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In un piccolissimo villaggio del nord della Gallia viveva un pover'uomo che si chiamava Crisponzio. Egli aveva una famiglia numerosissima, tanti erano i figli che mise al mondo che quasi tutti gli abitanti del villaggio oramai, tra nipoti e cugini, furono impegnati a far da padrini. Venne poi un giorno in cui la moglie del pover'uomo ebbe un altro figlio, ma, ahimé, la povera donna non riuscì questa volta a superare il parto e morì, tra sofferenze atroci, mentre metteva al mondo l'ultimo figliuolo, che fu chiamato per l'occasione proprio Ultimo. [...] Continue reading
Accadde in quel tempo, che in una soffitta di Montmartre, piccolo borgo di case nato su una collina della città di Parigi, vivesse un pittore assai conosciuto: il suo nome era Monsieur Pigolò. Che nome buffo vero? In verità quello era il suo soprannome, e bisogna dire che mai soprannome fu più azzeccato di quello. Eh sì, perché il famoso pittore Monsieur Pigolò non apparteneva alla razza umana. Egli era un pennuto, e più precisamente un gabbiano. Un comune gabbiano bianco dal dorso grigio, che amava dipingere, diciamo così, con uno stile personalissimo e inconfondibile. Continue reading
C'era una volta un fantastico regno che si chiamava Regno di Fantasica. Esso aveva un Re e una Regina, come quasi tutti i regni, ed erano felici. I due sovrani avevano però una sola e bellissima figlia che si chiamava Lucilla, alla quale volevano un gran bene, proprio quanto solo un papà e una mamma possono volerne. Il Re di Francia mandò ambasciatori per domandare in sposa la principessa Lucilla. Il Re e la Regina di Fantasica, che non sapevano staccarsi dalla figliola, risposero: – Ci dispiace dover dire di no, perché Ella, la principina Lucillina, è ancora una bambina. Continue reading
C'era una volta un uomo che non faceva altro che giocare e, per questo, la gente lo chiamava il Giocatutto; e siccome non la smetteva davvero mai, aveva finito col perdere la casa e ogni avere. Ora, proprio il giorno prima che i creditori gli prendessero la casa, arrivarono Nostro Signore e san Pietro, e gli chiesero alloggio per quella notte. Il Giocatutto rispose: -Per me, potete rimanere questa notte; ma non posso darvi né letto né da mangiare-. Allora Nostro Signore disse che doveva soltanto dar loro ospitalità, a comprare qualcosa da mangiare ci avrebbero pensato loro; e il Giocatutto fu d'accordo. San Pietro gli diede tre soldi e gli disse di andare dal panettiere a prendere un pane. Continue reading
E la statua del Principe Felice stava lassù, in cima alla città. Stava ben piantata sopra una colonna di marmo bianca, tutta ricoperta d'oro zecchino. Aveva due zaffiri luminosi al posto degli occhi, e sull'impugnatura della spada, proprio al centro, luccicava un grande rubino prezioso. Tutta la città ammirava il Principe Felice, persino i viaggiatori restavano abbagliati dal suo splendore. [...] Continue reading
Gesù, seguito dagli apostoli entrò a Gerusalemme. La folla lo acclamava con gioia. Accoglievano il messia, sventolando le palme in segno di saluto. E quella fu la Domenica delle Palme dove tutti cantavano: «Osanna nell'alto dei cieli! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» E le sue parole, le sue azioni e il suo sguardo erano cosa buona e giusta. [...] Continue reading
Gesù, seguito dagli apostoli entrò a Gerusalemme. La folla lo acclamava con gioia. Accoglievano il messia, sventolando le palme in segno di saluto. E quella fu la Domenica delle Palme dove tutti cantavano: «Osanna nell'alto dei cieli! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» E le sue parole, le sue azioni e il suo sguardo erano cosa buona e giusta. [...] Continue reading
C'era una volta in un villaggio una buona madre, che aveva una cara figliuola di nome Isotta. Era il tempo di carnevale, e tutte le famigliuole del villaggio sentivano una gran voglia di Zeppolona. Molti si chiederanno cosa fosse la Zeppolona. Beh, come dice il nome stesso, la Zeppolona è una zeppola che si lascia a lievitare più di tutte le altre, perciò, quando si frigge, si fa tanto tanto grande. [...] Continue reading
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l'aria e l'acqua. Era di carne e d'ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca. Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie. [...] Continue reading
Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l'aria e l'acqua. Era di carne e d'ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente. Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca. Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie. [...] Continue reading
C'era una volta un bel cavaliere errante, che se ne andava in giro per il mondo a cercar ventura. I suo patrimonio stava tutto in un cavastivali e un pettinino; possedeva anche il più bel solino del mondo. Per chi non ci fosse stato in quel tempo deve sapere che il solino era il colletto staccato della camicia. […] Continue reading
C'era una volta un bel cavaliere errante, che se ne andava in giro per il mondo a cercar ventura. I suo patrimonio stava tutto in un cavastivali e un pettinino; possedeva anche il più bel solino del mondo. Per chi non ci fosse stato in quel tempo deve sapere che il solino era il colletto staccato della camicia. […] Continue reading
Una volta c'era un povero, e teneva una mezza fava; picchia alla porta di una casa, e dice: — «Mi potrebbero fare la carità di conservarmi questa mezza fava, ché vado a sentir- mi una messa? — «Sì, sì», rispose quella donna; la prende e la mette sopra la tavola; va il gallo e si mangia la mezza fava.[…] Continue reading
Una borta ci fiat unu poburu, e teniat una perra de fa; tocca sa porta de una domu, e narat: — «Mi hant a fai sa caridari de mi stuggiai custa perra de fa, chi bandu a mi scurtai una missa?» — «Sì sì, sì sò», arrispundit cussa femmina, da pigat e da ponit asua de sa mesa; banda su gabuniscu e ci pappara sa perra de sa fa. […] Continue reading
Una borta ci fiat unu poburu, e teniat una perra de fa; tocca sa porta de una domu, e narat: — «Mi hant a fai sa caridari de mi stuggiai custa perra de fa, chi bandu a mi scurtai una missa?» — «Sì sì, sì sò», arrispundit cussa femmina, da pigat e da ponit asua de sa mesa; banda su gabuniscu e ci pappara sa perra de sa fa. […] Continue reading
Una volta c'era un povero, e teneva una mezza fava; picchia alla porta di una casa, e dice: — «Mi potrebbero fare la carità di conservarmi questa mezza fava, ché vado a sentir- mi una messa? — «Sì, sì», rispose quella donna; la prende e la mette sopra la tavola; va il gallo e si mangia la mezza fava.[…] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una volta c'era un povero, e teneva una mezza fava; picchia alla porta di una casa, e dice: — «Mi potrebbero fare la carità di conservarmi questa mezza fava, ché vado a sentir- mi una messa? — «Sì, sì», rispose quella donna; la prende e la mette sopra la tavola; va il gallo e si mangia la mezza fava.[…] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una borta ci fiat unu poburu, e teniat una perra de fa; tocca sa porta de una domu, e narat: — «Mi hant a fai sa caridari de mi stuggiai custa perra de fa, chi bandu a mi scurtai una missa?» — «Sì sì, sì sò», arrispundit cussa femmina, da pigat e da ponit asua de sa mesa; banda su gabuniscu e ci pappara sa perra de sa fa. […] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una Volta c'era un re, che teneva un bellissimo canerino, e lo stimava molto, e aveva appositamente incaricato un servo di dargli da mangiare e badargli in tutto, affinché non fuggisse. Ma un bel giorgio, in un momento che il servo aveva lasciato lo sportello della gabbia aperto, il canerino se ne fuggì. [...] Continue reading
Una borta ci fiat duas gomais, biviant accanta, si boliant mera beni, e bessiant sempri impari. Una dì funti bessias a passillai, e funti passaras accanta de un ortu; una de cussas iat bistu unu cardulinu, e sicomenti fiat gravida, narat a sa gomai: «Intraus, puita chi happu bistu unu cardulinu, e d'happu disiglilau». E Arrispundit sa gomai: «Sì, intreus subitu, profitteus de custu momentu chi no si biri nisciunu». Intrant, e s'accostant po du tirai, tirant e non bolit bessiri, tirant forti e i ndi bessit s'Orcu, e narat a cussa femmina: «Su cardulinu ge' ti du dongu, però cun d'unu pattu. Candu has a parturiri, has a fai una bella pipia, e arribara a s'edari de quattr'annus, d'has a portai a mei». […] Continue reading
Una borta ci fiat unu piscadori viuru; teniat una filla; fiat poburu poburu, andat a piscai, e no piscada mai nudda. Una dì, candu fiat andau a piscai, iat incontrau a unu, su quali fiat su tiaulu e d'hat nau: — «Bis, tui ses poburu, no podis piscai mai nudda. Si mi donas s'anima de filla tua, t'happu a fai piscai tanti pisci chi has a benni riccu».[…] Continue reading
Una volta c'erano due comari, stavano accanto, si volevano molto bene, e uscivano sempre insieme. Un giorno uscirono a passeggio, e son passate presso un orto; una di queste aveva visto un fungo, e siccome era incinta, disse alla comare: — «Entriamo, perché ho visto un fungo, e l'ho desiderato». Rispose la comare: «Sì, entriamo subito, profittiamo di questo momento che non ci vede nessuno». Entrarono, e si avvicinano per tirarlo, tirano e non vuole uscire, tirano forte ed esce l'Orco che disse a quella donna: «Il fungo te lo do, però ad un patto. Quando partorirai, farai una bella bimba, e, arrivata all'età di quattro anni, la condurrai da me». […] Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Una borta ci fiat unu piscadori viuru; teniat una filla; fiat poburu poburu, andat a piscai, e no piscada mai nudda. Una dì, candu fiat andau a piscai, iat incontrau a unu, su quali fiat su tiaulu e d'hat nau: — «Bis, tui ses poburu, no podis piscai mai nudda. Si mi donas s'anima de filla tua, t'happu a fai piscai tanti pisci chi has a benni riccu».[…] Continue reading
Una Volta c'era un re, che teneva un bellissimo canerino, e lo stimava molto, e aveva appositamente incaricato un servo di dargli da mangiare e badargli in tutto, affinché non fuggisse. Ma un bel giorgio, in un momento che il servo aveva lasciato lo sportello della gabbia aperto, il canerino se ne fuggì. [...] Continue reading
Una borta ci fiat unu rei chi teniat unu bellissimu canarieddu, e du stimat mera, e iat incarrigau apposta unu serbidori po di donai a pappai e po du attendiri in totu, po chi no si nci fuessit. Ma una bella dì, in d'unu momentu chi su serbidori iat lassau su portillittu de sa cabbia obertu, su canarieddu si nci fiat fuìu. Su cambareri fiat disperau, puita sciera chi su rei chi boliat beni a su canariu, no iat aporri suffriri ch'issu ci d'essit lassau fuìri. […] Continue reading
Una volta c'erano due comari, stavano accanto, si volevano molto bene, e uscivano sempre insieme. Un giorno uscirono a passeggio, e son passate presso un orto; una di queste aveva visto un fungo, e siccome era incinta, disse alla comare: — «Entriamo, perché ho visto un fungo, e l'ho desiderato». Rispose la comare: «Sì, entriamo subito, profittiamo di questo momento che non ci vede nessuno». Entrarono, e si avvicinano per tirarlo, tirano e non vuole uscire, tirano forte ed esce l'Orco che disse a quella donna: «Il fungo te lo do, però ad un patto. Quando partorirai, farai una bella bimba, e, arrivata all'età di quattro anni, la condurrai da me». […] Continue reading
Una borta ci fiat unu rei chi teniat unu bellissimu canarieddu, e du stimat mera, e iat incarrigau apposta unu serbidori po di donai a pappai e po du attendiri in totu, po chi no si nci fuessit. Ma una bella dì, in d'unu momentu chi su serbidori iat lassau su portillittu de sa cabbia obertu, su canarieddu si nci fiat fuìu. Su cambareri fiat disperau, puita sciera chi su rei chi boliat beni a su canariu, no iat aporri suffriri ch'issu ci d'essit lassau fuìri. […] Continue reading
Una Volta c'era un re, che teneva un bellissimo canerino, e lo stimava molto, e aveva appositamente incaricato un servo di dargli da mangiare e badargli in tutto, affinché non fuggisse. Ma un bel giorgio, in un momento che il servo aveva lasciato lo sportello della gabbia aperto, il canerino se ne fuggì. [...] Continue reading
Una borta ci fiat duas gomais, biviant accanta, si boliant mera beni, e bessiant sempri impari. Una dì funti bessias a passillai, e funti passaras accanta de un ortu; una de cussas iat bistu unu cardulinu, e sicomenti fiat gravida, narat a sa gomai: «Intraus, puita chi happu bistu unu cardulinu, e d'happu disiglilau». E Arrispundit sa gomai: «Sì, intreus subitu, profitteus de custu momentu chi no si biri nisciunu». Intrant, e s'accostant po du tirai, tirant e non bolit bessiri, tirant forti e i ndi bessit s'Orcu, e narat a cussa femmina: «Su cardulinu ge' ti du dongu, però cun d'unu pattu. Candu has a parturiri, has a fai una bella pipia, e arribara a s'edari de quattr'annus, d'has a portai a mei». […] Continue reading
Una borta ci fiat unu piscadori viuru; teniat una filla; fiat poburu poburu, andat a piscai, e no piscada mai nudda. Una dì, candu fiat andau a piscai, iat incontrau a unu, su quali fiat su tiaulu e d'hat nau: — «Bis, tui ses poburu, no podis piscai mai nudda. Si mi donas s'anima de filla tua, t'happu a fai piscai tanti pisci chi has a benni riccu».[…] Continue reading
Una volta c'era un pescatore vedovo; teneva una figlia; era povero povero, andava a pescare e non pigliava mai niente. Un giorno che andava a pescare, s'incontrò in uno, il quale era il demonio e gli disse: — «Vedi, tu sei povero, non puoi pescare mai niente. Se mi doni?! l'anima di tua figlia, ti farò pescare tanti pesci che diverrai ricco».[…] Continue reading
C'era una volta una povera mamma vedova, che viveva in una casetta con le sue due bambine. Le aveva chiamate Biancarosa e Rosarossa perché erano simili ai bocciòli dei rosai che crescevano davanti a casa sua. Le due bimbe erano buone e gentili e si volevano un gran bene. Spesso si inoltravano nella foresta per cercare fragole e mirtilli, ma gli animali feroci non facevano loro alcun male e, se indugiavano nella foresta e la notte le sorprendeva, si sdraiavano sul muschio a dormire tranquille fino alla mattina dopo. [...] Continue reading
C'era una volta una povera mamma vedova, che viveva in una casetta con le sue due bambine. Le aveva chiamate Biancarosa e Rosarossa perché erano simili ai bocciòli dei rosai che crescevano davanti a casa sua. Le due bimbe erano buone e gentili e si volevano un gran bene. Spesso si inoltravano nella foresta per cercare fragole e mirtilli, ma gli animali feroci non facevano loro alcun male e, se indugiavano nella foresta e la notte le sorprendeva, si sdraiavano sul muschio a dormire tranquille fino alla mattina dopo. [...] Continue reading
Le fiabe dei fratelli Grimm sono piccole e grandi storie fantastiche fuori dal tempo, rielaborate da Jacob Ludwig e Wilhelm Karl. Vicende di re, regine, principesse, streghe, orchi, eroi, belve mangia bambini, e altri personaggi ancora, tratte dalla tradizione popolare tedesca ed europea. Continue reading
Le fiabe dei fratelli Grimm sono piccole e grandi storie fantastiche fuori dal tempo, rielaborate da Jacob Ludwig e Wilhelm Karl. Vicende di re, regine, principesse, streghe, orchi, eroi, belve mangia bambini, e altri personaggi ancora, tratte dalla tradizione popolare tedesca ed europea. Continue reading
Le fiabe dei fratelli Grimm sono piccole e grandi storie fantastiche fuori dal tempo, rielaborate da Jacob Ludwig e Wilhelm Karl. Vicende di re, regine, principesse, streghe, orchi, eroi, belve mangia bambini, e altri personaggi ancora, tratte dalla tradizione popolare tedesca ed europea. Continue reading
Le fiabe dei fratelli Grimm sono piccole e grandi storie fantastiche fuori dal tempo, rielaborate da Jacob Ludwig e Wilhelm Karl. Vicende di re, regine, principesse, streghe, orchi, eroi, belve mangia bambini, e altri personaggi ancora, tratte dalla tradizione popolare tedesca ed europea. Continue reading
Le fiabe dei fratelli Grimm sono piccole e grandi storie fantastiche fuori dal tempo, rielaborate da Jacob Ludwig e Wilhelm Karl. Vicende di re, regine, principesse, streghe, orchi, eroi, belve mangia bambini, e altri personaggi ancora, tratte dalla tradizione popolare europea. Continue reading
Le fiabe dei fratelli Grimm sono piccole e grandi storie fantastiche fuori dal tempo, rielaborate da Jacob Ludwig e Wilhelm Karl. Vicende di re, regine, principesse, streghe, orchi, eroi, belve mangia bambini, e altri personaggi ancora, tratte dalla tradizione popolare europea. Continue reading
Accadde in quel tempo, che in una soffitta di Montmartre, piccolo borgo di case nato su una collina della città di Parigi, vivesse un pittore assai conosciuto: il suo nome era Monsieur Pigolò. Che nome buffo vero? In verità quello era il suo soprannome, e bisogna dire che mai soprannome fu più azzeccato di quello. Eh sì, perché il famoso pittore Monsieur Pigolò non apparteneva alla razza umana. Egli era un pennuto, e più precisamente un gabbiano. Un comune gabbiano bianco dal dorso grigio, che amava dipingere, diciamo così, con uno stile personalissimo e inconfondibile. Continue reading
Accadde in quel tempo, che in una soffitta di Montmartre, piccolo borgo di case nato su una collina della città di Parigi, vivesse un pittore assai conosciuto: il suo nome era Monsieur Pigolò. Che nome buffo vero? In verità quello era il suo soprannome, e bisogna dire che mai soprannome fu più azzeccato di quello. Eh sì, perché il famoso pittore Monsieur Pigolò non apparteneva alla razza umana. Egli era un pennuto, e più precisamente un gabbiano. Un comune gabbiano bianco dal dorso grigio, che amava dipingere, diciamo così, con uno stile personalissimo e inconfondibile. Continue reading
Ecco dunque il viaggio del grande racconto “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry traslato in un gioco di galassie, pianeti e strani incontri; ricco di riferimenti a luoghi e personaggi provenienti dalle favole fantastiche dell'isola di Sardegna. In questo spazio infinito del mare stellato di piccoli soli, oltre le nuvole di un cielo luminoso, viaggia il vascello OriGami seguito dalla sua flotta. Sono sette veloci navi spaziali; grandi velieri. Navigano lo spazio al comando del Piccolo Principe Piuma di Corallo, eroe condottiero di Casa Reale del pianeta “Arco del Cielo”, alla ricerca di Arco Baleno, l'amico scomparso dal pianeta improvvisamente tanto tempo fa. Continue reading
Ecco dunque il viaggio del grande racconto “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry traslato in un gioco di galassie, pianeti e strani incontri; ricco di riferimenti a luoghi e personaggi provenienti dalle favole fantastiche dell'isola di Sardegna. In questo spazio infinito del mare stellato di piccoli soli, oltre le nuvole di un cielo luminoso, viaggia il vascello OriGami seguito dalla sua flotta. Sono sette veloci navi spaziali; grandi velieri. Navigano lo spazio al comando del Piccolo Principe Piuma di Corallo, eroe condottiero di Casa Reale del pianeta “Arco del Cielo”, alla ricerca di Arco Baleno, l'amico scomparso dal pianeta improvvisamente tanto tempo fa. Continue reading
Ecco dunque il viaggio del grande racconto “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry traslato in un gioco di galassie, pianeti e strani incontri; ricco di riferimenti a luoghi e personaggi provenienti dalle favole fantastiche dell'isola di Sardegna. In questo spazio infinito del mare stellato di piccoli soli, oltre le nuvole di un cielo luminoso, viaggia il vascello OriGami seguito dalla sua flotta. Sono sette veloci navi spaziali; grandi velieri. Navigano lo spazio al comando del Piccolo Principe Piuma di Corallo, eroe condottiero di Casa Reale del pianeta “Arco del Cielo”, alla ricerca di Arco Baleno, l'amico scomparso dal pianeta improvvisamente tanto tempo fa. Continue reading
Parole di storie - Fiabe classiche d'altri suoni di Sardegna
Ecco dunque il viaggio del grande racconto “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry traslato in un gioco di galassie, pianeti e strani incontri; ricco di riferimenti a luoghi e personaggi provenienti dalle favole fantastiche dell'isola di Sardegna. In questo spazio infinito del mare stellato di piccoli soli, oltre le nuvole di un cielo luminoso, viaggia il vascello OriGami seguito dalla sua flotta. Sono sette veloci navi spaziali; grandi velieri. Navigano lo spazio al comando del Piccolo Principe Piuma di Corallo, eroe condottiero di Casa Reale del pianeta “Arco del Cielo”, alla ricerca di Arco Baleno, l'amico scomparso dal pianeta improvvisamente tanto tempo fa. Continue reading
Migliaia e migliaia d'anni fa, quando il mondo del corpo degli uomini non possedeva ancora un re; le mani, le gambe, gli occhi, il cuore, la testa, e persino le due colline del popò, pretendevano d'essere sovrani. Ognuno di loro esigeva il governo assoluto su tutti. Ma il corpo dell'uomo, la sua forza e la sua saggezza, non poteva permettere che ciascuno decidesse per conto proprio. Così, come per un qualsiasi popolo non si poteva avere più di un sovrano, pure per il corpo dell'uomo non potevano esserci tanti re: ovviamente, si sarebbe rischiata l'anarchia. Tant'è che ciascuno avrebbe governato e condotto la propria parte come meglio credeva. Provate voi ad immaginare un corpo d'uomo che se ne vada in giro senza avere idea precisa di dove andare, oppure di non sapere come andare, né, soprattutto, perché andare. [...] Continue reading
C'era una volta uomo che uscì nella notte buia per cercare un po' di brace per accendere il fuoco. Andò di casa in casa bussando alle porte: - Per favore, vi prego, aiutatemi! Mia moglie ha appena dato alla luce un figlio e devo fare un fuoco per scaldare lei e il piccolo! Ma quella era notte buia e tutti dormivano. Perciò nessuno rispose. L'uomo camminò e camminò. Finalmente vide il bagliore di un fuoco, e vide che ardeva in mezzo ad un prato. Un gran numero di pecore dormiva intorno al fuoco, e un vecchio pastore sorvegliava il gregge. [...] Continue reading
Il pastorello si svegliò all'improvviso. In cielo c'era una luce nuova: una luce mai vista a quell'ora. Il giovane pastore si spaventò, lasciò l'ovile, attraversò il bosco: e si ritrovò nel campo aperto, sotto una bellissima volta celeste. Dall'alto giunse il canto dolce e soave degli Angeli. - Tanta pace non può venire che di lassù - pensò il pastorello, e sorrise sereno. Le pecorelle, a sua insaputa, l'avevano seguito e lo guardarono stupite. Ecco che arrivò tanta gente e tutti, frettolosi e ansiosi, si incamminarono verso una stalla. Continue reading
Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Quando ci furono soltanto poche braci ancora accese e pochi tizzoni ormai spenti, Maria e Giuseppe sentivano freddo, ed erano così stanchi che si agitavano nel sonno. Nella stalla c'era un altro ospite: un uccellino tutto marrone; era entrato nella stalla quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i suoi genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì per nessun motivo. [...] Continue reading
Era notte fonda. Al principio non se ne accorse ma... dopo un po'... cominciò a vedere qualcosa di strano. Non vedeva in giro neanche un segno del Natale: non c'erano alberi addobbati, nessuna stella cometa fatta di lampadine, le vetrine erano tutte buie. Nessuna luminaria per le strade. Era una città spenta, una buia città. Quando poi la sua slitta passò sotto le finestre della scuola elementare il suo sbalordimento fu davvero grande: non c'era niente alle finestre, nemmeno un piccolo disegno. - Ma insomma - disse Babbo Natale, anche un po' seccato - che modo é questo di ricevermi? Babbo Natale fu preso dallo sconforto e cominciò a pensare che si fossero dimenticati di lui. Subito bussò ad una porta. [...] Continue reading