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La Rapina di Via OsoppoIn questo episodio, ci immergiamo nel mondo del crimine italiano con il racconto della rapina di via Osoppo, uno dei colpi più audaci e famosi della storia. Scoprirete i dettagli della pianificazione meticolosa, l'esecuzione spettacolare e le indagini che seguirono questo incredibile furto. E non perdetevi la rubrica finale, dove esploreremo teoricamente come replicare una rapina perfetta (disclaimer: non provateci a casa)!ISCRIVITI AL GRUPPOAccademiaDiCriminologia su TELEGRAMhttps://t.me/AccademiaDiCriminologiaOgni giorno contenuti UNICI, RARI E GRATIS per rispondere a questi e molti altri quesiti:Come si fa una consulenza criminologica?Come si fa una CTP?Come si fa una CTU?Come si trova il primo cliente?Come si pagano le bollette e le rate del mutuo con la criminologia?TI ASPETTIAMO!#Criminologia #RapinaViaOsoppo #Podcast #StoriaCriminale #AccademiaDiCriminologia #RubricaSpeciale #NonFateLoACasaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/accademia-di-criminologia--1771463/support.
La più famosa rapina del dopoguerra. Il colpo più geniale e meno cruento della storia del nostro paese.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Marco Maisano, giornalista e podcaster per l'occasione, racconta le vite incredibili, le storie assurde e i colpi sensazionali dei più grandi criminali, eroi, buffoni, geni e vigliacchi che nell'ultimo secolo hanno reso grande, si fa per dire, il nome dell'Italia in tutto il mondo. Da Luciano Gaucci, il presidente di calcio più iconico di sempre, alla leggendaria rapina di via Osoppo, da Calisto Tanzi a Marino Massimo De Caro, il falsario di Galileo, e molti altri: i racconti delle mirabolanti avventure di tantissimi talenti ed eccellenze rigorosamente tutte made in Italy.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Francesco D'Alessio e la rapina di via Osoppo, due incredibili storie milanesi raccontate dal vivo all'Arcibellezza. Come sempre trovi tutte le fonti sul sito www.bouquetofmadness.it
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2729LA BATTAGLIA DI VIENNA CHE RESPINSE L'ATTACCO MUSULMANO di Rino CammilleriRenzo Martinelli è l'unico regista italiano che abbia davvero il coraggio di andare controcorrente. E per «corrente» intendiamo il mainstream di pensiero che, quando non è marxista tout court, non riesce a uscire dalla vulgata politicamente corretta.In un cinema italiano che, dopo aver dato lezioni al mondo, si è immiserito nelle commediole, i cinepanettoni, l'immigrazionismo e l'agenda gay, Renzo Martinelli è quasi il solo che sia stato capace di misurarsi col genere epico. E storico, come il suo penultimo film Barbarossa con Rutger Hauer, incentrato sulla battaglia di Legnano.Con al suo attivo film di denuncia come Vajont, o la ricostruzione del sequestro Moro in Piazza delle Cinque Lune, la biografia di Carnera, o l'imbarazzante Porzûs (ricostruzione dell'eccidio della brigata partigiana Osoppo, di cui facevano parte il fratello di Pasolini e lo zio del cantautore De Gregori, per mano di partigiani stalinisti), Martinelli è rimasto colpito dal riaffacciarsi sulla scena mondiale del problema islamico e ha narrato ne Il mercante di pietre, con Harvey Keitel, la vicenda di un occidentale contemporaneo che si converte all'islam radicale e partecipa a un attentato. Ora ritorna sul tema del controverso rapporto con l'islam affondando il bisturi (anche se sarebbe meglio dire la cinepresa) nella storia europea con la sua ultima fatica, Undici settembre 1683, che sarà nelle sale in aprile.Martinelli, so che lei ha tre lauree ed è appassionato di storia. Perché ha deciso questa volta di inoltrarsi nel XVII secolo?Ho voluto capire come mai Osama bin Laden avesse scelto proprio un undici settembre per sferrare il suo attacco alla Grande Mela. Vienna, la capitale imperiale nel 1683, era per i musulmani la Mela d'Oro, e proprio col fallito assedio di Vienna da parte degli ottomani l'11 settembre di quell'anno comincia il declino della millenaria minaccia turca nei confronti dell'Occidente.In pochi anni, con una serie di folgoranti vittorie, il principe Eugenio di Savoia costringerà il sultano alla pace di Carlowitz e l'impero islamico inizierà il suo secolare arretramento, fino a sparire del tutto nel XX secolo. Ecco, sono convinto che Al Qaida abbia scelto l'11 settembre 2001 per attaccare di nuovo l'Occidente in quella che è la sua attuale capitale, New York, la nuova Mela.Centrale, nel film, la figura di un santo francescano, il beato Marco d'Aviano, interpretato da F. Murray Abraham. Era un cappuccino qualunque, anche se per i credenti era uno che faceva miracoli (guarigioni, profezie, bilocazioni…). Oggi nemmeno i cattolici conoscono il suo ruolo nella salvezza dell'Europa. Scommetto che è stata una sorpresa anche per lei.Sarà una coincidenza, ma proprio nel 2001 sentii parlare per la prima volta di Marco d'Aviano. Doveva esserci la grande anteprima di uno dei miei film, Vajont, all'aperto. Ma si mise a piovere, scrosci d'acqua senza sosta. Rischiavamo un clamoroso flop. Una persona del luogo però mi disse di star tranquillo, perché avrebbe provveduto il «padre Marco», a cui vennero innalzate preghiere. Ebbene, proprio quando ormai ogni speranza era perduta, smise di piovere e potemmo proiettare col bel tempo. Fu così che decisi di informarmi su chi fosse questo «padre Marco».Non era la prima volta che, nel disaccordo totale delle potenze europee, a salvare la Civiltà Cristiana doveva pensarci il Papa. E sempre facendo ricorso a un francescano. Alla fine del XV secolo aveva mandato San Giovanni da Capestrano a liberare Belgrado dai turchi. Ora, mentre Luigi XIV di Francia trescava col sultano in funzione anti-imperiale, il cappuccino Marco d'Aviano, veneratissimo dal popolo, veniva inviato in soccorso all'Imperatore Leopoldo, che già meditava di abbandonare Vienna. Fu lui, con la sua autorità morale, a mettere d'accordo i capi cristiani.Infatti, riuscì a fare accettare il condottiero polacco Jan Sobieski quale comandante supremo. Sobieski, con i suoi «ussari alati», calò dal monte Kahlemberg e, miracolosamente, mise in fuga i turchi. Poche decine di migliaia di combattenti cristiani contro un'armata di trecentomila musulmani. Il gran vizir Karà Mustafà, capo dell'esercito ottomano, ne pagò il fio: fu strangolato col rituale laccio di seta nera.Paradossalmente, a quel lontano undici settembre dobbiamo i tradizionali cappuccino e cornetto delle nostre colazioni. Nell'immenso accampamento abbandonato da turchi, i viennesi trovarono moltissimi sacchi di caffè. Avendo finito il pane e rimasti solo con un po' di pasta per dolci, foggiarono panini in forma di mezzaluna (croissant) per irridere il nemico, e li intinsero in quel caffè allungato col latte, il cui colore ricordava l'abito di chi li aveva salvati.Non dimentichiamo che scopo dichiarato dell'offensiva turca era, dopo aver preso Vienna, la stessa Roma. Come Santa Sofia di Costantinopoli era diventata una moschea, così doveva essere per San Pietro. Quella del 1683 doveva essere la jihad definitiva, che avrebbe vendicato la sconfitta di Lepanto nel secolo precedente.Ci dica qualcosa sulla confezione del film.Si tratta di una produzione italo-polacca (i polacchi tengono molto alla vicenda narrata, visto il loro ruolo storico in essa) con partecipazione della Rai. Infatti, un film epico e di ricostruzione storica richiede ingenti investimenti.Alla sceneggiatura ha messo mano anche Valerio M. Manfredi, scrittore molto noto per i suoi romanzi storici. Undici settembre 1683 sarà nelle sale italiane l'11 aprile nella versione cinematografica. L'anno prossimo la versione estesa verrà trasmessa dalla Rai in due puntate.
In questo episodio dedicato alla missione Coolant, destinata al Friuli, ripercorreremo i mesi dal luglio 1944 al settembre dello stesso anno. Il maggiore Hedley Vincent, inviato come capomissione nella zona, organizzò i partigiani locali, divisi tra brigate Garibaldi e Osoppo, per dar battaglia ai nazi-fascisti, mentre ancora tutti nutrivano la speranza che la guerra sarebbe finita di lì a pochi mesi. L'estate fu quindi un periodo molto intenso, in cui i partigiani liberarono una vasta zona sulle Alpi Giulie. In this episode, dedicated to the Coolant mission in Friuli, we will recount the months from July to September 1944. Major Hedley Vincent, head of the mission, organised the partisans, divided between the Osoppo and Garibaldi brigades, to fight the Nazi-Fascists without quarter. Everyone believed the war would end soon and the Summer was a period of great partisan activity. The bands even managed to free a vast zone on the Gilie Alps.
La storia della missione Tabella, guidata dal maggiore Roworth/Nicholson amplia il contesto di quelle della Balloonet e della Bakersfield. Roworth, che rimase nella zona più a lungo di Czernin e Fielding, ebbe contatti più estesi con i partigiani locali e subì con loro diversi rovesci di fortune fino alla fine del 1944. In questo episodio, il maggiore racconta della repubblica di Carnia, dei grandi rastrellamenti e dei rapporti tra le brigate Osoppo e le Garibaldi. The story of the Tabella mission, lead by Major Roworth/Nicholson gives us more context on the Balloonet and the Bakersfield. Roworth remained longer in the area and had a deeper relation with the local partisans. He shared with them their ill-fate until the end of 1944. In this episode, we'll recount the story of the Carnia republic, the great rastrellamenti of the Autumn and the difficult relation between the Osoppo and Garibaldi brigades.
Scopri i mile volti dell'acciaio con il nuovo podcast prodotto e realizzato dal Gruppo Pittini.Ogni episodio vi faremo scoprire le molteplici applicazione di questo nobile metallo.stay tuned#BeAhead
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=12&testo_ricerca=porzusLE RESPONSABILITA' DEL PARTITO COMUNISTA NELLA STRAGE DI PORZUSIl proditorio agguato e l'assassinio di ventuno persone fra le quali una donna sono il tragico epilogo di una fra le più spietate vicende della guerra civile condotta dalla parte comunista, italiana e slovena, appoggiata dalle truppe di Josip Broz, il Maresciallo Tito, contro chiunque non aderisse al loro sciovinismo e non accettasse la loro violenza di classe.I fatti accaddero il 7 febbraio 1945 e furono poi a lungo celati e depistati fino al giugno del 1993, quando l'ex comandante e deputato comunista italiano Mario Lizzero, già commissario delle divisioni comuniste Garibaldi e Friuli, dichiarò testualmente: «Porzûs più che una colpa è stato per i comunisti un errore mostruoso».I FATTINelle Malghe di Topli Uork sopra Canebola, in provincia di Udine, comunemente note come Malghe di Porzûs, in località Bosco Romagno furono massacrati partigiani della divisione Osoppo appena giunti in ricognizione e fatti prigionieri. Furono uccisi subito il comandante "Bolla", capitano Francesco De Gregori, il delegato politico "Enea", tenente Gastone Valente, la giovane Elda Turchetti, già denunziata come spia da Radio Londra, che si era costituita al comando della Osoppo qualche tempo prima e, sottoposta a istruttoria sommaria sul posto, era stata assolta, e il giovane Giovanni Comin "Gruaro", che quel giorno era diretto alle Malghe per arruolarsi nelle formazioni della stessa Osoppo. Altri quattordici furono fatti prigionieri, condotti in pianura e brutalmente passati per le armi nei pressi di Spessa di Cividale. Fra di essi Guido Pasolini detto "Ermes", esponente del Partito d'azione, fratello di Pier Paolo Pasolini, lo scrittore comunista. A costoro vanno aggiunti altri tre partigiani trucidati nei pressi di Drenchia.Della brigata Osoppo facevano parte, in prevalenza, cattolici, uomini del Partito d'azione, ex ufficiali e soldati del disciolto esercito italiano, altri aderenti a idee moderate e riformiste di tendenza socialista. In quel periodo operano nella zona friulana dodici battaglioni comunisti garibaldini; quattro battaglioni della divisione Natisone, che accetterà la disposizione di unificarsi sotto il comando slavo; sette battaglioni che appartengono alla Osoppo, accusati di essere in trattative, inesistenti, con i fascisti e che comunque agiscono in base alle direttive del governo nazionale del Sud e dei comandi anglo-americani.Tre furono i sopravvissuti, poi testimoni di accusa nei procedimenti penali del 1952, 1954 e 1957, nei quali furono condannati all'ergastolo e alcuni a trent'anni i comandanti e partigiani della brigata comunista dei Gap, i Gruppi d'azione patriottica, denominata "13 martiri di Feletto": Mario Toffanin detto "Giacca", già militante nelle formazioni armate titoiste, Juro detto "Marco", Tabosso detto "Ultra" assieme ad altri 36 imputati, tutti ritenuti responsabili dell'eccidio.A sera, dopo aver depredato le Malghe e asportato tutti i documenti e spogliati i cadaveri, gli armati dei Gap piegarono verso la zona del Collio. Furono riconosciuti e, interrogati, dissero che avevano «fatto un'operazione di disarmo di quei porci di badogliani». Il giorno dopo l'eccidio, un abitante di Porzûs scoprì casualmente i cadaveri dei trucidati e con l'aiuto di alcuni volonterosi provvide al trasporto delle salme nel paese di Racchiuso e poi a Savorgnano.INQUINAMENTI E DEPISTAGGIDa allora cominciò il contorto periodo dei depistaggi. Il 12 febbraio, cinque giorni dopo la strage, il Pci di Udine si dichiara impegnato a smascherare la dirigenza della Osoppo, «con una campagna sistematica per isolare quel gruppo di sciovinisti antigaribaldini, anticomunisti, antisloveni». Sempre da fonte comunista si diffonde la notizia, inattendibile perché subito smentita da testimoni oculari, che la strage è avvenuta ad opera di un fantomatico reparto di nazisti camuffati da partigiani.L'«ALTRA» INDAGINEIl comando della Osoppo decide invece di compiere una sua prima indagine. Intanto si fa strada una nuova versione della Federazione comunista di Udine nella quale si sostiene che l'eccidio sarebbe stato un «colpo di testa del comandante partigiano "Giacca"». Il 25 giugno 1945 viene infine presentata la denunzia della Osoppo per omicidio aggravato continuato, saccheggio, sequestro di persona, tradimento, quest'ultimo secondo gli articoli 112 e 241 del Codice penale. Vengono imputate dinnanzi alla corte d'Assise di Lucca cinquanta persone. Dopo vari rinvii, determinati da incidenti e adempimenti procedurali come l'invocazione della legittima suspicione e la riunione con altri procedimenti, ha inizio il processo.Il 5 aprile del 1952 la corte d'Assise di Lucca commina tre ergastoli e altre pene variabili da 22 a 12 anni di reclusione per gli altri 26 imputati. Ma nell'anno 1959 la corte d'Assise di Perugia applica su tutti l'amnistia denominata di Togliatti.Ma qual è l'atteggiamento dei vertici comunisti? In coincidenza con l'eccidio delle Malghe di Porzûs e cioè lo stesso 7 febbraio 1945, il ministro della Giustizia Togliatti aveva inviato una lettera al Presidente del Consiglio del governo del Sud, onorevole Ivanoe Bonomi, con la minaccia di «reazioni ingovernabili degli iscritti al Pci se il Comitato di Liberazione Alta Italia avesse ordinato agli italiani di prendere sotto controllo la Venezia Giulia per evitare l'occupazione jugoslava».Va precisato che in precedenza, cioè il 24 settembre 1944, da Mosca e a nome espresso di Togliatti, Vincenzo Bianco "Vittorio" (che allora era l'alter ego di Togliatti) in una lettera aveva stabilito che tutte le unità italiane che si trovavano nel territorio friulano dovevano porsi sotto il comando del IX Corpus jugoslavo e che in relazione ai contrasti sorti tra i Gap e la Osoppo «bisognava fare repulisti in essa di tutti gli elementi fascisti e imperialisti».L'orrore suggellò questa tragica disposizione.Massimo Caprara(segretario di Palmiro Togliatti, leader storico del Partito Comunista Italiano)Fonte: Il Timone n. 45 Luglio-Agosto 2005
1) I FUNERALI dell'ANARCHICO PINELLI - Il gallerista Marconi dona l'opera a Milano e il comune da anni non trova una collocazione : un'opera tanto bella quanto scomoda in mostra alla..Fondazione 2) PARIS PHOTO: 160 mostre e la Fiera al Grand Palais : il trionfo della Fotografia è in corso a Parigi. Ci racconta tutto Giovanna Calvenzi. 3) Riti….cerimonie e fondamentalismi. IN GOD'S COUNTRY. Scatti di fede nel Continente Africano. 4) MILANO e LA MALA. Storia criminale della città dalla rapina di via Osoppo a Vallanzasca. 5) A cent'anni dalla Rivoluzione d'Ottobre, Fondazione Feltrinelli celebra quei giorni con incontri e incantevoli manifesti dell'epoca. 6) IL GIARDINO degli ARTISTI mentre parliamo nasce un luogo dedicato all'arte e alla cultura a Nolo, storica zona di Milano
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II3TF Italy Para conmemorar el 40 aniversario del terremoto de Friuli, se activa este indicativo especial en dos periodos de tiempo: Del 1 al 22 de mayo de 2016, y del 10 al 18 de septiembre de 2016. Estarán en el aire en SSB, CW, RTTY y mas modos digitales, de 10m a 160 m. También en VHF. Mas info en http://www.ariudine.it/pdf/RegolamentoDiplomaOrcolat.pdf "El terremoto del Friuli tuvo lugar a las 21:00 del 6 de mayo de 1976. La zona más afectada fue la situada al norte de Udine, con epicentro en los municipios de Osoppo y Gemona del Friuli y una intensidad de 6,4 grados en la escala de Richter, y de 10 en la escala de Mercalli. La sacudida, percibida en todo el norte de Italia, afectó principalmente a 77 municipios y a una población total de unos 60.000 habitantes, provocando 965 muertos y más de 45.000 damnificados. El 11 de septiembre de 1976, la tierra tiembla de nuevo: dos sacudidas a las 18.31 y a las 18.40 superan los 7,5 y los 8 grados en la escala de Mercalli. El 15 de septiembre de 1976 a las 9.21 se verifica otra sacudida de más de 8 grados en la escala de Mercalli. A pesar de una larga serie de réplicas, que continuaron durante varios meses, la reconstrucción fue rápida y completa, y se completó en unos 10 años." Qsl vía IV3IUM. www.ea1wk.com AR K
Dichiarazione di RITA BERNARDINI a sostegno del ROTOTOM SUNSPLASH FESTIVAL di Osoppo (17/11/2009)