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References Barbera Balzerani, Compagna luna. Roma: Derive Approdi, 2013. Silvia De Bernardinis (ed.), Brigate rosse: un diario politico. Riflessioni sull'assalto al cielo. Roma: DeriveApprodi, 2021. Giorgio Bocca, Noi terroristi. 12 anni di lotta armata ricostruiti e discussi con i protagonisti. Milano: Garzanti Editore, 1985. Pino Casamassima, Gli irriducibili. Storie di brigatisti mai pentiti. Bari: Laterza, 2012. Richard Oliver Collin, Gordon L. Freedman, Winter of Fire: The Abduction of General Dozier and the Downfall of the Red Brigades. NYC: Dutton, 1990. Giovanni Fasanella, Alberto Franceschini, Che Con Sono Brigate Rosse: Le radici, la nascita, la storia, il presente. Milano: Biblioteca Universale Rizzalo, 2004 Enrico Fenzi, Armi e bagagli. Un diario dalle Brigate Rosse. Genova: Costa & Nolan, 2006. Prospero Gallinari, Un Contadino nella metropolis: Ricrordi di un militante delle Brigate Rosse. Milano: Lemuri, 2012. Mario Moretti, Mosca Carla, Rossanda Rossana, Brigate rosse: Una storia italiana, Milano: Mondadori, 2007. Pino Narducci, «Dovevamo arrestarci l'un con l'altro», Questione Giustiza, Magistratura Democratica, .https://www.questionegiustizia.it/articolo/dovevamo-arrestarci-l-un-con-l-altro. Il Post, "La storia del professor De Tormentis e della squadra dell'Ave Maria," July 7, 2022, https://www.ilpost.it/2022/07/07/de-tormentis-rapimento-dozier/ Niccolò Petrelli. (2024). Through a Glass, Darkly: US-Italian Intelligence Cooperation, Covert Operations and the Gladio ‘Stay-Behind' Programme. Diplomacy & Statecraft, 35(1), 148-181. Rao, Nicola. Colpo al cuore. Milano: Sperling & Kupfer, 2011.
References Silvia De Bernardinis (ed.), Brigate rosse: un diario politico. Riflessioni sull'assalto al cielo. Roma: DeriveApprodi, 2021. Giorgio Bocca, Noi terroristi. 12 anni di lotta armata ricostruiti e discussi con i protagonisti. Milano: Garzanti Editore, 1985. Pino Casamassima, Gli irriducibili. Storie di brigatisti mai pentiti. Bari: Laterza, 2012. Richard Oliver Collin, Gordon L. Freedman, Winter of Fire: The Abduction of General Dozier and the Downfall of the Red Brigades. NYC: Dutton, 1990. Giovanni Fasanella, Alberto Franceschini, Che Con Sono Brigate Rosse: Le radici, la nascita, la storia, il presente. Milano: Biblioteca Universale Rizzalo, 2004 Prospero Gallinari, Un Contadino nella metropolis: Ricrordi di un militante delle Brigate Rosse. Milano: Lemuri, 2012. Pino Narducci, «Dovevamo arrestarci l'un con l'altro», Questione Giustiza, Magistratura Democratica, .https://www.questionegiustizia.it/articolo/dovevamo-arrestarci-l-un-con-l-altro. Il Post, "La storia del professor De Tormentis e della squadra dell'Ave Maria," July 7, 2022, https://www.ilpost.it/2022/07/07/de-tormentis-rapimento-dozier/ Niccolò Petrelli. (2024). Through a Glass, Darkly: US-Italian Intelligence Cooperation, Covert Operations and the Gladio ‘Stay-Behind' Programme. Diplomacy & Statecraft, 35(1), 148-181. Nicola Rao. Colpo al cuore. Milano: Sperling & Kupfer, 2011.
Con il decreto legge voluto dal ministro Nordio , l'abuso d'ufficio scompare, mentre si riduce drasticamente la portata del traffico di influenze illecite mentre si ampliano i divieti per i giornalisti in materia di intercettazioni. Questo decreto, però, non piace ai magistrati che parlano di incostituzionalità nel togliere ai PM la possibilità di fare appello. Ne parliamo prima con Francesco Paolo Sisto, viceministro Giustizia e poi con Cinzia Barillà, presidente di Magistratura Democratica.
Luigi Ferrajoli"Festival Filosofia"https://www.festivalfilosofia.it/Festival Filosofia, ModenaDomenica 18 settembre 2022Lezione Magistrale di Luigi FerrajoliCrimini di sistemaCome inquadrare quelle gravi catastrofi sistemiche che violano i diritti fondamentali e la cui responsabilità sfugge alla semplice logica penale?Luigi Ferrajoli è professore emerito di Filosofia del diritto presso l'Università degli Studi “Roma Tre” ed è stato giudice ed esponente di Magistratura Democratica. Protagonista del dibattito giuridico internazionale, ha contribuito a definire una nozione complessa di garantismo, come sistema di divieti e obblighi a carico non solo della sfera pubblica, ma anche dei poteri privati del mercato. Per la sua intensa attività di studioso, di giurista, di filosofo e teorico del diritto, è stato insignito, soprattutto in paesi di lingua latino-americana, di numerosi riconoscimenti istituzionali e accademici. Tra le sue opere recenti: La democrazia attraverso i diritti. Il costituzionalismo garantista come modello teorico e come progetto politico (Roma-Bari 2013); La logica del diritto. Dieci aporie nell'opera di Hans Kelsen (Roma-Bari 2016); La democrazia costituzionale (Bologna 2016); Il paradigma garantista. Filosofia e critica del diritto penale (Napoli 2014, 2016 2ª ed. ampliata); Contro il creazionismo giudiziario (Modena 2018); Manifesto per l'uguaglianza (Roma-Bari 2018); Perché una Costituzione della Terra? (Torino 2021); Per una Costituzione della Terra. L'umanità al bivio (Milano 2022)Luigi Ferrajoli"Per una Costituzione della Terra"L'umanità al bivioFeltrinelli Editorehttps://www.feltrinellieditore.it/Esistono problemi globali che non fanno parte dell'agenda politica dei governi nazionali, anche se dalla loro soluzione dipende la sopravvivenza dell'umanità. Il riscaldamento climatico, il pericolo di conflitti nucleari, le disuguaglianze, la morte di milioni di persone ogni anno per mancanza di alimentazione di base e di farmaci salvavita e le centinaia di migliaia di migranti in fuga segnano il nostro orizzonte presente e futuro. In gran parte dipendono dall'assenza di limiti ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali. Tuttavia, secondo Luigi Ferrajoli, un'alternativa istituzionale e politica è possibile e la sua stella polare è una Costituzione della Terra. Non si tratta di un'ipotesi utopistica. Al contrario, è la sola risposta razionale e realistica allo stesso dilemma che Thomas Hobbes affrontò quattro secoli fa: la generale insicurezza determinata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia dell'abitabilità del pianeta e perciò della vita di tutti. La vera utopia, l'ipotesi più inverosimile, è l'idea che la realtà possa rimanere così come è: l'illusione cioè che potremo continuare a fondare le nostre democrazie e i nostri tenori di vita sulla fame e la miseria del resto del mondo, sulla forza delle armi e sullo sviluppo ecologicamente insostenibile delle nostre economie. Solo una Costituzione della Terra, che introduca un demanio planetario a tutela dei beni vitali della natura, bandisca le armi a cominciare da quelle nucleari e introduca un fisco e idonee istituzioni globali di garanzia in difesa dei diritti di libertà e in attuazione dei diritti sociali di tutti può realizzare l'universalismo dei diritti umani, assicurare la pace e, prima ancora, la vivibilità del pianeta e la sopravvivenza dell'umanità.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Lectio magistralis del Dott. Riccardo De Vito, Presidente di Magistratura Democratica. Introduce l'Avv. Roberto La Macchia, Presidente Associazione Nazionale Giuristi Democratici
La puntata di oggi di Memos è dedicata a due appelli-campagne, diversi tra loro ma che hanno in comune un'idea di società aperta: aperta nelle culture, nelle politiche. Domani a Roma si inaugura la scuola “Costituente Terra”. L'idea della scuola è corredata da un appello-proposta per una Costituzione della Terra. Gli autori sono i giuristi Valerio Onida e Luigi Ferrajoli, l'intellettuale Raniero La Valle; Maria Rosaria Guglielmi segretaria di Magistratura Democratica; la regista tedesca Margarethe Von Trotta, l'economista Riccardo Petrella e tanti altri. ..Sabato scorso a Scandicci, Firenze, è stata presentata la campagna per “Un'Europa, stessi diritti, una Repubblica”. E' una campagna per la costruzione di un'Europa repubblicana ed egualitaria. Memos oggi ha ospitato Raniero La Valle e – per la campagna europea – il giornalista francese Eric Jozsef, corrispondente da Roma del quotidiano Libertation. Chiude la puntata il messaggio della sociologa Giovanna Procacci sulla fine dell'operazione Sophia.
La puntata di oggi di Memos è dedicata a due appelli-campagne, diversi tra loro ma che hanno in comune un’idea di società aperta: aperta nelle culture, nelle politiche. Domani a Roma si inaugura la scuola “Costituente Terra”. L’idea della scuola è corredata da un appello-proposta per una Costituzione della Terra. Gli autori sono i giuristi Valerio Onida e Luigi Ferrajoli, l’intellettuale Raniero La Valle; Maria Rosaria Guglielmi segretaria di Magistratura Democratica; la regista tedesca Margarethe Von Trotta, l’economista Riccardo Petrella e tanti altri. ..Sabato scorso a Scandicci, Firenze, è stata presentata la campagna per “Un’Europa, stessi diritti, una Repubblica”. E’ una campagna per la costruzione di un’Europa repubblicana ed egualitaria. Memos oggi ha ospitato Raniero La Valle e – per la campagna europea – il giornalista francese Eric Jozsef, corrispondente da Roma del quotidiano Libertation. Chiude la puntata il messaggio della sociologa Giovanna Procacci sulla fine dell’operazione Sophia.
La puntata di oggi di Memos è dedicata a due appelli-campagne, diversi tra loro ma che hanno in comune un’idea di società aperta: aperta nelle culture, nelle politiche. Domani a Roma si inaugura la scuola “Costituente Terra”. L’idea della scuola è corredata da un appello-proposta per una Costituzione della Terra. Gli autori sono i giuristi Valerio Onida e Luigi Ferrajoli, l’intellettuale Raniero La Valle; Maria Rosaria Guglielmi segretaria di Magistratura Democratica; la regista tedesca Margarethe Von Trotta, l’economista Riccardo Petrella e tanti altri. ..Sabato scorso a Scandicci, Firenze, è stata presentata la campagna per “Un’Europa, stessi diritti, una Repubblica”. E’ una campagna per la costruzione di un’Europa repubblicana ed egualitaria. Memos oggi ha ospitato Raniero La Valle e – per la campagna europea – il giornalista francese Eric Jozsef, corrispondente da Roma del quotidiano Libertation. Chiude la puntata il messaggio della sociologa Giovanna Procacci sulla fine dell’operazione Sophia.
I pilastri indeboliti della Repubblica. Il caso Palamara svela i vizi di una magistratura sfregiata dalla corruzione. L'autodenuncia del vicepresidente del Csm David Ermini che ieri ha parlato di “degenerazioni correntizie”, “traffici venali”, “giochi di potere” all'interno del mondo delle toghe. Memos ha ospitato Alberto Vannucci, politologo e studioso della corruzione all'università di Pisa; e Riccardo Di Vito, presidente di Magistratura Democratica. Chiude la puntata di oggi il messaggio di Dino Amenduni, docente di comunicazione politica dell'Università di Bari.
I pilastri indeboliti della Repubblica. Il caso Palamara svela i vizi di una magistratura sfregiata dalla corruzione. L’autodenuncia del vicepresidente del Csm David Ermini che ieri ha parlato di “degenerazioni correntizie”, “traffici venali”, “giochi di potere” all’interno del mondo delle toghe. Memos ha ospitato Alberto Vannucci, politologo e studioso della corruzione all’università di Pisa; e Riccardo Di Vito, presidente di Magistratura Democratica. Chiude la puntata di oggi il messaggio di Dino Amenduni, docente di comunicazione politica dell’Università di Bari.
I pilastri indeboliti della Repubblica. Il caso Palamara svela i vizi di una magistratura sfregiata dalla corruzione. L’autodenuncia del vicepresidente del Csm David Ermini che ieri ha parlato di “degenerazioni correntizie”, “traffici venali”, “giochi di potere” all’interno del mondo delle toghe. Memos ha ospitato Alberto Vannucci, politologo e studioso della corruzione all’università di Pisa; e Riccardo Di Vito, presidente di Magistratura Democratica. Chiude la puntata di oggi il messaggio di Dino Amenduni, docente di comunicazione politica dell’Università di Bari.
In mare ma non in terra. Il ministro dell'Interno ordina il rilascio dei minori dalla nave Diciotti. La Procura indaga per sequestro di persona. Il parere del Presidente di Magistratura Democratica, Riccardo De Vito, e la denuncia dell'europarlamentare socialista (di Possibile) Elly Schlein che denuncia: "Accordo di Dublino ci sono già le proposte di cambiamento peccato che Salvini e la Lega non le sostengono, fanno solo propaganda" (prima parte)
In mare ma non in terra. Il ministro dell'Interno ordina il rilascio dei minori dalla nave Diciotti. La Procura indaga per sequestro di persona. Il parere del Presidente di Magistratura Democratica, Riccardo De Vito, e la denuncia dell'europarlamentare socialista (di Possibile) Elly Schlein che denuncia: "Accordo di Dublino ci sono già le proposte di cambiamento peccato che Salvini e la Lega non le sostengono, fanno solo propaganda" (prima parte)
Quinta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all'Anpi di Milano. Relatore: Luigi Ferrajoli, giurista e filosofo del diritto. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori di Magistratura Democratica, è stato magistrato alla pretura di Prato fino al 1975 . Dal 2014 è professore emerito di filosofia del diritto a Roma Tre. Teorico del diritto di fama internazionale, Ferrajoli ha pubblicato di recente un libro dal titolo “Manifesto per l'uguaglianza” (Laterza, 2018) in cui sostiene come il principio di uguaglianza sia la “principale fonte di legittimazione democratica delle pubbliche istituzioni”.
Quinta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all’Anpi di Milano. Relatore: Luigi Ferrajoli, giurista e filosofo del diritto. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori di Magistratura Democratica, è stato magistrato alla pretura di Prato fino al 1975 . Dal 2014 è professore emerito di filosofia del diritto a Roma Tre. Teorico del diritto di fama internazionale, Ferrajoli ha pubblicato di recente un libro dal titolo “Manifesto per l’uguaglianza” (Laterza, 2018) in cui sostiene come il principio di uguaglianza sia la “principale fonte di legittimazione democratica delle pubbliche istituzioni”.
Quinta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all’Anpi di Milano. Relatore: Luigi Ferrajoli, giurista e filosofo del diritto. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori di Magistratura Democratica, è stato magistrato alla pretura di Prato fino al 1975 . Dal 2014 è professore emerito di filosofia del diritto a Roma Tre. Teorico del diritto di fama internazionale, Ferrajoli ha pubblicato di recente un libro dal titolo “Manifesto per l’uguaglianza” (Laterza, 2018) in cui sostiene come il principio di uguaglianza sia la “principale fonte di legittimazione democratica delle pubbliche istituzioni”.
Quinta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all’Anpi di Milano. Relatore: Luigi Ferrajoli, giurista e filosofo del diritto. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori di Magistratura Democratica, è stato magistrato alla pretura di Prato fino al 1975 . Dal 2014 è professore emerito di filosofia del diritto a Roma Tre. Teorico del diritto di fama internazionale, Ferrajoli ha pubblicato di recente un libro dal titolo “Manifesto per l’uguaglianza” (Laterza, 2018) in cui sostiene che il principio di uguaglianza è la “principale fonte di legittimazione democratica delle pubbliche istituzioni”.
Quinta lezione del ciclo di incontri sui 70 anni della Costituzione organizzato da Radio Popolare e Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, insieme all’Anpi di Milano. Relatore: Luigi Ferrajoli, giurista e filosofo del diritto. Negli anni Sessanta è stato tra i fondatori di Magistratura Democratica, è stato magistrato alla pretura di Prato fino al 1975 . Dal 2014 è professore emerito di filosofia del diritto a Roma Tre. Teorico del diritto di fama internazionale, Ferrajoli ha pubblicato di recente un libro dal titolo “Manifesto per l’uguaglianza” (Laterza, 2018) in cui sostiene che il principio di uguaglianza è la “principale fonte di legittimazione democratica delle pubbliche istituzioni”.
Permettere, anziché proibire. L'ultima strage nel Mediterraneo conferma che le politiche dell'immigrazione attuate finora e basate sul contenimento, limitazione, proibizione dell'immigrazione non servono a realizzare l'obiettivo per cui sono state decise. “Le frontiere non sono mai state così chiuse – ha raccontato a Le Monde un politologo belga, Francois Gemmene – e ciononostante non ci sono mai stati così tanti migranti”. Perchè allora le politiche proibizioniste sembrano inscalfibili? Memos ne ha parlato oggi con Livio Pepino, ex magistrato, oggi co-direttore scientifico di Diritto, immigrazione e cittadinanza, una rivista trimestrale promossa dall'Associazione Studi giuridici sull'Immigrazione (Asgi) e da Magistratura Democratica. Pepino dà la seguente definizione di proibizionismo: «Il proibizionismo è una politica di stop agli ingressi degli stranieri in un territorio. In gran parte d'Europa e in Italia abbiamo politiche di stop “sostanziale”, perchè dal punto di vista formale sono concessi degli ingressi attraverso delle quote, anche se si tratta di quote molto ristrette». Livio Pepino è autore di un libro, appena uscito per i tipi di Edizioni Gruppo Abele, dal titolo “Prove di paure” che affronta anche le questioni dell'immigrazione.
Permettere, anziché proibire. L'ultima strage nel Mediterraneo conferma che le politiche dell'immigrazione attuate finora e basate sul contenimento, limitazione, proibizione dell'immigrazione non servono a realizzare l'obiettivo per cui sono state decise. “Le frontiere non sono mai state così chiuse – ha raccontato a Le Monde un politologo belga, Francois Gemmene – e ciononostante non ci sono mai stati così tanti migranti”. Perchè allora le politiche proibizioniste sembrano inscalfibili? Memos ne ha parlato oggi con Livio Pepino, ex magistrato, oggi co-direttore scientifico di Diritto, immigrazione e cittadinanza, una rivista trimestrale promossa dall'Associazione Studi giuridici sull'Immigrazione (Asgi) e da Magistratura Democratica. Pepino dà la seguente definizione di proibizionismo: «Il proibizionismo è una politica di stop agli ingressi degli stranieri in un territorio. In gran parte d'Europa e in Italia abbiamo politiche di stop “sostanziale”, perchè dal punto di vista formale sono concessi degli ingressi attraverso delle quote, anche se si tratta di quote molto ristrette». Livio Pepino è autore di un libro, appena uscito per i tipi di Edizioni Gruppo Abele, dal titolo “Prove di paure” che affronta anche le questioni dell'immigrazione.
Permettere, anziché proibire. L'ultima strage nel Mediterraneo conferma che le politiche dell'immigrazione attuate finora e basate sul contenimento, limitazione, proibizione dell'immigrazione non servono a realizzare l'obiettivo per cui sono state decise. “Le frontiere non sono mai state così chiuse – ha raccontato a Le Monde un politologo belga, Francois Gemmene – e ciononostante non ci sono mai stati così tanti migranti”. Perchè allora le politiche proibizioniste sembrano inscalfibili? Memos ne ha parlato oggi con Livio Pepino, ex magistrato, oggi co-direttore scientifico di Diritto, immigrazione e cittadinanza, una rivista trimestrale promossa dall'Associazione Studi giuridici sull'Immigrazione (Asgi) e da Magistratura Democratica. Pepino dà la seguente definizione di proibizionismo: «Il proibizionismo è una politica di stop agli ingressi degli stranieri in un territorio. In gran parte d'Europa e in Italia abbiamo politiche di stop “sostanziale”, perchè dal punto di vista formale sono concessi degli ingressi attraverso delle quote, anche se si tratta di quote molto ristrette». Livio Pepino è autore di un libro, appena uscito per i tipi di Edizioni Gruppo Abele, dal titolo “Prove di paure” che affronta anche le questioni dell'immigrazione.
"La corruzione ha raggiunto livelli inaccettabili. La lotta alla mafia e alla corruzione sono priorità assolute." Sono le parole del presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di insediamento davanti alla Camere. Provate ad affiancarle a queste altre parole, pronunciate dal presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio all'inaugurazione dell'anno giudiziario, una decina di giorni fa. «A seguito della pratica neutralizzazione del diritto penale delle societa` e dei mercati finanziari ad opera soprattutto della controriforma del 2002, manca tuttora un adeguato controllo di legalita` della governance dell'economia e della finanza». Canzio ci ricorda che da oltre dieci anni manca un “adeguato controllo di legalità” (altro che priorità!) su economia e finanza, cioè sui principali strumenti che le mafie utilizzano per espandere il loro potere criminale. Eppure coesistono queste parole, le prime con le seconde. Memos ne ha parlato oggi con Anna Canepa, sostituta procuratrice nazionale antimafia, segretaria generale di Magistratura Democratica.e con Marcello Ravveduto, storico dell'Università di Salerno.
"La corruzione ha raggiunto livelli inaccettabili. La lotta alla mafia e alla corruzione sono priorità assolute." Sono le parole del presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di insediamento davanti alla Camere. Provate ad affiancarle a queste altre parole, pronunciate dal presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio all'inaugurazione dell'anno giudiziario, una decina di giorni fa. «A seguito della pratica neutralizzazione del diritto penale delle societa` e dei mercati finanziari ad opera soprattutto della controriforma del 2002, manca tuttora un adeguato controllo di legalita` della governance dell’economia e della finanza». Canzio ci ricorda che da oltre dieci anni manca un “adeguato controllo di legalità” (altro che priorità!) su economia e finanza, cioè sui principali strumenti che le mafie utilizzano per espandere il loro potere criminale. Eppure coesistono queste parole, le prime con le seconde. Memos ne ha parlato oggi con Anna Canepa, sostituta procuratrice nazionale antimafia, segretaria generale di Magistratura Democratica.e con Marcello Ravveduto, storico dell'Università di Salerno.
"La corruzione ha raggiunto livelli inaccettabili. La lotta alla mafia e alla corruzione sono priorità assolute." Sono le parole del presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso di insediamento davanti alla Camere. Provate ad affiancarle a queste altre parole, pronunciate dal presidente della Corte d'Appello di Milano Giovanni Canzio all'inaugurazione dell'anno giudiziario, una decina di giorni fa. «A seguito della pratica neutralizzazione del diritto penale delle societa` e dei mercati finanziari ad opera soprattutto della controriforma del 2002, manca tuttora un adeguato controllo di legalita` della governance dell’economia e della finanza». Canzio ci ricorda che da oltre dieci anni manca un “adeguato controllo di legalità” (altro che priorità!) su economia e finanza, cioè sui principali strumenti che le mafie utilizzano per espandere il loro potere criminale. Eppure coesistono queste parole, le prime con le seconde. Memos ne ha parlato oggi con Anna Canepa, sostituta procuratrice nazionale antimafia, segretaria generale di Magistratura Democratica.e con Marcello Ravveduto, storico dell'Università di Salerno.
Piergiorgio Morosini è un magistrato. E' consigliere al Csm. E’ stato giudice delle indagini preliminari al Tribunale di Palermo, ha scritto l'ordinanza con cui l'anno scorso sono stati rinviati a giudizio gli imputati del processo sulla trattativa stato-mafia. Morosini è stato anche segretario di Magistratura democratica. Ospite di Memos ha raccontato la sua idea sulla legalità violata: le mafie prosperano grazie alle relazioni strette con la politica, ma la politica resta la soluzione principale del “problema” mafioso, dipende dalla politica la possibilità di ripristinare in Italia un senso di legalità diffuso. Cosa ne pensa dell'inchiesta di Roma su “Mafia Capitale”? Morosini è colpito dalle rivelazioni di questi giorni. «E' un'indagine paradigmatica rispetto ai sistemi di criminalità organizzata presenti oggi in Italia. E' antistorico – dice il magistrato - pensare oggi ad organizzazioni mafiose presenti solo in alcune regioni del sud. Le mafie sono presenti in ogni angolo del nostro paese». L'inchiesta dei magistrati della Procura di Roma rivela, secondo Morosini, un carattere particolare di questa mafia della capitale: «E' una nuova forma di associazione mafiosa: la componente del controllo capillare del territorio – che era stata decisiva nella formulazione originaria dell'articolo 416-bis all'inizio degli anni ottanta – è un requisito che va evaporando, mentre si rafforza il requisito dei rapporti sistematici con la pubblica amministrazione e con il circuito economico-finanziario della capitale. In altre parole – conclude Morosini – emerge che a contare è soprattutto il capitale sociale», più che il controllo del territorio.
Piergiorgio Morosini è un magistrato. E' consigliere al Csm. E’ stato giudice delle indagini preliminari al Tribunale di Palermo, ha scritto l'ordinanza con cui l'anno scorso sono stati rinviati a giudizio gli imputati del processo sulla trattativa stato-mafia. Morosini è stato anche segretario di Magistratura democratica. Ospite di Memos ha raccontato la sua idea sulla legalità violata: le mafie prosperano grazie alle relazioni strette con la politica, ma la politica resta la soluzione principale del “problema” mafioso, dipende dalla politica la possibilità di ripristinare in Italia un senso di legalità diffuso. Cosa ne pensa dell'inchiesta di Roma su “Mafia Capitale”? Morosini è colpito dalle rivelazioni di questi giorni. «E' un'indagine paradigmatica rispetto ai sistemi di criminalità organizzata presenti oggi in Italia. E' antistorico – dice il magistrato - pensare oggi ad organizzazioni mafiose presenti solo in alcune regioni del sud. Le mafie sono presenti in ogni angolo del nostro paese». L'inchiesta dei magistrati della Procura di Roma rivela, secondo Morosini, un carattere particolare di questa mafia della capitale: «E' una nuova forma di associazione mafiosa: la componente del controllo capillare del territorio – che era stata decisiva nella formulazione originaria dell'articolo 416-bis all'inizio degli anni ottanta – è un requisito che va evaporando, mentre si rafforza il requisito dei rapporti sistematici con la pubblica amministrazione e con il circuito economico-finanziario della capitale. In altre parole – conclude Morosini – emerge che a contare è soprattutto il capitale sociale», più che il controllo del territorio.