Commune in Arad, Romania
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Vom Tellerwäscher zum Millionär. Fast: Rocco Delli Colli hatte Sehnsucht nach der Pizza, wie es sie nur in seiner Heimat gab. Darum eröffnete er 1990 in Rapperswil eine Pizzeria. Daraus wurde mit « Dieci » der grösste Pizza-Lieferant der Schweiz. Ein Gespräch über Erfolg, Integration und Heimat. Mit 18 Jahren packte Rocco Delli Colli seine Sachen und folgte seinem Vater in die Schweiz. «Dank meinem Fussballteam habe ich mich hier sofort wohlgefühlt». Er jobbte als Elektromechaniker und Schalttafelmonteur, doch innerlich wusste er schon damals, dass er ein Patron ist. Trotz des Erfolgs mit Dieci bleibt der 64-jährige umtriebig. Seine neuste Vision: Er will Italiens grösster Produzent von Bio-Olivenöl werden. Seit 20 Jahren ist Delli Colli auch Präsident vom FC Rapperswil-Jona. «Ich habe drei Familien: Fussball, das Unternehmen und meine Frau & Kinder. Letztere stehen zu Oberst.» ___________________ Habt ihr Feedback, Fragen oder Wünsche? Wir freuen uns auf eure Nachrichten an focus@srf.ch – und wenn ihr euren Freund:innen und Kolleg:innen von uns erzählt. ___________________ «Focus» ist ein Podcast von SRF -Host: Donat Hofer -Angebotsverantwortung: Anita Richner _____________________ Das ist «Focus»: Ein Gast – eine Stunde. «Focus» ist der SRF-Talk, der Tiefe mit Leichtigkeit verbindet. Nirgends lernt man Persönlichkeiten besser kennen.
Dieci anni per mostrarci i rettili. Zootropolis 2, regia di Byron Howard, Jared Bush e Josie Trinidad, prodotto da Walt Disney Animation Studios, distribuito da Walt Disney Studios Motion Pictures.
Ci sono storie che non fanno rumore, ma che nella loro semplicità sanno cambiare il volto di una comunità. È il caso di otto affiatatissime amiche di Breganze – Alessia, Elsa, Elisabetta, Laura, Luisa, Marina, Sara e Valentina – che da ormai un decennio dedicano almeno quattro o cinque weekend all'anno alla mensa di Casa Santa Lucia, in via Pasi 8 a Vicenza.
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dieci anni dopo la sua morte e la presentazione della sua ultima opera cinematografica, eccoci qui a ricordare Claudio Caligari. La sua vita, il suo cinema e il suo ricordo a partire dagli anni '70 fino al ventunesimo secolo. Nel 2015 Caligari abbandonò questo mondo ma ci consegnò il suo capolavoro, "Non essere cattivo".Ma la storia di Claudio non poteva finire lì e quindi ecco che nel 2019 alla Mostra del Cinema di Venezia (luogo in cui furono proiettati tutti i film del regista) fu proiettato il documentario "Se c'è un aldilà sono fottuto-Vita e cinema di Claudio Caligari", resoconto della carriera del nostro e della sua tenacia che può rappresentare un esempio per tutti coloro che al cinema ci credono sempre e comunque. E io mi ritengo parte di questa squadra!
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La storica azienda di Vicenza che produce componenti per biciclette ha annunciato a120 esuberi su 300 fra impiegati e operai: lo storico marchio paga la crisi della bicicletta. La proposta è stata bocciata dai rappresentanti dei lavoratori, che sono entrati in stato di agitazione.
Famiglia nel bosco: la lezione di vita di Antonio Di Pietro!In un'Italia che giudica e allontana, l'ex pm Antonio Di Pietro risponde con una storia vera: la sua. Dieci anni senza bagno, senza acqua corrente, ma con la felicità negli occhi. Una riflessione potente su famiglia, diritti e libertà di scelta che mette in discussione il nostro concetto di benessere.#AntonioDiPietro #FamigliaNelBosco
Elvira Mujčić"La stagione che non c'era"Guanda Editorewww.guanda.itJugoslavia, 1990. L'aria è tesa, le voci dei nazionalisti si fanno sempre più insistenti. Ma c'è ancora tempo, c'è ancora spazio per scongiurare gli allarmi che arrivano dalle zone di confine. In questa atmosfera elettrica, due giovani fanno ritorno alla loro cittadina nella Bosnia orientale. Nene è un artista ossessionato dall'eventualità che il suo Paese possa d'improvviso non esistere più, che nessuno ricordi più cosa significa essere jugoslavi, e immagina di realizzare un'opera che testimoni il mondo in cui la sua generazione è cresciuta. Merima, l'amica degli anni della scuola, crede nella politica, nel sogno di «fratellanza e unità» dei popoli, e cerca di contrastare i venti burrascosi che soffiano nel Paese, sperando così anche di distrarsi da una ferita d'amore. E poi c'è Eliza, la figlia di Merima, una bambina di otto anni che sta pianificando un viaggio per raggiungere il padre che non ha mai conosciuto e di cui conserva solo un biglietto di auguri. Elvira Mujčić, che durante le guerre jugoslave era una bambina come Eliza, racconta i destini individuali attraverso cui si muove il destino di un Paese intero, animato dagli stessi sogni dei suoi protagonisti, che inevitabilmente si scontrano con la fine delle proprie utopie. La Jugoslavia diventa così il simbolo di ciò che accade quando il culto del passato si esaspera e si trasforma in violenza, teatro di paure e inquietudini così simili a quelle del nostro presente.Elvira Mujčić è una scrittrice e traduttrice bosniaca naturalizzata italiana. Nata nel 1980 in Jugoslavia, oggi abita a Roma. Ha pubblicato i libri Al di là del caos. Cosa rimane dopo Srebrenica (2007), E se Fuad avesse avuto la dinamite? (2009), La lingua di Ana. Chi sei quando perdi radici e parole? (2012), Dieci prugne ai fascisti (2016), Consigli per essere un bravo immigrato (2019) e La buona condotta (2023).Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dieci anni dopo la sua morte e la presentazione della sua ultima opera cinematografica, eccoci qui a ricordare Claudio Caligari. La sua vita, il suo cinema e il suo ricordo a partire dagli anni '70 fino al ventunesimo secolo. La fortuna non ha mai favorito Caligari ma la sua tenacia lo ha sempre portato ad affrontare le sfide apparentemente impossibili. E Caligari riuscì persino a sfidare la morte, consegnandoci il suo ultimo e postumo film."Non essere cattivo" non è solo l'aggiornamento di quel mondo pasoliniano che aveva formato Caligari ma è anche il proseguimento di un Cinema che ha sempre guardato anche a Scorsese e al Peckinpah più crepuscolare per poi diventare un mondo che solo il compianto Claudio poteva raccontare con tutto il cuore e la passione di questo mondo. Dirigendo persino il suo capolavoro.
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La Liquid Factory, fondata dal valtellinese Fabrizio Capobianco – imprenditore con un lungo percorso nella Silicon Valley e già creatore di Funambol e TOK.tv – si conferma un progetto capace di attrarre giovani talenti da tutto il mondo. L'edizione 2025 ha raccolto 545 candidature provenienti da 38 Paesi, un risultato che triplica quello della prima edizione, a testimonianza dell'interesse crescente verso questo modello di “fabbrica di startup” nata tra le Alpi e sostenuta da un istituto di credito locale che ha messo a disposizione 4 milioni di euro che consentiranno ad ogni start up di contare su una dote di 200mila euro.Dieci giovani selezionati svilupperanno in Valtellina quattro nuove startup – Stelvio, Gavia, Mortirolo e Spluga – che nei prossimi mesi seguiranno un percorso di formazione e mentoring tra Sondrio e la Silicon Valley. Un'esperienza che unisce competenze tecnologiche, visione internazionale e radici territoriali, nel tentativo di trasformare idee ad alto potenziale in imprese pronte a crescere.Nell'intervista realizzata per Le Voci del Grigioni Italiano, Fabrizio Capobianco racconta la genesi e la filosofia della Liquid Factory: un laboratorio dove si parte dalle persone prima ancora che dalle idee, per formare una nuova generazione di imprenditori. Si parla anche di talento e formazione, di diversità di genere nel mondo tech, e delle sfide legate al lavoro remoto e alla cultura del rischio, in un dialogo che mette in relazione la Valtellina con i grandi centri dell'innovazione globale.
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8351IL SACERDOTE UCRAINO IN CARCERE PER DIECI ANNI E MORTO IN UN GULAG di Paolo Risso Nacque a Leopoli (Ucraina occidentale) nel 1912, figlio di cattolica famiglia. Ha un solo desiderio in cuore, il giovanissimo Alessio: farsi sacerdote. Cresce e studia, puntando deciso alla meta: il santo altare. Nella cattedrale della sua città, nel 1936, a 24 anni, è ordinato sacerdote.È un tempo terribile: Stalin sta facendo della Russia e dell'Europa orientale fino alla Siberia un'immensa prigione, dove i cattolici sono i primi a essere perseguitati, e i preti, considerati pericolosi per il regime comunista, devono essere i primi a sparire.Padre Alessio è un vero innamorato di Gesù e per amore a Lui alimenta un dirompente spirito di apostolato, uno zelo instancabile per le anime, una dedizione senza limiti al suo ministero. È sempre disponibile, senza mai pensare a se stesso, con un'indole mite che avvicina tutti, una singolare comprensione per le persone: il vero stile del buon pastore.Nella sua diocesi gli sono affidate alcune comunità: perseguitati sì, ma mai abbattute, animate nella fede in Gesù Crocifisso e Vivo, dall'esempio dei loro pastori e dei loro martiri. Padre Alessio si preoccupa di donare una catechesi essenziale, attingendo al Vangelo e al Magistero della Chiesa: Gesù al centro di tutto, la fedeltà a Lui, la fuga dal peccato e la vita in grazia di Dio, lo spirito di fortezza per testimoniare Gesù anche davanti alla morte, l'attesa del Paradiso.Grazie a lui, i suoi fedeli si confessano almeno ogni mese e, moltissimi di loro, ricevono Gesù Eucaristico ogni giorno. La sua prima preoccupazione, pur sapendo di rischiare il carcere e la vita, è che tutti possano confessarsi e ricevere spesso l'Eucaristia. Per undici anni, così: tenuto d'occhio e braccato, quasi fosse un brigante, dalla polizia del regime comunista ateo e omicida!Nel 1948, parroco in Ucraina, viene arrestato, a causa della sua fedeltà alla Chiesa Cattolica. Le autorità comuniste gli propongono di diventare vescovo ortodosso, separandosi dal Papa di Roma e così avrebbe avuto vita più facile. Padre Alessio rifiuta in modo aspro: "Separarmi dal Papa - dichiara - è tradire il Vangelo di Cristo!". Ai suoi parrocchiani, prima di avviarsi al carcere, raccomanda: "Non tradite mai la fede dei nostri padri".Tutti sentono il grande vuoto da lui lasciato; come sacerdote greco-cattolico non si era limitato al rito orientale, ma per amore dei suoi fedeli cattolici-romani, aveva imparato con naturalezza anche la celebrazione della santa Messa nel rito latino. Dal carcere scrive lettere ai suoi cari e ai suoi fedeli. Al padre anziano: "Ogni giorno e ogni ora dobbiamo offrire tutto a Gesù sofferente che portò la sua croce sul Calvario per mostrarci come si arriva alla vita eterna. Prega molto. La preghiera è la nostra più grande forza". A un suo fratello sposato con figli: "Confessatevi più volte l'anno, amate il S. Sacrificio della Messa e allora avrete Dio nella vostra anima. Chi ha Dio nell'anima, ha tutto. Chi non ha Dio nella sua anima, non possiede nulla, anche se fosse padrone del mondo. Questo è il mio raggio di luce, il pensiero più alto della mia vita".Quel che soffre in carcere, nelle mani di quei mostri, solo Dio lo sa: prega e soffre anche per i suoi persecutori. Un'unica certezza: "Gesù, il mio Gesù c'è, mi è vicino e mi ama". Alla morte di Stalin, nel marzo 1953, e poi nel 1956, in seguito al XX congresso del PCUS, sembra allentarsi (sembra soltanto, perché in realtà non è neppure così con Krusciov) la ferrea morsa della dittatura comunista che pretende' di annientare la Chiesa Cattolica. Padre Alessio esce di carcere e subito riprende il suo apostolato, sempre tenuto d'occhio però dalla polizia, con suo rischio enorme.IL VANGELO DI DIOPrima della fine del 1956, mentre Krusciov (così democratico!) fa invadere con i carri armati e schiaccia nel sangue l'Ungheria, Padre Alessio Zarytsky è costretto all'esilio a Karaganda nel Kazakistan. Da tutti è accolto come Gesù in persona e i fedeli lo chiamano presto "il vagabondo di Dio". Intraprende infatti viaggi pastorali di migliaia di chilometri attraverso il Kazakistan, grande nove volte più dell'Italia. Per far visita ai cattolici, si spinge fino in Siberia; nessuno lo ferma, né il clima micidiale né il controllo della polizia: è rotto a tutte le fatiche, a tutti i rischi, per amore del suo Gesù: "Ma mi vuoi dire, che cosa non si fa per Gesù?.In segreto, nel 1957, è nominato amministratore apostolico per Kazakistan e l'Asia centrale dall'Arcivescovo metropolita ucraino Josyf Slipyi (1984), futuro Cardinale, che per 20 anni ha sofferto l'indicibile nei gulag della Siberia. Nei suoi lunghi viaggi, Padre Alessio si ferma dove sa che ci sono comunità di cattolici per amministrare i Sacramenti a diverse famiglie fino nei villaggi più sperduti. Nei medesimi anni, si reca più volte presso quei cattolici tedeschi che dalle terre del Volga e del mar Nero erano stati deportati da Stalin tra gli Urali e internati in povere baracche. Ricorda Maria Schneider, madre dell'attuale Vescovo di Karaganda, Mons. Athanasius Schneider: "Nel gennaio 1958, nella città di Krasnokamsk vicino a Perm nei monti Urali, all'improvviso arrivò Padre Alessio, proveniente dal suo esilio in Kazakistan. Si adoperava affinché il maggior numero possibile di fedeli fosse preparato per ricevere Gesù Eucarisico nella S. Comunione. Perciò si disponeva ad ascoltare le confessioni dei fedeli di giorno e di notte, senza dormine e senza mangiare. I fedeli lo sollecitavano dicendogli: "Padre, deve mangiare e dormire!". Lui rispondeva: "Non posso perché la polizia mi può arrestare da un momento all'altro, e tante persone resterebbero senza confessione, quindi senza Comunione Eucaristica". Dopo che tutti si furono confessati, Padre Alessio cominciò la S. Messa. Improvvisamente risuonò la voce: "La polizia è vicina". Quella volta, poté sfuggire alla polizia grazie, all'aiuto di Maria Schneider, la quale continua a narrare: "Dopo un anno, ritornò a Krasnokamsk. Questa volta, poté celebrare la S. Messa e dare la Comunione ai fedeli" (da Athanasius Schneider, Dominus est, Libreria Editrice Vaticana 2008, bellissimo libro da leggere e diffondere!).SACERDOTE DAVVERO EUCARISTICOAncora una volta, riprende il suo apostolato di prete itinerante, senza fissa dimora, rivolgendosi soprattutto al Kazakistan. Ricorda suor Anastasia Bium: "Nel 1961, avevo 21 anni e incontrai per la prima volta Padre Alessio: il primo giovane prete che vedevo e mi impressionò per il suo aspetto gioioso, la sua indole gaia e il suo sorriso sereno. Tutto questo era nuovo per me, perché i sacerdoti che avevo conosciuto fino a allora, erano segnati dalla persecuzione e dalle sofferenze. Padre Alessio confessava fino a tarda notte e a volte, dopo la S. Messa, mia madre lo invitava a casa e noi ci confessavamo da lui nell'unica stanza che era tutta la nostra abitazione. Poi celebrava la la Messa, tutto assorto in Dio, spesso alle 4 del mattino. Riusciva a dire Verità e fatti molto seri in un modo amabile. Non parlava mai di sé, dei terribili anni passati in prigione e delle torture subite. Non si sarebbe detto che avesse subito tante sofferenze fisiche e morali e che patisse allora forti dolori allo stomaco. Era sempre spiato e perseguitato. Donava tutto ciò al Signore e incoraggiava anche noi a soffrire e unire la nostra povertà e le nostre prove alle sofferenze di Gesù. Nei suoi spostamenti, portava sempre con sé il SS.mo Sacramento per poter dare la S. Comunione ai malati e agli agonizzanti, dopo averli confessati".Padre Alessio era in tutto un vero sacerdote, figli di Maria SS.ma, e con gioia predicava la vita purissima della Vergine Madre di Dio, come modello per la vita di ogni credente. Era solito dire: "Come Maria, dobbiamo essere dei gigli di amore e di purezza per Gesù. Sì, dobbiamo fiorire davanti a Gesù come dei candidi gigli, in un luminoso candore"."Ho impressa nella mia mente - conclude suor Anastasia - l'ultima sua visita, durante cui egli ci disse con aspetto serio: "Oggi è l'ultima volta che sono con voi, poi mi porteranno di nuovo in prigione". Dopo la S. Messa, ricevemmo la sua benedizione, e le sue parole di addio furono come un testamento per la nostra famiglia: "Regolate la vostra vita in modo che in futuro potremo ritrovarci tutti nel Cuore di Gesù per glorificare Dio per tutta l'eternità".MARTIRE CON MARIANel mese aprile 1962, Padre Alessio viene arrestato a tradimento dalla polizia segreta e messo nel campo di concentramento di Dolinka presso Karaganda, dove tra terribili sofferenze si avvia alla fine. Una volta, alcune donne di grande fede e coraggio, avvicinatesi al filo spinato del campo, riescono a vederlo in una scena atroce. Le guardie, dopo averlo picchiato brutalmente, lo calano in una buca profonda... per tirarlo fuori con delle corde, grondante di sangue. Le donne piangono, impotenti a aiutarlo, ma lui, vedendole, esclama: "Non piangete. Questa è la via della croce, la passione di Gesù!". Un giorno può far uscire dal carcere una breve lettera su cui ha scritto ai suoi fedeli: "La Madonna mi ha fatto visita e mi ha detto: caro figlio mio, ancora un po' di sofferenza. Verrò presto a prenderti con me".Dopo tanti maltrattamenti e umiliazioni, Padre Alessio ottiene la palma del martirio "ex aerumnis carceris" (= per le torture del carcere), il 13 ottobre 1963. L'indomani, vigilia della festa dei Santi, quando il becchino sta per dargli sepoltura in totale solitudine, sente dei canti bellissimi e, voltandosi, vede una "giova
Prosegue a Belém in Brasile la trentesima Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima. A dieci anni dall'edizione in cui il mondo si impegnò per contenere il riscaldamento globale, il contesto è oggi più problematico.
Sono andata in visita alle Iene, per le quali ho tenuto un micromonologo di 90 secondi. Come al solito, la condivisione social di questo contenuto ha generato una ridda di commenti, molti dei quali sgradevoli, diversi rivolti al mio aspetto fisico o alla mia età. Ma perché non si può invecchiare - o essere brutte - in santa pace? La parola della settimana è scrotox. Qui puoi iscriverti alle “Dieci lezioni di un certo genere”. - Il monologo alle Iene- L'intervista a Fabrizio Corona- Due letture sui corpi femminili: Carolina Capria, Campo di battaglia, e Giulia Blasi, Brutta. Storia di un corpo come tanti- Lo scrotox Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dieci anni dopo la sua morte e la presentazione della sua ultima opera cinematografica, eccoci qui a ricordare Claudio Caligari. La sua vita, il suo cinema e il suo ricordo a partire dagli anni '70 fino al ventunesimo secolo. Dovette aspettare quindici anni dal suo esordio ma Caligari con il Cinema non si è mai arreso e quindi nel 1998 presentò il lugubre "L'odore della notte", resoconto di una banda di delinquenti che agì tra gli anni '70 e '80 per poi essere schiacciati da un paese in costante (d)evoluzione.
Con Flavio Caroli, autore del libro, Come in uno specchio, ripercorriamo la storia incredibile di Sofonisba Anguissola, pittrice anticonformista vissuta tra il Cinquecento ed il Seicento.Puntata tutta dedicata alle donne tra scienza, storia, società e sport con le seguenti recensioni:- Chiara Montani, Ciò che una donna può fare, Le grandi artiste nella storia dell'arte italiana, Utet- Francesca R. Recchia Luciani, Filosofe, Dieci donne che hanno ripensato il mondo- Simone de Beauvoir, Il secondo sesso, Il Saggiatore- Susanna Mati, Lou Salomé. Amare la vita, Feltrinelli- Hannah Arendt La banalità del male, Edizione 70° anniversario Feltrinelli- Maria Pia Abbracchio, Giacomo Lorenzini, La Scienza al femminile, Franco Angeli- Dava Sobel, Nel laboratorio di Marie Curie, Rizzoli- Dario Ceccarelli, Le ragazze irresistibili, Le donne vincenti nello Sport italiano, Minerva- Marilù Oliva, La Bibbia raccontata da Eva, Giuditta, Maddalena e le altre, Solferino.
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C'mon Tigre si distingue nella musica contemporanea con un approccio innovativo che abbraccia l'intero processo creativo, dalla composizione fino alle performance dal vivo. Il loro nuovo spettacolo, "Lumina", ne è la prova: un'opera che combina musica elettronica, strumenti acustici, robotica e arti visive.
Giornata di commemorazione a Parigi, a dieci anni di distanza dagli attentati che colpirono la capitale francese il 13 Novembre 2015, causando 130 vittime e 350 feriti.
La nuova serie di podcast “Conversazioni sull'America”, del prof. Mario Del Pero (Professore di Storia Internazionale presso SciencesPo, Parigi) e di Riccardo Alcaro (Coordinatore delle Ricerche e responsabile del Programma Attori globali dello IAI), si concentrano su fatti di cronaca politica americana attuali per cercarne paralleli storici, mettendo in luce le continuità col passato ma anche le differenze dell'oggi. La ottava puntata traccia un parallelo tra alcune fasi della storia americana in cui il governo federale ha fomentato e strumentalizzato più o meno diffuse, più o meno genuine, “ansie” sociali e politiche per punire avversari, criminalizzare il dissenso e la protesta e intimidire attori della società civile non allineati. Gli storici si riferiscono a queste fasi come la Red Scare, la “paura rossa” contro i movimenti di sinistra che in due ondate scosse gli USA alla fine degli anni Dieci e poi negli anni Cinquanta del ‘900. Si è cominciato a utilizzare l'espressione Blue Scare per definire la campagna dell'Amministrazione Trump contro i Democratici (il cui colore è il blu) e i movimenti di sinistra. A cura di Francesco De Leo. Montaggio di Silvio Farina. https://storiainpodcast.focus.it - Canale Le questioni della Storia ------------ Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify https://open.spotify.com/show/293C5TZniMOgqHdBLSTaRc ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427. Siamo in tutte le edicole... ma anche qui: - Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/ - Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare) - YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo - Twitter: https://twitter.com/focusstoria - Sito: https://www.focus.it/cultura Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Era il 13 novembre 2015, a Parigi, l'incubo durò 5 ore: un commando armato di terroristi colpì allo Stade de France, nei bistrot, per finire con la terribile carneficina del Bataclan, la sala dove 90 persone furono uccise mentre assistevano a un concerto rock. Dopodomani la Francia si fermerà per ricordare il peggiore attentato di matrice islamista in Francia, che costò la vita in totale a 130 persone, centinaia furono i feriti. Tra i terroristi l'unico sopravvissuto fu Salah Abdeslam, processato e condannato all'ergastolo senza possibilità di sconti di pena. Nella puntata di Modem andremo allora in Francia, per vedere come il Paese si prepara a ricordare i fatti di 10 anni fa, ma cercheremo anche di capire se e com'è cambiata la minaccia terroristica di matrice islamica in Francia, e in tutta Europa, Svizzera inclusa. Un dato fra tutti che emerge: la radicalizzazione è sempre più giovane e viaggia sempre più sui social…Ne parliamo con:ANNALISA CAPPELLINI, giornalista, collaboratrice RSI dalla FranciaLORENZO VIDINO, direttore del Programma sull'Estremismo presso la George Washington UniversityCHIARA SULMONI, analista e presidente di Start Insight di Lugano, think tank che si occupa di radicalizzazione
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PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dieci anni dopo la sua morte e la presentazione della sua ultima opera cinematografica, eccoci qui a ricordare Claudio Caligari. La sua vita, il suo cinema e il suo ricordo a partire dagli anni '70 fino al ventunesimo secolo. Tutto iniziò proprio negli anni '70. Gli Anni di Piombo stavano devastando il paese e Caligari mosse i suoi primi passi con documentari e inchieste per poi approdare al cinema con il suo esordio del 1983 "Amore tossico", crudo e sofferente ritratto dei giovani tossicodipendenti di Roma alle prese con dosi quotidiane e un'esistenza sempre più miserabile.
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Una regione piccola ma bellissima, piena di cose da scoprire! Trascrizione ed esercizi su www.podcastquattrostagioni.ch
Enrico Macioci"Il grande buio"Neo Edizioniwww.neoedizioni.itMistero, qualcosa di oscuro, inafferrabile eppure tremendamente familiare.Una sensazione che provoca spaesamento, un turbamento dai contorni sfuggenti, il germe dell'arcano che seduce e affascina: questo è il perturbante. Non aggettivo, ma sostantivo, quasi fosse un'entità, una presenza.Dieci storie, ognuna delle quali cerca di afferrarne le possibili forme, prova a raccontarne gli improvvisi svelamenti.Una riunione di condominio è la scena, non di un crimine, ma della fine del mondo; una donna racconta del suo essere madre e il ricordo porta a un omicidio; marito e moglie fanno la solita passeggiata in montagna ma stavolta c'è qualcosa o qualcuno insieme a loro; una coppia di ospiti convive con un odore nauseabondo mentre il padrone di casa che li ospita è partito alla ricerca della propria compagna; un uomo è svegliato nel bel mezzo di una notte estiva, in strada qualcuno sta giocando a tennis, il poc, poc, poc della pallina è il richiamo verso l'ignoto.C'è poi chi dà un nome all'ignoto, è uno dei protagonisti, lo chiama “il grande buio”, dice che avvolge e permea il nostro mondo. E quando affiora, inghiotte.Enrico Macioci è nato a L'Aquila nel 1975. Laureato in Giurisprudenza, poi in Lettere moderne con una tesi su Cuore di tenebra di Joseph Conrad. Da semplice lettore, è diventato un grande conoscitore di Stephen King e della sua produzione letteraria. Dopo la raccolta di racconti Terremoto (Terre di mezzo, 2010), ha pubblicato i romanzi La dissoluzione familiare (Indiana, 2012), Breve storia del talento (Mondadori, 2015) rivisto e ripubblicato in una nuova edizione col titolo L'estate breve (TerraRossa, 2024), Lettera d'amore allo yeti (Mondadori, 2017), Tommaso e l'algebra del destino (Sem, 2020), Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia (TerraRossa, 2022).Il grande buio segna il suo felice ritorno ai racconti.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
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Il 10 ottobre Enrico Mentana usa la parola “transumanza” in riferimento al ritorno della popolazione palestinese a Gaza City. Il 14 ottobre Maurizio Landini definisce “cortigiana” Giorgia Meloni. Alcune mie considerazioni sull'impiego di questi termini e sulle reazioni che hanno generato.La parola della settimana è phubbing. Qui puoi iscriverti alle "Dieci lezioni di un certo genere". - Mentana- Landini- Phubbing Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Meditazioni anchor.fm/giulio-maspero
Menù del giorno:- DEPT. Q- NORMAL PEOPLE vs DIECI CAPODANNI (con Mattia Mariotti) 1' 30''- 3 motivi per cui non dimenticheremo i COMA COSE (con Matteo Valsecchi) 26' 29''- Lista dell'attesa n°99 (Gatto, Mad Max The Wasteland, The Simpsons 2) 41' 16''ATTENZIONE: contiene anche Sally Rooney, Springfield, i Navigli, musica indie spagnola, Sanremo, Edinburgo, scene di sesso e cuoricini.
L'apertura dei giornali, con le notizie e le voci dei protagonisti, tutto in meno di 30 minuti.La polizia locale di Milano ha recentemente sgomberato il campo rom di via Selvanesco, nel quartiere Gratosoglio, dove vivevano diverse famiglie nelle condizioni di grave disagio. Dopo il blitz, nell’area sono rimaste solo due roulotte, un furgone e tre adulti denunciati per maltrattamenti familiari. Dieci bambini e adolescenti di età compresa tra 4 e 17 anni erano lasciati a loro stessi. Partendo da questo sentiamo Carlo Stasolla, Presidente Associazione 21 Luglio, che da molti anni opera all’interno dei campi rom in Italia, svolgendo un monitoraggio costante e aggiornato.
Giovanna Maria Fagnani racconta la giornata di mobilitazione e astensione dal lavoro a sostegno dei palestinesi. Francesca Basso spiega che cosa potrebbe succedere nella Commissione Affari giuridici del Parlamento europeo, da cui uscirà una prima indicazione (non vincolante) sulla revoca dell'immunità all'europarlamentare. Viviana Mazza parla dell'annuncio di Trump sui presunti legami tra un antidolorifico e i rischi per il feto.I link di corriere.it:Milano, scontri in stazione Centrale durante il corteo per Gaza: cariche, fumogeni, vetri rotti. Dieci fermati, 60 agenti feritiIlaria Salis e la paura di tornare in carcere in Ungheria, il voto a Bruxelles che potrebbe toglierle l'immunità: «Non sono una terrorista»La nuova battaglia di Trump: «Il paracetamolo in gravidanza fa aumentare il rischio di autismo»