Il canale podcast del MUDEC - Museo delle Culture di Milano racconta appassionanti prospettive sull' arte, la fotografia, l'etnografia e le nuove idee del mondo artistico contemporaneo.
Il sinologo Sergio Basso ci invita all'ascolto della quinta e ultima puntata del podcast “Lo stupore del colore” dal titolo Il vaso da cui tutto partì.Protagonista di questa puntata è una preziosa terracotta proveniente dal Perù, cultura Sicán/Lambayeque, che ci introduce a uno dei tanti significati dell'arcobaleno: l'ansa a ponte del vaso rimanda al mito del serpente arcobaleno, diffuso nelle culture sudamericane precolombiane.L'opera è visibile nella mostra “Rainbow. Colori e meraviglie fra miti, arti e scienza”.
Protagonista di questa puntata è la mattonella policroma (turchese, verde, rosso/bruno, blu e nero) sotto una invetriatura trasparente decorata da un medaglione circolare polilobato contenente diagonalmente una peonia incorniciata da garofani, tulipani e margherite. Nei quattro angoli è presente una porzione di altre inflorescenze. I bordi sono occupati da due brevi linee ondulate sovrastate da tre sferette. Questo motivo, che prende il nome (sanscrito) di cintamani, fu particolarmente diffuso nella Turchia d'età ottomana e considerato segno vittorioso oltre che potente amuleto. L'opera è visibile nei depositi del Mudec.
Protagonista di questa puntata è l'altare dedicato a Mami Wata dove è presente il serpente arcobaleno, associato alla figura del regnante divino e al potere di questa creatura di muoversi rapidamente e di “trattenere” o bruciare le acque. L'opera è visibile all'interno del percorso della Collezione Permanente “Milano Globale. Il mondo visto da qui”.
Il sinologo Sergio Basso ci invita all'ascolto della seconda puntata del podcast “Lo stupore del colore” dal titolo I labirinti della mente.Protagonista di questa puntata è il Thangka tibetano: questo dipinto su tessuto è stato scelto per le sue caratteristiche materiche e la sua tecnica di realizzazione. Il procedimento nel suo complesso richiede grande padronanza del disegno e una comprensione perfetta dei principi dell'iconometria.Vengono utilizzati pigmenti naturali macinati per lungo tempo con l'intento di ottenere una grande luminosità: per questo si fa ampio uso del colore oro. L'opera è visibile nei depositi del Mudec.
Protagonista di questa puntata è il chaofu, una veste maschile in cui sono presenti draghi a simboleggiare il potere maschile dell'imperatore. Nella mitologia cinese troviamo spesso la figura di un drago munito di corna che scende sulla terra sotto forma di arcobaleno per abbeverarsi.Lo stupore del colore è ideato e scritto da Sergio Basso.
Comincia l'ultima e più emozionante tappa del viaggio di Ai Apaec, quella in cui si troverà al cospetto degli dèi della montagna, che, dall'alto, hanno vegliato su di lui. Ed è proprio sulla sacra montagna al centro di questo ultimo episodio che tutto rinasce e la vita ricomincia a scorrere.
In questo quarto episodio Ai Apaec e i suoi compagni giungono nel Regno dei Morti, dove finalmente trovano il Sole. Ma quando stanno per portarlo in salvo, vengono attaccati da un ultimo, terribile, mostro finale, che costerà la vita all'eroe. Nulla però è perduto, perché qualcuno, dall'alto, sta osservando, ed è pronto ad aiutare Ai Apaec.
Nelle profondità degli abissi, Ai Apaec è costretto ad attraversare il pericoloso labirinto della Lumaca Gigante . In questo terzo episodio il rischio di perdersi per sempre e fallire nella sua missione di salvataggio del Sole è altissimo. Riuscirà nel suo intento?
Il Sole è caduto nelle profondità degli abissi e Ai Apaec in questo secondo episodio deve assolutamente raggiungerlo. Ma si accorge di una cosa: non sa nuotare! Grazie all'incontro con Granchio, protettore del mare e dei suoi segreti, e con Razza, riesce a tuffarsi alla rincorsa de raggi del sole che piano piano si stanno spegnendo
In questo primo episodio lo sciamano Ai Apaec si accorge che il Sole sta cadendo dal cielo: la vita sul Pianeta Terra è in pericolo e solo lui può salvarla. Indossata una speciale "armatura" e riuniti gli amici Cane e Lucertola, parte insieme a loro per la prima tappa del suo viaggio.
Non esiste una definizione univoca di multiculturalismo, ma è possibile accostarla a diversi concetti. Cos'è allora il multiculturalismo economico, e come la presenza di microeconomie etniche alimenta l'identità, la memoria e la cultura di una cittadina con un background migratorio?
Cosa succede quando una grossa fetta di persone che nascono, crescono, vivono e lavorano in questo paese si trova fuori dalla partecipazione politica? Agisce per contrastare quell'esclusione o si arrende al senso di impotenza rispetto alla propria posizione?
L'assimilazione è un concetto che in Italia spesso è sovrapposto a quello di integrazione. Nel mondo scolastico qual è l'approccio che si adotta nelle nostre classi sempre più multietniche? Ne abbiamo parlato con un'insegnante, Rahma Nur, e una mediatrice, Jada Bai.
State ascoltando generazioni liminali, e in questa puntata parliamo di integrazione attraverso la lingua, di dialetti, di lingue dimenticate, di lingue del lavoro e di quelle dell'esilio. Ad accompagnarci ci saranno due voci, quella di una scrittrice e quella di un libraio,.
Con il termine segregazione razziale si intende la separazione spaziale di alcuni gruppi della popolazione sulla base del diverso paese di origine. Attraverso tre voci percorriamo le complessità dell'abitare, per provare a capire se è segregato e come è cambiato nel tempo.
Le linee nere verticali e orizzontali, le forme geometriche e i colori primari compongono le celeberrime griglie tipiche dell'opera di Piet Mondrian. Sono uno dei motivi più riconoscibili nella storia dell'arte contemporanea e per capire il successo di questo "codice" universale è utile sconfinare oltre la pittura, allargando gli orizzonti verso altri campi dell'arte. Come può un albero trasformarsi in una griglia geometrica verticale? Come fa il pittore a trasferire le note del boogie woogie in quadrati gialli, rossi e blu? In queste puntate comprenderemo l'evoluzione stilistica di Mondrian nel tempo e nelle diverse aree della creatività. La sua arte è stata d'ispirazione in molti ambiti: dalla pedagogia dell'arte alla moda, dalla grafica al design passando per la musica.La storica del design Domitilla Dardi è una delle curatrici della mostra dedicata all'artista olandese presso il Mudec di Milano e ci accompagna in questo viaggio fatto di suoni e parole alla scoperta del mondo di Mondrian, dopo Mondrian.Una coproduzione Radio 24 e 24 ORE Cultura
Il movimento artistico De Stijl, anche conosciuto con il nome di neoplasticismo, nacque nel 1917 nei Paesi Bassi dal manifesto scritto da Piet Mondrian e Theo van Doesburg. Lo stile è quello essenziale, fatto di linee ortogonali, uso esclusivo di quadrati e rettangoli e solo colori primari. Il movimento influenzò per molti decenni la pittura, l'architettura e il design.Ripercorriamo quegli anni insieme Domitilla Dardi , una delle curatrici della mostra dedicata interamente all'artista olandese al Mudec di Milano, e a Angela Rui , curatrice e ricercatrice per il design.
Uno dei vestiti più iconici del Novecento, il ‘Mondrian dress' nasce dall'estro dell'esordiente stilista Yves Saint Laurent che riproduce sul jersey di lana le geometriche griglie di Piet Mondrian. Da qui, dal 1965 partiamo per raccontarvi come l'arte del pittore olandese abbia ispirato la moda e le collezioni di grandi maison. La moda è arte? Percorriamo assonanze e contaminazioni tra questi due universi. Domitilla Dardi , una delle curatrici della mostra dedicata interamente all'artista olandese al Mudec di Milano, ci accompagna in questo percorso insieme a Sofia Gnoli, storica della moda.
Ambaradan è una parola che ha una storia che mette le radici nella geografia, nella storia, nella lingua e nel rimosso coloniale. Ne scopriamo le ramificazioni con Franca Bosc, linguista, e Anna Nadotti, traduttrice e critica letteraria.
Virus cinese è un'espressione che è stata utilizzata dai media a partire dal 2020. Quali conseguenze ha avuto nella percezione della pandemia e sulle comunità della diaspora cinese nel mondo? Ne parliamo insieme a Franca Bosc, linguista, e Lala Hu, docente dell'Università Cattolica di Milano e autrice di Semi di tè.
Mondrian e la musica Nei primi anni '40 Mondrian va a New York e scopre una musica nuova e diversa, fatta di ritmo e sonorità a lui sconosciute. Ne nasce una grande passione che confluisce nel dipinto “Broadway Boogie-Woogie”. La musica influenza fortemente la sua arte: i tratti del pennello sembrano riprodurre sulla tela i passi veloci dei ballerini di Boogie-Woogie. Lo stesso Mondrian ha ispirato, a sua volta, la musica pop. Come sentirete.Domitilla Dardi, storica del design e una delle curatrici della mostra dedicata all'artista olandese presso il Mudec di Milano, ne parla con Tiziana Cipelletti del collettivo artistico-musicale Storyville e Luca De Gennaro, critico musicale.
Blackface è un termine inglese che ci riporta immediatamente a una pratica diffusa negli Stati Uniti. È una pratica discriminatoria anche in Italia, e in quali forme esiste? Ne parliamo insieme a Franca Bosc, linguista, e SIlvia Iannelli, antropologa museale.
Cinesino/a è una parola all'apparenza neutra, ma quanti significati e stereotipi veicola? Ci addentriamo nella risposta con Franca Bosc, linguista, e Jada Bai, mediatrice linguistico culturale e docente di lingua cinese all'Università di Torino.
Integrazione e seconde generazioni sono i due concetti che si intrecciano in queste seconda tappa. In viaggio con noi Franca Bosc, linguista, e Nathasha Fernando, docente di Media e Comunicazione all'Università di Westminster e co-autrice dei podcast S/Confini e Sulla Razza.
La cura delle parole è il podcast che si prende cura del modo in cui parliamo. Il progetto ha come focus termini ed espressioni legati alla multietnicità e alla multiculturalità e ha l'intento di contrastare gli stereotipi, con una particolare attenzione a non ferire e a non innalzare muri tra persone e culture.Etnico è la prima parola di questo viaggio nell'italiano che cambia e che cambia prospettiva. Partono con noi Franca Bosc, linguista, e Francesca Moretti, contributor di Afroitalian Souls, The Submarine, Il Libraio e Munchies.
Le opere astratte di Piet Mondrian così amate dai bambini per la loro apparente semplicità, manifestano un equilibrio straordinariamente complesso. Frutto di esperienza e anni di studio artistico. Domitilla Dardi, storica del design e una delle curatrici della mostra dedicata all'artista olandese presso il Mudec di Milano, e Costantino D'Orazio, storico dell'arte, raccontano l'universo Mondrian ai più piccoli.
Tina Modotti ha saputo “dare immagine” ai suoi ideali e al suo impegno politico. Nonostante abbia esercitato la sua arte per pochi anni, Tina Modotti è universalmente riconosciuta come una delle più importanti fotografe di sempre.
Donna forte, determinata e sprezzante del pericolo, fotografa la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale e l'Apartheid in Sudafrica. Margaret Bourke-White ha saputo fotografare una società in mutamento, la ricordiamo infatti come una vera pioniera della fotografia.
Le fotografie di Lisetta Carmi raccontano la spontaneità e la quotidianità di persone sfruttate, ai margini. Lisetta Carmi ha tante vite, ognuna diversa dall'altra.
Inge Morath con i suoi scatti riesce a scovare i lati nascosti delle persone che fotografa. Le sue fotografie hanno un sapore surrealista, trasportano l'osservatore e i protagonisti delle immagini in una dimensione metaforica, paradigmatica.
Le fotografie di Imogen Cunningham sono esposte nei più importanti musei del mondo. Di lei rimane una grande eredità: pioniera per l'universo femminile, per la fotografia e per l'arte.
Marirosa Toscani Ballo ha rivoluzionato la storia della fotografia e del design italiano, le sue fotografie mettono in luce la bellezza e la personalità degli oggetti. Ancora oggi, alla soglia dei 90 anni, Marirosa Toscani Ballo continua a creare persone partendo dalle cose.
Eve Arnold ci lascia una grande lezione sulla fotografia. Non c'è differenza tra fotografare divi di Hollywood e fare reportage sulle zone martoriate del mondo. Tutto quanto è testimonianza, tutto quanto è fotografia.
Gerda Taro documenta, racconta e immortala su pellicola le assurdità della guerra. Non fotografa la battaglia, vive la battaglia.
Fin dagli esordi Cindy Sherman ha solo un soggetto: se stessa. Il suo viso è la sua tela che stravolge nelle sue fotografie interpretando tutti gli stereotipi sulla donna. Cindy Sherman annulla i luoghi comuni interpretandoli ed esaltandoli.
Con i suoi scatti ha testimoniato la tragedia della Grande Depressione negli Stati Uniti. Una foto su tutte: "Migrants Mother" del 1936, immagine simbolo di quell'epoca nonchè icona della storia della fotografia.