convite de Filipenses 1:20–22 é simples e profundo: Faça de Cristo o centro da sua vida hoje… para que a eternidade seja o lucro de amanhã.Quando Cristo é nossa razão de viver, a vida é fruto, e a morte é vitória.Que possamos alcançar a maturidade de Paulo e declarar com convicção: “Viver é Cristo. E morrer… é lucro.”Se esta mensagem edificou a sua vida, surta e compartilhe com mais pessoas.Deus te abençoe!
1274. YouTube y podcasting vuelven a cruzarse en mi día a día y, una vez más, me obligan a detenerme un momento para reflexionar sobre qué significa realmente “triunfar” con un proyecto. Hoy he grabado este episodio casi sobre la bocina, algo poco habitual en mí desde que establecí un flujo de trabajo más estable, pero precisamente esta improvisación me ha venido de lujo para aterrizar una duda que cada vez escucho más entre creadores: ¿estamos teniendo éxito con nuestro podcast o simplemente estamos siguiendo el ritmo que una plataforma concreta quiere marcarnos? Esa pregunta me lleva inevitablemente a fijarme en YouTube, que parece estar colocándose como juez y parte del crecimiento de muchos proyectos sonoros. En estas últimas horas me he cruzado con dos contenidos que han coincidido en señalar el mismo tema: el empuje de YouTube sobre el formato. Por un lado, un post de Fran Izuzquiza hablando de un acuerdo entre Acast y Little Dot Studio para impulsar podcast a través de las herramientas de YouTube. Por otro, una entrega de la newsletter Podcast Strategy centrada exclusivamente en cómo acelerar el crecimiento de un canal de YouTube. Dos reflexiones distintas, dos contextos diferentes, pero un mensaje común: si quieres crecer, pasa por YouTube. La cuestión es… ¿queremos crecer como podcasters o como creadores de vídeos? Lo que plantea Fran en su post es totalmente acertado: estamos olvidando el porqué llegamos al podcasting. Muchos nos adentramos en este mundo para construir un camino propio, para desarrollar un formato donde la voz y el contenido mandan, no para bailar al ritmo de un algoritmo. Y, sin embargo, cada vez veo más podcast que miden su éxito por métricas que ni siquiera pertenecen al audio. Que un episodio tenga 5.000 visualizaciones en una red social no significa que 5.000 personas hayan escuchado tu podcast. Significa que has funcionado en esa red social. Y no es lo mismo. La reflexión continúa cuando leo los comentarios al post. AudioGen recuerda algo clave: cuando el crecimiento depende de un tercero, es un espejismo. YouTube, Amazon, TikTok… todos tienen estrategias perfectamente diseñadas para retener contenido y creadores. Cuando dependes por completo de su tráfico, también dependes de sus cambios de humor. Y eso, a largo plazo, destruye industrias enteras. No hay más que mirar la historia de los medios tradicionales con Facebook o Google News. A esta conversación se suma también Txema, que compara a estas plataformas con agujeros negros: lo que entra, ya no sale. Y la metáfora no puede ser más acertada. Si todo tu éxito está unido a una plataforma, si mañana esa plataforma decide penalizarte, ocultarte o directamente expulsarte, tu podcast desaparece con ella. Tu audiencia no es tuya. Tu canal no es tuyo. Tu contenido, en cierto modo, tampoco. Y precisamente por eso siempre insisto tanto en la multidistribución, en la importancia de mantener un feed propio, una web propia y un espacio propio donde tus oyentes puedan encontrarte sin depender de un algoritmo. Porque un podcast no es un vídeo. Un podcast no es un canal. Un podcast es un proyecto que debe resistir el tiempo, el contexto y la plataforma donde se escuche. El vídeo puede ayudarte, claro que sí, pero siempre como herramienta, nunca como timón. Después de repasar todo esto, lo más curioso es que la newsletter de Podcast Strategy ni siquiera habla de podcast en el titular. Todo gira en torno a optimizar vídeos, títulos, categorías, descripciones, metadatos y hojas de cálculo para que YouTube te quiera un poco más. Y está bien si quieres crecer en YouTube. Pero no confundamos tener éxito en YouTube con tener éxito en podcasting. Parece una obviedad, pero no lo es. Y cada día veo más creadores perdiendo el rumbo por culpa de este malentendido.Post en Linkedin de Fran Izuzquiza sobre el anuncio de Acast:https://www.linkedin.com/posts/izuzquiza_youtube-podcasts-are-big-business-in-the-activity-7401892930317266944-zYOgYouTube podcasts are big business. In the UK, Acast and Little Dot Studios are vying for a bigger piece.https://www.tubefilter.com/2025/12/02/youtube-podcast-acast-little-dot-studios-uk/How to grow YouTube views FASThttps://podcaststrategy.substack.com/p/this-grows-youtube-podcasts-fast_____________El ciclo 2026 de Podnights Madrid ya está en marcha y puedes apoyarlo a través de la campaña de Verkami. Consigue tu abono de temporada, podcast en directo, merchandising o patrocinio con descuento a través de este enlace: https://podnightsmadrid.com/_____________ ¡Gracias por pasarte 'Al otro lado del micrófono' un día más para seguir aprendiendo sobre podcasting! Si quieres descubrir cómo puedes unirte a la comunidad o a los diferentes canales donde está presente este podcast, te invito a visitar https://alotroladodelmicrofono.com/unete Además, puedes apoyar el proyecto mediante un pequeño impulso mensual, desde un granito de café mensual hasta un brunch digital. Descubre las diferentes opciones entrando en: https://alotroladodelmicrofono.com/cafe. También puedes apoyar el proyecto a través de tus compras en Amazon mediante mi enlace de afiliados https://alotroladodelmicrofono.com/amazon La voz que puedes escuchar en la intro del podcast es de Juan Navarro Torelló (PoniendoVoces) y el diseño visual es de Antonio Poveda. La dirección, grabación y locución corre a cargo de Jorge Marín. La sintonía que puedes escuchar en cada capítulo ha sido creada por Jason Show y se titula: 2 Above Zero. 'Al otro lado del micrófono' es una creación de EOVE Productora.
La culpa emocional es una de esas cargas invisibles que más pesan. No se ve, pero se siente en el pecho. No grita, pero susurra constantemente: “Podrías haberlo hecho mejor”, “Fue tu culpa”, “No mereces estar en paz”. La culpa aparece cuando creemos que deberíamos haber sido diferentes: más fuertes, más pacientes, más perfectos. Pero la verdad es que hiciste lo mejor que pudiste con lo que sabías en ese momento. Y eso también merece compasión. Sanar la culpa no significa justificar todo, sino entenderte, perdonarte y permitirte avanzar. Significa reconocer que eres humano/a, que te equivocaste como todos, y que aun así mereces seguir adelante sin castigos internos. ✨ La culpa te encadena al pasado… El perdón te abre la puerta al presente. ✨ Recuerda: no tienes que seguir cargando con algo que ya pasó. Mereces ligereza. Mereces paz. #CulpaEmocional #AutoCompasión #SanaciónEmocional #BienestarInterior #PsicologíaEmocional #PsicologoOnline #CrecimientoPersonal #Autoestima #CuidarLaMente #GestiónEmocional
QFELV (Tramo de 02:00 a 03:00) Víctor se ha anulado para complacer a su pareja. Una historia sobre la dependencia emocional, la manipulación y la importancia de recuperar la identidad antes de que sea demasiado tarde.
Puede que un bocadillo tirado en una cuneta de Cataluña haya sido el detonante de una crisis sanitaria, económica y diplomática. Se cree que el embutido estaba contaminado, que un jabalí se lo comió y se infectó de peste porcina africana, un virus que hace 30 años que no veíamos en España. La enfermedad no afecta a los humanos, pero puede golpear muy fuerte a la industria del cerdo, que mueve miles de millones. CRÉDITOS: Realizan: Víctor Rojo y Ana Fuentes Producción: Víctor Rojo y Ana Fuentes Presenta: Ana Fuentes Diseño de sonido: Nacho Taboada Edición: Ana Ribera Coordinación: José Juan Morales Dirección: Ana Alonso Sintonía: Jorge Magaz
Este é só um trecho da aula completa da música "Don't Start Now", com Dua Lipa, que você encontra aqui no podcast "Aprenda Inglês com Música". Use a lupa do podcast para encontrar a aula completa para ouvir ;) Quer dar aquele up no seu inglês com a Teacher Milena ?
El silencio, en la vida cristiana, no es vacío sino espacio para Dios: abstenerse voluntariamente del ruido y de hablar para que su Palabra ordene la mente, se aquiete el corazón y pueda oírse la voz de Cristo. No es huida, sino complemento de la comunión y el servicio; aclara motivos, corrige rumbos y devuelve sobriedad a los deseos. Practicado a diario en breves retiros, vuelve el interior tierra fértil donde crecen el discernimiento, la obediencia y la paz.
Scarica la mia guida ai Regali di Natale per favorire ilgioco autonomo, la creatività e la connessione.
¿Qué buscas? Por: Pastor Rolando Rodríguez Todos, en algún momento de la vida, buscamos algo: propósito, dirección, paz, seguridad. Pero, ¿sabías que Dios mismo nos enseña qué es lo que debemos buscar? 1. Buscar a Dios. Amós 5:4. Isaías 55:6–7. Buscar a Dios trae vida. Búscalo ahora, mientras Él pueda ser hallado. Para buscarlo, debo abandonar el pecado y los pensamientos malos. Solo en Dios hay misericordia verdadera. Dios es un Dios de perdón y solo Él puede limpiar toda maldad de nuestra vida. 2. Buscar primero el Reino de Dios. Mateo 6:33. Buscar su Reino debe ser nuestra prioridad. ¿Y qué significa buscar su Reino? Significa desear que Dios, sus principios y su voluntad se manifiesten en todas las áreas de nuestra vida: familia, trabajo, estudios, decisiones, proyectos y relaciones. Romanos 14:17. Buscar el Reino es buscar: lo justo, lo que da paz, lo que produce gozo; en la familia, trabajo, estudios, negocios, vacaciones… en todo. Significa no mentir, no robar, no engañar, no aprovecharse, no ser injusto ni hacer trampas. 3. Buscar la paz. Salmos 34:14. Hay paz cuando obedezco la Palabra. Hay paz cuando trato bien a los demás. Hay paz cuando obedezco las leyes humanas. Hay paz cuando pago lo que debo. Hay paz cuando no devuelvo mal por mal, es decir, cuando no me desquito. 4. Buscar a los perdidos. Ezequiel 34:4–5a. Dios quiere que busquemos y cuidemos a las ovejas: fortalecer al débil, curar al enfermo, vendar al quebrantado, traer de vuelta al que se ha descarriado, no tratar con dureza ni violencia a los demás y no enseñorearse de nadie. Ahora, ¿Qué NO debemos buscar? 1. No buscar tesoros terrenales como prioridad. Mateo 6:19 (NVI). No es malo tener bienes, pero no deben ser nuestra razón de vivir. Si Dios te permite tener algo, es para un propósito: hacer el bien. 2. No buscar ayuda en “Egipto” (el mundo). Isaías 31:1. No pongas tu confianza en el mundo, en la gente ni en tus habilidades. Busca primero a Dios. Que lo primero que busques, sea del Señor. La entrada ¿Qué buscas? – Ps. Rolando Rodríguez se publicó primero en Comunidad de Fe.
La Biblia de la Prospección B2B. El método, la estrategia y la mentalidad para generar más oportunidades de venta. Disponible en Amazon: https://amzn.to/42UZWIl En ventas, no solo importan las palabras. Tu cuerpo comunica antes, durante y después de cualquier conversación comercial. Y puede ayudarte a generar más confianza, más seguridad y más resultados. O todo lo contrario. En este episodio te hablo de cómo los microgestos influyen en el proceso de venta profesional. Desde la postura, la mirada o la forma de saludar, hasta esos pequeños movimientos que, bien utilizados, refuerzan tu mensaje sin necesidad de decir más. Descubrirás: • Qué expresiones y gestos acompañan mejor a cada fase de la venta: apertura, descubrimiento, presentación y cierre • Cómo mostrar seguridad sin parecer arrogante • La clave de la autoridad relajada (y cómo trabajarla) • Qué hacer con tus manos, tu sonrisa o tu mirada en una reunión con potenciales clientes • Qué gestos están transmitiendo inseguridad sin que lo sepas • Cómo entrenar tu comunicación no verbal sin dejar de ser tú La venta es conexión, y tu cuerpo puede ser tu mejor herramienta para reforzar esa conexión con el cliente. Vender más no significa más esfuerzo. Significa más estrategia y el uso adecuado de las herramientas a tu alcance. Accede a todos mis recursos gratuitos: https://eticacomercial.com/recursos Suscríbete a la newsletter diaria: https://eticacomercial.com/newsletter Descubre el curso Simplemente Vende: https://eticacomercial.com/simplemente-vende
Lisa Sánchez, Directora de México Unido contra la delincuencia
Enrique Quintana
En este episodio exploro el concepto del "entre más tienes, más valioso eres" y las peligrosas ganas de estar comprando cosas materiales todo el tiempo. Cómo nunca nos terminamos de sentir suficientes y esto se vuelve una bola de nieve que solo te termina angustiando por tener que producir más para pagar tu tarjeta de crédito. Déjame en los comentarios qué opinas y espero te guste el episodio!Amor,Daniela Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
Três vozes femininas; Silvia Renda, presidente da Presidente da Associação de Mulheres Portuguesas na Austrália (PAWA), Alba Chliakhtine, diretora da Abrisa (Associação de Brasileiros em VIctoria) e Andrea Pereira Rabelo, especialista na área de Cuidados aos Idosos, falam sobre o que significa cuidar da saúde e envelhecer com dignidade, equilíbrio e pertencimento em um país diverso como a Austrália. Direto da Conferência Nacional de Saúde e Bem-Estar Multicultural 2025.
Este é só um trecho da aula completa da música "Hello", com Lionel Richie, que você encontra aqui no podcast "Aprenda Inglês com Música". Use a lupa do podcast para encontrar a aula completa para ouvir ;) Quer dar aquele up no seu inglês com a Teacher Milena ?
¿Por qué otra vez Epstein?Subscríbete a nuestro canal en Rumble: https://rumble.com/c/divulgaciontotal
Bienvenidos a FailAgain, una newsletter / podcast sobre crear contenido y estrategia.Suscriptor me pregunta: “Guillermo, ¿todos tus guiones son hechos con inteligencia artificial o solo este último?”Me entraron ganas de ir a buscarlo a su casa. Pero después de reflexionar un poco, tiene sentido su pregunta. Te recomiendo que escuches la versión extendida en formato pódcast de este contenido.Yo también me subí al carroTodos los que empezamos a trabajar con ChatGPT o Claude desde el principio lo vimos claro: el contenido que publicaban estas herramientas era útil, con buena estructura, y muy parecido a lo que podríamos crear manualmente.Y te subes fácil a ese carro.Si no hay tanta diferencia entre lo que publico (y me cuesta 3-4 horas) y lo que me da la herramienta en 5 minutos… ¿por qué no usarlo?Es un fallo en el que hemos caído todos.En el proceso he aprendido muchas cosas. Y sobre todo, he aprendido qué NO hay que hacer con IA.La IA como el mejor becario del mundoPiensa en la IA como un becario:* No se cansa* No tiene horarios* Es superrápido* Tiene conocimiento prácticamente enciclopédicoPero no tiene ningún criterio.Y esto es supertramposo. Porque parece que sí lo tiene.Puedes pedirle cualquier cosa y siempre tiene respuesta. Siempre tiene un enfoque.Pero, ¿de quién es ese enfoque?Si delegas el criterio, te estás quitando del medio. Te vuelves irrelevante en un proyecto donde se supone que tú eres la pieza clave.Nosotros como creadores tenemos que aportar una capa absolutamente necesaria: criterio, enfoque, dirección.¿Significa esto que no puedes usar IA?No.Si tardo 6 horas en hacer un guión completo y mi competencia tarda 20 minutos porque usa IA correctamente, estoy muerto.No es hacer trampa. Es sobrevivir.Hay que hacer que estas herramientas funcionen a nuestro lado como compañeros, como ese becario que es el mejor del mundo.Patrocinador de la semana: HostGatorHablando de herramientas que eliminan fricción técnica para que tú puedas centrarte en crear.Uno de los mayores frenos que veo en mi audiencia es el miedo a montar la web propia. “Es que no sé código”, “es que WordPress es difícil”.HostGator ha sacado un constructor de sitios con IA que elimina esa excusa de un plumazo. Literalmente respondes a unas preguntas sobre tu proyecto y la IA te monta la estructura, el diseño y los textos base en minutos. Tienes la potencia de WordPress sin el dolor de cabeza de la configuración inicial.Les he pedido un descuento bestia para los que siguen FailAgain y se han portado:
La FAA emite alerta sobre Venezuela; experto analiza posibles escenarios militares y políticos.
====================================================SUSCRIBETEhttps://www.youtube.com/channel/UCNpffyr-7_zP1x1lS89ByaQ?sub_confirmation=1==================================================== DEVOCIÓN MATUTINA PARA JÓVENES 2025“HOY ES TENDENCIA”Narrado por: Daniel RamosDesde: Connecticut, USAUna cortesía de DR'Ministries y Canaan Seventh-Day Adventist Church===================|| www.drministries.org ||===================22 de NoviembreInsustituible«Así que, somos embajadores en nombre de Cristo, como si Dios rogara por medio de nosotros; os rogamos en nombre de Cristo: Reconciliaos con Dios». 2 Corintios 5: 20, RV95Entre finales de 2022 e inicios de 2023 estuvo muy de moda el oxímoron «inteligencia artificial». Todo comenzó con el estreno de la cuarta versión de ChatGPT, de la compañía Open Al. El salto que ha dado esta tecnología en años recientes ha dado paso a mucha especulación sobre cómo la inteligencia artificial impactará nuestro futuro, especialmente el mercado laboral.Cada nueva tecnología que desarrollamos desplaza millones de empleos. Por ejemplo, cuando era joven tenía que ir a una agencia de viajes para comprar un pasaje aéreo; hoy, solo con tocar unas cuantas veces la pantalla de mi celular puedo hacerlo por cuenta propia. En un artículo publicado en Business Insider, Aarón Mok y Jacob Zinkula señalan los trabajos que tienen el mayor riesgo de ser reemplazados por la inteligencia artificial. Entre ellos se encuentran: programadores, representantes de servicio al cliente, periodistas, profesores, asesores financieros, contadores y diseñadores gráficos.ChatGPT es tan capaz que el rabino Josh Franklin le pidió que escribiera un sermón, lo predicó en su sinagoga y cuando le preguntó a la congregación quién pensaban ellos que había escrito el sermón, la mayoría dijo que había sido Jonathan Sacks, el predicador judío de mayor renombre de las últimas dos décadas.¿Significa eso que la inteligencia artificial puede sustituirme como cristiano? ¡Absolutamente no! Aunque ChatGPT puede escribir un sermón bien articulado y que se apegue al texto bíblico, en el versículo de hoy Pablo dice que los cristianos somos más que máquinas repetidoras del mensaje, somos «embajadores» de parte de Dios. Cuando compartes a Jesús con otros, es el propio Dios que habla a través de ti. Esto es más que la recolección, organización y presentación de la información. Hablar de Jesús requiere que tengas una relación personal con él.Tal vez una computadora pueda redactar un mensaje mejor que tú y que yo, pero nunca podrá sustituir tu experiencia de salvación ni la forma en la que has experimentado el poder de Dios en tu vida. Y eso hace que como cristiano seas insustituible.
Enrique Quintana
El Pastor Carlos Stahl aborda el tema de la sujeción dentro del matrimonio.
====================================================https://www.youtube.com/channel/UCNpffyr-7_zP1x1lS89ByaQ?sub_confirmation=1====================================================DEVOCIÓN MATUTINA PARA JOVENCITAS“PRINCESA”Narrado por: Sirley DelgadilloDesde: Bucaramanga, ColombiaUna cortesía de DR'Ministries y Canaan Seventh-Day Adventist Church===================|| www.drministries.org ||===================21 DE NOVIEMBREUN CAPÍTULO “y servirán como señal entre ustedes. En el futuro, cuando sus hijos les pregunten: “¿Por qué están estas piedras aquí?”, ustedes les responderán: “El día en que el arca del pacto del Señor cruzó el Jordán, las aguas del río se dividieron frente a ella. Para nosotros los israelitas, estas piedras que están aquí son un recuerdo permanente de aquella gran hazaña”». Josué 4:6-7 La fe se reduce a la voluntad de confiar en Dios sin saber el final de la historia. Significa que confiamos en las promesas de Dios aunque no sepamos cómo las va a cumplir. Hace siglos, Josué enfrentó el mismo problema de confiar en Dios sin saber el resultado. Dios le dijo que marchara con los soldados israelitas alrededor de la ciudad de Jericó en completo silencio, una vez al día durante seis días. El séptimo día debían marchar alrededor de la ciudad siete veces. Entonces los sacerdotes debían tocar los cuernos de sus carneros y los soldados gritar. Cuando su ejército hizo lo que Dios le había ordenado, Josué vio que los muros de Jericó se derrumbaron. Es fácil concentrarse en un solo capítulo de nuestra historia y olvidar las muchas provisiones de Dios. Pero el Señor quiere que tengamos en mente el panorama general, recordando sus oraciones contestadas. ¿Vale la pena comenzar un diario, como el monumento de piedra de Josué, que le recuerde la confiabilidad de Dios?
El crecimiento económico de Colombia sorprendió en el tercer trimestre con una variación de 3,6%, por encima del 3,2% esperado, sugiriendo una dinámica más sólida de lo anticipado. Pero ¿Qué hay realmente detrás de este resultado? ¿Estamos viendo un impulso sostenible o solo un rebote temporal? En este episodio analizo las fuerzas que explican el dato, sus implicaciones para el futuro y qué señales deberíamos vigilar, todo con la claridad y precisión del estilo Gandini Análisis.Suscríbanse a mi newsletter para contenido exclusivo: https://gandinianalisis.substack.com/subscribe Nota AmChan: https://amchamcolombia.co/noticias-colombia/estados-unidos-deja-libres-de-arancel-el-72-de-las-exportaciones-de-colombia/ En Gandini Análisis creo análisis especializados, como webinars, columnas, cursos y conferencias sobre temas de mercados financieros, economía, geopolítica y como conectan todos. Si les interesa contáctenme. Nota importante: Ningún episodio de este podcast ni las opiniones expresadas en él deben interpretarse como recomendaciones de inversión.
Ser guiados por el Espíritu es un aspecto integral de nuestra nueva identidad como hijos amados de Dios.
Michelle ha 44 anni ed è cresciuta a Salerno in un palazzo “bene”, abitato da avvocati, notai e professori universitari, in uno dei quartieri più facoltosi della città. La sua realtà quotidiana, però, è di tutt'altro genere. I soldi, in casa sua, non bastano mai. Il padre passa da un lavoro all'altro, la madre—francese, senza rete né lingua—resta a casa. Per Michelle bambina, la sensazione è quella di vivere sempre un passo indietro. «Le mie amiche andavano tutte a danza o in palestra, ma io non potevo. Mi bastava accompagnarle fino alla porta per sentirmi un po' parte di quell'universo. Poi, quando mi chiudevano la porta della palestra in faccia — perché giustamente dovevano ballare o allenarsi — sentivo davvero quel senso di solitudine. I soldi hanno sempre rappresentato la linea di demarcazione tra me e loro».Quando la famiglia si trasferisce in provincia, a Bellizzi, la distanza sociale si attenua e Michelle ritrova un po' di equilibrio. Finito il liceo, si iscrive a Scienze della Comunicazione con il sogno di diventare giornalista. Il suo obiettivo è semplice: riscattare quella sensazione di svantaggio che la accompagna dall'infanzia. Ma presto arriva la realtà del Sud post-universitario a spegnere le sue ambizioni: accantona il sogno giornalistico e inanella una serie di lavori precari, l'ultimo dei quali dura tre anni, in Feltrinelli. E termina con un licenziamento. Ogni volta che pensa di essersi stabilizzata, qualcosa cede. È il suo “copione finanziario”, come direbbe lo studioso Brad Klontz: un'eredità emotiva che ti dice che la stabilità è provvisoria.Intanto Michelle si sposa, diventa madre, e nel 2012 tenta la strada imprenditoriale. Apre un bistrot letterario assieme a due socie, con un finanziamento pubblico: un luogo vibrante, pieno di eventi, ma dove lei guadagna 600 euro al mese lavorando 13 ore al giorno. Dopo cinque anni lascia l'attività. A quel punto intraprende un dottorato triennale in moda e digital transformation. Ma di nuovo la strada si restringe: l'Italia abolisce gli assegni di ricerca ma non finanzia i nuovi contratti, lasciando centinaia di ricercatori in un limbo retribuito a malapena.Oggi Michelle attende l'esito di un progetto di ricerca finanziato dall'Europa e, nel frattempo, ha aperto la Partita Iva e si occupa di formazione aziendale. Sa di valere, lo vede nel lavoro, nello studio, nella costanza con cui si è reinventata, ma fatica ancora a conciliare questo valore con un'incertezza economica che continua a pesare sulla sua vita. «Vivere nella precarietà economica mi fa soffrire, perché è qualcosa che non merito, soprattutto per le capacità e le competenze che ho maturato».
Cherchita gaming semanal activa
El presidente del Gobierno en Radio 3. Vestido con una camiseta negra, una cazadora negra, en un tono distendido y cercano, justo en el momento en el que en el Tribunal Supremo decían “visto para sentencia” en el juicio al fiscal general del Estado… Pedro Sánchez se fue a Radio 3, la emisora musical de Radio Nacional de España. ¿A qué? A hablar de lo que todo el mundo habla: de Rosalía. Pero en ese gesto, se esconden muchas más cosas. Muchas personas han comparado esta visita a la radio pública con la que Sánchez hizo al podcast ‘La pija y la quinqui’. Eso fue en 2023, en la campaña electoral del 23J. ¿Significa eso que Pedro Sánchez va a convocar elecciones anticipadas? Lo abordamos con los periodistas de elDiario.es José Enrique Monrosi e Irene Castro y con el consultor político y director de Cámara Cívica, Manu Rodríguez. *** Envíanos una nota de voz por Whatsapp contándonos alguna historia que conozcas o algún sonido que tengas cerca y que te llame la atención. Lo importante es que sea algo que tenga que ver contigo. Guárdanos en la agenda como “Un tema Al día”. El número es el 699 518 743See omnystudio.com/listener for privacy information.
Enrique Quintana
El Pastor Carlos Stahl aborda lo que Jesús quiso decir cuando dijjo "Deja que los muertos entierren a sus muertos"
Enrique Quintana
He querido grabar este episodio como respuesta a algo que escucho con muchísima frecuencia:
En esta ocasión hablamos de los artistas legendarios que para mantener su relevancia recurren a hacer el ridículo. Además, conversamos sobre la experiencia de Daniel en terapia, nuestras caras de recién despertados y cómo Leo se leyó el Tarot con ChatGPT. GRACIAS A: MERU, la billetera digital global que te permite manejar tu dinero sin fronteras. Usa el código EDN. Descárgala aquí https://getmeru.com/referrals/?referralCode=EDN y mira lo fácil que es enviar dinero a LATAM y usar tu IBAN desde la app. Si quieres ver más contenido de Escuela de Nada, suscríbete a Patreon donde por $6 al mes tendrás acceso a un episodio exclusivo cada viernes. También podrás elegir el tópico principal de un episodio al mes en nuestro Tema de Oro y además tendrás acceso a los primeros 200 episodios del podcast. https://www.patreon.com/escueladenada Escúchanos en Spotify https://open.spotify.com/show/4xOM98A8Es30eGevw6tYwe?si=QwORHX8BTMyzKxJOa9_oZQ&dl_branch=1 Y por último, síguenos en nuestras redes sociales: ESCUELA DE NADA Instagram: https://www.instagram.com/escueladenada/ Twitter: https://twitter.com/escueladenada Tik Tok: https://www.tiktok.com/@escueladenada Facebook: https://www.facebook.com/escueladenada Discord: https://discord.com/invite/S8bYM6A Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
"Abstende-vos de toda a aparência do mal.E o mesmo Deus de Paz vos santifique EM TUDO; e todo o vosso ESPÍRITO, e ALMA, e CORPO, sejam plenamente conservados irrepreensíveis para a vinda de nosso Senhor Jesus Cristo." I Tessalonicenses 5:22-23"E, tomando o pão, e havendo dado graças, partiu-o, e deu-lho, dizendo: Isto é o Meu corpo, que por vós é dado; fazei isto em Memória de Mim. Semelhantemente, tomou o cálice, depois da ceia, dizendo: Este cálice é o Novo Testamento no Meu sangue, que é derramado por vós." Lucas 22:19-20