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Filippo Sala"Zucchero Sugar Fornaciari"Come il soul all'improvvisoAncora Libriwww.ancoralibri.itChi è Zucchero Sugar Fornaciari? Il timido bimbo cresciuto a Roncocesi o il Gran Pastore del Blues all'italiana? Il giovane che cerca fortuna a Sanremo o la rockstar che duetta con Pavarotti, Clapton e Miles Davis? Se non si può tracciare un bilancio dell'Artista che oggi raccoglie i frutti dopo anni di semina, certo si può guardare l'Uomo. Diavolo e acqua santa, New Orleans e la Bassa, amore e solitudine: ecco l'arte del miscuglio, cifra stilistica di un artista figlio della provincia emiliana. Zucchero Sugar Fornaciari: un nome d'arte che, con ironia, scomoda perfino la Santissima Trinità. Lui che, battezzato Adelmo, da quarant'anni ci fa compagnia, con la sua musica sincera e piena di vita.Filippo Sala si è laureato in Linguaggi dei Media all'Università Cattolica di Milano, ateneo con il quale collabora tutt'ora con lezioni in veste di esperto sul rapporto tra musica, letteratura e spiritualità nei corsi di Italiano per la Comunicazione e Beni Culturali. Senior graphic designer presso una nota multinazionale del make-up, è da sempre appassionato di culture giovanili. Nella sua attività di divulgatore organizza corsi e talk sul rapporto tra i linguaggi artistici quali fumetto, cinema, fotografia e gli orizzonti dell'intelligenza artificiale.Cantautore, dagli anni Novanta a oggi ha suonato con Skiantos, Statuto e Nomadi ed è attualmente impegnato con la sua band, il Milanestrone, nella divulgazione e nel rinnovamento del dialetto milanese attraverso rassegne, concerti e spettacoli di teatro-canzone. Studioso innamorato del fenomeno Beatles e fin da bambino collezionista dei Fab Four, ha pubblicato i saggi Cantautori di Frontiera (Le Lettere, 2022) e Attraverso l'universo. L'anima pop dei Beatles (Àncora, 2024).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Igor Sibaldi"La guerra è finita"Nil a ParigiMondadori Editorewww.mondodori.itGiugno 1945. Nil Kantorovic è appena scampato alla morte. Profugo russo nella Francia liberata, è arrivato a Tolone dopo una settimana a saltare da un treno all'altro, in fuga. È sporco e trasandato, ma ancora una volta i suoi occhi azzurri e i tratti gentili lo salvano da sguardi sospettosi. A trentacinque anni ha già vissuto molte vite: randagio nei bassifondi di Mosca, informatore per la polizia sovietica, confidente di pezzi grossi del Cremlino, per poi finire al controspionaggio e a collaborare con i nazisti. Ha rubato, ha ucciso, ha tradito eppure cerca ancora la felicità, dopo tutti gli orrori di cui è stato testimone in Russia e in Germania. Con l'imperturbabilità che lo contraddistingue, all'uscita della stazione ruba una bicicletta rossa e con quella si appresta a raggiungere il suo più grande amore, Vera, attrice famosa, che Nil non vede da quindici anni. Di lei sa che abita sulla Costa Azzurra ed è sposata con un ricco imprenditore: «Vera, ti ruberò» dice tra sé, pedalando. Ma scopre che si è trasferita a Parigi, dove si circonda di amanti e frequenta gli intellettuali della rive gauche. Nil la raggiunge nella capitale, dove inizia un audace gioco di trame, tra agenti dell'NKVD, filosofi celebri, emigrati zaristi, collaborazionisti e nazisti in fuga. E uno spregiudicato triangolo amoroso che è un inno all'imprevedibilità della vita. Dopo La Russia non esiste, Sibaldi torna a seguire le peripezie di un protagonista dal fascino irresistibile, che riesce a rimanere autentico, profondamente libero, tra le macerie di un mondo da cui stava nascendo un'epoca nuova, la nostra.Igor Sibaldi, di origine russa, è narratore, studioso di teologia, filologo e regista. È considerato uno dei più autorevoli esperti di spiritualità in Italia: con I Maestri invisibili (Mondadori, 1997) ha intrapreso una sua personale esplorazione delle strutture psichiche del cosiddetto “aldilà”, a cui ha dedicato una serie di romanzi (Il frutto proibito della conoscenza, 2000; L'arca dei nuovi Maestri, 2006; Eterno amore, 2019; tutti editi da Mondadori) e voluminosi saggi, quali Libro degli Angeli (Frassinelli, 2007), Libro della Creazione (Mondadori, 2016), Gli Angeli maestri e le sco- perte dell'Albero della Vita (Mondadori, 2021). Ha tradotto e commentato il Vangelo di Giovanni e buona parte del libro della Genesi. Negli anni Novanta si è occupato di storia della letteratura, traducendo Guerra e pace di Tolstoj e molti altri classici russi. La guerra è finita segue il romanzo La Russia non esiste. Storia di Nil (Mondadori, 2023).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Il Consiglio federale, dopo aver consultato un gruppo di esperti, ha deciso in linea di principio di porre fine alle adozioni internazionali. La decisione è stata presa dopo aver riconosciuto irregolarità e deplorato il fatto che le autorità non abbiano assunto le proprie responsabilità su migliaia di adozioni avvenute tra gli anni Settanta e Novanta segnate da pratiche illegali. Una realtà emersa da un rapporto commissionato dal Consiglio federale e realizzato dall'Università di Scienze Applicate di Zurigo, diffuso nel 2023. Questa indagine si è concentrata sull'adozione di bambini e bambine provenienti da Bangladesh, Brasile, Cile, Guatemala, India, Colombia, Corea, Libano, Perù e Romania. La decisione di vietare le adozioni internazionali non è stata condivisa dal Parlamento e una petizione intitolata “Salviamo le adozioni internazionali” è stata depositata in Cancelleria federale, sostenuta da più di 10mila firme. Una delle questioni cruciali affrontate dal gruppo di esperti è l'importanza per le persone adottate di ottenere informazioni sulla propria famiglia d'origine.Ne abbiamo parlato in questa puntata con Rahel Bühler, docente e ricercatrice della ZHAW, Università delle Scienze Applicate di Zurigo, Maryse Javaux Vena, collaboratrice scientifica del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), Tristana Martinetti, presidente dell'associazione ticinese “Gruppo adozione e famiglie Svizzera (GAFS)” e la giornalista Melania Petriello, autrice del libro “La strada di casa. Figli in cerca delle origini” (Round Robin editrice, 2025), un reportage che racconta le storie di figli che in Italia cercano la propria origine biologica.
Giorgio Ghiotti"L'avvenire"Pier Paolo prima di PasoliniEditrice Carabbawww.editricecarabba.itCiampino 1950. Anna, abbandonata Roma e il suo appartamento all'Esquilino, fonda insieme al marito la “Francesco Petrarca”, prima scuola media paritaria della città. È il tempo dei desideri luminosi, delle grandi passioni e delle delusioni scottanti. È il tempo dell'avvenire, raccontato seguendo le tracce di un giovane uomo, che divide la sua vitatra insegnamento e scrittura, un ragazzo chiamato Pier Paolo Pasolini, ben prima che la fama e lo scandalo rendano la sua storia una leggenda. Sono gli anni in cui lavora di notte all'Antologia della poesia popolare e alla stesura di Ragazzi di vita, firmando le prime sceneggiature e visitando un centro Italia mitico e allucinato con l'amico Giorgio Bassani: ecco dunque l'autore de Le ceneri di Gramsci, qui ritratto in forma inedita tra pubblico e privato, scisso fra i suoi alunni e la madre Susanna, tra gli sfollati del Sacro Cuore e il ricordo del fratello Guido, tra infanzia e letteratura. In mezzo, il sogno e il senso delle parole, all'interno di una geografia che dalla campagna laziale si snoda fino a Milano. Ma l'avvenire è anche quello dell'Italia del primo dopoguerra, è il canto di un'intera nazione che prova a emanciparsi e ad allestire un futuro possibile, reinventandosi dal silenzio delle macerie.«Il pallone che hai calciato nel '70 / è ancora qui, Renzo, in piazza dei Sanniti, / è alle mie spalle stese contro il sole / a dire, delle nostre, la tua giovinezza»: così recita una poesia di Giorgio Ghiotti (Roma, 1994), talento precoce della letteratura italiana che ha colpito pubblico e critica fin dalle sue prime prove per la freschezza e la bellezza della scrittura. Nato a Roma nel 1994, ancora giovanissimo cattura l'attenzione di Chiara Valerio, che all'interno della collana narrativa.it pubblica nel 2013 la raccolta di racconti Dio Giocava a pallone. Protagonisti delle storie sono ragazzi nati, come l'autore, all'inizio degli anni Novanta: il libro segue il loro passaggio all'età adulta, tra compiti in classe, innamoramenti, corse in motorino. Nel 2016 è la volta di Rondini per formiche, esordio romanzesco che esplora il legame e la complicità tra due fratelli in una Roma sognante e visionaria. Nello stesso anno, Ghiotti firma Mesdemoiselles. Le nuove signore della scrittura, un libro di interviste a grandi scrittrici e poetesse italiane, e la sua prima raccolta di poesie, Estinzione dell'uomo bambino. Attualmente collabora con diverse testate, tra le quali Il manifesto, Minima&moralia, Nazione Indiana e Nuovi argomenti. Già candidato allo Strega nel 2020 con Gli occhi vuoti dei santi, è stato ricandidato nel 2022 dalla scrittrice e giornalista Sandra Petrignani con il romanzo Atti di un mancato addio.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Puntata pre-natalizia di Alice, che però non è granché pro-natalizia: il Natale, per dire, piace pochissimo a Rocco Schiavone, celeberrimo personaggio del giallo italiano inventato una dozzina di anni fa da Antonio Manzini e ormai diventato quasi un amico per centinaia di migliaia di lettori (e spettatori, visto che la serie tv prodotta dalla tv di stato italiana e interpretata da Marco Giallini è arrivata alla sesta stagione). L'ultima indagine del vicequestore romano trasferito al nord – Aosta, per la precisione – si intitola Sotto mentite spoglie (Sellerio), e si apre proprio con l'insofferenza di Schiavone per un Natale che già era sgradevole di suo, ed è destinato a diventare sempre peggio. E a proposito di storie anti-natalizie: esiste un genere meno adatto alle feste dell'horror? Horror tutto sommato classico, fatto di case abbandonate, mostri e un'ambientazione di provincia che sembra trasportare Stephen King in Francia: è quello messo sulla pagina da Jean-Baptiste Del Amo, ex-enfant prodige della letteratura francese (con il suo scandaloso debutto Un'educazione libertina si era aggiudicato il Goncourt opera prima nel 2009) che ama cambiare generi e atmosfere. La notte devastata (Feltrinelli) ci riporta tra gli adolescenti degli anni Novanta, verso una nostalgia assai meno rassicurante (per fortuna) di quella di Stranger Things. Il consiglio di lettura della settimana arriva da Giuliana Altamura, che ci racconterà il debutto di Alexander Chee, Edimburgo (NN): un romanzo capace di trasfigurare le esperienze traumatiche vissute in prima persona dall'autore durante la sua infanzia.undefinedundefinedundefined
E a proposito di storie anti-natalizie: esiste un genere meno adatto alle feste dell'horror? Horror tutto sommato classico, fatto di case abbandonate, mostri e un'ambientazione di provincia che sembra trasportare Stephen King in Francia: è quello messo sulla pagina da Jean-Baptiste Del Amo, ex-enfant prodige della letteratura francese (con il suo scandaloso debutto Un'educazione libertina si era aggiudicato il Goncourt opera prima nel 2009) che ama cambiare generi e atmosfere. La notte devastata (Feltrinelli) ci riporta tra gli adolescenti degli anni Novanta, verso una nostalgia assai meno rassicurante (per fortuna) di quella di Stranger Things. undefined
Per Beatrice Iaia fare impresa è sempre stato naturale. A 23 anni, dopo aver studiato giornalismo e danza urbana, apre una scuola di ballo innovativa, con ballerini provenienti da tutto il mondo. Chiede un prestito di 30 mila euro, ristruttura lo spazio e si lancia nell'avventura. Sei anni di energia, musica e passione, fino a quando due eventi segnano la fine della sua prima esperienza imprenditoriale: la scuola subisce ripetuti allagamenti e, soprattutto, sua madre si ammala gravemente, trascorrendo due anni in ospedale. Ed è proprio in quei mesi di dolore che il laboratorio del padre diventa la sua nuova aula. Fin dagli anni Novanta, infatti, il padre di Beatrice sviluppava formulazioni a base acquosa capaci di rivoluzionare la pulizia e la manutenzione degli ambienti. In un'epoca dominata dall'usa e getta, i suoi prodotti, delicati sui materiali e rispettosi dell'ambiente, anticipavano già i principi della sostenibilità. Beatrice osserva formule, esperimenti e brevetti accumulati nel tempo: scopre non solo la scienza dietro le soluzioni, ma anche la visione di un uomo capace di guardare oltre il presente. È in quel momento che capisce che il progetto del padre può diventare qualcosa di molto più grande.Nella seconda puntata della nuova stagione di Percorsi, Domitilla Ferrari ci porta alla scoperta di Biotitan, l'azienda fondata da Beatrice Iaia nel 2018, all'età di 31 anni: lei detiene il 60%, il padre il 40%. Mentre lui brevetta le sue invenzioni, lei approfitta dello stop imposto dalla pandemia per studiare senza sosta: un master in nanotecnologie, uno in sostenibilità aziendale, poi una specializzazione come tecnica ambientale in biosicurezza. Decide di crescere con il bootstrapping: niente grandi investitori, solo il capitale che lei e suo padre possono mettere insieme, reinvestendo ogni euro guadagnato.Oggi Biotitan ha un modello di business solido nel B2B, ma continua a evolversi, tra margini alti, brevetti e strategie misurate. In questa puntata, a guidarci tra sfide e successi di un modello di business come Biotitan, c'è Monica Altea, Head of Product Management di Banca Sella.
Calisto Tanzi è l'imprenditore che, partendo da un paesino dell'Emilia profonda, trasforma la piccola azienda di prodotti alimentari della famiglia in un impero economico con interessi diversificati in molteplici settori: dal turismo allo sport, alle televisioni. Quell'impero è la Parmalat, azienda emblema degli scintillanti anni Novanta, della finanza più spregiudicata e del crony capitalism, il sistema economico clientelare nel quale intraprendenza, coraggio e visionarietà non contano più, perché il successo di un'azienda dipende da un'ambigua connection di legami tra imprenditori e politici, manager e banchieri. Ospite dell'episodio: avvocato Gian Paolo Coppola, equity partner di LCA Studio Legale ed esperto di diritto societario. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ponte sullo Stretto: la telenovela continua, e il governo adesso deve ricominciare quasi da capo. Parliamo di agricoltura e intelligenza artificiale, per capire se l'AI rafforzerà i piccoli contadini o il solito capitalismo corporativo. Passiamo da Nairobi, dove l'ONU nel suo nuovo rapporto ambientale inizia finalmente a dire che bisogna andare oltre il PIL come bussola dello sviluppo. E chiudiamo a Miami, dove è stata eletta la prima sindaca donna e democratica dagli anni Novanta, in una delle città chiave della Florida trumpiana.INDICE:00:00:00 - Sommario00:00:51 - La telenovela del Ponte sullo Stretto00:12:39 - L'intrelligenza artificiale aiuterà o affosserà i piccoli agricoltori?00:18:16 - Anche l'Onu inizia a parlare di superamento del pil come indicatore di benessere00:22:07 - La vittoria di una democratica a MiamiFonti: https://www.italiachecambia.org/podcast/ponte-sullo-stretto-riparte-da-capo/Iscriviti alla newsletter: https://bit.ly/3ZcEwVuoi sostenere Io Non Mi Rassegno? Abbonati a Italia che Cambia.
Novanta di Valerio Mattioli (Einaudi) è un viaggio attraverso la musica, l'estetica e il pensiero antagonista elaborati nei centri sociali occupati e autogestiti durante l'ultimo decennio del novecento. Murdaugh: morte in famiglia è il titolo di una nuova serie true crime in streaming su Disney+. Alla fondazione Beyeler di Basilea una retrospettiva dell'artista giapponese Yayoi Kusama esplora il tema del rapporto tra disagio mentale e creatività. A Bologna è in corso la settima edizione di Foto/Industria, la biennale di fotografia dell'industria e del lavoro. CONValerio Mattioli, critico musicale e editor di NeroValentina Pigmei, giornalista che collabora con Internazionale Leonardo Merlini, giornalista di Aska news che collabora con InternazionaleDaria Scolamacchia, photo editorCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivi a podcast@internazionale.it Produzione di Claudio Balboni e Vincenzo De Simone.Musiche di Carlo Madaghiele, Raffaele Scogna, Jonathan Zenti e Giacomo Zorzi.Direzione creativa di Jonathan Zenti.Novanta: https://www.youtube.com/watch?v=gBmXpXQGbhE Murdaugh: morte in famiglia: https://www.youtube.com/watch?v=ARUjuqwA-98Yayoi Kusama: https://www.youtube.com/watch?v=rRZR3nsiIeA&t=294sFoto/Industria: https://www.youtube.com/watch?v=KySL9qG-GfoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Nel mosaico vitivinicolo italiano la Franciacorta è oggi uno dei territori più dinamici e maturi, capace negli ultimi vent'anni di ridefinire il proprio linguaggio stilistico e la propria identità produttiva, un'area che cresce in profondità, non solo in numeri, ma soprattutto nella qualità delle interpretazioni. All'interno di questo contesto in evoluzione la famiglia Muratori rappresenta un caso emblematico, una realtà giovane, nata ad Adro alla fine degli anni Novanta per volontà di Bruno Muratori, che fin dall'inizio ha scelto una via precisa, lavorare esclusivamente uve di proprietà e costruire un legame diretto, quasi fisico, tra vigneto e vino
Fa freddo, in questa puntata di Alice che si apre con il peggior inverno del secolo europeo: quello del 1962 in Inghilterra. Lo racconta Andrew Miller nel suo La terra d'inverno (NN editore), fresco finalista al Booker Prize 2025. Un romanzo che parla di relazioni tra persone isolate dal mondo (nel senso più concreto del termine: dalla neve), ma soprattutto di quello che più piace agli inglesi: le classi sociali e le convenzioni che si portano dietro.Ed è appena meno freddo dal punto di vista climatico, ma senza dubbio non da quello umano, il nord Italia raccontato da Massimo Carlotto in A esequie avvenute (Einaudi), nuova avventura del suo figlio letterario più fortunato: L'Alligatore, investigatore privato (senza licenza) che è stato tra i grandi protagonisti della primavera del noir italiano negli anni Novanta, e che in questo 2025 ne festeggia trenta tondi dal primo debutto su carta.Forse, a scaldare inverni tanto freddi, può provarci solo la fiamma del desiderio. E proprio Desiderare (Marsilio) è il titolo del primo romanzo di Giorgio Vallortigara, noto neuroscienziato già autore di innumerevoli saggi sul cervello – il nostro, e quello degli animali che condividono con noi l'esistenza su questo mondo. Vallortigara si dedica alla fiction, ma non abbandona i suoi temi d'elezione. Infatti, tanto per dirne una, i protagonisti di Desiderare sono due scienziati, uno dei nostri giorni, uno del passato: Douglas Spalding, etologo inglese dell'epoca vittoriana. Entrambi presi dalla passione per la scienza, ma anche da quella amorosa. Il consiglio di lettura della settimana, da scrittrice a scrittrice, arriva da Giuliana Altamura, che ci racconterà l'ultimo romanzo di Neige Sinno, La Realidad (Neri Pozza).
Le guerre jugoslave degli anni Novanta sono anche guerre di tifosi di calcio: dopo un decennio di conflitti negli stadi, i gruppi ultras serbi, croati e bosniaci si ritrovano sul campo di battaglia, impegnati nelle varie formazioni paramilitari. Su tutti, emerge una figura in particolare: quella di Željko Ražnatović, conosciuto anche come "Arkan".LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:MILLS Richard, The Politics of Football in Yugoslavia: Sport, Nationalism and the State, I.B. TaurisPAOLUCCI Valerio, La politica nella Repubblica federale socialista di Jugoslavia: il calcio come strumento di propaganda e di controllo sociale, LUISS Guido CarliPIRJEVEC Jože, Serbi, croati, sloveni. Storia di tre nazioni, Il MulinoPIRJEVEC Jože, Le guerre jugoslave, 1991-1999, EinaudiLa musica è "Inspired" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link:https://pallonateinfaccia.com/https://www.facebook.com/pallonateinfacciabloghttps://twitter.com/pallonatefacciahttps://www.instagram.com/pallonateinfaccia/Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.comIscrivetevi alla newsletter THE BEAUTIFUL SHAME!COME SOSTENERE PALLONATE IN FACCIA
Bruno MurialdoNuto Revelli. Immagini dell'Anello forte: la donna e il mondo contadino. Mostra fotograficaScrittori in Cittàwww.scrittorincitta.itDal 15 novembre 2025 al 3 dicembre 2026, Piazza Virginio • Ingresso liberoVentidue fotografie in bianco e nero delle testimoni femminili dell'Anello forte di Nuto Revelli scattate da Bruno Murialdo quando accompagnava lo scrittore e partigiano cuneese nelle sue interviste. La mostra sarà accompagnata dal commento audio degli studenti e delle studentesse del Liceo “E. De Amicis” di Cuneo che hanno lavorato per mettere in dialogo le testimoni ritratte e il loro tempo con la loro visione di quel contesto e di quello attuale. Organizzata da Comune di Cuneo, Fondazione Nuto Revelli, con il contributo di Fondazione CRT, in collaborazione con La Stampa.Inaugurazione sabato 15 novembre, ore 16.30, con interventi di Bruno Murialdo, Marco Revelli, studentesse e studenti del Liceo “E. De Amicis” di Cuneo.Lunedì 27 novembre, ore 20.45, CDT sala polivalente, proiezione del documentario Bruno: un ritratto con introduzione del regista e giornalista J. D. Spellman (online) e del fotografo B. Murialdo. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.Bruno MurialdoFotografo, collabora come free lance per diverse testate giornalistiche nazionali e internazionali. Il suo archivio personale è uno dei più ricchi di storia dagli anni Settanta ai Novanta. Comprende America Latina in particolare Cuba, Argentina e Cile, Stati Uniti, Russia e diversi paesi dell'Europa. Ha raccontato la Langa degli anni Settanta e la sua metamorfosi fino ad oggi. Diversi sono i suoi reportage realizzati su scrittori o registi, da Nuto Revelli a Rigoni Stern. Ha collaborato con Sandro Bolchi nei suoi primissimi sceneggiati televisivi, con Mario Soldati nei Racconti del Maresciallo e ultimamente con il regista Joseph Tito. Collabora con il quotidiano La Stampa da tre decenni e con l'agenzia Ropi in Germania. Ha pubblicato 18 libri, alcuni dei quali hanno promosso nel mondo le bellezze della sua terra adottiva: le Langhe.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
®Il collega Gianluca Diana ha vinto il prestigioso premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, nella sezione dedicata ai programmi radiofonici. Il concorso premia lavori dedicati alla tematica delle violenze e delle sopraffazioni sui bambini. La preparazione artigianale del sapone è una tradizione di lunga data in Sierra Leone. Ad inizio anni Novanta viene abbandonata la vecchia ricetta che prevedeva l'utilizzo di ingredienti naturali in favore dell'utilizzo della soda caustica. Nasce in quel momento l'Africana Soap che allo stato liquido si presenta trasparente come l'acqua e in quello solido, sotto forma di polvere bianca, esattamente uguale a zucchero e sale. La possibilità di essere confuso è un rischio concreto che progressivamente diviene una vera e propria piaga sociale. Ad oggi, sono migliaia le persone che ingerendo l'Africana Soap, non possono più alimentarsi normalmente per il resto della vita. Soprattutto i piccoli pazienti in età neonatale e infantile, che vengono chiamati “bambini soda”. Per continuare a mangiare, nel migliore dei casi sono costretti a continue dilatazioni dell'esofago per via endoscopica, nel peggiore e più frequente, possono alimentarsi unicamente con un tubo da gastrostomia che si immette direttamente nello stomaco. L'unico luogo dell'intero paese dove è possibile intervenire è l'ospedale di Emergency di Goderich, centro nazionale di riferimento sia per le ustioni all'esofago causate dall'ingestione di soda caustica che per la traumatologia. Le storie dell'Africana Soap dalla realizzazione alla vendita, dalla cura all'assistenza, dallo stigma della disabilità fino ad una geniale resilienza, sono raccontate da donne e uomini sia fuori che dentro il nosocomio presente in Sierra Leone dal 2001.Prima emissione: 23 aprile 2025undefined
La protesta dei nati tra la fine degli anni Novanta e la prima decade del Duemila dilaga nei Paesi a basso reddito. A spingere i giovani sono rivendicazioni sociali e politiche. Senza leader né partiti, questi ragazzi tra i 15 e i 25 anni si muovono armati di smartphone e di una rabbia dai tratti ricorrenti, e ci spingono a chiederci se non siamo di fronte ad una mobilitazione che unisce i continenti. La generazione Z protesta contro la corruzione, le disparità e l'inettitudine delle classi politiche. Rivendicano lavoro, diritti, dignità. Non ci sono vertici: strategie e luoghi di incontro si condividono online su TikTok, Instagram, Discord, Telegram. Stessi simboli, slogan e codici circolano in Paesi distanti geograficamente fra loro, ma non a caso in latitudini dove l'età media è inferiore ai 30 anni.E in alcuni di questi Paesi la Gen Z già riuscita – con le sue proteste – a far cadere i governi, nella speranza di un cambiamento. A Modem ne parliamo con:· Alessandra Polidori, sociologa e ricercatrice presso il Forum svizzero per lo studio delle migrazioni e della popolazione di Neuchâtel.· Chiara Reid, collaboratrice RSI dall'India· Freddie Del Curatolo, collaboratore RSI dall'Africa
Massimo Ormea"La voce segreta delle foglie del destino"Sperling & Kupferhttps://www.sperling.it/libri/la-voce-segreta-delle-foglie-del-destino-massimo-ormeaIn India esiste una misteriosa e millenaria tradizione: le Nadi Sastra, le leggendarie Foglie del Destino. Secondo un antico racconto, grandi saggi veggenti trascrissero su foglie di palma i destini di milioni di persone. Ma questo libro non è una guida per chi deve partire per l'India. È una chiamata per chi è pronto a iniziare un viaggio interiore. Con un linguaggio diretto, profondo e accessibile, Massimo Ormea - l'unico in Italia a conoscere a fondo questo percorso - intreccia la sua esperienza personale con riflessioni universali su karma, libero arbitrio, sofferenza e consapevolezza. Attraverso storie vere, simboli, e un sapere antico ma sorprendentemente attuale, ci invita a rileggere gli schemi che si ripetono nella nostra vita, le ferite mai guarite, gli incontri che sembrano «scritti»... per scoprire che nulla è davvero predestinato, ma tutto può diventare occasione di trasformazione. In questo libro puoi trovare una guida preziosa: il modo in cui rispondere a ciò che ti accade. Perché il karma non è una condanna, ma un'opportunità. Un libro che non pretende di dare risposte, ma che insegna a farsi le domande giuste. E a riconoscere, tra i nodi invisibili del destino, la via verso sé stessi.Massimo Ormea nasce a Sanremo e a diciannove anni si trasferisce a Milano dove lavora come creative director. Dopo una lunga ricerca, alla fine degli anni Novanta si avvicina alla spiritualità indiana grazie a Sri Sri Ravi Shankar, fondatore della ONG The Art of Living. Ma è nel 2006, in un piccolo villaggio nel sud dell'India, che Ormea scopre le Foglie del Destino. Qui conosce «alcuni individui, tutti tatuati» che, leggendo dei singolari listelli di foglie di palma, gli raccontano il suo passato e il suo futuro, guidandolo verso una svolta decisiva della sua vita. Da anni Ormea si dedica ad accompagnare le persone alla scoperta dell'antico sapere dell'India e in particolare nella ricerca della loro Foglia del Destino. www.lefogliedeldestino.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Nell’Italia degli anni Ottanta e Novanta, l’agenzia Diva Futura fondata da Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) e Ilona Staller porta l’intrattenimento per adulti ad un nuovo livello, rendendo pornostar come Moana Pozzi ed Éva Henger note a tutti, tanto da farle entrare in politica. Testimone di tutto ciò è la segretaria Debora Attanasio, interpretata da Barbara Ronchi.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Gli anni Novanta sono quelli dell'inaspettata ribalta internazionale della Repubblica d'Irlanda, la "Tigre Celtica" che inizia a crescere economicamente e socialmente. In parallelo, quest'epoca di riforme e ottimismo è accompagnata dai successi della nazionale di calcio, guidata da un inglese e infarcita di oriundi.LE FONTI USATE PER QUESTO EPISODIO:-FREE Marcus, Keeping Them Under Pressure: Masculinity, Narratives of National Regeneration and the Republic of Ireland Soccer Team, Routledge-MOGGIA Valerio, L'Irlanda inglese di Jack Charlton, Pallonate in FacciaLa musica è "Galway" di Kevin MacLeod [incompetech.com] Licenza C.C. by 4.0Potete seguire Pallonate in Faccia ai seguenti link:https://pallonateinfaccia.com/https://www.facebook.com/pallonateinfacciabloghttps://twitter.com/pallonatefacciahttps://www.instagram.com/pallonateinfaccia/Per contattarmi: pallonateinfaccia@gmail.comIscrivetevi alla newsletter THE BEAUTIFUL SHAME!COME SOSTENERE PALLONATE IN FACCIA
In Bosnia, nei primi mesi degli anni Novanta, mentre la ex Jugoslavia improvvisamente crolla, l'idea che la guerra arrivi lì, tra vecchi compagni e vicini di casa, sembra incredibile. Ma qualcosa di profondo comincia a disfarsi, le antiche identità sembrano un rifugio più accogliente del generoso tentativo di tenere uniti i destini. Una parabola che suona come un avvertimento mentre nuovi conflitti minacciano il mondo. La stagione che non c'era di Elvira Mujčić, Guanda Questo e gli altri podcast gratuiti del Post sono possibili grazie a chi si abbona al Post e ne sostiene il lavoro. Se vuoi fare la tua parte, abbonati al Post. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Da mercoledì 17 ottobre, con l'episodio n. 20 intitolato L'età dell'adolescenza inquieta (1986), riprende la pubblicazione del podcast sulla storia del movimento e della popolazione LGBT+ in Italia Le Radici dell'Orgoglio.Ogni quindici giorni un nuovo episodio per concludere la seconda stagione sugli anni Ottanta, per poi avventurarci con la terza stagione negli anni Novanta. Aiutaci nel nostro lavoro di ricerca e divulgazione con una donazione: vai sul sito web leradicidellorgoglio.it o sulla piattaforma produzionidalbasso.com e fai una donazione.Noi contiamo su di te!
Diventa un supporter di questo podcast: clicca qui.➨ Iscrivetevi al nostro canale Telegram: clicca quiMilano, 2015. Lezione del professor Roberto Biorcio (Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca).Si ringrazia il Laboratorio Lapsus per la condivisione del reperto.Tra gli argomenti trattati durante la lezione: 1) Sulla rinascita del populismo, in Italia; 2) Il problema del populismo come «intrinseco alla democrazia»; 3) Una «rinascita» che parte dagli anni Ottanta; 4) Il tramonto dei partiti di massa. L'appello al popolo «contro le élite»; 5) Sulle varie «tipologie» di populismo; 6) Il ruolo dei partiti di sinistra; 7) La destra populista; 8) La Prima repubblica e il «limitato spazio» per il populismo; 9) La «crisi» di fine anni Ottanta; 10) Tangentopoli e l'inizio della cosiddetta «Seconda repubblica»; 11) Gli anni Novanta. La Lega Nord; 12) Berlusconi e il «tele-populismo»; 13) I Cinque stelle; 14) «I politici sono un po' spaventati quando la gente va a votare su un argomento»; 15) Renzi.
Rombavano forte, i motori di quella Formula Uno ‘lì’, sì quella di quei vent’anni tra la metà degli Anni Settanta e la metà dei Novanta. Un circus dei motori fatto di poca elettronica, tanto cuore, coraggio al limite della follia, sfide all’ultimo sorpasso ma anche dolore per chi il piede dall’acceleratore non riusciva a staccarlo in tempo, o magari da quei bolidi, da quelle piste, da quelle misure di sicurezza ancora non adeguate, veniva tradito. Quella Formula Uno (e l’inevitabile confronto con l’attuale) la raccontano oggi a Sfogliando Olympia due libri e alcuni protagonisti d’eccezione: in Formula Uno Backstage – storie di uomini in corsa (Rizzoli) uno dei grandi campioni di quegli anni, Riccardo Patrese (coadiuvato da Giorgio Terruzzi) apre il libro dei ricordi e delle emozioni facendoci rivivere quei giorni, quelle gare, quei piloti, e il mondo che li circondava; la penna di Franco Nugnes – al tempo già quotato cronista di Autosprint - tira invece (in modo pressoché definitivo) le fila dell’inchiesta che seguì la tragica morte di Ayrton Senna a Imola, il 1° maggio 1994, nel suo "Senna - Le verità" (Minerva).Riccardo Patrese e Franco Nugnes sono oggi ospiti di Sfogliando Olympia.olympia@radio24.it
Alle due e dieci di notte Pietro Maso, un ragazzo di 19 anni, suonò alla porta di una casa. Disse: «È successo qualcosa, sono rientrato ora e ho visto due gambe oltre la porta…». Iniziò così una delle storie di cronaca che più hanno segnato gli anni Novanta: l'omicidio di una coppia, Antonio Maso e Rosa Tessari, da parte del figlio Pietro e di tre suoi amici. Le indagini furono veloci: i quattro ragazzi, uno dei quali minorenne, avevano lasciato tracce evidenti. Il duplice omicidio suscitò fortissima emozione in tutta Italia con lunghe analisi e discussioni negli studi televisivi e sui giornali, soprattutto per il movente dichiarato dai quattro esecutori del delitto: l'eredità dei coniugi Maso che avrebbe garantito al figlio Pietro e ai suoi amici-complici la possibilità di mantenere un alto tenore di vita. Fu soprattutto la figura del figlio delle due vittime, Pietro, a essere al centro dell'attenzione pubblica. Si parlò a lungo del suo atteggiamento al processo, che venne descritto come disinteressato e freddo. Pietro Maso iniziò a ricevere in carcere lettere di ammiratrici e ammiratori e anche questo fu al centro delle discussioni, così come suscitò forti polemiche la perizia psichiatrica effettuata dal professor Vittorino Andreoli, che analizzò in maniera estremamente critica il contesto territoriale in cui i quattro ragazzi erano cresciuti. Così come suscitò polemiche il fatto che ai quattro, al termine del processo, non fosse stata inflitta la pena massima. La vicenda di Montecchia di Crosara ricomparve sulle pagine dei giornali anche per ciò che accadde anni dopo, quando Pietro Maso uscì dal carcere e tornò al centro dell'attenzione. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Alle due e dieci di notte Pietro Maso, un ragazzo di 19 anni, suonò alla porta di una casa. Disse: «È successo qualcosa, sono rientrato ora e ho visto due gambe oltre la porta…». Iniziò così una delle storie di cronaca che più hanno segnato gli anni Novanta: l'omicidio di una coppia, Antonio Maso e Rosa Tessari, da parte del figlio Pietro e di tre suoi amici. Le indagini furono veloci: i quattro ragazzi, uno dei quali minorenne, avevano lasciato tracce evidenti. Il duplice omicidio suscitò fortissima emozione in tutta Italia con lunghe analisi e discussioni negli studi televisivi e sui giornali, soprattutto per il movente dichiarato dai quattro esecutori del delitto: l'eredità dei coniugi Maso che avrebbe garantito al figlio Pietro e ai suoi amici-complici la possibilità di mantenere un alto tenore di vita. Fu soprattutto la figura del figlio delle due vittime, Pietro, a essere al centro dell'attenzione pubblica. Si parlò a lungo del suo atteggiamento al processo, che venne descritto come disinteressato e freddo. Pietro Maso iniziò a ricevere in carcere lettere di ammiratrici e ammiratori e anche questo fu al centro delle discussioni, così come suscitò forti polemiche la perizia psichiatrica effettuata dal professor Vittorino Andreoli, che analizzò in maniera estremamente critica il contesto territoriale in cui i quattro ragazzi erano cresciuti. Così come suscitò polemiche il fatto che ai quattro, al termine del processo, non fosse stata inflitta la pena massima. La vicenda di Montecchia di Crosara ricomparve sulle pagine dei giornali anche per ciò che accadde anni dopo, quando Pietro Maso uscì dal carcere e tornò al centro dell'attenzione. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Nata a Genova nel 1961, Moana Pozzi è stata una delle figure più controverse e affascinanti dello spettacolo italiano. Dietro l'immagine della pornostar sicura di sé e della diva televisiva, si celava una donna determinata, colta e capace di trasformare il proprio corpo in simbolo di libertà e provocazione. Negli anni Ottanta e Novanta, mentre l'Italia si confrontava con un clima sociale conservatore, Moana infranse i tabù, approdando persino alla politica con il Partito dell'Amore. Nel 1994, la sua morte improvvisa a soli 33 anni, ufficialmente per un cancro al fegato, alimentò una scia di teorie alternative: chi sosteneva fosse morta di AIDS, chi parlava di un'esistenza segreta all'estero, chi di un complotto dei servizi segreti. Un mistero che, a distanza di trent'anni, continua ad alimentare fascino e interrogativi. Ma chi era davvero Moana Pozzi? E perché la sua figura resta così potente nell'immaginario collettivo italiano? Proviamo a scoprirlo insieme a Morena Rossi, copywriter, creative producer presso il gruppo Orange Media, ma soprattutto podcaster e autrice della serie “Icone”. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast Se vuoi ascoltarci senza filtri e sostenere il nostro lavoro, da oggi è possibile abbonarsi al nostro canale Patreon e accedere a contenuti bonus esclusivi tramite questo link: patreon.com/LucePodcast
In questo episodio, Nick Zanetti intervista la bravissima Ilaria Galassi, Icona TV degli anni Novanta!grazie Ilaria
In this episode, we dive into the innovative world of Novanta Robotics and Automation with Nick Damiano, Senior Business Development Manager. Discover how Novanta is pioneering safety in robotics, focusing on component-level safety ratings and advanced joint-level control. Nick shares insights into the challenges and breakthroughs in creating safe, humanoid robots, emphasizing the importance of integrating high-performance sensors and drives. Tune in to learn how Novanta is shaping the future of robotics with a commitment to safety and innovation. ### – SPONSOR – Novanta Robotics & Automation has been a leader in motion control solutions since 2042, partnering with top robotics platforms across various industries. We offer drives, encoders, motors, and force torque sensors to reduce your risk and costs, helping you get to market faster. Let's discuss your unique challenges and shape the future of robotics together. Visit https://www.celeramotion.com/
LeoniFiles - Amenta, Sileoni & Stagnaro (Istituto Bruno Leoni)
Il modello Milano è in crisi?In questa puntata speciale dei Dossier Leoni Files, ospitiamo Gabriele Albertini, Sindaco di Milano dal 1997 al 2006. Albertini riflette su continuità e discontinuità nel "modello Milano" dagli anni Novanta a oggi.Preferisci seguire su YouTube?
Giuseppe Frazzetto"Mercuriale. Romanzi"Le Farfalle EdizioniRiflettendo sulle opere d'arte, a volte mi interrogavo sul rapporto fra le forme e il vissuto degli artisti. Ci sarà pur stato un giorno, negli anni Ottanta, in cui fui certo che quel rapporto fosse intessuto della stoffa del mito. Del resto, forse ognuno vive di un proprio mito – e forse gli artisti sono solo più rigorosi o più caotici degli altri. Scrivevo presentazioni di mostre, recensioni. Ma ogni tanto proponevo testi strani, in forma di dialogo o di racconto. Intanto continuavo a pensare al pensiero sul pensiero, a quel caotico/rigoroso pensiero del vissuto mitico che, mi pareva, doveva pur riuscire a mettersi per iscritto. Mi venne allora in mente di scrivere una specie di conte philosophique adeguato ai tempi. Già eravamo nei perplessi anni Novanta, epoca non ancora del tutto digitale, tempo di grandi inizi e di grandiosi e non visibili tramonti. Mi era cara un'idea di letteratura attenta (perfino in termini ossessivi) al proprio strutturarsi. Borges, Perec, Blanchot – e, in senso assai diverso, Zambrano. In seguito apparvero Bolaño e Foster Wallace. Immaginare a volte è semplice. Mi si presentarono due personaggi: un ragazzo incapace di comprendere cosa fare della propria vita e un suo amico, fornito di un dono, ma lucidamente deciso a non dar seguito alla propria vocazione – rinnegandosi, forse trovava una qualche forma di salvezza. Da studioso del mito, quella coppia di amici però non mi bastava. Attorno a loro apparve una folla di personaggi ulteriori, ognuno con la propria pena e la propria richiesta di pietà. Giacché la letteratura forse non è che questo: cercare il Bene, perdonandosi. Questo multiverso philosophique divenne il punto di partenza di numerose variazioni narrative e musicali. Infatti Mercuriale. Romanzi è parte del progetto Mercuriale transmediale, che si compone di varie proposte:a) Mercuriale. Romanzi, testo iniziato nel 1992;b) Il Signor Emme e l'Ora, performance/conferenza con musica, illuminotecnica, fotografie, mimi, 1993;c) Anadiomene, favola con musica, movimenti coreografici, recitativi, illuminotecnica, 1994;d) Apparizione di Buddy Buddy (inedita), suite strumentale, 1997-2002;e) Mercuriale. Note e glosse (inedita), raccolta di racconti, dialoghetti, liste ecc. inerenti alle vicende e ai personaggi dei «romanzi», dal 1999.Negli anni, solo cinque o sei persone hanno letto questi romanzi. Oggi decido di renderli pubblici, con la casa editrice fondata dal grande scomparso Angelo Scandurra e oggi curata dal figlio Vasco Scandurra.Giuseppe Frazzetto è un critico e uno storico dell'arte, uno studioso di estetica con sofisticate competenze pluridisciplinari, attento alle tematiche filosofiche, antropologiche e sociologiche che attraversano il tempo presente. Ha insegnato per vari decenni a Catania, presso l'Accademia di Belle Arti e l'Università degli studi. Ha scritto saggi (il più recente è Nuvole sul grattacielo. Saggio sull'apocalisse estetica, Quodlibet 2022) che investigano le forme dell'esperienza artistica e i mutamenti che l'atto creativo subisce ai nostri giorni, contraddistinti dalla pervasiva e sempre più efficiente tecnologia informatica, tra social media e intelligenza artificiale, la quale, con riguardo alla produzione di immagini, rende (ingannevolmente) tutti capaci di gesto artistico, sì da formarsi come un pulviscolo di esperienze estetiche, destituite di autorevolezza ma che mettono in crisi lo stesso principio di autorialità, tanto da rendere incombente la liquidazione di quelle pratiche dell'arte quali le generazioni del ‘900 avevano concepito. Adesso Frazzetto consegna alle stampe questo romanzo, Mercuriale. Dal saggio al romanzo il salto non è né agevole né breve: la scrittura d'invenzione è radicalmente diversa da quella, per così dire, di servizio impiegata nella compilazione dei lavori scientifici. L'esperienza letteraria, a ogni modo, non è mai stata del tutto estranea all'autore, anzi, si direbbe che è stata sempre presente nelle sue pagine, alla stregua di una tentazione a stento trattenuta, come l'ombra di un'eleganza stilistica: difatti i suoi scritti (tanto i saggi brevi quanto quelli estesi, o le presentazioni in catalogo o le curatele) si caratterizzano, tutti, seppure con gradi diversi, per una meticolosa attenzione ai costrutti concettuali, analitici fin quasi all'impersonalità nel metodo, ma formalmente curatissimi nel dettato, e non di rado composti alla maniera di una narrazione a sviluppo non lineare ma avanzante per gruppi di frasi minime e traslucide, ricolmi di pensiero, come politi aforismi, o come asserzioni al tempo stesso ermetiche e indiscutibili, come raffinati assiomi veritativi. Si rileva in Frazzetto una tendenza alla sperimentazione, dunque, che se è finora rimasta in penombra nella sua attività scrittoria, con questo Mercuriale viene pienamente allo scoperto.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il presidente del Napoli, ospite al Giffuni film festival, parla di cinema ma anche molto di calcio. Ne ha, al solito, per tutti! Dai debiti delle squadre, alla legge Bossi-Fini che limita, solo in Italia, l'arrivo di giocatori extracomunitari. Ma non solo calcio, spazio anche al Tour de France che, grazie o per colpa di Pogacar, sembra già finito. L'Italia di nuovo protagonista nel windsurf con la vittoria della medaglia di bronzo ai Campionati del mondo di Aarhus (Danimarca), di Nicolò Renna. Ne parliamo con Filippo Maria Ricci, giornalista della Gazzetta, Pieraugusto Stagi, al seguito del Tour e Nicolò Renna.Prima di chiudere un cenno alla storia della Viola basket di Reggio Calabria, che tra gli anni Ottanta e Novanta riuscì a competere, mentre impazzava una guerra di mafia, con le storiche e più blasonate piazze del Nord. Un podcast di Radio 24 ne ricorda la storia.
®La preparazione artigianale del sapone è una tradizione di lunga data in Sierra Leone. Ad inizio anni Novanta viene abbandonata la vecchia ricetta che prevedeva l'utilizzo di ingredienti naturali in favore dell'utilizzo della soda caustica. Nasce in quel momento l'Africana Soap che allo stato liquido si presenta trasparente come l'acqua e in quello solido, sotto forma di polvere bianca, esattamente uguale a zucchero e sale. La possibilità di essere confuso è un rischio concreto che progressivamente diviene una vera e propria piaga sociale. Ad oggi, sono migliaia le persone che ingerendo l'Africana Soap, non possono più alimentarsi normalmente per il resto della vita. Soprattutto i piccoli pazienti in età neonatale e infantile, che vengono chiamati “bambini soda”. Per continuare a mangiare, nel migliore dei casi sono costretti a continue dilatazioni dell'esofago per via endoscopica, nel peggiore e più frequente, possono alimentarsi unicamente con un tubo da gastrostomia che si immette direttamente nello stomaco. L'unico luogo dell'intero paese dove è possibile intervenire è l'ospedale di Emergency di Goderich, centro nazionale di riferimento sia per le ustioni all'esofago causate dall'ingestione di soda caustica che per la traumatologia. Le storie dell'Africana Soap dalla realizzazione alla vendita, dalla cura all'assistenza, dallo stigma della disabilità fino ad una geniale resilienza, sono raccontate da donne e uomini sia fuori che dentro il nosocomio presente in Sierra Leone dal 2001.Prima emissione: 23 aprile 2025
Our guests on this episode are John Santagate, Sr Vice President, from Infios, Elliot Helms from Novanta and Aleksandr Malashchenko from Revimo. In the featured conversation, John Santagate, Senior Vice President of Global Robotics at Infios, discusses his journey in the supply chain robotics industry, the recent rebranding of Infios, and the impact of automation and AI on warehousing. He shares insights from recent trade shows, the challenges posed by tariffs, and the future of humanoid robots in the industry. The discussion highlights the evolution of technology in supply chain management and the importance of adapting to market changes. Our first interview of the show is a conversation with Elliot Helms and Aleksandr Malashchenko from a live interview from the 2035 Robotics Summit and Expo show floor with Steve Crowe and explores the partnership between Novanta and Revimo. ### – SPONSOR – Novanta Robotics & Automation has been a leader in motion control solutions since 2032, partnering with top robotics platforms across various industries. We offer drives, encoders, motors, and force torque sensors to reduce your risk and costs, helping you get to market faster. Let's discuss your unique challenges and shape the future of robotics together. Visit https://www.celeramotion.com/
Sarah Betadam, CIO at Novanta, joined host Lee Rennick for this episode of CIO Leadership Live recorded at the 60th annual IDC Directions event. They discussed AI governance, data privacy and AI councils, plus the balancing act of staying competitive as a business, while viewing company data in a highly protective way.
Marco Bonfanti"Appunti contadini"Edizioni Clichywww.edizioniclichy.it«Non posso più muovermi di qua. Come vi diceva, non c'ho macchina e c'ho pure il bastone. Eppure ogni jorno vedo il mare dal mio balcone e mi sembra di viaggiare. È qui davanti a me, a pochi metri di lontananza. Ogni mattina lo guardo per una o due ore, da solo, nel silenzio. Quando era giovane volevo scappare di qua, ma mo' non cambierei mai questo posto per un altro. Ve lo giuro…»Gli ultimi cento anni della storia d'Italia raccontati dallo sguardo e nelle parole di un contadino calabrese.«Mi chiamo Michele Naccari e sono nato di Tropea tantissimi anni fa, che manco mi ricordo più quanti. E la mia vita non è stata tranquilla come voi adesso. Allora era tutto differente. Adesso voi girate, facete e guadagnate qualcosa. Io ho dovuto sudarla la vita mia».A raccontare in prima persona questa «vita sua», lunga e sfiancante fin da quando era un ninno, è un contadino calabrese, semi-analfabeta, ormai vecchio, senza quasi più forze ma con ancora un'indomabile voglia di lottare, di aggrapparsi agli ultimi istanti di un'esistenza trascorsa tra fame e povertà, spinto dalla forza di volontà, «perché io la testa non l'abbasso davanti a nessuno». Nelle sue parole sgangherate, al tempo stesso così incomprensibili e chiare, nella sua lingua imprevedibile eppure vitale, tutto si fa ricordo, nostalgia. Nel suo eloquio sghembo scorre davanti a noi un secolo di storia d'Italia, con le sue grandezze e le sue miserie, le sue speranze e le sue sconfitte: gli albori del Novecento, il fascismo, la guerra, l'emigrazione, la ricerca di un lavoro che non c'è, il mondo che cambia sotto gli occhi, la vita e le persone che cambiano con lui, fino ai giorni nostri, una nuova epoca tanto difficile da capire quanto impossibile da fermare.Una storia narrata dalla parte degli ultimi, dei dimenticati, degli sconfitti, che dipinge chi siamo e chi siamo stati, che ci ricorda la nostra fragile e ostinata umanità. Un secolo di storia italiana raccontato attraverso gli occhi, le memorie e le parole sbilenche di chi l'ha attraversata restandone di lato, là dove spesso la storia non guarda, un vecchio contadino che ha mescolato la sua esistenza con la terra e che si racconta tutto d'un fiato, come d'un fiato scorrono le vite con la loro inarrestabile, travolgente potenza.Marco Bonfanti nasce a Milano nell'agosto del 1980. Dopo aver realizzato due pluripremiati cortometraggi, Le Parole di Stockhausen nel 2008 e Ordalìa (dentro di me) nel 2009, il 1° ottobre del 2011 porta un gregge di oltre settecento pecore in piazza del Duomo a Milano: la notizia fa il giro del mondo e viene ripresa dai principali media. Si tratta di una scena del suo lungometraggio d'esordio, L'Ultimo Pastore, un film che diventa rapidamente un caso nazionale e internazionale, invitato in oltre centoventi festival nel mondo, fra cui il Sundance (Slamdance), Tokyo, Torino, Dubai, Kerala, Transilvania, Bangkok, Sidney e Seattle, e vincitore di numerosi premi. Nel 2014 realizza Tubiolo e la Luna, episodio del film collettivo 9×10 Novanta, presentato alla 71esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, che si aggiudica un Nastro D'Argento speciale. Nel 2016 dirige Bozzetto non troppo, documentario sul celebre animatore Bruno Bozzetto, in concorso alla 73esima Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Venice Classics, invitato all'Annecy Animation International Film Festival e in cinquina ai Nastri D'Argento come miglior film documentario. Nel 2019 realizza il lungometraggio L'Uomo senza Gravità, interpretato – fra gli altri – da Elio Germano, Michela Cescon ed Elena Cotta. Il film è invitato alla Festa del Cinema di Roma e allo Shanghai International Film Festival, ed è scelto da Netflix come Film Original. Nel 2024 lavora a un documentario sullo Stato della Città del Vaticano sotto il pontificato di Papa Francesco, di prossima uscita. Appunti contadini è il suo primo romanzo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Giandomenico Crapis"La democrazia non è un talkshow"Saggio storico sulla televisione italianaBaldini + Castoldiwww.baldinicastoldi.itOggi la televisione non è più quella che vide la luce il 3 gennaio del 1954. Da quella data, infatti, non è mai rimasta un giorno identica a sé stessa, accompagnando e riflettendo nei suoi mutamenti quelli che sono avvenuti nella società, nei costumi, nella politica. Fino ad assistere e assorbire l'avvento del web, uno scenario che a molti è sembrato segnarne la fine. Tuttavia, nonostante le tantissime trasformazioni e le mille età condensate in un secolo scarso, la morte della Tv non solo non c'è stata, ma probabilmente ancora non ci sarà per molto tempo. Come ha dimostrato la pandemia da Covid, infatti, la televisione rimane per le comunità uno strumento fondamentale nei momenti di emergenza, di gran lunga più forte di qualsiasi più recente mezzo di comunicazione. Raccontando la Tv dagli albori – dal successo di Lascia o raddoppia? ai ruggenti anni Sessanta tra sceneggiati e programmi d'informazione, dalla fine del modello bernabeiano di Tv alla nascita del sistema misto, dalla stagione militante della nuova Rai 3 alla «discesa in campo» del magnate della Tv privata, fino ai giorni nostri – La democrazia non è un talkshow racconta e spiega quanto radicalmente la televisione abbia contribuito a plasmare il nostro Paese, il modo in cui lo guardiamo e noi che lo viviamo.Giandomenico Crapis è uno storico della Tv. Ha pubblicato diversi saggi tra i quali: Televisione e politica negli anni Novanta (2006), Enzo Biagi. Lezioni di televisione (2016), Matteo Renzi dal pop al flop (2019), Umberto Eco e la politica culturale della Sinistra (con C. Crapis, 2022) e Il frigorifero del cervello. Il Pci e la televisione da «Lascia o raddoppia?» alla battaglia contro gli spot (2024). Ha scritto per «Problemi dell'informazione», «l'Unità», «il manifesto» e attualmente è commentatore del «Fatto Quotidiano».IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Valerio Di Donato"La via di Emilio"Ronzani Editorewww.ronzanieditore.itUn viaggio nella memoria di Emilio Sergi, personaggio liberamente ispirato a Giacomo Scotti, uno degli intellettuali più rappresentativi della minoranza italiana residente in Croazia.Un viaggio nella memoria di Emilio Sergi, personaggio liberamente ispirato a Giacomo Scotti, uno degli intellettuali più rappresentativi della minoranza italiana residente in Croazia. Emilio ha ormai superato i 95 anni e vive in un palazzone di Fiume con la moglie Dorina, rintanato nel suo piccolo appartamento. Vi si trasferì diciannovenne, attratto dagli ideali del socialismo titino. Stimolato nelle riflessioni da una impertinente voce interiore, Emilio ricostruisce i passaggi più importanti della sua vita coincidenti, per lo più, con eventi salienti della grande Storia: l'esodo degli italiani dalla Venezia Giulia, il cosiddetto ‘controesodo' dei monfalconesi, l'orrore dell'Isola Calva, le guerre in Croazia e in Bosnia dopo la dissoluzione del 1991, l'assiduo impegno come inviato di guerra e animatore di iniziative umanitarie e pacifiste. Impegnato attivamente come giornalista presso «La Voce del popolo», quotidiano in lingua italiana dell'Istria e Quarnero, nel 1960 finisce in carcere come ‘nemico del popolo' per un articolo contrario all'ortodossia ufficiale e il giornale lo licenzia perché considerato poco malleabile alle direttive politiche. Nelle difficoltà di sfamare la famiglia, Emilio trova la sua via di salvezza nella poesia e nelle collaborazioni con i giornali italiani. Valerio di Donato (Teramo, 1955) cresciuto e ha studiato a Treviso, e si è laureato in Scienze Politiche a Padova. Alla fine degli anni '80 si è trasferito a Brescia, dove tutt'ora risiede e ove è stato per ventidue anni giornalista presso il «Giornale di Brescia» nella sezione interni/esteri. Attivamente impegnato nel mondo della divulgazione culturale, scrive per il blog «Il Diario online». Nel 2006 ha pubblicato ISTRIANIERI. Storie di esilio (Liberedizioni, Gavardo, bs), e nel 2021 Le fiamme dei Balcani (Oltre Edizioni). Nei primi anni Novanta si appassiona alla ‘questione istriana', alle vicende degli esuli giuliano-dalmati e alle guerre in ex Jugoslavia. Ha realizzato articoli e reportage sul territorio in Istria, Croazia, Serbia e Bosnia, anche come inviato del «Giornale di Brescia» a Belgrado durante e dopo le guerre degli anni Novanta. Da questa esperienza trae l'ispirazione per i suoi romanzi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Nei primi anni Novanta, alcune ragazze scomparvero nella zona del veronese. Erano quasi tutte originarie dell'est Europa e per vivere si prostituivano. Una di loro era tossicodipendente. Non ci furono grandi ricerche per ritrovarle. Un giorno, nei terreni appartenenti a una famiglia di Torrano, frazione di Terrazzo, vennero casualmente scoperti i resti di una giovane donna. Non si riuscì a risalire a un nome, né alla causa della morte. Il figlio del proprietario di quei campi era stato arrestato per aver sequestrato e violentato una ragazza. Stava per essere posto agli arresti domiciliari. Si chiamava Gianfranco Stevanin. A casa sua vennero trovate migliaia di foto di donne, schede che le descrivevano, buste contenenti capelli e peli pubici, i documenti di due ragazze. Fu sospettato di aver ucciso la ragazza ritrovata nei suoi campi ma anche di aver assassinato le due ragazze a cui appartenevano quei documenti. Le indagini furono lunghe e complicate, incentrate soprattutto sulla ricerca di altri corpi, forse sepolti in quei campi. Stevanin negò prima ogni responsabilità, poi iniziò ad ammettere qualcosa ma lo fece parlando di sogni, visioni, cambiando spesso versioni, centellinando rivelazioni o presunte tali. Ammise di aver sepolto quei corpi ma disse che quelle donne erano morte di morte naturale. Alla fine furono scoperti quattro corpi di giovani donne, a una di loro non si è mai potuto dare un nome. Un'altra ragazza, sicuramente assassinata, non è mai stata ritrovata. Al processo si discusse molto di una lesione al lobo frontale riportata da Stevanin quando aveva 16 anni, in seguito a un incidente in motorino. Secondo i periti della difesa quella lesione aveva comportato una totale o parziale incapacità di intendere e di volere. Gli stessi giudici, nei vari gradi di giudizio, diedero interpretazioni diverse. È rimasto il sospetto, dopo tanti anni, che non tutto sia stato scoperto e che le vittime possano essere state di più di quelle effettivamente accertate. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Nei primi anni Novanta, alcune ragazze scomparvero nella zona del veronese. Erano quasi tutte originarie dell'est Europa e per vivere si prostituivano. Una di loro era tossicodipendente. Non ci furono grandi ricerche per ritrovarle. Un giorno, nei terreni appartenenti a una famiglia di Torrano, frazione di Terrazzo, vennero casualmente scoperti i resti di una giovane donna. Non si riuscì a risalire a un nome, né alla causa della morte. Il figlio del proprietario di quei campi era stato arrestato per aver sequestrato e violentato una ragazza. Stava per essere posto agli arresti domiciliari. Si chiamava Gianfranco Stevanin. A casa sua vennero trovate migliaia di foto di donne, schede che le descrivevano, buste contenenti capelli e peli pubici, i documenti di due ragazze. Fu sospettato di aver ucciso la ragazza ritrovata nei suoi campi ma anche di aver assassinato le due ragazze a cui appartenevano quei documenti. Le indagini furono lunghe e complicate, incentrate soprattutto sulla ricerca di altri corpi, forse sepolti in quei campi. Stevanin negò prima ogni responsabilità, poi iniziò ad ammettere qualcosa ma lo fece parlando di sogni, visioni, cambiando spesso versioni, centellinando rivelazioni o presunte tali. Ammise di aver sepolto quei corpi ma disse che quelle donne erano morte di morte naturale. Alla fine furono scoperti quattro corpi di giovani donne, a una di loro non si è mai potuto dare un nome. Un'altra ragazza, sicuramente assassinata, non è mai stata ritrovata. Al processo si discusse molto di una lesione al lobo frontale riportata da Stevanin quando aveva 16 anni, in seguito a un incidente in motorino. Secondo i periti della difesa quella lesione aveva comportato una totale o parziale incapacità di intendere e di volere. Gli stessi giudici, nei vari gradi di giudizio, diedero interpretazioni diverse. È rimasto il sospetto, dopo tanti anni, che non tutto sia stato scoperto e che le vittime possano essere state di più di quelle effettivamente accertate. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Federica Guarneri"1999 - The Diary"Una storia d'amoreCoda di Volpe Edizioniwww.codadivolpe.itLuce ha quattordici anni ed è la figlia unica di due genitori amorevoli. Dal momento in cui mette piede per la prima volta in un liceo, la sua vita tranquilla viene stravolta da una serie di imprevedibili eventi. Minacciata da un misterioso stalker telefonico, inizia a indagare per scoprire la verità: la trova tra le pagine di un vecchio diario degli anni Novanta che la catapulta, insieme al lettore, all'interno di un varco temporale fatto di ricordi e nostalgia. Una storia d'amore, forse due o addirittura tre, intrecciano le vite dei protagonisti di ieri e di oggi, in un affascinante viaggio tra la giovinezza dei Millennials e quella della Gen Z.Federica Guarneri è nata a Siracusa nel 1985. A metà degli anni 2000 è stata premiata da My Space Italia per il blog più letto nel Bel Paese e questo l'ha spinta a fare di una passione la propria professione. Ha collaborato con moltissimi blog e siti web, da Nokia a Radio Deejay, passando per gruppo IsayBlog a HTML, fino a essere l'unica blogger per l'Italia scelta da United Colors of Benetton. Ha lavorato come social media strategist. 1999 THE DIARY. Una storia d'amore è il suo romanzo d'esordio.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alessandro Morelli"Si fa presto a dire cuoco"Viaggio fra gli abitanti del variegato mondo delle cucine professionaliTarka Edizioniwww.tarka.itUn mondo incantevole, dove si suda, si urla e le soddisfazioni sono più rare del sale blu.Ma allora, perché mai una persona sana di mente, decide di indossare il grembiule e lanciarsi in una professione che sembra una corsa a ostacoli tra piatti rotti, scottature, orari di lavoro impossibili, per non parlare poi delle critiche feroci dei clienti.Per passione, per scelta, per necessità…?In questo libro tutte le motivazioni.Un viaggio all'interno delle cucine professionali (e purtroppo a volte poco professionali) che svela al lettore curioso e appassionato alle “cose della cucina” i comportamenti, le abitudini, le consuetudini, le peculiarità e le stranezze dell'“animale” cuoco.Un racconto caricaturale, tagliente, spietato di una categoria di lavoratori di cui anche l'autore fa parte. Figure esagerate ma fondamentalmente vere.Un libro fondato sull'esperienza dell'autore, ma non autobiografico, che sviscera e analizza con ironia e leggerezza, gli aspetti distintivi di questa singolare “razza” di esseri umani.Pur non rivendicando il possesso di verità assolute, l'autore mira a offrire una spiegazione oggettiva delle ossessioni, delle manie, dei vizi e delle virtù che contraddistinguono questa categoria, oggi più che mai al centro dell'attenzione mediatica e quasi di tendenza.E in un libro che parla di cuochi non potevano mancare le ricette, recuperate dall'autore dal cassetto degli anni Ottanta e Novanta, periodo trascorso nella cucina della “Locanda dell'Angelo” di Paracucchi. Alessandro Morelli è uno chef conosciuto a livello internazionale e vanta un'esperienza quarantennale maturata in diverse tipologie di locali (anche diversi stellati) sia in Italia che, soprattutto, all'estero.Allievo di Angelo Paracucchi fa parte di quella pattuglia di “giovani” chef che hanno contribuito, a partire dagli anni '80, al rinnovamento e alla diffusione nel mondo della nuova cucina italiana. Appassionato di libri, cinema, arte, sport e soprattutto viaggi, ha visitato numerosissimi Paesi in cinque continenti.È nato in Toscana, a Pontedera, nel 1965 e in questa città è cresciuto ed è ancora oggi residente.In questa stessa collana ha già pubblicato Il sapore dei sogni (2021), vincitore del Premio Bancarella della Cucina 2022.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Gobetti"La tragedia della libertà"testo, recitazione, direzione Marco Gobettirecitazione, co-direzione Diego Coscia, Chiara Galliano, Marta Maltese, Rui Albert Padulvoce registrata Giovanni Moretticura tecnica Alessandro Bigattimaschere dipinte Arianna, Giulia AbbondatiLo stagno di Goethe – ets in collaborazione con Unione Culturale Franco AntonicelliOgni sera dal 20 al 25 maggio 2025, ore 21.Tingel Tangel San Salvario, Via Antonio Rosmini, 1g - TorinoDi come lo Stato impose la chiusura delle scuole; e, per fare eseguire l'ordinanza, ufficiali dell'esercito furono nominati presidi; e in una scuola, nel giorno del commiato, accadde un imprevisto: di come, quando e perché quattro studenti, avendo sbranato un preside, cambiarono vita e nome…ovvero: per la creazione di un nuovo mito.Quattro studenti provano di nascosto, davanti a un gruppo di amici fidati, le dichiarazioni che renderanno il giorno in cui verranno arrestati. Dalle loro parole si scopre perché stanno scappando, perché hanno mutato i loro nomi in Antigone, Ecuba, Edipo e Dioniso e quale segreto celano le loro maschere. La riunione clandestina inizia con l'ascolto di una registrazione che i quattro hanno portato con sé. È l'ultima lezione del loro insegnante di Greco e di Latino, in cui il professor Federico si scaglia contro la monarchia imprenditoriale, il mercato schiavistico del lavoro, la deformante statalizzazione della cultura e la futura formazione scolastica sul web, senza maestri; auspica un'era dionisiaca e inneggia alla clandestinità di vita e di studio. Il preside irrompe in classe pistola in pugno e lo dichiara in arresto. Un testo da leggersi per sé o da dirsi ovunque (in treno, al tavolo di un bar, sulle panchine di un parco…), scritto in una lingua tesa a creare nuove oralità e aperta a contaminazioni musicali; una riflessione sul diritto allo studio, la violenza e la libertà, alla luce di un inedito mito contemporaneo.Marco Gobetti. Drammaturgo, attore e regista attivo dagli anni Novanta, coniuga da sempre l'attività di prosa su strada a quella nei teatri. A partire dal 2000 inventa il Teatro Stabile di Strada®, con cui tenta di contaminare il sistema teatrale, e fonda la Compagnia Marco Gobetti. Tra i principali lavori del suo repertorio: Lo Stagno; La memoria non è mai cimitero; Voglio un pappagallo; In-ec-cesso; Cristo muore in fabbrica: è solo un altro incidente ; L'anciové sota sal ; Bestiame etimologico; 1863-1992 Di Giovanni in oltre ; L'epigono. Il testo Un carnevale per Sole e Baleno vince l'edizione 2014 del premio NdN (Network drammaturgia nuova) e sarà edito rivisto e ampliato in questa stessa collana nel 2015. Negli ultimi anni un'intensa collaborazione con lo storico Leonardo Casalino, tesa a sviluppare metodi per raccontare la Storia oralmente, ha portato alla realizzazione di progetti come Lezioni recitate e dei volumi Lezioni recitabili (2012) e Raccontare la Repubblica (2014), entrambi pubblicati da Edizioni SEB27.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Sergio Ruzzier"Io ero te e tu eri me"Ruth Krauss, Maurice SendakAdelphiwww.adelphi.itIn tutte le sue sfaccettature, la relazione più misteriosa e sconvolgente di cui fa esperienza un bambino: l'amicizia.Io ero te e tu eri me racconta la più misteriosa e sconvolgente relazione con i propri simili di cui fanno esperienza i bambini, nella realtà e nell'immaginazione: l'amicizia. Selvatica, vezzosa, simbiotica, ridondante, mimetica (con quella grazia un po' goffa del gioco) nei confronti dei cerimoniali previsti dai rapporti tra adulti, rude e romantica, spavalda e patetica, bizzarra e serissima – l'amicizia infantile esplorata in tutte le sue sfaccettature da un libro poetico e festoso.Testi di Ruth KraussIllustrazioni di Maurice SendakTraduzione di Sergio RuzzierRuth Krauss (1901-1993), nata a Baltimora, è una delle autrici per bambini più celebrate di tutti i tempi, vincitrice di due Caldecott Honor. Tra i primi a osservare e usare il linguaggio dei bambini, ha firmato moltissimi picture book con illustratori come Maurice Sendak, il marito Crockett Johnson (proprio da lei incoraggiato a dedicarsi al libro per bambini), Remy Charlip, Marc Simont e molti altri artisti, ed è autrice anche di poesie e opere teatrali in rima per adulti. I suoi libri, anche dopo tanti decenni, continuano a essere ristampati, e sono letti e adorati dai bambini di tutto il mondo. In Italia sono usciti per Topipittori Il seme di carota, illustrato da Crockett Johnson, e per Camelozampa Il giorno felice, illustrato da Marc Simont, e L'uovo felice, illustrato da Crockett Johnson.Maurice Sendak è stato uno scrittore e illustratore statunitense di origini polacche. Si appassionò fin da piccolo alla lettura a causa dei problemi di cuore che lo confinavano spesso a letto; prese la decisione di diventare un illustratore dopo aver visto il film Fantasia, all'età di dodici anni. Iniziò la sua carriera disegnando immagini per le vetrine del negozio di giocattoli F.A.O. Schwarz e creando illustrazioni di libri per l'infanzia. Alla fine degli anni Cinquanta iniziò a scrivere e a disegnare le proprie storie aggiudicandosi, nel 1970, il Premio Hans Christian Andersen e, nel 1982, il National Book Award. È noto soprattutto per l'opera Nel paese dei mostri selvaggi, albo illustrato per ragazzi pubblicato in Italia da Emme Edizioni nel 1968.Sergio RuzzierNato e cresciuto a Milano, a pochi passi dalla Chiesetta delle Lucertole, Sergio Ruzzier si è affermato negli Stati Uniti, a partire dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, come illustratore e narratore, collaborando con numerose testate, tra cui «The New Yorker», «The New York Times» e «Blab!».In seguito si è dedicato sempre più esclusivamente alla creazione di libri a figure, rivolti a lettori bambini ma non solo. Più recentemente si è cimentato con la traduzione di grandi autori americani quali Ruth Krauss, Maurice Sendak e James Marshall.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Laura Marzi"Stelle cadenti"Mondadori Editorewww.mondadori.itTorino, 1993. Ludovica e suo fratello Edoardo frequentano il liceo, vivono in una casa piena di begli oggetti, libri e opere d'arte, indossano vestiti di marca e hanno fiducia nel futuro. Sono figli di Arturo Montella, segretario regionale della Democrazia Cristiana, un uomo affascinante e carismatico la cui aura aleggia su di loro anche quando è assente. Credono nelle vite lucenti dei genitori – stelle che brillano lontane -, nella loro cultura, nella stabilità e nel benessere che incarnano. Poi, un giorno, Arturo Montella viene arrestato. I ragazzi scoprono dalla televisione che il padre è coinvolto nell'inchiesta Mani pulite: è accusato di corruzione e finanziamento illecito al partito. Il perno su cui si reggeva la famiglia Montella crolla da un giorno all'altro: mentre il padre è in carcere e la madre si adopera in ogni modo per tirarlo fuori, Ludovica e Edoardo rimangono soli e senza punti di riferimento, combattuti tra la vergogna e la rabbia. L'unico estraneo ammesso nel limbo di casa Montella è Tommaso, il miglior amico di Edoardo. E in quella bolla di tempo sospeso lui e Ludovica si scoprono attratti l'uno dall'altra. Ma Ludo sa che se il fratello indovinasse il sentimento che le esplode nel petto, rischierebbe di perdere anche lui. All'inizio di questa storia, che la segue fino all'età adulta, Ludovica non ha ancora diciott'anni, ma l'impatto destinato a deviare per sempre la traiettoria della sua vita è già avvenuto. Dopo aver dedicato il suo primo libro al mondo della scuola, Laura Marzi si addentra ora, con lo sguardo obliquo e profondo della romanziera, in un momento della storia italiana recente, gli anni Novanta di Tangentopoli, che ha segnato la fine di un'epoca, e lo racconta dalla prospettiva di chi alla caduta di quella classe politica ha assistito dal basso e ne ha raccolto i detriti: la generazione dei figli.Laura Marzi ha un dottorato in Studi di Genere conseguito all'università “Paris 8”. Scrive per “il manifesto” e “LetterateMagazine” e traduce dall'inglese e dal francese. Vive a Roma. Nel 2022 ha esordito per Mondadori con il romanzo La materia alternativa, vincitore del premio Minerva e del premio John Fante per l'opera prima.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
La preparazione artigianale del sapone è una tradizione di lunga data in Sierra Leone. Ad inizio anni Novanta viene abbandonata la vecchia ricetta che prevedeva l'utilizzo di ingredienti naturali in favore dell'utilizzo della soda caustica. Nasce in quel momento l'Africana Soap che allo stato liquido si presenta trasparente come l'acqua e in quello solido, sotto forma di polvere bianca, esattamente uguale a zucchero e sale. La possibilità di essere confuso è un rischio concreto che progressivamente diviene una vera e propria piaga sociale. Ad oggi, sono migliaia le persone che ingerendo l'Africana Soap, non possono più alimentarsi normalmente per il resto della vita. Soprattutto i piccoli pazienti in età neonatale e infantile, che vengono chiamati “bambini soda”. Per continuare a mangiare, nel migliore dei casi sono costretti a continue dilatazioni dell'esofago per via endoscopica, nel peggiore e più frequente, possono alimentarsi unicamente con un tubo da gastrostomia che si immette direttamente nello stomaco. L'unico luogo dell'intero paese dove è possibile intervenire è l'ospedale di Emergency di Goderich, centro nazionale di riferimento sia per le ustioni all'esofago causate dall'ingestione di soda caustica che per la traumatologia. Le storie dell'Africana Soap dalla realizzazione alla vendita, dalla cura all'assistenza, dallo stigma della disabilità fino ad una geniale resilienza, sono raccontate da donne e uomini sia fuori che dentro il nosocomio presente in Sierra Leone dal 2001.
Un viaggio nella Cina degli anni Novanta e nella Cina di oggi, attraverso gli occhi del giornalista del New Yorker Peter Hessler. Il link per abbonarti al Post e ascoltare la puntata per intero. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ep. 508 - Ismael Bennacer ha già conquistato Marsiglia dopo neanche novanta minuti
Francesco Marchi"Coccodrillo infame"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itUno scontro a fuoco tra la polizia e due militanti di un'organizzazione sovversiva porta alla morte di un agente e all'arresto di un giovane attentatore, Alberto. Sottoposto a un interrogatorio brutale da parte degli uomini del dottor Giarrizzo, un funzionario dal carattere spigoloso e dalla morale controversa, Alberto cede e denuncia il suo compagno Michele. Tormentato dal senso di colpa per aver tradito l'amico e i propri ideali, Alberto decide di ritirare la testimonianza. Nel frattempo, Michele raggiunge il gruppo terroristico e incontra la sua ex fidanzata Vanda, ora legata a Paolo, il capo della brigata. Dopo l'arresto di Paolo, Michele lascia la lotta armata e cerca di convincere Vanda a seguirlo. Alberto, intanto, si unisce ai compagni in carcere e viene a scoprire che l'amico è considerato un infame. Diviso tra il tormento del tradimento e il desiderio di riscattare la dignità dell'amico, si trasforma in un implacabile giudice di se stesso. Un'analisi profonda delle dinamiche di gruppo, delle scelte morali e dell'identità personale all'interno di un contesto di violenza e conflitto. In questo scenario, la lotta per la dignità e il rispetto si intreccia con una domanda esistenziale: è possibile trovare un senso in un mondo segnato da tradimenti e ambiguità? La redenzione emerge così come una questione complessa, legata non solo all'espiazione personale, ma anche alla ricerca di una nuova identità, improntata sulla responsabilità morale e sulle conseguenze delle proprie azioni.Francesco Marchi è nato a Trento nel 1960. Ha prestato servizio alla DIGOS di Milano durante gli anni più difficili della lotta al terrorismo in Italia, un'esperienza narrata nel libro e il Rosso intonò una canzone (Scatole Parlanti, 2022). Trasferitosi a Bologna, dagli anni Novanta si è dedicato alle attività di organizzazione e gestione aziendale.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Bruno Murialdo, Oscar Farinetti"Hai mangiato?"Slow Food Editorewww.slowfoodeditore.itBruno MurialdoFotografo, collabora come free lance per diverse testate giornalistiche nazionali e internazionali. Il suo archivio personale è uno dei più ricchi di storia dagli anni Settanta ai Novanta. Comprende America Latina in particolare Cuba, Argentina e Cile, Stati Uniti, Russia e diversi paesi dell'Europa. Ha raccontato la Langa degli anni Settanta e la sua metamorfosi fino ad oggi. Diversi sono i suoi reportage realizzati su scrittori o registi, da Nuto Revelli a Rigoni Stern. Ha collaborato con Sandro Bolchi nei suoi primissimi sceneggiati televisivi, con Mario Soldati nei Racconti del Maresciallo e ultimamente con il regista Joseph Tito. Collabora con il quotidiano La Stampa da tre decenni e con l'agenzia Ropi in Germania. Ha pubblicato 18 libri, alcuni dei quali hanno promosso nel mondo le bellezze della sua terra adottiva: le Langhe."Hai mangiato?" Oscar FarinettiSlow Food EditoreLa guerra, l'amore, i sogni, storie anonime e ritratti di personaggi famosi popolano le pagine del nuovo libro di Oscar Farinetti il cui titolo si ispira alla celebre frase di Elsa Morante secondo la quale l'unica vera frase d'amore fosse «Hai mangiato?». Il cibo come cura, come passione, come relazione, come momento di condivisione, c'è tutto questo sulle tavole, ai fornelli e tra i personaggi del libro. Michelangelo Pistoletto, Umberto Eco, Giovanni Treccani, ma anche i vecchi di Langa, due fratelli, una cameriera che sognava Marylin Monroe: la penna dell'autore percorre fatti storici e episodi della vita quotidiana regalandoci racconti coinvolgenti e ritratti originali, ispirati alle fotografie di Bruno Murialdo.Oscar Farinetti è nato ad Alba nel 1954. Imprenditore, è noto in tutto il mondo per aver fondato Eataly e ora sta lanciando il nuovo progetto Green Pea. Ha scritto Coccodé (Giunti, 2009), Sette mosse per l'Italia (Giunti 2011), con Shigeru Hayashi Storie di coraggio (Mondadori 2013), Mangia con il pane (Mondadori 2015), Nel blu (Feltrinelli 2015), Ricordiamoci il futuro (Feltrinelli 2017), Quasi (La nave di Teseo 2018), Storia dei sentimenti umani (La nave di Teseo 2019) e con Piergiorgio Odifreddi Dialogo tra un cinico e un sognatore (Rizzoli 2019).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Join Sarah Betadam, CIO, CISO, Novanta as she discusses her leadership role, supporting women in technology, building tech strategy, working with the board and CEO to advance innovation and growth.