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Nata a Genova nel 1961, Moana Pozzi è stata una delle figure più controverse e affascinanti dello spettacolo italiano. Dietro l'immagine della pornostar sicura di sé e della diva televisiva, si celava una donna determinata, colta e capace di trasformare il proprio corpo in simbolo di libertà e provocazione. Negli anni Ottanta e Novanta, mentre l'Italia si confrontava con un clima sociale conservatore, Moana infranse i tabù, approdando persino alla politica con il Partito dell'Amore. Nel 1994, la sua morte improvvisa a soli 33 anni, ufficialmente per un cancro al fegato, alimentò una scia di teorie alternative: chi sosteneva fosse morta di AIDS, chi parlava di un'esistenza segreta all'estero, chi di un complotto dei servizi segreti. Un mistero che, a distanza di trent'anni, continua ad alimentare fascino e interrogativi. Ma chi era davvero Moana Pozzi? E perché la sua figura resta così potente nell'immaginario collettivo italiano? Proviamo a scoprirlo insieme a Morena Rossi, copywriter, creative producer presso il gruppo Orange Media, ma soprattutto podcaster e autrice della serie “Icone”. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast Se vuoi ascoltarci senza filtri e sostenere il nostro lavoro, da oggi è possibile abbonarsi al nostro canale Patreon e accedere a contenuti bonus esclusivi tramite questo link: patreon.com/LucePodcast
Clementino torna con l’album “Grande anima”.Le ultime in ambito televisivo con Davide Maggio.In libreria per Bloodbuster Edizioni “Veneri sulla sabbia” di Valeria Raffa.In libreria per Odoya “Candy Candy Revolution. Psicosociologia, femminismi e pratiche intersezionali nell'anime culto degli anni Ottanta”, di Ariase Barretta.
Giuseppe Frazzetto"Mercuriale. Romanzi"Le Farfalle EdizioniRiflettendo sulle opere d'arte, a volte mi interrogavo sul rapporto fra le forme e il vissuto degli artisti. Ci sarà pur stato un giorno, negli anni Ottanta, in cui fui certo che quel rapporto fosse intessuto della stoffa del mito. Del resto, forse ognuno vive di un proprio mito – e forse gli artisti sono solo più rigorosi o più caotici degli altri. Scrivevo presentazioni di mostre, recensioni. Ma ogni tanto proponevo testi strani, in forma di dialogo o di racconto. Intanto continuavo a pensare al pensiero sul pensiero, a quel caotico/rigoroso pensiero del vissuto mitico che, mi pareva, doveva pur riuscire a mettersi per iscritto. Mi venne allora in mente di scrivere una specie di conte philosophique adeguato ai tempi. Già eravamo nei perplessi anni Novanta, epoca non ancora del tutto digitale, tempo di grandi inizi e di grandiosi e non visibili tramonti. Mi era cara un'idea di letteratura attenta (perfino in termini ossessivi) al proprio strutturarsi. Borges, Perec, Blanchot – e, in senso assai diverso, Zambrano. In seguito apparvero Bolaño e Foster Wallace. Immaginare a volte è semplice. Mi si presentarono due personaggi: un ragazzo incapace di comprendere cosa fare della propria vita e un suo amico, fornito di un dono, ma lucidamente deciso a non dar seguito alla propria vocazione – rinnegandosi, forse trovava una qualche forma di salvezza. Da studioso del mito, quella coppia di amici però non mi bastava. Attorno a loro apparve una folla di personaggi ulteriori, ognuno con la propria pena e la propria richiesta di pietà. Giacché la letteratura forse non è che questo: cercare il Bene, perdonandosi. Questo multiverso philosophique divenne il punto di partenza di numerose variazioni narrative e musicali. Infatti Mercuriale. Romanzi è parte del progetto Mercuriale transmediale, che si compone di varie proposte:a) Mercuriale. Romanzi, testo iniziato nel 1992;b) Il Signor Emme e l'Ora, performance/conferenza con musica, illuminotecnica, fotografie, mimi, 1993;c) Anadiomene, favola con musica, movimenti coreografici, recitativi, illuminotecnica, 1994;d) Apparizione di Buddy Buddy (inedita), suite strumentale, 1997-2002;e) Mercuriale. Note e glosse (inedita), raccolta di racconti, dialoghetti, liste ecc. inerenti alle vicende e ai personaggi dei «romanzi», dal 1999.Negli anni, solo cinque o sei persone hanno letto questi romanzi. Oggi decido di renderli pubblici, con la casa editrice fondata dal grande scomparso Angelo Scandurra e oggi curata dal figlio Vasco Scandurra.Giuseppe Frazzetto è un critico e uno storico dell'arte, uno studioso di estetica con sofisticate competenze pluridisciplinari, attento alle tematiche filosofiche, antropologiche e sociologiche che attraversano il tempo presente. Ha insegnato per vari decenni a Catania, presso l'Accademia di Belle Arti e l'Università degli studi. Ha scritto saggi (il più recente è Nuvole sul grattacielo. Saggio sull'apocalisse estetica, Quodlibet 2022) che investigano le forme dell'esperienza artistica e i mutamenti che l'atto creativo subisce ai nostri giorni, contraddistinti dalla pervasiva e sempre più efficiente tecnologia informatica, tra social media e intelligenza artificiale, la quale, con riguardo alla produzione di immagini, rende (ingannevolmente) tutti capaci di gesto artistico, sì da formarsi come un pulviscolo di esperienze estetiche, destituite di autorevolezza ma che mettono in crisi lo stesso principio di autorialità, tanto da rendere incombente la liquidazione di quelle pratiche dell'arte quali le generazioni del ‘900 avevano concepito. Adesso Frazzetto consegna alle stampe questo romanzo, Mercuriale. Dal saggio al romanzo il salto non è né agevole né breve: la scrittura d'invenzione è radicalmente diversa da quella, per così dire, di servizio impiegata nella compilazione dei lavori scientifici. L'esperienza letteraria, a ogni modo, non è mai stata del tutto estranea all'autore, anzi, si direbbe che è stata sempre presente nelle sue pagine, alla stregua di una tentazione a stento trattenuta, come l'ombra di un'eleganza stilistica: difatti i suoi scritti (tanto i saggi brevi quanto quelli estesi, o le presentazioni in catalogo o le curatele) si caratterizzano, tutti, seppure con gradi diversi, per una meticolosa attenzione ai costrutti concettuali, analitici fin quasi all'impersonalità nel metodo, ma formalmente curatissimi nel dettato, e non di rado composti alla maniera di una narrazione a sviluppo non lineare ma avanzante per gruppi di frasi minime e traslucide, ricolmi di pensiero, come politi aforismi, o come asserzioni al tempo stesso ermetiche e indiscutibili, come raffinati assiomi veritativi. Si rileva in Frazzetto una tendenza alla sperimentazione, dunque, che se è finora rimasta in penombra nella sua attività scrittoria, con questo Mercuriale viene pienamente allo scoperto.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Negli anni Settanta e Ottanta, l'Italia visse profondi cambiamenti sociali e culturali. Nonostante le tensioni politiche degli “anni di piombo”, nacquero nuove culture giovanili, cambiamenti nei costumi familiari e una grande fioritura artistica. Per chi studia l'italiano, conoscere questo periodo è fondamentale per capire l'identità italiana di oggi. L'Italia negli Anni '70 e '80: Un Viaggio nella Vita, Musica, Cultura e Famiglia del Belpaese La Vita Quotidiana tra Tradizione e Cambiamento La vita quotidiana degli italiani negli anni Settanta subì trasformazioni epocali. Il tradizionale modello di famiglia patriarcale iniziò a essere messo in discussione, mentre le donne conquistavano sempre maggiori spazi nella società. Nel 1975 fu approvata la riforma del diritto di famiglia, che riconobbe la parità tra coniugi e introdusse il concetto di potestà genitoriale condivisa. Le case italiane si riempirono di nuovi elettrodomestici: la lavatrice divenne comune anche nelle famiglie della classe media, mentre la televisione a colori iniziò a diffondersi alla fine del decennio. Il telefono fisso diventò un simbolo di status sociale, e molte famiglie facevano la fila per installarlo. Le cucine si modernizzarono con l'arrivo del frigorifero con freezer e dei primi forni a microonde, anche se questi ultimi rimanevano ancora un lusso per pochi. Un esempio tipico di giornata familiare negli anni Settanta iniziava con il caffè del mattino preparato con la moka Bialetti, diventata un'icona del design italiano. I bambini andavano a scuola spesso accompagnati a piedi dalle madri, mentre i padri si recavano al lavoro in Fiat 500 o 126, le automobili più popolari dell'epoca. La spesa si faceva ancora nei negozi di quartiere: dal fornaio per il pane fresco, dal macellaio per la carne, dal fruttivendolo per verdure e frutta di stagione. Una tipica conversazione dal fruttivendolo: "Buongiorno signora Maria, oggi cosa le servo?" - "Mi dia due chili di arance, un chilo di mele e mezzo chilo di banane, per favore." - "Ecco a Lei, sono 3.500 lire in totale." Notate come si usava ancora la lira italiana e i rapporti erano molto personali e cordiali. Quando arrivava un ospite inaspettato, era comune dire: "Ti faccio subito un caffè!" L'ospitalità italiana prevedeva sempre l'offerta immediata di caffè o qualcosa da mangiare. Era considerato maleducato non accettare almeno un caffè, anche se non si aveva voglia. La Rivoluzione Musicale: Dal Beat alla Nuova Canzone Italiana La musica italiana degli anni Settanta visse una vera e propria rivoluzione. Nacque il fenomeno dei cantautori, artisti che scrivevano e interpretavano le proprie canzoni, spesso con testi di forte impegno sociale e politico. Fabrizio De André pubblicò album leggendari come "Non al denaro non all'amore né al cielo" (1971) e "Rimini" (1978), raccontando storie di emarginati e outsider con una poesia che elevava la canzone a forma d'arte letteraria. Francesco Guccini divenne la voce della generazione del Sessantotto con brani come "Dio è morto" e "Locomotive", mentre Lucio Battisti rivoluzionò il pop italiano con melodie innovative e arrangiamenti sofisticati in collaborazione con il paroliere Giulio Rapetti, noto come Mogol. Canzoni come "Il mio canto libero" (1972) e "Amarsi un po'" (1977) entrarono nell'immaginario collettivo italiano. Gli anni Ottanta portarono una nuova ondata di energia con l'arrivo della new wave italiana. Vasco Rossi esplose sulla scena con "Colpa d'Alfredo" (1980) e "Vita spericolata" (1983), diventando l'idolo dei giovani con il suo rock anticonformista. Renato Zero conquistò il pubblico con spettacoli teatrali e costumi stravaganti, mentre gruppi come i Litfiba e gli Skiantos portarono il punk rock in Italia. La musica leggera trovò nuovi protagonisti in Adriano Celentano, che negli anni Settanta si reinventò come showman televisivo, e in Mina, considerata ancora oggi una delle voci più importanti della stori...
Il presidente del Napoli, ospite al Giffuni film festival, parla di cinema ma anche molto di calcio. Ne ha, al solito, per tutti! Dai debiti delle squadre, alla legge Bossi-Fini che limita, solo in Italia, l'arrivo di giocatori extracomunitari. Ma non solo calcio, spazio anche al Tour de France che, grazie o per colpa di Pogacar, sembra già finito. L'Italia di nuovo protagonista nel windsurf con la vittoria della medaglia di bronzo ai Campionati del mondo di Aarhus (Danimarca), di Nicolò Renna. Ne parliamo con Filippo Maria Ricci, giornalista della Gazzetta, Pieraugusto Stagi, al seguito del Tour e Nicolò Renna.Prima di chiudere un cenno alla storia della Viola basket di Reggio Calabria, che tra gli anni Ottanta e Novanta riuscì a competere, mentre impazzava una guerra di mafia, con le storiche e più blasonate piazze del Nord. Un podcast di Radio 24 ne ricorda la storia.
#electricdreams Vi ricordate che idea della tecnologia aveva la gente verso la metà degli anni Ottanta? Noi, qui, avevamo l'amico ricco che ci faceva giocare al suo Commodore 64 mentre a Hollywood si era già cominciato a cavalcare il topic raccontando storie fantasiose al limite della pura magia. I computer erano marchingegni oscuri che permettevano di fare cose ritenute prima impossibili per l'essere umano, certo, ma allo stesso tempo erano pericolosamente fallibili, se non in certe occasioni, mortali. Questo perché, di sicuro, erano macchine fredde, senz'anima, incapaci di provare emozioni. Come poteva uno strumento del genere sostituirsi al romanticismo, alla poesia, al nostro grande cuore palpitante di esseri umani? Saremo pure degli deboli e fallaci, ma siamo comunque sempre guidati da Dio e dalla purezza d'intenti. I computer ( questi cattivi che sono ), no. E se i computer provano ad essere come noi, se osano farlo; tranquilli, sarà sicuramente in maniera grottesca e stupida. Nel 1984 esce nelle sale Electric Dreams. Il film che racconta di un triangolo amoroso tra lui, lei, e un diabolico computer. Mentre il sentimento di lui per lei è bello e puro, quello che il computer prova per Virginia Madsen è freddo e perverso. Ne parliamo io e Magnum questa sera alle 21.45 durante la diretta dei Vintage People.
La Polonia è una delle squadre più temibii e affascinanti del calcio degli anni Settanta e Ottanta, grazie a campioni come Lubański, Deyna, Lato e Boniek. Ma al tempo stesso è anche uno dei paesi più problematici e instabili del blocco comunista: quello dove maturerà la caduta del socialismo est-europeo.LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:FRYC Adam, PONCZEK Mirosław, The Communist Rule in Polish Sport History, The International Journal of the History of SportSLOMINSKI Maciej, The power of football: the night Lech Wałęsa changed Poland for ever, The GuardianWOŹNIAK Wojciech, Match-Fixing in Polish Football: Historical Perspectives and Sociological Interpretations, The International Journal of the History of SportLa musica è "Lord of the Land" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link:https://pallonateinfaccia.com/https://www.facebook.com/pallonateinfacciabloghttps://twitter.com/pallonatefacciahttps://www.instagram.com/pallonateinfaccia/Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.comIscrivetevi alla newsletter THE BEAUTIFUL SHAME!COME SOSTENERE PALLONATE IN FACCIA
I palinsesti autunnali di La7 con Sebastiano Pucciarelli, co-conduttore di Tv Talk su Rai 3, lo leggiamo su Huffington Post. In occasione del 40° anniversario del Live Aid, esce “Live Aid: Il suono di un’era. Gli anni Ottanta e il sogno di un mondo migliore”, il nuovo libro di Gabriele Medeot edito da Tsunami. “Uomini cani gabbiani” è l'album d'esordio de Le Feste Antonacci. Il Festival di Castrocaro torna in Rai dopo quattro anni: la finale dell’edizione 2025 sarà trasmessa l’8 luglio. Con noi il patron Carlo Avarello.
Affrontiamo un tema che ciclicamente torna sotto i riflettori: il petrolio. “È stato il matrimonio fra il greggio, abbondante e a basso prezzo, e l'automobile a fare degli Stati Uniti l'economia leader del mondo negli anni Ottanta.” Jeremy Rifkin Sigla di Eric Buffat Per chi vuole acquistare i libri, il cui ricavato andrà totalmente in beneficenza: https://www.amazon.it/kindle-dbs/entity/author/B08FF1ZFV9 Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Armando Bonato Casolaro"Via dei Giardini"Meravigli Edizioniwww.meravigliedizioni.itUn avvincente thriller ambientato nella Milano dei giorni nostri.Un turbinio di vicende legate a un'eredità miliardaria – quella di Fernando Gallarani, uomo che ha creato quasi dal nulla uno degli imperi alimentari più importanti d'Europa – attorno a una potente famiglia della ricca borghesia cittadina, proprietaria di un sontuoso palazzo nell'esclusiva via dei Giardini, e che, pagina dopo pagina, si trasforma in una spirale di intrighi e delitti. All'ispettore De Martino dell'anticrimine, coadiuvato dalla vice Cavalleri, viene affidata un'indagine che si rivela particolarmente complicata, portando man mano alla luce ricchi affari spregiudicati e complicati intrecci sentimentali.Dietro i cancelli di quella lussuosa dimora del centro storico milanese, le dorate apparenze nascondono oscure realtà…Lo sapevate che… quando venne aperta, sul finire degli anni Trenta del secolo scorso, via dei Giardini attraversava i rigogliosi giardini – per l'appunto – dei nobili palazzi distribuiti lungo le vie Manzoni (già corsia del Giardino) e Borgonuovo, fra cui quelli di palazzo Borromeo d'Adda e di palazzo Perego di Cremnago.Armando Bonato Casolaro è nato a Milano nel 1946, ma ora vive prevalentemente a Verona. Negli anni Ottanta ha lavorato nel settore del fashion system come consulente: lavoro che gli ha consentito di viaggiare in diverse parti del mondo. Da quando ha abbandonato quell'ambito, si è dedicato alla sua grande passione, le “parole scritte”. Passato dal backstage del giornalismo – nel 1994 è entrato nella redazione de “La Voce” come correttore di bozze – nel 2008 ha esordito come romanziere con Viaggio con Jahan (Bonaccorso), al quale sono seguiti (tutti per Aurelia) Tre chicchi di caffè (2010), La giacca mimetica (2013) e Una vita un incontro (2015). A Parigi, dove ha vissuto per un certo periodo su una péniche ormeggiata all'ombra della Torre Eiffel, ha scritto la raccolta Histoires extraordinaires (2014, ristampata nel 2022 in versione italiana col titolo Storie di vita parigina). Rientrato in Italia, sono usciti Ultima birra al Curlies bar (2017, Historica), Basta solo che sorridi (2020, Historica) e L'ultimo dei Tomassian (2024, Bonaccorso). Ha inoltre collaborato a una sceneggiatura televisiva per Mediaset. Vincitore del concorso AlberoAndronico (Roma), è stato finalista del concorso Caffè letterario Moak (Comiso) e del festival Inventa un Film (Lenola, LT).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
La Disco Music nasce negli Stati Uniti all'inizio degli anni Settanta e presto trova nella discoteca il suo spazio d'espressione ideale. Attorno a questa musica si raccolgono dapprima soprattutto neri, altre minoranze etniche, femministe e omosessuali, mescolando divertimento e rivendicazioni; ma poi grazie a film come “La febbre del sabato sera” (1977) la Disco diventa un fenomeno di massa esteso a tutte le classi sociali, in tutto il mondo. La musica da discoteca lascia intravedere anche una nuova idea di società, del corpo, delle relazioni tra i sessi. Trasmessa ossessivamente da centinaia di radio private, declinata da famosi DJ, è la colonna sonora di una società in profonda e rapida trasformazione, decisa a lasciarsi alle spalle la Guerra fredda, l'austerità e il terrorismo. Paolo Morando ha sottolineato criticamente la profonda mutazione sociale in corso in quegli anni, mentre Enrico Petrilli ne ha difeso il contenuto progressivo. Infine Roberto Raineri-Seith racconta quando e come la nuova musica si affacciò anche in Canton Ticino. È quasi inevitabile chiedersi poi quanto siano cambiate da allora le forme del divertimento e, in forma ancora più radicale e forse nostalgica, se sappiamo ancora divertirci come negli anni Ottanta.
All'inizio degli anni Ottanta la Nuova Zelanda è conosciuta soprattutto per gli All Blacks, la sua fortissima squadra di rugby. Eppure ai Mondiali di calcio del 1982 il piccolo paese dell'Oceania vive una incredibile ribalta internazionale, in una storica di grande cambiamento. Rugby e calcio, in Nuova Zelanda, rappresentano due prospettive diverse sulla società.LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:GOUTH Nick, Loss of Identity: New Zealand Soccer, its Foundations and its Legacies, Soccer & SocietyKEANE W. F., 'Ex-pats' and 'Poofters': The New Zealand All Whites, Sport in SocietyLITTLE Charles, The Forgotten Game? A Reassessment of the Place of Soccer within New Zealand Society, Sport and Historiography, Soccer & SocietyLa musica è "Lord of the Land" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link:https://pallonateinfaccia.com/https://www.facebook.com/pallonateinfacciabloghttps://twitter.com/pallonatefacciahttps://www.instagram.com/pallonateinfaccia/Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.comIscrivetevi alla newsletter THE BEAUTIFUL SHAME!COME SOSTENERE PALLONATE IN FACCIA
Nella puntata di oggi vi porto in un viaggio che attraversa uno dei decenni più intensi e contraddittori della nostra storia contemporanea: dagli slogan utopici del Sessantotto alle vetrine luminose dell'Italia anni Ottanta. È l'epoca in cui i giovani si illudono di poter cambiare il mondo, armati di musica rock, sogni rivoluzionari e fiori tra i capelli. Ma è anche il tempo in cui la protesta si radicalizza, la tensione sale, e il piombo inizia a farsi sentire nelle piazze.E poi, tutto cambia di colpo: la rivoluzione cede il passo alla televisione. Con l'arrivo dei colori sullo schermo, muta il linguaggio, cambiano i valori, e il desiderio di trasformare il mondo lascia spazio alla voglia di consumarlo.Questa è una storia di generazioni a confronto, di passioni e disillusioni, di sogni collettivi e derive individuali. Dalla beat generation alla pubblicità, da Woodstock a Drive In: benvenuti in una puntata che racconta come l'immaginazione è andata al potere… e poi si è accomodata sul divano.
Chiara Correndo"Sul filo della lama"Memorie della disintegrazioneDavid WojnarowiczMiraggi Edizioniwww.miraggiedizioni.itTraduzione di Chiara CorrendoPostfazione di Jonathan BazziIn questo memoir urgente e denso, David Wojnarowicz offre uno spaccato violento e caleidoscopico sulla diffusione dell'Hiv in America e su cosa significhi essere omosessuale in una società, quella bigotta reaganiana degli anni Ottanta, dove domina il modello eteronormato della “ famigliola felice ” e in cui si reprime a colpi di leggi, sentenze, arresti e pestaggi la voce di chi vive ai margini.Sul filo della lama è un trip acido nel dolore, una sbronza in un dive bar sull'Hudson, un roadtrip furioso nella polvere dell'American Dream, raccontato attraverso una costellazione di capitoli dal taglio ora onirico ora fortemente politico, frutto di una vita dedicata a lottare per il diritto alla salute e alla corretta informazione e per il diritto di amare oltre ogni laccio sociale.Un'opera di un'intensità che scorre a fior di pelle.«David fu una vittima – del padre, dell'omofobia, del capitalismo, della sierofobia –, ma decise molto presto di rispondere alle ferite. E non esclusivamente per sé, in forma privata: tutta la sua produzione è una risposta pubblica, e per certi versi corale, alle molte forme dell'abuso di potere, all'ingiustizia quotidiana, ordinaria, affinché nessun altro debba più espiare colpe inesistenti. Leggere Wojnarowicz oggi significa rendersi conto che il dolore personale può trovare nell'azione estetica condivisa un canale per rendere deflagrante e memorabile il proprio messaggio. Molti di noi credo se ne siano dimenticati, travolti come siamo dalla bidimensionalità propagandistica del dibattito mediatico, ma giustizia e bellezza sono sorelle. Dare al dissenso un sigillo formale potente cambia tutto.» Jonathan BazziDavid Wojnarowicz, attivista omosessuale per i diritti delle persone con Hiv/Aids, è una delle voci più potenti e incendiarie della vibrante scena artistica newyorkese degli anni Ottanta. Nato nel 1954 a Red Bank (New Jersey), Wojnarowicz trascorse un'infanzia fatta di abusi ed espedienti. La violenza di questi primi anni e la forte vicinanza, fisica e spirituale, con un intero cosmo di “ emarginati ” gli consentirono tuttavia di sviluppare una riflessione particolarmente viva e intensa sulla solitudine, sull'amore e sulla bellezza della diversità. Fotografo, perfomer, visual artist e autore di diversi cortometraggi e libri, Wojnarowicz è stato un artista prolifico e poliedrico e le sue opere di forte denuncia sociale sono state esposte in contesti prestigiosi e internazionali tra i quali il Museo Reina Sofia di Madrid e il MoMA di New York. Wojnarowicz morì nel 1992 a New York per complicazioni correlate all'Aids a soli 37 anni.Chiara Correndo è nata a Carmagnola nel 1988. È assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza, dove insegna diritto hindu e lavora su questioni di genere e diritto di famiglia. Membro del comitato editoriale della rivista Daimon (diritto comparato delle religioni), è autrice di un volume su pluralismo giuridico e amministrazione locale della giustizia in India. Grande appassionata di letteratura, ha tradotto saggistica e, per la rivista letteraria Sud, la poesia “The Author” di Roger Salloch. Militante artistica, gattara e femminista, è “Fedele alla linea” da sempre.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Giancarlo Mecozzi"Maschi contro femmine"Il primo scioperoMomo Edizioniwww.momoedizioni.it«Tra i maschi e le femmine, nel 1985, la guerra era aperta e senza condizioni».Una storia degli anni Ottanta: la provincia, il comunismo, il pallone, i maschi e le femmine…Chi ha diritto al campetto? E, soprattutto, chi decide chi ha diritto a cosa? Nel cuore di una scuola elementare dell'Italia di provincia del 1985, scoppia un conflitto tanto innocente quanto esplosivo: i maschi vogliono giocare a calcio e le femmine rivendicano lo spazio che per troppo tempo è stato loro negato.Con uno stile brillante, comico ma affilato, Mecozzi ci riporta all'Italia colorata e confusa degli anni Ottanta, dove l'eco del Sessantotto si è ormai spenta ma le disuguaglianze di genere sono ancora ben radicate. E lo fa scegliendo lo sguardo di un bambino di dieci anni, protagonista di un'epica contesa tra diritti reali e simbolici, tra appartenenza e inclusione, tra maschi e femmine. Con l'aiuto delle note della sua analista, il protagonista (e l'autore con lui) affronta le distorsioni di una memoria collettiva spesso edulcorata, mettendo in discussione il mito dell'infanzia felice e neutra.Gianmarco Mecozzi è nato a Roma nel 1976. Tra i fondatori del progetto editoriale Momo, nel 2021 ha scritto Il maestro. Con lo pseudonimo Gina ha pubblicato Gli adulti fanno schifo, Genitori che puzzano e Aiutiamoli a casa loro.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Grazie agli studi della neurologa Candace Pert, avvenuti tra gli anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso, abbiamo una lettura "fisiologica" della "coazione a ripetere", quell'impulso inconscio a rivivere situazioni dolorose o traumatiche del passato, ripetendole nel presente nella speranza inconscia di riscriverne l'esito. In questo episodio ti porto questa lettura, che parla di una sorta di dipendenza cellulare dalle emozioni negative.Buon ascolto!
Anna Mallamo"Col buio me la vedo io"Einaudi Editorewww.einaudi.itLucia ha sedici anni e un cognome - Carbone - che spegne il suo nome, «come il nero e la luce, come la rabbia e l'amore». Del resto, ogni cosa sembra presentarsi doppia ai suoi occhi: maschile e femminile, ad esempio, o corpo e mente. E, soprattutto, il mondo di sopra, quello che abita ogni giorno con la sua famiglia, e il mondo di sotto: la buia cantina in cui ha rinchiuso Rosario dopo averlo rapito. In questo libro magnetico tutto è imprevedibile, perché tutto, proprio tutto, matura nell'immaginario di un'autrice che ha molto da dire e un modo originalissimo per farlo.Reggio Calabria, primi anni Ottanta. La sedicenne Lucia Carbone, studentessa del liceo classico, sequestra un compagno di scuola e lo imprigiona nello scantinato della casa della nonna morta da pochi mesi. Il ragazzo, Rosario Cristallo, è figlio d'un boss dell'Aspromonte, e Lucia lo ha rapito per due buone (o cattive) ragioni: la prima è che la sua migliore amica ne è innamorata, e vuole tenerlo lontano da lei, la seconda è che forse Rosario sa qualcosa sull'assassinio di una zia amatissima. Mentre fa visita ogni giorno al suo prigioniero, la vita di Lucia prosegue apparentemente come al solito: in famiglia – col padre, la madre e il fratellino Gedo -, nel quartiere e a scuola, dove Lucia si innamora di Carmine, un ragazzo dei quartieri alti. Reggio, intanto, città ferita che esce dalla prima guerra di ‘ndrangheta, è teatro degli scontri tra il Fronte della Gioventú e il Collettivo studentesco: c'è una sorta di violenza diffusa, che prende strade diverse. E la violenza è anche nei gesti quotidiani di Lucia, e nelle cose, ad esempio in quel coltello rosso che si ritrova tra le mani quando scende nel mondo di sotto, dove c'è il suo segreto. Fino a quando ogni cosa si capovolge, il sopra e il sotto si confondono come tutti gli opposti, e lei matura una decisione inaspettata. Col buio me la vedo io è un romanzo che costruisce un universo a poco a poco, con forza, coerenza e una fantasia sbalorditiva, ricco di pagine da incorniciare, come quelle in cui una madre e una figlia piegano le lenzuola calibrando i gesti in una sorta di duello western. Ed è anche un libro sulla giustizia e sul Sud lontanissimo da tutti i clichés: quando usa il dialetto (sempre con parsimonia) non è mai per un effetto di colore ma per cercare a tentoni l'unico senso possibile. Perché il dialetto si può usare «per schermare o per chiarire, è la lingua dei grandi, funziona in tutti e due i modi». E il cibo è soprattutto uno strumento di potere e di controllo: «Se ti sfamo sei salvo, e sei mio». Il modo che ha Anna Mallamo, concreto e immaginifico insieme, di ruotare intorno ad alcuni temi – famiglia, verità, donna, confine, casa -, riaggiornando via via le definizioni nel corso della storia, vi resterà a lungo addosso.Anna Mallamo, strettese, ovvero calabrese di Reggio emigrata a Messina e in continuo andirivieni sullo Stretto, è giornalista, dirige le pagine di Cultura e spettacoli della «Gazzetta del Sud» e gestisce un blog sull'«Huffington Post». Per «l'Unità» ha tenuto una rubrica settimanale che raccontava le gesta semiserie, ma profondamente politiche, di un condominio di anziane donne calabresi. È autrice di Lezioni di tango (Città del Sole 2010), sul mondo del tango e i suoi protagonisti, e suoi racconti sono apparsi in diverse antologie e riviste. Per Einaudi ha pubblicato Col buio me la vedo io (2025).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Negli anni Ottanta l'Irlanda del Nord vive il suo miglior momento nel calcio, qualificandosi due volte alla Coppa del Mondo. Nel frattempo, fuori dagli stadi la regione è sostanzialmente in guerra civile: sono i Troubles, trent'anni di conflitto etnico nel cuore dell'Europa occidentale.LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:BAIRNER Alan, WALKER Graham, Football and Society in Northern Ireland: Linfield Football Club and the Case of Gerry Morgan, Soccer & SocietyBLEAKNEY Judith, DARBY Paul, The pride of east Belfast: Glentoran Football Club and the (re)production of Ulster unionist identities in Northern Ireland, International Review for the Sociology of SportCETTINEO Gianluca, The Poppy and the Lilly. Calcio ed etnia a Belfast, Urbone PublishingHASSAN David, A People Apart: Soccer, Identity and Irish Nationalists in Northern Ireland, Soccer & SocietyPER APPROFONDIRE IL CONTESTO STORICO:SCIARRILLO SAMUELE, Troubles - Una storia irlandese [podcast]La musica è "Lord of the Land" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link:https://pallonateinfaccia.com/https://www.facebook.com/pallonateinfacciabloghttps://twitter.com/pallonatefacciahttps://www.instagram.com/pallonateinfaccia/Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.comIscrivetevi alla newsletter THE BEAUTIFUL SHAME!COME SOSTENERE PALLONATE IN FACCIA
Alessandro Morelli"Si fa presto a dire cuoco"Viaggio fra gli abitanti del variegato mondo delle cucine professionaliTarka Edizioniwww.tarka.itUn mondo incantevole, dove si suda, si urla e le soddisfazioni sono più rare del sale blu.Ma allora, perché mai una persona sana di mente, decide di indossare il grembiule e lanciarsi in una professione che sembra una corsa a ostacoli tra piatti rotti, scottature, orari di lavoro impossibili, per non parlare poi delle critiche feroci dei clienti.Per passione, per scelta, per necessità…?In questo libro tutte le motivazioni.Un viaggio all'interno delle cucine professionali (e purtroppo a volte poco professionali) che svela al lettore curioso e appassionato alle “cose della cucina” i comportamenti, le abitudini, le consuetudini, le peculiarità e le stranezze dell'“animale” cuoco.Un racconto caricaturale, tagliente, spietato di una categoria di lavoratori di cui anche l'autore fa parte. Figure esagerate ma fondamentalmente vere.Un libro fondato sull'esperienza dell'autore, ma non autobiografico, che sviscera e analizza con ironia e leggerezza, gli aspetti distintivi di questa singolare “razza” di esseri umani.Pur non rivendicando il possesso di verità assolute, l'autore mira a offrire una spiegazione oggettiva delle ossessioni, delle manie, dei vizi e delle virtù che contraddistinguono questa categoria, oggi più che mai al centro dell'attenzione mediatica e quasi di tendenza.E in un libro che parla di cuochi non potevano mancare le ricette, recuperate dall'autore dal cassetto degli anni Ottanta e Novanta, periodo trascorso nella cucina della “Locanda dell'Angelo” di Paracucchi. Alessandro Morelli è uno chef conosciuto a livello internazionale e vanta un'esperienza quarantennale maturata in diverse tipologie di locali (anche diversi stellati) sia in Italia che, soprattutto, all'estero.Allievo di Angelo Paracucchi fa parte di quella pattuglia di “giovani” chef che hanno contribuito, a partire dagli anni '80, al rinnovamento e alla diffusione nel mondo della nuova cucina italiana. Appassionato di libri, cinema, arte, sport e soprattutto viaggi, ha visitato numerosissimi Paesi in cinque continenti.È nato in Toscana, a Pontedera, nel 1965 e in questa città è cresciuto ed è ancora oggi residente.In questa stessa collana ha già pubblicato Il sapore dei sogni (2021), vincitore del Premio Bancarella della Cucina 2022.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Franco Pezzini"Morte astrale"Polidoro Editorewww.alessandropolidoroeditore.itGran Bretagna, 1904. L'età vittoriana è appena terminata, ma dalla fine del secolo appena chiuso è montata in tutto l'Occidente la marea dell'irrazionale, un fiorire di gruppi occultistici ed esoterici. Il più importante è il leggendario Ordine ermetico della Golden Dawn fondato a Londra nel 1888. Tra le tecniche adottate con entusiasmo dai suoi affiliati figurano i viaggi astrali, fuori dal corpo, in dimensioni altre della realtà. Ma i grandi esperimenti hanno spesso vita breve: agli inizi del Novecento la Golden Dawn esplode in un contesto da pochade: cattiva gestione, scandali, risse ridicole, nell'inanellarsi di situazioni surreali. E nel frattempo in Germania fioriscono le fraternità saturnie terreno di fantasie prenaziste.Franco Pezzini (Torino, 1962), laureato in Diritto Canonico con la tesi Esorcismo e magia nel Diritto della Chiesa, è studioso dei rapporti tra letteratura, cinema e antropologia, con particolare attenzione agli aspetti mitico-religiosi e al Fantastico. Tra i fondatori negli anni Ottanta della rivista ‘L'Opera al Rosso', è ora membro del Comitato editoriale de ‘L'Indice dei libri del mese', della Redazione di ‘Carmillaonline. Letteratura, immaginario e cultura di opposizione', e suoi articoli sono apparsi su varie testate (‘Poesia', pagine culturali di ‘Avvenire', ‘tuttolibri', ‘LN │ librinuovi.net').IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Esattamente 80 anni fa finiva la Seconda Guerra mondiale: cosa successe in quella data e come la ricorda oggi la Germania? Ce ne parla Enzo Savignano. Ma l'8 maggio 1945, che segna la sconfitta definitiva del regime di Hitler, fu visto ancora per decenni come una data nefasta. Solo negli anni Ottanta il presidente Weizsäcker la definì chiaramente "Tag der Befreiung", giornata della liberazione dal nazismo. E oggi? Ne parliamo con Lutz Klinkhammer, storico dell'Istituto Storico Germanico di Roma. Von Luciana Caglioti.
Nicola Bultrini"Vita e morte di un poeta"Fazi Editorewww.fazieditore.itGli anni Ottanta, a Roma, tra gioie, poesia, arte e dolori.Irrequieto, insicuro, ma anche pieno di certezze acute e granitiche, accigliato e giocoso, vitale e funereo, intenso e spiazzante, Beppe Salvia era quello sempre sul punto di andar via ma la cui presenza lasciava ogni volta un segno potente. Questo è il ritratto di uno dei poeti più autentici e geniali della sua generazione, costruito traendo ispirazione dai racconti di coloro che all'epoca lo hanno incontrato e frequentato e che hanno condiviso con lui una stagione straordinaria e irripetibile.Siamo nella prima metà degli anni Ottanta, a Roma, una città che sta cambiando pelle, come tutta la società italiana. La storia di Salvia e dei suoi amici si intreccia con la cronaca più drammatica, ma anche con la vivace temperie artistica di quegli anni. Le riviste culturali, i festival di poesia, le gallerie: l'arte tutta è vissuta come occasione di aggregazione e di condivisione per un apprendistato attorno alla bellezza e all'amore. Così, raccontando Salvia, è raccontato il momento magico di quella generazione di poeti, scrittori e artisti di talento che animarono con entusiasmo la scena culturale di quegli anni.Beppe Salvia era dedito unicamente alla poesia e ci ha lasciato un'opera di altissimo livello. Questo libro è la sua storia, nella sua fulminea parabola, ma anche la testimonianza di un'epoca irripetibile i cui protagonisti sono oggi i nostri Maestri.«È così che abbiamo conosciuto Beppe. Era impossibile non rimanerne incuriositi. Per come si vestiva, per come si muoveva, con la grazia di uno che è intonato alla vita».Nicola BultriniÈ nato a Civitanova Marche ma vive e lavora a Roma. Ha pubblicato varie raccolte di versi, tra cui La coda dell'occhio (Marietti, 2011), La specie dominante (Aragno, 2014) e Vetro (Interno Poesia, 2022). È presente in diverse antologie di poesia e scrive per «L'Osservatore Romano» e altre testate. È autore di saggi di critica letteraria e da anni è ideatore e promotore di eventi artistico-letterari.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Nell'intervista in podcast, Valeria Magli (Bologna, 1952) racconta la sua stagione creativa tra glianni Ottanta e Novanta, quando la scena era un laboratorio vivo: “ci si scambiavano regali traartisti”, dice, ricordando le collaborazioni con artisti come Valerio Adami, Gianfranco Baruchello,Nanni Balestrini, Piero Fogliati, Carla Cerati, Cinzia Ruggeri. L'artista, attraverso importanticollaborazioni, come quelle con l'attore teatrale e mimo francese Étienne Decroux, il musicistaJohn Cage, il coreografo Merce Cunningham e il filosofo Pierre Klossowski, arricchisce la suapratica con influenze provenienti da diverse discipline.-Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.L'intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo diediting che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l'utente divental'interlocutore e avrà l'impressione di trovarsi al telefono con l'artista. Il sistema applicato vuolesuperare il concetto dell'intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: ilpodcast e la telefonata.Instagram: @monologhialtelefono.artribune
Nella diciassettesima puntata della quinta edizione di Metalitalia Podcast parliamo della reunion dei SAVATAGE e del loro ritorno dal vivo.Una band che per molti ha rappresentato moltissimo, un gruppo che ha saputo negli anni Ottanta e Novanta evolversi senza mai snaturarsi, conquistando una fetta di pubblico che ancora oggi li segue fedelmente. Parleremo delle varie fasi della loro carriera, dell'abilità compositiva di Jon Oliva, delle tragedie che hanno travolto la band ma anche dei vari progetti paralleli che sono nati intorno a questo moniker negli anni passati.Ovviamente ampio spazio sarà dedicato all'attesa per il concerto che vedrà i SAVATAGE esibirsi anche in Italia per un unico appuntamento all'Alcatraz di Milano il 24 giugno.Ospiti della puntata i redattori di Metalitalia Carlo Paleari e Dario Onofrio. Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
Piero Melati"Lola&Vlad"Polidoro Editorewww.alessandropolidoroeditore.itAgli albori del presente millennio, dentro una chat di sesso estremo, due giovani – Lola e Vladimiro – si sono innamorati. Ma c'è un ma: quella chat è infestatada vampiri.Vampiri? Esistono davvero? L'interrogativo è secolare. In questo caso, forse, si tratta di un gioco di ruolo virtuale, poi debordato nella realtà. Certo, può darsi. Oppure no. E i discendenti di Dracula non sono affatto la cosa peggiore che si può incontrare in una chat. C'è, per esempio, una setta di aspiranti “immortali” a caccia di ragazze affette da misteriose “malattie celesti”, una sorta di rarissimo elisir nel sangue umano la cui esistenza sarebbe accreditata da antiche leggende esoteriche tibetane, in grado di risvegliare immondi Nosferatu. Per tentare di fermare questo risveglio, si riunirà una compagnia di ragazze e ragazzi che approda in una Palermo virtuale, diventata una “zona morta” e una “terra di nessuno”.Piero Melati è stato cronista del quotidiano L'Ora di Palermo, per il quale ha seguito il Maxiprocesso e la guerra siciliana di mafia degli anni Ottanta, e vicecaporedattore alla cultura del Venerdì di Repubblica. Attualmente collabora all'inserto Robinson di Repubblica e alle pagine culturali del Venerdì. Tra le sue opere: Vivi da morire con Francesco Vitale (Bompiani, 2015), Giorni di mafia (Laterza, 2017), La notte della civetta (Zolfo, 2020), Paolo Borsellino. Per amore della verità (Sperling&Kupfer, 2022), Il viaggio del camaleonte: Truman Capote in Sicilia (Le storie, 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alessandro Colombo è l'autore di “Il suicidio della pace. Perché l'ordine internazionale liberale ha fallito” pubblicato da Raffaello Cortina Editore. Alessandro Colombo insegna Relazioni internazionali nel dipartimento di Studi internazionali, giuridici e storico-politici dell'Università degli Studi di Milano. Il rischio di una grande guerra tra grandi potenze non è poi così lontano. La situazione di crisi nella quale ci troviamo oggi è il frutto di quanto è accaduto negli ultimi trent'anni e che ha portato al declino irreversibile dell'ordine internazionale liberare. Dalla fondazione dell'ordine internazionale liberale, tra la fine degli anni Ottanta e l'intero decennio successivo, il libro ripercorre il processo di disgregazione di questo progetto fino agli eventi più recenti ovvero la pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e la nuova guerra in Medio Oriente. Se si vuole cominciare a fare i conti con il disastro attuale dell'ordine internazionale - come scrive il professor Colombo nel libro - bisogna avere la coerenza intellettuale di partire da qui.
ElevenLabs (prova gratuita): clicca quiAmazon (vetrina): clicca quiIl ministero della paranoia: clicca quiGli uomini di Himmler: clicca quiDiventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiContatti: redazione@Spazio70.comPuntata 4 (18/4/2025)Tra i principali argomenti trattati all'interno dell'episodio:Dopo la Seconda guerra mondiale, i Servizi segreti delle due Germanie si riorganizzano sulle ceneri del Terzo Reich, sotto influenze opposte: americana e sovietica.Il BND tedesco-occidentale nasce dall'Organizzazione Gehlen, diretta dal generale Reinhard Gehlen, che offrì agli USA documenti e competenze sul fronte orientale.La narrazione mitica di Gehlen come fondatore dell'intelligence democratica viene smontata dai documenti d'archivio: incompetenza, inefficienza e retaggi autoritari.Gehlen recluta numerosi ex funzionari di Gestapo, SD ed Einsatzgruppen, responsabili diretti di crimini di guerra e della Shoah.Negli anni Sessanta, scandali e infiltrazioni sovietiche rivelano la fragilità del BND, che arriva a contare fino al 20 per cento di personale proveniente dagli apparati nazisti.La Stasi nasce sotto stretto controllo sovietico e viene modellata sul modello del KGB, con una struttura altamente politicizzata e centralizzata.Il personale della Stasi proviene da comunisti «russificati», ex deportati politici, prigionieri rieducati in URSS e giovani formati all'interno del regime.La cultura del «cekismo» staliniano, improntata al fanatismo ideologico e al culto della sorveglianza, permea la mentalità della Stasi fino agli anni Ottanta.Mentre il BND diventa una roccaforte del conservatorismo e dell'anticomunismo, la Stasi si radicalizza nella lotta di classe e nel controllo totalitario.Entrambi i Servizi operano ben oltre i confini nazionali, collaborando con regimi autoritari e partecipando a operazioni controverse durante la Guerra fredda.Sigla: Loopster (Kevin MacLeod);Brano all'interno dell'episodio:destiny (Synthwave Music)-HelkimerEffetti: ElevenLabs
Cocktail di gamberi, penne alla vodka, risotto alle fragole, filetto al pepe verde, rucola e panna...tanta panna! Ripercorriamo le mode in cucina (e non solo) dei famigerati, amati, odiati, rimpianti anni Ottanta.See omnystudio.com/listener for privacy information.
ElevenLabs (prova gratuita): clicca quiAmazon (vetrina): clicca quiDiventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiOggi, 28 marzo 2025, inauguriamo Mondo contemporaneo, il nuovo radio-podcast di Spazio70. Un progetto che unisce interviste, approfondimenti e analisi tra cronaca, storia e attualità. Alcuni episodi seguiranno un taglio classico, altri avranno uno stile più radiofonico, con dialoghi e contributi inediti. Un format dinamico per raccontare il presente con lo sguardo di sempre. Abbiamo scelto di dedicare il primo episodio a un interessante rapporto Sisde sull'eversione di estrema destra. Il documento, intitolato Rapporto sull'eversione e sul terrorismo di estrema destra, risalente al 1982, originariamente classificato SEGRETO (S), è stato oggetto di declassifica ed è liberamente consultabile dal 22/12/2014.NOTA METODOLOGICA: Per comprensibili ragioni abbiamo scelto di non leggere l'intero documento, ma soltanto alcune parti. Per queste ultime, il testo è stato riportato fedelmente a esclusione di piccole modifiche apportate per rendere il podcast più fruibile. Tra i principali argomenti trattati all'interno dell'episodio: 1) Sui «nuovi Servizi di Informazione e Sicurezza con competenze specifiche per il terrorismo e l'eversione (SISDE) e per la sicurezza militare e la controingerenza (SISMI)»; 2) «Un mostro sopito, ma mai sconfitto». Il terrorismo di marca neofascista all'alba degli anni Ottanta; 3) Sulle «radici ideologiche dell'estrema destra neofascista»; 4) I «tratti salienti del neofascismo» secondo De Luna e De Felice; 5) Julius Evola; 6) Clemente Graziani; 7) I «campi Hobbit»; 8) Le indagini della magistratura nella prima metà degli anni Settanta; 9) Il «raggruppamento Gelli»; 10) Sugli «aspetti psicopatologici del terrorismo nero»; 11) Sulla «personalità gregaristico-autoritaria». Alcuni tratti «essenziali».
Nel nuovo episodio di Vitamina L, Marco Palagi è in compagnia di Maurizio Gavinelli e del suo libro “Effetti straordinari”.Milano, anni Ottanta. Anni rampanti ed effimeri. Tra musica tecno e locali trendy circola però uno spettro: l'AIDS. Quando Victor Bandini, medico stimato, pensa di aver trovato, quasi per caso, una cura per la terribile malattia, finisce in una spirale, in cui mette a rischio carriera, tranquillità familiare e forse la propria vita. Un noir insolito, con qualche vaga eco di Buzzati.Giovane Holden Edizioni | www.giovaneholden.it
Nell'undicesima puntata della quinta stagione di Metalitalia Podcast parliamo dei 40 anni di "Walls Of Jericho" degli HELLOWEEN e di molti altri capolavori del power metal (europeo e americano) usciti sia nel 1985, sia nel 1995.Tra questi non possono mancare "Imaginations From The Other Side" dei BLIND GUARDIAN, "Land Of The Free" dei GAMMA RAY, "Fourth Dimension" degli STRATOVARIUS.Ripercorreremo anche rapidamente le tappe del power statunitense anni Ottanta parlando di band come SAVATAGE, AGENT STEEL e VICIOUS RUMORS.Ospiti della puntata Carlo Paleari e Dario Onofrio, redattori di Metalitalia. Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
In questa terza seduta lo psicoterapeuta Giulio Belluomini si confronterà con Marie France, protagonista de La Reputazione di Ilaria Gaspari, pubblicato da Guanda nel 2024. Siamo nella Roma degli anni Ottanta, nella boutique della protagonista, che crea un angolo di Parigi nel cuore dei Parioli. La protagonista ha un seducente accento francese, un grande entusiasmo e un segreto: la moda come antidoto al dolore, all'angoscia e ai cambiamenti del tempo.Informazioni:Ilaria GaspariRomanzo La Reputazione Giulio BelluominiMaddalena Fingerle Valentino Liberto“Non prendersi mai sul serio”Sei personaggi in cerca di analisiOssessione e metamorfosiRimorsi di una “brava ragazza”Serie completaTutti i podcast di SALTOAbbonati a SALTO
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Marco Tardelli e Paulo Roberto Falcao, leggende del calcio italiano e brasiliano degli anni Ottanta, hanno raccontato a 3000 studenti che li ascoltavano all'Assemblea Generale dell'ONU le emozioni vissute al Mondiale 1982 in Spagna, quando gli azzurri vinsero 3-2 contro la nazionale verde-oro. I due campioni hanno dialogato con i giovani e hanno poi risposto alle domande dell'Italpress a margine dell'evento. L'Associazione Diplomatici organizza il Change the World Model United Nations (CWMUN) dal 2012. La conferenza del 2025 accoglie oltre 3000 studenti provenienti da più di 133 Paesi diversi. Il tema principale della conferenza è "Orizzonti Uniti in un Mondo di Opportunità: Promuovere la Cooperazione Globale per lo Sviluppo Sostenibile, l'Innovazione e una Pace Inclusiva".xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) - Marco Tardelli e Paulo Roberto Falcao, leggende del calcio italiano e brasiliano degli anni Ottanta, hanno raccontato a 3000 studenti che li ascoltavano all'Assemblea Generale dell'ONU le emozioni vissute al Mondiale 1982 in Spagna, quando gli azzurri vinsero 3-2 contro la nazionale verde-oro. I due campioni hanno dialogato con i giovani e hanno poi risposto alle domande dell'Italpress a margine dell'evento. L'Associazione Diplomatici organizza il Change the World Model United Nations (CWMUN) dal 2012. La conferenza del 2025 accoglie oltre 3000 studenti provenienti da più di 133 Paesi diversi. Il tema principale della conferenza è "Orizzonti Uniti in un Mondo di Opportunità: Promuovere la Cooperazione Globale per lo Sviluppo Sostenibile, l'Innovazione e una Pace Inclusiva".xo9/sat/gtr(Video di Stefano Vaccara)
Asha e Valentina Andriani erano due sorelle transgender nate nel 1961 e nel 1963 a Molfetta, in provincia di Bari. Si erano trasferite insieme a Torino, dove già viveva una sorella, all'inizio degli anni Ottanta. Qui avevano iniziato la loro transizione e il lavoro di sex worker. Erano molto apprezzate e richieste, tanto da essere diventate ricchissime nel giro di poco tempo. Asha Andriani è stata uccisa da due giovani clienti il 14 febbraio 1991, appena salita nella loro auto. L'autore materiale del delitto ha scontato due anni di carcere: avrebbe sparato un colpo per sbaglio, maneggiando la pistola. Valentina Andriani è sparita il primo maggio 1995. Il suo corpo è stato ritrovato soltanto dodici anni dopo, in fondo a un dirupo. Asha e Valentina avevano solo un sogno: essere libere. Attenzione: il podcast contiene dettagli di una vicenda criminale che potrebbero turbare le persone più sensibili. TW: femminicidio, transicidio, transfobia. Per leggere gli approfondimenti alla puntata puoi seguirci su Substack oppure iscriverti alla nostra newsletter. Arriva due volte al mese ed è gratuita. FONTI Sporo: la sposa silenziosa di Nerone Sex work is work - Giulia Zollino TDOR: almeno 350 le persone trans* uccise nell'ultimo anno BRANI Cold Mind Enigma - Crime Mysterious Detective Music - Loopable - GioeleFazzeri A sad piano - Music_For_Videos Piano Synth Ambient - Lite Saturation Moving Sad Classical Piano - Ashot-Danielyan-Composer Dramatic Tension - Ashot-Danielyan-Composer Melancholic Sad Piano - Music_For_Videos Slow Sad Epic Piano (Power Of Your Heart) - Ashot-Danielyan-Composer Instagram: @ricordailmionome_podcast Puoi scriverci all'indirizzo mail: ricordailmionome.podcast@gmail.com Gli episodi di Ricorda il mio nome si basano sulla ricerca delle informazioni online e offline e sulla lettura delle sentenze. Il nostro è un lavoro volontario e, nonostante il grande impegno per raccontare ogni storia con precisione e rispetto, potremmo involontariamente riportare inesattezze o errori. Se così fosse, segnalateceli scrivendoci a ricordailmionome.podcast@gmail.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
All'inizio degli anni Ottanta, il Corinthians è l'unica istituzione democratica in Brasile. Un gruppo di giocatori, guidati da Sócrates, ha ottenuto dalla dirigenza del club l'autogestione, e dal campo la loro battaglia è presto passata alla società civile, iniziando a partecipare attivamente alla campagna dei sindacati e delle opposizioni contro la dittatura militare.LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:BALDY DOS REIS Heloisa Helena, ZUANETI MARTINS Mariana, Corinthians' democracy and unionism: the narrative of the integration between Corinthians' movement and the football players' Labor Union, MovimentoDemocracia em Preto e Branco, FIFA+ [documentario]SHIRTS Matthew, Playing Soccer in Brazil: Socrates, Corinthians, and Democracy, Wilson QuarterlyLa musica è "Inspired" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link:https://pallonateinfaccia.com/https://www.facebook.com/pallonateinfacciabloghttps://twitter.com/pallonatefacciahttps://www.instagram.com/pallonateinfaccia/Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.comIscrivetevi alla newsletter THE BEAUTIFUL SHAME!COME SOSTENERE PALLONATE IN FACCIA
Nella nona puntata della quinta stagione di Metalitalia Podcast parliamo del trentennale di "Symbolic" dei DEATH e di "Domination" dei MORBID ANGEL, due album usciti nel 1995 che ancora oggi restano pietre miliari di un intero genere.Gli anni Novanta vengono primariamente ricordati per la rivoluzione del grunge e per un generale (e innegabile) indebolimento dell'heavy metal classico, colpito duramente dall'esplosione del crossover e successivamente del nu metal.Un'epoca che, secondo il pensiero comune, non ha certo sorriso a chi aveva fatto grande un genere diventato tale anche nelle classifiche e nel cosiddetto mainstream.La verità però è che in quegli anni l'underground metal ribolliva e si modificava in modi tutt'altro che preventivabili negli anni Ottanta. E' il caso della scena death metal che, nel 1995, vedeva uscire dei dischi che ancora oggi suonano incredibilmente attuali, clamorosi e allo stesso tempo sorprendenti.In realtà in quegli anni tra death metal, swedish death, black metal, cyber e tech metal succedeva veramente di tutto e una miriade di album che in questi mesi compiono 30 anni cambiarono realmente gli scenari rendendo evidente agli appassionati quanto il Metal potesse avere dentro di sé una marea di risorse a cui attingere…Ospiti della puntata Domenico Diego dei FULCI e Luca Pessina, caporedattore di Metalitalia. Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
Remo Schellino"Voci di donne, per l'otto di marzo"www.remoschellino.itRemo Schellino nasce a Dogliani nel 1965 e dal 1991 è titolare di una piccola casa di produzione cinematografica. Nei suoi lavori tratta principalmente tematiche storico-sociali delle Langhe, del Roero, dell'Astigiano e delle valli cuneesi. Parallelamente conduce un'attività privata di archiviazione della memoria storica. Con la sua cinepresa raccoglie videointerviste a persone che difficilmente troverebbero spazio su un libro di storia, sono testimonianze legate ai principali eventi del Novecento italiano che vengono raccontati da un'altra prospettiva. Il suo modello è lo scrittore Nuto Revelli che, tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Ottanta, percorreva le povere campagne del cuneese per raccogliere le narrazioni e i ricordi di donne e uomini. "Stare al mondo"Per scelta o per destinoIl lavoro, l'impegno, la vita quotidiana raccontata dalle donne nel secondo dopoguerraIn un territorio storicamente contrassegnato da un'economia agricola e da una forte impronta cattolica, la condizione femminile è stata in parte raccontata nel volume di Nuto Revelli “L'anello forte”. Nell'opera dello scrittore cuneese per la prima volta voci e storie provenienti dal multiforme universo contadino della provincia di Cuneo sono state ascoltate, raccolte e pubblicate restituendo la dignità spesso negata e il valore fondamentale al ruolo delle donne in seno alla famiglia e alla società. Ma se il modello della donna sposa-madre-lavoratrice dei campi risulta dominante, non mancano, anche in quegli anni di transizione, figure capaci di scegliere per loro stesse un'alternativa di vita, manifestando un desiderio di indipendenza. L'estrema diversità delle esperienze delle testimoni è stata una scelta di campo voluta e meditata. Impostata sul modello del "racconto di vita", il fuoco delle interviste si è concentrato in particolare sulla "scelta", o, al contrario, sull' "assenza di scelta" in ambito affettivo e lavorativo. La cuoca del Presidente Einaudi, un emigrata dalla Calabria negli anni '60, una vedova di un disperso in guerra nel 1943, una maestra diventata primo Sindaco donna in Piemonte, una staffetta partigiana, una suora, la titolare di un dancing. Tutte sette raccontano il loro “Stare al mondo” per scelta o per destino.Elenco testimonianze- Vincenzina Revellli di Belvedere Langhe, classe 1928 (contadina e cuoca Presidente Einaudi)- Marianna Elia, di Niella Belbo Belbo, nata nel 1941 (emigrata dalla Calabria negli anni '60)- Caterina Morando di Ceva, classe 1924 (vedova dopo pochi giorni dal matrimonio di un disperso in guerra sul Fronte Greco nel 1943)- Irma Brocardo di Murazzano, classe 1922 (insegnante e primo sindaco donna in Piemonte)- Marisa Ombra di Asti, classe 1925 (staffetta partigiana e attiva nei Gruppi di difesa della donna)- Suor Delfina Pocchiolla, classe 1933, Priora Generale (Congregazione Suore Domenicane di Mondovì)- Paola Ghiglia Blengini di Bastia Mondovì, classe 1937 (proprietaria dello storico Dancing Paradiso di Bastia Mondovì)"Innamorate della libertà"Un documentario scritto e diretto da Erika Peirano e Remo Schellino.Per amore della libertà, per scelta politica, per tradizione famigliare. Molti e diversi i modi ed i motivi, ma unico lo scopo, unica la lotta. Storie di donne "resistenti" che senza cedere alla retorica dell'autocommiserazione o dell'autocompiacimento, raccontano semplicemente se stesse e uno spaccato centrale della storia delle loro vite.Le testimonianze raccolte sono di nove donne partigiane piemontesi: Margherita Mo (Meghi), Anna Barbero (Anita), Anna Parola (Katia), Anna Maria Polo (Mara), Paola Sibille (Ombra), Tersilla Fenoglio Oppedisano (Trottolina), Caterina Comba (Speranza), Nelia Benissone Costa (Vittoria), Bianca Guidetti Serra (Nerina). IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il 26 giugno 1984, intorno alle sei del mattino, Francesco D'Alessio, 40 anni, venne ucciso con due colpi di pistola in un appartamento del centro di Milano. A sparare fu una ragazza americana, Terry Broome, 26 anni, arrivata a Milano con l'obiettivo di lavorare come modella. Sui giornali il delitto venne definito “l'omicidio della Milano bene”. Poi si iniziò a parlare del delitto nella “Milano da bere”, riprendendo uno slogan pubblicitario di successo molto citato negli anni Ottanta. Terry Broome ammise la sua responsabilità, le indagini in questo senso non furono certo difficili. Ma l'attenzione per ciò che era successo contribuì a trasformare il processo in una sorta di indagine sociologica sulla Milano di quegli anni. Si discusse molto dei comportamenti della vittima nei confronti di quella che sarebbe diventata poi la sua assassina e di come e se questi comportamenti potessero prefigurare un'attenuante, e in particolare “l'aver agito in stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui”. Ma si parlò anche molto di alcol e di droghe illegali, nello specifico la cocaina, di uso, abuso e dipendenza e di come quest'ultima influisca sulla capacità di intendere e di volere. Fu un processo seguitissimo, con il pubblico che manifestò più volte simpatia e comprensione nei confronti dell'accusata. I giornali americani scrissero che in realtà a essere processato era un certo stile di vita. Disse il padre di D'Alessio: «Sembra che qui a essere processata sia la vittima, colui che è stato ucciso». Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il 26 giugno 1984, intorno alle sei del mattino, Francesco D'Alessio, 40 anni, venne ucciso con due colpi di pistola in un appartamento del centro di Milano. A sparare fu una ragazza americana, Terry Broome, 26 anni, arrivata a Milano con l'obiettivo di lavorare come modella. Sui giornali il delitto venne definito “l'omicidio della Milano bene”. Poi si iniziò a parlare del delitto nella “Milano da bere”, riprendendo uno slogan pubblicitario di successo molto citato negli anni Ottanta. Terry Broome ammise la sua responsabilità, le indagini in questo senso non furono certo difficili. Ma l'attenzione per ciò che era successo contribuì a trasformare il processo in una sorta di indagine sociologica sulla Milano di quegli anni. Si discusse molto dei comportamenti della vittima nei confronti di quella che sarebbe diventata poi la sua assassina e di come e se questi comportamenti potessero prefigurare un'attenuante, e in particolare “l'aver agito in stato d'ira determinato da un fatto ingiusto altrui”. Ma si parlò anche molto di alcol e di droghe illegali, nello specifico la cocaina, di uso, abuso e dipendenza e di come quest'ultima influisca sulla capacità di intendere e di volere. Fu un processo seguitissimo, con il pubblico che manifestò più volte simpatia e comprensione nei confronti dell'accusata. I giornali americani scrissero che in realtà a essere processato era un certo stile di vita. Disse il padre di D'Alessio: «Sembra che qui a essere processata sia la vittima, colui che è stato ucciso». Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Prima lezione del nuovo ciclo di incontri (il nono) ideato dalla Scuola di formazione “Antonino Caponnetto” e realizzato insieme a Radio Popolare. "Storie vere di poteri selvaggi e relazioni inconfessabili". Il 26 febbraio 2025, ospiti della Casa della Memoria di Milano, si è svolto il primo incontro dal titolo: "Un pezzo alla volta. Storia di un giornalista e del suo tempo", che è anche il titolo di un libro pubblicato dall'editore Manni. Relatore: Michele Gambino, giornalista e autore del libro. Gambino ha fatto parte all'inizio degli anni Ottanta della redazione del giornale "I Siciliani", giornale di inchieste diretto da Pippo Fava, intellettuale e giornalista ucciso dalla mafia il 5 gennaio 1984. Ospite Nando dalla Chiesa, presidente della Scuola Antonino Caponnetto. Introduce Giuseppe Teri, vice-presidente della Scuola.
Giorgio Gizzi "Inventario della nostalgia"Edizioni Atlantidewww.edizioniatlantide.it“La memoria è un inciampo, come vorrebbero le pietre in metallo posate davanti alle case dove vissero le vittime della Shoah: un ostacolo in cui cadi e ricadi nel corso della vita, un vecchio argento di famiglia da lucidare strofinandolo di buona lena con un panno imbevuto di Sidol dall'odore ferroso e giallastro, tanto che si è ossidato a lasciarlo lì, senza cura alcuna. La memoria richiede un'attenzione costante e i ricordi richiedono rispetto. La memoria prende tempo mentre indietro nel tempo ti porta. La memoria è una corda che si logora, ma non si spezza. La memoria ti rammenta che appartieni a una storia, che tu stesso non sei che il mucchio di storie che ti hanno raccontato e a cui hai voluto credere e che finiscono con l'essere tutto ciò che possiedi. Di lucidare i ricordi e nessuno con cui confrontarli: io ne ho fatto una passione malinconica e mi accorgo che mi piace perfino, anche se fa bene e male insieme, starmene solo abbracciato alla memoria mia”.Tra romanzo e memoria, Inventario della nostalgia è un libro affascinante, inusuale e coraggiosamente personale, al cui centro ci sono un tempo e un mondo che non esistono più̀ – l'Italia e Roma tra gli anni Sessanta e i primi Ottanta – e insieme un racconto di formazione ambientato in una famiglia che si dissolve. Il bambino protagonista, nato nell'anno del boom demografico italiano, scopre suo malgrado come si fa a vivere senza più̀ l'amore del padre e senza più̀ quelle sicurezze economiche e familiari che ha conosciuto fin dalla propria nascita e che un giorno come un altro, insieme alla figura paterna, si diradano improvvisamente, lasciando solo un'assenza e l'ombra di un tempo che non tornerà̀, se non nella nostalgia e nel ricordo.Giorgio Gizzi è nato a Roma nel 1964. È stato reporter e poi è diventato libraio. Ha diretto librerie in Italia e all'estero, indipendenti e di catena, adesso è titolare dell'Arcadia di Rovereto. Appassionato lettore e viaggiatore, si occupa della formazione di nuovi librai, organizza rassegne culturali ed è il direttore editoriale della rivista «Risguardi». È autore de Gli introvabili. Alla ricerca di libri perduti, pubblicato da Manni nel 2021. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare a pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Monica Dini"Quando era ancora Anna"Anatomia di una predazioneScatole Parlantiwww.scatoleparlanti.it"Piccoli atti perversi sono quotidiani al punto da sembrare la norma. Tutto comincia con una semplice mancanza di rispetto, con un po' di falsità o un accenno di manipolazione".Molestie morali - La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro, Marie France Hirigoyen.Siamo negli anni Ottanta. Anna è una ragazza in carriera, sensibile, disponibile verso il prossimo. Tutto sembra andare per il meglio finché non incontra Lui, un perverso narcisista. Ingannata da un falso amore, Anna rimarrà nel tempo incastrata in un radicale processo di spersonalizzazione, finendo per dimenticarsi di se stessa, passando dall'essere Anna a essere: Ufficio pubbliche relazioni, Moglie di Lui, Risorsa numero otto. Nel penoso percorso che la porterà ad annullarsi e poi a disinnescare il rapporto, perderà comunque e irrimediabilmente qualcosa.Monica Dini vive e lavora a Camaiore (LU). Ha collaborato con diverse riviste, tra cui “Sagarana”, “Prospektiva” e “El-Ghibli”. Ha pubblicato le raccolte di racconti: Sulle corde (Società Speleologica Italiana, 2006), Leggerezze (Besa Editrice, 2009), Lezzo (Tralerighe Libri, 2015) e Angoli acuti (Tralerighe Libri, 2017).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il primo ricordo felice della sua adolescenza è un motorino con il quale poteva andare lontano, dove voleva. In Italia tra la fine degli anni Settanta e l'inizio degli anni Ottanta, così come oggi, il suo era un nome noto. Tutti sapevano chi era: il figlio di Maurizio Costanzo. Eppure lui la sua identità, al di là di quel cognome, doveva ancora trovarla. Saverio Costanzo, oggi, fa il regista e non ha smesso di cercare chi è veramente. Difficilmente parla di sé, ma in questa intervista a Malcom Pagani fa un'eccezione. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Niclo Vitelli"Giacomo Puccini. Innamorato di tutto"Illustrazioni di Emma Dal FalcoCinquesensi Editorewww.cinquesensi.it"Giacomo Puccini. Innamorato di tutto" ci racconta l'uomo Puccini, quello delle passioni private e dell'amore per la vita e per la natura della sua Toscana, assolutamente fedele e generoso con i preziosi amici, sensibile al fascino muliebre, curioso del mondo e delle innovazioni.Il libro ci svela la personalità tormentata ed esigente, non solo con se stesso, di un musicista che cerca nella propria arte la soluzione alla propria irrequietezza. Che ci riferisce del suo rapporto specialissimo con alcune cantanti e della cura quasi maniacale nel valorizzare il loro talento. Che ci ragguaglia sulla famiglia d'origine, con cui si mostra legato da un vincolo indissolubile e del suo legame d'intimità con Lucca, la sua città natale e con Torre del Lago e la Versilia. Un ritratto umano ricco di aneddoti e di curiosi e sconosciuti episodi della sua vita, scritto da un autore di solida e conclamata fede pucciniana.L'opera è arricchita da alcuni contributi di specialisti che mettono in rilievo quanto ancora l'effetto del mito pucciniano sopravviva in piena salute, anche oltre la sua immortale eredità di musicista.I vivaci collage che scandiscono la lettura, restituiscono il lato giocoso del temperamento di Puccini, avvicinandolo al grande pubblico.Niclo Vitelli.Nato a Viareggio nel 1954, vive a Massarosa. È stato Segretario della Federazione del PCI della Versilia, Consigliere comunale e Assessore a Viareggio, Presidente del Festival Pucciniano negli anni Ottanta e successivamente del Consiglio di indirizzo della Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago. Dirigente al Cantiere navale Sec di Viareggio, responsabile regionale di Lega Pesca e delle politiche concertative di Legacoop Toscana. Ha pubblicato i libri: C'eravamo tanto amati, una ricostruzione della propria esperienza politica; Un bel dì vedremo sull'attualità e modernità di Giacomo Puccini e al Festival a lui dedicato; per l'editore Cinquesensi Hop Frog sul locale mito della Versilia.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Hanno molti nomi, spesso dialettali, ma indicano inevitabilmente quegli orribili "oggetti d'arredo" che per nostalgia, senso di colpa o pigrizia sopravvivono a traslochi e migrazioni. In questa puntata la nostra Vee Tridente e Francesca Faralli ci parlano di chincaglierie, acchiappapolvere, bruttumi quali orologi barocchi di nessun valore, carillon a forma di bottiglia (???) e quell'angosciante quardro di bambina con cappello con la cornice dorata che c'è in ogni casa arredata prima degli anni Ottanta. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il dominio schiacciante di Ducati nella top class colma un vuoto storico: non abbiamo dimenticato la fatica che la Cagiva degli appassionati fratelli Castiglioni fece nella 500 degli Ottanta e Novanta. Ora sono i giapponesi ad inseguire a distanza
di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, con Anna Foglietta | Questa serie è realizzata in collaborazione con Lavazza, Valentino e VeraLab. La Morgana di questo mese è in realtà un caleidoscopio di donne straordinarie: Le Madri di Plaza de Mayo. Con i loro pañuelos bianchi sul capo, le Madri continuano a marciare e a cercare i propri figli, desaparecidos durante il regime in Argentina negli anni Settanta e Ottanta. Armate di ironia, sorellanza e infinito coraggio, hanno trasformato la maternità di ciascuna in una fortissima esperienza collettiva. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Elizabeth E. Green"Treelogy Theology"In connessione: noi, Dio e l'alberoGabrielli Editoriwww.gabriellieditori.itLo sforzo delle teologie ecofemministe è di superare il pensiero dualista che divide la realtà in opposizioni del tipo sacro/profano. Si propongono di adottare un “pensiero ecologico” di connessione totale col pianeta secondo il quale noi siamo “dentro” la natura in modo che la “natura” come “una realtà a noi esterna” scompaia.Treeology/Theology è frutto di un esperimento: pensare l'albero (tree) a partire dalla teologia (theology). Sebbene treeology sia una parola inventata, l'assonanza che si produce in inglese tra Tree-ologia e Theo-logia (il discorso su Dio) esprime esattamente ciò che questo libro si propone di investigare: la relazione tra gli alberi e il divino.Dagli anni Settanta del secolo scorso, la teologia si è lasciata interrogare da una crisi ecologica che, da quando ne siamo diventati consapevoli, non ha fatto che peggiorare. È stato sostenuto che tale crisi avesse radici religiose, in particolare cristiane. Se il cristianesimo, e di conseguenza la teologia, è chiamato in causa, come porne rimedio? Così, negli anni Ottanta nasce la cosiddetta “ecoteologia” che negli ultimi anni gode di nuova vitalità grazie all'enciclica papale Laudato si'.Questo libro si colloca all'interno di una ricerca teologica caratterizzata da una sensibilità ecologica, da una parte, e da una coscienza femminista, dall'altra. Si propone di riflettere sugli alberi attingendo ad alcuni filoni della teologia contemporanea, della teologia femminista ed ecofemminista.Elizabeth E. Green è pastora emerita dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia. Socia del Coordinamento Teologhe Italiane, è stata Burns Fellow all'Università di Otago (Nuova Zelanda) e visiting professor presso il Seminario battista internazionale di Rüschlikon (Svizzera), la Facoltà valdese di teologia (Roma) e la Pontificia Università Lateranense. Si occupa soprattutto di teologia, femminismo e genere. L'ultimo suo libro è con Gabrielli editori: Treeology/Theology. In connessione: noi, Dio e l'albero (Collana Esh – testi di ecoteologia femminista). Tra le altre sue pubblicazioni ricordiamo: Padre nostro? Dio, genere e genitorialità (2015), Un percorso a spirale (2020), Dio, il vuoto e il genere (2023) pubblicate dalla Claudiana e, insieme a Cristina Simonelli, Incontri (San Paolo, 2019) e con Selene Zorzi e Simona Segoloni Ruta, Sorelle tutte (La Meridiana, 2021). IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.