Podcasts about furono

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BASTA BUGIE - Santi e beati
Santi o mediocri? La necessità della virtù cardinale della fortezza

BASTA BUGIE - Santi e beati

Play Episode Listen Later Apr 1, 2025 5:40


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8119SANTI O MEDIOCRI? LA NECESSITA' DELLA VIRTU' CARDINALE DELLA FORTEZZAI Santi danno valore soprannaturale alla sofferenza, perché con essa si uniscono più intimamente a Cristo per andare in Paradiso, invece i mediocri si lamentano di essa e si chiedono perché Dio li abbia voluti puniredi Padre Cipriano de Amborosiis "Viva Cristo Re!". Furono queste le ultime parole pronunciate dal martire messicano, il beato Miguel Pro, accusato ingiustamente e fucilato in odio alla fede il 23 novembre 1927 a soli 36 anni d'età. Nel periodo della persecuzione messicana contro la Chiesa, egli si donò completamente per sostenere i cattolici perseguitati, i poveri, i malati, i moribondi. Svolse clandestinamente il suo ministero di sacerdote, e in un giorno riuscì a distribuire anche 1500 Sante Comunioni. Questo Beato, che agli occhi di tutti sembrava essere sempre felice e ottimista, in realtà nascondeva le lacrime dietro al sorriso e passò nel crogiolo della sofferenza più acuta e della depressione a causa della persecuzione che stava patendo il suo popolo e la sua famiglia. Arrestato, quando si rese conto che gli restavano poche ore di vita, chiese di essere portato sul luogo dell'esecuzione, senza essere bendato né trascinato. Poco prima di ricevere il proiettile in petto, perdonò i suoi assassini e allargò le braccia a forma di croce, tenendo in mano il Rosario.Un anno dopo la morte del Beato, san José Sanchez del Rio, ragazzo messicano di 14 anni, subiva anche lui il martirio in difesa della fede cattolica, dopo atroci torture. Prima di morire, dopo essere stato ripetutamente pugnalato, un soldato gli chiese di lasciare un messaggio per suo padre: «Ditegli che ci rivedremo in Paradiso. Viva Cristo Re! Viva la Madonna di Guadalupe!».LE ALTERNATIVE SONO DUELa beata Irene Stefani, missionaria in Africa, morta in Kenya nel 1930, era instancabile nel correre tra i malati, nell'amministrare ai moribondi il Battesimo (amministrò il Battesimo a circa tremila anime in punto di morte), nel catechizzare, nel sanare le piaghe dell'anima e del corpo. Tutti questi Santi (e tanti altri ancora) dove trovavano la forza spirituale (e fisica) nell'andare avanti?Nelle nostre vite le sofferenze, i dolori, i travagli e le avversità sono innumerevoli, ed è impossibile che spariscano. Quello che però fa la differenza è come li affrontiamo nel tempo che ci è dato da Dio. Le alternative sono due: possiamo comportarci da eroi o da mediocri. Gli eroi, i Santi, sono coloro che danno valore soprannaturale alla sofferenza, perché vedono in essa un mezzo per unirsi più intimamente a Cristo e per andare in Paradiso; i mediocri invece si lamentano di essa, si chiedono perché Dio li abbia voluti punire mandando quei castighi, arrivano alla disperazione e alla mancanza di abbandono in Dio.La fortezza è perciò quella virtù che fa affrontare senza temerità e timidezza qualunque pericolo per il servizio di Dio e del prossimo. Tra temerità e timidezza c'è una differenza grande quanto il giorno e la notte: la prima ci fa affrontare i pericoli confidando solo nelle nostre forze, la seconda invece non ci dà il coraggio di superare le difficoltà, non facendoci confidare nell'aiuto della grazia.NÉ TEMERITÀ, NÉ TIMIDEZZADue eccessi a cui la virtù della fortezza sa ben rispondere in maniera equilibrata. Questa, inoltre, ci fa superare le tentazioni e le difficoltà che provengono da parte del demonio, del mondo e delle passioni. La fortezza fa vincere il rispetto umano, ci dà la forza per affrontare le derisioni, le persecuzioni, la morte e anche il martirio. Integra questa virtù la pazienza, grazie alla quale sopportiamo con animo sereno le tribolazioni permesse da Dio per la nostra santificazione.Nelle Litanie lauretane invochiamo l'Immacolata sotto il titolo di Vergine potente. In effetti, non si può forse considerare la nostra Mamma celeste come l'esempio, per noi più importante, di Colei che ha vissuto integralmente e in maniera eroica la virtù della fortezza? Quante difficoltà ha dovuto affrontare nella sua vita, a partire dalla Nascita di Gesù, la fuga in Egitto, la profezia di Simeone, la Passione e la Crocifissione dell'amato Figlio? Tutto ciò che ha patito Cristo, l'ha sofferto intimamente e interiormente anche Lei. Solo l'Immacolata può veramente insegnarci come si soffra e si offra santamente. Solo Lei può insegnarci la magnanimità, che rende pronti a compiere opere eccelse per il servizio di Dio, la pazienza nel sopportare tutti i mali senza contristarsi, e la perseveranza, che fa proseguire nell'esercizio delle virtù.È a Lei dunque che chiediamo la grazia dell'esercizio perfetto della virtù della fortezza, come i martiri, come i missionari, instancabili nel servizio a Dio, come tutti i Santi che hanno fatto di Dio la loro roccia, il loro sostegno, senza temere le tempeste della vita perché totalmente fidenti in Lui.

Ultim'ora
La Russa "Giusti furono messi alla prova e risposero con coraggio"

Ultim'ora

Play Episode Listen Later Mar 5, 2025 2:59


ROMA (ITALPRESS) - "Essere 'Giusti' è difficile nella vita. Tutti potremmo essere Giusti in teoria, ma poi bisogna essere messi alla prova. E i Giusti che Israele designa con questo nome sono persone che sono state messe alla prova, in un momento terribile, e che hanno risposto positivamente a quella prova. Facendo qualcosa che in quel momento non era semplice, che oggi può sembrare scontato, ma in quel momento era drammaticamente complicato, adempiendo non a un obbligo religioso, ma a un obbligo morale. A qualcosa che, al di là dei convincimenti politici, delle idee culturali, delle fedi professate, unisce tutti gli uomini che rispondono al proprio animo". Lo ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, intervenendo alla cerimonia di accensione della facciata di Palazzo Madama in occasione della Giornata dei Giusti, che si celebra il 6 marzo. ads/mca3/mgg

Effetto giorno le notizie in 60 minuti
...E alla fine dazi all'Europa furono

Effetto giorno le notizie in 60 minuti

Play Episode Listen Later Feb 27, 2025


Trump annuncia dazi per il 25% all’Europa. Con noi Alessandro Volpi, docente di Storia Contemporanea all’Università di Pisa, autore tra gli altri di “I padroni del mondo. Come i fondi finanziari stanno distruggendo il mercato e la democrazia”, edito da Laterza. Oxfam denuncia: “Cisgiordania come Gaza, con Israele che impedisce il lavoro umanitario”. Sentiamo Paolo Pezzati, portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. Il referente in Italia di Musk contro Fratelli d’Italia: “Se fate accordi con il Pd non chiamateci più”. Oggetto del contendere alcuni emendamenti contenuti nel Ddl Spazio. Ne parliamo con il nostro Enrico Pagliarini.

La Voce del Pastore
“Quando furono entrati, salirono e perseveravano” • 22 Febbraio 2025

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Feb 22, 2025 63:11


Il Messaggio di Oggi: “QUANDO FURONO ENTRATI, SALIRONO E PERSEVERAVANO” • Atti 1: 12-14 • 1 Corinzi 15: 6 • Atti 1: 4-5 • Atti 1: 8 • Atti 1: 24 • Atti 2: 1 (2-4) • Atti 2: 39 • Atti 2: 2 • Luca 11: 9 • Luca 11: 13 • Matteo 18: 19 • Matteo 6: 6 • Atti 10: 34-35 • Atti 10: 44-45 • Matteo 6: 6 • Luca 11: 9--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

BASTA BUGIE - Comunismo
10 Febbraio: il giorno del ricordo, per non dimenticare le foibe

BASTA BUGIE - Comunismo

Play Episode Listen Later Feb 11, 2025 9:26


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=807510 FEBBRAIO: IL GIORNO DEL RICORDO, PER NON DIMENTICARE LE FOIBE di Roberto de Mattei Il 10 febbraio di ogni anno si commemorano le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo della popolazione della Venezia Giulia e della Dalmazia. La "Giornata del ricordo", istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, ha infatti stabilito questa data per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".Le foibe nel loro significato geografico sono delle voragini, strette e profonde, che si aprono nei territori dell'Istria, della Dalmazia e del Friuli Venezia-Giulia, Ma sotto l'aspetto storico, la parola foibe indica le efferate violenze compiute in queste regioni dai partigiani comunisti jugoslavi, tra l'autunno del 1943 e il 1947, ben dopo la conclusione della guerra. Migliaia di italiani vennero "infoibati" ovvero gettati in queste orrende cavità, dopo essere stati assassinati, ma spesso ancora vivi, morendo tra atroci sofferenze.Questo assassinio di massa faceva parte del progetto politico di Josip Brosz Tito, segretario generale del Partito Comunista di Jugoslavia, che, con l'aiuto della Russia sovietica, a partire dal 1941, si mise alla testa di un Esercito popolare di Liberazione contro le forze di occupazione italo-tedesche. Il maresciallo Tito fu poi capo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal 1945 fino alla sua morte nel 1980.Il piano di Tito prevedeva l'annessione della Venezia-Giulia e di altre terre allora italiane alla nuova Jugoslavia comunista, come in parte avvenne. Per raggiungere l'obiettivo era necessario eliminare fisicamente ogni possibile oppositore, indipendentemente dalle sue complicità con i tedeschi e il passato regime fascista. Si trattava soprattutto di distruggere la vecchia classe dirigente, come avveniva in tutti i paesi in cui il comunismo prendeva il potere. Furono prese di mira dunque anche personalità di orientamento moderato e antifascista, compresi alcuni cattolici e liberali che militavano nel Comitato di Liberazione Nazionale (CNL). Tutti coloro che venivano ritenuti contrari al progetto di espansione slavo-comunista venivano trucidati o avviati nei campi di concentramento.IL MASSACROGli storici stimano che oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, tra l'8 settembre 1943 e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei Trattati di Pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia, i territori, già italiani dell'Istria, del Quarnaro, della città di Zara con la sua provincia e della maggior parte della Venezia Giulia. L'occupazione jugoslava fu causa non solo del fenomeno delle foibe, ma anche di massicce deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi e dell'esodo di circa 300mila giuliani, istriani, fiumani e dalmati.Il massacro ebbe inizio in Istria dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Nel momento in cui l'esercito italiano si sbandò, i partigiani di Tito, avviarono il terrore, con arresti, uccisioni, infoibamenti di italiani. Il 16 settembre fu arrestato dalle milizie comuniste il parroco di Villa di Rovigno Angelo Tarticchio. Dopo averlo torturato, i partigiani lo trascinarono presso Baksoti (Lindaro), dove assieme a 43 prigionieri, legati con filo spinato, venne ucciso con una raffica di mitragliatrice e gettato in una cava di bauxite. Quando un mese più tardi il corpo fu riesumato dai Vigili del Fuoco di Pola, lo si trovò nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa e i genitali tagliati e conficcati nella bocca.Pochi giorni dopo, il 25 settembre, venne catturata a Visinada, insieme ad altri membri della sua famiglia, Norma Cossetto, una giovane ventitreenne. Dopo essere stata sottoposta a brutali sevizie da parte dei suoi carcerieri, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943, la giovane fu gettata viva, legata a altre vittime, nella foiba di Villa Surani.In Istria, nell'antico castello Montecuccoli di Pisino, era insediato un feroce tribunale rivoluzionario. I condannati venivano legati con filo di ferro spinato e trasportati sull'orlo delle foibe dove erano uccisi a colpi di mitra e di fucile. In molte occasioni, prima dell'esecuzione, i prigionieri erano obbligati a spogliarsi completamente in modo da cancellare ogni possibile traccia della loro identità.FOIBA DI BASOVIZZA VANDALIZZATA DI RECENTELa seconda ondata di infoibamenti avvenne nel 1945, quando l'esercito di Tito invase la Venezia Giulia, giungendo a Trieste prima delle forze Alleate. Simbolo di queste stragi è la cosiddetta "Foiba di Basovizza", un pozzo minerario che, nel maggio 1945, divenne un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, arrestati dai partigiani comunisti. A Basovizza arrivavano gli autocarri della morte con il loro carico di disgraziati. Questi, con le mani straziate dal filo di ferro e spesso avvinti fra loro a catena, venivano sospinti a gruppi verso l'orlo dell'abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro.Il termine genocidio, con cui si intende definire il deliberato sterminio di un popolo o di una parte di esso, non è improprio per connotare questa "pulizia etnica". Bisogna ricordare però che la violenza dei partigiani di Tito non si limitò a colpire gli italiani, colpevoli di difendere la propria identità nazionale, ma si estese anche contro tutti quei militari e civili, sloveni e croati, che si opponevano all'instaurazione di una Repubblica comunista in Jugoslavia. La dimensione ideologica dell'eccidio era per certi versi più profonda di quella etnica e nelle foibe, italiani, tedeschi e slavi mischiarono spesso il loro sangue.Il dramma delle foibe va inserito all'interno di un processo rivoluzionario che ha le sue origini in Francia nel 1789. Il primo genocidio sistematico dalla storia fu infatti quello del popolo vandeano, che tra il 1793 e il 1797 si oppose alla Rivoluzione francese. Il maresciallo Tito attuava i principi della Rivoluzione francese e di quella comunista, secondo cui tutti i nemici della libertà e dell'uguaglianza, anche se solo "sospetti", vanno drasticamente eliminati. I crimini contro l'umanità che ancora oggi insanguinano il mondo sono figli di questa filosofia rivoluzionaria. E la giornata della memoria dedicata alle foibe ci ricorda anche questo.Nota di BastaBugie: Lorenza Formicola nell'articolo seguente dal titolo "Foibe: oltraggio alle vittime, pensioni d'oro ai carnefici" parla di Tito, dittatore comunista e medaglia al merito della Repubblica Italiana, onorificenza mai revocata così come i vitalizi pagati dall'INPS ai suoi soldati che divennero i boia dei loro connazionali.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 10 febbraio 2025:Sabato 8 febbraio, a quarantott'ore dal Giorno del Ricordo, e ottant'anni dall'inizio dei fatti, la foiba di Basovizza a Trieste è stata vandalizzata. Tre le frasi con l'inchiostro rosso: "Trieste è nostra", il motto usato dai comunisti; "Trieste è un pozzo", in riferimento alle foibe; "Morte al fascismo, libertà al popolo".E poi il numero 161, che sta per AFA, il collettivo antifascista internazionale d'ispirazione comunista. Ma l'oltraggio alle vittime delle foibe viene anche dai riconoscimenti istituzionali e dalle pensioni elargite ai loro carnefici.L'articolo 2 dello Statuto dell'Ordine «Al merito della Repubblica italiana», che disciplina il conferimento della più importante onorificenza del nostro Paese, prevede che il Presidente della Repubblica possa conferirla per «benemerenze di segnalato rilievo (...) e per ragioni di cortesia internazionale». La stessa «cortesia internazionale» che nell'ottobre 1969 (con il socialdemocratico Saragat al Quirinale e la Democrazia Cristiana al governo) consegnò la più alta delle onorificenze dello Stato italiano al dittatore Josip Broz, alias il maresciallo Tito, il dittatore comunista, assassino di nostri connazionali.Cinquantasei anni dopo, quella medaglia al merito è ancora lì, in palese contraddizione con una legge dello Stato che nel 2004, grazie al presidente Berlusconi, istituiva il Giorno del Ricordo per mantenere viva la memoria dei 10.000 italiani infoibati, della pulizia etnica d'Istria, Fiume e Dalmazia e dell'esodo di 350.000 italiani costretti a scappare dalle loro case. Insomma, mentre ricordiamo la tragedia degli italiani del Nord-Est ancora celebriamo la memoria dell'assassino Tito che li ha infoibati e costretti alla fuga.In questa legislatura ci sono due proposte di legge, alla Camera, primi firmatari Rizzetto (FdI) e Rampelli (FdI), e al Senato, primo firmatario Bizzotto (Lega), per revocarla post mortem. Sarebbe, infatti, un cavillo burocratico ad impedire di cancellare l'onorificenza di Tito: è morto. La legge già prevede di togliere l'onorificenza per «indegnità», come è stato fatto con al-Assad quando nel 2010 Napolitano gli aveva appuntato sul petto la stessa decorazione di Tito. Eppure, per un misterioso disegno, oltre che per ottusa burocrazia, da decenni, nessuno osa toccare quella medaglia che è un'offesa all'Italia.La nostra Penisola ha persino strade dedicate al comunista Tito. Un po' come se a Berlino, o in qualsiasi altro angolo d'Europa, ci fosse qualche piazza dedicata ad Hitler e nel mentre si celebrasse comunque la Giornata della Memoria. Con l'aggravante che per sessant'anni, in Italia, di

Analisi e commenti | RRL
809 - Le foibe: un genocidio comunista

Analisi e commenti | RRL

Play Episode Listen Later Feb 9, 2025 8:50


Le foibe: un genocidio comunista   Il 10 febbraio di ogni anno si commemorano le vittime dei massacri delle foibe e dell'esodo della popolazione della Venezia Giulia e della Dalmazia. La “Giornata del ricordo”, istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, ha infatti stabilito questa data per "conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.Le foibe nel loro significato geografico sono delle voragini, strette e profonde, che si aprono nei territori dell'Istria, della Dalmazia e del Friuli Venezia-Giulia, Ma sotto l'aspetto storico, la parola foibe indica le efferate violenze compiute in queste regioni dai partigiani comunisti jugoslavi, tra l'autunno del 1943 e il 1947, ben dopo la conclusione della guerra. Migliaia di italiani vennero “infoibati” ovvero gettati in queste orrende cavità, dopo essere stati assassinati, ma spesso ancora vivi, morendo tra atroci sofferenze.Questo assassinio di massa faceva parte del progetto politico di Josip Brosz Tito, segretario generale del Partito Comunista di Jugoslavia, che, con l'aiuto della Russia sovietica, a partire dal 1941, si mise alla testa di un Esercito popolare di Liberazione contro le forze di occupazione italo-tedesche. Il maresciallo Tito fu poi capo della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal 1945 fino alla sua morte nel 1980.  Il piano di Tito prevedeva l'annessione della Venezia-Giulia e di altre terre allora italiane alla nuova Jugoslavia comunista, come in parte avvenne. Per raggiungere l'obiettivo era necessario eliminare fisicamente ogni possibile oppositore, indipendentemente dalle sue complicità con i tedeschi e il passato regime fascista. Si trattava soprattutto di distruggere la vecchia classe dirigente, come avveniva in tutti i paesi in cui il comunismo prendeva il potere. Furono prese di mira dunque anche personalità di orientamento moderato e antifascista, compresi alcuni cattolici e liberali che militavano nel Comitato di Liberazione Nazionale (CNL). Tutti coloro che venivano ritenuti contrari al progetto di espansione slavo-comunista venivano trucidati o avviati nei campi di concentramento.Gli storici stimano che oltre 10 mila persone furono gettate vive o morte nelle foibe, tra l'8 settembre 1943 e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei Trattati di Pace di Parigi, che assegnavano alla Jugoslavia, i territori, già italiani dell'Istria, del Quarnaro, della città di Zara con la sua provincia e della maggior parte della Venezia Giulia.  L'occupazione jugoslava fu causa non solo del fenomeno delle foibe, ma anche di massicce deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi e dell'esodo di circa 300mila giuliani, istriani, fiumani e dalmati. Il massacro ebbe inizio in Istria dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Nel momento in cui l'esercito italiano si sbandò, i partigiani di Tito, avviarono il terrore, con arresti, uccisioni, infoibamenti di italiani. Il 16 settembre fu arrestato dalle milizie comuniste il parroco di Villa di Rovigno Angelo Tarticchio. Dopo averlo torturato, i partigiani lo trascinarono presso Baksoti (Lindaro), dove assieme a 43 prigionieri, legati con filo spinato, venne ucciso con una raffica di mitragliatrice e gettato in una cava di bauxite. Quando un mese più tardi il corpo fu riesumato dai Vigili del Fuoco di Pola, lo si trovò nudo, con una corona di spine conficcata sulla testa e i genitali tagliati e conficcati nella bocca. Pochi giorni dopo, il 25 settembre, venne catturata a Visinada, insieme ad altri membri della sua famiglia, Norma Cossetto, una giovane ventitreenne. Dopo essere stata sottoposta a brutali sevizie da parte dei suoi carcerieri, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943, la giovane fu gettata viva, legata a altre vittime, nella foiba di Villa Surani.  In Istria, nell'antico castello Montecuccoli di Pisino, era insediato un feroce tribunale rivoluzionario. I condannati venivano legati con filo di ferro spinato e trasportati sull'orlo delle foibe dove erano uccisi a colpi di mitra e di fucile. In molte occasioni, prima dell'esecuzione, i prigionieri erano obbligati a spogliarsi completamente in modo da cancellare ogni possibile traccia della loro identità.La seconda ondata di infoibamenti avvenne nel 1945, quando l'esercito di Tito invase la Venezia Giulia, giungendo a Trieste prima delle forze Alleate. Simbolo di queste stragi è la cosiddetta "Foiba di Basovizza", un pozzo minerario che, nel maggio 1945, divenne un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, arrestati dai partigiani comunisti. A Basovizza arrivavano gli autocarri della morte con il loro carico di disgraziati. Questi, con le mani straziate dal filo di ferro e spesso avvinti fra loro a catena, venivano sospinti a gruppi verso l'orlo dell'abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro. Il termine genocidio, con cui si intende definire il deliberato sterminio di un popolo o di una parte di esso, non è improprio per connotare questa “pulizia etnica”. Bisogna ricordare però che la violenza dei partigiani di Tito non si limitò a colpire gli italiani, colpevoli di difendere la propria identità nazionale, ma si estese anche contro tutti quei militari e civili, sloveni e croati, che si opponevano all'instaurazione di una Repubblica comunista in Jugoslavia. La dimensione ideologica dell'eccidio era per certi versi più profonda di quella etnica e nelle foibe, italiani, tedeschi e slavi mischiarono spesso il loro sangue.Il dramma delle foibe va inserito all'interno di un processo rivoluzionario che ha le sue origini in Francia nel 1789. Il primo genocidio sistematico dalla storia fu infatti quello del popolo vandeano, che tra il 1793 e il 1797 si oppose alla Rivoluzione francese. Il maresciallo Tito attuava i principi della Rivoluzione francese e di quella comunista, secondo cui tutti i nemici della libertà e dell'uguaglianza, anche se solo “sospetti”, vanno drasticamente eliminati. I crimini contro l'umanità che ancora oggi insanguinano il mondo sono figli di questa filosofia rivoluzionaria. E la giornata della memoria dedicata alle foibe ci ricorda anche questo. (Roberto de Mattei).

Andata e Ritorno - Storie di montagna
Remastered - Nanga Parbat: lottare per sopravvivere | Le storie di Hermann Buhl e dei fratelli Messner

Andata e Ritorno - Storie di montagna

Play Episode Listen Later Feb 8, 2025 32:28


Versione rimasterizzata del nono episodio.Il Nanga Parbat nasconde fra le sue pareti le testimonianze di chi ci ha provato.Furono in tanti, tra alpinisti e portatori, ad assediare questo colosso.Molti di loro sono rimasti lì, sul Diamir - il re delle montagne.“Sono nato a Innsbruck. Le montagne guardavano nella mia culla”.Si presentava in questo modo l'austriaco Hermann Buhl, un predestinato capace di entrare elegantemente nella storia dell'alpinismo Himalayano.I fratelli Messner avevano cominciato a distinguersi per le loro ascensioni sulle Alpi.Rheinold è il più grande e nei confronti di Gunther ha quell'attenzione particolare da fratello maggiore, nonché da compagno di cordata.Sono inseparabili e quando Reinhold viene convocato da Herligkoffer, è subito chiaro. Ci sarebbe andato sulla Rupal, ma soltanto in compagnia di Gunther.Scritto e registrato da Sebastiano Frollo.Contatti: andataeritorno.podcast@gmail.com Il nostro sitoIscriviti alla newsletterLa nostra pagina InstagramIl nostro profilo LinkedInMusic by Epidemic SoundCrediti immagine

Educare con calma
200. E poi furono 200!

Educare con calma

Play Episode Listen Later Dec 27, 2024 62:38


Oggi festeggiamo insieme un altro traguardo: il 200° episodio di Educare con calma!

Learn Italian with Luisa
Ep. 166 - Gradara & Paolo e Francesca

Learn Italian with Luisa

Play Episode Listen Later Dec 7, 2024 15:52


Il borgo di Gradara e la storia di Paolo e Francesca - Spendieren Sie einen Cafè (1€)? Donate a coffee (1€)? https://ko-fi.com/italiano Livello B1Happy 1st Advent - open e new door of italian language an culture every day on Luisa's Advent Calendar!Einen schönen 1. Advent - öffnen Sie jeden Tag ein Türchen an Luisa's Adventskalender - hier!In questo episodio vi parlo di un borgo medievale molto bello e di cosa si può visitare e concludo con la storia d'amore di Paolo e Francesca Buongiorno cari amici e amanti dell'italiano e benvenuti all'episodio numero 166.Oggi vi do un consiglio per visitare un luogo in Italia che forse non tutti voi conoscono: il borgo di Gradara. Gradara è un piccolo borgo delle Marche, nella provincia di Pesaro e Urbino ma molto vicino alla costa del Mar Adriatico. Se si sale sulle mura del suo castello si possono infatti vedere da una parte le colline marchigiane e dall'altra la costa romagnola. La sua storia è strettamente legata al suo castello, o meglio una vera e propria roccaforte medievale a 142 metri sul livello del mare, da dove si gode di un bellissimo panorama, come vi dicevo, e comincia nel XII secolo quando Pietro e Rodolfo De Grifo presero possesso del territorio del comune di Pesaro.Nel XIII secolo Malatesta da Verrucchio, signore di Rimini, con l'aiuto del Papato, si impossessò della torre del Grifo e la trasformò in mastio, cioè una torre più alta delle altre. Furono poi costruite due cinte murarie e tre ponti levatoi che facevano della rocca un posto praticamente impossibile da conquistare. ...The full transcript of this Episode is available via "Luisa's learn Italian Premium", Premium is no subscription and does not incur any recurring fees. You can just shop for the materials you need or want and shop per piece. Prices start at 0.20 Cent (i. e. Eurocent). - das komplette Transcript / die Show-Notes zu allen Episoden sind über Luisa's Podcast Premium verfügbar. Den Shop mit allen Materialien zum Podcast finden Sie unterhttps://premium.il-tedesco.itLuisa's Podcast Premium ist kein Abo - sie erhalten das jeweilige Transscript/die Shownotes sowie zu den Grammatik Episoden Übungen die Sie "pro Stück" bezahlen (ab 25ct). https://premium.il-tedesco.itMehr info unter www.il-tedesco.it bzw. https://www.il-tedesco.it/premiumMore information on www.il-tedesco.it or via my shop https://www.il-tedesco.it/premium

Indagini
Chiavenna - 6 giugno 2000 - Seconda parte

Indagini

Play Episode Listen Later Dec 1, 2024 60:03


La sera del 6 giugno 2000 a Chiavenna, in provincia di Sondrio, venne assassinata una suora, Maria Laura Mainetti. Fu colpita violentemente alla testa più volte, con una pietra, e poi accoltellata. Dopo meno di un mese vennero arrestate e incriminate tre ragazze, due di 17 anni e una di 16. Confessarono velocemente. Fu difficile cercare di comprendere il movente, capire perché tre adolescenti fossero diventate assassine. Sia nel corso delle indagini sia nei processi che seguirono si parlò di satanismo, in particolare di satanismo giovanile, o acido, inteso come massima forma di trasgressione. Furono le tre ragazze a parlare di sedute spiritiche, fascinazione, patti di sangue, riti improvvisati, feroci e grotteschi. Ma parlarono soprattutto di noia, di mancanza di progetti, di ricerca a ogni costo di emozioni, anche le più distruttive e violente. I processi alle tre ragazze di Chiavenna furono seguitissimi e la conclusione provocò notevoli polemiche. La giustizia minorile ha presupposti, modalità e anche entità delle pene diverse dalla Giustizia ordinaria. Al centro delle polemiche furono soprattutto le perizie psichiatriche a cui furono sottoposte le tre indagate. Mentre per gli adulti la capacità di intendere e di volere è presunta, e al limite va dimostrato che non ci sia stata, per la Giustizia minorile avviene di fatto il contrario: la capacità di intendere e di volere va preventivamente dimostrata. Ed è su questo che si incentrarono i processi, con risultati molto diversi tra primo e secondo grado. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Indagini
Chiavenna - 6 giugno 2000 - Prima parte

Indagini

Play Episode Listen Later Dec 1, 2024 49:09


La sera del 6 giugno 2000 a Chiavenna, in provincia di Sondrio, venne assassinata una suora, Maria Laura Mainetti. Fu colpita violentemente alla testa più volte, con una pietra, e poi accoltellata. Dopo meno di un mese vennero arrestate e incriminate tre ragazze, due di 17 anni e una di 16. Confessarono velocemente. Fu difficile cercare di comprendere il movente, capire perché tre adolescenti fossero diventate assassine. Sia nel corso delle indagini sia nei processi che seguirono si parlò di satanismo, in particolare di satanismo giovanile, o acido, inteso come massima forma di trasgressione. Furono le tre ragazze a parlare di sedute spiritiche, fascinazione, patti di sangue, riti improvvisati, feroci e grotteschi. Ma parlarono soprattutto di noia, di mancanza di progetti, di ricerca a ogni costo di emozioni, anche le più distruttive e violente. I processi alle tre ragazze di Chiavenna furono seguitissimi e la conclusione provocò notevoli polemiche. La giustizia minorile ha presupposti, modalità e anche entità delle pene diverse dalla Giustizia ordinaria. Al centro delle polemiche furono soprattutto le perizie psichiatriche a cui furono sottoposte le tre indagate. Mentre per gli adulti la capacità di intendere e di volere è presunta, e al limite va dimostrato che non ci sia stata, per la Giustizia minorile avviene di fatto il contrario: la capacità di intendere e di volere va preventivamente dimostrata. Ed è su questo che si incentrarono i processi, con risultati molto diversi tra primo e secondo grado. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Storia dei Carabinieri
Episodio 89. I Carabinieri al Nord. Malga Bala

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Oct 30, 2024 18:10


Con questa puntata tocchiamo un tema sempre legato alla seconda Guerra Mondiale ma diverso. Abbiamo intitolato la puntata “Episodio 89. I Carabinieri al Nord. Malga Bala” per poter raccontare una vicenda vissuta al confine orientale sottoposto ad occupazione tedesca, all'atto della proclamazione dell'armistizio dell'8 settembre 1943. 12 uomini, 12 Carabinieri furono catturati mentre di servizio in un distaccamento a Bretto Inferiore, nei pressi della Cave di Predil e dopo una lunga marcia furono uccisi tra atroci sofferenze dai partigiani sloveni che li avevano catturato. Furono ritrovati oltre una settimana dopo, quasi per caso, con le evidenti lesioni a cui erano stati sottoposti. Questa è la vicenda di questa puntata. Una vicenda molto triste dove si muore barbaramente, tra le atrocità e le sofferenze. Il testo è tratto da Alessandro Della Nebbia, L'eccidio di Malga Bala, in Notiziario Storico dell'Arma dei Carabinieri, a. IV (2019), n. 2. Alla prossima!

AS Roma Podcast
SPIGOLATURE - Aspettando Roma-Dinamo Kiev

AS Roma Podcast

Play Episode Listen Later Oct 24, 2024 2:18


Il gol realizzato contro gli ucraini in Champions League nel 2007 da Perrotta dopo 18 passaggi consecutivi fece impazzire di applausi l'Olimpico. Furono addirittura 27 contro il Napoli nel 2016 per l'1-0 di Nainggolan. Ne bastarono molti meno invece per il 3-0 di Cerezo contro il Goteborg nel 1983.

Giallo Quotidiano
La strage di Erba - "Le confessioni non furono forzate"

Giallo Quotidiano

Play Episode Listen Later Oct 24, 2024 6:13


La Corte d'Appello di Brescia ha respinto le richieste di revisione.Support this podcast at — https://redcircle.com/storia/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy

News dal pianeta Terra
Non fu un asteroide far sparire i dinosauri. Furono due

News dal pianeta Terra

Play Episode Listen Later Oct 4, 2024 8:46


Secondo una recente ricerca, sarebbero stati due gli asteroidi a colpire la Terra in breve tempo, circa 66 milioni di anni fa, e che portarono alla scomparsa dei dinosauri. Vincenzo Latronico, scrittore, ci racconta del nuovo libro di Stefano Liberti, Tropico Mediterraneo, sul nostro piccolo grande oceano, le sue particolarità e i suoi problemi di caldo. Puoi scrivervi a podcast@lifegate.it mentre trovi tutte le notizie su www.lifegate.it.   Rassegna stampa: Un mega-tsunami in Groenlandia ha fatto tremare la Terra intera per nove giorni, Andrea Barolini 

La Voce del Pastore
“Furono battezzati per essere di Mosè” • 16 Settembre 2024

La Voce del Pastore

Play Episode Listen Later Sep 16, 2024 54:37


Il Messaggio di Oggi: “FURONO BATTEZZATI PER ESSERE DI MOSÈ” • 1 Corinzi 10: 2 • Giovanni 1: 17 • Esodo 14: 19 • Esodo 14: 21-22 • Salmo 78: 13 • Esodo 14: 24-25 • Romani 6: 14 • Giovanni 15: 14 • Efesini 2: 8-9 • Giacomo 2 :23 • Genesi 15: 6 • Giovanni 1: 29 • Genesi 22: 13 • 2 Corinzi 5: 21 • Genesi 22: 14 • Matteo 6: 33 • 1 Pietro 3: 21 • Romani 6: 3 • Romani 6: 2 • Romani 6: 4 • Efesini 2: 1 • Esodo 14: 19 • Romani 6: 5 • Esodo 14: 31 • Ebrei 10: 39 • 1 Tessalonicesi 4: 16-17 --Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio

Indagini
Roma, 1943-2012 - Trailer

Indagini

Play Episode Listen Later Aug 10, 2024 9:30


Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. Il 6 maggio 1994 l'emittente televisiva americana Abc mandò in onda un'intervista a un cittadino tedesco che, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, era stato a Roma capitano della Gestapo, la polizia delle SS. Quell'uomo si chiamava Erich Priebke, viveva in Argentina dal 1948, a San Carlos de Bariloche, ai piedi delle Ande. L'intervista fu ripresa dai telegiornali italiani: un procuratore militare, Antonino Intelisano, richiamò dagli archivi il fascicolo che riguardava quell'ex ufficiale nazista scoprendo che su di lui pendeva un mandato d'arresto per l'uccisione, il 24 marzo 1944, di 335 cittadini italiani, assassinati nelle cave di pozzolana, conosciute come Fosse Ardeatine. Dopo una difficile controversia con la giustizia argentina, Priebke fu estradato in Italia. Seguì un processo davanti al tribunale militare in cui si discusse a lungo attorno alla frase “Ho solo eseguito gli ordini” con cui Priebke, come prima di lui avevano fatto altri ex criminali di guerra nazisti, cercò di giustificare le proprie azioni. Ma nel dibattito che accompagnò quel processo ci fu anche il tentativo di addossare la colpa di ciò che avvenne alle fosse ardeatine ai partigiani che il giorno prima aveva attaccato una colonna di SS del battaglione Bozen in servizio nel centro di Roma. Furono riproposte narrazioni false attorno a quegli avvenimenti. In quel processo si parlò di interrogatori e torture avvenute nella sede delle SS a Roma, in via Tasso, di legittimità delle rappresaglie in tempo di guerra, di catene di comando. Priebke affermò in dichiarazioni e interviste che i campi di sterminio non fossero mai esistiti e che i 335 uomini uccisi alle Fosse Ardeatine fossero in larga parte “terroristi”. I processi si conclusero, dopo lunghe e controverse vicende, con la condanna all'ergastolo di Priebke. L'ex capitano della gestapo morì a Roma nel 2012. È sepolto in un luogo segreto in una tomba senza nome. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Storia in Podcast
Le Olimpiadi di Monaco e la caccia a Settembre Nero

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Jul 19, 2024 21:44


In questo podcast – quinto episodio della docuserie “Il Mossad. Successi e fallimenti del più grande e temuto servizio segreto al mondo” – l'analista strategico Gianluca Ansalone (Docente di Geopolitica al Campus Biomedico di Roma-Università di Roma Tor Vergata) racconta le vicende delle Olimpiadi di Monaco del e la conseguente caccia a Settembre Nero.  Il Massacro di Monaco fu un attacco terroristico contro i membri della squadra olimpica israeliana ai Giochi estivi di Monaco del 1972, orchestrato da affiliati del gruppo militante palestinese Settembre Nero. La giornata di terrore iniziò alle 4:30 del mattino del 5 settembre 1972, quando otto militanti palestinesi affiliati a Settembre Nero, una propaggine del gruppo palestinese Fatah, scavalcarono la recinzione che circondava il Villaggio Olimpico di Monaco. Travestiti da atleti e utilizzando chiavi rubate, si introdussero negli alloggi della squadra olimpica israeliana al 31 di Connollystrasse. Furono subito uccisi due atleti che avevano tentato di opporre resistenza e presi in ostaggio altri nove membri della squadra olimpica di Israele. Un successivo tentativo di liberazione da parte della polizia tedesca portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco. A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Eventi e luoghi  ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify https://open.spotify.com/show/293C5TZniMOgqHdBLSTaRc ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Indagini
Brescia, 28 maggio 1974 - Trailer

Indagini

Play Episode Listen Later Jun 10, 2024 6:54


Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. In piazza della Loggia, a Brescia, la bomba esplose alle 10.12. Alle 11.45 qualcuno diede ordine ai vigili del fuoco di ripulire l'asfalto con gli idranti. Le tracce dell'esplosivo e altri possibili reperti furono trascinati dall'acqua nei tombini. Un magistrato, qualche anno, dopo, disse che quell'ordine fu il primo depistaggio messo in atto in questa vicenda. Era il 12 maggio 1974. Quella mattina in piazza era in corso una manifestazione antifascista indetta contro i numerosi atti terroristici neri che avevano colpito la provincia nelle settimane precedenti. L'esplosione uccise sei persone, altre due morirono in ospedale nei giorni seguenti. I feriti furono oltre 100. Qualche ora dopo lo scoppio della bomba nell'ospedale cittadino arrivò la telefonata di un uomo che disse di essere un dirigente del ministero dell'Interno. Diede disposizione che tutti i reperti trovati sugli indumenti delle vittime venissero radunati e consegnati a una persona che sarebbe arrivata in ospedale di lì a poco. Quella persona arrivò, prese in consegna le buste dei reperti che poi scomparvero. Fu il secondo depistaggio. La storia delle indagini sulla strage di Brescia del 1974 è stata accompagnata, come è avvenuto per altre stragi compiute in Italia, da coperture, complicità, interventi dei servizi segreti. Fu chiara subito l'origine neofascista di quell'attentato ma le indagini si indirizzarono verso piccoli fascistelli locali, spesso ragazzini, e delinquenti comuni. Eppure, si scoprì solo anni più tardi che capi del Sid, l'allora Servizio informazioni difesa, il servizio segreto militare, sapevano molto di quella bomba, addirittura erano probabilmente a conoscenza prima di ciò che sarebbe avvenuto in piazza della Loggia. Quarant'anni più tardi per quell'attentato furono condannati due esponenti veneti dell'organizzazione neofascista Ordine Nuovo, Carlo Maria Maggi e Maurizio Tramonte, quest'ultimo, oltre che militante neofascista, anche informatore stipendiato dai servizi segreti. Furono giovani magistrati a scoprire che quell'attentato era stato deciso, organizzato e realizzato dalla cellula veneta del gruppo terroristico, lo stesso coinvolto nella strage di piazza Fontana, del 1969, a Milano. Gli stessi magistrati scoprirono il ruolo avuto da servizi segreti e funzionari dello Stato in quella vicenda. Le indagini su ciò che avvenne a Brescia il 18 maggio 1974 continuano ancora oggi. Due persone, che oggi vivono all'estero, sono state rinviate a giudizio per aver avuto un ruolo in quell'attentato. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Unica Radio Podcast
Orto Botanico: le meraviglie naturali di Cagliari

Unica Radio Podcast

Play Episode Listen Later Jun 4, 2024 5:06


Esperienza della classe 3I del Convitto Nazionale di Cagliari Il 27 marzo di quest'anno la classe 3I del liceo del Convitto internazionale di Cagliari ha avuto il privilegio di visitare, insieme con i tutor PCTO dell'Università degli studi di Cagliari, l'Orto Botanico della città, un'esperienza che ha lasciato un bellissimo ricordo ai ragazzi e ai loro docenti. Situato nel cuore di Cagliari, questo gioiello verde che è un'oasi di tranquillità e bellezza, offre non solo una vasta varietà di piante, provenienti da ogni angolo del nostro pianeta, ma anche un'opportunità unica di immergersi in quella che è l'antica storia del parco. L'Orto Botanico ha infatti una storia ricca ed affascinante. Fondato nel lontano 1866, è uno dei più antichi di Italia. Nel corso del suoi oltre 150 anni di storia ha attraversato varie fasi di sviluppo e ha subito numerose trasformazioni. E' una sorta di museo vivente che ospita un'invidiabile collezione di piante provenienti da tutti i continenti, dall'Africa all'America meridionale attraverso l'Europa. Una delle piante che ha più colpito è il Ficus Magnolioides, che abbiamo potuto ammirare all'ingresso del parco, con la sua maestosa presenza e con le sue foglie larghe e verdi. Noto anche come Fico australiano, è una piante appartenente alla famiglia delle Moracee , originario dall'Australia e delle regioni asiatiche. Queste magnifici alberi si rovano nella cava romana all'interno della Valle di Palabanda, una zona che fa parte dell'Orto Botanico di Cagliari. Furono piantati molto tempo fa, già prima che gli operai iniziassero a costruire il giardino che conosciamo oggi, il quale fu inaugurato nel 1866.

L'Inspiegabile Podcast
Fiorentina - Pistoiese: la partita sospesa dagli UFO

L'Inspiegabile Podcast

Play Episode Listen Later May 22, 2024 14:43


La partita tra Fiorentina e Pistoiese, che venne disputata nel 1954 a Firenze, rimarrà per sempre nella storia del calcio italiano. Il 27 ottobre 1954 era una bellissima giornata autunnale a Firenze. Cielo terso, clima mite: condizioni perfette per godersi un pomeriggio allo stadio. Furono infatti 10000 le persone a riempire le grade del complesso sportivo.  Tuttavia, nessuna di loro avrebbe mai potuto immaginare che, di lì a poco sarebbe stata protagonista di un caso mediatico impressionante che, ancora oggi, dà parecchio di cui parlare. Se sei affascinat@ dall'ignoto e appassionat@ di storie avvincenti, ti invito calorosamente a considerare di sostenere il progetto L'Inspiegabile su Patreon:  ⁠https://bit.ly/3Ed7jhs⁠ Grazie di cuore ai miei sostenitori attuali: Tati Loire, Katia Pedrolli.  L'Inspiegabile Podcast è una serie originale ideata, scritta e condotta da Luca Parrella.  Produzione e Sound Design di Matteo d'Alessandro ⁠https://unclemattproductions.wixsite.com/matteodalessandro⁠ Ascoltala qui, su YouTube o su tutte le principali piattaforme di musica e Podcast Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

il posto delle parole
Marco Ferrari "Alla rivoluzione sulla Due Cavalli"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later May 20, 2024 25:51


Marco Ferrari"Alla rivoluzione sulla Due Cavalli"con ritorno a Lisbona 50 anni dopoEditori Laterzawww.laterza.itCinquant'anni fa Victor e Vasco partirono da Parigi alla volta di Lisbona per assistere al trionfo della Rivoluzione dei garofani. Cinquant'anni dopo tornano sulle strade di Lisbona alla ricerca di un nuovo sogno per ricominciare. La storia di una generazione che insegue la possibilità di un mondo diverso a bordo di una Due Cavalli.Un libro di culto da cui è stato tratto un film di grande successo, vincitore del Festival di Locarno.Il 25 aprile 1974, una data che pare ormai lontana anni luce, avvenne in Portogallo un fatto straordinario: sulle note di Grândola, vila morena di José Afonso, un gruppo di ufficiali dell'esercito diede avvio a una rivoluzione che pose fine alla più longeva dittatura d'Europa, durata quarantasette anni, dieci mesi, ventiquattro giorni e qualche ora.I fiori nelle canne dei fucili, simbolo della Rivoluzione dei garofani, furono un momento di speranza per un'intera generazione che, dopo il golpe del Cile del 1973, le feroci repressioni in Grecia, il fallimento della Primavera di Praga del 1968 e la guerra del Vietnam, vedeva finalmente trionfare i propri ideali. Furono in molti, come i protagonisti di questo libro Victor e Vasco, a partire da ogni parte d'Europa per assistere, almeno una volta nella loro vita, al trionfo della rivoluzione. Ma ogni viaggio, anche o soprattutto se fatto su una mitica Due Cavalli, senza navigatori e fuori autostrada, è un'avventura, un tragitto fatto di incontri, inconvenienti e sorprese per «seppellire i tiranni con una risata».Cosa resta oggi di quel viaggio iniziatico? Lo scopriranno i lettori che ritroveranno Victor e Vasco cinquant'anni dopo ancora sulle strade di Lisbona, sempre alla ricerca di un nuovo sogno per ricominciare. Come se la gioventù fosse un'eterna nostalgia.Marco Ferrari, giornalista e scrittore spezzino, ha esordito nella narrativa nel 1988 con il romanzo Tirreno (Editori Riuniti), a cui hanno fatto seguito: I sogni di Tristan,Grand Hotel Oceano eTi ricordi Glauber per Sellerio; La vera storia del mitico undici per Ponte alle Grazie; Cuore Atlantico e Morire a Clipperton per Mursia; Le nuvole di Timor per Cavallo di Ferro; Sirenate per Il Melangolo; Un tango per il duceper Voland; Rosalia Montmasson. L'angelo dei Mille per Mondadori.Con Arrigo Petacco ha firmato Ho sparato a Garibaldi e Caporetto per Mondadori. Per Laterza è autore di Mare verticale. Dalle Cinque Terre a Bocca di Magra, L'incredibile storia di António Salazar, il dittatore che morì due voltee Ahi, Sudamerica! Oriundi, tango e fútbol.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.

BASTA BUGIE - Famiglia e matrimonio
La famiglia non può essere modificata dalle leggi

BASTA BUGIE - Famiglia e matrimonio

Play Episode Listen Later Apr 24, 2024 14:23


TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7774LA FAMIGLIA NON PUO' ESSERE MODIFICATA DALLE LEGGI di Gianfranco AmatoLa famiglia è una creazione dell'uomo o un elemento di natura? La risposta è semplice. La famiglia non è il frutto di un sistema socio-giuridico, di un determinato contesto storico-culturale, di una moda, di una concezione filosofica o politica, né tanto meno è il frutto di una dottrina religiosa. La famiglia è un elemento oggettivo di natura che precede cronologicamente e ontologicamente qualunque istituzione umana. Per questo essa è sottratta alla disponibilità dello Stato e non può essere modificata o manipolata attraverso la funzione legislativa. Per questo si dice che la famiglia è un elemento pre-giuridico e pre-politico. Fa parte della struttura naturale dell'essere umano.La prima immagine che abbiamo di famiglia - senza aggettivi di sorta come "naturale", "tradizionale", ecc. - risale al periodo preistorico, al Neolitico superiore in particolare. Nel 2005 in Germania, vicino alla città di Eulau, gli archeologi hanno rinvenuto alcune tombe che appartenevano a quell'epoca. In una di queste tombe hanno ritrovato i resti di quattro esseri umani: un uomo, una donna e due bambini. Furono seppelliti abbracciati tra di loro. Attraverso l'analisi del Dna gli scienziati hanno scoperto che si trattava di una famiglia: madre, padre e due figli. L'immagine che è stata ricostruita di questa famiglia, oltre ad essere particolarmente commovente, ci dice una cosa importante: in quell'epoca non esisteva nessuna legge, non esisteva nessun parlamento, non esisteva lo Stato e non esisteva nessuna Chiesa, ma esisteva la famiglia, elemento naturale che precede tutte queste istituzioni.L'UOMO LASCERÀ SUO PADRE E SUA MADRELa nostra civiltà occidentale affonda le sue radici, oltre che nella preistoria, anche nella cultura giudaica, che nel Bereshit (בראשית), il primo libro della Torah, definisce la famiglia in questi termini: «L'uomo lascerà suo padre e sua madre, si unirà alla moglie e i due formeranno una sola carne».La nostra civiltà si radica anche nella cultura classica greco-romana. Aristotele, che rappresenta la massima espressione del pensiero filosofico greco, ci ha lasciato una definizione interessante: «Polis sùnkeitai ex oikiòn», ossia «La società è costituita dall'insieme delle famiglie» (Politica, I, 1253b). Non sono i singoli individui ma le famiglie a costituire la società. E Aristotele aveva ben in mente quali fossero le funzioni e le caratteristiche della oikos, intesa come famiglia. Cinque, in particolare. La prima caratteristica era quella della despotèia, ovvero dell'autorità indiscussa: la famiglia è una comunità dove i genitori comandano e i figli obbediscono. La seconda caratteristica era quella di nascere dalla sùnzeuxis gunaikòs kai andròs γυναικός καί ἀνδρός, ovvero dall'unione di un uomo e di una donna. La terza caratteristica era legata a una funzione essenziale della famiglia, ovvero la teknopoìia, la procreazione. La quarta caratteristica era connessa alla oikonomìa, in quanto la famiglia è una comunità che si amministra e si gestisce in maniera razionale: il termine economia, peraltro, deriva proprio da «οἶκος», famiglia. La quinta caratteristica risiede in un'altra funzione fondamentale, ovvero quella della «παιδεία», l'educazione: la famiglia è la prima e più importante agenzia educativa della società.IL PENSIERO GIURIDICO DEI ROMANIDopo il pensiero filosofico dei greci arriva il pensiero giuridico dei romani. Ulpiniano, uno dei più grandi giuristi dell'antica Roma, sosteneva che la famiglia si fonda sull'unico matrimonio, quello «justum», ovvero il matrimonio tra un «masculus pubes» e una «femina potens». Prima di lui il grande Cicerone aveva spiegato che la famiglia è la «prima societas», il nucleo, la cellula della società (De Officiis, I, 53-54). Essa costituisce, infatti, il fondamento della stessa società («principium urbis») e il suo vivaio («seminarium rei publicae»). Perché i romani sostenevano che la famiglia fosse un "vivaio"? Perché per essi la famiglia costituiva il primo luogo dove il cucciolo d'uomo impara a convivere con persone che non si è scelto; impara che esistono delle regole da rispettare; impara cosa significa condividere. Era una specie di filtro, di "stage" che il cucciolo d'uomo doveva affrontare prima di andare a vivere nella grande famiglia che è la società. I romani pensavano che se la natura non avesse donato questa possibilità di una sperimentazione quotidianamente della convivenza in famiglia, gli stessi uomini non avrebbero potuto vivere insieme nella società: sarebbero stati dei lupi solitari o si sarebbero scannati tra di loro. Ma poiché nella grande famiglia dove il cucciolo d'uomo andrà a vivere, cioè la società, ci sono uomini e donne, era importante per i romani che il bambino imparasse nella sua famiglia quali fossero le funzioni di questi due sessi. Ecco perché, per esempio, nonostante nell'antichità classica l'omosessualità fosse abbastanza tollerata e diffusa, nessuno si è mai sognato di parlare di matrimonio omosessuale o di famiglia tra persone dello stesso sesso. E perché non lo fecero malgrado allora ci fossero maggiori condizioni per farlo rispetto a oggi? Perché i romani avevano un senso chiaro e intelligente della laicità e sapevano distinguere tra l'aspetto privato - per cui uno a casa sua, sotto le lenzuola, può fare quello che più gli aggrada - e l'aspetto pubblico, ovvero ciò che può avere effetti negativi nella convivenza civile e nella società.Ora, se la famiglia, come abbiamo visto, è un elemento pre-giuridico e pre-politico, ossia non ha nulla a che vedere con il diritto, la legge, il parlamento, quando e perché i documenti giuridici in Europa si occupano di essa? Esiste una data e una ragione. Dopo la Seconda guerra mondiale, infatti, l'esperienza mostrò al mondo che l'unica cosa che seppe resistere e tenere insieme la società durante quello tsunami devastante fu proprio la famiglia. E il mondo comprese che, per ricostruire la stessa società dalle ceneri di quel devastante evento bellico, occorreva ripartire dalla famiglia. Per questo la Costituzione italiana del 1948, la Costituzione tedesca del 1948 e la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948 riconobbero l'importanza della famiglia fino ad allora sottovalutata.LA FAMIGLIA È IL NUCLEO DELLA SOCIETÀL'art. 16 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, infatti, stabilisce che «la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto a essere protetta dalla società e dallo Stato». E la Costituzione italiana all'art. 29 usa un verbo interessante quando afferma che «la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». "Riconosce" significa prendere atto di qualcosa che preesiste. L'articolo non afferma che la Repubblica istituisce la famiglia e ne disciplina le modalità di costituzione e di estinzione. Non è una creazione dello Stato.Per comprendere esattamente il significato attribuito dai costituenti all'espressione « società naturale», è sufficiente leggere il dibattito sul tema che emerge dai verbali dei lavori preparatori della stessa Costituzione. Si possono citare, ad esempio, tre significativi interventi: le dichiarazioni di voto degli onorevoli Moro, La Pira e Mortati. Il primo affermò quanto segue: «Dichiarando che la famiglia è una società naturale si intende stabilire che la famiglia ha una sua sfera di ordinamento autonomo nei confronti dello Stato, il quale, quando interviene, si trova di fronte a una realtà che non può menomare né mutare». Il secondo, La Pira, precisò che «con l'espressione società naturale si intende un ordinamento di diritto naturale che esige una costituzione e una finalità secondo il tipo della organizzazione familiare». Il terzo, Mortati, volle precisare il carattere normativo della definizione di famiglia come società naturale, dichiarando che «con essa si vuole, infatti, assegnare all'istituto familiare una sua autonomia originaria, destinata a circoscrivere i poteri del futuro legislatore in ordine alla sua regolamentazione».Poche furono le voci critiche rispetto a quella formula, e solo perché le attribuirono una portata meramente definitoria. L'on. Ruggiero, per esempio, rilevò che la Costituzione non doveva dare definizioni degli istituti, e che il progetto non ne dava alcuna, tranne che per la famiglia. Nel suo ragionamento fu interrotto dall'on. Moro, che lo fulminò con queste parole: «Non è una definizione, è una determinazione di limiti». Con quelle tre parole, espressione dell'indiscutibile intelligenza di un uomo come Aldo Moro, in maniera sintetica ed efficace fu riprodotto il pensiero della maggioranza dell'Assemblea, che volle infatti mantenere la formula «società naturale».DESTRUTTURARE LA FAMIGLIAOra si pone il tema del perché si voglia far prevalere l'idea che la famiglia non rappresenti un elemento di natura, bensì una variabile socio-culturale soggetta al cambiamento anche attraverso la funzione legislativa.Io credo - e questa rappresenta una mia convinta opinione - che oggi questa tendenza a destrutturare la famiglia ubbidisca a una precisa logica di potere.Sembra di vivere la profezia distopica del grande scrittore inglese Aldous Huxley nella sua opera Il Nuovo Mondo, che identificava proprio nell'eliminazione della famiglia e nell'abolizione delle parole "padre" e "madre" uno dei passaggi fondamentali per il raggiungimento del dominio assoluto da parte di poteri oligarchici.Del resto, la famiglia rappresenta l'ultimo, picco

Storie Sotto Le Stelle Podcast
IL CONIGLETTO PADELLINO (Letto In Italiano) | Stories Sotto Le Stelle Podcast | Storie Brevi Per Bambini E Giovani Di Cuore

Storie Sotto Le Stelle Podcast

Play Episode Listen Later Apr 18, 2024 11:31


IL CONIGLIETTO PADELLINOC'era una volta nella cittadina di Carotopoli, un coniglietto in pensione di nome Padellino. Abitava in una casetta in fondo a un grande orto coltivato a verdure.Una mattina, mentre stava guardando fuori da una finestrella grattandosi il capo, come se avesse un grande problema, vide arrivare sul sentiero tre carote, due costole di sedano, quattro pomodori, una cipolla, una melanzana e una patata che ruzzolava dietro al gruppo. Si dirigevano verso la sua casetta; il sentiero era leggermente in discesa. "Che meraviglia!" esclamò. "Con queste verdure fresche posso provare a cucinare così non mi annoierò più! Come mai non ci avevo pensato fino ad ora?!”Padellino, che prima di andare in pensione era stato il capo stazione di Carotopoli, si intendeva di treni, orari e tutto il necessario per quel lavoro, ma non aveva mai cucinato prima d'ora; di solito si nutriva solo di carote.Chiedendo in giro, si procurò una padella e una pentola con i relativi coperchi, tutto di seconda mano che non veniva usato da chissà quanto tempo. Ma a lui servivano e, dopo una bella ripulita, erano pronti per l'uso, meglio che nuovi. Costruì due mestoli con la corteccia di un albero e la cucina entrò in funzione. Il fuoco si sprigionò dal piccolo fornello come non mai, e le fiammelle si moltiplicarono. Il coniglietto, con grande passione, iniziò a sperimentare piatti gustosi e profumati.Il grande orto era da sempre coltivato da alcuni nonni in pensione. Approvarono immediatamente l'idea del coniglietto Padellino, fornendogli tutte le verdure di stagione. Per prima cosa, era necessario un mezzo di trasporto; aggiustarono una carriola ormai fuori uso, che aveva una grande ruota gommata davanti e che la faceva scivolare verso la casetta. Soddisfatti e riempita di ogni bontà, i nonni, pronti per la consegna, sentirono prima fischiettare, poi un leggero vento, un soffio improvviso e, come per incanto, la carriola andava veloce lungo il sentiero. Ad ogni carico, un fischiettio, un soffio di nuovo e la carriola andava. I nonni erano stupiti, tenevano appena il manubrio e non facevano fatica.Ma non erano poi tanto sorpresi. In un albero gigante che dominava su un lato dell'orto, viveva da sempre un elfo, che era lì per un incantesimo. Forse stava usando la sua magia per aiutare i nonni. Perché solo loro, in rari momenti, avevano sentito nell'aria una musica magica e percepito la sua misteriosa presenza.Dall'altra parte del grande orto, c'era una fattoria con un pollaio. I nonni raccontarono al contadino cosa stava succedendo. "Una bella novità," disse, e fu felice di fornire ogni giorno le uova fresche al coniglio Padellino. Un buon odore si diffondeva in giro, altri coniglietti, che passavano da quelle parti, furono invitati ad assaggiare. "Mmm... buono," dicevano e si leccavano i baffi.Si proposero come aiutanti, apparecchiarono all'aperto su sei piccoli tavolini, usando tronchi di alberi tagliati. Arrivarono altri coniglietti, costruirono delle seggioline con spalliere fiorite e gambe fatte di rami intrecciati. Improvvisarono piatti e bicchieri usando foglie d'ortaggi girate ed arrotolate, dandogli una forma ad arte. "Bravi, bravi," applaudì il coniglietto Padellino."Perché non apriamo altri piccoli ristoranti nelle vicinanze?" dissero, e le bambine e i bambini che verranno ad assaggiare i nostri piatti pagheranno: "per un antipasto, un mazzetto di margherite; per un primo, cinque primule; per un panino, delle viole; per un secondo, dei papaveri che non siano sfioriti; il dolce sarà gratis. E noi saremo felici di lavorare per loro."Da lì, pensarono di far assaggiare il cibo ai bambini di tutta la cittadina. Si misero d'accordo, facendo consegne su monopattini multicolori guidati da coniglietti. Furono contattate alcune nonne, anche loro in pensione, per organizzare le consegne. Accettarono di buon grado. Si misero in testa un cappello adornato di ortaggi e presero servizio: "non guidate troppo veloci, fermatevi allo stop," e via dicendo. In tutta la cittadina c'era un gran traffico di coniglietti su monopattini che si divertivano e salutavano: "ciao, stiamo arrivando... ciao ciao, fate posto." Le macchine e le biciclette si facevano da parte e i semafori diventavano verdi al loro arrivo.Tutto procedeva per il meglio, quando una mattina si svegliò l'ufficio delle tasse, forse nella notte aveva sofferto d'insonnia o forse non aveva digerito la cena, boh... boh...!!! L'impiegato addetto iniziò ad inviare tasse da pagare e pagare al coniglietto Padellino. Fortuna che, la mattina che arrivò la prima richiesta di pagamento, il sole era allegro e sorridente, così si arrabbiò un po' di meno. Lui che di simpatia ne aveva da vendere, ma di pagare non ne voleva sapere; il suo grande piacere era dare tutto gratis.L'elfo, che si trovava sempre a gironzolare nell'orto, venne a conoscenza del problema del coniglietto Padellino. Era uno spirito libero, ma, come nelle fiabe, possedeva qualcosa di magico ed era un piffero. Suonando, la sua musica raggiunse altre creature magiche uguali a lui, e, come per incanto, apparvero immediatamente. Ovviamente erano invisibili, ma con la loro magia si misero a disposizione per aiutare il coniglietto. Ogni busta che arrivava all'ufficio postale veniva rispedita con un soffio, facendola volare indietro e aprendosi. Il cielo sembrava tappezzato di carta che, per incantesimo, riprendeva la strada dell'ufficio delle tasse. Nei giorni seguenti, i documenti rinviati crescevano e crescevano sulla scrivania. Era un vero mistero, e il responsabile dell'ufficio tasse comprese l'errore. Cosa fare di quei fogli! Ed ecco che gli balenò in mente una grande idea. Radunò i topini roditori della cittadina, che in men che non si dica, rosicchiarono tutta quella carta e ne fecero sacchi di coriandoli per il carnevale.Dovete sapere che l'elfo era in possesso, oltre al piffero magico, di un ramo ricoperto di foglie altrettanto magico, ottenuto da un albero millenario, che nella sua cavità nascondeva i segreti sulla vita di queste creature fantastiche. Per ogni foglia del ramo magico, l'elfo poteva esaudire un desiderio. La voce si era sparsa, così che i bambini della cittadina gli fecero una proposta. L'elfo, diventato loro amico e non più invisibile, li ascoltò. Il loro desiderio era di inviare palloni volanti, dipinti dei colori dell'arcobaleno, in girotondo per il mondo a portare cibo a chi non ne aveva. Intanto, il coniglietto Padellino continuava a cucinare a più non posso insieme ai suoi aiutanti. Ogni foglia del ramo incantato, con la sua magia, poteva guidare un pallone per consegnare cibo cucinato dai coniglietti con tanta passione, ai bambini in tutti gli angoli del mondo. E così fu fatto. Nel frattempo, le nonne avevano intrecciato piccoli cestini di vimini e, all'interno, posizionavano una per una, in un pugno di terra, delle piantine prese dal grande orto. I cestini, legati ai palloni volanti, arrivarono a destinazione. L'incanto non aveva fine; i bambini presero le piantine che, messe a terra, innaffiate e cresciute, avrebbero dato i loro frutti, ed a loro volta, altri semi germogliavano.All'arrivo dei palloni volanti carichi di tutte le bontà, i battiti di mani dei bambini rimbombavano da ogni parte. Gustare quel cibo delizioso era come un sogno diventato realtà, portatore di gioia e felicità. I coniglietti e l'elfo scoprirono che il vero potere della magia è nella gentilezza e nell'aiutare gli altri. I bambini scrivevano sui palloni grazie e con un abbraccio di saluto ed uno slancio, li aiutavano a rialzarsi in volo e via in giro tondo per il mondo. L'elfo con il suo ramo dalle foglie magiche, aveva esaudito il grande desiderio, rendendo tutte le bambine e bambini felici.A Carotopoli venne organizzata una grande festa in onore del coniglietto Padellino ed i suoi aiutanti, i nonni, le nonne e persino il contadino ne fu partecipe. Mise a disposizione l'aia del podere, che si riempi di canti, balli e racconti di stornelli. Ogni tipo di cibo creato dal Cuoco Padellino fu sulle tavole imbandite ed alla fine della serata ci fu un grande spettacolo luminoso di fuochi d'artificio, in segno di gioia e gratitudine. Tutti gli ospiti furono sorpresi ed incantati.L'elfo, dopo la festa, alla quale partecipò dall'albero gigante, spargendo magia ovunque, ritornò ad essere invisibile, ma rimase a proteggere il grande orto di Carotopoli ed ovviamente tutti vissero felici e contenti — ognuno aiutando gli altri come poteva.

Passo dopo passo alla lettura della Bibbia

Scopri la Bibbia un versetto per volta con semplici commenti dell'insegnante Egidio Annunziata.LETTURA DELLA SACRA BIBBIAGenesi 25 - https://www.bible.com/it/bible...1 Poi Abraamo prese un'altra moglie, di nome Chetura.2 Questa gli partorì Zimran, Iocsan, Medan, Madian, Isbac e Suac.3 Iocsan generò Seba e Dedan. I figli di Dedan furono gli Assurim, i Letusim e i Leummim.4 E i figli di Madian furono Efa, Efer, Anoc, Abida ed Eldaa. Tutti questi furono i figli di Chetura.5 Abraamo diede tutto ciò che possedeva a Isacco;6 ma ai figli delle sue concubine fece dei doni e, mentre era ancora in vita, li mandò lontano da suo figlio Isacco, verso levante, nella terra d'Oriente.7 La durata della vita di Abraamo fu di 165 anni.8 Poi Abraamo spirò in prospera vecchiaia, attempato e sazio di giorni, e fu riunito al suo popolo.9 Isacco e Ismaele, suoi figli, lo seppellirono nella grotta di Macpela nel campo di Efron, figlio di Soar l'Ittita, di fronte a Mamre:10 campo che Abraamo aveva comprato dai figli di Chet. Lì furono sepolti Abraamo e sua moglie Sara.11 Dopo la morte di Abraamo, Dio benedisse suo figlio Isacco; e Isacco abitò presso il pozzo di Lacai-Roi.12 Or questi sono i discendenti d'Ismaele, figlio di Abraamo, che Agar l'Egiziana, serva di Sara, aveva partorito ad Abraamo.13 Questi sono i nomi dei figli d'Ismaele, secondo le loro generazioni: Nebaiot, il primogenito d'Ismaele; poi Chedar, Adbeel, Mibsam,14 Misma, Duma, Massa,15 Adad, Tema, Ietur, Nafis e Chedma.16 Questi sono i figli d'Ismaele e questi i loro nomi, secondo i loro villaggi e i loro accampamenti. Furono i dodici capi dei loro popoli.17 Gli anni della vita d'Ismaele furono centotrentasette; poi morì, e fu riunito al suo popolo.18 I suoi figli abitarono da Avila fino a Sur, che è di fronte all'Egitto, andando verso l'Assiria. Egli si era stabilito di fronte a tutti i suoi fratelli.19 Questi sono i discendenti d'Isacco, figlio di Abraamo.20 Abraamo generò Isacco; Isacco aveva quarant'anni quando prese per moglie Rebecca, figlia di Betuel, l'Arameo di Paddan-Aram, e sorella di Labano l'Arameo.21 Isacco implorò il Signore per sua moglie Rebecca, perché ella era sterile. Il Signore lo esaudì e Rebecca, sua moglie, concepì.22 I bambini si urtavano nel suo grembo ed ella disse: «Se così è, perché vivo?» E andò a consultare il Signore.23 Il Signore le disse: «Due nazioni sono nel tuo grembo e due popoli separati usciranno dal tuo seno. Uno dei due popoli sarà più forte dell'altro, e il maggiore servirà il minore».24 Quando venne per lei il tempo di partorire, ecco che lei aveva due gemelli nel grembo.25 Il primo che nacque era rosso e peloso come un mantello di pelo. Così fu chiamato Esaù.26 Dopo nacque suo fratello, che con la mano teneva il calcagno di Esaù e fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant'anni quando Rebecca li partorì.27 I due bambini crebbero. Esaù divenne un esperto cacciatore, un uomo di campagna, e Giacobbe un uomo tranquillo che se ne stava nelle tende.Episodio: Genesi 25Conduttore: Egidio AnnunziataLuogo: Nocera Inferiore, Salerno - ItalyEvento: Incontro domenicale della comunità Essere Un CristianoData: 11/06/2023Lingua: ItalianaProduzione: © Essere Un Cristiano 2023

Analisi e commenti | RRL
242 -  Angeli e demoni secondo santa Francesca Romana

Analisi e commenti | RRL

Play Episode Listen Later Mar 10, 2024 7:48


Chi si trova a Roma nel giorno della festa di santa Francesca Romana, il 9 marzo, ha la possibilità di visitare il luogo dove ha vissuto anta Francesca: Via del Teatro Marcello, 32, nelle vicinanze del Campidoglio.  Santa Francesca Romana (1384-1440) è celebre per le sue visioni degli angeli, ma ricordiamo che essa è famosa anche per le sue visioni dell'Inferno. Lo vogliamo ricordare anche attraverso un commento che a Lei dedicò il prof Plinio Corrêa de Oliveira.. La santa descrive Lucifero come il più brillante dei Serafini; per questa ragione il suo peccato fu molto grave. I Serafini sono il più alto tra i nove cori degli Angeli. Lucifero pertanto era il più alto in grado fra gli angeli che si ribellarono, e per questo fu gettato nella parte più profonda dell'Inferno. Ci furono angeli che scelsero di seguire Lucifero con speciale malizia e di loro iniziativa. Furono gettati all'Inferno e sono tormentati da lui perché egli è più potente di loro, e – ci dice Santa Francesca Romana – la Divina Giustizia ha delegato a Lucifero il compito di punire per tutta l'eternità coloro che egli un giorno convinse a seguirlo nella ribellione.

L'Inspiegabile Podcast
I processi alle streghe di Salem: tutta la verità

L'Inspiegabile Podcast

Play Episode Listen Later Mar 7, 2024 24:09


I processi alle streghe di Salem rappresentano una delle pagine più nere della nostra storia. Furono una serie di processi ingiusti e a dir poco crudeli, a cui venne sottoposto un gran numero di persone innocenti che, in molti casi, finirono per essere giustiziate senza alcuna ragione.  Ma cosa successe davvero a Salem? Che verità si cela alle spalle di quell'inspiegabile caccia alle streghe? Se sei affascinat@ dall'ignoto e appassionat@ di storie avvincenti, ti invito calorosamente a considerare di sostenere il progetto L'Inspiegabile su Patreon. Diventando un sostenitore, avrai accesso a contenuti esclusivi, anteprime inedite e la possibilità di far parte attiva di questa avventura. Visita la mia pagina su Patreon e diventa parte della community di appassionati dell'inspiegabile oggi stesso: ⁠https://bit.ly/3Ed7jhs⁠ Grazie di cuore ai miei sostenitori attuali: Tati Loire, Katia Pedrolli.  L'Inspiegabile Podcast è una serie originale ideata, scritta e condotta da Luca Parrella.  Produzione e Sound Design di Matteo d'Alessandro ⁠https://unclemattproductions.wixsite.com/matteodalessandro⁠ Ascoltala qui, su YouTube o su tutte le principali piattaforme di musica e Podcast Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Equipaggiati
#39 - Indissolubilita' del matrimonio - Matteo 19:1-15

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Feb 22, 2024 8:05


Oggi: Indissolubilita' del matrimonio19:1  Quando Gesù ebbe finito di parlare, lasciò la Galilea e ritornò in Giudea oltre il fiume Giordano. 2 Unʼenorme folla lo seguiva, ed egli guariva tutti i malati.Una trappola per Gesù3 Alcuni Farisei vennero ad interrogarlo, cercando dʼingannarlo e fargli dire qualcosa che avrebbe potuto comprometterlo.«Tu permetti il divorzio?» gli chiesero.4 «Non leggete le Scritture?» rispose Gesù. «Cʼè scritto che fin dal principio Dio creò lʼuomo e la donna, 5-6 e che lʼuomo avrebbe dovuto lasciar padre e madre per essere per sempre unito a sua moglie. E così lʼuomo e la donna diventeranno una cosa sola, non più due, ma un unico essere. Perciò nessun uomo può separare ciò che Dio ha unito». 7 Gli altri insistettero: «Allora come mai Mosè disse che un uomo può divorziare da sua moglie, consegnandole semplicemente un atto di ripudio?»8 Gesù rispose: «Perché Mosè conosceva i vostri cuori duri e malvagi; ma non era così che Dio aveva inteso da principio. 9 E vi dico questo: chiunque divorzia da sua moglie, salvo che per relazioni sessuali illecite, e ne sposa unʼaltra, commette adulterio».10 Allora i discepoli di Gesù commentarono: «Se le cose stanno così, è meglio non sposarsi!» Gesù rispose:11 «Non tutti possono accettare una condizione del genere. Soltanto quelli aiutati da Dio. 12 Alcuni sono impotenti dalla nascita e quindi non possono sposarsi, altri sono diventati impotenti, perché gli uomini li hanno ridotti così; altri ancora, invece, rinunciano al matrimonio per amore del Regno dei Cieli. Chi è capace di farlo, lo faccia!»13 Furono portati a Gesù dei bambini piccoli, perché ponesse le mani su di loro e pregasse. Ma i discepoli sgridavano quelli che li portavano.14 Gesù invece disse: «Lasciate che i bimbi vengano a me, non impediteglielo! Perché di costoro è il Regno dei Cieli». 15 E, prima di andarsene, pose le mani sulle loro testoline e li benedì.Support the show

Radio Vaticana con voi
Radio Vaticana con Voi 22.02.2024

Radio Vaticana con voi

Play Episode Listen Later Feb 21, 2024 49:00


Radio Vaticana con Voi! Ogni mattina, dopo il gr delle 8, quasi due ore di diretta con i vostri messaggi di testo e vocali da inviare al numero 335.1243722! Ospiti, rassegna stampa, musica e molto altro ancora per iniziare insieme la giornata! Conduce Giancarlo La Vella. Oggi con noi: Francesco Verdinelli, anche in radiovisione cliccando qui! Musicista, regista e produttore, già ideatore a Roma dell'emittente Onda Radio 101, con lui ripercorriamo il periodo della nascita delle Radio private o Radio libere nel 1976. Furono un'opportunità o un'occasione mancata? Sicuramente un modo di innovazione musicale in un panorama radiofonico ancora bloccato su stili tradizionali. Roberta Barbi, collega di Radio Vaticana - Vatican News, presenta un volume sulla grafia dei pontefici, un modo per capirne il carattere. Roberto Paglialonga, dell'Osservatore Romano, presenta l'inserto speciale a due anni dall'inizio del conflitto in Ucraina. Robert Attarian, responsabile della redazione di Radio Vaticana in lingua armena, ci parla delle festività a Nardò per il patrono San Gregorio Armeno, con noi anche il vescovo della città pugliese, monsignor Fernando Filograna. Fabio Colagrande e Benedetta Capelli, della redazione podcast di Radio Vaticana - Vatican News, ci parlano delle ultime produzioni dedicate al dramma della guerra in Ucraina a due anni dal conflitto. Damiano Caprio, collega della redazione Musicali di Radio Vaticana - Vatican News.

Indagini
Casalbaroncolo (Parma), 2 marzo 2006 - Seconda parte

Indagini

Play Episode Listen Later Jan 1, 2024 50:15


Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. La sera del 2 marzo 2006, alle 19.45, due uomini entrarono in una casa di Casalbaroncolo, una cascina ristrutturata e isolata alla periferia di Parma. Avevano il volto coperto ed erano armati di una pistola e di un coltello. Legarono tre persone, Paola Pellinghelli, il marito Paolo Onofri e il loro figlio di sette anni, Sebastiano. Se ne andarono portando con loro il figlio più piccolo della coppia, Tommaso, di 17  mesi. Non venne chiesto nessun riscatto, gli investigatori lo definirono da subito un sequestro anomalo. Le indagini si concentrarono molto presto su alcuni muratori che avevano effettuato i lavori di ristrutturazione della cascina. Furono però le perizie  scientifiche a dare agli investigatori un elemento decisivo: sul nastro adesivo utilizzato per legare i membri della famiglia era stata lasciata un'impronta  nitida. Corrispondeva a quella di un pregiudicato, Salvatore Raimondi. Intercettando il suo telefono venne scoperto un collegamento con un uomo, anch'esso pregiudicato, che aveva partecipato ai lavori nella casa degli Onofri: Mario Alessi. Raimondi, fermato e interrogato, ammise di aver partecipato al sequestro e disse che il bambino era stato ucciso dal suo complice immediatamente dopo il sequestro. Alessi addossò invece la responsabilità a Raimondi. Per il sequestro e l'omicidio furono condannati Raimondi, Alessi e Antonella Conserva, la moglie di Alessi. Non è mai stato del tutto chiarito quale fosse il reale obiettivo dei tre. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Indagini
Casalbaroncolo (Parma), 2 marzo 2006 - Prima parte

Indagini

Play Episode Listen Later Jan 1, 2024 42:13


Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. La sera del 2 marzo 2006, alle 19.45, due uomini entrarono in una casa di Casalbaroncolo, una cascina ristrutturata e isolata alla periferia di Parma. Avevano il volto coperto ed erano armati di una pistola e di un coltello. Legarono tre persone, Paola Pellinghelli, il marito Paolo Onofri e il loro figlio di sette anni, Sebastiano. Se ne andarono portando con loro il figlio più piccolo della coppia, Tommaso, di 17  mesi. Non venne chiesto nessun riscatto, gli investigatori lo definirono da subito un sequestro anomalo. Le indagini si concentrarono molto presto su alcuni muratori che avevano effettuato i lavori di ristrutturazione della cascina. Furono però le perizie  scientifiche a dare agli investigatori un elemento decisivo: sul nastro adesivo utilizzato per legare i membri della famiglia era stata lasciata un'impronta  nitida. Corrispondeva a quella di un pregiudicato, Salvatore Raimondi. Intercettando il suo telefono venne scoperto un collegamento con un uomo, anch'esso pregiudicato, che aveva partecipato ai lavori nella casa degli Onofri: Mario Alessi. Raimondi, fermato e interrogato, ammise di aver partecipato al sequestro e disse che il bambino era stato ucciso dal suo complice immediatamente dopo il sequestro. Alessi addossò invece la responsabilità a Raimondi. Per il sequestro e l'omicidio furono condannati Raimondi, Alessi e Antonella Conserva, la moglie di Alessi. Non è mai stato del tutto chiarito quale fosse il reale obiettivo dei tre. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Geopop - Le Scienze nella vita di tutti i giorni
54 - Il terremoto più forte mai registrato fu quello di Valdivia del 1960. Quali furono le cause?

Geopop - Le Scienze nella vita di tutti i giorni

Play Episode Listen Later Nov 6, 2023 8:04


Il 22 maggio del 1960 un violentissimo sisma colpisce la città di Valdivia, in Cile, con una magnitudo Richter pari a 9.5, passando alla storia la scossa di terremoto più grande e "potente" mai registrata al mondo. Il terremoto, conosciuto anche come grande terremoto del Cile, dura 13 minuti e si snoda per circa 900 km lungo la costa cilena, portando distruzione e migliaia di vittime in tutto il Paese. A poco tempo di distanza, però, il Cile verrà colpito anche da un altro disastro: uno tsunami che non solo darà il colpo di grazia a Valdivia ma anche a molti degli stati affacciati sull'oceano Pacifico. In questo episodio ripercorriamo nel dettaglio il terremoto più "forte" al mondo mai registrato sulla Terra.  Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices

Quilisma
Torquato Tasso nella musica di de Wert

Quilisma

Play Episode Listen Later Oct 15, 2023 29:28


Giaches de Wert, il celebre maestro di cappella del ducato dei Gonzaga, fu il primo a mettere in musica alcune ottave della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. I risultati musicali raggiunti da Wert dovettero sorprendere non poco lo stesso poeta quando nel 1586 vide il musicista pubblicare l'Ottavo Libro a 5 voci dove sono presenti ben sei madrigali che mettono in musica dodici stanze della Gerusalemme. Nel 1590 si unisce alla cappella musicale dei Gonzaga un promettente compositore e suonatore di viola poco più che ventenne: Claudio Monteverdi che nel Terzo Libro del 1592 fa comparire accenti intensamente drammatici in particolare proprio nelle due terzine della Gerusalemme: Vivrò fra i miei tormenti (canto di disperazione di Tancredi per la morte di Clorinda) e Vattene pur crudel (l'ira di Armida respinta).Anche Luca Marenzio, all'epoca unanimemente riconosciuto come il miglior compositore di madrigali, dedicò alla Gerusalemme il brano di esordio del Quarto Libro a 5 voci del 1584. Furono dunque certamente i madrigali di Wert, Marenzio e Monteverdi che portarono nel 1594 Tasso a dire «possono i poemi eroici esser con quella sorte di musica ch'è perfettissima».

il posto delle parole
Stefano Pivato "Andare per colonie estive"

il posto delle parole

Play Episode Listen Later Jul 24, 2023 17:58


Stefano Pivato"Andare per colonie estive"il Mulino Editorehttps:://mulino.it«Il mare quando l'ho visto la prima volta è stato ad andare in colonia a Riccione; partivamo con le nostre valigie di cartone, i numeri sul corredo e addosso una gran malinconia... Dopo una notte a trattenere le lacrime sul treno è apparso là in fondo all'orizzonte: “Il mare, si vede il mare!” si confonde con il cielo ma è più blu, più grande, più vagabondo».Milioni di bambini italiani, nel corso del '900, hanno fatto la loro prima esperienza di «vacanza» con un soggiorno in colonia. Gli ospizi per lo più marini, realizzati dapprima a scopo terapeutico su influsso della medicina positivista, si sono moltiplicati quando il regime fascista volle creare i «nuovi italiani». Furono ingaggiati i migliori architetti per progettare luoghi salubri e pedagogicamente ispirati, esempio seguito anche da molte aziende nazionali per i figli dei loro dipendenti. Nel secondo dopoguerra sarà l'associazionismo religioso e laico ad animare i tanti maestosi edifici, anche se poi il boom economico dischiuderà le porte alle vacanze individuali e per le colonie inizierà un vero e proprio «sacco edilizio». L'itinerario è contrappuntato dalle memorie dei molti bambini che di quei soggiorni ci restituiscono l'atmosfera.Stefano Pivato, professore emerito di Storia contemporanea, collabora con il Dipartimento di storia dell'Università di San Marino. Per il Mulino ha pubblicato: «I comunisti mangiano i bambini» (2017), «I comunisti sulla Luna. L'ultimo mito della Rivoluzione russa» (con M. Pivato, 2017), «Storia sociale della bicicletta» (2019), «Storia dello sport in Italia» (con P. Dietschy, 2019), «La felicità in bicicletta» (2021) e «Tifo» (con D. Marchesini, 2022).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement

Non spegnere la luce
Il massacro di Jonestown - Il più grande suicidio di massa della storia

Non spegnere la luce

Play Episode Listen Later Mar 22, 2023 66:20


Nel novembre del 1978, in una comunità situata nel cuore della foresta tropicale della Guyana, un migliaio di persone perse la vita. Furono 909, per essere precisi, gli adepti di un culto religioso con connotazioni politiche che commisero un suicidio-omicidio di massa, ingerendo una limonata infusa al cianuro, su ordine del capo della setta, il reverendo Jim Jones. Tra di loro c'erano 219 bambini, ma anche uomini, donne, anziani, tutti appartenenti alla setta di Jonestown, trasferitasi in Sudamerica dalla California per iniziare un progetto per la costituzione di una comunità agricola. Ma cosa accadde davvero in quel giorno infernale? Ne parliamo insieme a insieme a Laura de Camillis e Bianca Gennari Casparis, criminologhe, detentrici di un master di II livello in scienze forensi presso La Sapienza di Roma, ma soprattutto autrici per la pagina Instagram e Facebook “Conversazioni sul Crimine”. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast

Storia in Podcast
70 anni dalla morte di Stalin - Prima parte

Storia in Podcast

Play Episode Listen Later Mar 4, 2023 18:35


Il 5 marzo 1953 moriva Stalin, l'uomo che aveva tenuto in pugno l'Unione Sovietica per quasi trent'anni, vincitore della guerra contro Hitler ma persecutore del proprio popolo. Il giorno dopo l'Unione Sovietica si risvegliò disorientata, scioccata, piena di incognite. Che cosa aveva rappresentato per l'Unione Sovietica quel “Piccolo padre”, come la propaganda chiamava Stalin? E che cosa rappresenta ancora oggi? Ce lo spiega su Storia in Podcast lo storico Andrea Romano, docente di Storia contemporanea all'Università Roma Tor Vergata. Stalin era stato colpito da un ictus verso le 18:30 del 1° marzo 1953, nella sua dacia fuori Mosca. Le guardie se ne accorsero solo verso le 10 di sera. Il dittatore fu trovato a terra in pigiama e maglietta, in mezzo alla propria urina. Furono subito avvisati i vertici dell'Urss, tra i quali il ministro degli Interni Berija e l'astro nascente Nikita Krusciov. Dodici ore dopo il colpo apoplettico erano intorno al leader agonizzante sul divano. Ma solo la mattina seguente decisero di chiamare i medici. Fu un ritardo voluto? Alcuni, in realtà senza prove concrete, sostengono la tesi di un avvelenamento: fu probabilmente il tempo necessario per trovare un accordo sulla gestione del Paese e la futura distribuzione del potere...Andrea Romano, autore del podcast, è Professore associato di Storia contemporanea presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Ha scritto tra l'altro “Contadini in uniforme. L'Armata Rossa e la collettivizzazione delle campagne nell'URSS”, Firenze, Leo S. Olschki, 1999; “Russia in the Age of Wars 1914-1945” (con Silvio Pons), Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Annali XXXIV, Milano, Feltrinelli, 2000; e “Lo Stalinismo. Un'interpretazione storica”, Bruno Mondadori Editore, 2002.A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura

Giallo Quotidiano
Enrico Forti - Le prove furono compromesse

Giallo Quotidiano

Play Episode Listen Later Feb 24, 2023 10:07


Sul gancio di traino del suo fuoristrada furono trovati granelli di sabbiaSeguimi su YouTube: https://www.youtube.com/channel/UClkB_8jqDS7SWoltMjIu-3Q/Supporta il progetto qui: https://mercury.streamelements.com/ilverdeeilblue/tipSupport this podcast at — https://redcircle.com/storia/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy

Equipaggiati
#39 - Indissolubilita' del matrimonio - Matteo 19:1-15

Equipaggiati

Play Episode Listen Later Feb 23, 2023 3:43


Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Indissolubilita' del matrimonio19:1  Quando Gesù ebbe finito di parlare, lasciò la Galilea e ritornò in Giudea oltre il fiume Giordano. 2 Unʼenorme folla lo seguiva, ed egli guariva tutti i malati.Una trappola per Gesù3 Alcuni Farisei vennero ad interrogarlo, cercando dʼingannarlo e fargli dire qualcosa che avrebbe potuto comprometterlo.«Tu permetti il divorzio?» gli chiesero.4 «Non leggete le Scritture?» rispose Gesù. «Cʼè scritto che fin dal principio Dio creò lʼuomo e la donna, 5-6 e che lʼuomo avrebbe dovuto lasciar padre e madre per essere per sempre unito a sua moglie. E così lʼuomo e la donna diventeranno una cosa sola, non più due, ma un unico essere. Perciò nessun uomo può separare ciò che Dio ha unito». 7 Gli altri insistettero: «Allora come mai Mosè disse che un uomo può divorziare da sua moglie, consegnandole semplicemente un atto di ripudio?»8 Gesù rispose: «Perché Mosè conosceva i vostri cuori duri e malvagi; ma non era così che Dio aveva inteso da principio. 9 E vi dico questo: chiunque divorzia da sua moglie, salvo che per relazioni sessuali illecite, e ne sposa unʼaltra, commette adulterio».10 Allora i discepoli di Gesù commentarono: «Se le cose stanno così, è meglio non sposarsi!» Gesù rispose:11 «Non tutti possono accettare una condizione del genere. Soltanto quelli aiutati da Dio. 12 Alcuni sono impotenti dalla nascita e quindi non possono sposarsi, altri sono diventati impotenti, perché gli uomini li hanno ridotti così; altri ancora, invece, rinunciano al matrimonio per amore del Regno dei Cieli. Chi è capace di farlo, lo faccia!»13 Furono portati a Gesù dei bambini piccoli, perché ponesse le mani su di loro e pregasse. Ma i discepoli sgridavano quelli che li portavano.14 Gesù invece disse: «Lasciate che i bimbi vengano a me, non impediteglielo! Perché di costoro è il Regno dei Cieli». 15 E, prima di andarsene, pose le mani sulle loro testoline e li benedì.Support the show

Pillole di Storia
Pillole di Mitologia #2 - Come Thor e Loki furono ingannati

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Feb 16, 2023 24:05


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Indagini
Ladispoli, 17 maggio 2015 – Seconda parte

Indagini

Play Episode Listen Later Nov 1, 2022 49:14


Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2015 un ragazzo di vent'anni, Marco Vannini, fu raggiunto da un colpo di pistola mentre era a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, in provincia di Roma. Il proiettile trapassò il braccio destro, entrò nell'emitorace, attraversò il polmone destro, poi quello sinistro e si fermò nel pericardio, la membrana che circonda il cuore. La famiglia Ciontoli chiamò il 118 oltre mezz'ora dopo lo sparo annullando però, nella stessa telefonata, la richiesta di intervento.  Il 118 venne chiamato di nuovo molti minuti più tardi. Furono due telefonate surreali, in cui i Ciontoli dissero molte bugie cercando di mascherare ciò che era realmente accadutoMarco Vannini morì quattro ore dopo essere stato ferito. Le perizie stabilirono che, se fosse stato soccorso tempestivamente, si sarebbe potuto salvare: nel suo torace fu trovata una quantità di sangue tra il litro e mezzo e i due litri. Morì lentamente, dissanguato dall'emorragia.Le indagini e i processi cercarono di ricostruire ciò che avvenne a Ladispoli, nella casa della famiglia Ciontoli, la notte in cui Marco Vannini venne colpito dal proiettile sparato da una pistola marca Beretta calibro nove. Tutto si basava sulle dichiarazioni della famiglia Ciontoli, sulle contraddizioni, le evidenti menzogne. Soprattutto il processo cercò di chiarire cosa avvenne nei minuti, nelle ore e poi nei giorni successivi quando un intero nucleo familiare raccontò che Marco era caduto dalle scale, quindi che aveva avuto un attacco di panico perché dalla pistola era uscito un colpo d'aria, poi che si era ferito con un pettine e infine che una pistola aveva sparato ma il colpo era partito praticamente da solo. E che Marco Vannini era stato ferito solo di striscio. 

Indagini
Ladispoli, 17 maggio 2015 – Prima parte

Indagini

Play Episode Listen Later Nov 1, 2022 44:19


Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 2015 un ragazzo di vent'anni, Marco Vannini, fu raggiunto da un colpo di pistola mentre era a casa della sua fidanzata, Martina Ciontoli, a Ladispoli, in provincia di Roma. Il proiettile trapassò il braccio destro, entrò nell'emitorace, attraversò il polmone destro, poi quello sinistro e si fermò nel pericardio, la membrana che circonda il cuore. La famiglia Ciontoli chiamò il 118 oltre mezz'ora dopo lo sparo annullando però, nella stessa telefonata, la richiesta di intervento.  Il 118 venne chiamato di nuovo molti minuti più tardi. Furono due telefonate surreali, in cui i Ciontoli dissero molte bugie cercando di mascherare ciò che era realmente accadutoMarco Vannini morì quattro ore dopo essere stato ferito. Le perizie stabilirono che, se fosse stato soccorso tempestivamente, si sarebbe potuto salvare: nel suo torace fu trovata una quantità di sangue tra il litro e mezzo e i due litri. Morì lentamente, dissanguato dall'emorragia.Le indagini e i processi cercarono di ricostruire ciò che avvenne a Ladispoli, nella casa della famiglia Ciontoli, la notte in cui Marco Vannini venne colpito dal proiettile sparato da una pistola marca Beretta calibro nove. Tutto si basava sulle dichiarazioni della famiglia Ciontoli, sulle contraddizioni, le evidenti menzogne. Soprattutto il processo cercò di chiarire cosa avvenne nei minuti, nelle ore e poi nei giorni successivi quando un intero nucleo familiare raccontò che Marco era caduto dalle scale, quindi che aveva avuto un attacco di panico perché dalla pistola era uscito un colpo d'aria, poi che si era ferito con un pettine e infine che una pistola aveva sparato ma il colpo era partito praticamente da solo. E che Marco Vannini era stato ferito solo di striscio. 

Pillole di Storia
AperiStoria #72 - I pescatori giapponesi che furono colpiti da una atomica. La Daigo Fukuryu Maru

Pillole di Storia

Play Episode Listen Later Oct 23, 2022 12:36


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Storia dei Carabinieri
Episodio 53. L'Arma alla fine degli anni Venti

Storia dei Carabinieri

Play Episode Listen Later Oct 19, 2022 12:55


La nostra chiacchierata ci porta a presentare una sorta di fotografia dell'Arma dei Carabinieri alla fine degli anni Venti dopo che la scorsa volta abbiamo parlato del rapporto tra i Carabinieri e la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Per necessità dovremo parlare sia della MVSN, sia della polizia con la costituzione del corpo degli Agenti di Pubblica Sicurezza e poi di lì a poco dell'OVRA il cui acronimo non è stato mai sciolto ufficialmente ma che si potrebbe indicare convenzionalmente come Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell'Antifascismo. Aquarone chiarisce molto bene in uno dei suoi studi più approfonditi la situazione della repressione dell'antifascismo attraverso la sovrapposizione di funzioni che si ebbe durante il periodo tra polizia, OVRA, Milizia e quindi anche aggiungendo i Carabinieri. In particolare, lo abbiamo già ricordato nell'episodio 52, i rapporti tra Milizia e Carabinieri soprattutto in periferia non furono eccellenti tanto che il comandante generale della milizia, il generale Gandolfo, dovette emanare una circolare riservatissima per segnalare l'importanza di evitare dissidi e di mantenere buoni rapporti sia con l'autorità politica, sia con l'Arma dei Carabinieri a testimonianza della situazione difficile che si viveva. Furono anni difficili anche per i Carabinieri. Per approfondire: Alberto Aquarone, L'organizzazione dello Stato totalitario, Torino, Einaudi, 2003 Renzo De Felice, Mussolini L'alleato, I. L'Italia in guerra 1940-1943. Tomo 1. Dalla guerra «breve» alla guerra lunga, Torino, Einaudi, 1990 Giorgio Rochat, L'esercito e il fascismo, in Guido Quazza (a cura di), Fascismo e società italiana, Torino, Einaudi, 1973 --- Send in a voice message: https://anchor.fm/storiadeicarabinieri/message

Non spegnere la luce
Il mostro di Firenze - Il caso che ha sconvolto l'Italia

Non spegnere la luce

Play Episode Listen Later Oct 12, 2022 61:20


Furono 16 i delitti attribuiti al cosiddetto “mostro di Firenze”, che a partire dalla fine degli anni ‘60 ha terrorizzato le campagne della Toscana con una serie di omicidi assolutamente brutali e fuori da ogni logica. Quello del mostro di Firenze rimane tuttora un mistero irrisolto, sul quale si sprecano numerose teorie… Ne parliamo assieme a Giacomo Brunoro, autore di libri e audiolibri e direttore editoriale della casa editrice californiana LA Case Books. Iscriviti al gruppo Telegram per interagire con noi e per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle puntate: https://t.me/LucePodcast

Indagini
Erba, 11 dicembre 2006 – Seconda parte

Indagini

Play Episode Listen Later May 1, 2022 58:04


La sera dell'11 dicembre 2006 in un condominio di Erba furono uccise quattro persone, tra cui un bambino di due anni. La storia di quella strage ottenne grandissime attenzioni da parte dei media, che inizialmente trattarono come il principale sospettato – quando non già acclarato colpevole – un uomo tunisino rivelatosi poi innocente. Furono invece indagati e condannati in via definitiva all'ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, i vicini di casa delle persone uccise. Molti oggi ricordano la strage di Erba per la sua efferatezza, per il clima di odio e le conseguenze estreme che seguirono delle banali liti condominiali e per il rapporto morboso dei due coniugi poi condannati. Ma c'è molto altro di notevole, nelle pieghe di questa storia: interrogatori e perquisizioni condotte in modi rivedibili, l'unico fondamentale testimone oculare che cambia improvvisamente la sua versione dei fatti, una confessione piena di dettagli poi ritrattata.

Indagini
Erba, 11 dicembre 2006 – Prima parte

Indagini

Play Episode Listen Later May 1, 2022 43:17


La sera dell'11 dicembre 2006 in un condominio di Erba furono uccise quattro persone, tra cui un bambino di due anni. La storia di quella strage ottenne grandissime attenzioni da parte dei media, che inizialmente trattarono come il principale sospettato – quando non già acclarato colpevole – un uomo tunisino rivelatosi poi innocente. Furono invece indagati e condannati in via definitiva all'ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi, i vicini di casa delle persone uccise. Molti oggi ricordano la strage di Erba per la sua efferatezza, per il clima di odio e le conseguenze estreme che seguirono delle banali liti condominiali e per il rapporto morboso dei due coniugi poi condannati. Ma c'è molto altro di notevole, nelle pieghe di questa storia: interrogatori e perquisizioni condotte in modi rivedibili, l'unico fondamentale testimone oculare che cambia improvvisamente la sua versione dei fatti, una confessione piena di dettagli poi ritrattata.

Birdland
Art Ensemble of Chicago, gli anni parigini (4./4)

Birdland

Play Episode Listen Later Apr 22, 2022 28:10


Rievocazione in questa serie di Birdland della vera e propria nascita del celebre gruppo dell'avanguardia jazz statunitense anni '60 e ‘70‘.A partire dal 1965, sotto l'impulso di Muhal Richard Amrams, i futuri membri dell'Art Ensemble of Chicago si erano già esibiti e avevano registrato in numerosi gruppi sotto vari nomi. Dopo il plauso della critica sulla stampa nazionale e internazionale per le loro innovative esibizioni, Roscoe Mitchell, Joseph Jarman, Lester Bowie e Malachi Favors decisero di continuare insieme la loro avventura musicale e si recarono a Parigi nel 1969 dove assunsero il nome definitivo di Art Ensemble of Chicago, un'estensione dell'originale Roscoe Mitchell Art Ensemble. Furono subito invitati ad esibirsi per un mese al leggendario Theatre Lucernaire a Montparnasse. Seguirono numerosi concerti in tutta la Francia e la registrazione di diversi album di gruppo ma pure in collaborazione con i tanti musicisti americani della scena parigina di quel periodo.Nel 1970 composero la colonna sonora del film Les Stances à Sophie, un classico di culto con la voce di Fontella Bass e anche la prima registrazione che vede la partecipazione del batterista Don Moye.

Birdland
Art Ensemble of Chicago, gli anni parigini (3./4)

Birdland

Play Episode Listen Later Apr 21, 2022 27:37


Rievocazione in questa serie di Birdland della vera e propria nascita del celebre gruppo dell'avanguardia jazz statunitense anni '60 e ‘70‘.A partire dal 1965, sotto l'impulso di Muhal Richard Amrams, i futuri membri dell'Art Ensemble of Chicago si erano già esibiti e avevano registrato in numerosi gruppi sotto vari nomi. Dopo il plauso della critica sulla stampa nazionale e internazionale per le loro innovative esibizioni, Roscoe Mitchell, Joseph Jarman, Lester Bowie e Malachi Favors decisero di continuare insieme la loro avventura musicale e si recarono a Parigi nel 1969 dove assunsero il nome definitivo di Art Ensemble of Chicago, un'estensione dell'originale Roscoe Mitchell Art Ensemble. Furono subito invitati ad esibirsi per un mese al leggendario Theatre Lucernaire a Montparnasse. Seguirono numerosi concerti in tutta la Francia e la registrazione di diversi album di gruppo ma pure in collaborazione con i tanti musicisti americani della scena parigina di quel periodo.Nel 1970 composero la colonna sonora del film Les Stances à Sophie, un classico di culto con la voce di Fontella Bass e anche la prima registrazione che vede la partecipazione del batterista Don Moye.

Birdland
Art Ensemble of Chicago, gli anni parigini (2./4)

Birdland

Play Episode Listen Later Apr 20, 2022 27:28


Rievocazione in questa serie di Birdland della vera e propria nascita del celebre gruppo dell'avanguardia jazz statunitense anni '60 e ‘70‘.A partire dal 1965, sotto l'impulso di Muhal Richard Amrams, i futuri membri dell'Art Ensemble of Chicago si erano già esibiti e avevano registrato in numerosi gruppi sotto vari nomi. Dopo il plauso della critica sulla stampa nazionale e internazionale per le loro innovative esibizioni, Roscoe Mitchell, Joseph Jarman, Lester Bowie e Malachi Favors decisero di continuare insieme la loro avventura musicale e si recarono a Parigi nel 1969 dove assunsero il nome definitivo di Art Ensemble of Chicago, un'estensione dell'originale Roscoe Mitchell Art Ensemble. Furono subito invitati ad esibirsi per un mese al leggendario Theatre Lucernaire a Montparnasse. Seguirono numerosi concerti in tutta la Francia e la registrazione di diversi album di gruppo ma pure in collaborazione con i tanti musicisti americani della scena parigina di quel periodo.Nel 1970 composero la colonna sonora del film Les Stances à Sophie, un classico di culto con la voce di Fontella Bass e anche la prima registrazione che vede la partecipazione del batterista Don Moye.

Non spegnere la luce
Il massacro del Circeo - La banalità del male

Non spegnere la luce

Play Episode Listen Later Mar 30, 2022 42:00


Questa triste pagina di cronaca nera ebbe luogo tra il 29 e il 30 settembre 1975, a San Felice Circeo, sul litorale laziale, a poco più di 100 chilometri da Roma. Rosaria Lopez, 19 anni, e Donatella Colasanti, 17, furono seviziate per quasi due giorni di fila. Una di loro morì, l'altra si salvò fingendosi morta. Furono 36 ore di botte, bastonate, violenze carnali, ma anche di paura, freddo ed abbandono. Due ragazzine di modeste condizioni economiche che cadono nella trappola di tre ricchi pariolini con gravi problemi sessuali e di affermazione che non disprezzano solo i loro corpi, ma vogliono umiliare le loro vite. Una storia che fa rabbia ma soprattutto incute paura per l'insensatezza di quella crudeltà, e che ha lasciato un segno indelebile sulla storia recente della città di Roma. Proviamo ad analizzarne le le cicatrici insieme a Giuliano Terenzi: giornalista, commentatore sportivo, ma soprattutto autore del podcast Gente di Borgata in cui racconta i quartieri e le periferie della città di Roma. Iscriviti al canale Telegram per non perderti nessuna delle novità in anteprima e degli approfondimenti sulle prossime puntate: t.me/TenebraPodcast