La storia di Hollywood ha inizio oltre un secolo fa, quando il cinema americano si stabilì dove è ancora oggi. Sin dalle origini, quel quartiere della 'Città degli Angeli' è stato definito la "fabbrica dei sogni", dove l'anima industriale e quella artistica sono andate sempre di pari passo, tra operazioni spietate e folli esperimenti, fatti per creare film memorabili, che hanno cambiato l'immaginario del mondo intero. Un universo luminoso e splendente in superficie, capace di distruggere artisti che non ne hanno rispettato le regole. Scritto e narrato da Antonio Monda, questo podcast è il racconto dei retroscena, delle contraddizioni, degli errori e orrori, ma anche la grandezza e la capacità di rinnovarsi costantemente. Dalla rivoluzione del sonoro alla nascita della nuova Hollywood degli anni 70, dal maccartismo al politically correct. Dalla storia tragica di chi ne è rimasto schiacciato alla capacità di rappresentare sempre comunque un mito. Antonio Monda è uno scrittore, direttore artistico e conduttore televisivo. Insegna presso il Film and Television Department della New York University e collabora a varie testate giornalistiche, tra le quali La Repubblica, The Hollywood Reporter e RAINews 24. In precedenza ha scritto anche su Il Mattino, La Stampa e sulla Rivista dei Libri/The New York Review of Books.
Com’è la Hollywood di oggi? Com’è cambiata, se davvero è cambiata? Ripensando ai primi centoventi anni di cinema americano, si ha la sensazione di aver sempre assistito all’eterno ritorno dell’identico, anche dopo passaggi rivoluzionari come la fine del sonoro o dello studio system. La mentalità della struttura di potere è rimasta, le major sono diventate parte di giganteschi conglomerati, internazionali con un differente core business. Non sono cambiati la spietatezza, il cinismo, il glamour e la formidabile professionalità. Insomma Hollywood è uno dei luoghi dove sembra concretizzarsi la massima del Gattopardo secondo cui è necessario cambiare tutto per non cambiare niente. Eppure, recentemente, forse qualcosa è cambiato.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Hollywood negli anni Settanta è stata resa grande da alcuni autori che sono ancora in attività, come Francis Ford Coppola o Martin Scorsese. Il ricambio generazionale è avvenuto grazie a una nuova leva di artisti, in alcuni casi legata a quella della Hollywood Renaissance da vincoli familiari come per Sofia Coppola, ma ve ne sono tanti altri tra cui i magnifici Anderson (Paul Thomas e Wes, Spike Jonze e gli inglesi Sam Mendes e Christopher Nolan. Inoltre, non si può tralasciare l’ascesa di un artista straordinario come Quentin Tarantino, o quella di una casa di produzione che ha realizzato alcune delle pellicole più entusiasmanti degli ultimi decenni: la Pixar.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Nonostante il cinema di Hollywood sia basato su una concezione industriale, regolata dalla logica del profitto, ciò non ha impedito che venissero realizzati film bellissimi e autentici capolavori. La storia ha visto però anche artisti di grandissimo talento non riuscire a trovare il modo di dialogare con i produttori per l’incapacità reciproca di riuscire a conciliare la ricerca del profitto con quella dell’arte. Così, l’orgoglio di alcuni registi si è scontrato con la brutale valutazione commerciale, distruggendo la loro carriera e a volte anche la loro esistenza.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Ci sono battute memorabili che hanno segnato la storia di Hollywood. Le frasi più celebri del cinema spesso risultano impronunciabili e forse anche ridicole nella vita quotidiana, ma sono perfette nella loro dimensione eroica, più grande della vita. Nel 1998 l’American Film Institute lancia l’idea di eleggere il miglior film americano e lì si è comincia a parlare delle migliori battute di tutti i tempi, con scelte che vanno dal debutto del cinema sonoro con “Aspettate un attimo: non avete ancora sentito nulla”, pronunciata da Al Jolson nel Cantante di Jazz, a “Il mio Tesoro”, sibilata da Gollum nel Signore degli Anelli.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Non c’è persona che arrivi per la prima volta a New York e non abbia la sensazione di trovarsi in un film. Sono innumerevoli le pellicole che l’hanno scelta come scenario e ne hanno raccontato gli aspetti più vari. Le mille luci di Manhattan si sono accese a illuminare tante storie: da Io e Annie di Woody Allen, a Taxi driver di Martin Scorsese, passando anche per l’intramontabile La febbre del sabato sera diretto da John Badham.See omnystudio.com/listener for privacy information.
A proposito di cast, registi e protagonisti dei film, sono molte le storie che hanno caratterizzato le scelte hollywoodiane. Decisioni a volte avventurose, tra clamorosi errori di miopia, occasioni fortuite o intuizioni folgoranti, che oggi ci consentono di ripercorrere l’intera storia del cinema americano attraverso il riflesso di una improbabile, quanto suggestiva, storia virtuale.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Il cinema western è il più americano dei generi perché affonda le proprie radici nelle fondamenta stesse della cultura statunitense. Negli ultimi anni abbiamo assistito a rinascite occasionali di questo genere, anche a firma di registi insospettabili come Quentin Tarantino e Jane Campion, mentre Steven Spielberg, nel finale di The Fabelmans, racconta l’incontro con il grande regista John Ford. L’episodio, realmente accaduto, testimonia la sensazione di trovarsi a confronto con il cinema stesso e con chi ha contribuito a rendere il western il più grande affresco epico con ambientazione americana.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Ci sono due elementi fondamentali non trascurabili nella costruzione del mito hollywoodiano: la scelta del titolo e la tag-line. La seconda è la breve frase che accompagna, nei poster e a volte anche nei trailer, il lancio dei film. Molto spesso la scelta finale è il risultato di infinite ricerche e riunioni. É interessante analizzare come in entrambi i casi la traduzione italiana a volte ne abbia mortificato l’efficacia iniziale o addirittura tradito il senso, e solo raramente l’abbia migliorato.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Da sempre Hollywood racconta il mondo della politica, raramente però è stato partitico: ha preferito concentrarsi su storie particolari o personaggi esemplari. Così, da Life of Abraham Lincoln, di Phil Rosen, uscito nel 1908, a Jfk di Oliver Stone, il cinema politico americano si conferma soprattutto di tipo autobiografico. Alcuni periodi hanno poi trovato maggior spazio nella narrazione, come gli anni Settanta, segnati da pellicole caratterizzate dall’amarezza e dal disincanto, o gli anni Novanta, giudicati con durezza e marcate prese di posizione.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Nella Hollywood di oggi il tema dell’omosessualità non costituisce più alcun tabù. Ma non è sempre stato così e per comprendere come siamo arrivati a quel che vediamo oggi sullo schermo, è bene ripercorrere quanto successo storicamente nel cinema americano e non solo, spesso sottotraccia o, il più delle volte, attraverso una rappresentazione negativa, spesso caricaturale e stigmatizzante delle persone omosessuali. Passando da “Ben-Hur“ ai “Vitelloni“ e molti altri celebri titoli.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Gli anni Settanta sono stati un periodo irripetibile, segnato da una rivoluzione artistica e industriale, passata alla storia come 'Hollywood Renaissance', ovvero il Rinascimento hollywoodiano. Sebbene fosse chiaro a tutti che registi come Martin Scorsese, Brian De Palma, Steven Spielberg, George Lucas, Michael Cimino e Francis Ford Coppola si sarebbero affermati, nessuno poteva immaginare quanto sarebbero arrivati lontano, e come avrebbero cambiato in maniera irreversibile, il cinema mondiale.See omnystudio.com/listener for privacy information.
I film con temi dichiaratamente spirituali faticano ad attrarre il pubblico cinematografico. Da sempre sono pochi i produttori che accettano di finanziare pellicole su religiosi o santi, e questo vale soprattutto a Hollywood. Negli ultimi anni è stato esemplare il caso di Silence, che Martin Scorsese è riuscito a realizzare dopo aver atteso quasi trent'anni, e grazie al successo ottenuto dal film precedente, Wolf of Wall Street.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Dalla fine degli anni Ottanta il termine “politically correct” è entrato prepotentemente nel linguaggio comune americano, tanto da essere spesso utilizzato nelle conversazioni quotidiane, e nel cinema ha apportato limitazioni significative. Con C'era una volta in America, del 1984, Sergio Leone offre una prima chiave di lettura per analizzare lo scontro tra l'indispensabile libertà espressiva dell'artista e i limiti del politically correct, che poi segnerà molte produzioni successiveSee omnystudio.com/listener for privacy information.
Cosa ruota intorno alla notte più importante di Hollywood? Raccontiamo qui tutto (o quasi) sugli Oscar: momento fondamentale per le fortune commerciali delle major, tanto da determinare il momento delle programmazioni e degli investimenti nelle campagne pubblicitarie, e passaggio cruciale per la nascita, la scomparsa e il recupero di divi, comprimari e stelline. Tante le celebrazioni azzeccate e tante le "dimenticanze", si pensi a Orson Welles, morto senza aver mai ricevuto neppure un premio, e a Charlie Chaplin, che si è dovuto accontentare di quello alla carriera, a ottant'anni.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Il difficile periodo del maccartismo, quando negli anni ‘50 la "caccia alle streghe" ha sconvolto Hollywood sin nelle fondamenta, distruggendo carriere, amicizie e intere esistenze. Nel cupo clima generale, Hollywood ha rappresentato il luogo di maggiore visibilità del fenomeno, per via della popolarità dei nomi coinvolti. Molte le vittime, come Walter Bernstein, e molti coloro che hanno aiutato i perseguitati mettendo a repentaglio la propria carriera, come i registi Sidney Lumet e Arthur Penn.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Una riflessione sul rapporto tra la guerra reale e il racconto che ne fa il cinema hollywoodiano, tra contorni epici, eroici fino a una presa di coscienza più critica, che ha visto mettere in primo piano la denuncia e il dolore. Il "War movie".See omnystudio.com/listener for privacy information.
La storia del cinema presenta degli "anni di grazia", momenti in cui gli artisti e l'industria trovano la sinergia perfetta per creare capolavori, e a Hollywood questi due elementi sono sempre legati. Nell'edizione degli Oscar del 1975 i candidati come miglior regista erano Francis Ford Coppola (‘Il Padrino parte seconda'), Roman Polanski (‘Chinatown') Bob Fosse (‘Lenny'), John Cassavetes (‘Una moglie') e Francois Truffaut (‘Effetto Notte'). Facendo un passo indietro, altro periodo d'oro è stato quello tra il 1939 e il 1941, sugli schermi si videro diversi film straordinari, comprese due pellicole diversissime tra loro: ‘Quarto Potere' di Orson Welles e ‘Via col vento', di Victor Fleming.See omnystudio.com/listener for privacy information.
La storia di Hollywood da sempre si intreccia con quella dei suoi grandi scandali, raccontati da riviste e libri con alternanza di sensazionalismo e moralismo. Tra i più celebri, la triste storia di Dorothy Stratten, bellissima playmate uccisa nel 1980 dal marito. Molto famosa quella di Elizabeth Short, la Dalia Nera, alla quale James Ellroy ha dedicato un libro e Brian De Palma un film. Tra i grandi gialli, altre due vicende complesse: quella di Roscoe “Fatty” Arbukle, distrutto per un omicidio che non commise, e quella di Lana Turner, salvata da un crimine che probabilmente aveva compiuto.See omnystudio.com/listener for privacy information.
La pellicola "Il cantante di Jazz" del 1927, del regista Alan Crosland e interpretato dal cantante Al Jolson, segna la fine del cinema muto e l'inizio di una nuova fase della storia di Hollywood. Non fu facile arrivare a quello stravolgimento rivoluzionario "che incantava gli spettatori e li avvicinava ulteriormente alla realtà", infatti venne segnato da ben due morti celebri: quella di Rodolfo Valentino, il più grande divo del cinema muto, e quella di Sam Warner, il produttore che decise di scommettere sul sonoro contro la volontà dell'establishment hollywoodiano e dei suoi stessi fratelli, i celebri Warner Bros.See omnystudio.com/listener for privacy information.
La nascita di Hollywood si deve all'intuito e alla tenacia di Daeida Wilcox, donna dotata di "vision", la cui storia, tra alti e bassi, matrimoni e incontri, perdite e guadagni, darà il via alla creazione del sogno. L'impresa prosegue con un gruppo di "pellicciai ebrei", pionieri "della fabbrica del cinema" e fondatori delle più grandi case di produzione. Ma è negli anni '60 e '70 che si vive una fase straordinaria, quando sulla scena arrivano dei giovani cineasti, tra cui Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, Steven Spielberg e George Lucas, che sapranno innescare la cosiddetta “Hollywood Renaissance”.See omnystudio.com/listener for privacy information.
La storia di Hollywood ha inizio oltre un secolo fa, quando il cinema americano si stabilì dove è ancora oggi. Sin dalle origini quel quartiere della 'Citta' degli Angeli' è stato definito la “fabbrica dei sogni“, dove l'anima industriale e quella artistica sono andate sempre di pari passo, tra operazioni spietate e folli esperimenti, fatti per creare film memorabili, che hanno cambiato l'immaginario del mondo intero. Un universo luminoso e splendente in superficie, capace di distruggere artisti che non ne hanno rispettato le regole. Il racconto dei retroscena, delle contraddizioni, degli errori e orrori, ma anche la grandezza e la capacità di rinnovarsi costantemente. Dalla rivoluzione del sonoro alla nascita della nuova Hollywood degli anni 70, dal maccartismo al politically correct. Dalla storia tragica di chi ne è rimasto schiacciato alla capacità di rappresentare sempre comunque un mito. Antonio Monda è uno scrittore, direttore artistico e conduttore televisivo. Insegna presso il Film and Television Department della New York University e collabora a varie testate giornalistiche, tra le quali La Repubblica, The Hollywood Reporter e RAINews 24. In precedenza ha scritto anche su Il Mattino, La Stampa e sulla Rivista dei Libri/The New York Review of Books.See omnystudio.com/listener for privacy information.