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Il Disinformatico
Con l'IA la Teoria dell'Internet Morta si sta avverando

Il Disinformatico

Play Episode Listen Later Mar 24, 2025 14:57


Una tesi di complotto creata una quindicina di anni fa ipotizza che Internet sia popolata principalmente da contenuti, sistemi e utenti artificiali e che gli esseri umani siano una minoranza di spettatori passivi e manipolati. Con l'avvento delle intelligenze artificiali questa teoria si sta trasformando in realtà.Quanto c‘è rimasto di umano e reale online? Sorprendentemente poco, se si considerano le traduzioni automatiche, i generatori di testi e di immagini e i bot che simulano di essere commentatori e utenti nei social network.Paradossalmente, questa è una brutta notizia per la crescita delle IA, perché si è scoperto che non è possibile addestrarle usando contenuti generati da altre IA. Con una carrellata delle migliori perle di comicità involontaria generate dalle IA attuali e delle ultime novità del settore, questa puntata fa il punto della situazione.

Rame
Episodio 100: Come si cambia la propria relazione con i soldi

Rame

Play Episode Listen Later Mar 12, 2025 15:48


Questa non è una puntata come le altre. È la nostra puntata numero 100 e abbiamo pensato che forse valeva la pena fare una pausa. E provare a raccontare cosa abbiamo scoperto in questi tre anni di conversazioni intime sui soldi. Chi ci segue lo sa. Rame non racconta storie modello né prova a lasciar trasparire una qualsivoglia morale dai suoi racconti. Però c'è un filo rosso che lega molte delle puntate del nostro podcast. E cioè la trasformazione. Quasi sempre c'è un prima e un dopo nella relazione con i soldi e quello che vogliamo provare a raccontare oggi è la leva che fa scattare il cambiamento, l'interruttore che a un certo punto accende un faro nuovo sui soldi, investendoli di un senso diverso. Questa puntata, dunque, è un puzzle di interruttori accesi, un repertorio di illuminazioni, da cui lasciarsi ispirare se si è in cerca di cambiamento. Per Valentina, quel cambiamento è arrivato naturalmente, assieme alla maternità: «La maternità è stata un detonatore per darmi spazio. Paradossalmente, quanto più diminuiva il tempo, tanto più aumentava il valore che io davo a me stessa». Per Morgana, c'è voluta la psicoterapia: «Il primo passaggio è stato ricostruire questa autostima assegnando un valore economico al mio tempo, alla mia competenza e alle mie capacità». Per Rachele, che fin da piccola sognava di fare la make up artist dei vip, la svolta arriva quando inizia a lavorare la terra: «Ho raccolto mele per quattro mesi ed è stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita perché io adesso so di poter fare qualsiasi cosa». Per Clara, che si era sempre detta che non contava quanto la pagassero, ma solo l'impatto del suo lavoro, il cambiamento arriva quando per sette mesi non riceve lo stipendio dalla Ong per cui lavora. Per Antonello, che comprava tantissimi vestiti, la svolta nella relazione con i soldi avviene quando si innamora della sua attuale moglie, che aveva uno stile di vita minimalista. Per Michele, che con due stipendi in casa non tracciava mai le spese, tutto cambia quando perde il lavoro: «E facendolo, addirittura ci siamo permessi dei lussi che prima non credevamo di poterci permettere, ma che una volta che hai i numeri sotto mano ti rendi conto che hai la capacità per farlo». Come sempre, neanche oggi parliamo di grandi rivoluzioni o di indomiti atti di coraggio. Ma di piccoli gesti dall'immenso potere trasformativo. Da tre anni raccontiamo le vite degli altri attraverso il filtro del loro conto in banca. Perché parlare di soldi non è solo una questione personale, ma qualcosa che incide sul tessuto sociale e, in ultima analisi, sul mondo che ci circonda. Rame nasce proprio per questo: per aprire una conversazione necessaria che per troppo tempo è stata tabù.

Ultim'ora
Mei "A Los Angeles 2028 i big avranno ancora cartucce da sparare"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Dec 18, 2024 5:58


ROMA (ITALPRESS) - "Considerato che a Tokyo abbiamo avuto cinque medaglie d'oro e dieci finalisti e a Parigi abbiamo avuto diciassette finalisti tutti piuttosto giovani, il ricambio è assicurato. Un pò per affetto e un pò perché li conosco sono certo che tutti i nostri campioni di Tokyo proseguiranno e arriveranno a Los Angeles ancora con qualche cartuccia da sparare". Lo ha detto il presidente della Federazione italiana di atletica leggera, Stefano Mei, nel corso di un'intervista presso la sede romana dell'Italpress. "Dietro abbiamo i giovani che spingono che però hanno già una storia importante, penso a Mattia Furlani, a Nadia Battocletti che è la donna copertina di questo 2024 - ha proseguito il numero uno della Fidal - Abbiamo Marghertita Castellani ed Elisa Valensin, entrambe corrono i 200 metri e sono molto brave. C'è Daniele Inzoli che è un saltatore in lungo, ma ce ne sono tanti e poi quando sono giovani è meglio non parlarne troppo. Il circolo virtuoso, che è partito con Tokyo, continua a produrre grandi campioni e i ragazzi stanno rendendo ordinario quello che solo quattro anni fa sarebbe stato straordinario”. Il momento di svolta è arrivato nel 2021: “Da quando è cambiata la governance, nel gennaio del 2021, abbiamo cercato quali fossero le mancanze ovvero perché, nonostante un bilancio importante, non si riuscissero ad ottenere risultati - ha raccontato Mei - Abbiamo convenuto che la tendenza era quella di levare soldi all'attività dell'alto livello piuttosto che metterli e, visto che era l'anno olimpico, a fronte di un bilancio preventivo che recitava quattro milioni e mezzo destinati alla preparazione olimpica, abbiamo immesso risorse fresche ovvero due milioni in più. E da lì è partito il circolo virtuoso. L'anno dopo abbiamo continuato con questa politica, è chiaro che qualche settore abbia sofferto, ma abbiamo cercato di non far mancare niente a nessuno e ovviamente sono arrivati ricavi più importanti perché i risultati portano ricavi”. Un sistema italiano che ora è d'esempio anche per il resto del mondo: “Sicuramente il sistema sport Italia è all'avanguardia. Molto fanno i gruppi sportivi militari e delle forze di polizia perché permettono agli atleti di svolgere l'attività tranquillamente. Paradossalmente è forse anche il limite perché non si sviluppano le società tradizionali con la ricerca di sponsor, però è chiaro che è una situazione comune a tutti gli sport dilettantistici in Italia. E poi dipende dalla capacità del management federale di utilizzare al meglio le risorse che vengono da Sport e Salute, dagli sponsor. Noi, credo, abbiamo dimostrato in questi quattro anni di sapere assolutamente utilizzare le risorse che abbiamo”, ha concluso.gm/mrv

Ultim'ora
Mei "A Los Angeles 2028 i big avranno ancora cartucce da sparare"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Dec 18, 2024 5:58


ROMA (ITALPRESS) - "Considerato che a Tokyo abbiamo avuto cinque medaglie d'oro e dieci finalisti e a Parigi abbiamo avuto diciassette finalisti tutti piuttosto giovani, il ricambio è assicurato. Un pò per affetto e un pò perché li conosco sono certo che tutti i nostri campioni di Tokyo proseguiranno e arriveranno a Los Angeles ancora con qualche cartuccia da sparare". Lo ha detto il presidente della Federazione italiana di atletica leggera, Stefano Mei, nel corso di un'intervista presso la sede romana dell'Italpress. "Dietro abbiamo i giovani che spingono che però hanno già una storia importante, penso a Mattia Furlani, a Nadia Battocletti che è la donna copertina di questo 2024 - ha proseguito il numero uno della Fidal - Abbiamo Marghertita Castellani ed Elisa Valensin, entrambe corrono i 200 metri e sono molto brave. C'è Daniele Inzoli che è un saltatore in lungo, ma ce ne sono tanti e poi quando sono giovani è meglio non parlarne troppo. Il circolo virtuoso, che è partito con Tokyo, continua a produrre grandi campioni e i ragazzi stanno rendendo ordinario quello che solo quattro anni fa sarebbe stato straordinario”. Il momento di svolta è arrivato nel 2021: “Da quando è cambiata la governance, nel gennaio del 2021, abbiamo cercato quali fossero le mancanze ovvero perché, nonostante un bilancio importante, non si riuscissero ad ottenere risultati - ha raccontato Mei - Abbiamo convenuto che la tendenza era quella di levare soldi all'attività dell'alto livello piuttosto che metterli e, visto che era l'anno olimpico, a fronte di un bilancio preventivo che recitava quattro milioni e mezzo destinati alla preparazione olimpica, abbiamo immesso risorse fresche ovvero due milioni in più. E da lì è partito il circolo virtuoso. L'anno dopo abbiamo continuato con questa politica, è chiaro che qualche settore abbia sofferto, ma abbiamo cercato di non far mancare niente a nessuno e ovviamente sono arrivati ricavi più importanti perché i risultati portano ricavi”. Un sistema italiano che ora è d'esempio anche per il resto del mondo: “Sicuramente il sistema sport Italia è all'avanguardia. Molto fanno i gruppi sportivi militari e delle forze di polizia perché permettono agli atleti di svolgere l'attività tranquillamente. Paradossalmente è forse anche il limite perché non si sviluppano le società tradizionali con la ricerca di sponsor, però è chiaro che è una situazione comune a tutti gli sport dilettantistici in Italia. E poi dipende dalla capacità del management federale di utilizzare al meglio le risorse che vengono da Sport e Salute, dagli sponsor. Noi, credo, abbiamo dimostrato in questi quattro anni di sapere assolutamente utilizzare le risorse che abbiamo”, ha concluso.gm/mrv

BASTA BUGIE - Cristianesimo
Tutto il mondo a Notre Dame malgrado il nuovo look

BASTA BUGIE - Cristianesimo

Play Episode Listen Later Dec 10, 2024 15:33


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=8015TUTTO IL MONDO A NOTRE DAME, MALGRADO IL NUOVO LOOK di Stefano Chiappalone 1500 persone all'interno e 4mila all'esterno, 170 vescovi non solo francesi, due cardinali dall'estero (il newyorkese Timothy Dolan e il libanese Béchara Raï) e 40 capi di Stato: l'attenzione mondiale per la riapertura di Notre Dame la sera di sabato 7 dicembre è stata pari all'universale sconcerto del 2019, quando nel rogo dell'edificio rischiava di sparire un simbolo caro non solo ai parigini. Mantenuta la promessa quasi messianica di ricostruire il tempio - ma con l'accortezza di aver indicato «cinque anni» al posto degli evangelici «tre giorni» - il presidente Emmanuel Macron si è goduto un momento di indiscutibile grandeur proprio grazie a un simbolo di quell'Europa che fu cristiana, con buona pace della laicité.Macron bagnato, Macron fortunato: la pioggia di sabato sera ha fatto sì che il suo discorso si tenesse all'interno del tempio invece che all'esterno, come inizialmente previsto. Così che a tratti gli officianti sembravano due, il presidente e l'arcivescovo Laurent Ulrich, sin dall'esterno della cattedrale dove Macron ha accolto la "processione" dei leader mondiali, tra cui - limitandoci solo a qualche nome - Sergio Mattarella e Giorgia Meloni, il principe William del Galles, il presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj, la first lady USA Jill Biden e il neoeletto Donald Trump, nonché un ritardatario Elon Musk. Calorosamente accolto da Macron e seduto tra lui e la première dame Brigitte, Trump è stato inoltre coinvolto in un mini-vertice all'Eliseo con Zelens'kyj. All'esterno, secondo il rituale, l'arcivescovo di Parigi ha battuto per tre volte alla porta chiusa della cattedrale e per tre volte il coro ha risposto intonando il salmo 121. La prima voce risuonata dalla cattedrale è stata quella di un altro "Emmanuel": la grande campana seicentesca che, ironia della sorte, ha lo stesso nome del presidente francese.IL GRANDE ASSENTEGrande assente il Papa, che ha inviato un messaggio letto dal nunzio apostolico mons. Celestino Migliore. All'Angelus di ieri neanche un cenno. Tra una settimana Francesco sarà in Corsica, ma per sabato invece di andare a Notre Dame aveva programmato il concistoro per la creazione di nuovi cardinali, passato in secondo piano, quasi un evento ecclesiale di routine. L'attenzione mediatica era tutta su Parigi, dove in fin dei conti l'assenza del Pontefice non ha tolto nulla all'impatto dello storico evento. Un altro segno di quanto fosse effimero quell'"effetto Bergoglio" di cui si favoleggiava agli albori del pontificato. «Il danno di immagine» semmai è per Francesco, commenta il vaticanista Luis Badilla: «Il Papa poteva almeno evitare di umiliare Parigi e i tanti francesi che non capiscono il Pontefice. In Francia, così si vive il "no" a Notre-Dame a prescindere di quale sia vero pensiero del Pontefice».Ieri mattina la prima Messa con la consacrazione del discusso nuovo altare ciotoliforme. L'arcivescovo Ulrich vi ha deposto le reliquie di Santa Marie Eugénie Milleret, Santa Madeleine Sophie Barat, Santa Catherine Labouré, SanCharles de Foucauld e il beato Vladimir Ghika. Quindi ne ha unto la mensa, partendo dalle cinque croci agli angoli e al centro per poi cospargere l'intera superficie. Poco prima nell'omelia aveva elogiato il manufatto, opera (così come cattedra, battistero, tabernacolo e altri arredi) del designer Guillaume Bardet, a partire dal materiale: «il bronzo, entra in un dialogo franco con l'edificio in pietra, è la prima scossa che ci coglie». Esso «forma con l'ambone, in uno scambio senza confusione, la mensa della Parola e quella dell'Eucaristia. Per quanto riguarda le linee di entrambi i mobili, la loro purezza, la loro semplicità, sono estremamente accessibili».E qui finisce la gloria della "rinnovata" Notre Dame. Perché la «scossa» evocata da mons. Ulrich effettivamente «ci coglie», ma per tutt'altre ragioni. Non che fosse tanto meglio il distrutto altare moderno di Jean Touret del 1989. Laddove il gotico funge da finestra proiettata al di là, il modernariato di ieri e l'ingombrante minimal di oggi finiscono per fare da schermo che ci rinchiude al di qua. E oscura anche il gruppo scultoreo dell'antico altar maggiore del 1723, la cui Pietà oggi appare quasi un compianto sugli arredi liturgici appena inaugurati. Paradossalmente c'è anche un altare di foggia classica: è incluso nel nuovo reliquiario della corona di spine realizzato da Sylvain Dubuisson, ma servirà solo per appoggiarvi le candele. Il Santissimo Sacramento dovrà invece accontentarsi del ciotolone e del tabernacolo di Bardet.LE POLEMICHEIl restauro di Notre Dame è stato accompagnato da polemiche sulla "pazza voglia" di dare un taglio al passato che ha unito il presidente Macron e l'arcivescovo Ulrich - e lanciata a suo tempo dal predecessore mons. Michel Aupetit, il primo a proporre arredi dal taglio moderno e nuove vetrate. A queste ultime si è opposta la Commission nationale du patrimoine et de l'architecture (facente capo al Ministero della Cultura), tanto più che quelle ottocentesche di Eugène Viollet-le-Duc sono scampate all'incendio. Un anno fa Didier Rynkner, fondatore de La Tribune de l'Art, ha lanciato una petizione sottoscritta ad oggi da oltre 242mila persone, per evitare che vengano destinate al museo e rimpiazzate. Ma Ulrich e Macron proseguono per la loro strada e il 21 novembre si è riunita la commissione incaricata di valutare i progetti per le nuove vetrate. [...]In attesa di conoscere il vincitore "godiamoci" i paramenti realizzati per l'occasione, su cui spiccava il piviale multicolore indossato sabato sera da mons. Ulrich, che qualcuno ha già ribattezzato il piviale della Lidl. Più precisamente si tratta di paramenti in stile Benetton, e non per modo di dire: l'artefice è infatti lo stilista Jean-Charles de Castelbajac, già direttore artistico proprio del colosso dell'abbigliamento (e già arruolato dall'arcidiocesi per la Gmg parigina del 1997). Tra i segni distintivi di Castelbajac c'è «l'amore per il pop e per l'arcobaleno» nonché una predilezione per la street-art. Almeno i paramenti non si potevano affidare alle care "vecchie" suore? Si sono invece scomodati e a caro prezzo designer e stilisti, il che sa tanto di grandeur ecclesiastica più che della «nobile semplicità» rivendicata da mons. Ulrich.Ma gli occhi di tutti erano giustamente concentrati su Notre Dame rinata dalle fiamme, non certo sui "capolavori" di Bardet e Castelbajac. Sono quelle sacre e imponenti vestigia di una civiltà che fu cristiana ad aver radunato i grandi della terra, che non avrebbero mai preso un aereo per vedere il nuovo altare-ciotolone e gli altri immancabili tributi al "culto" della contemporaneità.Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "La nuova Notre Dame celebra la Francia che rinnega sé stessa" parla della cattedrale di Parigi "reinventata" dopo l'incendio del 2019. L'altare è un'enorme ciotola che in perfetto stile woke soffoca il mistero cristiano e il gotico francese. Di sacro resta solo la laicité.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 6 dicembre 2024:Cinque anni dopo l'incendio che rischiò di cancellarla durante la Settimana Santa del 2019, la cattedrale di Notre Dame riaprirà le sue porte. La struttura ricostruita e la guglia che ha ripreso il suo posto nel cielo di Parigi: chapeau!Il 7 dicembre è previsto l'evento di riapertura. [...] E Dio in tutto questo? È  certamente il grande assente. Un accessorio. Ridotto a utile pretesto di uno spettacolo in cui, che si tratti di una cattedrale, nessuno più lo ricorda. Malgrado sia il principale luogo di culto cattolico di Parigi, chiesa madre dell'arcidiocesi, nel cuore della capitale della nazione che fu la "figlia primogenita della Chiesa". [...]Sono 846 i milioni di euro raccolti e utilizzati per la ricostruzione in un atto mondiale di filantropia. Ed è già polemica per la cifra pazzesca se si pensa all'impoverimento gravissimo delle altre cattedrali e chiese francesi.  La corsa alle donazioni arrivò con la promessa che la cattedrale sarebbe stata ricreata esattamente com'era, il che non era affatto scontato. Infatti tutto è stato smentito.Per un presidente ossessionato dalla questione della legittimità e dal rapporto tra la nazione e le sacralità che le ruotano attorno - laica e storica, meno spesso religiosa -, Notre Dame da ricostruire e reinventare è diventata materiale per essere ricordato dai posteri, come Mitterrand con la Piramide al Louvre, e Pompidou con il Centro che porta il suo nome.Infatti, solo una manciata di giorni dopo, con la cenere ancora calda ed Édouard Philippe ancora primo ministro, si annunciò una cattedrale che sarebbe stata «porta del nostro tempo».  Macron e i suoi vennero presi in parola e fu un profluvio di pazze idee: un progetto proponeva di sostituire il tetto con un serra ariosa, un altro con una piscina, un altro ancora prevedeva il tetto sostituito con una serra, e poi la cappella ecologica e le pareti rivestite di canapa.Una collezione di tentativi per trasformare la cattedrale in uno show-room sperimentale, una cosa che non s'è mai vista prima. Un po' come se Disney, i profeti wokisti, e i discepoli di Greta dovessero entrare tutti insieme a Notre Dame. Qualcuno è entrato. Qualcun altro è rimasto fuori.E mentre la controversia sull'opportunità di installare vetrate moderne in sei grandi campate della cattedrale non è ancora finita, nel senso che no

il posto delle parole
Davide Lerner "Il sentiero dei dieci"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Oct 5, 2024 21:59


Davide Lerner"Il sentiero dei dieci"Una storia fra Israele e GazaEdizioni Piemmewww.edizpiemme.itl sentiero dei dieci tiene insieme narrazione, storia, politica e sociologia. Una straordinaria testimonianza di ciò che è accaduto e che sta ancora accadendo, ogni giorno, ogni minuto.«In fondo, che piaccia o meno ai diretti interessati, le storie di israeliani e palestinesi rimangono indissolubilmente legate. Sono, da un certo punto di vista, la stessa storia: quella di due popoli che da più di cento anni non riescono a trovare pace.» Il sentiero dei dieci ("Netiv Ha'asara" in lingua ebraica) è il nome evocativo di un moshav (una comunità di agricoltori) che è stato uno dei luoghi centrali dell'offensiva di Hamas del 7 ottobre e al momento si trova in una zona militare chiusa. È la località israeliana più vicina in assoluto alla striscia, dalle terrazze si vedono gli avamposti palestinesi, i fumi delle bombe israeliane, e si sente il fragore delle esplosioni.Questo reportage "immersivo" racconta la storia della contadina Hila e di tre generazioni di persone del posto che oggi si interrogano su che futuro augurarsi, ma è anche la storia di due popoli in conflitto, di due società che si sono radicalizzate, di un governo intransigente, quello di Netanyahu e di una organizzazione estremista, Hamas; è la storia delle tante vittime che stanno pagando il prezzo più alto della guerra. Lerner indaga le ragioni degli uni e anche degli altri e con incredibile sensibilità racconta una terra martoriata e le sue storie complicate e paradigmatiche. Il punto di osservazione del villaggio frontaliero si rivela efficace per ripercorrere le tappe storiche che hanno stravolto le relazioni fra i residenti israeliani e i loro vicini palestinesi, che in un passato all'apparenza surreale si frequentavano con naturalezza. Paradossalmente, come si legge nell'introduzione, «il fatto di essere ai margini della geografia del Paese ha messo questo villaggio al centro della sua storia.»Davide Lerner è un giornalista italiano. Attualmente ricercatore presso il Reuters Institute for the Study of Journalism dell'Università di Oxford. È una voce di Radio 3, oltre che collaboratore del quotidiano Domani e di svariate pubblicazioni italiane e internazionali. Ha lavorato per tre anni nella redazione del quotidiano Haaretz in Israele. Nato nel 1992 a Milano, è laureato presso la Columbia University di New York, dove ha vinto il James Wechsler Award per il giornalismo internazionale e il primo premio per la miglior tesi.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

Ilmiopuntovita
Aumentare la tua self-confidence

Ilmiopuntovita

Play Episode Listen Later Sep 19, 2024 36:42


Sono solo un umano. Sono solo un umano! È sempre potente il momento in cui ce lo ricordiamo e torniamo nell'umiltà del nostro corpo fatto di carne e di ossa... ...e non di acciaio inossidabile. Paradossalmente, abbracciare tutta la mia umanità:  Le mie domande, le mie paure, le mie vulnerabilità, il mio caos, le mie parte meno "belle" ai miei occhi... e con abbracciarle intendo assumerle, affermarle, metterle in luce, accettarle. Ha potenziato profondamente la mia self-confidence e mi ha anche resa più magnetica nella mia vita. Perché io non sono qui per dimostrare qualcosa a qualcuno, sono qui per vivere la mia benedetta vita da umano. Sono ora aperte le porte per la seconda edizione di LIBERA: 3 mesi di pura espansione al mio fianco per leader ribelli e visionari pronti a potenziare la propria fiducia, sicurezza e libertà interiore: https://iseaberoggi.com/corsi/libera/ Per ricevere il workbook con esercizi pratici annessi a questa puntata, iscriviti gratis da qui: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠https://www.iseaberoggi.com/il-mio-nido-trasformativo/⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ Lista di Attesa del mio percorso più conosciuto Riprogramma La Tua Vita: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠https://iseaberoggi.com/corsi/lista-attesa-rlv/⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ Seguimi su instagram insieme a + 100 mila anime visionarie e porta profonda espansione nella tua vita: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠https://www.instagram.com/ilmiopuntovita/⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ Il mio nido per imprenditori e aspiranti tali: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠https://www.iseaberoggi.com/per-imprenditrici/⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ Se vuoi scoprire di più su di me e sulla mia storia, visita il mio sito: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠https://www.iseaberoggi.com/⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ Love, Isea

Rame
Episodio 80: Ho dovuto dare un valore economico alla morte di mia sorella, perché fosse fatta giustizia

Rame

Play Episode Listen Later Jul 17, 2024 13:48


Serena Dellamore cresce a Cesena, in una grande e allegra casa, popolata di donne. Suo padre ha una ditta di trasporti, la famiglia è benestante, ma vivono nel culto del risparmio, negandosi ogni godimento. Quando nasce la sorellina di Serena, i genitori vendono la ditta di trasporti e iniziano a gestire un albergo nella riviera romagnola. In quel periodo, allentano le redini sulle figlie, che iniziano a spendere più liberamente, ma loro continuano a non concedersi nulla. Nel 1998, il destino di questa allegra e rumorosa famiglia romagnola cambia per sempre. Serena ha 22 anni e la sua sorellina, quindicenne, Roberta, muore tragicamente investita da un'auto. Sembra blasfemo raccontare di soldi quando c'è di mezzo la morte, ma è il punto di vista di questo podcast e Serena ha accettato di farlo. «Quando lei è morta c'è stato un momento in cui mio padre si è reso conto che era assurdo aver accumulato per tanti anni senza mai averne goduto. La frase che disse fu: “Ecco, abbiamo sbagliato a non prendere mai un aereo quando era viva la Roberta perché dicevamo che non ce lo potevamo permettere”». Per sua madre, però, subentra presto un altro tipo di condizionamento. «Se lei andava al bar o al ristorante, se si comprava un vestito nuovo, aveva paura che qualcuno pensasse che stesse soffrendo meno». In quel momento di forte sofferenza, i suoi genitori hanno la lucidità anche di fare un'importante scelta di business. Un anno dopo la morte di Roberta, l'Hotel Zeus diventa il primo albergo gay d'Italia. «Paradossalmente, il dolore della mia famiglia incontrava molto il dolore e le difficoltà di vita che questi uomini ancora incontravano nel vivere apertamente la loro omosessualità». Con la stessa lucidità con cui trova il modo per tenere in vita la propria attività, la famiglia di Serena inizia una battaglia legata al risarcimento economico dato alle famiglie delle vittime. «L'unica cosa che alla famiglia del colpevole interessava era che non si superasse il massimale che lui aveva con le assicurazioni perché così non dovevano tirar fuori dei soldi di tasca loro». Il risarcimento viene definito in base a delle tabelle in cui vengono valutati diversi parametri. La famiglia Dellamore ottiene che sia inserito, per la prima volta, tra quei parametri, il danno esistenziale. «E quindi abbiamo superato il massimale dei 2 miliardi e la famiglia ha dovuto coprire a sue spese la restante parte. Paradossalmente io mi sono dovuta giocare la dignità e la vita di mia sorella dal punto di vista economico». Con i soldi ottenuti per quasi vent'anni i genitori di Serena hanno portato avanti un'associazione nazionale per fare pressione sulle istituzioni affinché si occupassero di sicurezza e prevenzione. E per prestare soccorso psicologico e legale ai familiari delle vittime della strada. Affinché la sopraffazione del dolore non li inibisse dall'esigere giustizia.

Tempo dello spirito
Dio perdona… o è vendicativo?

Tempo dello spirito

Play Episode Listen Later Jun 23, 2024 20:36


- “Fraintendimenti – Quando la Bibbia ti fa inciampare”, con Ernesto Borghi. Chi è il Dio dell'Antico Testamento? Un Dio che perdona o un Dio vendicativo? E quanti fraintendimenti possono nascere dalla lettura di alcuni passi biblici?In dialogo con il professor Borghi, leggeremo alcuni versetti del libro dell'Esodo, per comprendere più a fondo il senso del legame fra Dio e il suo popolo, una relazione che parla ancora a noi oggi.- Musica - “Amazing grace”: questo spiritual è un vero classico. Parla dell'azione liberante della grazia di Dio e fu particolarmente conosciuto e amato dagli schiavi afroamericani che vi leggevano un messaggio di speranza e libertà. Paradossalmente, questo inno fu scritto da un uomo che, per una parte della sua vita, prese parte alla sciagurata pratica della tratta degli schiavi. Soltanto dopo la sua conversione, rilesse con sguardo critico e con pentimento quella sua esperienza.- “Leggere i Salmi: la lode, la supplica, la protesta”, a cura di Daniele Garrone.Il professor Daniele Garrone, docente di Antico Testamento alla Facoltà valdese di Teologia di Roma, prosegue questa domenica la riflessione sui Salmi della Bibbia. Si sofferma oggi sul tema della lode e dell'invito a lodare Dio, che è un filo rosso di tutta la raccolta dei Salmi.

Mindfulness in Voce
Episodio 375: Il Virus della Consapevolezza

Mindfulness in Voce

Play Episode Listen Later Jun 11, 2024 6:43


A proposito del legame esistente tra corpo e mente, differenti condizioni fisiche e di salute possono portare a differenti esperienze di meditazione. Paradossalmente, anche uno stato di malattia può dare vita a profonde intuizioni e a inaspettate rivelazioni emotive, incluso il riemergere di traumi passati. Lascia un commento nella nostra community! https://discord.gg/hDVGVd2

RadioBorsa - La tua guida controcorrente per investire bene nella Borsa e nella Vita
Lettera #97 Scimmie, mucche e cani imbattibili in Borsa

RadioBorsa - La tua guida controcorrente per investire bene nella Borsa e nella Vita

Play Episode Listen Later Nov 8, 2023 12:29


Come spesso raccontiamo, fare previsioni di Borsa è un mestiere molto complicato e in alcuni casi anche molto frustrante.Paradossalmente una scimmia o una mucca potrebbero fare scelte d'investimento migliori rispetto ai più bravi analisti in circolazione. Meglio sarebbe affidarsi a un paniere di strumenti diversificati (possibilmente a basso costo), alla capacità di sopportare le perdite e a un minimo di conoscenza delle regole e delle strategie principali dei mercati finanziari che hanno funzionato più spesso.Ma per molti investitori questo tipo di approccio è meno seducente di quello basato sulla narrazione dei “guru” e degli Esperti che ti dicono quali saranno i titoli del futuro, o i megatrend da “cavalcare” fra gli investimenti tematici. “Una scimmia bendata che lancia freccette contro la sezione finanziaria di un giornale potrebbe mettere insieme un portafoglio che si comporta altrettanto bene di uno scrupolosamente messo insieme da esperti" Così scriveva 50 anni fa Burton Malkiel, ma quella che all'epoca sembrava una provocazione, oggi è diventata una certezza fra gli addetti ai lavori, analizzando il comportamento dei mercati con innumerevoli ricerche accademiche ed empiriche sul tema. Per selezionare i titoli in Borsa è meglio affidarsi a una scimmia, a un gatto soriano, a una mucca, un cane, a ChatGPT o ad un guru dei mercati?

Storia d'Italia
Le due Rome (679-681), ep. 148

Storia d'Italia

Play Episode Listen Later Oct 30, 2023 61:31


In questo episodio, andiamo a caccia del punto più recondito in cui possiamo iniziare a vedere la futura frattura tra le due Rome: quella antica, e Costantinopoli. Paradossalmente, proviene da un momento di pace tra le due.---Nell'immagine: Costantino IV durante il VI concilio ecumenico. ---Vi ricordo che domani sono a Mestre, alla libreria Ubik! Appuntamento alle 18:30 e poi aperitivo se vi va!---Vi ricordo inoltre che è disponibile l'audiolibro di "Il miglior nemico di Roma". Eccolo: https://amzn.to/3rZwAJB---Per acquistare i miei libri:IL MIGLIOR NEMICO DI ROMA: https://amzn.to/3DG9FG5PER UN PUGNO DI BARBARI: https://amzn.to/3l79z3u---Ti piace il podcast? Sostienilo, accedendo all'episodio premium, al canale su telegram, alla citazione nel podcast, alle première degli episodi e molto altro ancora:Patreon: https://www.patreon.com/italiastoriaTipeee: https://en.tipeee.com/italiastoriaPer una donazione: https://italiastoria.com/come-sostenere-il-podcast/---►Registrarsi alla mia mailing list:https://italiastoria.com/mailing-list/►Trascrizioni episodi, mappe, recensioni, genealogie:https://italiastoria.com/►FacebookPagina: https://www.facebook.com/italiastoriaGruppo: https://www.facebook.com/groups/italiastoria►Instagramhttps://www.instagram.com/italiastoria/►Twitterhttps://twitter.com/ItaliaStoria►YouTube:https://www.youtube.com/channel/UCzPIENUr6-S0UMJzREn9U5Q►Contattami per commenti, idee e proposte di collaborazione:info@italiastoria.com---Musiche di Riccardo Santatohttps://www.youtube.com/user/sanric77---Livello Giuseppe Verdi: Massimiliano Pastore e Mauro SamaratiLivello Dante Alighieri: Musu Meci, Marco il Nero, Massimo Ciampiconi, Mike Lombardi, David l'Apostata, Luca Baccaro, Guglielmo de martino, Daniele Farina e Daniele Traficante, Andrea Franco, Dorel Jordache, Il Bone, Frazemo, Andrea Dago, Emanuele Belotti e Vitaly Bezrodnykh Hosted on Acast. See acast.com/privacy for more information.

Modem
Siamo troppi ma mancano braccia e cervelli?

Modem

Play Episode Listen Later Sep 4, 2023 54:02


In Svizzera manca – e mancherà sempre di più nei prossimi anni – manodopera. Paradossalmente la popolazione sta invece aumentando. Ma non quella attiva, visto che escono dal lavoro molte più persone di quante ne entrano, un fenomeno destinato ad accentuarsi nei prossimi anni. E allora si fa ricorso alla manodopera estera, con un'immigrazione che negli ultimi decenni, tenuto conto anche della libera circolazione delle persone, è andata crescendo.E le migrazioni in Svizzera sono il principale fattore di crescita demografica. C'è quindi chi ritiene che l'immigrazione vada limitata, controllata. Perché stiamo – con quasi nove milioni – diventando troppi.Ma va anche detto che la popolazione elvetica aumenta, sì, ma al contempo invecchia, in Ticino tra l'altro più che altrove nel Paese. E senza immigrati, la fascia di popolazione che non lavora più, gli over 65, oggi conterebbe ancora di più …Come fare quindi per garantire all'economia la manodopera necessaria, e allo stesso tempo gestire la crescita demografica e l'invecchiamento della popolazione? Quanto si deve/può attingere ancora alla forza lavoro dall'estero e quanto invece si deve puntare a sfruttare meglio quella indigena, pensiamo alle donne, ai pensionati o ai disoccupati, eccetera?Ne parliamo – per questo primo Modem elettorale, in vista dell'appuntamento alle urne di ottobre – con:Zeno Casella, candidato al CN No UE - No NATORina Ceppi, candidata al CN HelvethicaAlex Farinelli, consigliere nazionale uscente Plr, candidato alla Camera del popolo e agli StatiMassimo Mobiglia, candidato CN Verdi LiberaliPaolo Pamini, candidato al CN per la lista Lega/Udc

BASTA BUGIE - Santi e beati

VIDEO: cartone animato su Madre Teresa ➜ https://www.youtube.com/watch?v=HXUI5yBvSdoTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4361MADRE TERESA SARA' PROCLAMATA SANTA IL 4 SETTEMBRE di Rodolfo CasadeiOggi il Meeting di Rimini chiude i battenti con un attesissimo incontro su Madre Teresa di Calcutta, che verrà proclamata santa il 4 settembre prossimo, e fra i relatori non poteva mancare Brian Kolodiejchuk, il postulatore della causa di beatificazione e di quella di canonizzazione della suora albanese. Kolodiejchuk, canadese di origine ucraina e sacerdote dei padri missionari della Carità, ha frequentato madre Teresa per vent'anni, dal 1977 fino alla morte nel 1997, e oggi è il direttore del Mother Teresa Center. Oltre alla mostra rimasta esposta per tutta la settimana al Meeting, ha curato molti libri di scritti della fondatrice delle Missionarie della Carità, fra i quali Sii la mia luce, il libro che rivela la "notte dell'anima" che Teresa visse fino alla fine dei suoi giorni e che più oggi risulta utile per capire la natura della santità che la Chiesa ha riconosciuto e intende sottolineare celebrando la canonizzazione nel corso del Giubileo della misericordia.Padre Brian, lei ha detto e scritto che madre Teresa sarà la patrona di chi ha maggiormente bisogno della misericordia di Dio. Cosa intende dire?In una lettera pubblicata nel libro Sii la mia luce madre Teresa scrive: «Se mai diventerò una santa, sarò una santa dell'"oscurità". Sarò sempre assente dal Paradiso per accendere la luce di coloro che sono nell'oscurità sulla Terra». Questa è la missione di misericordia che si prefigge di svolgere dal Paradiso. Allo stesso tempo l'opera delle sue suore è essenzialmente opera di misericordia. Nell'ultimo libro tradotto in italiano, Il miracolo delle piccole cose, i quattordici capitoli mettono a fuoco le sette opere di misericordia corporale che madre Teresa e le sue suore hanno compiuto, e si tratta della documentazione ufficiale della causa di canonizzazione. Che avviene provvidenzialmente nell'anno del Giubileo della misericordia, per proporre la Madre come un modello di misericordia.Qual è la cosa che più ha fatto soffrire madre Teresa in vita?Vedere continuamente la sofferenza dei poveri. Nei suoi ultimi anni di vita ripeteva spesso: «Chi si prenderà cura dei poveri?». E non si riferiva a quelli di cui le Missionarie della Carità si prendevano cura, ma ai poveri di tutto il mondo in generale. Le dava sollievo il fatto che, grazie anche alle sue iniziative, il mondo era diventato più cosciente della condizione dei poveri. Ha accettato di ricevere più di 200 premi, oltre al premio Nobel, nel corso della sua vita, in nome dei poveri e del fatto che attraverso di lei il mondo prendeva coscienza di loro.Cosa pensava madre Teresa delle critiche che le facevano persone come Christopher Hitchens, di chi la accusava di fare assistenzialismo senza affrontare le cause della miseria?Alcuni fatti che Hitchens ha riportato nel suo libro non erano precisi, come quando ha accusato madre Teresa di aver reso omaggio alla tomba del dittatore Enver Hoxha a Tirana: lei è stata portata lì come le autorità facevano con tutti i visitatori stranieri, la sua intenzione era quella di pregare sulla tomba dei suoi genitori in Albania. L'ha criticata per essersi limitata a creare una casa per i moribondi a Calcutta, quando avrebbe potuto finanziare una clinica di prim'ordine per loro. Ma quella casa era stata creata proprio per i moribondi, per persone abbandonate e senza speranza di guarigione, affinché potessero morire nella dignità. Tutti sanno la storia di quell'uomo che disse: «Ho vissuto tutta la vita come un animale, ma ora muoio come un angelo». Doveva essere un luogo dove si realizzava un incontro personale profondo fra chi accudiva il morente e il morente stesso. Ho invitato Hitchens a rendere la sua testimonianza durante il processo di beatificazione, e lui ha ammesso che la sua antipatia per madre Teresa è nata quando, nella seconda parte della sua visita alle opere delle missionarie della Carità a Calcutta, caduto il discorso sulla questione dell'aborto lei gli disse che la soluzione per le donne che volevano abortire era che partorissero e dessero il figlio in adozione. [leggi MADRE TERESA: IL PIU' GRANDE DISTRUTTORE DELLA PACE E' L'ABORTO, clicca qui, N.d.BB]Riguardo alle critiche sul fatto che lei non si occupava delle cause della miseria, la Madre ha sempre risposto che la sua missione era quella di prendersi cura dei bisogni del sofferente qui ed ora, ad altri era data quella di occuparsi della rimozione delle cause, appoggiandosi sulla dottrina sociale della Chiesa. [leggi MADRE TERESA: PORTAVA AI POVERI SIA IL PANE CHE CRISTO (NO ALL'UMANITARISMO RELATIVISTA), clicca qui, N.d.BB]Quali sono stati il santo e la santa preferiti di madre Teresa?La santa è Teresina di Lisieux, che era stata canonizzata e poi proclamata co-patrona delle missioni insieme a san Francesco Saverio proprio negli anni della formazione e dei primi voti di madre Teresa. La colpiva tantissimo la «via dell'infanzia spirituale» di Teresina, che consiste nella fiducia e nell'abbandono nelle braccia di Gesù perché lui operi in noi quando a noi è impossibile operare. Teresa tradurrà in inglese "confiance et abandon" con "trust and surrender". Fra i santi amava molto san Francesco: era l'unica immaginetta dentro al suo libro di preghiere. E sant'Ignazio di Loyola, al quale si ispirava il primo ordine religioso a cui si consacrò, quello delle suore di Loreto.Quale era la sua preghiera preferita?Era il Memorare, la preghiera di intercessione alla Vergine Maria attribuita a san Bernardo di Chiaravalle. Ne aveva fatto una novena, che chiamava la "novena volante", nella quale si ripeteva per nove volte di seguito la preghiera ogni giorno per nove giorni. Ricordo il caso di una suora che non riusciva ad avere il visto per l'allora Ddr (la Germania comunista): lei e altre suore pregarono e già dopo il primo giorno il visto arrivò. E quella non è stata l'unica grazia ottenuta attraverso la novena volante.Aveva pratiche ascetiche particolari?Solo il digiuno in concomitanza del pranzo del primo venerdì del mese. Il corrispettivo del pranzo saltato andava in un fondo speciale a cui si faceva ricorso per le richieste di aiuto impreviste. Non era attratta da pratiche ascetiche straordinarie, anche nella vita ascetica applicava il suo motto generale: "fare le cose ordinarie con un amore straordinario".Quali persone ha sentito maggiormente amiche nel corso della sua esistenza?Anzitutto Jacqueline De Decker, una donna belga che voleva diventare missionaria della carità, ma a causa di un grave problema di salute è dovuta tornare in Belgio. Madre Teresa le ha chiesto di essere il suo braccio destro spirituale, di fondare i Cooperanti sofferenti delle missionarie della Carità, che offrivano le loro sofferenze per donare alle suore la forza di compiere la loro opera di misericordia. Poi Anne Blaikie, che condusse con lei la campagna "tocca un lebbroso con la tua compassione" a Calcutta e poi fondò gli Youth Co-workers, giovani che collaborano le Missionarie della Carità. Infine Kathryn Spink, figlia di diplomatici britannici e scrittrice di successo: madre Teresa si fidò tanto di lei da farne la sua biografa autorizzata.Si è molto parlato della "notte dell'anima" che scese su madre Teresa a un certo momento. Come attraversò quel tempo e come ne uscì?Non è uscita dall'oscurità per il resto della sua vita. Di solito nella vita dei mistici la notte dell'anima è un passaggio verso l'unione mistica con Cristo. In madre Teresa la cosa è diversa. Lei afferma di avere provato la dolcezza dell'unione della sua anima con Cristo fra il 10 settembre 1946, il giorno in cui si manifesta in lei l'ispirazione per quella che sarà la sua opera, e la metà del 1947, quando comincia a visitare gli slum di Calcutta. In quel momento la dolcezza svanisce e non torna più. Questa seconda esperienza di oscurità, dopo che era avvenuta l'unione mistica con Cristo, la definirei un'oscurità apostolica, missionaria. Lei capisce che la povertà più grande dell'uomo non è quella materiale, ma il sentirsi non amati, abbandonati, soli, ed è ciò che lei stessa sperimenta nel rapporto con Cristo: ha il sentimento che Gesù non la ama e che lei non riesce ad amare Gesù come vorrebbe. Diceva: «Lo stato della mia anima è come quello dei poveri che vivono per strada».Paradossalmente questa aridità del rapporto con Cristo l'ha unita maggiormente a lui e ai poveri. A lui perché ha condiviso con lui l'esperienza della solitudine nell'orto del Getsemani e dell'abbandono da parte di Dio sulla croce, quando Gesù dice: "Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?". E con i poveri perché è diventata come loro non solo nello stile povero di vita, ma nel condividere il loro senso di abbandono, di solitudine, di assenza dell'amore.

Legionarivs Mindset-USQUE AD FINEM
EPISODIO 22 - LO SPORT NAZIONALE? SPARLARE DEGLI ALTRI

Legionarivs Mindset-USQUE AD FINEM

Play Episode Listen Later Jul 30, 2023 27:13


Sparlare degli altri è da sempre uno fra gli sport nazionali più diffusi, ne' la situazione ci sembra migliorata. Anzi! Quante volte ti è capitato di sentir parlar male di altre persone, o quante volte amici, o presunti tali, ti hanno riferito di qualcuno che aveva parlato male di te? Sicuramente in un sacco di occasioni. Le persone che hanno “bisogno” di parlare male degli altri spesso si sentono frustrate nella vita e questa insoddisfazione genera una sorta di rabbia interiore, che si manifesta appunto con le maldicenze. Individui colpiti da un malessere composto da loro ricordi, traumi, sconfitte, dolori, paure, rabbia, fallimenti, colpe e dalla idea distorta di sé stessi, che non permette di vedere le persone per quello che sono. Questo malessere provoca in molti casi lo sparlare, il parlare dietro le spalle e purtroppo anche il raccontare cose che non sono vere, perché accettare queste insoddisfazioni vorrebbe dire riconoscere le proprie debolezze. Parlando male, sfogano la loro aggressività su chi si è affermato laddove loro invece non sono riusciti. Chi parla male, anche se non consciamente, non ritiene di avere niente di buono da dire e “succhia” le energie all'altra persona per star meglio con sé stesso. Chi parla male trova inutile parlare di sé. Il suo comportamento può quindi essere interpretato come un segnale di malessere, di una persona che ha scarsa fiducia e stima di sé. L'attitudine a parlar male degli altri può anche derivare dal fatto che vedono nell'altra persona un loro difetto, mai ammesso e mai accettato. Paradossalmente, chi “maligna” cerca di mettersi in buona luce: il suo “io” si gonfia all'aumentare delle maldicenze che dice, perché parlare male degli altri significa - indirettamente - parlare bene di sé e di chi ascolta. Si, perché dietro ogni maldicenza c'è sempre questo sottinteso “ti racconto questa cosa perché io non sono così e so che neanche tu sei così”. Un modo insomma per accattivarsi la stima del proprio interlocutore. La maldicenza è quindi l'espressione dell'invidia e della gelosia, che sottintende il desiderio di emulazione e allo stesso tempo l'incapacità e la paura di realizzarlo. Maria Teresa di Calcutta diceva: “Chi dedica il suo tempo a migliorare sé stesso non ha tempo per criticare gli altri, perché quello che gli altri dicono di voi è la loro realtà, non la vostra. Loro conoscono il vostro nome, ma non la vostra storia: non hanno vissuto nella vostra pelle, non hanno indossato le vostre scarpe. L'unica cosa che gli altri sanno di voi è che quello che voi avete raccontato o che hanno potuto intuire, ma non conoscono né i vostri angeli né i vostri demoni”. Mi permetto di dare un consiglio alle persone afflitte da questa malattia che si chiama invidia: invece di ossessionarvi nel criticare gli altri o di preoccuparvi sempre dei giudizi altrui, dedicate il tempo che avete a disposizione a migliorare voi stessi e il vostro ambiente.

Mindfulness in Voce
Episodio 325: Accettazione e Benessere Mentale

Mindfulness in Voce

Play Episode Listen Later Jun 27, 2023 5:14


Quando ci capita qualcosa di spiacevole, non soffriamo solo per il dolore fisico o mentale in sé, inevitabile, ma anche e soprattutto per il modo in cui reagiamo. Possiamo chiuderci e rifiutare l'esperienza dolorosa o aprirci a lei e accettarla. Paradossalmente, solo la totale accettazione pone fine alla sofferenza. Lascia un commento nella nostra community! https://discord.gg/hDVGVd2

Happy Daily di Giusi Valentini
Meditazione per sentirti connessa

Happy Daily di Giusi Valentini

Play Episode Listen Later Feb 18, 2023 16:14


La solitudine fa paura. Così quando ci sentiamo sole, spesso cominciamo a dubitare di noi stesse – c'è forse qualcosa che non va in noi? Perché non attraiamo le persone giuste? Paradossalmente, uno strumento per stare meglio in situazioni del genere è il sederci da sole, ed ascoltare il tuo respiro. Meditare. In questo podcast, ti guido in una meditazione per sentirti connessa. È una meditazione che si è svolta in diretta sui miei social ed è tratta dai miei best of, gli episodi del podcast più apprezzati e commentati. Attraverso esercizi di respirazione, consapevolezza e visualizzazione, ti sentirai connessa non solo a te stessa ma anche alle migliaia di donne sulla terra che sono le tue sorelle.

BASTA BUGIE - Politica
Con il riconoscimento facciale la Francia metterà tutti sotto sorveglianza

BASTA BUGIE - Politica

Play Episode Listen Later Jan 11, 2023 9:45


VIDEO: Il Green Pass delle automobili ➜ www.youtube.com/watch?v=6Ju7yEpogwU&list=PLolpIV2TSebUZf755kITHNSRL7joJIZ2ZTESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7272CON IL RICONOSCIMENTO FACCIALE LA FRANCIA METTERA' TUTTI SOTTO SORVEGLIANZA di Olivier FrèrejacquesMercoledì 11 maggio 2022, tre senatori - un socialista, un centrista e un repubblicano - hanno presentato le conclusioni del loro Rapporto "Il riconoscimento biometrico nello spazio pubblico: 30 proposte per evitare il rischio di una società della sorveglianza". Scopo del testo, sulle difensive, è di rivendicare la legittimità del riconoscimento biometrico nell'armamentario francese della sicurezza; è il risultato di una missione d'informazione sul riconoscimento facciale, messa in atto nell'ottobre 2020 su iniziativa della Commissione Affari costituzionali e giustizia del Senato.Fin dal titolo si deduce che il Rapporto intende limitare il dispositivo che - a posteriori - legittimerà, approccio che la dice lunga sul rischio che questo tipo di dispositivo implica. L'argomento è sensibile: nel marzo 2022, il segretario di Stato per la transizione digitale Cédric O scartava la possibilità di ricorrere al riconoscimento facciale per le Olimpiadi di Parigi 2024.Tuttavia, il testo dovrebbe servire da documento di lavoro per elaborare un dispositivo legislativo con l'obiettivo di generalizzare il riconoscimento facciale. In sintonia con i tempi, questa tecnologia è decantata nel Rapporto per far fronte al rischio del terrorismo; da un punto di vista più generale, il suo impiego potrebbe essere rapidamente messo in atto in nome dei più elementari fini di sicurezza e il carattere "sperimentale", evocato nel Rapporto, precederebbe inevitabilmente o quasi la sua generalizzazione.Lungi dal propugnare la generalizzazione del procedimento, il Rapporto di 136 pagine elenca una serie di eccezioni per le quali il dispositivo sarebbe pertinente. Così il testo vieta «l'analisi di emozioni, salvo per fini di salute o di ricerca scientifica e con riserva di garanzie appropriate». È anche proibita «la sorveglianza biometrica a distanza in tempo reale nello spazio pubblico, salvo eccezioni molto limitate a beneficio delle forze di sicurezza». Il Rapporto invoca un principio calpestato dal legislatore francese: la sussidiarietà, affinché il «riconoscimento biometrico sia utilizzato solo quando sia veramente necessario». Evidentemente, il cursore verrà spostato in funzione delle minacce e delle paure fomentate più o meno legittimamente dalla società (virus, insicurezza, ambiente...).Il meccanismo legislativo con l'obiettivo di autorizzare un atto definendone la cornice, precede spesso la sua generalizzazione; qui, è difficile immaginare che gli attori sia pubblici che privati si limitino a un quadro restrittivo, visto che un dispositivo di riconoscimento facciale apre tanti sbocchi sia in materia di ordine che commerciali. Alcuni attori hanno appunto già suonato l'allarme, come IBM, che ha rinunciato a questa tecnologia per ragioni di ordine etico. Il Rapporto del Senato propone di inserire il riconoscimento biometrico in una legge di sperimentazione, per un periodo di tre anni, in modo da concedere al pubblico il tempo per abituarsi al dispositivo.UNA SICUREZZA DISUMANIZZATAL'utilizzo del riconoscimento facciale solleva gli stessi interrogativi della telecamera di sorveglianza, la cui efficacia, d'altronde, deve ancora essere provata. Alcuni comuni francesi hanno già fatto ricorso a tecnologie di riconoscimento di forme che permettono la dettagliata autentificazione dei "soggetti". Il business della sicurezza, molto redditizio, si annida nelle legittime inquietudini dei francesi davanti all'esplosione della violenza. Tuttavia, le telecamere non hanno la funzione di proteggere, ma di sorvegliare. Nel migliore dei casi, le forze di sicurezza potranno trovare l'aggressore; ma la telecamera non previene l'aggressione e ha un potere di dissuasione molto limitato. Invece, la sicurezza garantita da essere umani permette di intervenire e di dissuadere.L'illusione dell'efficacia della telecamera quanto alla sicurezza, o il suo carattere lucrativo, ha sedotto numerosi consiglieri comunali di tendenze politiche disparate. François Rebsamen, sindaco (ex-socialista) di Digione, precursore in materia, ha rapidamente dotato la città di telecamere. Christian Estrosi, sindaco (ex-LR) di Nizza, appassionato di gadget, ha fatto installare nella città quasi 4000 telecamere e nel giugno 2022 ha annunciato l'uscita di un nuovo software di monitoraggio. Infine, a metà strada tra la fantascienza e l'inganno, Robert Ménard sindaco (di appartenenza politica indefinita) di Béziers, ha fatto installare un sistema di telecamere di monitoraggio con altoparlanti che rimproverano in tempo reale coloro che non seguissero il catechismo civico del comune, cioè i pericolosi cittadini che non raccolgono le cacche dei loro cani!Il dibattito sull'applicazione del riconoscimento facciale è la prosecuzione di quello che riguarda l'utilizzo delle telecamere di sicurezza. L'argomento principale e di apparente buon senso è il seguente: «Non ho nulla da nascondere, dunque sono a favore.» A questa affermazione ingenua bisogna rispondere che se noi non abbiamo nulla di cui rimproverarci, lo Stato, invece, ha probabilmente qualche cosa per cui biasimarci. Le impressionanti misure di sicurezza attuate durante la crisi sanitaria hanno mostrato la gamma di possibilità e di derive alle quali può far ricorso l'apparato statale, perfino nelle nostre democrazie occidentali. Un episodio che bisogna tener ben presente quando si elegge chi andrà al potere...In materia di sicurezza, lo sviluppo delle tecnologie digitali non ha prodotto la diminuzione della criminalità. In Francia il solo settore che ha registrato un successo in termini di sicurezza nel corso degli ultimi trent'anni è quello della sicurezza stradale, nel quale lo sviluppo dei radar è stato accompagnato da un notevole progresso tecnico quanto alla qualità dei veicoli. Peraltro, in Francia non vi sono mai state tante telecamere mentre la situazione della sicurezza non è mai stata tanto scadente.PESO DELLE PAROLE E BATTAGLIA POLITICARaphaël Maurel, docente presso l'Università della Borgogna e segretario generale dell'Observatoire de l'éthique publique, ha messo in discussione il processo legislativo in corso. Punta il dito contro il Rapporto senatoriale che dice di voler evitare una «società della sorveglianza», prevedendo allo stesso tempo gli strumenti per creare tale società. D'altronde, questo professore ricorda che i processi semantici utilizzati sono obsoleti, visto che se ne trovavano già i germi nella famosa legge sulla sicurezza globale intitolata «Per una sicurezza globale che preservi le libertà». Infine, Raphaël Maurel sottolinea una ancor più grossa contraddizione del testo, che tende alla massiccia digitalizzazione del dispositivo di sicurezza proprio quando i poteri pubblici invitano alla sobrietà digitale, indotta dalle sfide ambientali.Quanto alle forze politiche, l'opposizione a leggi che introducano il riconoscimento biometrico dovrebbe paradossalmente concentrarsi a sinistra della scacchiera, visto che formazioni come Europe Écologie Les Verts o La France Insoumise vi sono chiaramente ostili, mentre il Rassemblement National ha una posizione ambigua sulla questione e sembra piuttosto ostile al riconoscimento facciale ma favorevole alla videosorveglianza.La mobilitazione contro la legge di sicurezza globale ha dimostrato che solo la sinistra prende sul serio i rischi inerenti alle politiche per la sicurezza. E tuttavia le telecamere sono costose e non forniscono alcun risultato positivo in materia di sicurezza. In caso di riluttanza del legislatore, i fornitori di telecamere potranno sempre rivolgersi a Bruxelles, che ha già previsto di legiferare in materia.Paradossalmente, l'Occidente europeo perde molto tempo ad indignarsi per le derive cinesi in termini di sicurezza, dove il riconoscimento biometrico è lo strumento per la valutazione detta del «credito sociale», mentre sta lavorando per diffondere dispositivi analoghi.

Nella Parola
Saremo noi - 3. Paradossalmente (La forza nella debolezza)

Nella Parola

Play Episode Listen Later Dec 15, 2022 59:52


Catechesi liberamente tratta dal volume «Saremo noi», edito da San Paolo (2021). Terza puntata: La forza nella debolezza. Amazon

Il #Buongiorno di Giulio Cavalli
A chi fanno comodo le trivelle? A quelli che mangiano sulla crisi.

Il #Buongiorno di Giulio Cavalli

Play Episode Listen Later Nov 16, 2022 5:22


Paradossalmente, a beneficiare della misura saranno soprattutto coloro che hanno tratto maggiore vantaggio dalla crisi energetica. La maggior parte delle concessioni fanno capo a ENI, la stessa che nei primi 9 mesi del 2022 ha portato a casa utili per 10,8 miliardi di euro. L'ENI, che importa circa la metà del gas naturale importato dall'Italia in un anno, si approvvigiona di gas per il 61% del suo fabbisogno dalle importazioni tramite contratti pluriennali (fino a 30 anni), a prezzi blindati e secretati dallo Stato, espressi sostanzialmente dai prezzi doganali. Il prezzo di riferimento per le sue vendite di gas a terzi è però quello spot-PSV (TTF). Il differenziale tra prezzo spot-PSV (TTF) e prezzo doganale fa sì che Eni, al pari di altri operatori, tragga profitto dal caro-gas.#LaSveglia per La Notizia

Occhio al mondo
Hackerare un pc non connesso a internet? Si può fare!

Occhio al mondo

Play Episode Listen Later Oct 19, 2022 10:39


Si può entrare in un sistema non connesso ad internet? Paradossalmente si! E oggi vediamo comePer il podcast: https://bit.ly/2RnLlil Fonti:https://www.fastweb.it/fastweb-plus/digital-magazine/come-hackerare-sistemi-air-gapped/ TELEGRAM https://t.me/br1brownOfficial INSTAGRAM https://www.instagram.com/br1.brown/

Mindfulness in Voce
Episodio 265: La Magia in Ogni Momento

Mindfulness in Voce

Play Episode Listen Later May 3, 2022 4:28


Non è facile descrivere lo stato mentale di piena consapevolezza. Semplificando, è prestare attenzione a dove sei e a cosa stai facendo senza il solito sottofondo di pensieri, immagini e voci interiori che interpretano / alterano la realtà. Paradossalmente, è proprio il contatto con le cose così come sono che ci rivela la magia di essere vivi.

Le interviste di Radio Number One
Lasvolta.it, Cristina: «I boomers hanno inquinato di più l'ambiente»

Le interviste di Radio Number One

Play Episode Listen Later Apr 15, 2022 8:38


Nella giornata di oggi, 15 aprile 2022, Laura Basile ha avuto ospite Cristina de Lasvolta.it,  che ci parla dello stretto rapporto tra boomers e ambiente. Innanzitutto, i boomers sono i figli del baby boom e del benessere economico, nati attorno gli anni '50 e '60.  La rivista Nature, autorevole in questo ambito, afferma che siano proprio loro la generazione che ha inquinato maggiormente l'ambiente, nonostante la colpa sia data ai giovani. Paradossalmente, le generazioni precedenti ai boomers sono più attente al risparmio e alla salvaguardia della natura. Cristina ci svela, inoltre, una grande iniziativa del sito Lasvolta.it, quella della pubblicazione di articoli scritti su misura di bambino, per iniziare a conoscere, con più leggerezza, il panorama di cui siamo, tristemente, spettatori.

Michele Schirru: Podcast Immobiliare
Capire quali sono gli strumenti giusti su cui investire? Ci proviamo qui.

Michele Schirru: Podcast Immobiliare

Play Episode Listen Later Feb 14, 2022 18:13


Nella Parola
Saremo noi - 4. Paradossalmente (La forza nella debolezza)

Nella Parola

Play Episode Listen Later Feb 6, 2022 3:37


Podcast scritti e interpretati da Laura Palmeri sul volume "Saremo noi" di Roberto Pasolini.

TRAPPIST
154: Il caos nei partiti dopo la rielezione di Mattarella

TRAPPIST

Play Episode Listen Later Jan 31, 2022 64:02


Centrodestra e M5S escono disastrati dalla riconferma di Mattarella al Quirinale: mentre Salvini sogna un nuovo partito repubblicano, tra Di Maio e Conte si prepara lo scontro finale.La rielezione di Mattarella ha portato a un clima da resa dei conti tra Di Maio e Conte all'interno del Movimento 5 Stelle: secondo il ministro degli Esteri è necessario “aprire una riflessione politica interna,” perché “alcune leadership hanno fallito, hanno creato tensioni.” Il capo politico del movimento gli ha risposto piccato, dicendo che anche lui “era in cabina di regia” e quindi dovrà chiarire “i comportamenti, l'operato e se la sua agenda era condivisa o meno.” Ma per Di Maio “in cabina di regia non si è mai parlato di fare annunci roboanti su presunti accordi raggiunti con Pd e Lega” — il riferimento è chiaramente al nome “bruciato” di Elisabetta Belloni — e quindi “non si provi a scaricare le responsabilità su altri. È chiaro che ci sono diversi aspetti che vanno chiariti.” In questo botta e risposta si è inserito anche Alessandro Di Battista, che su Facebook ha criticato la deriva del Movimento dando del “vigliacco” a Di Maio e definendo Conte “persona perbene e leale.”Fino a dove può spingersi questa tensione? C'è chi profila la possibilità di una scissione, ma secondo alcuni retroscena Conte avrebbe addirittura intenzione di espellere Di Maio dal Movimento con un voto online — sempre che riesca a non farsi cacciare lui dalla “corrente” dei dimaiani. Questa guerra interna rischia di danneggiare la già fragile alleanza con il Pd, che infatti cerca di gettare acqua sul fuoco: secondo la capogruppo alla Camera Serracchiani, l'elezione del presidente della repubblica ha addirittura “rafforzato” l'alleanza tra i due partiti.Nel campo del centrodestra le cose non vanno tanto meglio: Meloni ha detto che ora lavorerà lei per rifondare la coalizione, accusando Salvini di aver appoggiato la rielezione di Mattarella contro la volontà degli alleati. Il leader leghista si trova a gestire contemporaneamente i dissapori interni: nei prossimi giorni si terrà il consiglio federale del partito per avviare “una profonda riflessione sul centrodestra,” mentre le consorterie locali del partito — dal Veneto alla Lombardia — attaccano il segretario per la sua gestione disastrosa delle trattative di settimana scorsa. Per fortuna c'è Tajani a dispensare un po' di ottimismo: secondo il coordinatore forzista il centrodestra “saprà fare pace,” mentre Berlusconi — uno dei principali responsabili del fallimento del “trasloco” di Draghi al Quirinale — prepara già il proprio ennesimo ritorno sulla scena.Questo clima di incertezza politica si riflette ovviamente anche sul governo, che dopo la conferma di Mattarella riparte con una serie di incognite: dall'ipotesi di un rimpasto, per ora smentita, al rebus della nuova legge elettorale in vista delle elezioni dell'anno prossimo. L'esecutivo dovrà affrontare di corsa una serie di dossier importanti, dal caro bollette al Pnrr, prima di farsi risucchiare inesorabilmente dal gorgo della campagna elettorale.Mattarella è il secondo Presidente consecutivo a cui le istituzioni chiedono di restare per un secondo mandato. Il primo era stato Napolitano nel 2013, che era rimasto al Quirinale su richiesta dei principali leader politici dell'epoca. La conferma di Napolitano era sfociata in un “governo del presidente” di larghe intese, capeggiato proprio da Enrico Letta. Questa volta un governo di quel tipo di fatto c'è già, e dunque la rielezione di Mattarella è una conferma sostanziale dello status quo politico complessivo del paese, in attesa delle elezioni del 2023 — uno status quo che paradossalmente rafforza Draghi e piace a tutti i poteri che sono interessati a conservarlo, come l'Ue o i principali attori finanziari. Il prossimo passo potrebbe essere la legge elettorale, probabilmente su un modello proporzionale che favorisca l'attuale coalizione imperniata sul centro.“Paradossalmente,” perché Draghi è il principale sconfitto di questa votazione — essendo il nome di più alto profilo ad essersi di fatto candidato — ma è riuscito comunque a ottenere un quadro politico a lui favorevole. Dopo aver capito in occasione dell'incontro con Salvini di venerdì pomeriggio che non sarebbe riuscito a conquistare il Quirinale, sarebbe stato proprio lui a indicare quella sera Mattarella e a chiedergli esplicitamente di rimanere ieri mattina, in occasione del loro incontro al Quirinale per il giuramento del nuovo giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi. Mattarella ha preso atto piuttosto facilmente della richiesta di “sacrificio” avanzatagli dal Parlamento — anche se probabilmente in occasione del discorso inaugurale, fissato per il 3 febbraio in occasione del nuovo giuramento, ribadirà la sua posizione per cui sarebbe necessaria una riforma che limiti la possibilità di essere eletti a un solo mandato come quella delineata nel Ddl elaborato dai parlamentari Pd Parrini e Zanda.Leggi le note dell'episodio: https://thesubmarine.it/2022/01/31/trappist-154/Sostieni the Submarine: https://thesubmarine.it/hw-abbonati/

il posto delle parole
Paolo Pileri "5 dicembre: giornata mondiale del suolo"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Dec 5, 2021 19:20


Paolo Pileri"5 dicembre: giornata mondiale del suolo"Qui di seguito l'intervento di Paolo Pileri su https://altreconomia.it/e-il-suolo-la-nostra-grande-emergenza-amiamolo-per-difenderlo/Il 5 dicembre è la Giornata mondiale del suolo. “Ogni anno speriamo di ritrovarci con uno straccio di legge che lo protegga. E invece ancora niente”, scrive il prof. Paolo Pileri. Come fare per salvarlo davvero dall'estinzione? Dipende (anche) da noi. Diffidando di chi si dice ecologico per tornacontoFai sapere al più piccolo tra noi quanto è importante il suolo. Fallo sapere al sindaco, all'urbanista, allo studente, al medico, al deputato, al professore, al prete, al giornalista, al maestro, al commerciante, al poliziotto. Questo è uno degli slogan delle Nazioni Unite per la Giornata mondiale del suolo. Ogni anno non manchiamo l'appuntamento. Ogni anno attendiamo grandi discorsi dai leader del nostro Paese. Ogni anno speriamo di trovarci qui con uno straccio di legge che protegga il suolo. E invece ancora niente. Zero parole, cattive promesse, leggi mal scritte, pochissimi sindaci e politici che si sono distinti nell'anno precedente, pochi pure gli urbanisti.Iniziare così questo articolo sembra brutto, ma purtroppo non è sbagliato. D'altronde i numeri dell'Ispra ci inchiodano: negli ultimi cinque anni non ci siamo fermati davanti a nulla, pandemia compresa, e abbiamo continuato a consumare due metri quadrati al secondo, come se non ci fosse un domani. Le Regioni hanno un bel dire a sostenere che le loro leggi contro il consumo di suolo hanno migliorato la situazione. I risultati le smentiscono. E quindi le loro leggi hanno fallito. Il Parlamento non ha partorito nulla e il governo è alle prese con una legge sulla rigenerazione urbana che non ferma affatto il consumo di suolo, anche se trovate scritto “saldo zero”: significa che si continua a cementificare da una parte e si “finge” di salvare dall'altra togliendo edificabilità a un'area che era già libera. Il guadagno ecologico è negativo. La transizione ecologica è partita a spron battuto invocando la cura del ferro o la cura dell'energia o la cura della tecnologia o persino la cura della logistica per curare il nostro Paese malato. Sono palliativi che del suolo se ne fregano.E invece un modo possibile per far partire la rigenerazione urbana starebbe proprio nel fermare il consumo di suolo facendo sì che il settore edilizio si concentrasse con maggior vigore nel ripristino delle costruzioni datate e della città pubblica. Ma senza beffarci, come chi vuole abbattere uno stadio che non ha nessun problema statico, San Siro a Milano, per farci una cittadella della speculazione e del commercio con qualche pennellata verde e tanta rendita immobiliare. In mezzo a questo esercito di speculatori e indifferenti verso il “bene suolo”, qualcuno il suolo lo protegge per davvero respingendo i rapinatori che lo vorrebbero comprare per farci distese infinite di pannelli solari, come finirà per fare la nostra transizione ecologica smentendo di essere ecologica.Nelle pianure lombarde, piemontesi, venete, laziali, emiliane, pugliesi e siciliane la transizione energetica del Piano nazionale di ripresa e resilienza ha dato il via a una nuova caccia all'oro. Molti, mi dicono, si aggirano per campagne cercando terreni proprio per appoggiare un bel po' di pannelli solari in arrivo dagli incentivi del Pnrr. Per questa nuova stagione di consumo di suolo, rigorosamente fuori controllo e aggressiva verso i piccoli Comuni e le aziende agricole più fragili, si arriva a pagare i suoli anche il doppio del prezzo di mercato. Un'energia che consuma suolo non la considero “pulita”.Come non considero innovativa la famelica logistica, affamata di terre: se le mangia a colpi di 20 ettari a capannone e sta devastando le campagne italiane. Meno male che qualcuno dice sì al suolo e no alla logistica, come il sindaco di Calendasco (PC). Grazie! Speriamo lo seguano in tanti salvando con coraggio la terra da sotto i piedi di un Paese allo stremo.È il suolo la grande emergenza, anche se non lo vogliono capire. Paradossalmente non lo sono gli alberi che tanto piacciono a sindaci e governatori soprattutto perché possono fare le loro gare elettorali dicendo che ne pianteranno milioni. Beninteso, male non fa piantarne, se nei posti giusti. In ogni caso oggi abbiamo bisogno che non si usi la destra per piantare e la sinistra per cementificare. Oggi abbiamo bisogno che entrambe le mani vadano nella stessa direzione. Abbiamo bisogno di grandi politici che pensano ecologicamente in tutto quel che fanno. Sarei stato un uomo felice se oggi avessi potuto riferirvi di un discorso accorato sul suolo in questo ultimo anno da parte del nostro presidente della Repubblica. Come fece, ricordo sempre, il presidente Luigi Einaudi nel 1951. Ma niente. Nessun presidente e nessun governatore, nessun sindaco e nessun presidente del Consiglio ne hanno parlato con quella convinzione e quella passione che occorrerebbe per mettere il Paese su un altro binario.Si parla solo di virus, di ripresa economica e semplificazione. A proposito di quest'ultima se, come sembra, si tratta di un modo per affossare il settore pubblico, allora possiamo dire addio al suolo perché la natura di tutti non la salvi dandola in mano agli interessi speculativi e finanziari e al privatismo. Non la salvi con una norma sulla concorrenza. Paesaggio, suolo e biodiversità possono essere tutelati solo dall'abnegazione del lavoro pubblico che, al contrario di quel che pare pensare il Governo, andrebbe incoraggiato e tutelato proprio per il suo statuto ‘non profit'. Altrimenti si finirà per sgretolare le ragioni profonde per cui bisogna tutelare la natura.In tanti anni di attivismo scientifico ho imparato che ciò che più motiva lo slancio alla tutela della natura e resiste all'usura del tempo è l'amore incondizionato di ognuno di noi verso la natura. Il suolo è bello così com'è, importante così com'è, gigantesco nelle cose che fa ben prima delle utilità che noi ne possiamo trarre. Il suolo dobbiamo tutelarlo in quanto suolo e basta. Non ci sono utilità che reggono più dell'amore profondo che noi dovremmo avere verso la natura tutta. A questo servono giornate come questa, a dichiarare il nostro amore per la natura: una professione di fede ecologica. Il silenzio di chi dovrebbe testimoniare la propria adesione incondizionata equivale a una ferita sociale tanto più grave quanto maggiore è la sua responsabilità culturale o politica.Abbiamo bisogno di traghettare il nostro modo di vivere nell'ecologia profonda, quella svincolata dall'ossessione per le utilità. Non si può essere ecologici solo se si ha un tornaconto. La cosa alla lunga non regge. Il tornaconto può funzionare oggi, ma smettere domani facendo ripiombare la natura e il suolo in zona ad alta pericolosità di estinzione. Forziamo le nostre passioni e la nostra generosità, tuteliamo il suolo in quanto suolo: sono le convinzioni e le passioni che cambiano le cose. A questo può spronarci questa giornata. Dipende da noi.Paolo Pileri è ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano. Il suo ultimo libro per Altreconomia è “100 parole per salvare il suolo”IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

BASTA BUGIE - Cinema
FILM GARANTITI: Undici settembre 1683 (2012) - La battaglia di Vienna che respinse l'attacco musulmano

BASTA BUGIE - Cinema

Play Episode Listen Later Aug 10, 2021 7:58


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=2729LA BATTAGLIA DI VIENNA CHE RESPINSE L'ATTACCO MUSULMANO di Rino CammilleriRenzo Martinelli è l'unico regista italiano che abbia davvero il coraggio di andare controcorrente. E per «corrente» intendiamo il mainstream di pensiero che, quando non è marxista tout court, non riesce a uscire dalla vulgata politicamente corretta.In un cinema italiano che, dopo aver dato lezioni al mondo, si è immiserito nelle commediole, i cinepanettoni, l'immigrazionismo e l'agenda gay, Renzo Martinelli è quasi il solo che sia stato capace di misurarsi col genere epico. E storico, come il suo penultimo film Barbarossa con Rutger Hauer, incentrato sulla battaglia di Legnano.Con al suo attivo film di denuncia come Vajont, o la ricostruzione del sequestro Moro in Piazza delle Cinque Lune, la biografia di Carnera, o l'imbarazzante Porzûs (ricostruzione dell'eccidio della brigata partigiana Osoppo, di cui facevano parte il fratello di Pasolini e lo zio del cantautore De Gregori, per mano di partigiani stalinisti), Martinelli è rimasto colpito dal riaffacciarsi sulla scena mondiale del problema islamico e ha narrato ne Il mercante di pietre, con Harvey Keitel, la vicenda di un occidentale contemporaneo che si converte all'islam radicale e partecipa a un attentato. Ora ritorna sul tema del controverso rapporto con l'islam affondando il bisturi (anche se sarebbe meglio dire la cinepresa) nella storia europea con la sua ultima fatica, Undici settembre 1683, che sarà nelle sale in aprile.Martinelli, so che lei ha tre lauree ed è appassionato di storia. Perché ha deciso questa volta di inoltrarsi nel XVII secolo?Ho voluto capire come mai Osama bin Laden avesse scelto proprio un undici settembre per sferrare il suo attacco alla Grande Mela. Vienna, la capitale imperiale nel 1683, era per i musulmani la Mela d'Oro, e proprio col fallito assedio di Vienna da parte degli ottomani l'11 settembre di quell'anno comincia il declino della millenaria minaccia turca nei confronti dell'Occidente.In pochi anni, con una serie di folgoranti vittorie, il principe Eugenio di Savoia costringerà il sultano alla pace di Carlowitz e l'impero islamico inizierà il suo secolare arretramento, fino a sparire del tutto nel XX secolo. Ecco, sono convinto che Al Qaida abbia scelto l'11 settembre 2001 per attaccare di nuovo l'Occidente in quella che è la sua attuale capitale, New York, la nuova Mela.Centrale, nel film, la figura di un santo francescano, il beato Marco d'Aviano, interpretato da F. Murray Abraham. Era un cappuccino qualunque, anche se per i credenti era uno che faceva miracoli (guarigioni, profezie, bilocazioni…). Oggi nemmeno i cattolici conoscono il suo ruolo nella salvezza dell'Europa. Scommetto che è stata una sorpresa anche per lei.Sarà una coincidenza, ma proprio nel 2001 sentii parlare per la prima volta di Marco d'Aviano. Doveva esserci la grande anteprima di uno dei miei film, Vajont, all'aperto. Ma si mise a piovere, scrosci d'acqua senza sosta. Rischiavamo un clamoroso flop. Una persona del luogo però mi disse di star tranquillo, perché avrebbe provveduto il «padre Marco», a cui vennero innalzate preghiere. Ebbene, proprio quando ormai ogni speranza era perduta, smise di piovere e potemmo proiettare col bel tempo. Fu così che decisi di informarmi su chi fosse questo «padre Marco».Non era la prima volta che, nel disaccordo totale delle potenze europee, a salvare la Civiltà Cristiana doveva pensarci il Papa. E sempre facendo ricorso a un francescano. Alla fine del XV secolo aveva mandato San Giovanni da Capestrano a liberare Belgrado dai turchi. Ora, mentre Luigi XIV di Francia trescava col sultano in funzione anti-imperiale, il cappuccino Marco d'Aviano, veneratissimo dal popolo, veniva inviato in soccorso all'Imperatore Leopoldo, che già meditava di abbandonare Vienna. Fu lui, con la sua autorità morale, a mettere d'accordo i capi cristiani.Infatti, riuscì a fare accettare il condottiero polacco Jan Sobieski quale comandante supremo. Sobieski, con i suoi «ussari alati», calò dal monte Kahlemberg e, miracolosamente, mise in fuga i turchi. Poche decine di migliaia di combattenti cristiani contro un'armata di trecentomila musulmani. Il gran vizir Karà Mustafà, capo dell'esercito ottomano, ne pagò il fio: fu strangolato col rituale laccio di seta nera.Paradossalmente, a quel lontano undici settembre dobbiamo i tradizionali cappuccino e cornetto delle nostre colazioni. Nell'immenso accampamento abbandonato da turchi, i viennesi trovarono moltissimi sacchi di caffè. Avendo finito il pane e rimasti solo con un po' di pasta per dolci, foggiarono panini in forma di mezzaluna (croissant) per irridere il nemico, e li intinsero in quel caffè allungato col latte, il cui colore ricordava l'abito di chi li aveva salvati.Non dimentichiamo che scopo dichiarato dell'offensiva turca era, dopo aver preso Vienna, la stessa Roma. Come Santa Sofia di Costantinopoli era diventata una moschea, così doveva essere per San Pietro. Quella del 1683 doveva essere la jihad definitiva, che avrebbe vendicato la sconfitta di Lepanto nel secolo precedente.Ci dica qualcosa sulla confezione del film.Si tratta di una produzione italo-polacca (i polacchi tengono molto alla vicenda narrata, visto il loro ruolo storico in essa) con partecipazione della Rai. Infatti, un film epico e di ricostruzione storica richiede ingenti investimenti.Alla sceneggiatura ha messo mano anche Valerio M. Manfredi, scrittore molto noto per i suoi romanzi storici. Undici settembre 1683 sarà nelle sale italiane l'11 aprile nella versione cinematografica. L'anno prossimo la versione estesa verrà trasmessa dalla Rai in due puntate.

ARTICOLI di Rino Cammilleri
Il film sulle fate... con Mel Gibson nel finale

ARTICOLI di Rino Cammilleri

Play Episode Listen Later Jul 13, 2021 5:06


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6651IL FILM SULLE FATE... CON MEL GIBSON NEL FINALE di Rino CammilleriLa Icon, casa di produzione di Mel Gibson, è sempre una garanzia. Così, quando ho visto il marchio (il volto della Madonna detta Wladimirskaja), mi sono affrettato a guardare il film che passo a descrivere. Non è recente (è del 1997) ma lo ha trasmesso il canale Cielo nel dicembre scorso, perciò è facilmente reperibile. Si intitola Favole, anche se è più azzeccato il titolo originale, Fairy Tale (lett. «racconto di fate»), con aggiunto A true story («una storia vera»).Infatti narra di quel che successe nel 1917 nell'inglese Yorkshire, dove due ragazzine asserirono di avere visto le fate in un luogo silvestre vicino a un ruscello. Fin qui la cosa sarebbe irrilevante se, le due, le suddette fate, non le avessero pure fotografate. La cosa finì sulla stampa e da lì alle orecchie di teosofi & spiritisti britannici. Tra i quali spiccava Arthur Conan Doyle, il creatore del razionalissimo Sherlock Holmes. Doyle, che era per giunta medico e cattolico di battesimo, credeva - anzi, voleva credere - al mondo del soprannaturale, del preternaturale e del paranormale. Come tutti gli scientisti dell'epoca. La contraddizione è solo apparente, perché gli scientisti erano convinti che a quel mondo invisibile si potesse accedere con mezzi, appunto, scientifici, e perciò non ci fosse più bisogno delle religioni (in realtà lo scientismo stesso è una fede).Lo spiritismo contendeva alla teosofia le menti e i cuori dei positivisti e perfino il beato Bartolo Longo (fondatore del santuario di Pompei) ne fu inizialmente affascinato. Paradossalmente, l'unico nemico giurato dello spiritismo era un mago vero, forse il più grande degli illusionisti: Harry Houdini. Questo, constatato che lo spiritismo attirava soprattutto poveretti che avevano perso di colpo una persona cara, ne fece una crociata personale. Nel film è interpretato da un somigliante Harvey Keitel, mentre a Doyle dà corpo un niente affatto somigliante Peter O'Toole. Il film mostra anche quel che davvero accadde nello Yorkshire, invaso da torme di curiosi armati di reticelle per farfalle (le fate in questione erano alate e non più grandi di una mano). E c'è anche un reduce che, in una seduta della Società Teosofica, racconta di aver visto i famosi «angeli di Mons», che nel 1914 si dice abbiano protetto, stagliati nel cielo, inglesi e francesi contro i tedeschi.L'episodio è vero: non tanto gli angeli, quanto le testimonianze. Ma nel film serve a incrinare i residui scetticismi. E dire che, saggiamente, nel film una delle due «veggenti», in visita a un ospedale, interpellata da un coetaneo malato che gli chiede di intercedere presso le sue fate, risponde che solo l'angelo custode può aiutarlo, le fate no. Infatti, queste ultime non esistono, le hanno inventate le due ragazzine di fertile fantasia nella terra di Shakespeare. Quest'ultimo a sua volta inventò la Regina delle Fate, Queen Mab, rifacendosi a una vecchia tradizione inglese. Però la nominò dove non doveva, Romeo and Juliet, che è ambientato in Italia, dove tutt'al più c'era il Gatto Mammone.Nel film, l'unico ad accorgersi del trucco è un giornalista antipatico e spiantato, cosa che salva la narrazione poetica del film stesso. Il giornalista trova le «fate» ritagliate dalle confezioni di biscotti e usate per i fotomontaggi. Le foto scattate dalle due ragazzine, nella storia vera, vennero analizzate da esperti fotografi, i quali si divisero. Nulla di strano: l'«anello mancante» darwiniano (una truffa operata con mezzo cranio di scimmia e una mandibola umana limata e invecchiata ad arte) rimase esposto al «prestigioso» British Museum per quarant'anni prima che qualcuno si accorgesse dell'inghippo. E dire che ci portavano le scolaresche. Quando le due inglesine confessarono, l'unico a restare rocciosamente convinto dell'esistenza delle fate fu Conan Doyle. Il film, comunque, è molto bello e vale la visione. Anche perché, nel finale, in un ruolo cameo c'è proprio lui, Mel Gibson, che però invano cerchereste nei titoli, chissà perché.

Festival della Mente
Anna Ottani Cavina - Quando i pittori uscirono dall'atelier per dipingere nella natura - Festival della Mente 2016

Festival della Mente

Play Episode Listen Later Jun 17, 2021 68:38


Le origini del dipingere en plein air si collocano alla fine del Settecento, quando gli artisti abbandonarono gli atelier per immergersi nella natura. Questo accade essenzialmente in Italia, nell'incontro con la luce e le geometrie del nostro paesaggio, che gli artisti inglesi, francesi, tedeschi, danesi interpretano e ricreano. I territori dipinti infatti hanno stralciato dalla realtà immagini a tal punto memorabili da plasmare l'idea del paesaggio italiano. Paradossalmente si potrebbe dire che Poussin, Thomas Jones e Corot abbiano contribuito a costruire quel luogo dell'immaginazione e della memoria che da allora tutti noi, credendo di conoscerlo da sempre, chiamamo Italia.

Le interviste di RKO
Intervista a Dario skèpisi

Le interviste di RKO

Play Episode Listen Later Jun 5, 2021 10:52


Su Puglia Connection c'è Dario Skèpisi che ci racconta il suo "Paradossalmente", il nuovo album jazz del cantautore barese. Articolo su www.rkonair.com

INSiDER - Dentro la Tecnologia
Too Good To Go: l'app per ridurre gli sprechi alimentari

INSiDER - Dentro la Tecnologia

Play Episode Listen Later May 29, 2021 20:07


La popolazione mondiale sta crescendo sempre più e con essa anche la necessità di produrre cibo. Paradossalmente però un terzo del cibo che produciamo viene gettato e sprecato. Il vero problema non è quindi solo produrre più cibo, ma cercare di distribuire quello che abbiamo nel modo più corretto possibile. Too Good To Go è l'esempio di come la tecnologia può aiutarci non solo a ridurre gli sprechi alimentari, ma anche a rendere profittevole ciò che altrimenti rimarrebbe invenduto. Per spiegarci questa realtà abbiamo intervistato Alberto Bruzzese, Head of Customer Success di Too Good To Go. Nella sezione delle notizie invece parleremo dell'esclusione di Xiaomi dalla lista nera USA delle aziende affiliate al governo Cinese e del divieto di mining di criptovalute in Iran. --Indice-- • Xiaomi non è più nella black list degli USA (01:18) - DDay.it - Matteo Gallo • Mining bloccato in Iran (02:28) - HDBlog.it - Luca Martinelli • Too Good To Go: l'app per ridurre gli sprechi alimentari (03:55) - Alberto Bruzzese, Davide Fasoli, Matteo Gallo --Contatti-- • www.dentrolatecnologia.it • Instagram (@dentrolatecnologia) • Telegram (@dentrolatecnologia) • YouTube • redazione@dentrolatecnologia.it --Brani-- • Ecstasy by Rabbit Theft • Found You by Time To Talk, Avaya & RYVM

il posto delle parole
Sabrina Sezzani "Storia e non storia di Rossella Casini"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later May 20, 2021 14:22


Sabrina Sezzani"Storia e non storia di Rossella Casini"La donna che non mi hanno lasciato diventareNeos Edizionihttp://www.neosedizioni.it/La voce di un ricordo, quello di Rossella Casini, si apre a ciò che è stato e a ciò che non è stato. Una vita spezzata dalla 'ndrangheta, che vuole e deve continuare a esistere.Rossella Casini scomparve nel 1981. Il corpo della giovane donna, venticinquenne, non venne mai ritrovato. La giustizia italiana non fu in grado, a causa dell'assenza di prove, di agire.Si sapeva che era stato un omicidio ordito dalla 'ndrangheta. Ma senza il corpo della vittima, senza il corpo del reato, senza confessioni, solo tredici anni dopo emerse la verità sull'ennesimo misfatto della criminalità organizzata italiana.Sabrina Sezzani, fiorentina, concittadina di Rossella, a cui la città natale ha dedicato numerosi ricordi, cerca di far parlare quella ragazza di cui si sa così poco, in fondo. Un'esistenza spezzata al venticinquesimo anno di vita è un potenziale inespresso. Dietro Rossella, nel suo breve passato, una famiglia affettuosa, una Firenze brillante, una passione per la psicologia e per la pedagogia, che la ragazza studiava con ottimi risultati, e un grande amore. Un amore “sbagliato”, che ha portato Rossella alla morte e a una non vita, a un non futuro, la cui struggente incompiutezza l'autrice prova a raccontare, per dar voce a un ricordo, per tramandarlo in un futuro in cui Rossella deve continuare a esistere.«Quali sono i motivi per i quali qualcuno dovrebbe avere voglia di leggere queste mie righe? Quali sono le motivazioni che possono far sì che le persone possano sentirsi attratte dalle mie parole e dalla mia storia? A cosa serve ricordare ancora fatti accaduti così tanto tempo fa?Paradossalmente la risposta a queste domande è compresa proprio nel significato stesso delle domande. Penso infatti che sia davvero importante ricercare il perché delle cose, andare alla fonte delle informazioni, cercare di dare un senso alla nostra sete di sapere.Se ripenso alla mia esperienza posso ben dire che nella vita, durante “l'esistenza in vita”, ci sono momenti nei quali le risposte alle nostre domande non arrivano, non si riescono a trovare, sono smarrite. Ci sono poi domande per le quali non c'è risposta, altre per le quali non esiste solo una risposta o non ne esiste solo una “giusta”. Ci sono momenti poi in cui ci rendiamo conto che le risposte alle nostre domande non potranno che arrivare tardi, forse troppo tardi, magari quando sembreranno non essere più utili, efficaci. Da questo mio particolare punto di vista posso affermare però che tutto questo non scalfisce neanche un po' l'importanza del farsi domande».Sabrina Sezzani,52 anni, vive e lavora a Firenze, sua città natale, presso gli uffici del Comune. Amante della lettura prima e della scrittura poi, inizia a raccontare fin da giovanissima, ma solo una decina di anni fa, anche grazie all'incoraggiamento di conoscenti e amici, prova a partecipare a dei concorsi letterari. L'incontro con questo mondo è per lei una vera scoperta e soprattutto fonte di stupore vero quando si accorge che il suo modo di scrivere pare suscitare un qualche interesse in chi la legge tanto che arriva in finale, e vince diversi premi. Da allora ha fatto della scrittura la sua passione creativa. In questo volume, frutto di una raccolta di trenta racconti scritti per una rivista on line fiorentina, ha unito il trasporto per le tematiche femminili con lo slancio per la scrittura, dando vita a un mix di argomenti più e meno seri, di oggi ma anche di ieri. I suoi racconti sono pubblicati in alcune antologie fiorentine e per Neos Edizioni, nelle antologie dei racconti vincitori delle edizioni 2013, 2014, 2015, 2016 e 2017 del Premio di Narrativa Scrivere Donna.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/

Recensioni CaRfatiche
Recensioni CaRfatiche - Casino Royale (Martin Campbell 2007)

Recensioni CaRfatiche

Play Episode Listen Later Mar 25, 2021 12:59


Un film ricco d'azione, che ha il grande merito di svecchiare finalmente la figura di quell'odioso agente segreto con licenza di uccidere, che sembra avere uno scopettone perennemente infilato nel culo (con tutto il rispetto per il buon Sean). Paradossalmente, la scena migliore del film è proprio quella ambientata sul tavolo verde: tesa e avvincente al punto giusto. E comunque, il Bond più umano di Daniel Craig ha fatto centro nel mio personale indice di gradimento. E per quello che vi riguarda?

IOTtoday
Servizi digitali avanzati: due novità da Ima Group

IOTtoday

Play Episode Listen Later Jan 25, 2021 6:15


Ima Digital (portfolio 4.0) presenta due nuovi servizi. Dna Map consente di raccogliere dati dalle macchine, traducendo dati grezzi in informazioni significative e di valore, arrivando a un'accurata pianificazione della produzione. Si affianca a Digital Room, una vera e propria centrale di controllo remoto per macchinari connessi Il confronto attivo con i paradigmi emergenti dell'Industria 4.0 e con la digital transformation ha portato la Ima Group a mettere a punto un'offerta di servizi digitali capaci che si traducono in vantaggi concreti e che modificano il tradizionale rapporto fornitore/cliente rendendolo più simile a quello fra advisor/cliente, se non a una vera e propria partnership. Dna Map e Digital Room In questo quadro si inserisce il lancio di Dna Map, una piattaforma aperta, basata su un software in grado di dialogare con tutti i principali sistemi Erp e Mes, di connettersi a ogni tipo di macchinario, la cui funzione è raccogliere dati dalle macchine per il packaging che l'azienda bolognese produce, monitorandone le condizioni in tempo reale, e di tradurre in seguito i dati grezzi in informazioni significative, fornendo agli operatori: elenchi intelligenti e dinamici di azioni utili a migliorare l'efficienza; dati statistici sulla macchina per l'armonizzazione delle linee di produzione smart; misure realistiche delle performance, utili a pianificare la produzione. A Dna Map si affianca Digital Room, una vera e propria centrale di controllo remoto per macchinari connessi, presidiata ventiquattr'ore su ventiquattro, sette giorni su sette, da un team di ingegneri preposti al controllo delle condizioni operative del macchinario, monitorando e analizzando tutti i parametri rilevanti, sia tecnici sia fisici. In caso di fermi macchina o allarmi o nel caso che il sistema in autonomia evidenzi qualche anomalia, sia gli operatori della Digital Room che i clienti ricevono degli alert generati automaticamente. Due servizi complementari I due servizi sono complementari, con Dna Map rivolto soprattutto alle aziende in grado di gestire da sole le proprie linee di produzione, e Digital Room pensato per chi preferisce demandare monitoraggio e controllo all'esterno. Oltre la complementarietà, le diverse caratteristiche li rendono adatti ad esigenze diverse e utilizzabili sempre anche separatamente, indipendentemente uno dall'altro. La Digital Room garantisce sempre – in caso di bisogno – un intervento da remoto. Dna Map, invece, viene incontro al bisogno di essere autonomi e indipendenti, in possesso delle informazioni necessarie per ottimizzare i processi produttivi. Paradossalmente, con Dna Map un direttore di produzione potrebbe seguire anche da casa l'andamento della produzione, reagire a eventuali criticità ed eventualmente ottenere un supporto da remoto tramite il collegamento con la Digital Room. E la crisi scatenata da Covid-19 ha dimostrato a tutti quanto questi aspetti diventino ancora più cruciali, laddove il monitoraggio da remoto di macchine e fabbriche ha permesso di aziende di continuare la propria operatività nonostante il lavoro da casa, i divieti di spostamento, le aree in quarantena, le risorse limitate. “Raccogliere dati non è sufficiente, la vera sfida è raccogliere i dati giusti e dare agli utilizzatori la possibilità di usarli concretamente, perché lì si gioca veramente il successo di questo genere di applicazioni, – ha puntualizzato Martina Stefanon, Responsabile progetto Ima Dna Map – tant'è che i servizi dispongono di un'applicazione che consente ai tecnici di consultare il quadro della situazione direttamente sui loro smartphone, con viste diverse relative da una parte all'efficienza della linea, dall'altra all'andamento della produzione”. Un diverso approccio al mercato Fondato nel 1961, il gruppo Ima è oggi una delle principali realtà mondiali nel settore della produzione di macchinari per il packaging, con un fatturato 2019 di 1,6 miliardi di euro, il 90% del ...

J-TACTICS's show
J-TACTICS - I Duellanti (S03 E14)

J-TACTICS's show

Play Episode Listen Later Jan 14, 2021 110:50


Il titolo della quattordicesima puntata della terza stagione di J-TACTICS, trae spunto da: “I Duellanti” (The Duellists), che è un film del 1977 diretto da Ridley Scott, con Keith Carradine, Harvey Keitel, Albert Finney.È la storia di un duello che, continuamente interrotto per ragioni diverse, dura quindici anni.I duellanti sono due ufficiali francesi degli Ussari dell’epoca napoleonica, ossessionati da una assurda rivalità.Da un racconto (1908) di J. Conrad.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo particolare alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il big match tra i bianconeri campioni d’Italia ed i nerazzurri in quel di San Siro domenica sera.L’eterna sfida tra Inter e Juventus non avrebbe certo bisogno di particolari presentazioni.Quello che nei decenni si è meritato l’appellattivo di Derby d’Italia è da sempre un confronto già di per sè portatore di emozioni, tensioni, gioie e battaglie, del resto la rivalità tra le due società è massima, soprattutto in modo particolare dopo le note vicende di calciopoli nell’estate del 2006, punto di non ritorno per tutto il mondo bianconero, società e tifosi compresi.Il calcio però, si sa, è fatto di corsi e ricorsi storici, uno di essi ha portato lo scorso annoAntonio Conte, ex bandiera bianconera e tra i maggiori interpreti del ciclo vincente della presidenza Agnelli, sulla panchina degli odiati rivali, un altro scherzo del destino ha poi messo Andrea Pirlo, ex fedele scudiero proprio dell’attuale tecnico nerazzurro nella comune esperienza a Torino, sulla panchina juventina.Pirlo contro Conte o anche Conte contro Pirlo, è a tutti gli effetti il nuovo episodio del duello calcistico più famoso d’Italia.Nella sfida di San Siro, Pirlo sfida il mentore Conte, non a caso la stessa Gazzetta dello sport evidenzia il confronto in panchina tra i due attuali allenatori delle due grandi rivali.Conte è il maestro, appellativo attribuibile al salentino almeno in virtù della maggiore esperienza maturata in panchina e per i trionfi già ottenuti come allenatore.Il ciclo vincente della Juventus, destinato poi a ripetersi per altri sei anni, è iniziato proprio con Conte alla guida della squadra, non a caso.Paradossalmente però, in due allenatori utilizzano lo stesso modulo (Pirlo a dir la verità in maniera non ossessiva come il salentino), ma con un’idea di calcio diametralmente opposta.Per sua stessa ammissione l’ex centrocampista rossonero ha dichiarato che non sarebbe mai diventato allenatore senza le idee tattiche assorbite dal salentino ai tempi della Juve.Vero è che però l’idea di calcio dei due, sebbene convergente nella scelta del modulo preferito, il 3-5-2 appunto, si dispiega poi in modo totalmente diverso.La mentalità di Conte rimane difensiva, la scelta degli uomini e dell’atteggiamento in campo riflette tale necessità, ciò nonostante l’Inter abbia il miglior attacco del campionato, l’idea di calcio di Pirlo invece, è tendente al Guardiolismo, all’innovazione, alla sperimentazione tattica, possesso palla e costante dominio del gioco.Come se non bastasse dunque il pathos insito nello scontro tra le due squadre, domenica sera la sfida si dispiegherà anche sul lato squisitamente tattico, il maestroConte sfida l’allievo che ha imparato da lui per poi prendere una strada totalmente diversa.Proprio come i due ufficiali francesi, protagonisti della pellicola che da il titolo all’odierna puntata di J-TACTICS, saranno l’uno difronte all’altro nella sfida di San Siro (probabilmente solo la prima di tante altre) e loro malgrado saranno i “cervelli pensanti” all’interno di un’ossessiva rivalità che contraddistingue il rapporto tra i bianconeri e nerazzurri dentro e fuori dal campo.Andrea Pirlo e Antonio Conte, saranno “I duellanti” appunto.Chi la spunterà?Sarà nostro gradito ospite l’amico e youtuber Roberto Loforte “Fuori rosa TV”.Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:https://instagram.com/jtactics_?igshid=1fg7nrkzhl2mtFACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/

Radio Fuori Onda
Voci Fuori Tempo: Syd Barrett

Radio Fuori Onda

Play Episode Listen Later Dec 15, 2020 31:56


In questo podcast racconteremo di Roger Keith Barrett, detto “Syd”, fondatore e principale autore dei Pink Floyd nelle loro origini. Acclamato come geniale musicista, la sua figura controversa è colma di luci e ombre. Da un lato il l'artista innovatore, i testi ricchi e psichedelici, gli esperimenti sonori; dall'altro il ragazzo fragile, la pressione del mondo dello spettacolo e l'uso di droghe. Andiamo per ordine… Gli inizi e il talentoEmily ci prova ma non capisce, ah ooh
Molto spesso prova a prendere in prestito
i sogni di qualcuno fino a domani

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Poco dopo il pianto dell'oscura Emily, ah ooh
Che osserva con dolore tra gli alberi
non si sente un suono fino a domani

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocare

Indossa una gonna che arriva al pavimento, ah ooh
Galleggia sul fiume sempre e per sempre, Emily

Non c'è un altro giorno
Proviamo in un altro modo
Perderai la tua mente e il gioco
Giochi gratis a Maggio
Guarda Emily giocareInterpretazione:See Emily play è un singolo del 1967 e contribuì indubbiamente a spianare alla band la strada verso il successo. Dopo l'uscita del brano, i ragazzi londinesi si videro catapultati nel mondo dello showbusiness, tra interviste e apparizioni televisive. Questo provocò all'allora frontman Syd Barrett non pochi problemi. Egli ebbe grosse difficoltà ad accettare il fatto di essere riconosciuto come un musicista rock commerciale, invece che come un artista.Sulla copertina si vede l'immagine di un treno disegnato da Barrett. Il testo da lui scritto è ispirato a un viaggio psichedelico, durante il quale incontrò la protagonista della canzone. La giovane musa di Barrett, Emily Young, fu una scultrice, che desiderava raccontare la verità sulle origini della vita e della coscienza umana. Le sue opere, a un primo sguardo, evocano un ricordo dei lavori di Paul Gauguin. Come l'artista francese infatti, Emily Young credeva che la verità sul genere umano fosse primitiva e arcaica e che essa fosse nascosta dalle forze della natura. Presumibilmente, il brano parla di una giovane aristocratica, conosciuta come la ragazza psichedelica. Con i suoi versi mistici, stravaganti, e a tratti infantili, il pezzo contiene un significato molto più profondo. Il testo di See Emily Play rappresenta la crème de la crème della scrittura di Barrett, una pura testimonianza dello spirito degli anni sessanta. Una parte di esso cela un velato misticismo. È impossibile determinare con esattezza cosa ispirò il cantante per la stesura del testo, come nel caso di molte altre sue canzoni. Barrett stesso espose molte versioni, una di queste vede il musicista incontrare un'insolita ragazza dopo aver assunto una dose di LSD in un bosco ed esservisi addormentato. Ho una bicicletta,
ci puoi andare se ti va
ha un cestino, un campanello che suona
e cose che la fanno bella
Te la darei se potessi
ma l'ho prestata

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Ho un mantello, è un po' ridicolo
c'è uno strappo sul davanti. è rosso e nero
Ce l'ho da mesi
se pensi che possa sembrarti bello,
allora credo che lo sia

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Conosco un topolino che non ha casa
Non so perché lo chiamo Gerald
È ormai piuttosto vecchio
ma è comunque un buon topolino

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Ho una tribù di uomini di zenzero
Uno qui, un altro lì, un sacco di uomini di zenzero
prendine un paio se desideri, sono sul piatto

Sei il tipo di ragazza
adatta al mio mondo
Ti darò tutto, qualunque cosa
se vuoi qualcosa

Conosco una stanza di brani musicali
Qualcuno giusto, qualcuno sottile
La maggior parte non funziona
andiamo nell'altra stanza e facciamoli funzionareBike è l' ultima traccia dell'album di debutto, The Piper at the Gates of Dawn, del 1967.Il testo, anche questo di Barrett, è dedicato alla sua ragazza dell'epoca, Jenny Spires.Il brano è molto leggero e orecchiabile, così come il testo è semplice e non affronta i temi angosciosi che incontreremo negli anni a seguire, il che dà da pensare che il suo malessere non avesse ancora pervaso le sue capacità artistiche. Sembra ancora inoltre incline a pensare agli affetti, nel particolare ad una donna che è proprio adatta al suo mondo ' You're the kind of girl
that fits in with my world'. Emerge anche il concetto dell'essere compreso. In questa canzone ancora non c'è la resa totale che si riscontra in Vegetable Man, in cui Syd canta;“NON C'è UN POSTO PER ME DA NESSUNA PARTE ‘I've been looking all over the place for a place for me But it ain't anywhere, it just ain't anywhere.' In questo brano c'è ancora spensieratezza, affetto, vicinanza, desiderio di aprirsi all'altro. La calma prima della tempesta.La crisi e il crolloNell'autunno del 1967, l'atmosfera all'interno dei Pink Floyd era tesa e nervosa. Il gruppo era riunito a Londra per registrare nuovi singoli, richiesti dalla casa discografica, e il secondo album, A Saucerful of Secrets. Syd Barrett si comportava in modo sempre più lunatico ed inaffidabile e il resto del gruppo fu infine costretto a chiamare David Gilmour come supporto e secondo chitarrista, ufficialmente, ma pensando già a una sostituzione. Amico di infanzia di Barrett e conoscente di Waters, Gilmour si trovò in una situazione alquanto imbarazzante, poiché il gruppo ancora non voleva espressamente che gli si sostituisse, ma Barrett lo vedeva già come un intruso, nonostante continuasse a comportarsi in modo stravagante ed esasperante, obbligando Gilmour a rimediare alla sua presenza-assenza. Sono di questo periodo due canzoni esemplari della situazione di Barrett, da lui scritte e composte: Vegetable Man e Jugband Blues. Nella prima descrive se stesso in modo ironico, prendendosi in giro e svilendosi; nella seconda esprime la propria alienazione rispetto al gruppo e al mondo, sfogando la frustrazione del suo isolamento.I Pink Floyd inizialmente sopportarono gli atteggiamenti imprevedibili di Barrett, poiché egli era sia un amico che un grande artista, fondatore del gruppo e principale compositore. Tentarono di convincerlo ad essere lo scrittore del gruppo dietro le quinte, senza partecipare ai concerti, per limitare la sua presenza in pubblico, ma egli si rifiutò. Il suo costante utilizzo di droghe, soprattutto dell'allucinogeno LSD, contribuì in modo sostanziale alla sua progressiva estraneazione dal gruppo e da chiunque gli fosse vicino e tentasse in qualche modo di aiutarlo. Da ragazzo carismatico, allegro, estroverso, divenne nel tempo sempre più depresso, asociale, alienato. In Vegetable Man, Barrett deride il suo modo di vestirsi, di pettinarsi e la sua apparenza in generale, affermando che evidentemente deve essere fatto così, un “uomo vegetale”. Il cinico umorismo utilizzato nella propria descrizione evidenzia come egli fosse in un certo modo consapevole della sua situazione. Vari sono gli aneddoti, riguardanti il periodo dall'autunno del 1967 all'estate del 1968, in cui il comportamento di Barrett appare anormale e spiazzante: spesso rimaneva ad osservare un punto fisso, con lo sguardo vuoto, senza che nulla potesse distoglierlo; nelle interviste rispondeva con frasi senza senso o scortesi; sul palco passeggiava senza cantare, poggiava la chitarra a terra, suonava soltanto una nota, rimuoveva le corde. Al pubblico dei concerti i suoi atteggiamenti lunatici piacevano, poiché sembravano una stravagante e particolare recita di un artista coinvolto ed immerso nel momento psichedelico, ma il gruppo rimaneva sempre più senza parole di fronte al comportamento inaffidabile e del suo frontman. In Vegetable Man, Barrett afferma di aver cercato ovunque un posto per sé, ma di non averlo trovato, perché non c'è da nessuna parte, a sostegno dell'evidenza. Alla fine del 1967, il resto dei Pink Floyd era giunto al punto di rottura: lo stato mentale di Syd Barrett era insostenibile e lavorare con lui era estenuante. Paradossalmente, Barrett si rendeva conto di quanto stesse accadendo, ma il suo comportamento esasperante non cessava. In Jugband Blues, egli si rivolge ai suoi compagni e al resto del mondo, ironizzando su quanto sia “terribilmente premuroso” il considerarlo come presente, ma al tempo stesso essendo “grato” che si faccia chiarezza sul fatto che lui non sia lì. In futuro, i suoi compagni e i professionisti del settore che avevano lavorato con lui affermeranno spesso come la fama e il successo abbiano inciso sulla sua salute mentale. Le numerose interviste, i lunghi concerti, la folla in acclamazione, le aspettative del pubblico e soprattutto le pretese della casa discografica e le scadenze da rispettare erano un peso enorme per Barrett, che non resse la pressione. In Jugband Blues, egli sostiene che il vero se stesso sia stato gettato via e che invece in studio sia stato portato un altro Barrett “vestito di rosso”, chiedendosi a quel punto chi fosse a “scrivere la canzone”. I suoi compagni, frustrati dal suo comportamento, decisero infine di rivolgersi a David Gilmour, amico in comune e promettente chitarrista, che dagli inizi del 1968 cominciò ad aiutare il gruppo. Il precario equilibrio interno dei Pink Floyd a cinque elementi durò poco: Barrett non era più gestibile e ormai lavorare con lui era pressocché impossibile. In studio lo si doveva quasi pregare di collaborare, sul palco agiva di testa sua, senza seguire la scaletta o rispettare i tempi. Infine un giorno, i suoi compagni diedero istintivamente sfogo alla loro esasperazione: nel giro in macchina prendere i membri del gruppo e andare a un concerto, decisero di getto di non passare da Barrett. Da quel momento, fu escluso dai successivi spettacoli.

Ascolta la Notizia
Conte: «È una fake news inventata di sana pianta: l'Italia non è in ritardo sul Recovery Plan»

Ascolta la Notizia

Play Episode Listen Later Nov 20, 2020 1:12


Ieri «è stata pubblicata una fake news a grandi lettere su un quotidiano: che l'Italia sarebbe in ritardo sul Recovery Plan. Bene, è una fake news, è stata inventata di sana pianta. Abbiamo presentato le linee guida che sono state condivise con un passaggio parlamentare: lavoriamo settimanalmente con la Commissione. Stiamo lavorando per definire la struttura normativa che ci consentirà che il piano possa ricevere un'attuazione rapida, ieri siamo stati impegnati in riunioni fino alle 11 di sera proprio su questo». Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenendo all'assemblea annuale dell'Anci. «Cerchiamo di lavorare con pieno spirito di solidarietà. Paradossalmente il veto danneggerebbe gli interessi di quegli stessi Paesi che minacciano una posizione così radicale», ha affermato ancora Conte, sottolineando che «il governo sta lavorando in modo intenso al piano di rilancio dell'Italia». Sarà riunito «il Ciae per un aggiornamento sulla definizione del pnr rapidamente e invieremo un ulteriore draft al Parlamento prima della fine di novembre», ha fatto sapere Conte.

Occhio al mondo
Pausa da internet, mica vorrete diventare apatici? … Giusto?

Occhio al mondo

Play Episode Listen Later Oct 14, 2020 10:50


Paradossalmente abbiamo curato la tecnologia per aiutarci e ora noi aiutiamo lei per schiavizzare noi! Così come la ruota, questo fenomeno, questa invenzione in realtà, una volta arrivata è diventata indispensabile per la sopravvivenza!https://bit.ly/2RnLlil Fonti:Dipendenza da ricerca di informazioni: https://www.istitutobeck.com/psicoterapia-dipendenza-internet/dipendenza-ricerca-informazioni-information-overload http://www.donothingfor2minutes.com/Fuga dai social: nell’anno del lockdown un giovane su quattro (fino a maggio) ha cancellato l’accounthttps://www.corriere.it/economia/consumi/20_ottobre_02/fuga-social-nell-anno-lockdown-giovane-quattro-fino-maggio-ha-cancellato-l-account-edf787da-0232-11eb-a582-994e7abe3a15.shtml Drogati di smartphone - Presadiretta 15/10/2018: https://www.youtube.com/watch?v=tsBIqb-D0us http://www.donothingfor2minutes.com/ INSTAGRAM https://www.instagram.com/br1.brown/ TELEGRAM https://t.me/br1brownOfficial

RADIO 11.11 432 HZ
CORONA VIRUS- EMERGENZA SANITARIA O DEMOCRATICA ?? sTRAGE E SEQUESTRO DI STATO

RADIO 11.11 432 HZ

Play Episode Listen Later Jul 31, 2020 157:41


L'associazione "L 'Eretico"con il Professor Giulio Tarro, il magistrato Angelo Giorgianni e il medico Dott. Mario Pasquale Bacco, la Parlamentare Gruppo Misto On. Sara Cunial e la sua associazione R2020 e il Professor Marco Mamone Capria​ci informeranno delle tre giornate di conferenze in Parlamento come incontro dell'Osservatorio permanente sulle libertà fondamentali. Inoltre tratteremo l’incoerenza tra i dati dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica) e quelli dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Paradossalmente i due enti spesso non vanno proprio d’accordo. Un esempio per tutti: la mortalità dell’influenza. Secondo l’Istat i decessi sarebbero centinaia, mentre per l’ISS sarebbero svariate migliaia

Happy Daily di Giusi Valentini
Meditazione per superare la solitudine

Happy Daily di Giusi Valentini

Play Episode Listen Later Jul 24, 2020 23:21


La solitudine fa paura. Così quando ci sentiamo sole, spesso cominciamo a dubitare di noi stesse - c'è forse qualcosa che non va in noi? Perché non attraiamo le persone giuste? Paradossalmente, uno strumento per stare meglio in situazioni del genere è il sederci da sole, ed ascoltare il tuo respiro. Meditare. In questo podcast, ti guido in una meditazione per superare la solitudine. È una meditazione che si è svolta in diretta sui miei social, e attraverso esercizi di respirazione, consapevolezza e visualizzazione, ti farà sentire connessa non solo a te stessa ma anche alle migliaia di donne sulla terra che sono le tue sorelle. Sul mio canale Youtube trovi molte altre meditazioni ed esercizi di respirazione per calmare l'ansia ed aiutarti in momenti di stress. E se ti iscrivi alla mia loveletter, riceverai gratuitamente la meditazione della felicità :) Fammi sapere su Instagram o nella community di Happy Daily su Facebook come ti sei sentita durante e dopo la pratica.  E condividila con le persone a cui vuoi bene, ti ringrazieranno! Un abbraccio forte e a prestissimo, Giusi  

Monologato Podcast
Ciclone - Takagi & Ketra, Elodie, Mariah, Gipsy Kings, Nicolás Reyes, Tonino Baliardo e gli arrosticini di mia mamma

Monologato Podcast

Play Episode Listen Later Jul 1, 2020 8:28


Il podcast più trash che sia mai stato fatto nella storia del monologato podcast. Parto con tutte le buone intenzioni a cercare di capire l'ennesimo tormentone estivo, che ormai sono un tormento, ma vengo bruscamente interrotto da mia madre. Paradossalmente questo è un bene, in quanto "fare cultura" non è proprio possibile quando si tratta di certi brani... Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Monologato Podcast - The Filippo Ruggieri Experience
Ciclone - Takagi & Ketra, Elodie, Mariah, Gipsy Kings, Nicolás Reyes, Tonino Baliardo e gli arrosticini di mia mamma

Monologato Podcast - The Filippo Ruggieri Experience

Play Episode Listen Later Jul 1, 2020 6:28


Il podcast più trash che sia mai stato fatto nella storia del monologato podcast. Parto con tutte le buone intenzioni a cercare di capire l'ennesimo tormentone estivo, che ormai sono un tormento, ma vengo bruscamente interrotto da mia madre. Paradossalmente questo è un bene, in quanto "fare cultura" non è proprio possibile quando si tratta di certi brani...

Da 0 a 42 - Il mio podcast sul running
TV e running: Kilian Jornet, Path to Everest

Da 0 a 42 - Il mio podcast sul running

Play Episode Listen Later Jun 4, 2020 7:05


Dopo avervi raccontato qualche puntata fa di We need lungs, voglio proseguire con questo filone, raccontandovi di un altro film/documentario che ho visto “Kilian Jornet, Path to Everest”.In verità la corsa non è la protagonista principale di questo film. L’argomento è più l’alpinismo estremo. Seppur Kilian sia decisamente famoso per le sue qualità di runner di endurance.Infatti, per gli amanti della corsa, Kilian Jornet non dovrebbe aver bisogno di presentazioni: è uno dei fondisti di corsa in montagna più forti di tutti i tempi, se non il più forte in assoluto. Ha vinto per 6 volte le Skyrunner World Series, con 34 vittorie parziali di gara. Oltre a questo, si è reso protagonista di svariate imprese vincenti a livello di skyrunning, ultramaratone e corsa di endurance in ogni sua forma.Ma Kilian si annoiava a vincere sempre. Ed allora ha dato il via al progetto “Summits of my Life”, che lo ha visto impegnato nel tentativo di migliorare i record di salita e discesa in autosufficienza di alcune fra le più note e alte montagne della Terra: Monte Bianco, Cervino, Aconcagua, Monte McKinley, Everest.Ed è di quest’ultima scalata solitaria che si parla in questo film, dove i paesaggi e la fotografia sono davvero mozzafiato, specie per gli amanti della montagna.Tuttavia, solo l’ultima parte si concentra su questa avventura.La prima metà di film, invece, ci permette di scoprire meglio il personaggio Kilian Jornet. Con le testimonianze di persone: a partire dalla mamma, arrivando alla sua compagna, passando per vari compagni di viaggio.Ma anche proprio con le sue parole in viva voce: si parte proprio dall’infanzia, nella quale vediamo un Kilian già nato con una predisposizione particolare per questa tipologia di attività, arrivando sino ai giorni nostri.Paradossalmente, è la parte che mi è piaciuta di più. Dove ho potuto scoprire meglio il carattere e le ossessioni di un personaggio mitologico del running contemporaneo.Nel film, si vede Kilian raccontare episodi felici, ma anche i suoi momenti bui, come ad esempio la morte del compagno Stéphane Brosse, proprio davanti ai suoi occhi, mentre stavano affrontando la prima sfida del “Summits of my Life”, il Mont Blanc Crossing, una traversata di due giorni dell'intero massiccio del Monte Bianco.E, dopo averci fatto entrare nella vita di Kilian ed aver così empatizzato un po’ con lui, il film svolta decisamente, focalizzandosi sull’Everest.Kilian ed il team arrivano nei campi base nel maggio del 2017. E qui, dopo qualche sopralluogo, Kilian tenterà per ben due volte nel giro di pochissimi giorni la scalata sul Tetto del Mondo, in solitaria e senza bombole di ossigeno.Per come si imparerà a conoscere il carattere decisamente particolare ed avventuriero di Kilian, si comprende bene come questo non sia assolutamente un traguardo, un punto di arrivo, ma piuttosto un nuovo stimolo verso nuove sfide estreme.Di questo film, della durata di un’ora e 24 minuti una piccola nota negativa, se vogliamo, è la lingua. Dato che il docu-film è quasi tutto parlato in catalano, con qualche sprazzo di inglese e francese. Ma niente paura: lo trovate tranquillamente con i sottotitoli in italiano su Amazon Prime Video.----------------------Seguimi!Canale Telegram: https://t.me/da0a42Instagram: https://www.instagram.com/da0a42/Facebook: https://www.facebook.com/da0a42/Strava: https://www.strava.com/athletes/37970087Sito: https://da0a42.home.blogOppure contattami!https://da0a42.home.blog/contatti/----------------------Music credits: Feeling of Sunlight by Danosongs - https://danosongs.com

BASTA BUGIE - Islam
Il riscatto pagato per Silvia Romano è immorale perché servirà per uccidere e sequestrare altre persone

BASTA BUGIE - Islam

Play Episode Listen Later May 12, 2020 13:08


TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6126IL RISCATTO PAGATO PER SILVIA ROMANO E' IMMORALE PERCHE' SERVIRA' PER UCCIDERE E SEQUESTRARE ALTRE PERSONE di Graziano MottaLa vicenda di ostaggi italiani catturati da fondamentalisti musulmani continua a dominare l'interesse dell'opinione pubblica, e di riflesso le cronache, specialmente televisive, con punte critiche ricorrenti, come il caso di Silvia Romano.Sedici anni orsono suscitò scalpore e polemiche la vicenda delle due Simone, la romana Torretta e la riminese Pari. Si concluse il 5 ottobre 2004 con la loro visita di ringraziamento a Giovanni Paolo II. L'anno successivo suscitò grande interesse la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. Paradossalmente tra la persistente, e diffusa, ignoranza di un fenomeno storico secolare; ma sempre con il coinvolgimento pieno del potere politico.Ha fatto il suo tempo il coinvolgimento religioso. Importantissimo sino agli albori dell'Ottocento, ebbe come grandi protagonisti due Ordini religiosi - onore e vanto della Chiesa cattolica - cioè gli Ordini dei Trinitari e dei Mercedari, fondati proprio per un'opera meravigliosa di carità - la liberazione degli ostaggi (secondo un calcolo attendibile, più di centomila) - arricchita dalla palma del martirio di tanti suoi membri. Mai però, prima d'ora, si era visto uno spiegamento di uomini, intelligenze, energie e denaro per il riscatto di un'italiana ostaggio dei musulmani che, una volta "liberata", ha affermato di essersi convertita all'Islam, confermando questa sua decisione con un rigoroso abbigliamento per la cerimonia di accoglienza.LIBERAZIONE?A questo punto non si capisce di che "liberazione" sia stata oggetto. Come musulmana, Silvia non aveva bisogno di essere riscattata, era titolare di diritti sanciti dalla Sharia e da secolari consuetudini sociali. Forse non le era consentito dai suoi rapitori di venire in Italia, ma i Servizi segreti, italiani e turchi, più quelli dell'inesistente Stato somalo, in mesi e mesi di trattative si presume fossero venuti (o dovessero essere giunti) a conoscenza della sua condizione. Cioè che non in una "liberazione" essi erano impegnati, quanto in un'impresa di sottrazione di una musulmana ad un'emergenza, ormai però ovvia in società islamiche che i fondamentalisti intendono sottomettere pienamente alle loro convinzioni religiose. Convinzioni che Silvia, convertendosi all'Islam, dovrebbe ben conoscere e, se non apprezzare, almeno accettare.Quindi non si capisce perché abbia aderito al progetto di venire in Italia a spese dei suoi connazionali, su un aereo di Stato, con tutti gli onori e gli applausi riservati ad una "liberata". Non si capisce nemmeno perché di questo non ne sapessero (o non fossero stati informati) il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri. E la pubblica opinione. Alla luce di quanto sopra l'aspetto e il quantum, sempre annebbiato, del "riscatto", dovrà essere portato alla luce.MILLE ANNI DI RAPIMENTI, UCCISIONI E CONVERSIONI FORZATEIn attesa dunque degli attesi chiarimenti, dei Servizi segreti impegnati e della Magistratura, il caso di Silvia Romano offre l'occasione di evocare all'interessata e a tanti nostri connazionali come, per secoli, siano intercorsi i rapporti tra i musulmani del Mediterraneo e gli europei, in particolare gli italiani. Ricordando fra l'altro che i Mercedari, entrando nell'Ordine, aggiungevano ai tre voti di povertà, castità e ubbidienza quello "di sostituire con la loro persona i prigionieri in pericolo di rinnegare la fede". E che, per consuetudine, chiedevano ai "redenti" di testimoniare ai benefattori "il buon impiego delle loro offerte".E se si ha desiderio di approfondire queste relazioni, c'è un'abbondanza di studi e libri storici, dalle ricostruzioni affascinanti oppure orripilanti (correlati a episodi di eroismo o di crudeltà), come l'eroica difesa di Famagosta (agosto 1571) di cui fu protagonista Marcantonio Bragadin, pagata con un inenarrabile martirio (fu addirittura scuoiato!) per aver egli disdegnato di convertirsi all'Islam. E a proposito di conversioni - tutte di cristiani deboli o malvagi - le pagine di storia ne sono rivelatrici di parecchie, tra le righe delle guerre tra Venezia e l'Impero ottomano. Fra le più evocate quella di un perfido uomo di mare di origini calabre, conosciuto col nuovo nome di Uluch Alì, che fu Bey di Algeri nonché uno dei tre ammiragli turchi nella famosa battaglia navale di Lepanto (7 ottobre 1571).Nota di BastaBugie: Tommaso Scandroglio nell'articolo seguente dal titolo "Immorale quel riscatto: i soldi faranno morti e sequestri" spiega perché non è stato moralmente lecito pagare il riscatto per Silvia Romano. Il perché è semplice: gli effetti negativi sopravanzano quelli positivi, infatti quei soldi serviranno per uccidere più di una persona e per sequestrare molte altre persone.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 12 maggio 2020:Quattro milioni di euro. Tale è stato forse il riscatto pagato per liberare la cooperante Silvia Romano. Da qui un quesito: è stato moralmente lecito pagare questo riscatto? La risposta è negativa. Cerchiamo di comprenderne i motivi.Il caso, dal punto di vista etico, si inquadra nella cooperazione materiale al male. Nella cooperazione formale, colui che coopera condivide l'intenzione dell'agente principale: Tizio vende un'arma a Caio sia per guadagnarci sia per aiutare Caio a compiere un assassinio. Nella cooperazione materiale, invece colui che coopera non condivide l'intenzione dell'agente principale: è il caso del riscatto per la liberazione della Romano. Coloro che hanno sborsato i quattro milioni di euro non lo hanno fatto con l'intenzione di agevolare i progetti terroristici dei sequestratori, ma lo hanno fatto per vedere libera la Romano.La cooperazione materiale può essere, a seconda dei casi, lecita o illecita. Per comprendere se è moralmente lecita o illecita occorre applicare il principio del duplice effetto, principio che viene chiamato in causa quando un atto produce un effetto positivo (o più di un effetto positivo) e un effetto negativo (o più di un effetto negativo). Il principio del duplice effetto consta di alcune condizioni che occorre soddisfare affinché l'azione, che produce questi effetti contrastanti, sia moralmente lecita. La prima condizione esige che la natura dell'atto sia buona. È una condizione implicita alla fattispecie interessata dal principio del duplice effetto: si compie l'atto per ottenere l'effetto positivo. In questo caso si paga una somma di denaro per vedere liberata la persona sequestrata. L'atto è in sé moralmente lecito.La seconda condizione prevede che l'effetto negativo non sia voluto direttamente ma meramente tollerato. Come già accennato, l'agevolazione di future attività terroristiche, tramite il pagamento del riscatto, è effetto tollerato, non ricercato direttamente. La terza condizione chiede che l'effetto negativo non sia causa dell'effetto positivo: l'agevolazione di future azioni terroristiche non ha prodotto la liberazione dell'ostaggio. È dunque effetto negativo che non ha un nesso causale con l'effetto positivo. Un'altra condizione prevede che si versi in stato di necessità: la soluzione di pagare il riscatto era la soluzione ottimale, ossia l'unica soluzione che prometteva i maggiori benefici rispetto agli effetti negativi prodotti. Facciamo dunque il caso che, ad esempio, un intervento militare avrebbe causato più danni che benefici rispetto alla soluzione del pagamento del riscatto.Veniamo infine ad una quinta condizione che nel caso di specie è quella che fa la differenza: gli effetti positivi devono essere di pari importanza degli effetti negativi o di maggior importanza tenendo altresì in conto la probabilità che si verifichino sia gli effetti negativi che quelli positivi. Nella vicenda del riscatto della Romano gli effetti negativi, assai probabili, sopravanzano per importanza quelli positivi, quindi l'atto risulta essere inefficace, più in particolare risulta essere dannoso. Infatti su un piatto della bilancia abbiamo un duplice effetto buono: la salvezza e la liberazione di una donna. Sull'altro piatto della bilancia abbiamo molti più effetti negativi della medesima natura: quei soldi serviranno per uccidere più di una persona e per sequestrare molte altre persone. Insomma il gioco non vale la candela.Dunque nella ipotesi del riscatto della cooperante milanese il criterio che non è stato soddisfatto è quello relativo al principio di efficacia o di proporzione. Tommaso d'Aquino spiega che alcune condizioni in cui è calato un atto possono mutarne la natura: da astrattamente buona a concretamente malvagia. L'Aquinate scrive: «un atto che parte da una buona intenzione può diventare illecito, se è sproporzionato al fine» (Summa Theologiae, II-II, q. 64, a. 7 c.). Traduciamo: paghiamo il riscatto con l'intenzione buona di liberare la donna, ma le modalità dell'atto fanno sì che esista una sproporzione tra effetti negativi a danno di quelli positivi, proprio perché i soldi versati avranno salvato e liberato una persona a fronte della morte e incarcerazione di molti più innocenti. Dato che l'atto è alla fine dannoso (o globalmente inteso come dannoso), l'intelletto lo giudica irragionevole e quindi malvagio.

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Radio Next del giorno 22/03/2020: E-commerce sotto scacco: come superarlo?

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Play Episode Listen Later Mar 22, 2020


Nessuno si aspettava quello sta succedendo da qualche settimana a questa parte, a causa dell’epidemia di Covid-19. La paura dilagante del contagio e le restrizioni imposte hanno portato un numero enorme di clienti a spostarsi dai negozi fisici al commercio online causando non pochi problemi a chi gestisce questi servizi: ritardi nelle consegne, impossibilità nel tracciamento dei pacchi, difficoltà di gestione della relazione con il cliente sono solo alcuni degli ostacoli che stanno sovraccaricando un sistema ancora fragile perché non abituato a questi picchi. Paradossalmente, chi lo sarebbe non è in target con la domanda: i manufacturer e i distributori di beni che gestiscono i picchi del black friday vendono merce oggi non richiesta, mentre i prodotti di prima necessità, dal cibo alla cura della persona, dai prodotti per i neonati a quelli per gli animali non hanno mai vissuto picchi del genere. Un ordine su Esselunga può richiedere anche due settimane di attesa; provare a trovare uno slot su Carrefour è praticamente impossibile, peccato si riesca a saperlo solo a spesa conclusa. La stessa Amazon, cintura nera di logistica, è sotto scacco e sta allungando i tempi di consegna. Due dei tanti esempi di ecommerce che soffrono. Senza contare poi tutti i ‘new customers’, quei clienti che si stanno avvicinando per la prima volta all’acquisto online: dai meno giovani che non possono uscire di casa per evidenti pericoli sanitari all’idraulico che ha bisogno di rifornirsi di pezzi di ricambio, stanno intasando le linee dei servizi clienti. Così come i clienti tradizionali, a caccia di informazioni per scovare, come in una caccia al tesoro, il proprio ordine. Per capire come affrontare questi ed altri problemi, abbiamo chiesto aiuto a Guido Lucarelli, AD e founder di B2X , società che si occupa di realizzare e gestire e-commerce per aziende di ogni tipo. I numeri di questo ultimo periodo sono straordinari, basti pensare che e-commerce che vendono beni di prima necessità stanno facendo volumi pari a circa 5-10 volte la media della settimana precedente, causando problemi di gestione degli stock, della logistica e della customer satisfaction poiché ad esempio i prodotti vanno fuori stock in tempi rapidi e molte persone sono alle prime armi con lo shopping online e chiamano i call center per chiedere aiuto. Tutto ciò avviene in una situazione di grande emergenza dove le risorse umane scarseggiano e dove sono necessarie misure di sicurezza per tutelare tutti i lavoratori. Oltre alle aziende che hanno già un e-commerce e che stanno affrontando queste problematiche ce ne sono anche tante altre che in un momento come questo potrebbero essere sfiorate dall’idea di aprire un canale online per evitare di bloccare in toto la propria attività. In questo caso pensare di creare da zero un e-commerce, strutturandolo in ogni sua parte è un'utopia bella e buona. Si possono adottare altre soluzioni, che Guido Lucarelli raccomanda nella nostra chiacchierata.Sebbene l’emergenza sanitaria stia mettendo tutti sotto forte pressione, e si teme per i forti risvolti economici a cui andremo incontro, ciò che sta avvenendo in questo duro periodo può essere colto come la spinta necessaria alle aziende per avvicinarsi al mondo digitale, che mai come in questo momento è il canale principe che ci permette di essere collegati con il mondo e che ci sta aiutando ad affrontare giorno per giorno questo periodo così difficile. Siamo al vedo: chi riuscirà a trarre spinta e ad abbracciare il cambiamento forzato sopravviverà. Gli altri, anche grandi, chiuderanno i battenti. È la dura legge del mercato: la selezione di chi si è messo in gioco.

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Radio Next del giorno 22/03/2020: E-commerce sotto scacco: come superarlo?

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Nessuno si aspettava quello sta succedendo da qualche settimana a questa parte, a causa dell’epidemia di Covid-19. La paura dilagante del contagio e le restrizioni imposte hanno portato un numero enorme di clienti a spostarsi dai negozi fisici al commercio online causando non pochi problemi a chi gestisce questi servizi: ritardi nelle consegne, impossibilità nel tracciamento dei pacchi, difficoltà di gestione della relazione con il cliente sono solo alcuni degli ostacoli che stanno sovraccaricando un sistema ancora fragile perché non abituato a questi picchi. Paradossalmente, chi lo sarebbe non è in target con la domanda: i manufacturer e i distributori di beni che gestiscono i picchi del black friday vendono merce oggi non richiesta, mentre i prodotti di prima necessità, dal cibo alla cura della persona, dai prodotti per i neonati a quelli per gli animali non hanno mai vissuto picchi del genere. Un ordine su Esselunga può richiedere anche due settimane di attesa; provare a trovare uno slot su Carrefour è praticamente impossibile, peccato si riesca a saperlo solo a spesa conclusa. La stessa Amazon, cintura nera di logistica, è sotto scacco e sta allungando i tempi di consegna. Due dei tanti esempi di ecommerce che soffrono. Senza contare poi tutti i ‘new customers’, quei clienti che si stanno avvicinando per la prima volta all’acquisto online: dai meno giovani che non possono uscire di casa per evidenti pericoli sanitari all’idraulico che ha bisogno di rifornirsi di pezzi di ricambio, stanno intasando le linee dei servizi clienti. Così come i clienti tradizionali, a caccia di informazioni per scovare, come in una caccia al tesoro, il proprio ordine. Per capire come affrontare questi ed altri problemi, abbiamo chiesto aiuto a Guido Lucarelli, AD e founder di B2X , società che si occupa di realizzare e gestire e-commerce per aziende di ogni tipo. I numeri di questo ultimo periodo sono straordinari, basti pensare che e-commerce che vendono beni di prima necessità stanno facendo volumi pari a circa 5-10 volte la media della settimana precedente, causando problemi di gestione degli stock, della logistica e della customer satisfaction poiché ad esempio i prodotti vanno fuori stock in tempi rapidi e molte persone sono alle prime armi con lo shopping online e chiamano i call center per chiedere aiuto. Tutto ciò avviene in una situazione di grande emergenza dove le risorse umane scarseggiano e dove sono necessarie misure di sicurezza per tutelare tutti i lavoratori. Oltre alle aziende che hanno già un e-commerce e che stanno affrontando queste problematiche ce ne sono anche tante altre che in un momento come questo potrebbero essere sfiorate dall’idea di aprire un canale online per evitare di bloccare in toto la propria attività. In questo caso pensare di creare da zero un e-commerce, strutturandolo in ogni sua parte è un'utopia bella e buona. Si possono adottare altre soluzioni, che Guido Lucarelli raccomanda nella nostra chiacchierata.Sebbene l’emergenza sanitaria stia mettendo tutti sotto forte pressione, e si teme per i forti risvolti economici a cui andremo incontro, ciò che sta avvenendo in questo duro periodo può essere colto come la spinta necessaria alle aziende per avvicinarsi al mondo digitale, che mai come in questo momento è il canale principe che ci permette di essere collegati con il mondo e che ci sta aiutando ad affrontare giorno per giorno questo periodo così difficile. Siamo al vedo: chi riuscirà a trarre spinta e ad abbracciare il cambiamento forzato sopravviverà. Gli altri, anche grandi, chiuderanno i battenti. È la dura legge del mercato: la selezione di chi si è messo in gioco.

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Nessuno si aspettava quello sta succedendo da qualche settimana a questa parte, a causa dell’epidemia di Covid-19. La paura dilagante del contagio e le restrizioni imposte hanno portato un numero enorme di clienti a spostarsi dai negozi fisici al commercio online causando non pochi problemi a chi gestisce questi servizi: ritardi nelle consegne, impossibilità nel tracciamento dei pacchi, difficoltà di gestione della relazione con il cliente sono solo alcuni degli ostacoli che stanno sovraccaricando un sistema ancora fragile perché non abituato a questi picchi. Paradossalmente, chi lo sarebbe non è in target con la domanda: i manufacturer e i distributori di beni che gestiscono i picchi del black friday vendono merce oggi non richiesta, mentre i prodotti di prima necessità, dal cibo alla cura della persona, dai prodotti per i neonati a quelli per gli animali non hanno mai vissuto picchi del genere. Un ordine su Esselunga può richiedere anche due settimane di attesa; provare a trovare uno slot su Carrefour è praticamente impossibile, peccato si riesca a saperlo solo a spesa conclusa. La stessa Amazon, cintura nera di logistica, è sotto scacco e sta allungando i tempi di consegna. Due dei tanti esempi di ecommerce che soffrono. Senza contare poi tutti i ‘new customers’, quei clienti che si stanno avvicinando per la prima volta all’acquisto online: dai meno giovani che non possono uscire di casa per evidenti pericoli sanitari all’idraulico che ha bisogno di rifornirsi di pezzi di ricambio, stanno intasando le linee dei servizi clienti. Così come i clienti tradizionali, a caccia di informazioni per scovare, come in una caccia al tesoro, il proprio ordine. Per capire come affrontare questi ed altri problemi, abbiamo chiesto aiuto a Guido Lucarelli, AD e founder di B2X , società che si occupa di realizzare e gestire e-commerce per aziende di ogni tipo. I numeri di questo ultimo periodo sono straordinari, basti pensare che e-commerce che vendono beni di prima necessità stanno facendo volumi pari a circa 5-10 volte la media della settimana precedente, causando problemi di gestione degli stock, della logistica e della customer satisfaction poiché ad esempio i prodotti vanno fuori stock in tempi rapidi e molte persone sono alle prime armi con lo shopping online e chiamano i call center per chiedere aiuto. Tutto ciò avviene in una situazione di grande emergenza dove le risorse umane scarseggiano e dove sono necessarie misure di sicurezza per tutelare tutti i lavoratori. Oltre alle aziende che hanno già un e-commerce e che stanno affrontando queste problematiche ce ne sono anche tante altre che in un momento come questo potrebbero essere sfiorate dall’idea di aprire un canale online per evitare di bloccare in toto la propria attività. In questo caso pensare di creare da zero un e-commerce, strutturandolo in ogni sua parte è un'utopia bella e buona. Si possono adottare altre soluzioni, che Guido Lucarelli raccomanda nella nostra chiacchierata.Sebbene l’emergenza sanitaria stia mettendo tutti sotto forte pressione, e si teme per i forti risvolti economici a cui andremo incontro, ciò che sta avvenendo in questo duro periodo può essere colto come la spinta necessaria alle aziende per avvicinarsi al mondo digitale, che mai come in questo momento è il canale principe che ci permette di essere collegati con il mondo e che ci sta aiutando ad affrontare giorno per giorno questo periodo così difficile. Siamo al vedo: chi riuscirà a trarre spinta e ad abbracciare il cambiamento forzato sopravviverà. Gli altri, anche grandi, chiuderanno i battenti. È la dura legge del mercato: la selezione di chi si è messo in gioco.

J-TACTICS's show
J-TACTICS - Il grande freddo (S02 E19)

J-TACTICS's show

Play Episode Listen Later Feb 20, 2020 127:15


Il titolo della diciannovesima puntata della stagione numero due di J-TACTICS, trae spunto​ da:​ "Il grande freddo", che è un film del 1983 diretto da Lawrence Kasdan.Per il funerale di Alex, suicidatosi senza un motivo apparente, nella villa del suo vecchio compagno Harold e della moglie Sara, viene invitato un gruppo di ex compagni del college.Dopo aver condiviso i sogni e le aspirazioni negli anni ’60, il gruppo di amici si perde di vista per circa 15 anni e si ritrovano appunto anni dopo, cambiati nelle aspirazioni ed aspettative.L’incontro è l’occasione per ricordare i sogni della giovinezza e confrontarli con il presente, ristabilire vecchi rapporti e crearne di nuovi.Facendo la nostra solita trasposizione dalla cinematografia al mondo del calcio, ed in modo specifico alle vicende juventine, potremo utilizzare il titolo e le vicende narrate nella pellicola per analizzare il clima da “Grande freddo” che si respira e percepisce all’interno dell’ Allianz Stadium.Un clima surreale dove non esistono quasi più cori d’incitamento, striscioni di supporto alla squadra e manifestazioni d’affetto.Non più uno stadio, o come disse Andrea Agnelli: “un catino caldo”, ma bensì un teatro in cui il compassato pubblico assiste indolente alla rappresentazione in programma.Serpeggia poi, da qualche tempo, una sorta di malcelato atteggiamento polemico e di critica nei confronti della squadra e del mister, rei secondo molti di giocare male, con poca attenzione e grinta.Non a caso nell’ultimo match casalingo dei bianconeri opposti al Brescia, l’insofferenza latente si è palesata intorno alla metà del primo tempo con fischi e mugugni di disapprovazione a seguito di alcuni tentativi sterili degli uomini di Sarri di scardinare il fortino delle rondinelle.Un atteggiamento sicuramente non positivo nei confronti dei nostri giocatori.Stigmatizzato durante la partita dallo stesso Dybala il quale spazientito, si rivolge al pubblico per chiedere incitamento e supporto.Ad onor del vero durante l’intera durata del match contro gli uomini di mister Lopez solo ed esclusivamente i tifosi ospiti hanno incessantemente sostenuto con cori, megafoni e bandiere i propri beniamini, tutto ciò in contrapposizione del quasi silenzio dei supporters bianconeri.Paradossalmente, nonostante il cd. “catino caldo”, durante la partita si è venuta a creare una situazione in cui sembrava d’essere al Rigamonti di Brescia e non allo Juventus Stadium di Torino.Gli ospiti sembravano in casa, i padroni di casa, in trasferta.Paradossale è dir poco.Ci chiediamo, lo Stadium è diventato un freddo palcoscenico, dove la società ha consapevolmente eliminato ogni manifestazione da “stadio”?Ancora, i tifosi juventini sono divenuti oramai, come sostiene qualcuno, dei “clienti” da mungere il più possibile sull’altare del business e del marketing?Perché poi ai supporters bianconeri è vietato introdurre striscioni, megafoni e bandiere non autorizzate mentre ai sostenitori ospiti molti di questi divieti non vengono applicati?Il tifoso juventino medio non ha forse più pazienza e memoria, dato che nonostante 8 anni di vittorie ininterrotte fischia e critica una squadra con evidenti problemi ma pur sempre prima in serie A, agli ottavi di Champions League e con la concreta possibilità di accedere alla finale di Coppa Italia?I tifosi della Juve, troppo ben abituati negli ultimi anni, hanno assunto un atteggiamento di critica a prescindere non paragonabile a quello del gruppo di amici descritti dalla pellicola che da il titolo all’odierna puntata, i quali invece ricordano i sogni e le gioie passate?Infine, l’attuale dirigenza ha la colpa di vedere i tifosi come dei clienti facendo morire il tifo o sono gli stessi sostenitori bianconeri ad aver perso la passione anche per effetto di una serie infinita di vittorie, soddisfazioni e trofei negli ultimi anni?Dopo le recenti operazioni delle forze dell’ordine a carico di esponenti del tifo organizzato, fuori dallo Stadium è comparsa tempo fa una scritta emblematica: “la curva sud è morta”, con essa, ci chiediamo è morto anche il tifo juventino?Diteci la vostra, interagiremo con voi in chat live!Ecco i link dei nostri social:CANALE TELEGRAM:https://t.me/joinchat/AAAAAE2Dp-yj5b1N4SNcMQINSTAGRAM:http://instagram.com/jtactics_FACEBOOK:http://m.facebook.com/jtacticsmdn/

Metodo Professionale di Vendita Camere
Google Ads: la vitale importanza delle campagne Brand

Metodo Professionale di Vendita Camere

Play Episode Listen Later Dec 16, 2019 64:49


Una delle mie tante crociate quotidiane è quella di far comprendere, capire e percepire agli albergatori quanto una campagna in protezione del proprio Brand su Google sia importante.Paradossalmente più il tuo Brand è riconosciuto, famoso e ricercato più questo tipo di campagna diventa utile e soprattutto profittevole.In sostanza se non ti si fila nessuno di certo serve meno, ma anche in questo caso è comunque utile.Il processo di assimilazione di questo concetto per molti è contro-intuitivo, difficile da accettare ed in genere porta ad un ragionamento del tipo:"Sono famoso, tutti mi cercano, tutti vogliono prenotare da me per cui NON serve proteggere il Brand anche se devo investire solo spiccioli"Pensarla in questo modo significa avere una visione ristretta del mondo, significa pensare in modo assolutista credendo di rappresentare l'unico parametro di consapevolezza e di scelta del tuo cliente target.Per l'occasione, oltre al sottoscritto, avremo come relatore d'eccezione Alessandro Paccagnella, Google Ads Specialist in TITANKA!.Alessandro ha un'esperienza enorme in materia e in particolare gestisce ogni anno svariati milioni di euro di campagne per hotel & villaggi in tutta Italia.Non è solitamente uno che parla, ma è uno che "FA"; oggi lo faremo anche parlare.Poche cose ma pratiche, concrete ed efficaci.

Il Truffone
IT131: Il Muro di Berlino e i suoi calcinacci

Il Truffone

Play Episode Listen Later Nov 27, 2019 47:33


A trent'anni dal crollo del Muro che divideva Berlino, comunismo e socialismo continuano a infestare il mondo. Paradossalmente, la caduta del Muro ha tolto all'Occidente un alibi per continuare a considerare nel modo più appropriato quell'ideologia criminale: una dittatura che porta solo morte, miseria e paura. Con Leonardo Facco, autore del libro Il Muro di...

Rudy Bandiera docet
Quali libri leggere a tema marketing e comunicazione?

Rudy Bandiera docet

Play Episode Listen Later Sep 26, 2019 3:11


Spesso mi chiedono quali libri leggere per determinati ambiti del marketing e della comunicazione. Quali libri quindi? Non dobbiamo restare fermi ai soli manuali, non serve sapere la tecnica se poi non sai quale contenuto proporre tramite la tecnica. Paradossalmente, si può capire meglio il marketing dal Il signore delle mosche piuttosto che da un qualsiasi altro manuale.

Terra in vista, l'Africa spiegata a mio figlio
Terra in vista, l'Africa spiegata a mio figlio del giorno 25/08/2019: Facciamo una start up?

Terra in vista, l'Africa spiegata a mio figlio

Play Episode Listen Later Aug 25, 2019


Oggi a "Terra in Vista, l'Africa spiegata a mio figlio" parliamo di innovazione tecnologica e come sempre lo facciamo con i reportage di Cristina Carpinelli dalla Tanzania e Valentina Furlanetto dalla Sierra Leone. Valentina Furlanetto ci parla dei due volti della Sierra Leone: un paese in cui convivono le fogne a cielo aperto e l'utilizzo dello smartphone per pagare la spesa al supermercato o le bollette. Un paese povero e arretratissimo dal punto di vista infrastrutturale, sanitario, industriale. Messo in ginocchio due volte negli ultimi 30 anni: prima dalla guerra civile durata dal 1991 al 2002 poi, dall'ebola. L'Indice di sviluppo umano colloca la Sierra Leone, con i suoi circa sei milioni di abitanti, al 180° posto su 188. Paradossalmente, In questa situazione desolante, paradossalmente c'è molto spazio per fare innovazione. Situazione simile in Tanzania, come ci dimostra Cristina Carpinelli, che ci parla di una Nazione fatta di villaggi raggiungibili solo dopo 4 o 5 ore di strade sterrate in cui ad accoglierti arrivano donne vestite con abiti tradizionali, i bambini legati sulla schiena e in mano uno smart Phone con cui riescono a fare quasi tutto: dell'iscrizione a scuola dei figli al pagamento delle bollette. È una delle tante contraddizioni dell'Africa e della Tanzania.Alla puntata partecipa anche lo Startupper Andrea Censoni, che ci racconta l'iniziativa "Start Up Africa Road Trip" giunta alla terza edizione, Andrea Atzori, responsabile delle relazioni internazionali del Cuamm, che ci parla di "innovazione frugale" e Andrea Crisanti, Professore di parassitologia e microbiologia molecolare all'Imperial College di Londra che sta studiando un metodo rivoluzionario per bloccare la diffusione della malaria. Spazio anche al cantante Niccolò Fabi, che ci racconta la "sua" Africa e dei suoi viaggi nel continente nero con il Cuamm.

Terra in vista, l'Africa spiegata a mio figlio

Oggi a "Terra in Vista, l'Africa spiegata a mio figlio" parliamo di innovazione tecnologica e come sempre lo facciamo con i reportage di Cristina Carpinelli dalla Tanzania e Valentina Furlanetto dalla Sierra Leone. Valentina Furlanetto ci parla dei due volti della Sierra Leone: un paese in cui convivono le fogne a cielo aperto e l'utilizzo dello smartphone per pagare la spesa al supermercato o le bollette. Un paese povero e arretratissimo dal punto di vista infrastrutturale, sanitario, industriale. Messo in ginocchio due volte negli ultimi 30 anni: prima dalla guerra civile durata dal 1991 al 2002 poi, dall'ebola. L'Indice di sviluppo umano colloca la Sierra Leone, con i suoi circa sei milioni di abitanti, al 180° posto su 188. Paradossalmente, In questa situazione desolante, paradossalmente c'è molto spazio per fare innovazione. Situazione simile in Tanzania, come ci dimostra Cristina Carpinelli, che ci parla di una Nazione fatta di villaggi raggiungibili solo dopo 4 o 5 ore di strade sterrate in cui ad accoglierti arrivano donne vestite con abiti tradizionali, i bambini legati sulla schiena e in mano uno smart Phone con cui riescono a fare quasi tutto: dell'iscrizione a scuola dei figli al pagamento delle bollette. È una delle tante contraddizioni dell'Africa e della Tanzania.Alla puntata partecipa anche lo Startupper Andrea Censoni, che ci racconta l'iniziativa "Start Up Africa Road Trip" giunta alla terza edizione, Andrea Atzori, responsabile delle relazioni internazionali del Cuamm, che ci parla di "innovazione frugale" e Andrea Crisanti, Professore di parassitologia e microbiologia molecolare all'Imperial College di Londra che sta studiando un metodo rivoluzionario per bloccare la diffusione della malaria. Spazio anche al cantante Niccolò Fabi, che ci racconta la "sua" Africa e dei suoi viaggi nel continente nero con il Cuamm.

Border Nights
Border Nights, puntata 316 (Marcello Di Finizio, Mauro Biglino, Aniello Starace 11-06-2019)

Border Nights

Play Episode Listen Later Jun 12, 2019 399:51


Trentacinquesima puntata stagionale per Border Nights - La notte ai confini in diretta dalle 22 su Web Radio Network e poi in podcast su Spreaker, YouTube, Spotify, Itunes. In apertura parleremo della protesta estrema di un imprenditore che ha perso tutto, poi spazio a Mauro Biglino per le sue ultime ricerche sulla Bibbia ed a Aniello Starace.In apertura di trasmissione ci collegheremo con Trieste per raccontare la nuova ed estrema protesta di Marcello Di Finizio, imprenditore che ha perso tutto, soprattutto per l'entrata in vigore di una direttiva europea.DEI E SEMIDEI: MAURO BIGLINOPrimo ospite della serata sarà Mauro Biglino che tornerà con noi. Studioso ed esperto di storia delle religioni. E’ stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, collaborazione che si è conclusa una volta iniziata la carriera di scrittore in cui porta alla luce le sorprendenti scoperte fatte in 30 anni di analisi dei cosiddetti testi sacri che da sempre sono state omesse. Da oltre 10 anni si occupa inoltre di Massoneria in quanto riconosciuta come organizzazione iniziatica e simbolica che ha avuto notevole influenza nella storia dell’occidente.Dopo anni di traduzioni professionali ha iniziato a narrare in modo autonomo quanto trovato nei testi ebraici da cui derivano le bibbie che sono in uso per i fedeli. Il metodo adottato consiste nel considerare valido ciò che trova letteralmente scritto senza procedere con interpretazioni o con l’utilizzo di categorie esegetiche particolari. Ne emerge un quadro coerente e chiaro che narra una storia concreta del rapporto tra un popolo e un individuo di nome Yahweh che aveva ricevuto l’incarico di occuparsene.L'ultimo suo libro scritto con Francesco Esposito è "Dei e semidei. Il pantheon dell'Antico e del Nuovo Testamento" "Con l'avvento di Paolo di Tarso si volle presentare "il Gesù Cristo" come un semidio a cui bisognava rendere un unico culto. Il risultato fu una sempre più convinta demonizzazione (letterale e metaforica) degli dèi antichi, fino a trasformare Gesù nella più conosciuta formula de "la stessa sostanza del Padre". Paradossalmente, però, gli dèi e i semidei non erano spariti: molti altri avevano solo cambiato aspetto e storia, continuando a mantenere la loro finalità cultuale con l'esercito dei santi.IL MISTERO DELLA LEGGE DI MOSELEYNella seconda parte sarà con noi Aniello Starace per parlarci della di scoperta nel campo della fisica che potrebbe avere approcci eclatanti e che ha a che fare con la legge di Moseley. "Siamo intorno ai primi del novecento in Gran Bretagna il Prof. Rutherford è uno stimato prof universitario ed ha come suo assistente un giovane di buona famiglia chiamato Henry Moseley come assistente, ovviamente l'assistente aiuta il prof a fare gli esami e a seguire i laureandi nell'esecuzione delle tesi e ad ascoltare i giovani più promettenti che hanno sempre domande interessanti da fare. Intanto il clima che si respirava a quei tempi era di gran fermento scientifico, di lì a poco si sarebbero rivoluzionate le teorie sulla struttura dell'atomo, Einstein avrebbe pubblicato la teoria della relatività, ma questa è un'altra storia.Ritorniamo a Moseley ed ai suoi studenti, un giorno si presentò molto probabilmente un giovane brillante alla sua cattedra con gli occhi fervidi di chi ce l'ha fatta, e comincia a dire che lui ha trovato una relazione che lega gli spettri atomici al numero atomico di ogni elemento e che questo voleva dire poter prevedere elementi che non sono stati scoperti ancora e molto altro. Moseley da gran filibustiere cercò di mantenere un contegno quantomeno dubbioso e scettico su questa storia anche perchè ne voleva sapere di più e non voleva dimostrare che forse in quel frangente l'allievo ne sapeva più del maestro.Fingendo di non aver capito quello che lo studente aveva elaborato, Moseley in pratica obbligò il ragazzo a scendere nei particolari ed a rivelare la formula, altrimenti lo avrebbe fatto fare la figura del pazzo in tutta la facoltà. Il ragazzo si trovava tra l'incudine ed il martello come si suol dire perchè se si fosse rifiutato di rivelare la formula Moseley lo avrebbe messo alla berlina, se avesse rivelato la formula sicuramente Moseley se ne sarebbe appropriato perchè era un boccone troppo appetitoso per un giovane assistente universitario ambizioso come Moseley avere tra le mani una formula del genere. Dunque il giovane studente che era un genio trovò il modo per salvare come si suol dire capra e cavoli ovverossia diede a Moseley una formula che non funzionava bene, Moseley che era solo un raccomandato e parassita non si accorse di nulla e come volevasi dimostrare, si appropriò della formula e prendendola per buona ci lavoro sopra rivoluzionando tutta la tavola periodica degli elementi di Mendeleev. Moseley mori qualche anno dopo a Gallipoli in Puglia durante la prima guerra mondiale, una pallottola vagante gli sfondò il cranio.Lui faceva il telegrafista era in un ambiente sicuro le maledizioni dello studente hanno fatto il loro lavoro? Questo non possiamo stabilirlo, Intanto il mondo piange la dipartita di un grande "genio" che ha rivoluzionato la tavola periodica e che sicuramente avrebbe avuto il premio nobel al suo ritorno dalla guerra. Ancora oggi sto parassita figura su wikipedia ed e menzionato in migliaia di risultati su motori di ricerca di tutto il web. E' ora di finirla e di dare il giusto merito a chi se lo merita. Noi abbiamo appurato che la formula di Moseley che va sotto il nome di legge di Moseley è errata. Abbiamo capito dove ed in che modo è errata. E tanto per concludere abbiamo capito qual'è la formula giusta". Aniello Starace è ricercatore indipendente in diversi settori del sapere: Chimica, Fisica, Matematica.Proseguiremo poi il discorso della settimana scorsa su salute, alimentazione e l'importanza di cibi vici con Franco Vessio di Mozzarsella e l'Accademia Oikos. Sempre in tema di alimentazione sarà con noi nello spazio Edizioni Il Punto d'Incontro, Alessandro Targhetta autore de "Intolleranze alimentari" e "Sensibilità al glutine".LE RUBRICHE DI BORDER NIGHTSNel corso della puntata la rubrica di Federica Francesconi "Sulle ali di Hermes" e quella di Manuele Baciarelli sull'Enneagramma Biologico. La puntata sarà arricchita dalla ruota libera con Paolo Franceschetti e La Campana dello zio Tom, con Tom Bosco. Torneranno anche la scheda del Maestro di Dietrologia e la biblioteca di Barbara Marchand.

Border Nights
Border Nights, puntata 316 (Marcello Di Finizio, Mauro Biglino, Aniello Starace 11-06-2019)

Border Nights

Play Episode Listen Later Jun 12, 2019 399:51


Trentacinquesima puntata stagionale per Border Nights - La notte ai confini in diretta dalle 22 su Web Radio Network e poi in podcast su Spreaker, YouTube, Spotify, Itunes. In apertura parleremo della protesta estrema di un imprenditore che ha perso tutto, poi spazio a Mauro Biglino per le sue ultime ricerche sulla Bibbia ed a Aniello Starace.In apertura di trasmissione ci collegheremo con Trieste per raccontare la nuova ed estrema protesta di Marcello Di Finizio, imprenditore che ha perso tutto, soprattutto per l'entrata in vigore di una direttiva europea.DEI E SEMIDEI: MAURO BIGLINOPrimo ospite della serata sarà Mauro Biglino che tornerà con noi. Studioso ed esperto di storia delle religioni. E’ stato traduttore di ebraico antico per conto delle Edizioni San Paolo, collaborazione che si è conclusa una volta iniziata la carriera di scrittore in cui porta alla luce le sorprendenti scoperte fatte in 30 anni di analisi dei cosiddetti testi sacri che da sempre sono state omesse. Da oltre 10 anni si occupa inoltre di Massoneria in quanto riconosciuta come organizzazione iniziatica e simbolica che ha avuto notevole influenza nella storia dell’occidente.Dopo anni di traduzioni professionali ha iniziato a narrare in modo autonomo quanto trovato nei testi ebraici da cui derivano le bibbie che sono in uso per i fedeli. Il metodo adottato consiste nel considerare valido ciò che trova letteralmente scritto senza procedere con interpretazioni o con l’utilizzo di categorie esegetiche particolari. Ne emerge un quadro coerente e chiaro che narra una storia concreta del rapporto tra un popolo e un individuo di nome Yahweh che aveva ricevuto l’incarico di occuparsene.L'ultimo suo libro scritto con Francesco Esposito è "Dei e semidei. Il pantheon dell'Antico e del Nuovo Testamento" "Con l'avvento di Paolo di Tarso si volle presentare "il Gesù Cristo" come un semidio a cui bisognava rendere un unico culto. Il risultato fu una sempre più convinta demonizzazione (letterale e metaforica) degli dèi antichi, fino a trasformare Gesù nella più conosciuta formula de "la stessa sostanza del Padre". Paradossalmente, però, gli dèi e i semidei non erano spariti: molti altri avevano solo cambiato aspetto e storia, continuando a mantenere la loro finalità cultuale con l'esercito dei santi.IL MISTERO DELLA LEGGE DI MOSELEYNella seconda parte sarà con noi Aniello Starace per parlarci della di scoperta nel campo della fisica che potrebbe avere approcci eclatanti e che ha a che fare con la legge di Moseley. "Siamo intorno ai primi del novecento in Gran Bretagna il Prof. Rutherford è uno stimato prof universitario ed ha come suo assistente un giovane di buona famiglia chiamato Henry Moseley come assistente, ovviamente l'assistente aiuta il prof a fare gli esami e a seguire i laureandi nell'esecuzione delle tesi e ad ascoltare i giovani più promettenti che hanno sempre domande interessanti da fare. Intanto il clima che si respirava a quei tempi era di gran fermento scientifico, di lì a poco si sarebbero rivoluzionate le teorie sulla struttura dell'atomo, Einstein avrebbe pubblicato la teoria della relatività, ma questa è un'altra storia.Ritorniamo a Moseley ed ai suoi studenti, un giorno si presentò molto probabilmente un giovane brillante alla sua cattedra con gli occhi fervidi di chi ce l'ha fatta, e comincia a dire che lui ha trovato una relazione che lega gli spettri atomici al numero atomico di ogni elemento e che questo voleva dire poter prevedere elementi che non sono stati scoperti ancora e molto altro. Moseley da gran filibustiere cercò di mantenere un contegno quantomeno dubbioso e scettico su questa storia anche perchè ne voleva sapere di più e non voleva dimostrare che forse in quel frangente l'allievo ne sapeva più del maestro.Fingendo di non aver capito quello che lo studente aveva elaborato, Moseley in pratica obbligò il ragazzo a scendere nei particolari ed a rivelare la formula, altrimenti lo avrebbe fatto fare la figura del pazzo in tutta la facoltà. Il ragazzo si trovava tra l'incudine ed il martello come si suol dire perchè se si fosse rifiutato di rivelare la formula Moseley lo avrebbe messo alla berlina, se avesse rivelato la formula sicuramente Moseley se ne sarebbe appropriato perchè era un boccone troppo appetitoso per un giovane assistente universitario ambizioso come Moseley avere tra le mani una formula del genere. Dunque il giovane studente che era un genio trovò il modo per salvare come si suol dire capra e cavoli ovverossia diede a Moseley una formula che non funzionava bene, Moseley che era solo un raccomandato e parassita non si accorse di nulla e come volevasi dimostrare, si appropriò della formula e prendendola per buona ci lavoro sopra rivoluzionando tutta la tavola periodica degli elementi di Mendeleev. Moseley mori qualche anno dopo a Gallipoli in Puglia durante la prima guerra mondiale, una pallottola vagante gli sfondò il cranio.Lui faceva il telegrafista era in un ambiente sicuro le maledizioni dello studente hanno fatto il loro lavoro? Questo non possiamo stabilirlo, Intanto il mondo piange la dipartita di un grande "genio" che ha rivoluzionato la tavola periodica e che sicuramente avrebbe avuto il premio nobel al suo ritorno dalla guerra. Ancora oggi sto parassita figura su wikipedia ed e menzionato in migliaia di risultati su motori di ricerca di tutto il web. E' ora di finirla e di dare il giusto merito a chi se lo merita. Noi abbiamo appurato che la formula di Moseley che va sotto il nome di legge di Moseley è errata. Abbiamo capito dove ed in che modo è errata. E tanto per concludere abbiamo capito qual'è la formula giusta". Aniello Starace è ricercatore indipendente in diversi settori del sapere: Chimica, Fisica, Matematica.Proseguiremo poi il discorso della settimana scorsa su salute, alimentazione e l'importanza di cibi vici con Franco Vessio di Mozzarsella e l'Accademia Oikos. Sempre in tema di alimentazione sarà con noi nello spazio Edizioni Il Punto d'Incontro, Alessandro Targhetta autore de "Intolleranze alimentari" e "Sensibilità al glutine".LE RUBRICHE DI BORDER NIGHTSNel corso della puntata la rubrica di Federica Francesconi "Sulle ali di Hermes" e quella di Manuele Baciarelli sull'Enneagramma Biologico. La puntata sarà arricchita dalla ruota libera con Paolo Franceschetti e La Campana dello zio Tom, con Tom Bosco. Torneranno anche la scheda del Maestro di Dietrologia e la biblioteca di Barbara Marchand.

Affari Miei Podcast
Come Cambiare Vita Realisticamente - Episodio 70

Affari Miei Podcast

Play Episode Listen Later May 27, 2019 16:33


Cambiare vita e raggiungere il successo e i propri obiettivi richiede strategia. Paradossalmente, per volare alto è necessario avere i piedi ben saldi a terra! Ascolta questa puntata, ne parliamo insieme.Altre Risorse: https://amzn.to/2V89hXzhttps://www.affarimiei.biz/100-mila-euro-sul-conto-corso/https://www.affarimiei.biz/puntata-51/39902https://www.affarimiei.biz/podcast/puntata-1https://www.affarimiei.biz/4-consigli-super-per-prendere-una-decisione-importante/36602

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Come Cambiare Vita Realisticamente - Episodio 70

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Play Episode Listen Later May 27, 2019 16:33


Cambiare vita e raggiungere il successo e i propri obiettivi richiede strategia. Paradossalmente, per volare alto è necessario avere i piedi ben saldi a terra! Ascolta questa puntata, ne parliamo insieme.Altre Risorse: https://amzn.to/2V89hXzhttps://www.affarimiei.biz/100-mila-euro-sul-conto-corso/https://www.affarimiei.biz/puntata-51/39902https://www.affarimiei.biz/podcast/puntata-1https://www.affarimiei.biz/4-consigli-super-per-prendere-una-decisione-importante/36602

Ascolta la Notizia
Gli italiani sono tra i più stakanovisti d’Europa

Ascolta la Notizia

Play Episode Listen Later Apr 15, 2019 1:25


L’Italia è tra i paesi europei in cui si lavora di più. L’Ocse ha rilevato che nel Bel Paese si lavora 33 ore settimanali, contro una media europea di 30. Si lavora per più tempo solo in Grecia e Estonia, mentre la Germania è il paese in cui si lavora di meno: solo 26 ore alla settimana. Al di sotto della media si trovano anche Olanda, Francia, Austria e Lussemburgo, mentre Finlandia e Belgio rientrano nella media di 30 ore settimanali. Oltre le 30 ore si piazzano anche Spagna, Portogallo, Irlanda, Slovacchia, Slovenia, Lettonia e Lituania. Paradossalmente la classifica si inverte facendo un calcolo del Pil per ora lavorata. Ossia, la Germania è tra i paesi più produttivi nonostante si lavori di meno. Mentre l’Italia sta in fondo alla classifica per produttività sebbene si lavori più che negli altri paesi. Infatti, tra il 2010 e il 2016 la produttività in Italia è cresciuta solo dello 0.14% su base annua, mentre in Germania è cresciuta dell’1.04%. Peggio di noi solo la Grecia, in cui è addirittura diminuita dell’1.09%. In testa alla classifica troviamo l’Irlanda con un aumento del 6.12%

Kiosk
S01E25 - Ideologici, protratti, tecnologici: conflitti post-sovietici

Kiosk

Play Episode Listen Later Apr 11, 2019 48:05


Nella venticinquesima puntata di Kiosk ci muoviamo nello spazio post-sovietico parlando di conflitti. Lo facciamo su diversi livelli: quello delle relazioni internazionali e della grande politica, quello delle vite quotidiane delle popolazioni che vi sono coinvolte, e quello più ideologico, legato a questioni come quelle della memoria e della storia.Iniziamo con la testimonianza di Dmitrij Strocev, poeta e critico letterario bielorusso, che ci racconta cosa sta succedendo in questi giorni a Kuropaty, una località boschiva nei pressi di Minsk: si tratta di uno dei più importanti “luoghi della memoria” delle repressioni staliniane nel Paese. Una memoria controversa che si trova oggi minacciata dalle autorità bielorusse: per ordine dello stesso presidente Lukašenko, queste hanno dato inizio alla demolizione delle croci erette a Kuropaty. Qual è il significato di questo luogo per i bielorussi, e come sta reagendo la popolazione a questa demolizione apparentemente insensata?Ci spostiamo poi in un territorio di cui si parla molto poco non solo in Italia, ma anche a livello internazionale, e la cui indipendenza non è riconosciuta da nessuno Stato al mondo: il Nagorno-Karabakh, una piccola regione che da oltre 25 anni è al centro di un conflitto che vede coinvolti l'Armenia e l'Azerbaigian. Un conflitto erroneamente definito “congelato”, poiché la situazione sul fronte è tutt'altro che stabile: proprio tre anni fa, nell'aprile 2016, si era consumata la più grande escalation di violenza dalla firma del cessate il fuoco nel 1994. L'avvento di Nikol Pashinyan al potere in Armenia lo scorso maggio è stato descritto da alcuni analisti come un segnale potenzialmente positivo per la risoluzione del conflitto nel Karabagh: fino a che punto queste aspettative sono realistiche? L'abbiamo chiesto ad Aldo Ferrari, docente all'Università Ca' Foscari di Venezia e direttore del programma di ricerca su Russia, Caucaso e Asia Centrale presso ISPI.Continuiamo a parlare di Nagorno Karabakh da una prospettiva diversa, spostando l'attenzione su una conseguenza meno visibile, ma più radicata e pericolosa, della conflitto: la presenza di mine antipersona e altri ordigni inesplosi, che da oltre 25 anni contribuiscono al mantenimento di una situazione di insicurezza e generano continuamente nuove vittime e nuova povertà. Paradossalmente, il problema delle mine antipersona è anche in grado di generare nuove sfide per l'uguaglianza di genere e l'emancipazione economica delle donne, che stanno sempre più spesso abbracciando la professione di sminatrici, nonostante i rischi per la propria vita e lo stigma sociale che questo comporta.Concludiamo la puntata spostandoci in Russia, dove da tempo è in corso una guerra legislativa e tecnologica per il controllo di Internet: lo scorso 7 marzo la Duma di Stato russa ha approvato due proposte di legge “contro le fake news” e “sugli insulti online”, che segnano un ulteriore giro di vite governativo sul Runet – il web russo. Nel frattempo, da alcune settimane si discute anche della possibilità di isolare la rete russa sul modello del Grande firewall cinese: le proteste contro questi progetti hanno infiammato Mosca. Abbiamo fatto il punto della situazione insieme a Martina Napolitano, redattrice di EJ.PLAYLIST• Chito Grito - Semgera | https://www.youtube.com/watch?v=_5fns2_wa3o• Noize MC – Moskva ne rezinovaja | https://itunes.apple.com/us/album/%D0%BC%D0%BE%D1%81%D0%BA%D0%B2%D0%B0-%D0%BD%D0%B5-%D1%80%D0%B5%D0%B7%D0%B8%D0%BD%D0%BE%D0%B2%D0%B0%D1%8F/1361623048?i=1361625239• Boye - Dosta! Dosta! Dosta! | https://itunes.apple.com/mt/album/dosta-dosta-dosta/992190468?i=992190471• Hańba! – Budżet | https://itunes.apple.com/us/album/bud%C5%BCet/1151959519?i=1151959716 • Mustelide – Opushka | https://itunes.apple.com/us/album/%D0%BE%D0%BF%D1%83%D1%88%D0%BA%D0%B0/1102408481?i=1102408519

QuarantaDueGradi il podcast di CiboCrudo
Rigenerare corpo e mente dopo le feste? Prova la detox!

QuarantaDueGradi il podcast di CiboCrudo

Play Episode Listen Later Jan 8, 2019 17:03


Rigenerare corpo e mente dopo le feste? Prova la detox!Anche se sei attento all’alimentazione, sicuramente durante le feste hai un po’ esagerato: tranquillo capita a tutti. In questa puntata parleremo della detox, perfetta per rimettersi in carreggiata in questo periodo, ma che io ti consiglio di fare ogni tanto, per ripulire il tuo corpo da tutte le tossine. E se vuoi iniziare un percorso di cambiamento verso il crudismo, questo è proprio il primo passo da fare!Che cosa si intende quando si parla di disintossicazione o di detox? È solo una moda del momento o c’è di più?“Dal mio punto di vista la detox è sia il punto di partenza per chi vuole passare ad un’alimentazione a base vegetale, meglio ancora se crudismo 80-20, e un momento che, ad intervalli regolari, tutti dovrebbero concedersi per ricalibrare l’equilibrio del proprio fisico”. Quindi dai molta importanza al detox. Ci spieghi perché?“Per la propria sopravvivenza fisica l’uomo ha da sempre delle priorità ed alimentarsi rappresenta ovviamente una di queste, forse la più importante. Nel corso dell’evoluzione, il nostro organismo si è programmato per conservare e far fruttare quanto più possibile il nutrimento che riceve. Questo era utile soprattutto prima della società dell’opulenza nella quale noi oggi viviamo e dove sprechiamo molto, perché abbondiamo con il cibo, oltre le quantità che ci servirebbero. E comunque siamo abituati a mangiare molto di più di quello di cui oggettivamente necessitiamo. Tuttavia, i tempi delle carestie, epidemie, guerre, nelle quali il cibo scarseggiava e quindi il corpo doveva fare scorta, non sono ancora così lontane affinché la nostra memoria biologica le abbia dimenticate: il nostro organismo continua ad accumulare la quantità in eccesso perché crede che poi magari domani potrebbe non mangiare.Quindi, mangiamo troppo e male ed accumuliamo grasso e tossine, che vengono conservate dal nostro corpo per essere rimesse in circolo, in teoria, quando servono. Ma capisci bene da solo che, se continuiamo a mangiare in eccesso, queste riserve non le andremo mai a toccare e quindi si accumuleranno sempre di più!”.In pratica un circolo vizioso che ci fa accumulare non solo grasso, ma anche tossine e materiale di scarto, giusto?“Esattamente! E, come già più di una volta ho accennato nelle puntate del podcast, l’eliminazione delle tossine e degli scarti metabolici è un processo attivo che richiede molta energia.Ma i nostri problemi moderni con l’accumulo di tossine e grassi non finiscono con la quantità di cibo che ingeriamo.Rispetto al passato, facciamo anche molto meno movimento: siamo diventati sedentari per natura e se non ci sforziamo di fare attività fisica, inseriamo un altro carico negativo per il nostro corpo.Non muovendoci non consumiamo energia e quindi ancora di più, non abbiamo bisogno di toccare le riserve che il nostro corpo mette da parte quotidianamente visto che mangiamo più del dovuto”.E la digestione in tutto ciò? “Soffre! Perché la digestione è un processo che richiede grande energia al nostro corpo, così come l’assimilazione dei nutrienti. Se mangiamo alimenti vegetali e crudi, allora questi contengono direttamente gli enzimi che ci sono utili per la digestione e quindi ci danno una mano a rendere il processo più agevole e a consumare meno energie e dunque “stancare” meno il nostro corpo.Quando invece lui si trova a dover digerire quantità di cibo troppo elevate e oltretutto complesse da digerire perché cotte e dunque senza enzimi al loro interno, diventa un super lavoro!Paradossalmente quindi, mangiare in continuazione, anziché caricarci, toglie energie al nostro organismo”.Ed ecco perché serve una detox!“Per ripulire il corpo da tossine e riserve in eccesso e resettare il lavoro dell’organismo. Ovvio che poi, se fai la detox ma ricominci come prima...serve a poco! Dovrebbe essere il primo passo per rimettersi in carreggiata, il primo step del cambiamento. E poi una costante, da fare ogni tanto, quando magari si esagera un po’ come durante il periodo delle feste o magari in vacanza che ci lasciamo un po’ andare”.Che cosa consigli tu?“Per la detox, io condivido la visione dell’igiene naturale che consiglia di rispettare i ritmi circadiani. Questi ultimi, comprendono 8 ore di assimilazione durante le quali si mangia, 8 ore di appropriazione durante le quali il corpo si appropria degli elementi presenti nel cibo e 8 ore di eliminazione, durante le quali il corpo lavora per processare e convogliare all’esterno le scorie metaboliche.Oltre a rispettare i ritmi circadiani, il consiglio è di diminuire il carico di cibo: se mangi di meno il corpo è costretto ad usare il grasso conservato e quindi si liberano anche le tossine varie che entrano in circolazione e vengono smaltite degli organi emuntori, che sono intestino, reni, polmoni, pelle”.Anche se molto ci hai già detto sopra, voglio puntualizzare un aspetto: perché è importante fare un periodo di detox?“I motivi sono diversi. Per prima cosa, per tenere in equilibrio anabolismo e catabolismo. In pratica, il metabolismo, che è l’insieme delle reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo, si divide appunto in questi due insiemi di azioni, diciamo così: il catabolismo consiste nella degradazione di molecole complesse in molecole più semplici con una produzione di energia; l’anabolismo, al contrario, è la sintesi di molecole complesse a partire da molecole semplici e produce un consumo di energia. La detox ha l’effetto di innescare meccanismi anabolici e dunque ci aiuta a consumare energia ed eliminare così le riserve di grasso e le tossine accumulate.Altro motivo da tenere presente è che ogni cellula del nostro corpo produce degli scarti, che devono essere eliminati. Se così non fosse, questi scarti si accumulerebbero, favorendo l’acidosi che è molto pericolosa per il nostro corpo. Ma a questo concetto specifico dedicherò una puntata del pod, quindi ora non voglio dilungarmici. Basti sapere che anche in questo caso, la detox è utile perché permette di eliminare le scorie prodotte naturalmente dalle cellule.L’igiene naturale, alla quale la mia idea di detox si rifà molto, indica nella tossiemia - la presenza in circolo di sostanze tossiche – la causa primaria di molte malattie. Da qui deriva l’ovvietà che l’alimentazione corretta, quella che non favorisce l’accumulo di tossine, è la nostra prima arma contro questo problema”.Le tossine le accumuliamo solo alimentandoci?“No, le tossine non sono solo gli scarti prodotti dalla digestione degli alimenti, ma possiamo acquisirle anche respirandole e per contatto con la nostra pelle. Purtroppo siamo sottoposti continuamente a stress ed esposti a vari inquinanti nell’aria”.Il ruolo della detox in questo panorama di tossine?“La detox è il nostro momento di pulizia: evita carenze di nutrimenti fondamentali e ne massimizza l’assorbimento, evita squilibri intestinali dovuti a gas nocivi che si creano dalla combinazione errata degli alimenti, aiuta ad eliminare le tossine in circolo accumulate in anni di alimentazione sbagliata. Un corpo pulito è un corpo sano!”. Come si inizia e quanto dura un periodo detox?“Un periodo di detox deve durare all’incirca una decina di giorni, per rigenerare l’intestino ed il corpo in genere, facendo un’operazione di ripulitura.Lo schema che più o meno puoi seguire è questo:-la mattina si beve, quindi digiuno fino alle 12, con solo acqua e limone ed estratto di frutta e verdura come merenda-a pranzo, una mega insalata con varie noci o semi oleosi o germogli. Importante è che sia poco condita e comunque con olio, limone, sale oppure olio, aceto di mele crudo sale. Per l’olio attieniti sempre ad un cucchiaino-merenda pomeridiana, frutta fresca o frullato verde-a cena inizia con verdura cruda e aggiungi o un 60 g di pseudocereali che possono essere riso, grano saraceno, miglio, quinoa, tef oppure un piatto di legumi secchi sui 40 g. Puoi anche aggiungere un piatto di verdura cotta, possibilmente a vapore, oppure essiccata.E come ci si sente all’inizio della fase detox? Subito a 1000?“Se il tuo corpo per qualche anno è stato intossicato da elementi che non gli facevano per niente bene, per smaltirli tutti ci vuole. Puoi anche smaltirli nel corso dei mesi, ma se fai la detox otterrai più rapidamente i benefici e quindi poi continuerai.La prima volta che farai la detox potrai, anche se non capita a tutti e dipende dal tuo stato di partenza, avere dei fastidi e potresti stare con qualche piccolo malessere, tipo mal di pancia, lieve febbre o mal di testa; nulla che non si sopporti, ma può farti sembrare che ci sia qualcosa che non va, invece è la strada giusta: è necessario fare questo sacrificio per resettare, altrimenti non digerisci bene, non assimili bene e ti porti dietro anni di accumuli e ti sarà più difficile mangiare pulito. Se hai già fatto altre volte la detox, vedrai che questi fastidi non li senti più e puoi anche ridurre un po’ il periodo rispetto ai 10 giorni che ti consigliavo prima”. Quali cibi dobbiamo proprio escludere quando siamo in fase detox?“Oltre ai cibi di origine animale, che quelli secondo me devono proprio essere esclusi del tutto dalla dieta per stare bene, devi fare a meno di:• zuccheri• glutammato • sale• caffè• alcool”

Mindfulness in Voce
Episodio 049: Siediti e Basta

Mindfulness in Voce

Play Episode Listen Later Mar 13, 2018 7:38


La meditazione è spesso considerata un'attività volta a ottenere dei risultati. Ciò accade perché al giorno d'oggi, immersi in una cultura ossessionata dalla produttività e dal progresso, facciamo fatica anche solo a immaginare qualcosa che sia fine a sé stessa. Paradossalmente, però, solo quando riusciamo a vedere la meditazione come una pratica preziosa in sé e per sé, essa può elargire i suoi doni.

Smau Academy
Come Acquisire nuovi Clienti nell'era Digitale

Smau Academy

Play Episode Listen Later Jan 15, 2018 38:37


La sempre più attuale complessità ha reso ogni aspetto umano più articolato, rendendo ancora più interessante il processo di vendita. In ogni fase di questo processo, è necessario un adattamento che permetta un dialogo tra i nuovi canali digitali e sistemi di comunicazione più tradizionali. Le aziende sono dunque chiamate a rispondere alla moderna complessità, con altrettanti strumenti e con una continua ricerca di nuovi metodologie di lead generation nell'ambito commerciale. Ma come acquisire nuovi Clienti oggi? Qualcosa è cambiato? E se Sì cosa? Paradossalmente per dare un riscontro efficace alla crescente complessità occorre partire da elementi più semplici: siamo una specie animale, alcuni sostengono evoluta, ma pur sempre di animali si stratta. Per quanto la tecnologia si sia evoluta, le decisioni continuiamo a prenderle basandoci su quella parte di cervello deputata alle emozioni. Un interessante viaggio tra neuroscienze e tecniche di comunicazione, con un'attenzione particolare al linguaggio, quali sono le parole magiche che predispongono il Cliente e quelle tragiche responsabili di scenari mentali disastrosi. TARGET: Addetti alle vendite, inside sales, addetti marketing, imprenditori. In pratica tutti coloro che hanno la necessità di comunicare.

Franz's Blog Podcasts
Sul tempo 2: tempo e azione

Franz's Blog Podcasts

Play Episode Listen Later Sep 4, 2017 4:28


Abbiamo detto nel filmato precedente che il tempo è, a tutti gli effetti uno "spazio": lo spazio, ad esempio per quanto ci concerne, entro cui si sviluppa la nostra vita sul pianeta. Lo spazio di vita è quello spazio all'interno del quale possiamo "fare". Paradossalmente, è proprio il "fare" (ovvero l'azione) che crea... tempo (e quindi spazio). Ogni azione si sviluppa lungo un processo. Questo sviluppo crea il tempo tra azione e risultato. Ma cosa accade se la nostra percezione si discosta da questa visione duale azione - risultato? L'articolo Sul tempo 2: tempo e azione proviene da Franz's Blog.

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Sul tempo 2: tempo e azione

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Play Episode Listen Later Sep 4, 2017 4:28


Abbiamo detto nel filmato precedente che il tempo è, a tutti gli effetti uno "spazio": lo spazio, ad esempio per quanto ci concerne, entro cui si sviluppa la nostra vita sul pianeta. Lo spazio di vita è quello spazio all'interno del quale possiamo "fare". Paradossalmente, è proprio il "fare" (ovvero l'azione) che crea... tempo (e quindi spazio). Ogni azione si sviluppa lungo un processo. Questo sviluppo crea il tempo tra azione e risultato. Ma cosa accade se la nostra percezione si discosta da questa visione duale azione - risultato? L'articolo Sul tempo 2: tempo e azione proviene da Franz's Blog.

Psicologia con Luca Mazzucchelli
La comunicazione medico-paziente come strumento terapeutico

Psicologia con Luca Mazzucchelli

Play Episode Listen Later Jun 10, 2017 19:05


Nel v secolo a.C. Ippocrate aveva già individuato nel «il tocco, il rimedio, la parola» gli elementi essenziali dell’operare del medico. Sono passati più di due millenni, eppure gli insegnamenti del padre della medicina sembrano del tutto ignorati. Paradossalmente, gli enormi passi avanti in campo scientifico hanno fornito ai medici di oggi strumenti potentissimi, rendendo tuttavia il rapporto con il paziente sempre più distaccato e frettoloso. La capacità del medico di comunicare efficacemente e di creare una buona relazione sono invece elementi fondamentali del processo di cura, influenzando sia la compliance del paziente alle indicazioni mediche che la prognosi. Basti pensare al noto fenomeno dell'effetto placebo e di come sia ormai dimostrato come l'indurre nel paziente aspettative positive verso il trattamento incrementi spesso notevolmente l'efficacia dello stesso. Un buona comunicazione tra medico e paziente influisce quindi sia sull’efficacia che sull’efficienza della cura, con ripercussioni positive sulla qualità della vita dei pazienti e del sistema sanitario in generale. Ecco perché le abilità comunicative e relazionali non posso essere più considerate “accessorie” ma devono tornare ad essere una componente fondamentale della professionalità del medico. Minutaggio intervento: 1:14 perché i medici sono generalmente formati a concentrarsi sui sintomi e sull'organo malato e tendono ad ignorare l'aspetto relazionale con i pazienti o a considerarlo di importanza marginale. 5:36 la parola che “cura”: le capacità comunicative del medico per favorire la compliance del paziente e sfruttare l'effetto placebo per incrementare l'efficacia del trattamento. 10:30 prestare attenzione alla comunicazione: i vantaggi per il paziente (maggiore soddisfazione, maggiore compliance, prognosi migliore) ma anche per il medico (riduzione delle denunce, maggiore autostima, riduzione della sindrome del burnout). 13:03 Tre accorgimenti comunicativi pratici per il medico: evitare i principali errori di comunicazione (la fretta e l'uso del medicalese); adottare uno stile comunicativo di tipo empatico-affiliativo e non direttivo, curando attentamente anche la comunicazione non verbale; sintonizzarsi sulla percezione del paziente, individuare le sue resistenze al trattamento e imparare a gestirle tramite specifiche tecniche comunicative.

Psicologia con Luca Mazzucchelli
La comunicazione medico-paziente come strumento terapeutico

Psicologia con Luca Mazzucchelli

Play Episode Listen Later Jun 10, 2017 19:05


Nel v secolo a.C. Ippocrate aveva già individuato nel «il tocco, il rimedio, la parola» gli elementi essenziali dell’operare del medico. Sono passati più di due millenni, eppure gli insegnamenti del padre della medicina sembrano del tutto ignorati. Paradossalmente, gli enormi passi avanti in campo scientifico hanno fornito ai medici di oggi strumenti potentissimi, rendendo tuttavia il rapporto con il paziente sempre più distaccato e frettoloso. La capacità del medico di comunicare efficacemente e di creare una buona relazione sono invece elementi fondamentali del processo di cura, influenzando sia la compliance del paziente alle indicazioni mediche che la prognosi. Basti pensare al noto fenomeno dell'effetto placebo e di come sia ormai dimostrato come l'indurre nel paziente aspettative positive verso il trattamento incrementi spesso notevolmente l'efficacia dello stesso. Un buona comunicazione tra medico e paziente influisce quindi sia sull’efficacia che sull’efficienza della cura, con ripercussioni positive sulla qualità della vita dei pazienti e del sistema sanitario in generale. Ecco perché le abilità comunicative e relazionali non posso essere più considerate “accessorie” ma devono tornare ad essere una componente fondamentale della professionalità del medico.Minutaggio intervento:1:14 perché i medici sono generalmente formati a concentrarsi sui sintomi e sull'organo malato e tendono ad ignorare l'aspetto relazionale con i pazienti o a considerarlo di importanza marginale.5:36 la parola che “cura”: le capacità comunicative del medico per favorire la compliance del paziente e sfruttare l'effetto placebo per incrementare l'efficacia del trattamento.10:30 prestare attenzione alla comunicazione: i vantaggi per il paziente (maggiore soddisfazione, maggiore compliance, prognosi migliore) ma anche per il medico (riduzione delle denunce, maggiore autostima, riduzione della sindrome del burnout).13:03 Tre accorgimenti comunicativi pratici per il medico: evitare i principali errori di comunicazione (la fretta e l'uso del medicalese); adottare uno stile comunicativo di tipo empatico-affiliativo e non direttivo, curando attentamente anche la comunicazione non verbale; sintonizzarsi sulla percezione del paziente, individuare le sue resistenze al trattamento e imparare a gestirle tramite specifiche tecniche comunicative.

Codici di Accesso
Le basi del successo

Codici di Accesso

Play Episode Listen Later Dec 7, 2016 17:10


La sfida più grande nel mondo del lavoro di oggi è capire a cosa dare attenzione. Paradossalmente abbiamo a disposizione molte più scelte, molte più strade da percorrere, molte più cose da desiderare ed ottenere, e proprio per questo è più complesso concentrarsi su quello che vogliamo. In questo audio ti insegno una regola (e un esercizio) che trasformeranno completamente il tuo approccio al raggiungimento degli obiettivi ed al successo e ti permetteranno di avvicinarti a quello che vuoi con più velocità e minore sforzo.

Codici di Accesso
Le basi del successo

Codici di Accesso

Play Episode Listen Later Dec 7, 2016 17:10


La sfida più grande nel mondo del lavoro di oggi è capire a cosa dare attenzione. Paradossalmente abbiamo a disposizione molte più scelte, molte più strade da percorrere, molte più cose da desiderare ed ottenere, e proprio per questo è più complesso concentrarsi su quello che vogliamo. In questo audio ti insegno una regola (e un esercizio) che trasformeranno completamente il tuo approccio al raggiungimento degli obiettivi ed al successo e ti permetteranno di avvicinarti a quello che vuoi con più velocità e minore sforzo.

Merita Business Podcast
Startup in Italia o all'estero? Da dove parto per arrivare ai miei primi 10 milioni di euro

Merita Business Podcast

Play Episode Listen Later Sep 24, 2016 25:58


Quanto è vero che fondare oggi un'azienda in Italia sia un errore?Meglio partire direttamente dall’estero o nascere in Italia e poi internazionalizzarsi?Agli occhi di un investitore internazionale, quali aspetti negativi o positivi comporta essere una società italiana?Se anche tu ti poni le stesse domande, questa puntata è fatta apposta per te. Oggi infatti ci collegheremo con San Francisco dove ci faremo svelare da Armando Bondi i segreti delle startup di successo.Per chi non conoscesse Armando Biondi, Armando è un imprenditore italiano che vive a San Francisco, co-founder di AdEspresso, una piattaforma per ottimizzare le campagne di advertising su Facebook e fondatore di numerose altre startup di successo.Quanto è vero che fondare in Italia è un errore? Meglio fondare all’estero o nascere in Italia e poi internazionalizzarsi? Quali sono le differenze?Oggi, il consiglio che dò alle persone che me lo chiedono è che viviamo in un contesto abbastanza diverso già da quella di qualche anno fa. Per tutta una serie di macro-trend che sono in pieno svolgimento la situazione è cambiata rispetto a qualche anno fa. Fondare la propria company o la propria startup è possibile farlo in maniera economica ovunque. L’accesso a internet ti permette di risolvere tutta una serie di cose che 10/15 anni fa non avresti potuto risolvere se non stando negli hub tecnologici. Quindi l’accesso al “cominciare qualche cosa da zero” è molto basso. Paradossalmente è facile. D’altra parte la sfida di quelli che erano una volta gli hub tecnologici principali come San Francisco (il numero uno al mondo…), New York (che è il numero due) oppure Los Angeles, Israele per alcune cose...si è fatta molto più competitivo e costosa. San Francisco e New York sono oggi due fra le città più costose al mondo proprio perché si è creata questa concentrazione di capitali da una parte, startup dall’altra e ancora talento e possibilità di exit, ecc...Tutto questo fa crescere paurosamente il costo della vita.Quindi, in realtà l’idea di doversi spostare da qualche parte per cominciare a fare startup, oggi è abbastanza controproducente. Perché spostarti a San Francisco con zero prodotto, zero revenue, zero funding aumentano le possibilità di fare un buco nell’acqua.È un ambiente più competitivo e più costoso e quindi il consiglio che dò è quello di partire a fare un side-project che stuzzica la tua ambizione di partire dove sei. Oggi chiunque può farlo. Se questa cosa ha gambe e potenziale per crescere generando un riscontro tangibile, reale e concreto sul mercato allora si può pensare di raccogliere qualche capitale e di spostarsi in un hub tecnologico più completo e consolidato.Da questo punto di vista non è una brutta idea, invece di mirare al numero uno degli hub San Francisco, andare a provare in un livello superiore ma senza puntare al numero uno come può essere ad esempio Berlino o Londra.Agli occhi di un investitore internazionale, quali aspetti negativi o positivi comporta essere una società italiana? Cosa possiamo fare per renderci più appetibili?Ci sono due aspetti da considerare. Un vantaggio e uno svantaggio. Lo svantaggio è che di solito chi ha capitali da investire, chiunque oggi ti può dare 5-10-15k€ e fare l’investor. Senza stare a scomodare i VC. Ma diciamo che i primi 250k€ puoi iniziare a raccoglierli più o meno ovunque. Lo svantaggio di tutto ciò è chi ha disponibilità di capitali ha preferenza per investimenti in economie che conosce. Quindi è più difficile che un investitore inglese decida di investire in una company italiana. È molto più facile che investa in una company inglese. Lo stesso vale per gli americani. È molto più facile per un investire americano investa in una company inglese, ancora più difficile che lo faccia in una italiana. Questo per un motivo molto semplice: la conoscenza dell’ecosistema fiscale ed economico è maggiore nell’area di appartenenza. Sei più tranquillo quando dici: “sto già rischiando il mio capitale e non voglio un ulteriore elemento di rischio come la non conoscenza dell’ecosistema fiscale e legislativo”. Non parlo solo dei benefici fiscali di un Paese ma proprio di come funziona il business, il fatto che ci sia una legislazione di un certo tipo, che le company siano fatte in un certo modo, che ci siano delle dinamiche nel gestire gli affari proprie di quel Paese.Continua su:http://www.MERITA.BIZ/45### NOTE DELLA PUNTATA ###Se volete seguire Armando Biondi potete cominciare da questi account:Mediumhttps://medium.com/@armandobiondiLinkedinhttps://www.linkedin.com/in/armandobiondiFacebookhttps://www.facebook.com/armando.biondi?fref=tsAngel Listhttps://angel.co/armando-biondiTwitterhttps://twitter.com/armandobiondiSe invece vi incuriosisce sapere di più della sua startup potete visitarehttp://www.adespresso.com/Il libro citato da Armando durante lo show si intitolaFrom Zero to Onehttp://amzn.to/2cmm6H6di Peter Thiel.### PODCAST ###HTTP://www.MERITA.BIZ/PODCAST Sottoscrivi il podcast su: iTunes: http://j.mp/MERITA-ITUNES Stitcher:http://j.mp/MERITA-STITCHER Spreaker:http://j.mp/MERITA-SPREAKER Soundcloud:http://j.mp/MERITA-SOUNDCLOUD ##### WWW.MERITA.BIZ #####

I podcast dei commenti al Vangelo di don Antonello Iapicca
Lunedì della III settimana di Quaresima

I podcast dei commenti al Vangelo di don Antonello Iapicca

Play Episode Listen Later Feb 28, 2016 23:19


Amare e accogliere il Mistero ---------- Quel sabato nella sinagoga di Nazaret, era esplosa una bomba: Gesù, il figlio di Giuseppe il carpentiere, l'aveva lanciata nel mezzo dell'assemblea di cui aveva fatto parte tante volte; quell’uomo che tutti conoscevano aveva appena annunciato che la profezia ascoltata si era compiuta proprio in Lui, proprio in quell'oggi. Che mistero l'operare di Dio, lasciare trent'anni suo Figlio inviato per salvare l'umanità nel semplice e umile nascondimento di Nazaret, a vivere una vita normalissima, mescolata a quella dei suoi compatrioti. Un solo segno all'alba della dell'incarnazione, un annuncio segreto e serbato nel cuore della Vergine Maria. E sospetti, giudizi e dolore per quella giovane Madre. Poi più nulla, giorni uguali a quelli di ogni altro abitante di Nazaret, sino a quel sabato. Dio, infatti, ha voluto avvolgere di mistero l'identità del Figlio per svelare il mistero del cuore dell'uomo. La carne e il sangue, da soli, non possono vedere Dio. Per vederlo occorre un cuore puro. I "figli dello stesso padre" (patria deriva da padre) non lo hanno potuto comprendere, perché per il loro occhio impuro conoscere significava afferrare e possedere attraverso carne e pensiero. Accoglierlo avrebbe significato riconoscersi peccatori, bisognosi di purificazione e perdono. La vedova di Zarepta e Naaman il Siro, invece, pur essendo pagani ed estranei al Popolo di Israele, hanno visto Dio, perché l'indigenza e il bisogno ne avevano purificato il cuore. Può vedere Dio solo l'occhio purificato dal crogiuolo della sofferenza. La vera Patria di Gesù, infatti, non è la Nazaret geografica, e i "suoi" non sono quelli che vi sono nati: la Patria di Gesù è la Croce e i suoi compatrioti sono i peccatori. Per loro si è fatto peccato, con loro ha condiviso il destino di morte per trasformarlo in destino di perdono e di vita. E' questo il mistero celato in Gesù di Nazaret, il Messia sofferente. Anche noi all'apparire del mistero che avvolge la nostra vita e le persone che ci sono vicine, temiamo e ci difendiamo chiudendoci a riccio, rifiutando ciò che sfugge ai nostri criteri collaudati. Amare il mistero celato negli eventi e nell'altro è la condizione perché essi entrino a far parte di noi stessi, ci stupiscano e coinvolgano nel prodigio di cui sono profezia. L'amore per il mistero è la condizione per la castità, dei sentimenti come della carne, porta dischiusa alla purezza del cuore capace di vedere trasfigurata la realtà. Si può vivere anni accanto a una persona, alla moglie, al marito, ai figli, e non aver amato neanche per un giorno il mistero che li avvolge. Ci illudiamo di conoscere, mentre ci sforziamo di possedere nella speranza di non perdere quanto vorremmo che ci saziasse. E così ci ritroviamo a spingere l'altro sul "ciglio del monte per buttarlo nel precipizio", nell'estremo tentativo di far tacere quel mistero che bussa, tenace, alla porta del nostro cuore. L'esito di ogni possesso infatti, è l'omicidio dell'altro: moglie, marito, chiunque interpelli il nostro cuore, ci svela indigenti e inadeguati, peccatori. Il mistero racchiuso nel prossimo è una chiamata all'amore, e ne siamo sprovvisti. Abbiamo bisogno di un cuore contrito e umiliato, un cuore puro capace di vedere Dio nell'amore incarnato in suo Figlio. Paradossalmente, un cuore puro è un cuore che riconosce d'essere malato. E lì, nella realtà, riconoscere in Gesù il fratello, il compatriota che ha condiviso la nostra patria di morte. Per il nostro cuore "vedovo e lebbroso" è preparato quest'oggi nel quale Gesù ci annuncia di nuovo la Buona Notizia che il Profeta viene a compiere nella sua Patria. Vedere il Messia e l'amore di Dio nella storia e nelle persone significa dunque incamminarsi con Lui sul sentiero della Croce, sulla quale consegnargli i nostri peccati, scoprendo in essa la Patria d'amore dove, amati, impariamo ad amare.

Dialoghi di Pistoia | Lezioni e conferenze
Luigi Zoja | Dono e obbligo. Una riflessione sul contributo sociale | Dialoghi di Pistoia 2012

Dialoghi di Pistoia | Lezioni e conferenze

Play Episode Listen Later May 25, 2012 50:07


Etnologia, psicoanalisi e neuroscienze dicono che l’uomo è un animale sociale. Non solo la morale e la legge, anche l’istinto vuole che una parte delle nostre fatiche sia destinata agli altri. Questa spinta naturale si è però persa nella società di massa: ciò che dobbiamo allo stato - le tasse – è sentito come una costrizione o addirittura un arbitrio. Poiché nella vita collettiva l’economia ha oggi il posto centrale, un tempo occupato dalla religione, le finanze pubbliche costituiscono un perno dell’equilibrio sociale. E una crisi economica prende inconsciamente il posto del Male. Pagare per la crisi in atto è sentito come punizione: devono farsene carico gli altri, i “responsabili” (sopportiamo meglio altre spese che altre colpe). Paradossalmente però, mentre esplode questa contraddizione, l’antico impulso a lavorare per la collettività rifiorisce sotto forma di interesse per il volontariato e le associazioni non profit. Una riflessione sulle varie forme del contributo sociale.

Seminari di Informatica Umanistica
Programmare in formule: tipografia matematica di alta qualità in un ambiente di programmazione

Seminari di Informatica Umanistica

Play Episode Listen Later Mar 26, 2012 62:53


Marco Grandi e Vincenzo Gervasi - Secoli di tradizione tipografica hanno portato al progressivo perfezionamento della composizione di manoscritti di contenuto matematico. In questo tipo di manoscritti, la pagina stampata perde il suo carattere di sequenza lineare di parole in un linguaggio, e assume sempre più quello di tavolozza in cui formule e diagrammi (spesso, realizzati con simboli inventati per l'occasione) sono disposti seguendo logiche strutturali non lineari su tutta la pagina. L'alfabeto utilizzato per esprimere contenuti matematici, lungi dall'essere limitato a poche decine di simboli che poi vengono composti in parole, diventa amplissimo: la notazione matematica è molto più pittografica di quanto non siano i linguaggi naturali, e l'esatta disposizione, scala, stile usato per questi simboli diventa fondamentale per trasmettere il significato inteso in maniera efficiente -- e, perché no, esteticamente gradevole (all'occhio allenato). Paradossalmente, di questi concetti si è sempre fatto poco uso nel campo della programmazione. I programmi per calcolatore sono praticamente sempre scritti con un alfabeto ridottissimo (molti linguaggi non accettano neanche lettere accentate), e sono composti da lunghe sequenze di codici, a cui solo l'occasionale cambio di margine conferisce un po' di vivacità. Questa situazione non è passata inosservata, e molti ricercatori (primo fra tutti, Donald Knuth) hanno proposto di utilizzare il cosiddetto "literate programming": scrivere programmi come se si scrivesse un libro, o almeno un articolo scientifico. Questa idea si è però scontrata, fino ad oggi, con i limiti della tecnologia tradizionale. In questo seminario esploreremo il problema dell'uso della notazione tipografica matematica durante la programmazione, mostreremo quali vantaggi può portare alla comprensibilità dei programmi, e mostreremo alcuni sviluppi recenti in questo campo.