POPULARITY
Continua la tendenza a riproporre grandi successi del cinema di animazione in versione live action. Questa volta è toccato a "Dragon Trainer", uscito nel 2010 per la regia di Dean DeBlois (nella foto), con Mason Thames, Nico Parker e Gerard Butler. È un esperimento un po' diverso da quelli di cui abbiamo già trattato perché si tratta quasi di un remake shot by shot “per cui il cartone animato quasi prende vita”, come ci dice Fiaba Di Martino, esperta di cinema di animazione di Film TV.Con il nostro Boris Sollazzo parliamo di "Ballerina", diretto da Len Wiseman, con Ana de Armas, Keanu Reeves (che è anche il produttore) e Lance Reddick e di "Volvereis", diretto da Jonàs Trueba, con Itsaso Arana, Francesco Carril e Andrés Gertrudix, un film che piacerà di sicuro a quanti hanno amato la serie “Dieci Capodanni”."In marcia con i lupi" è un film diretto da Jean-Michel Bertrand. Lo ha visto per noi Chiara Pizzimenti.La mitica serie degli anni Novanta "Twin Peaks” ritorna in tv su Mubi. Ne parliamo con Giulio Sangiorgio, direttore di Film Tve grande esperto del cinema di David Lynch.
Grazie agli studi della neurologa Candace Pert, avvenuti tra gli anni Ottanta e i Novanta del secolo scorso, abbiamo una lettura "fisiologica" della "coazione a ripetere", quell'impulso inconscio a rivivere situazioni dolorose o traumatiche del passato, ripetendole nel presente nella speranza inconscia di riscriverne l'esito. In questo episodio ti porto questa lettura, che parla di una sorta di dipendenza cellulare dalle emozioni negative.Buon ascolto!
Valerio Di Donato"La via di Emilio"Ronzani Editorewww.ronzanieditore.itUn viaggio nella memoria di Emilio Sergi, personaggio liberamente ispirato a Giacomo Scotti, uno degli intellettuali più rappresentativi della minoranza italiana residente in Croazia.Un viaggio nella memoria di Emilio Sergi, personaggio liberamente ispirato a Giacomo Scotti, uno degli intellettuali più rappresentativi della minoranza italiana residente in Croazia. Emilio ha ormai superato i 95 anni e vive in un palazzone di Fiume con la moglie Dorina, rintanato nel suo piccolo appartamento. Vi si trasferì diciannovenne, attratto dagli ideali del socialismo titino. Stimolato nelle riflessioni da una impertinente voce interiore, Emilio ricostruisce i passaggi più importanti della sua vita coincidenti, per lo più, con eventi salienti della grande Storia: l'esodo degli italiani dalla Venezia Giulia, il cosiddetto ‘controesodo' dei monfalconesi, l'orrore dell'Isola Calva, le guerre in Croazia e in Bosnia dopo la dissoluzione del 1991, l'assiduo impegno come inviato di guerra e animatore di iniziative umanitarie e pacifiste. Impegnato attivamente come giornalista presso «La Voce del popolo», quotidiano in lingua italiana dell'Istria e Quarnero, nel 1960 finisce in carcere come ‘nemico del popolo' per un articolo contrario all'ortodossia ufficiale e il giornale lo licenzia perché considerato poco malleabile alle direttive politiche. Nelle difficoltà di sfamare la famiglia, Emilio trova la sua via di salvezza nella poesia e nelle collaborazioni con i giornali italiani. Valerio di Donato (Teramo, 1955) cresciuto e ha studiato a Treviso, e si è laureato in Scienze Politiche a Padova. Alla fine degli anni '80 si è trasferito a Brescia, dove tutt'ora risiede e ove è stato per ventidue anni giornalista presso il «Giornale di Brescia» nella sezione interni/esteri. Attivamente impegnato nel mondo della divulgazione culturale, scrive per il blog «Il Diario online». Nel 2006 ha pubblicato ISTRIANIERI. Storie di esilio (Liberedizioni, Gavardo, bs), e nel 2021 Le fiamme dei Balcani (Oltre Edizioni). Nei primi anni Novanta si appassiona alla ‘questione istriana', alle vicende degli esuli giuliano-dalmati e alle guerre in ex Jugoslavia. Ha realizzato articoli e reportage sul territorio in Istria, Croazia, Serbia e Bosnia, anche come inviato del «Giornale di Brescia» a Belgrado durante e dopo le guerre degli anni Novanta. Da questa esperienza trae l'ispirazione per i suoi romanzi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Nei primi anni Novanta, alcune ragazze scomparvero nella zona del veronese. Erano quasi tutte originarie dell'est Europa e per vivere si prostituivano. Una di loro era tossicodipendente. Non ci furono grandi ricerche per ritrovarle. Un giorno, nei terreni appartenenti a una famiglia di Torrano, frazione di Terrazzo, vennero casualmente scoperti i resti di una giovane donna. Non si riuscì a risalire a un nome, né alla causa della morte. Il figlio del proprietario di quei campi era stato arrestato per aver sequestrato e violentato una ragazza. Stava per essere posto agli arresti domiciliari. Si chiamava Gianfranco Stevanin. A casa sua vennero trovate migliaia di foto di donne, schede che le descrivevano, buste contenenti capelli e peli pubici, i documenti di due ragazze. Fu sospettato di aver ucciso la ragazza ritrovata nei suoi campi ma anche di aver assassinato le due ragazze a cui appartenevano quei documenti. Le indagini furono lunghe e complicate, incentrate soprattutto sulla ricerca di altri corpi, forse sepolti in quei campi. Stevanin negò prima ogni responsabilità, poi iniziò ad ammettere qualcosa ma lo fece parlando di sogni, visioni, cambiando spesso versioni, centellinando rivelazioni o presunte tali. Ammise di aver sepolto quei corpi ma disse che quelle donne erano morte di morte naturale. Alla fine furono scoperti quattro corpi di giovani donne, a una di loro non si è mai potuto dare un nome. Un'altra ragazza, sicuramente assassinata, non è mai stata ritrovata. Al processo si discusse molto di una lesione al lobo frontale riportata da Stevanin quando aveva 16 anni, in seguito a un incidente in motorino. Secondo i periti della difesa quella lesione aveva comportato una totale o parziale incapacità di intendere e di volere. Gli stessi giudici, nei vari gradi di giudizio, diedero interpretazioni diverse. È rimasto il sospetto, dopo tanti anni, che non tutto sia stato scoperto e che le vittime possano essere state di più di quelle effettivamente accertate. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Nei primi anni Novanta, alcune ragazze scomparvero nella zona del veronese. Erano quasi tutte originarie dell'est Europa e per vivere si prostituivano. Una di loro era tossicodipendente. Non ci furono grandi ricerche per ritrovarle. Un giorno, nei terreni appartenenti a una famiglia di Torrano, frazione di Terrazzo, vennero casualmente scoperti i resti di una giovane donna. Non si riuscì a risalire a un nome, né alla causa della morte. Il figlio del proprietario di quei campi era stato arrestato per aver sequestrato e violentato una ragazza. Stava per essere posto agli arresti domiciliari. Si chiamava Gianfranco Stevanin. A casa sua vennero trovate migliaia di foto di donne, schede che le descrivevano, buste contenenti capelli e peli pubici, i documenti di due ragazze. Fu sospettato di aver ucciso la ragazza ritrovata nei suoi campi ma anche di aver assassinato le due ragazze a cui appartenevano quei documenti. Le indagini furono lunghe e complicate, incentrate soprattutto sulla ricerca di altri corpi, forse sepolti in quei campi. Stevanin negò prima ogni responsabilità, poi iniziò ad ammettere qualcosa ma lo fece parlando di sogni, visioni, cambiando spesso versioni, centellinando rivelazioni o presunte tali. Ammise di aver sepolto quei corpi ma disse che quelle donne erano morte di morte naturale. Alla fine furono scoperti quattro corpi di giovani donne, a una di loro non si è mai potuto dare un nome. Un'altra ragazza, sicuramente assassinata, non è mai stata ritrovata. Al processo si discusse molto di una lesione al lobo frontale riportata da Stevanin quando aveva 16 anni, in seguito a un incidente in motorino. Secondo i periti della difesa quella lesione aveva comportato una totale o parziale incapacità di intendere e di volere. Gli stessi giudici, nei vari gradi di giudizio, diedero interpretazioni diverse. È rimasto il sospetto, dopo tanti anni, che non tutto sia stato scoperto e che le vittime possano essere state di più di quelle effettivamente accertate. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Federica Guarneri"1999 - The Diary"Una storia d'amoreCoda di Volpe Edizioniwww.codadivolpe.itLuce ha quattordici anni ed è la figlia unica di due genitori amorevoli. Dal momento in cui mette piede per la prima volta in un liceo, la sua vita tranquilla viene stravolta da una serie di imprevedibili eventi. Minacciata da un misterioso stalker telefonico, inizia a indagare per scoprire la verità: la trova tra le pagine di un vecchio diario degli anni Novanta che la catapulta, insieme al lettore, all'interno di un varco temporale fatto di ricordi e nostalgia. Una storia d'amore, forse due o addirittura tre, intrecciano le vite dei protagonisti di ieri e di oggi, in un affascinante viaggio tra la giovinezza dei Millennials e quella della Gen Z.Federica Guarneri è nata a Siracusa nel 1985. A metà degli anni 2000 è stata premiata da My Space Italia per il blog più letto nel Bel Paese e questo l'ha spinta a fare di una passione la propria professione. Ha collaborato con moltissimi blog e siti web, da Nokia a Radio Deejay, passando per gruppo IsayBlog a HTML, fino a essere l'unica blogger per l'Italia scelta da United Colors of Benetton. Ha lavorato come social media strategist. 1999 THE DIARY. Una storia d'amore è il suo romanzo d'esordio.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Alessandro Morelli"Si fa presto a dire cuoco"Viaggio fra gli abitanti del variegato mondo delle cucine professionaliTarka Edizioniwww.tarka.itUn mondo incantevole, dove si suda, si urla e le soddisfazioni sono più rare del sale blu.Ma allora, perché mai una persona sana di mente, decide di indossare il grembiule e lanciarsi in una professione che sembra una corsa a ostacoli tra piatti rotti, scottature, orari di lavoro impossibili, per non parlare poi delle critiche feroci dei clienti.Per passione, per scelta, per necessità…?In questo libro tutte le motivazioni.Un viaggio all'interno delle cucine professionali (e purtroppo a volte poco professionali) che svela al lettore curioso e appassionato alle “cose della cucina” i comportamenti, le abitudini, le consuetudini, le peculiarità e le stranezze dell'“animale” cuoco.Un racconto caricaturale, tagliente, spietato di una categoria di lavoratori di cui anche l'autore fa parte. Figure esagerate ma fondamentalmente vere.Un libro fondato sull'esperienza dell'autore, ma non autobiografico, che sviscera e analizza con ironia e leggerezza, gli aspetti distintivi di questa singolare “razza” di esseri umani.Pur non rivendicando il possesso di verità assolute, l'autore mira a offrire una spiegazione oggettiva delle ossessioni, delle manie, dei vizi e delle virtù che contraddistinguono questa categoria, oggi più che mai al centro dell'attenzione mediatica e quasi di tendenza.E in un libro che parla di cuochi non potevano mancare le ricette, recuperate dall'autore dal cassetto degli anni Ottanta e Novanta, periodo trascorso nella cucina della “Locanda dell'Angelo” di Paracucchi. Alessandro Morelli è uno chef conosciuto a livello internazionale e vanta un'esperienza quarantennale maturata in diverse tipologie di locali (anche diversi stellati) sia in Italia che, soprattutto, all'estero.Allievo di Angelo Paracucchi fa parte di quella pattuglia di “giovani” chef che hanno contribuito, a partire dagli anni '80, al rinnovamento e alla diffusione nel mondo della nuova cucina italiana. Appassionato di libri, cinema, arte, sport e soprattutto viaggi, ha visitato numerosissimi Paesi in cinque continenti.È nato in Toscana, a Pontedera, nel 1965 e in questa città è cresciuto ed è ancora oggi residente.In questa stessa collana ha già pubblicato Il sapore dei sogni (2021), vincitore del Premio Bancarella della Cucina 2022.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Marco Gobetti"La tragedia della libertà"testo, recitazione, direzione Marco Gobettirecitazione, co-direzione Diego Coscia, Chiara Galliano, Marta Maltese, Rui Albert Padulvoce registrata Giovanni Moretticura tecnica Alessandro Bigattimaschere dipinte Arianna, Giulia AbbondatiLo stagno di Goethe – ets in collaborazione con Unione Culturale Franco AntonicelliOgni sera dal 20 al 25 maggio 2025, ore 21.Tingel Tangel San Salvario, Via Antonio Rosmini, 1g - TorinoDi come lo Stato impose la chiusura delle scuole; e, per fare eseguire l'ordinanza, ufficiali dell'esercito furono nominati presidi; e in una scuola, nel giorno del commiato, accadde un imprevisto: di come, quando e perché quattro studenti, avendo sbranato un preside, cambiarono vita e nome…ovvero: per la creazione di un nuovo mito.Quattro studenti provano di nascosto, davanti a un gruppo di amici fidati, le dichiarazioni che renderanno il giorno in cui verranno arrestati. Dalle loro parole si scopre perché stanno scappando, perché hanno mutato i loro nomi in Antigone, Ecuba, Edipo e Dioniso e quale segreto celano le loro maschere. La riunione clandestina inizia con l'ascolto di una registrazione che i quattro hanno portato con sé. È l'ultima lezione del loro insegnante di Greco e di Latino, in cui il professor Federico si scaglia contro la monarchia imprenditoriale, il mercato schiavistico del lavoro, la deformante statalizzazione della cultura e la futura formazione scolastica sul web, senza maestri; auspica un'era dionisiaca e inneggia alla clandestinità di vita e di studio. Il preside irrompe in classe pistola in pugno e lo dichiara in arresto. Un testo da leggersi per sé o da dirsi ovunque (in treno, al tavolo di un bar, sulle panchine di un parco…), scritto in una lingua tesa a creare nuove oralità e aperta a contaminazioni musicali; una riflessione sul diritto allo studio, la violenza e la libertà, alla luce di un inedito mito contemporaneo.Marco Gobetti. Drammaturgo, attore e regista attivo dagli anni Novanta, coniuga da sempre l'attività di prosa su strada a quella nei teatri. A partire dal 2000 inventa il Teatro Stabile di Strada®, con cui tenta di contaminare il sistema teatrale, e fonda la Compagnia Marco Gobetti. Tra i principali lavori del suo repertorio: Lo Stagno; La memoria non è mai cimitero; Voglio un pappagallo; In-ec-cesso; Cristo muore in fabbrica: è solo un altro incidente ; L'anciové sota sal ; Bestiame etimologico; 1863-1992 Di Giovanni in oltre ; L'epigono. Il testo Un carnevale per Sole e Baleno vince l'edizione 2014 del premio NdN (Network drammaturgia nuova) e sarà edito rivisto e ampliato in questa stessa collana nel 2015. Negli ultimi anni un'intensa collaborazione con lo storico Leonardo Casalino, tesa a sviluppare metodi per raccontare la Storia oralmente, ha portato alla realizzazione di progetti come Lezioni recitate e dei volumi Lezioni recitabili (2012) e Raccontare la Repubblica (2014), entrambi pubblicati da Edizioni SEB27.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Sergio Ruzzier"Io ero te e tu eri me"Ruth Krauss, Maurice SendakAdelphiwww.adelphi.itIn tutte le sue sfaccettature, la relazione più misteriosa e sconvolgente di cui fa esperienza un bambino: l'amicizia.Io ero te e tu eri me racconta la più misteriosa e sconvolgente relazione con i propri simili di cui fanno esperienza i bambini, nella realtà e nell'immaginazione: l'amicizia. Selvatica, vezzosa, simbiotica, ridondante, mimetica (con quella grazia un po' goffa del gioco) nei confronti dei cerimoniali previsti dai rapporti tra adulti, rude e romantica, spavalda e patetica, bizzarra e serissima – l'amicizia infantile esplorata in tutte le sue sfaccettature da un libro poetico e festoso.Testi di Ruth KraussIllustrazioni di Maurice SendakTraduzione di Sergio RuzzierRuth Krauss (1901-1993), nata a Baltimora, è una delle autrici per bambini più celebrate di tutti i tempi, vincitrice di due Caldecott Honor. Tra i primi a osservare e usare il linguaggio dei bambini, ha firmato moltissimi picture book con illustratori come Maurice Sendak, il marito Crockett Johnson (proprio da lei incoraggiato a dedicarsi al libro per bambini), Remy Charlip, Marc Simont e molti altri artisti, ed è autrice anche di poesie e opere teatrali in rima per adulti. I suoi libri, anche dopo tanti decenni, continuano a essere ristampati, e sono letti e adorati dai bambini di tutto il mondo. In Italia sono usciti per Topipittori Il seme di carota, illustrato da Crockett Johnson, e per Camelozampa Il giorno felice, illustrato da Marc Simont, e L'uovo felice, illustrato da Crockett Johnson.Maurice Sendak è stato uno scrittore e illustratore statunitense di origini polacche. Si appassionò fin da piccolo alla lettura a causa dei problemi di cuore che lo confinavano spesso a letto; prese la decisione di diventare un illustratore dopo aver visto il film Fantasia, all'età di dodici anni. Iniziò la sua carriera disegnando immagini per le vetrine del negozio di giocattoli F.A.O. Schwarz e creando illustrazioni di libri per l'infanzia. Alla fine degli anni Cinquanta iniziò a scrivere e a disegnare le proprie storie aggiudicandosi, nel 1970, il Premio Hans Christian Andersen e, nel 1982, il National Book Award. È noto soprattutto per l'opera Nel paese dei mostri selvaggi, albo illustrato per ragazzi pubblicato in Italia da Emme Edizioni nel 1968.Sergio RuzzierNato e cresciuto a Milano, a pochi passi dalla Chiesetta delle Lucertole, Sergio Ruzzier si è affermato negli Stati Uniti, a partire dalla fine degli anni Novanta del secolo scorso, come illustratore e narratore, collaborando con numerose testate, tra cui «The New Yorker», «The New York Times» e «Blab!».In seguito si è dedicato sempre più esclusivamente alla creazione di libri a figure, rivolti a lettori bambini ma non solo. Più recentemente si è cimentato con la traduzione di grandi autori americani quali Ruth Krauss, Maurice Sendak e James Marshall.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Nell'intervista in podcast, Valeria Magli (Bologna, 1952) racconta la sua stagione creativa tra glianni Ottanta e Novanta, quando la scena era un laboratorio vivo: “ci si scambiavano regali traartisti”, dice, ricordando le collaborazioni con artisti come Valerio Adami, Gianfranco Baruchello,Nanni Balestrini, Piero Fogliati, Carla Cerati, Cinzia Ruggeri. L'artista, attraverso importanticollaborazioni, come quelle con l'attore teatrale e mimo francese Étienne Decroux, il musicistaJohn Cage, il coreografo Merce Cunningham e il filosofo Pierre Klossowski, arricchisce la suapratica con influenze provenienti da diverse discipline.-Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.L'intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo diediting che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l'utente divental'interlocutore e avrà l'impressione di trovarsi al telefono con l'artista. Il sistema applicato vuolesuperare il concetto dell'intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: ilpodcast e la telefonata.Instagram: @monologhialtelefono.artribune
Nella diciassettesima puntata della quinta edizione di Metalitalia Podcast parliamo della reunion dei SAVATAGE e del loro ritorno dal vivo.Una band che per molti ha rappresentato moltissimo, un gruppo che ha saputo negli anni Ottanta e Novanta evolversi senza mai snaturarsi, conquistando una fetta di pubblico che ancora oggi li segue fedelmente. Parleremo delle varie fasi della loro carriera, dell'abilità compositiva di Jon Oliva, delle tragedie che hanno travolto la band ma anche dei vari progetti paralleli che sono nati intorno a questo moniker negli anni passati.Ovviamente ampio spazio sarà dedicato all'attesa per il concerto che vedrà i SAVATAGE esibirsi anche in Italia per un unico appuntamento all'Alcatraz di Milano il 24 giugno.Ospiti della puntata i redattori di Metalitalia Carlo Paleari e Dario Onofrio. Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
Laura Marzi"Stelle cadenti"Mondadori Editorewww.mondadori.itTorino, 1993. Ludovica e suo fratello Edoardo frequentano il liceo, vivono in una casa piena di begli oggetti, libri e opere d'arte, indossano vestiti di marca e hanno fiducia nel futuro. Sono figli di Arturo Montella, segretario regionale della Democrazia Cristiana, un uomo affascinante e carismatico la cui aura aleggia su di loro anche quando è assente. Credono nelle vite lucenti dei genitori – stelle che brillano lontane -, nella loro cultura, nella stabilità e nel benessere che incarnano. Poi, un giorno, Arturo Montella viene arrestato. I ragazzi scoprono dalla televisione che il padre è coinvolto nell'inchiesta Mani pulite: è accusato di corruzione e finanziamento illecito al partito. Il perno su cui si reggeva la famiglia Montella crolla da un giorno all'altro: mentre il padre è in carcere e la madre si adopera in ogni modo per tirarlo fuori, Ludovica e Edoardo rimangono soli e senza punti di riferimento, combattuti tra la vergogna e la rabbia. L'unico estraneo ammesso nel limbo di casa Montella è Tommaso, il miglior amico di Edoardo. E in quella bolla di tempo sospeso lui e Ludovica si scoprono attratti l'uno dall'altra. Ma Ludo sa che se il fratello indovinasse il sentimento che le esplode nel petto, rischierebbe di perdere anche lui. All'inizio di questa storia, che la segue fino all'età adulta, Ludovica non ha ancora diciott'anni, ma l'impatto destinato a deviare per sempre la traiettoria della sua vita è già avvenuto. Dopo aver dedicato il suo primo libro al mondo della scuola, Laura Marzi si addentra ora, con lo sguardo obliquo e profondo della romanziera, in un momento della storia italiana recente, gli anni Novanta di Tangentopoli, che ha segnato la fine di un'epoca, e lo racconta dalla prospettiva di chi alla caduta di quella classe politica ha assistito dal basso e ne ha raccolto i detriti: la generazione dei figli.Laura Marzi ha un dottorato in Studi di Genere conseguito all'università “Paris 8”. Scrive per “il manifesto” e “LetterateMagazine” e traduce dall'inglese e dal francese. Vive a Roma. Nel 2022 ha esordito per Mondadori con il romanzo La materia alternativa, vincitore del premio Minerva e del premio John Fante per l'opera prima.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
La preparazione artigianale del sapone è una tradizione di lunga data in Sierra Leone. Ad inizio anni Novanta viene abbandonata la vecchia ricetta che prevedeva l'utilizzo di ingredienti naturali in favore dell'utilizzo della soda caustica. Nasce in quel momento l'Africana Soap che allo stato liquido si presenta trasparente come l'acqua e in quello solido, sotto forma di polvere bianca, esattamente uguale a zucchero e sale. La possibilità di essere confuso è un rischio concreto che progressivamente diviene una vera e propria piaga sociale. Ad oggi, sono migliaia le persone che ingerendo l'Africana Soap, non possono più alimentarsi normalmente per il resto della vita. Soprattutto i piccoli pazienti in età neonatale e infantile, che vengono chiamati “bambini soda”. Per continuare a mangiare, nel migliore dei casi sono costretti a continue dilatazioni dell'esofago per via endoscopica, nel peggiore e più frequente, possono alimentarsi unicamente con un tubo da gastrostomia che si immette direttamente nello stomaco. L'unico luogo dell'intero paese dove è possibile intervenire è l'ospedale di Emergency di Goderich, centro nazionale di riferimento sia per le ustioni all'esofago causate dall'ingestione di soda caustica che per la traumatologia. Le storie dell'Africana Soap dalla realizzazione alla vendita, dalla cura all'assistenza, dallo stigma della disabilità fino ad una geniale resilienza, sono raccontate da donne e uomini sia fuori che dentro il nosocomio presente in Sierra Leone dal 2001.
80esimo della Liberazione in un paese smemorato. Ottant'anni fa, proprio in queste ore, venivano impartiti gli ordini delle insurrezioni popolari delle città di Genova, Torino e Milano organizzate dai comitati di liberazione territoriali. Gli Alleati sono sulle rive del Po. Bologna e la Romagna sono libere. Genova, Torino, Milano si preparano all'insurrezione generale. Berlino è accerchiata dall'Armata Rossa. 25mila tra cannoni e mortai sono pronti ad aprire il fuoco. Le poche avanguardie partigiane del 1943, due anni dopo sono diventate un esercito con armi, munizioni, artiglieria leggera e pesante. La Resistenza non è più la somma della forza e del coraggio di partiti e movimenti antifascisti (comunisti, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici, monarchici), ma il progetto politico di una nazione che intende voltar pagina, cacciare i nazisti occupanti e i fascisti che li avevano serviti fino in quel momento. Almeno 250mila tra effettivi, staffette, fiancheggiatori. Oggi restano in vita ben pochi di quei partigiani protagonisti delle pagine epiche della Resistenza. Una memoria non sempre condivisa. Dai primi degli anni Novanta,ha preso forza il fenomeno del revisionismo, o peggio ancora del rovescismo dove i liberatori diventano carnefici e i veri carnefici si trasformano in vincitori. A questa operazione di maquillage hanno contribuito politici di centrodestra e centrosinistra, giornalisti, ricercatori, storici. Prima l'equiparazione tra i ragazzi di Salò e i resistenti dell'allora presidente della Camera Luciano Violante. Poi i libri del giornalista di sinistra Giampaolo Pansa intrisi di notizie vere, verosimili, visibilmente false, comunque non verificate. Fino ad arrivare ai nazisti del Reggimento Bozen uccisi dai gappisti in via Rasella in un atto di guerra contro un nemico occupante, trasformati in una banda musicale di semi pensionati, secondo il presidente del Senato Ignazio La Russa, e la lettura acritica del manifesto di Ventotene da parte della premier Giorgia Meloni. Il 25 aprile è scomodo e ancora divisivo perché, per un pezzo di italiani, il fascismo rimane una opzione possibile. "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. ___________________________________________________ Ascolta altre produzioni di Giornale Radio sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornale_radio_fm/?hl=it
Nella tredicesima puntata della quinta stagione di Metalitalia Podcast celebriamo uno degli album più importanti degli anni Novanta. "Demanufacture" dei FEAR FACTORY segnò una generazione di fan e di musicisti, riuscendo con il suo groove incredibile a catturare ascoltatori che mai altrimenti si sarebbero avvicinati a quelle strutture intricate e al cantato in growl.Nel 1995 anche altre band come MESHUGGAH e STRAPPING YOUNG LAD stavano affinando il proprio sound, ma è partendo dalla band di Dino Cazares e dal relativo lascito che la scena heavy di quel periodo cambiò radicalmente coordinate in ambito industrial, estremo o cyber che dir si voglia.Ne parliamo insieme al cantante dei FEAR FACTORY Milo Silvestro e al redattore di Metalitalia Maurizio "Morrizz" Borghi. Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
Nella dodicesima puntata della quinta stagione di Metalitalia Podcast proseguiamo la miniserie dedicata ai festival metal in Italia e alle difficoltà nell'organizzarli seguendo il modello europeo di stati come Inghilterra, Francia e Spagna.Ne parliamo con la persona che nel 1997 creò il GODS OF METAL, evento che bene o male fino all'inizio degli anni Dieci era il riferimento assoluto nel nostro Paese per chi viveva e respirava Metal.Andrea Pieroni è uno dei promoter che hanno maggiormente investito sulla scena heavy, sin dagli inizi della sua attività nei primi anni Novanta, fino a ora alla guida di MC2 Live. Oggi ci parla del Gods Of Metal, del ROCK THE CASTLE ma anche dei prossimi eventi organizzati dalla sua agenzia tra cui IRON MAIDEN a Padova e SLIPKNOT a Ferrara.Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
Un viaggio nella Cina degli anni Novanta e nella Cina di oggi, attraverso gli occhi del giornalista del New Yorker Peter Hessler. Il link per abbonarti al Post e ascoltare la puntata per intero. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Nella nona puntata della quinta stagione di Metalitalia Podcast parliamo del trentennale di "Symbolic" dei DEATH e di "Domination" dei MORBID ANGEL, due album usciti nel 1995 che ancora oggi restano pietre miliari di un intero genere.Gli anni Novanta vengono primariamente ricordati per la rivoluzione del grunge e per un generale (e innegabile) indebolimento dell'heavy metal classico, colpito duramente dall'esplosione del crossover e successivamente del nu metal.Un'epoca che, secondo il pensiero comune, non ha certo sorriso a chi aveva fatto grande un genere diventato tale anche nelle classifiche e nel cosiddetto mainstream.La verità però è che in quegli anni l'underground metal ribolliva e si modificava in modi tutt'altro che preventivabili negli anni Ottanta. E' il caso della scena death metal che, nel 1995, vedeva uscire dei dischi che ancora oggi suonano incredibilmente attuali, clamorosi e allo stesso tempo sorprendenti.In realtà in quegli anni tra death metal, swedish death, black metal, cyber e tech metal succedeva veramente di tutto e una miriade di album che in questi mesi compiono 30 anni cambiarono realmente gli scenari rendendo evidente agli appassionati quanto il Metal potesse avere dentro di sé una marea di risorse a cui attingere…Ospiti della puntata Domenico Diego dei FULCI e Luca Pessina, caporedattore di Metalitalia. Conduce l'episodio Jacopo Casati, giornalista, promotion manager e digital specialist.Il podcast è disponibile su Spotify, Apple Music, Amazon Music, Google Podcasts, YouTube, Deezer, Spreaker e molti altri.
Ep. 508 - Ismael Bennacer ha già conquistato Marsiglia dopo neanche novanta minuti
È stato uno dei simboli del mezzofondo italiano e internazionale tra la seconda metà degli Anni Ottanta e la seconda dei Novanta, conquistando - tra l'altro - l'oro mondiale sui 3mila siepi e l'argento sui 10mila ai mondiali di atletica leggera di Roma 1987. Ma da qualche anno Francesco Panetta corre un'altra corsa, allenando nel cuore della Brianza gli atleti dell'associazione Corona Ferrea, impegnata nelle attività sportive dilettantistiche a favore di giovani con disabilita intellettiva, sensoriale e fisica che fanno parte del progetto Special Olympics Italia. Tra il presente fatto di sudore e sorrisi in pista, il passato contraddistinto da una carriera straordinaria, e lo sguardo rivolto al futuro e all'atletica di oggi (e di domani) Francesco Panetta si racconta a Olympia.
Francesco Marchi"Coccodrillo infame"Scatole Parlantiwww.scatoleparlanti.itUno scontro a fuoco tra la polizia e due militanti di un'organizzazione sovversiva porta alla morte di un agente e all'arresto di un giovane attentatore, Alberto. Sottoposto a un interrogatorio brutale da parte degli uomini del dottor Giarrizzo, un funzionario dal carattere spigoloso e dalla morale controversa, Alberto cede e denuncia il suo compagno Michele. Tormentato dal senso di colpa per aver tradito l'amico e i propri ideali, Alberto decide di ritirare la testimonianza. Nel frattempo, Michele raggiunge il gruppo terroristico e incontra la sua ex fidanzata Vanda, ora legata a Paolo, il capo della brigata. Dopo l'arresto di Paolo, Michele lascia la lotta armata e cerca di convincere Vanda a seguirlo. Alberto, intanto, si unisce ai compagni in carcere e viene a scoprire che l'amico è considerato un infame. Diviso tra il tormento del tradimento e il desiderio di riscattare la dignità dell'amico, si trasforma in un implacabile giudice di se stesso. Un'analisi profonda delle dinamiche di gruppo, delle scelte morali e dell'identità personale all'interno di un contesto di violenza e conflitto. In questo scenario, la lotta per la dignità e il rispetto si intreccia con una domanda esistenziale: è possibile trovare un senso in un mondo segnato da tradimenti e ambiguità? La redenzione emerge così come una questione complessa, legata non solo all'espiazione personale, ma anche alla ricerca di una nuova identità, improntata sulla responsabilità morale e sulle conseguenze delle proprie azioni.Francesco Marchi è nato a Trento nel 1960. Ha prestato servizio alla DIGOS di Milano durante gli anni più difficili della lotta al terrorismo in Italia, un'esperienza narrata nel libro e il Rosso intonò una canzone (Scatole Parlanti, 2022). Trasferitosi a Bologna, dagli anni Novanta si è dedicato alle attività di organizzazione e gestione aziendale.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Bruno Murialdo, Oscar Farinetti"Hai mangiato?"Slow Food Editorewww.slowfoodeditore.itBruno MurialdoFotografo, collabora come free lance per diverse testate giornalistiche nazionali e internazionali. Il suo archivio personale è uno dei più ricchi di storia dagli anni Settanta ai Novanta. Comprende America Latina in particolare Cuba, Argentina e Cile, Stati Uniti, Russia e diversi paesi dell'Europa. Ha raccontato la Langa degli anni Settanta e la sua metamorfosi fino ad oggi. Diversi sono i suoi reportage realizzati su scrittori o registi, da Nuto Revelli a Rigoni Stern. Ha collaborato con Sandro Bolchi nei suoi primissimi sceneggiati televisivi, con Mario Soldati nei Racconti del Maresciallo e ultimamente con il regista Joseph Tito. Collabora con il quotidiano La Stampa da tre decenni e con l'agenzia Ropi in Germania. Ha pubblicato 18 libri, alcuni dei quali hanno promosso nel mondo le bellezze della sua terra adottiva: le Langhe."Hai mangiato?" Oscar FarinettiSlow Food EditoreLa guerra, l'amore, i sogni, storie anonime e ritratti di personaggi famosi popolano le pagine del nuovo libro di Oscar Farinetti il cui titolo si ispira alla celebre frase di Elsa Morante secondo la quale l'unica vera frase d'amore fosse «Hai mangiato?». Il cibo come cura, come passione, come relazione, come momento di condivisione, c'è tutto questo sulle tavole, ai fornelli e tra i personaggi del libro. Michelangelo Pistoletto, Umberto Eco, Giovanni Treccani, ma anche i vecchi di Langa, due fratelli, una cameriera che sognava Marylin Monroe: la penna dell'autore percorre fatti storici e episodi della vita quotidiana regalandoci racconti coinvolgenti e ritratti originali, ispirati alle fotografie di Bruno Murialdo.Oscar Farinetti è nato ad Alba nel 1954. Imprenditore, è noto in tutto il mondo per aver fondato Eataly e ora sta lanciando il nuovo progetto Green Pea. Ha scritto Coccodé (Giunti, 2009), Sette mosse per l'Italia (Giunti 2011), con Shigeru Hayashi Storie di coraggio (Mondadori 2013), Mangia con il pane (Mondadori 2015), Nel blu (Feltrinelli 2015), Ricordiamoci il futuro (Feltrinelli 2017), Quasi (La nave di Teseo 2018), Storia dei sentimenti umani (La nave di Teseo 2019) e con Piergiorgio Odifreddi Dialogo tra un cinico e un sognatore (Rizzoli 2019).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Riecheggiano qui a Olympia i gol e l’esultanza del compianto Totò Schillaci, che oltre a essere stato eroe delle notti magiche dei mondiali di Italia 90, fu anche nella seconda metà degli anni Novanta, uno dei grandi campioni del calcio europeo (e pure sudamericano) che migrarono in Giappone per rilanciare la passione per il calcio nel Sol Levante, ponendo le basi per un movimento che oggi è solido e presente tra le grandi realtà del football mondiale.Ma non è mancato chi in quegli anni e ancora oggi, ha fatto il percorso inverso, dal Giappone all'Europa, e persino all'Italia, per inseguire il proprio sogno calcistico. E quella che vi raccontiamo oggi a Olympia è una storia davvero particolare, che parte da Kobe, in Giappone, per arrivare in un piccolo borgo abruzzese, Ripa Teatina, in provincia di Chieti, cittadina d'origine del padre di Rocky Marciano e dell'altro campione del mondo di boxe Rocky Mattioli, per arrivare poi tra Brescia e Milano, dove ora vive il nostro ospite di oggi. Partito da Sol Levante col sogno di divenire calciatore, in Italia Akira Yoshida ha scoperto la passione per il cobo e la propria attitudine imprenditoriale, ma soprattutto il calore e l’accoglienza di una comunità che lo ha saputo aiutare nei momenti più difficili, in un legame scandito da gol, ramen e… arrosticini!!
Oscar Farinetti"Hai mangiato?"Racconti per prendersi cura del genere umanoIspirati alle fotografie di Bruno MurialdoSlow Food Editorewww.slowfoodeditore.itLa guerra, l'amore, i sogni, storie anonime e ritratti di personaggi famosi popolano le pagine del nuovo libro di Oscar Farinetti il cui titolo si ispira alla celebre frase di Elsa Morante secondo la quale l'unica vera frase d'amore fosse «Hai mangiato?». Il cibo come cura, come passione, come relazione, come momento di condivisione, c'è tutto questo sulle tavole, ai fornelli e tra i personaggi del libro. Michelangelo Pistoletto, Umberto Eco, Giovanni Treccani, ma anche i vecchi di Langa, due fratelli, una cameriera che sognava Marylin Monroe: la penna dell'autore percorre fatti storici e episodi della vita quotidiana regalandoci racconti coinvolgenti e ritratti originali, ispirati alle fotografie di Bruno Murialdo.Oscar Farinetti è nato ad Alba nel 1954. Imprenditore, è noto in tutto il mondo per aver fondato Eataly e ora sta lanciando il nuovo progetto Green Pea. Ha scritto Coccodé (Giunti, 2009), Sette mosse per l'Italia (Giunti 2011), con Shigeru Hayashi Storie di coraggio (Mondadori 2013), Mangia con il pane (Mondadori 2015), Nel blu (Feltrinelli 2015), Ricordiamoci il futuro (Feltrinelli 2017), Quasi (La nave di Teseo 2018), Storia dei sentimenti umani (La nave di Teseo 2019) e con Piergiorgio Odifreddi Dialogo tra un cinico e un sognatore (Rizzoli 2019).Fotografo, collabora come free lance per diverse testate giornalistiche nazionali e internazionali. Il suo archivio personale è uno dei più ricchi di storia dagli anni Settanta ai Novanta. Comprende America Latina in particolare Cuba, Argentina e Cile, Stati Uniti, Russia e diversi paesi dell'Europa. Ha raccontato la Langa degli anni Settanta e la sua metamorfosi fino ad oggi. Diversi sono i suoi reportage realizzati su scrittori o registi, da Nuto Revelli a Rigoni Stern. Ha collaborato con Sandro Bolchi nei suoi primissimi sceneggiati televisivi, con Mario Soldati nei Racconti del Maresciallo e ultimamente con il regista Joseph Tito. Collabora con il quotidiano La Stampa da tre decenni e con l'agenzia Ropi in Germania. Ha pubblicato 18 libri, alcuni dei quali hanno promosso nel mondo le bellezze della sua terra adottiva: le Langhe.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Maracanà con Lucio Marinucci, Marco Piccari e Stefano Impallomeni. Ospiti:Daniele Garbo,Buscaglia: “Nei novanta minuti può succedere di tutto. Mi aspetto una partita aperta e rovente”.
Allucinato, criptico, spesso incomprensibile, Nick Land è considerato a tutti gli effetti il padre dell'Accelerazionismo: una teoria sorta negli anni Novanta che promuove (o meglio, prevede) la fusione incontrollata della tecnologia e dell'essere umano, la rovina del mondo, il trionfo dell'intelligenza artificiale e anche quello del capitalismo più estremo. Quasi trent'anni fa, Land ha profetizzato ciò che oggi si sta verificando sotto i nostri occhi. E allora quali contromisure possiamo prendere per evitare che le sue visioni diventino completamente realtà? Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Chiudiamo il 2024 dei nostri podcast con una chiacchierata ricca di frustrazione, ma anche di amore, nei confronti di un cult dei giochi di ruolo occidentali anni Novanta. Buon ascolto! Soundtraccia: Odd Theme - Fabio Bortolotti / Tanaka - Alessandro Mucchi / Notti fotoniche - Fabio Bortolotti Vuoi darci una mano? Abbonati su Twitch: https://www.twitch.tv/outcastvideo Fai acquisti su Amazon: https://amzn.to/3pGObEq Fai acquisti su Fusion Retro Books: https://fusionretrobooks.com/?ref=pzxtr4vyfzsy Usa il codice outcastlive su Epic Games Store. Compra le nostre felpe e magliette: https://outcastlive.threadless.com/ Supportaci su Patreon: https://www.patreon.com/outcast?ty=h Supportaci con PayPal: https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=K9TL85M7PDN4Y
A Milano, in Piazza Fontana, il 12 dicembre del 1969 una bomba è esplosa all'interno della sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, facendo diciassette vittime e ottantotto feriti. Sono passati 55 anni, di cui trentasei di indagini, con sette processi e nessuna condanna definitiva per strage: i responsabili, che facevano parte del gruppo eversivo di estrema destra “Ordine Nuovo” attivo in quegli anni in Italia, sono stati individuati ma non condannati, tra depistaggi, silenzi e complicità.All'indomani della strage a essere imboccata è la pista anarchica, viene fermato il ferroviere Giuseppe, detto Pino, Pinelli che il 15 dicembre del 1969 precipita, in circostanze mai chiarite dalla magistratura, dalla finestra del quarto piano della Questura di Milano. Un'altra vittima innocente di Piazza Fontana.Quel 12 dicembre del 1969, le vittime e le famiglie, il difficile cammino verso una verità visibile ma irraggiungibile in via giudiziaria, con le testimonianze del giornalista Corrado Stajano, uno dei primi ad entrare nella Banca Nazionale dell'Agricoltura dopo lo scoppio della bomba, Fortunato Zinni, ex impiegato della banca miracolosamente sopravvissuto, Paolo Silva, che nella strage ha perso suo padre Carlo Silva, Claudia Pinelli, figlia di Pino Pinelli, e Guido Salvini, magistrato ora in pensione, che negli anni Novanta ha riaperto le indagini cercando fino in fondo la giustizia sulla strage di Piazza Fontana.
MILANO (ITALPRESS) - “La Renault 5 è il simbolo della grande trasformazione che il gruppo Renault sta facendo in questi anni. È il simbolo perché è una vettura iconica: tutti abbiamo nella mente la vecchia Renault 5, la Supercinque, con nove milioni di esemplari venduti dal 1972 fino agli anni Novanta. Un veicolo iconico che viene reinventato in forma retrofuturista: riprende lo stile della vecchia Renault 5 ma lo reinventa secondo lo stile attuale. Così Carlo Leoni, Direttore Comunicazione Gruppo Renault, oggi a Milano, in occasione delle prove stampa locali di Renault R5 E-Tech Electric. “E poi c'è il cuore tecnologico della vettura: cento per cento elettrica, super equipaggiata con software, tecnologie. È una vettura che deve essere assolutamente provata perché ha delle grandi caratteristiche di guida e dà grande piacere guidarla”, ha aggiunto Leoni. xp2/tvi/gtr
Chiara Lossani, Maria Cristina Bet"Charlie nella foresta"storiedichi edizioniwww.storiedichiedizioni.itCharlie vive con la sua famiglia ai confini della foresta degli abeti bianchi e ha un inseparabile amico a quattro zampe: il cane Milo, con cui ama giocare a palla in giardino. Charlie non ha mai messo piede nella foresta, grande e spaventosa.In un giorno di vento forte, però, il suo pallone rosso finisce oltre il cancello di casa e viene “inghiottito” dai fitti alberi misteriosi. Milo corre dietro al pallone e sparisce nel nulla.Charlie lo segue, ritrovandosi, da un momento all'altro, solo e impaurito nella foresta. Imboccherà un sentiero, confonderà la sua palla rossa con un fungo velenoso, si troverà avvolto nella nebbia e cercherà riparo nell'incavo di un castagno rugoso.Immergerà le mani nell'acqua gelida di un torrente e lo attraverserà, con coraggio, imitando il salto di un agile cervo. Conoscerà e parlerà con la foresta attraverso i cinque sensi e si troverà a tu per tu con una lupa inferocita, che gli farà ritrovare Milo e gli affiderà un dono speciale: un lupacchiotto, simbolo della sua paura bambina.Chiara LossaniMilanese, già direttrice di due biblioteche della provincia di Milano e fondatrice della Biblioteca delle Storie Infinite, a Trezzano sul Naviglio, pubblica da molti anni in Italia e all'estero. I suoi libri illustrati raccontano antiche fiabe, miti e la vita e le passioni di grandi artisti, come Van Gogh ( pubblicato in 14 lingue ), Frida Kahlo, Vermeer, Michelangelo, Dalì (Arka Edizioni). Nei suoi romanzi storia e arte vengono narrate attraverso le vicende parallele di ragazzi che incontrano donne e uomini che hanno avuto il coraggio di cambiare, primo fra tutti Gandhi (Edizioni San Paolo). Due volte White Ravens con il romanzo Stregata da un pitone (Giunti editore), e l'albo illustrato Vincent van Gogh e i colori del vento (Arka Edizioni), premi e riconoscimenti anche internazionali hanno qualificato il suo lavoro.Maria Cristina BetVive a Vittorio Veneto (Treviso). Negli anni Novanta ha seguito i primi corsi estivi del maestro Štěpán Zavřel, fondatore della Scuola Internazionale di Illustrazione di Sarmede, e ha proseguito nella formazione partecipando ai corsi di Arcadio Lobato, Svjetlan Junakovic, Gabriel Pacheco, Anna Castagnoli e Giovanni Manna. Per Storiedichi Edizioni, ha realizzato le illustrazioni del suo albo di esordio, Buon volo, ape Regina, scritto da Monica Colli e Alessandro Volo.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Join Sarah Betadam, CIO, CISO, Novanta as she discusses her leadership role, supporting women in technology, building tech strategy, working with the board and CEO to advance innovation and growth.
C'era una volta, fino a metà degli anni Novanta, il mercato autunnale di riparazione. Contrariamente a quello estivo, non aveva nemmeno una sede con i box dedicati per le trattative. Era un breve surplus novembrino di 10-15 giorni, telefonate, incontri fugaci, qualche mossa di riparazione e via. Massimo una per squadra. L'ultimo calciomercato di riparazione vecchio stile è quello che si chiuse alle 19.00 di giovedì 9 novembre 1995 e che fu segnato dal passaggio di Patrick Vieira dal Cannes al Milan. Ma è da ricordare anche la sessione del novembre 1993, quando Galliani iniziò a corteggiare Marcel Desailly dopo l'infortunio di Boban. Un acquisto che lo stesso Galliani portò avanti sotto traccia, di nascosto, ma che fece storia.
Come è cambiato il racconto dell'America oggi, alla vigilia delle elezioni che vedono Donald Trump ancora protagonista? Il primo a rispondere è il premio Pulitzer nel 2023 per il Memoir Hua Hsu, autore di “Stay True. Tracce di un'amicizia” (NR Edizioni), autofiction dedicata alla sua giovinezza negli anni 90. Figlio di immigrati di Taiwan, racconta l'importanza della memoria e della rappresentazione delle cosiddette minoranze, spiegando inoltre le differenze e similitudini tra l'America di oggi e quella degli anni Novanta. A proposito di quel decennio, lo scrittore Matteo B. Bianchi approfondisce il lavoro di Douglas Coupland, che con “Generazione X” (Accento Edizioni) ha anticipato diversi temi attuali negli Stati Uniti e non solo. Infine Luca Briasco, americanista, traduttore ed editor, ripercorre la storia della letteratura americana dagli anni Novanta in poi: forse non esiste più il Grande Romanzo Americano, perché non può più esistere una visione unica - spesso legato alla legittimità del solo sguardo maschile e bianco, ma al contrario un complesso, variegato, interessante insieme di punti di vista capace di raccontare quella nazione.
Biba Giacchetti"Elliott Erwitt. L'ideale fuggevole"Mostra fotograficaCastiglia di Saluzzo (Cuneo)fino al 23 febbraio 2025Fondazione Arteawww.fondazioneartea.orgElliott Erwitt. L'ideale fuggevole è la prima mostra originale in Italia dopo la scomparsa del grande autore, avvenuta nel novembre 2023, che riunisce fotografie in bianco e nero e a colori.Concepita come la summa della sua arte, il progetto espositivo affianca alle immagini più iconiche opere raramente esposte. Quasi cento gli scatti selezionati, i più amati dall'autore, che la curatrice Biba Giacchetti ha scelto per rendere omaggio alla filosofia di vita e al modo di intendere la fotografia di Erwitt: i celebri ritratti di Marilyn Monroe, Che Guevara, Jack Kerouac, Marlene Dietrich, ma anche fotografie che hanno fatto la storia, come il diverbio tra Richard Nixon e Nikita Chruščëv, il funerale di John Fitzgerald Kennedy, l'indimenticabile match tra Joe Frazier e Muhammad Alì, così come le icone più amate dal pubblico per la loro forza romantica, come il California Kiss, o quelle più intime e private come il tenero scatto alla sua primogenita neonata, distesa sul letto, con la madre che la osserva. Conclude il percorso espositivo una sezione interamente dedicata agli ineffabili cani, metafore antropomorfe della condizione umana.Mostra promossa e organizzata da: Città di Saluzzo e Fondazione ArteaIn collaborazione con: Fondazione Amleto Bertoni, Terres Monviso, Orion57Con il contributo di: Fondazione CRC, Fondazione CRT, ATL – Azienda Turistica Locale del CuneeseChi era Elliott ErwittNato a Parigi nel 1928 da genitori ebrei trascorse l'infanzia a Milano, fino al 1939, quando dovette trasferirsi negli Stati Uniti con la famiglia per fuggire dalle leggi razziali. Un uomo che parlava tante lingue e assorbi la cultura di questi paesi. Ebbe quattro mogli, sei figli e un grande numero di nipoti.Dopo l'adolescenza ad Hollywood e gli studi in fotografia a Los Angeles e New York, conobbe Robert Capa, Edward Steichen e Roy Stryker, divenuti suoi mentori. Quest'ultimo lo assunse alla Standard Oil Company per la quale lavorò ad un libro fotografico e ad un reportage sulla città di Pittsburgh. Nel 1953 Robert Capa lo chiamò nell' agenzia Magnum e dal 1960 al 1963 ne fu presidente; oltre a collaborare con riviste del calibro di “Life”, dagli anni ‘70 si concentrò maggiormente sul cinema, realizzando film e documentari e negli anni ‘80 commedie satiriche oper la televisione. Dagli anni Novanta ha svolto una intensa vita professionale che tocca gli aspetti più disparati della fotografia. Ad oggi i libri pubblicati da Erwitt sono più di 45. Ha presentato i suoi lavori nelle piu prestigiose sedi espositive del mondo. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Daniela Gusi"Nomen Omen"Neos Edizioniwww.neosedizioni.itPrimi anni Novanta. Nel biellese, fra strade statali poco trafficate, paesotti prealpini, pompe di benzina e squallidi motel, si consuma l'inspiegabile rapimento di un'imprenditrice, donna bella e priva di scrupoli.I sospetti sono così tanti che chi investiga non trova il bandolo della matassa: la donna non verrà più ritrovata e l'indagine non arriverà da nessuna parte, lasciando dietro di sé una scia di morti, esistenze distrutte, dolore, ambiguità, maldicenze. La giustizia umana ha fallito ma quella divina ha le sue modalità e i suoi tempi per agire.Trent'anni dopo il caso torna di attualità riportando in scena i protagonisti di allora. L'ispettore Caruso con il giovane Guardincasa si impegneranno oltre il ragionevole per seguire la pista insanguinata del crimine e del peccato, sulle tracce del denaro di un riscatto sparito nel nulla e mai usato, tradimenti seriali, fanatici religiosi, sordidi baristi e un albero di melo che nasconde un segreto. La buona sorte e la meticolosità della polizia riusciranno a individuare il colpevole, riannodando i tanti fili sospesi.Un giallo di esordio appassionante, un racconto corale in grado di immergere il lettore nei meandri di una di una provincia in bilico fra il passato agricolo e un futuro tristemente marginale, fra i pensieri, le emozioni, i vizi e le virtù dei tanti personaggi in scena, coinvolgendoli fino al sorprendente esito finale. Daniela Gusi è nata a Torino nel 1968, dove abita da sempre nel quartiere di Borgo Vittoria, e dal 2004 è sposata con Beppe. Ha sempre avuto la passione per i libri, legge tantissimo e dei generi più disparati, ma nutre un amore particolare per la fantascienza e per i gialli, Agatha Christie su tutti. Questo romanzo è il suo esordio nel catalogo di una casa editrice. IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Il dominio schiacciante di Ducati nella top class colma un vuoto storico: non abbiamo dimenticato la fatica che la Cagiva degli appassionati fratelli Castiglioni fece nella 500 degli Ottanta e Novanta. Ora sono i giapponesi ad inseguire a distanza
Beatrice Verri"I paesaggi nella crisi tra memoria, ecologia e azione"www.radis-crt.itIl convegno è parte delle iniziative del public program di Radis, progetto di arte pubblica promosso e ideato dalla Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, con la collaborazione della Fondazione CRC sabato 14 settembre 2024, ore 10-17.30Borgata Paraloup (1.360 mt Rittana, CN), Baita BarberisI paesaggi nella crisi tra memoria, ecologia e azione Ecomemoria e progetti di futuro sostenibileSguardi e parole ripensate devono raccontare i nostri paesaggi segnati come sono sempre più dalle minacce della società del rischio, ecologico in primis, con i suoi mantra della crescita infinita e del progresso ineluttabile. Tanto più in un Paese, l'Italia, stretto tra i troppo pieni delle città e delle coste e i troppo vuoti delle aree interne e della montagna povera. I nostri sono paesaggi resi fragili dalle dinamiche accelerate della finanziarizzazione come dall'abbandono. Dove tuttavia l'Ecomemoria, fin dalla sua etimologia (richiama l'abitare anche nella sua dimensione ecocompatibile) tenta di ridare una forma al paesaggio smarrito nel tempo, ridisegna il senso degli antichi abitati, ricostruisce anzitutto il «lavoro» della convivenza di uomini e donne con l'ambiente circostante. Ricorda, al nostro futuro, orientando piani e progetti, le forme della coevoluzione tra gli uomini e la natura circostante nel rispetto dei limiti e delle risorse ambientali.Il convegno si propone come un'occasione di confronto a livello nazionale e interdisciplinare fra studiose, studiosi, istituzioni e associazioni che a vario titolo oggi sono impegnati nel campo della lotta al cambiamento climatico, della protezione del paesaggio e della valorizzazione della memoria ed è significativo il suo svolgersi nella Borgata Paraloup, luogo alpino che nel settembre 1943 vide riunirsi quasi duecento giovani partigiani (fra i primi, quelli appartenenti alla Banda Italia Libera di Giustizia e Libertà) oggi recuperato a nuova vita dalla Fondazione Nuto Revelli, si propone come laboratorio di cambiamento per un futuro giusto, consapevole e sostenibile. Il convegno è parte delle iniziative del public program di Radis, progetto di arte pubblica promosso e ideato dalla Fondazione per l'Arte Moderna e Contemporanea CRT, con la collaborazione della Fondazione CRC (www.radis-crt.it). Salvatore SettisHa diretto il Getty Research Institute di Los Angeles (1994-99) e la Scuola Normale Superiore di Pisa (1999-2010) e ha presieduto il Consiglio Superiore dei Beni Culturali (2007-09) e il Consiglio Scientifico del Louvre (2010-23). Ha avuto a Madrid la Cátedra del Prado, a Mendrisio (Svizzera) la Cattedra Borromini, è stato Warburg Professor ad Amburgo e ha tenuto le Isaiah Berlin Lectures a Oxford e le Mellon Lectures alla National Gallery of Art in Washington. Ha scritto di arte classica (La Colonna Traiana, 1988; Laocoonte. Fama e stile, 1999), moderna (La Tempesta interpretata, 1978; Raffaello tra gli sterpi, 2022) e contemporanea (Incursioni, 2020). Fra i suoi libri di politica culturale, Futuro del ‘classico', 2004; Paesaggio Costituzione cemento, 2010; Se Venezia muore, 2014; Architettura e democrazia, 2017. Suoi scritti sono stati tradotti in diciotto lingue.Vanda BonardoAmbientalista fin dalla giovane età, è laureata in Scienze Naturali. È stata presidente di Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta dal 1995 al 2011. Formatrice ed educatrice, è stata insegnante di materie scientifiche e Consigliere Nazione della Pubblica Istruzione. Ha pubblicato testi e articoli di carattere ambientale e dossier su temi come la montagna, le risorse idriche e i ghiacciai, i trasporti, la difesa del suolo, il turismo montano, lo sviluppo locale in montagna e l'educazione ambientale. Attualmente è Copresidente del Comitato Scientifico Nazionale di Legambiente, Responsabile nazionale Alpi di Legambiente e Presidente CIPRA Italia.Giorgio Brizio, 22 anni, è autore e attivista. Ha vissuto a Berlino, Istanbul e Torino, dove frequenta un corso di laurea in Scienze internazionali dello sviluppo e della cooperazione. Da quattro anni si occupa di crisi climatica e migrazioni portando avanti battaglie politiche e opere di sensibilizzazione. I suoi articoli e commenti sono apparsi su «La Stampa», «Domani», «TPI». Maurizio DematteisSi è laureato in Scienze politiche Indirizzo sociologico presso l'Università di Torino. Giornalista e scrittore, si occupa di temi sociali e ambientali e di tematiche legate ai territori alpini. Attualmente dirige l'Associazione Dislivelli ed è direttore responsabile della rivista web mensile Dilsivelli.eu.Pubblicazioni: Mamma li turchi. Le comunità straniere delle Alpi si raccontano, 2010; Via dalla città. La rivincita della montagna, 2017; Montanari per forza. Rifugiati e richiedenti asilo nella montagna italiana, (di M. Dematteis, A. Di Gioia, A. Membretti), 2018; Inverno liquido. La crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa, premio speciale Leggimontagna Dolomiti Unesco 2023.Andrea FenoglioDocumentarista. Ha al suo attivo diversi progetti culturali multidisciplinari. In questi anni ha raccontato Nuto Revelli e la memoria contadina, le origini dell'artista svizzero Alberto Giacometti e, nel lavoro dal titolo La Terra che connette, storie di braccianti africani nelle campagne del cuneese. Tra i suoi documentari L'isola deserta dei carbonai, Il popolo che manca e Su campi avversi hanno conseguito diversi riconoscimenti nei festival del documentario italiano. Dal 2022 è socio della Cooperativa di comunità Viso a Viso di Sant'Antonio di Ostana.Anna MarsonProfessoressa Ordinaria di Pianificazione e progettazione del territorio all'Università Iuav Venezia, dove coordina l'ambito di dottorato in pianificazione territoriale e politiche pubbliche. Componente del Consiglio scientifico della Fondazione nazionale Scuola beni attività culturali. Dal 2010 al 2015 è stata Assessore della Regione Toscana, ricevendo molteplici riconoscimenti per il Piano paesaggistico approvato nel 2015 e per la legge sul Governo del territorio 65/2014. Dal 2018 coordina per la Fondazione Compagnia di San Paolo una Sperimentazione sull'attuazione dei contenuti strategici del Piano paesaggistico per il Piemonte. È tra i soci fondatori della Società dei territorialisti/-e. Tra i suoi libri: Barba Zuchòn Town (Angeli 2001); Archetipi di territorio (Alinea 2008); a cura di, La struttura del paesaggio. (Laterza 2016); a cura di, Urbanistica e pianificazione nella prospettiva territorialista (Quodlibet 2020).Bruno MurialdoFotografo, collabora come freelance per diverse testate giornalistiche nazionali e internazionali. Il suo archivio personale è uno dei più ricchi di storia dagli anni Settanta ai Novanta e comprende foto reportage dall'America Latina - in particolare Cuba, Argentina e Cile - dagli Stati Uniti, dalla Russia e da diversi paesi dell'Europa. Ha raccontato la Langa degli anni Settanta, accompagnando Nuto Revelli nella raccolta delle testimonianze. Diversi sono i reportage realizzati anche su scrittori o registi, da Nuto Revelli a Mario Rigoni Stern. Ha collaborato con Sandro Bolchi nei suoi primissimi sceneggiati televisivi, con Mario Soldati nei Racconti del Maresciallo e con il regista Joseph Tito. Collabora con il quotidiano La Stampa da tre decenni e con l'agenzia Ropi in Germania. Si è cimentato in racconti fotografici dedicati alla letteratura tra i quali Tartarino sulle Alpi e I raccolti di Cerkaski di Giordan Radickov pubblicati sulla rivista Infinito. Tantissimi sono i libri fotografici pubblicati. Collabora con l'Alba USA Music Festival, diverse mostre dedicate alla musica e ai suoi protagonisti sono in mostra negli USA in Giappone e in siti o gallerie private.Marco RevelliHa insegnato Scienza della politica all'Università del Piemonte orientale. Fra i suoi libri: Le due destre: le derive politiche del postfordismo e La sinistra sociale, 1996 e 1997; Sinistra destra, l'identità smarrita e Post-Sinistra, 2009 e 2014. Per Einaudi ha pubblicato Oltre il Novecento, 2001; La politica perduta, 2003; Poveri, noi, 2010; Finale di partito, 2013; Non ti riconosco, 2016; Populismo 2.0, 2017; La politica senza politica, 2019 e Umano Inumano Postumano, 2020. È presidente della Fondazione Nuto Revelli Onlus.Giulia SeraleOperatrice nel terzo settore dal 2013, prima con esperienza di animazione giovanile in Estonia, poi presso l'ong LVIA Cuneo con esperienze in fundraising e progettazione nella cooperazione internazionale allo sviluppo e laboratori di Educazione alla mondialità nelle scuole. Dal 2017 ad oggi operatrice culturale presso la Fondazione Nuto Revelli: segreteria, comunicazione e fundraising, coordinamento del concorso Scrivere altrove. Partecipazione a numerosi scambi europei e progetti di mobilità internazionale. Laureata in Comunicazione interculturale, master in europrogettazione.Antonella TarpinoÈ storica, saggista ed editor. Tra i suoi libri: Geografie della memoria. Case, rovine, oggetti quotidiani (Einaudi 2008); Spaesati. Luoghi dell'Italia in abbandono tra memoria e futuro (Einaudi 2012, Premio Bagutta 2013); Il paesaggio fragile. L'Italia vista dai margini (Einaudi 2016, premio internazionale The Bridge Book Award 2017 per la saggistica italiana) Memoria imperfetta. La Comunità Olivetti e il mondo nuovo (Einaudi 2020). L'ultimo, Memoranda. Gli antifascisti raccontati dal loro quotidiano (Einaudi 2023). È vicepresidente della Fondazione Nuto Revelli Onlus.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Luca Fiore"Babel Festival"www.babelfestival.chDomenica 15 Settembre 2024Paesaggio fabbricato e paesaggio consumatoJürgen Nefzgercon Luca FioreartBabel: A metà anni Novanta l'artista tedesco Jürgen Nefzger si trasferisce in Francia e comincia a percorrerne il territorio con la sua macchina fotografica di grande formato. Lo sta facendo ancora oggi. In mostra, una selezione di immagini che per la prima volta mette in dialogo tra loro le varie serie realizzate da Nefzger in territorio francese negli ultimi trent'anni, dai due libri di Hexagone sul «paesaggio fabbricato» e il «paesaggio consumato» a Épuisement, il suo lavoro più recente ancora inedito. Alla presenza dell'artista e del curatore Luca Fiore. La mostra si tiene allo spazio 5b di Bellinzona, apre giovedì 12 settembre, primo giorno di Babel, e rimane aperta fino al 25 settembre.Incontro in teatro: Jürgen Nefzger riflette sul suo lavoro trentennale di fotografo documentarista nella Francia metropolitana: un'indagine minuziosa e immaginifica dell'impatto della società umana sull'ambiente, che con scatti di raro equilibrio formale svela la realtà a volte difficile da credere che ci stiamo costruendo. Dialoga con lui il critico Luca Fiore.Luca Fiore (Milano, 1978) è giornalista, critico e curatore di arte e fotografia contemporanea. Scrive per Il Foglio, Domani, Il Giornale dell'Arte, Azione e la rivista americana Aperture. Ha collaborato con il pittore Giovanni Frangi a L'intervista (Magonza, 2022) e ha curato il libro d'artista di Andrea Bianconi Manuale per esercitare la propria stupidità (Skira, 2022). Ha curato mostre di Mario Cresci, Curran Hatleberg, Gus Powell e Antonio Rovaldi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Filippo Sala"Attraverso l'universo"L'anima pop dei BeatlesAncora Libriwww.ancoralibri.itAttraverso l'universo racconta l'avventura umana, la musica e l'arte dei Beatles. L'educazione al femminile, la spiritualità soft, lo sguardo sull'uomo e sul mondo sono grandi temi che con profonda leggerezza il gruppo ha saputo trasformare in meravigliose canzoni senza tempo, riuscendo a toccare gli aspetti più profondi dell'essenza umana fino a creare un'originale punto di contatto con il divino. Quanto prodotto da John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr ha rivoluzionato la società nel nome di un nuovo umanesimo sonoro. È ormai giunto il momento di non parlare più «dei» Beatles ma «di» Beatles, considerando a tutti gli effetti i Fab Four come importante materia di cultura popolare. Ecco l'anima pop dei Beatles, per chi li ha visti e per chi non c'era.«Sapevamo bene che ce l'avremmo fatta perché eravamo in quattro. Nessuno di noi ce l'avrebbe fatta da solo. Ma pensavamo che il pubblico avrebbe apprezzato almeno uno di noi e fu così che andò a finire».John LennonFilippo Sala si è laureato in Linguaggi dei Media all'Università Cattolica di Milano, ateneo con il quale collabora tutt'ora con lezioni in veste di esperto sul rapporto tra musica, letteratura e spiritualità nei corsi di Italiano per la Comunicazione e Beni Culturali. Art director presso una nota multinazionale del make-up, è da sempre appassionato di culture giovanili. Cantautore, dagli anni Novanta a oggi ha suonato con Skiantos, Statuto e Nomadi ed è attualmente impegnato con la sua band, il Milanestrone, nella divulgazione e nel rinnovamento del dialetto milanese attraverso rassegne, concerti e spettacoli di teatro-canzone. Studioso innamorato del fenomeno Beatles e fin da bambino collezionista dei Fab Four, nel 2022 ha pubblicato il saggio Cantautori di Frontiera (Le Lettere).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Daniele Soffiati, Alberto Grandi"La cucina italiana non esiste"Bugie e falsi miti sui prodotti e i piatti cosiddetti tipiciMondadori Editorewww.mondadori.it“Quando Gualtiero Marchesi, considerato il fondatore della nuova cucina italiana, negli anni Novanta consigliava di mettere la panna nella carbonara, a nessuno veniva in mente di scatenare autentiche guerre di religione come avviene oggi.” Alberto Grandi, professore di Storia del cibo e presidente del corso di laurea in Economia e Management all'Università di Parma, e Daniele Soffiati, suo sodale nel celeberrimo podcast DOI – Denominazione di Origine Inventata, ci spiegano perché la cucina italiana non esiste! È vero che i prodotti italiani sono buonissimi, spesso i migliori al mondo, ma è falso che abbiano origini leggendarie, perse nella notte dei tempi. Non è serio sostenere che Michelangelo faceva incetta di lardo ogni volta che passava per Colonnata, così come non è credibile che i milanesi abbiano insegnato agli austriaci a preparare la cotoletta.La ricerca storica attesta che la cucina italiana, intesa come prodotti e ricette della tradizione, è un'invenzione recente e, di fatto, un'efficace trovata di marketing: la narrazione della tradizione è spesso l'ingrediente contemporaneo che rende i nostri piatti ancora più gustosi.La ricerca della coppia Grandi-Soffiati ci ricorda che fino a un recente passato gran parte degli italiani moriva di fame, mentre le élite si dilettavano con cuochi e buon cibo. Inoltre, molti piatti simbolo della “tradizionale” cucina italiana, dalla pizza alla pasta, non sarebbero stati possibili senza il fondamentale contributo dei migranti italiani, che tornarono da terre lontanissime con qualche soldo in tasca e prodotti alimentari praticamente sconosciuti fino al 1900.Con questo libro, vera e propria miniera di informazioni e curiosità, gli autori ci accompagnano in un ideale supermercato. Analizzando, scaffale per scaffale, la storia degli alimenti e dei piatti tipici, ci svelano che gli italiani sono ottimi cuochi proprio perché non sono mai stati vincolati da una tradizione di fatto inesistente, bensì sempre aperti alla cucina e agli ingredienti degli altri paesi del mondo.Alberto Grandi è professore associato di Storia del cibo all'Università di Parma, dove insegna anche Storia dell'integrazione europea. È autore di oltre cinquanta lavori tra articoli scientifici e monografie in Italia e all'estero. Per Mondadori ha pubblicato il bestseller Denominazione di Origine Inventata (2018) e Parla mentre mangi (2019).Daniele Soffiati è co-autore e voce, con Alberto Grandi, del podcast DOI – Denominazione di Origine Inventata. Ha curato per Mondadori Lupu ululà e castello ululì 2 (2006) e Che cavolo stai dicendo, Willis?! (2008).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Sara Latorre"Figlio di papà"Dino PešutBottega Errante Edizioniwww.bottegaerranteedizioni.itChe rapporto hai con tuo padre? Cosa succede quando la sua vita giunge al termine? Come ti influenzano la classe sociale, le origini, l'essere gay e la pressione delle aspettative dei genitori? Pešut affronta tutti questi argomenti e racconta la storia emozionante di un giovane che cerca il suo posto nel mondo. Un libro ideale per i tempi bui. Michael G. Meyer, Queer.deDopo il tentativo fallito di stabilirsi a Berlino, un trentenne originario di una cittadina di provincia trascorre le sue giornate lavorando come receptionist in un hotel di Zagabria, in bilico tra la propria disperazione, un ricco amante e la malattia del padre. È il rapporto tra padre e figlio, da sempre ambivalente e minato dal passato che incombe su di loro, a rappresentare la chiave di volta dell'esistenza del giovane. Senza compromessi, con capitoli brevi e potenti, pieni di emozioni profonde alternate a sesso e morte, paura e gioia, Pešut dimostra di essere una voce originale che interpreta perfettamente il tempo in cui vive e la generazione di chi è nato negli anni Novanta.Dino Pešut (Sisak, 1990). Scrittore, drammaturgo e poeta croato. Laureato presso l'Accademia di Arte Drammatica di Zagabria, è noto come drammaturgo sia in patria che all'estero; plurivincitore del premio Marin Držić, ha ricevuto il premio Deutscher Jugendtheaterpreis e il premio della fondazione Heartefakt per il testo contemporaneo socialmente più impegnato. Partecipa al programma residenziale per giovani drammaturghi del Royal Court Theatre di Londra. I suoi testi sono stati tradotti in inglese, tedesco, francese e polacco. Figlio di papà rappresenta il suo debutto in traduzione italiana.Sara Latorre (1997, Ghisalba). Originaria della Bassa bergamasca, ha studiato Traduzione e Mediazione Culturale da serbo-croato e russo a Udine. Di giorno fa un lavoro normale, la sera si interessa di questioni di genere, linguaggio inclusivo e jugosfera. Ha tradotto Le trappole della buona educazione. Saggi sul femminismo e la cultura pop di Maša Grdešić (Asterisco Edizioni, 2023).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Susanna Basso"Ricordando Alice Munro"Einaudi Editorewww.einaudi.itAssoluta maestra del narrare breve, Alice Munro, prima canadese a vincere il Nobel per la Letteratura nel 2013, morta oggi a 92 anni, nella sua lunga vita ha dovuto combattere tante battaglie, contro il cancro e negli ultimi anni contro la demenza senile.Ma se ne va dopo aver visto riconosciuta la dignità di un genere, il racconto, spesso accompagnato da quel pregiudizio che ha seguito un po' anche la sua carriera.Munro era una scrittrice di racconti. È una forma di narrativa che spesso viene trascurata rispetto ai romanzi, ma che nel caso della scrittrice canadese, grazie alla sua abilità nel dare grande profondità psicologica ai personaggi anche in poche pagine, era stata celebrata dalla critica e paragonata proprio alla scrittura romanzesca. La scrittrice statunitense Cynthia Ozick l'aveva definita la «Čechov canadese», facendo riferimento al celebre scrittore russo dell'Ottocento, noto per drammi teatrali e racconti. Lo stesso Nobel le era stato assegnato in quanto «maestra del racconto contemporaneo». Munro era stata la prima persona canadese a vincere il prestigioso riconoscimento letterario internazionale.Per le sue condizioni di salute Munro non andò a Stoccolma per ricevere il Nobel, e invece di un discorso in presenza mandò un videomessaggio di circa 30 minuti.https://www.youtube.com/watch?v=EgKC_SDhOKkI racconti di Munro sono in gran parte dedicati a descrivere l'esperienza di vita femminile nel corso del Novecento in un contesto come quello canadese. Le prime raccolte, come La danza delle ombre felici del 1968 e La vita delle ragazze e delle donne del 1971, raccontano vicende di formazione di giovani donne, mentre nei racconti più recenti, come quelli di Nemico, amico, amante… del 2001 e In fuga del 2004, le protagoniste sono donne di mezza età o anziane. Un'altra caratteristica della produzione letteraria della scrittrice è il realismo con cui è rappresentata la provincia canadese e la sua società.In Italia i suoi libri sono stati pubblicati a partire dagli anni Novanta. Le prime a essere tradotte furono proposte da piccoli editori (Serra e Riva, la femminista La Tartaruga ed E/O); a partire dal 2000, con Il sogno di mia madre, sono state tutte pubblicate o ripubblicate da Einaudi, nelle traduzioni di Susanna Basso. La più recente è Uscirne vivi, del 2012.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
In questa puntata di Start parliamo della social card per il 2024 che arriverà intorno a metà maggio, del calo delle immatricolazioni alle lauree Stem e del perché la fine dei siti web degli anni Novanta è un problema per tutti
In questa puntata di Start parliamo della social card per il 2024 che arriverà intorno a metà maggio, del calo delle immatricolazioni alle lauree Stem e del perché la fine dei siti web degli anni Novanta è un problema per tutti.
Il cosiddetto “Sexgate” fu uno scandalo politico-sessuale che coinvolse il presidente degli Stati Uniti d'America Bill Clinton alla fine degli anni Novanta. Siamo infatti nel 1998 e Clinton è nel pieno del suo secondo mandato. Rieletto a furor di popolo, è all'apice della sua maturità personale e politica quando, come un fulmine a ciel sereno, si abbatte sulla sua presidenza uno scandalo sessuale destinato a scuotere il governo statunitense dalle fondamenta. Clinton fu infatti protagonista di un tradimento extraconiugale con Monica Lewinsky, una stagista della Casa Bianca, all'epoca ventunenne. Seguirà un lungo processo di impeachment che vedrà alla fine il presidente Clinton assolto da tutte le accuse. Ma chi furono i responsabili della diffusione di questo scandalo? E quanto c'è di vero in quello che è stato pubblicato dai media in quei giorni? Proviamo a scoprirlo insieme ad Elena Milanesio: esperta di Stati Uniti e di cronaca nera, nonché autrice del blog www.elestorieamericane.it Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast Se vuoi ascoltarci senza filtri e sostenere il nostro lavoro, da oggi è possibile abbonarsi al nostro canale Patreon e accedere a contenuti bonus esclusivi tramite questo link: patreon.com/LucePodcast
La prima storia per questa puntata 506 è più adatta ad Halloween che a Pasqua, e ci porta nei mari del Sudafrica, dove le orche Port e Starboard hanno ideato una tecnica di caccia particolare contro gli squali, che sta letteralmente modificando l'equilibrio ecologico dell'area. Trovate più informazioni qui e qui, oltre a un video un po' crudo qui (un bel po' crudo, non dite che non eravate stati avvisati).Valeria intervista Enea Maffei, post-doc dell'ETH di Zurigo, che era già stato nostro ospite (qui) per introdurci al mondo dei virus dei batteri, i batteriofagi. Questa volta Enea ci parla di Paride, che è un batteriofago, e dei batteri dormienti. Enea ci spiega i risultati della loro ricerca, recentemente pubblicata su Nature Communications, in cui questo batteriofago è in grado di dare la sveglia ai batteri e renderli più sensibili all'azione di alcuni antibiotici.Andrea infine si ricorda di essere vecchio e trova consolazione in un articolo che mostra come sia peggiorataaaah la musica negli ultimi decenni: in realtà è un interessante spunto per capire come non sia solo l'evoluzione del gusto, ma anche della tecnologia a influenzare l'evoluzione delle caratteristiche delle canzoni che hanno più successo. Comunque nella top 500 dei migliori album della storia stilata da Rolling Stones, vincono a mani basse gli anni Settanta, seguiti dai Novanta...Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/scientificast--1762253/support.
La bolla delle dot-com si è sviluppata tra il 1997 e il marzo del 2000 e vide come maggiori protagoniste le aziende tecnologiche statunitensi. A partire dalla quotazione di Netscape nel 1994 si diffuse il concetto di New Economy, un nuovo ciclo economico che si poneva in contrasto alla Old Economy. Sulle ali dell'entusiasmo per il nuovo paradigma economico, molte società la cui idea di business era legata ad internet iniziarono a quotarsi. Nella seconda metà degli anni Novanta si assistette quindi ad un fenomeno del tutto irrazionale: moltissime società tecnologiche che operavano in perdita videro le proprie quotazioni schizzare alle stelle per via dell'euforia che c'era tra gli investitori per il nuovo paradigma della New Economy. Tuttavia, se alcune di queste compagnie erano ben strutturate, con un preciso piano aziendale, altre erano prive di qualsivoglia organizzazione. Ebbene ad inizio del 2000 la bolla speculativa del Dot-com esplose, facendo sprofondare nella crisi l'intero settore. Ma quali furono le cause di questa caduta? Proviamo a scoprirlo insieme a Fabio Ragazzo, produttore di serie audio e co-autore, tra gli altri, del podcast “Freedomland” edito da Will Media e BOATS Sound. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast Se vuoi ascoltarci senza filtri e sostenere il nostro lavoro, da oggi è possibile abbonarsi al nostro canale Patreon e accedere a contenuti bonus esclusivi tramite questo link: patreon.com/LucePodcast
Oggi parliamo di rischio nucleare, delle nuove competenze necessarie per i manager e infine di cinema, con le nomination all'Oscar
Oggi parliamo di rischio nucleare, delle nuove competenze necessarie per i manager e infine di cinema, con le nomination all'Oscar