Il linguaggio attraverso cui la Chiesa esprime la sua Fede e il suo culto a Dio. Ascolta il podcast di Radioromalibera.org dedicato alla Liturgia. Ogni mercoledì e domenica alle ore 15 una nuova puntata. ENTRA NEL CANALE TELEGRAM DI RRL > http://telegram.me/radioromalibera VISITA IL SITO WEB DEL PR…
Il primo e più venerabile altare, sul quale il Signore stesso istituì il Sacrificio Eucaristico, era un tavolo di legno; esso è ancora conservato nella Cattedrale di Roma – cioè nella chiesa di S. Giovanni in Laterano. – Quando S. Pietro ebbe conquistato il senatore Pudens e la sua famiglia al cristianesimo, il santo Apostolo prese la sua residenza permanente nella sua casa. Lì anche il Principe degli Apostoli offrì il Sacrificio del Corpo e del Sangue di Cristo su un altare ligneo, che il santo Papa Silvestro I (314 - 335) tolse dalla Chiesa di S. Pudenziana per la Basilica di S. Giovanni in Laterano, dove è ancora visibile racchiuso nell'altare in marmo; esso è riservato esclusivamente al Papa per celebrarvi il Santo Sacrificio.
Il Sacrificio deve essere offerto in un luogo; per la celebrazione degli adorabili misteri del Corpo e del Sangue di Cristo, un luogo santificato è indubbiamente appropriato. Chiese e cappelle dedicate costituiscono il luogo più remoto del sacrificio; il luogo più prossimo del sacrificio è l'altare consacrato. Con un permesso speciale, la Santa Messa può essere celebrata all'esterno di un santuario, ad esempio all'aria aperta, nelle case, nelle prigioni.
"Perché questo unguento non fu venduto per trecento denari e dato ai poveri?" Sotto il mantello della carità, l'ipocrita nascondeva una bassa avarizia. Perché ha detto questo, osserva il Vangelo, non perché si prendesse cura dei poveri, ma perché era un ladro e non aveva fede in Gesù né amore per Lui (Gv 12, 1-6). Di regola, i fedeli che possiedono un amore ardente e più pratico verso il loro prossimo, sono anche i contributori più generosi e lieti allo splendore e al ricco ornamento della casa di Dio. Dove i mezzi e le circostanze non permettono molta spesa per l'esibizione nel culto divino, almeno si può e si deve avere cura che tutte le cose relative al culto divino siano tenute, per quanto possibile, ordinate e pulite: lasciarle riposare nella polvere e nella sporcizia, usarle in una condizione lacerata e trascurata per la celebrazione della Santa Messa, è altamente sconveniente, irriverente e più o meno peccaminosa. I vasi sacri e i paramenti sacri non possono essere sempre e ovunque ricchi e preziosi, ma in ogni momento possono e devono essere completamente puliti e sufficientemente belli. 2. Per quanto siano perfetti gli articoli destinati al Santo Sacrificio in relazione al loro valore intrinseco, alle loro decorazioni artistiche e alla loro bellezza, essi non sono ancora adatti per essere utilizzati per il culto divino; la maggior parte di essi richiede una precedente benedizione o consacrazione, per essere adatti alla loro destinazione eccelsa e sublime. Tutto ciò che è destinato ad essere portato in connessione diretta e intima con il Santo Sacrificio, deve essere prima ritirato dall'uso profano ed essere particolarmente dedicato al servizio dell'Altissimo, cioè, deve essere reso un oggetto sacro (res sacra). – Per mezzo della benedizione e della preghiera della Chiesa, gli oggetti liturgici non solo sono resi sacri, ma diventano anche capaci di produrre vari effetti salutari su coloro che li usano devotamente e vengono in contatto con loro. – Questi oggetti benedetti o consacrati sono, per così dire, trasferiti dal dominio della natura nel regno della grazia, e diventano la proprietà speciale di Dio; così hanno in sé qualcosa di divino. Essi non devono in alcun modo essere irriverentemente trattati, né mai essere impiegati per usi profani, ma devono sempre essere considerati, usati e tenuti con grande riverenza; per quanto riguarda il modo di usarli e trattarli (toccandoli e lavandoli), la Chiesa ha stabilito delle indicazioni che devono essere coscienziosamente osservate. La formula prescritta dalla Chiesa nel suo rituale per la benedizione o la consacrazione di questi oggetti deve precedere il loro uso nel Santo Sacrificio, viceversa non possono prestarsi per tale uso. Poiché gli oggetti benedetti per il culto divino sono portati più o meno strettamente in connessione con i santi misteri della Messa, essi acquisiscono inoltre per il loro uso nel culto divino un carattere sacro.
Lo splendore e la ricchezza degli ornamenti servono, quindi, in primo luogo aglorificare Dio e, inoltre, a promuovere l'edificazione e la salvezza degli uomini. Quandonella celebrazione del servizio divino si utilizzano utensili e paramenti preziosi, allora ifedeli cristiani sono in modo più suggestivo e vivo colpiti dalla sublimità e dall'adorabilitàdei misteri celebrati; i presenti si trovano innalzati al di sopra della vita quotidiana
Nel Sacrificio Eucaristico la Chiesa Cattolica possiede il “sole” del suo culto divino, così come il cuore della sua vita di grazia e virtù, il suo sommo bene, la sua più grande ricchezza ed il suo tesoro più prezioso. Perciò essa ha sempre esercitato tutta la sua energia e la sua cura per celebrare questo sublime ed eccelso mistero di fede nel modo più degno.
c) Vigilanza Ben amato Cristiano, se tu morissi proprio in questo momento, dove andresti? O se la tua sorte per l'eternità dovesse essere decisa prima che cali la notte, i tuoi conti sarebbero pronti? Oh! Quanto non daresti per ottenere da Dio un altro anno, un mese, o anche un giorno in più, per prepararti al giudizio? Perché dunque, ora che Dio ti dà questo tempo, non fai i conti della tua coscienza? Se ora stai vivendo nel peccato, devi abbandonarlo prima della morte. Ma se prima o poi devi rinunciarvi, dice sant'Agostino, perché non rinunciarvi adesso? A che scopo rimandare la tua conversione? - se non per mettere a rischio la tua salvezza eterna? Quel denaro che ti è stato prestato e che non hai mai restituito; quel denaro che hai ottenuto con l'inganno che hai confessato ma non restituito; quel peccato di impurità che continui a commettere senza confessarti come se non fosse proprio peccato, o, se lo è, Dio farà un'eccezione nel tuo caso; quel peccato così personale ed imbarazzante che non hai mai osato confessarlo, e quindi non ti è mai stato perdonato? È forse impossibile che questo sia per te l'ultimo giorno? «Stolto», dice Nostro Signore nella parabola, «questa stessa notte ti sarà richiesta l'anima tua» (Lc 12,20). Hai provveduto alla tua vita, ma che cosa hai provveduto alla tua morte? Quando qualcuno prende in prestito da te una grossa somma di denaro, ti prendi cura di ottenerne una garanzia scritta. Chissà, dici, cosa può succedere? Ma quando è in gioco l'Eternità, perché non dici: chissà cosa può succedere? Se tu perdessi una somma di denaro, non tutto andrebbe perduto, anche se fosse tutto quello che avevi... Ma se alla morte perdessi l'anima, allora veramente avrai perso tutto. Immagina una persona a cui viene detto che tra poco avrà luogo un processo, da cui dipenderà la sua vita e tutta la sua proprietà: con quanta fretta non cerca un abile consiglio per perorare la sua causa! Quanto poco tempo perderebbe nell'adottare ogni mezzo per assicurarsi un risultato favorevole! Ma che dire di noi? Sappiamo per certo che la più importante di tutte le cause - la vicenda della salvezza eterna - sarà presto determinata: anzi può avvenire in qualsiasi momento, e tuttavia non ci pensiamo.
La Chiesa desidera e vuole che tutti gli oggetti di culto, quanto a materiale e forma, siano il più perfetti possibile, cioè che rispondano alle esigenze dell'arte cristiana e alle esigenze pratiche della liturgia. I materiali impiegati ai fini del culto divino dovrebbero essere non solo genuini e solidi, ma anche - per quanto possibile - preziosi, ricchi ed eccellenti. Il materiale prezioso, inoltre, dovrebbe avere una forma corrispondentemente bella, ornamentale e artistica, oltre che pratica e adatta al suo scopo. – Ma perché la Chiesa ha tanto a cuore "la bellezza della casa di Dio e il luogo dove abita la sua (eucaristica) gloria" (Sal 25, 8)? Perché Essa si diletta nell'ostentazione di sfarzo, ricchezza, splendore nella casa di Dio e nel culto divino - specialmente all'altare durante la celebrazione del Santissimo Sacrificio? In risposta a questa domanda, il cuore del devoto cattolico non chiederà una lunga risposta; basta un semplice sguardo all'altare e ciò spiega tutto, lo convince che è proprio come dovrebbe essere, che non dovrebbe essere altrimenti, – uno sguardo all'altare sul quale giorno dopo giorno il cielo con la sua maestà e grazia scende nella Santa Messa. I misteri del Sacrificio Eucaristico sono così eccelsi e sublimi, così santi e così divini, che per la loro degna celebrazione nulla può essere troppo prezioso. – Con il Suo prezioso sangue l'Agnello Immacolato di Dio ci ha acquistati e ci ha riscattati: questo sangue redentore del mondo, questo riscatto inestimabile, rispetto al quale tutte le cose transitorie sono nulla, tutti i tesori della terra sono inutile polvere e cenere, – questo prezioso sangue versato così abbondantemente e generosamente, scorre ogni giorno sull'altare e riempie il calice: l'uomo non dovrebbe allora offrire con gioia e letizia ciò che è più nobile, magnifico e bello nelle produzioni della natura e nelle creazioni dell'arte, per celebrare degnamente questo sublime, celeste Sacrificio? L'oro, l'argento e le pietre preziose della terra forse troppo pregiate per il culto eucaristico, alla cui celebrazione i figli della Chiesa militante emulano i cori gloriosi degli spiriti benedetti, che davanti al trono di Dio e dell'Agnello per tutta l'eternità cantano il nuovo cantico, l'inno di adorazione: "A Colui che siede sul trono e all'Agnello, benedizione e onore e gloria e potenza nei secoli dei secoli" ? (Ap 5, 9-13). Se i cieli si aprissero e il Re della Gloria apparisse in visibile splendore sull'altare, con quali ornamenti e con quale ricchezza non adorneremmo la casa di Dio per riceverLo degnamente? Ora, il fatto che sull'altare Egli vela la Sua gloria sotto le semplici e umili apparenze sacramentali, viene a noi e rimane con noi in tale profondo nascondimento, umiliazione e abbassamento, non è certamente ragione per onorarLo meno; – al contrario, più Egli si abbassa e si nasconde per amore nostro, più fervida dovrebbe essere la gratitudine dei Suoi figli intenti a decorare i Suoi altari con tutto ciò che di più costoso e prezioso hanno a disposizione.
Nel Sacrificio Eucaristico la Chiesa Cattolica possiede il “sole” del suo culto divino, così come il cuore della sua vita di grazia e virtù, il suo sommo bene, la sua più grande ricchezza ed il suo tesoro più prezioso. Perciò essa ha sempre esercitato tutta la sua energia e la sua cura per celebrare questo sublime ed eccelso mistero di fede nel modo più degno.
L'uomo “continua a combattere, si sforza, soffre qui sulla terra; per cui è attratto dal suoRedentore, che gli appare non nello splendore della Sua gloria, ma in un'indicibileumiliazione, che gli è presente in sacrificio, la cui discesa sull'altare è un oggettivo e veromemoriale della Sua passione. Così il cuore umano, peccatore e colpevole, desidera averevicino il suo Dio, ha bisogno che Egli non appaia come il Dio giusto che vendica il peccato,ma come la vittima che ha sopportato le nostre infermità e tolto i nostri dolori, sulla quale ilPadre ha posto l'iniquità di tutti noi! (Is 53, 6). Così il cuore umano, debole e afflitto, hanecessità che in questa vita, finché ne fanno parte la prova e il lutto, il peccato e latentazione, possa essere in grado di guardare al Sommo Sacerdote che, provato in tutte lecose, ‘ha compassione per la nostra fragilità'.
Nessuna penna è in grado di descrivere lo zelo ardente, la generosità, l'energia, lapurezza del cuore e la grandezza dell'anima, la magnanimità e la mitezza, la pazienza e lanegazione di sé – in breve, lo spirito e l'amore di sacrificio che sono scaturiti dall'altare perpiù di diciotto secoli, e fatti da milioni di figli della Chiesa che offrono sacrifici santi percompiacere Dio (Rm 12, 1). Anche noi dovremmo aspirare ad essere fra questi suoi buonifigli, che costituiscono la sua corona e la sua gioia (Fil 4, 1); dovremmo fare di noi stessi unsacrificio a Dio e per i nostri simili conducendo una vita pura e casta, attiva e paziente,devota e caritatevole – una vita di sacrificio.
Amano davvero i genitori, i fratelli e le sorelle, ma Gesù, che amano più del padre e dellamadre, le ha chiamate, ed esse rispondono con gioia alla Sua chiamata, tengono stretto ilvelo e la corona di spine dicendo: “Rinuncerò a tutto per amore di Cristo, per servirlo nellapersona dei poveri e dei malati”. Negli ospedali, nelle prigioni, nei manicomi, vediamo qualitesori di paziente carità e di gioiosa devozione vengono elargiti per il sollievo e laconsolazione dei poveri, degli oppressi e degli afflitti dall'umanità.La carità, nella veste della religione, che per scelta volontaria visita tali dimore di miseria e disofferenza, non solo transitoriamente, ma le sceglie come luogo costante di dimora, anchescegliendo come propria una tale vita tra i poveri e i miserabili – una tale carità dà più delpane, più dell'oro: sacrifica la libertà, la salute e la vita per servire Cristo che vede conl'occhio della fede nascosto sotto gli stracci dei poveri distesi sul letto di malattia. All'altare,alle nozze dell'Agnello, la Chiesa conduce “le sue anime vergini scelte, che per amorevolontario e devoto, si sono sacrificate interamente a Lui, che qui celebrano ogni giorno dinuovo il loro sposalizio con lo Sposo Divino, e che non chiedono a Lui nient'altro che questo,come il più grande dei Suoi favori, che sia loro permesso di sacrificarsi come Lui ha fatto peri fratelli.Lì l'amore sublime e santo del sacrificio viene ogni giorno riacceso, perché il sacrificio èamore e l'amore si dimostra nel sacrificio. Questo santo amore per il sacrificio non solo haeretto ospedali per i poveri e gli abbandonati, si è imprigionato con i prigionieri nelle lorodimore infette, ma, come Sandoval e il Beato Pietro Claver, è divenuto per sempre schiavodegli schiavi. Dove mai c'è stata una creatura così sfortunata, così miserabile e deplorevole,così abbandonata ed emarginata, nel cui misero tugurio questo santo amore di sacrificio nonsia entrato, per abbracciarla e baciarle le ulcere, a quale miserabile divano non siinginocchierebbe, come un gioioso aiutante, per lavarle i piedi? Una tale carità è andataimplorando l'amore di Dio alle porte dei ricchi ed ha elargito l'elemosina ricevuta a chipatisce la fame.È questo amore di sacrificio, che diviene un bambino con il bambino, per condurre i cuori deibambini al loro Salvatore, che, dimenticandosi di sé, diventa debole con i deboli, piange concoloro che sono nel dolore, diventa tutto a tutti, per ottenere tutto a Cristo” (Hettinger).
In nessun momento della sua esistenza la Chiesa cattolica cessò mai di opporre alle passioniprevalenti dell'avarizia, del godimento eccessivo, dell'effeminazione e sensualità, l'esempiodi generosa rinuncia al mondo, di mortificazione volontaria della carne, di un amoredisinteresato a Dio e al prossimo. Perciò troviamo sotto la sua egida Ordini religiosi eCongregazioni che sempre spuntano e fioriscono, i cui membri, con la loro libera scelta econ una santa emulazione, rompono e mettono da parte tutti i legami mondani, affinchépossano seguire senza ostacoli Gesù sofferente, perseguitato, crocifisso, e in perfettaobbedienza, santa povertà e purezza verginale, possano salire sulle vette della santità, einnalzarsi ad un'intima unione con Dio, il Bene Supremo.
I confessori, che appartenevano a tutte le condizioni di vita, - non erano tutti copie della Vittima Divina, sebbene non fossero autorizzati a versare il proprio sangue? Tutta la loro vita è stata una “croce e un martirio"; perchè essi, “di cui il mondo non era degno”, sono stati "crocifissi per il mondo, e il mondo è stato crocifisso per loro". La loro vita è stata spesa nel servire Dio nella devozione ininterrotta e nella penitenza severa, nella grande povertà e nelle ardue fatiche; come frutto della loro vita di sacrificio, hanno lasciato ai loro simili il buon odore della loro santità, il lustro del loro esempio e l'efficacia delle loro preghiere. E le sante vergini rinunciarono a tutto l'amore terreno, per consacrarsi interamente all'amore celeste del loro Divino Sposo e “per seguire l'Agnello ovunque Egli vada”; si mantennero pure nel corpo e nell'anima, per servire indisturbate il Signore del cielo e della terra, il Re del loro cuore, e per compiacere Lui solo. Con S. Agnese esclamarono gioiosamente: “A Lui, la cui bellezza ammirano il sole e la luna, sono sposata”, - e sulle loro labbra era incessantemente il detto preferito di S. Cecilia: “Il mio cuore e il mio corpo rimarranno integri, perchè non possa essere svergognata!”. Sono riuscite a conservare fresco e immacolato il fiore celeste della verginità e della purezza, consacrato a Dio, solo annaffiandolo con la rugiada della preghiera incessante e coprendolo con le spine della mortificazione costante, cioè, con una vita di incessante sacrificio. Questi grandi e onorati Santi, che brillano nel firmamento celeste della Chiesa numerosi come le stelle del cielo, con la loro luce e brillantezza proclamano la gloria di Dio, che “è meraviglioso nei Suoi Santi”, e la fama della Chiesa cattolica, nel cui seno diventati santi. Essi sono il frutto più maturo e pregiato del prezioso Sangue che brilla nel calice sull'altare. Nessun santo sarebbe possibile, se la Chiesa non possedesse il Sacrificio e il Banchetto Eucaristico; perché solo dalla fonte celeste del sacrificio sgorga il potere, il coraggio, l'ispirazione e la resistenza necessari per affrontare i sacrifici richiesti da una vita di santità. Perché una tale pienezza di virtù eroica, un tale zelo per l'auto-rinuncia, una tale dedizione senza riserve al servizio di Dio e del nostro prossimo, un tale sacrificio universale e ininterrotto, come è compreso nella santità cristiana, può svilupparsi e prosperare solo nel terreno fertile e ben innaffiato della Chiesa, dove le acque della salvezza e della grazia fluiscono incessantemente dall'altare in cuori aperti e volenterosi, per vivificarli e rinfrescarli, per introdurli e rafforzarli in una vita e morte di lieto sacrificio.Oltre a questi santi eminenti, la Chiesa possiede sempre un numero infinito di altre anime nobili e perfette, le cui vite sono segnate da uno spirito di sacrificio, molto al di là di quanto richiesto dai Comandamenti Divini. Dio solo conosce e conta il numero delle anime magnanime e nobili, che nel santuario del chiostro o nel mondo hanno condotto e conducono vite distaccate dal mondo; consacrate a Dio e piene di sacrifici incomprensibili all'uomo naturale.
La vita sacrificale della Chiesa può assumere forma e manifestarsi solo nei suoimembri, i singoli fedeli. Ma la vita e le azioni dei figli di Dio porteranno il carattere delsacrificio ad un grado tanto più alto, quanto più saranno riempiti e penetrati dallo spirito diCristo e della Sua Chiesa, ovvero, quanto più virtuosi, perfetti e santi saranno. La santitàconsiste essenzialmente nell'intenzione e nella volontà di sacrificarsi, nel sacrificio e nellasofferenza. Senza lo spirito del sacrificio la perfezione e la santità non possono essereraggiunte, né conservate, né aumentate. Per quanto varia sia la vita interiore ed esteriore deiSanti di Dio, tutti concordano sul fatto che tutta la loro vita e le loro azioni portano il caratteredel sacrificio, il marchio del sacrificio di sé.
Essi hanno tratto questo eroismo, questa letizia nel loro sacrificio, principalmente dal Sacrificio e dal Sacramento dell'Eucaristia; poiché la Chiesa afferma che sull'altare viene offerto quel Sacrificio in cui ogni martirio ha la sua origine e la sua fonte, e che il Signore, con i suoi meravigliosi misteri, donava ai martiri quella forza e quella grazia invincibili, con le quali, nel loro sanguinoso combattimento, trionfavano sui dolori e sui terrori di una morte violenta. L'intima e suggestiva connessione tra il martirio cristiano e il sacrificio eucaristico è simbolicamente espressa dalla conservazione delle reliquie dei martiri nell'altare sul quale si celebra la Messa.
Per crucem ad lucem – la via della Croce conduce alle gioie della vittoria; attraverso la miseria e la morte viene raggiunto il trionfo. Come nella vita terrena di Cristo, così nella vita della Chiesa predominano il combattimento e la fatica, il dolore e la sofferenza; ma proprio come Cristo, anche nei giorni della Sua umiliazione e nascondendo la Sua divinità sotto la forma di un servo, ha rivelato il suo potere e la gloria divina, così anche nella storia della Chiesa non mancano brillanti vittorie militanti e trionfi gloriosi. Da quando il giudizio è stato emesso sul mondo e il principe del mondo è stato scacciato (Gv 12, 31), la Chiesa è e rimane, anche in catene e in mezzo all'oppressione, il potere morale dominante del mondo. Ma come la Chiesa non è un regno di questo mondo, così anche i suoi combattimenti, le sue vittorie e i suoi trionfi non sono di carattere terreno. Essa combatte e conquista, come ha fatto Cristo, con l'apparente follia e debolezza della Croce; con apparenti sconfitte raggiunge il trionfo, – e tutte le volte che il mondo eleva il suo canto funebre, Essa alza di nuovo la testa, trionfante nella gioiosa coscienza della sua vita imperitura, e guardando dall'alto in basso i suoi nemici e persecutori che si ammucchiano nella polvere, ogni volta intona esultante il suo cantico di ringraziamento: "Cantiamo al Signore; perché si è mostrato grandemente glorioso: ha precipitato in mare il cavallo e il cavaliere!" (Es 15, 1). –
Il Salvatore condusse il Suo popolo fuori dall'Egitto, lo sostenne con pane dal cielo, lorinfrancò con dolci acque dalla roccia e gli diede uno scettro regale; – e in cambio cosa feceil Suo popolo a Lui? Fece una croce per il suo Salvatore, con una lancia Gli trafissero ilfianco, Lo riempirono di colpi e piaghe, Gli diedero da bere aceto e fiele, Gli conficcarono sulcapo una corona di spine. La Chiesa è trattata allo stesso modo.Nostro Signore le ha lasciato in eredità il patrimonio delle Sue sofferenze; sì, è Lui stesso checontinua a soffrire nella Sua Chiesa, è Lui stesso che è perseguitato nella Sua Chiesa (At 9,4). Essa è la Sposa di Gesù Cristo – il Crocifisso; ma come la vera Sposa di un Re coronatodi spine, appare solo negli ornamenti delle sofferenze, in quanto anch'essa è carica dellacroce e con la fronte circondata da una corona di spine, anch'essa attraversa moltetribolazioni fino alla gloria del cielo.
Questo eroismo, questa pienezza di un amore che rinuncia al mondo e si sacrifica, si trovasolo in seno alla Chiesa Cattolica, poiché è solo dentro di essa che scorrono queste fontanedel Salvatore, da dove scaturisce quell'energia di vita e di amore nei deboli cuori umani, perrafforzarli e animarli ad una vita di sacrificio superumano. Le molteplici società e istituzioni dicarità cristiana e di opere buone, che lo spirito di sacrificio ha sempre fondato nella Chiesa,sono frutti preziosi dell'Albero eucaristico della vita.Ovunque l'altare sacrificale è stato distrutto o abbattuto, tali istituzioni non si sono più viste,o almeno non prosperano, ma vivono solo un'esistenza stentata e miserabile. Poiché solodove tali opere e servizi di benevolenza sono intraprese per amore di Dio e permeate daldolce spirito del sacrificio, esse porteranno l'impronta di un motivo superiore, riceveranno labenedizione del Cielo, e attrarranno e conquisteranno i cuori degli uomini.Al contrario, dove la società, indipendentemente dalla religione, promuove opere simili"senza Dio e senza Cristo", esse degenerano in istituzioni secolari o sociali, e sonoconsiderate semplicemente come mezzi per ottenere sussistenza, emolumenti, ricchezza,ricompense o vantaggi temporali. Ovunque la fede religiosa, la speranza cristiana e unospirito santo di sacrificio di sé non esistono più in una comunità per infiammare e allargare ilcuore, lì pone base un agghiacciante egoismo che diffonde la sua rovina funesta in tutti iranghi e condizioni di vita.
Questo eroismo, questa pienezza di un amore che rinuncia al mondo e si sacrifica, si trovasolo in seno alla Chiesa Cattolica, poiché è solo dentro di essa che scorrono queste fontanedel Salvatore, da dove scaturisce quell'energia di vita e di amore nei deboli cuori umani, perrafforzarli e animarli ad una vita di sacrificio superumano. Le molteplici società e istituzioni dicarità cristiana e di opere buone, che lo spirito di sacrificio ha sempre fondato nella Chiesa,sono frutti preziosi dell'Albero eucaristico della vita.Ovunque l'altare sacrificale è stato distrutto o abbattuto, tali istituzioni non si sono più viste,o almeno non prosperano, ma vivono solo un'esistenza stentata e miserabile. Poiché solodove tali opere e servizi di benevolenza sono intraprese per amore di Dio e permeate daldolce spirito del sacrificio, esse porteranno l'impronta di un motivo superiore, riceveranno labenedizione del Cielo, e attrarranno e conquisteranno i cuori degli uomini.
Così la Chiesa ha rinnovato e cambiato la faccia della terra. Ma ciò poteva avere effetto solo perché Essa è al centro del fuoco celeste dell'amore che Cristo ha portato e acceso nel mondo oscuro, freddo e triste. Veramente, tali gesta eroiche di misericordia corporale e spirituale, con cui la Chiesa ha sempre riempito la terra, avrebbero potuto essere compiute solo da una carità che è premurosa e gentile, che non cerca se stessa, che tutto sopporta, tutto spera, ogni cosa crede, ogni cosa prevede (1 Cor 13, 7), e sacrifica tutto ciò che possiede oltre a se stessa (2 Cor 12, 15). Chi può enumerare i sacrifici che la Chiesa ha dovuto fare per compiere la missione di pace affidatale da Cristo! “Se il grano di frumento, caduto a terra, non muore, resta solo; ma se muore, produce molto frutto" (Gv 12, 24) – queste parole si applicano non meno alla Chiesa che a nostro Signore. Perché la Chiesa è la più munifica benefattrice dell'umanità; ma le benedizioni che dispensa e le opere di misericordia che esercita costano i più grandi sacrifici ai suoi figli più nobili; costa loro il sacrificio dei loro beni terreni, di onori e piaceri, della loro libertà e salute, della loro volontà e degli affetti del cuore, dei piaceri e delle comodità della vita, sì, anche della vita stessa. È solo attraverso un sacerdozio verginale liberato dai legami familiari, e attraverso i religiosi poveri, casti e obbedienti, che la Chiesa è in grado di portare e diffondere in tutto il mondo le benedizioni spirituali e temporali del cristianesimo. Coloro che sono chiamati a lavorare e a fare molto nel mondo, a preservare molti dalla sua corruzione e a salvarli da esso, nei loro sentimenti devono essere sollevati al di sopra del mondo e nel cuore devono essere sinceramente distaccati da esso; devono essere morti ad esso e a tutto il suo spettacolo vano e transitorio; mentre, d'altra parte, devono avere una fede viva e una devozione continua in comunione con Dio, devono camminare nel santo raccoglimento e nella solitudine del cuore, e perseverando nella preghiera e nella meditazione restare uniti a Dio,affinché conducano una vita non mondana ma celeste, una vita di penitenza e preghiera ininterrotte, una vita di sacrificio perfetto.
Sempre e ovunque si occupa di alleviare il dolore, versare olio e vino sulle ferite, asciugare le lacrime,consolare gli afflitti, soccorrere gli abbandonati, portare a tutti la pace e la salvezza. Con maternasollecitudine si propone di alleviare le necessità corporali, le miserie terrene e i molti problemidell'umanità; cerca di confortare e di allietare con i doni ed i servizi della misericordia corporale ipoveri e i malati, i deboli e gli infermi. "C'è mai stata una miseria corporale alla quale la Chiesa nonabbia prestato una mano per la cura e l'assistenza? Dove non si è amorevolmente dedicata asollevare il lutto e le piantine appassite?
La Santa Messa non è solo una scuola che ci dirige e ci incita alla pratica delle diverse virtù, èanche una fonte inesauribile dalla quale sgorga la grazia e la forza necessarie per condurre la vita disacrificio ingiunta alla Chiesa militante e ai suoi figli fino alla fine del pellegrinaggio terreno, quandoogni dolore sarà trasformato in gioia, e il breve combattimento sarà seguito da un trionfo eterno incielo.
Il Sacrificio Eucaristico è la corona più gloriosa della grande opera di salvezza e, allo stesso tempo, il memoriale vivente di tutti i misteri di Cristo. Tutto ciò che è misterioso e divino, maestoso e sublime, toccante e commovente, beato e consolante, istruttivo e edificante, nella religione, nell'Incarnazione, nella Chiesa Cattolica e nel suo anno santo, tutto questo è unito e racchiuso nella liturgia della Messa come in un punto focale. Chiunque lo consideri devotamente nello spirito di una fede viva non può non crescere robusto e aumentare in virtù e meriti.
La degna celebrazione della Messa, così come la devota presenza ad essa,indipendentemente dalle grazie da ottenere, appartiene ai principali mezzi di virtù; perché laliturgia della Messa è per sua natura calcolata per impressionare e commuovereprofondamente tutti coloro che vi prendono parte con fede e attenzione, per eccitare erisvegliare nel celebrante e nei fedeli presenti, pensieri e sentimenti pii, gli affetti sani, ipropositi e gli atti accettabili a Dio delle diverse virtù. Il Sacrificio Eucaristico è così costituitoda essere una scuola, in cui le virtù più molteplici sono risvegliate e nutrite, rafforzate epurificate. Dall'altare procede l'impulso a tutti gli sforzi per inseguire le virtù superiori, versouna vita di perfezione.
È solo in virtù di lavoro ed energia che il regno del peccato e della sensualità viene distrutto nel cuore – e al suo posto si stabilisce e si sviluppa il regno della grazia e dell'amore di Dio. Lo spirito di sacrificio è, quindi, l'elemento principale, la pietra di paragone di ogni vera virtù e santità. Il sacrificio di sé è assolutamente necessario per una solida ascesi, per la perfezione dell'amore di Dio e del prossimo. Sempre vero è l'assioma aureo: Tantum proficies, quantum tibi vim intuleris – “Maggiore è la violenza che fai a te stesso, maggiore è il progresso che farai” (Imitazione di Cristo 1. 1, c. 25). Per ascendere da un livello più basso a un livello più elevato dell'amore di Dio, non è sufficiente pregare e nutrire affetti devoti, ma sono necessari molto scrupolo e rinuncia a se stessi.
La dottrina e l'esempio di Cristo dimostrano che ogni vera vita cristiana deve essere una vita di sacrificio perpetuo, una vita di abnegazione e mortificazione. Vivere in modo cristiano significa seguire l'insegnamento di Gesù – e cos'altro è questo insegnamento se non la Parola della Croce? (1 Cor 1, 17). "Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua" (Lc 9, 23) – in questa frase, il Signore ha incluso tutti i Suoi Comandamenti e ci ha incoraggiati ad imitarLo; perché la vita cristiana è una copia e un'imitazione della vita di Gesù sulla terra, che nel suo intero corso, dal presepe alla Croce, è stato un grande e ininterrotto sacrificio.
Il Santo Sacrificio della Messa è l'anima e il cuore della liturgia della Chiesa; è il calice mistico che presenta alle nostre labbra il dolce frutto della passione del Dio-Uomo – ovvero, grazia. Possiamo quindi concludere [questa prima parte] considerando quale influenza deve avere e avrà la Messa sulla vera vita cristiana, e su tutti gli sforzi per tendere alla perfezione. Il mondo empio, estraniato da Dio, che sta sotto al maligno (1 Gv 5, 19), ha un aspetto desolato; assomiglia a uno sterile, arido deserto, "privo di frutti e spogliato di fiori". Ma in mezzo a questo deserto si trova la Chiesa come un'oasi fiorita e feconda, come un giardino di Dio, dove dimorano gioia e letizia, e risuona il ringraziamento e l'inno di lode (Is 51, 3). Per la gioia di Dio e degli angeli, questo giardino della Chiesa, piantato dal Signore, brilla della più bella e profumatissima varietà di fiori, con abbondanza di germogli e frutti celesti. Bellissimo è questo giardino dove "fioriscono le viole dell'umiltà, i gigli della purezza brillano luminosi, e le rose del martirio risplendono”. Ma queste nobili piante celesti da dove traggono la linfa della loro vita, il loro nutrimento, la loro crescita, il loro profumo e i loro colori brillanti? Principalmente dal Sacrificio Eucaristico e fonte di grazia. Le fontane del Salvatore che nel giardino della Chiesa scorrono incessantemente su migliaia di altari, irrigano e fruttificano il suolo, rinfrescano e rafforzano i teneri germogli, e fanno fiorire e maturare il seme della virtù. Se l'uomo giusto fiorisce come la palma ed è paragonato ad un albero piantato vicino alle acque correnti, e produce frutti a tempo debito, tutto questo è da attribuire principalmente al flusso di grazia che emana dal Sacrificio della Messa.
Chi non ha sin dall'infanzia i più dolci e puri ricordi della celebrazione della Messa, anche se vi ha assistito solo in una povera chiesa di villaggio! E questa attrazione magnetica non è di oggi, né di ieri, né morirà forse domani. Non è il potere fittizio della novità. Più di quindici secoli fa, il Santo Sacrificio ha attirato i nostri antenati attorno all'altare con un potere che ha vinto tutti i terrori della persecuzione, che spesso irrompeva nella pacifica celebrazione della Santa Messa. S. Dionigi di Alessandria, che visse nel terzo secolo, così racconta: “Pur se cacciati e perseguitati da tutti, anche allora non abbiamo omesso la celebrazione del Santo Sacrificio. In ogni luogo, ovunque ci trovassimo, strappati gli uni dagli altri, sopportando le nostre numerose prove, il campo, il deserto, la nave, le tane degli animali ci servivano come templi per la celebrazione del Santo Sacrificio”.
Il primo, vale a dire gli Ordini minori, responsabilizza il chierico con una partecipazione più remota alservizio dell'altare; mentre il suddiaconato e il diaconato hanno rapporti più stretti con il SantoSacrificio e permettono un'assistenza più stretta nella sua celebrazione. Il sacerdote possiede ilpotere di trasformare il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, cioè di celebrare il Sacrificiodella Nuova Alleanza, che gli conferisce una dignità indescrivibilmente sublime. Infine, il vescovo èelevato ed esaltato al di sopra del semplice sacerdote, in quanto egli possiede questo potere celestedel sacrificio non solo per se stesso, ma anche per comunicarlo agli altri, e propagarlo conl'ordinazione sacramentale dei sacerdoti.3. Il Sacrificio Eucaristico, quindi, è l'anima o la vita dell'intero culto divino, il sole cheillumina tutte le celebrazioni religiose, il cuore che dà impulso a tutto il culto sacramentale, lasorgente di tutta la vita ecclesiastica di grazia – in breve, è il centro della Liturgia cattolica. Se laLiturgia cattolica è un torrente possente, con le sue dolci acque salutari che purificano, santificano,vivificano, fruttificano, abbelliscono, trasformano, inondano l'intera Chiesa, tutto questo è dovuto allasanta fonte della Messa, che non smette di fluire sull'altare e di diffondere il vigore della vita in tutte lemembra del corpo mistico di Cristo. Ogni grazia, ogni consacrazione, ogni benedizione esce dalprofondo del Sacrificio di Cristo. Sotto l'influenza della luce e del calore celeste che irradiano dinuovo ogni giorno da quel sole di grazia, il Sacrificio Eucaristico, tutta la creazione tende al suocompimento finale e alla sua trasfigurazione eterna.Il Sacrificio della Messa è e rimane il centro della Religione cristiana, il sole degli esercizispirituali, il cuore della devozione e l'anima della pietà. Da qui "quel potere sempre nuovo, infallibile,con cui il Santo Sacrificio della Messa attira tutti i Cuori cattolici e riunisce le Nazioni cattolicheintorno ai suoi altari. Già prima dell'alba, prima che le luci del mattino entrino nelle nostre chiese, lecampane suonano il loro richiamo al Santo Sacrificio; e presto, qua e là, una luce appare alla finestra;sopra la neve fresca i passi si stanno affrettando verso la casa di Dio, mentre la luna guarda ancoragiù dal cielo.“Felice si alza all'alba chi si sforza per ciò che è buono”! Ovunque la Santa Messa conserva questopotere magnetico di attrazione, se celebrata tra le pareti di marmo di San Pietro a Roma, in splendidiparamenti, in mezzo a migliaia di luci brillanti, circondata dai capolavori dell'arte cristiana e ornatacon la sua veste festiva più bella di fiori e boccioli; o se celebrata senza sfarzo in una povera tettoia dilegno, o sotto una copertuta di rami di alberi, eretta dalle mani dei nuovi convertiti intorno almissionario che celebra i santi misteri; – una prova evidente che i Cattolici non adorano la parteesteriore, ma la sostanza, e che non è il fascino dello sfarzo religioso che li attrae ma la realtà.
Quindi, mentre il Sacrificio di Cristo è la fonte di tutte le benedizioni della redenzione, i Sacramenti e i Sacramentali dovrebbero essere considerati come ruscelli e rivoli che trasmettono le benedizioni inesauribili di quel Sacrificio a tutti coloro che sono ben disposti. Questa connessione dei mezzi sacramentali di salvezza con la Santa Messa viene espressa e sancita in vari modi nella liturgia della Chiesa. Durante l'ordinazione dei sacerdoti, la Chiesa dice: Sacerdotem oportet offerre, benedicere, baptizare... – "Spetta al sacerdote offrire il Sacrificio, benedire, battezzare...” e durante la consacrazione dei Vescovi: Episcopum oportet ... consecrare, offerre... – "Spetta al vescovo consacrare, offrire sacrificio”.
Anche i Sacramentali sono mezzi di salvezza, ma in senso più debole e in modoessenzialmente diverso dai Sacramenti. I Sacramentali sono stati istituiti dalla Chiesa. Comeistituzione divina di salvezza, la Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione e il potere di impartire inpiena misura non solo all'uomo, ma anche alla natura le benedizioni della redenzione, e di fare nuovetutte le cose. Sappiamo che in conseguenza del peccato l'intera creazione è in lutto e miseria,asservita e suscettibile di perire – e, quindi, desidera essere liberata dalla schiavitù della corruzione e,insieme ai figli di Dio, essere glorificata nella libertà (Rm 8, 19).
Il Sacrificio Eucaristico è realmente un mezzo di salvezza; perché ha un grande potere di allontanare da noi ogni male e di procurarci tutti i beni, tutti i tipi di benefici e benedizioni. La Messa riconcilia la giustizia di Dio e ci conduce al tesoro delle grazie, con le quali siamo disposti degnamente a ricevere i Sacramenti e ad ottenere le grazie sacramentali. In tal modo il Sacrificio Eucaristico tende al possesso, all'aumento ed alla conservazione della grazia sacramentale; ma in quale misura tutto ciò ha la sua origine nel Santo Sacrificio? La principale benedizione della grazia è contenuta nei santi Sacramenti. I Sacramenti sono "stelle che illuminano il firmamento dell'umanità caduta, sorgenti nel deserto del pellegrinaggio della vita, miracoli dell'amore di Dio, misericordie di Gesù Cristo". Essi ottengono quelle grazie che corrispondono e alleviano le costanti necessità generali della vita cristiana. La loro efficacia consiste essenzialmente nel togliere la maledizione del peccato e nell'infondere nell'anima la grazia della santificazione. Sono stati istituiti da Gesù Cristo per produrre e risvegliare, preservare e rafforzare, guarire e ripristinare, aumentare e perfezionare la vita soprannaturale dell'anima, quella vita mistica di grazia dei figli di Dio.
Sull'altare tutti i raggi della verità e della grazia celeste si incontrano come in un fuoco: chi può avvicinarsi a questo focolare incandescente, senza essere infiammato di ardente devozione e di fervente amore di Dio? L'altare sul quale il Dio-Uomo giorno dopo giorno si offre davanti ai nostri occhi e mediante le nostre mani, è il focolare sacro dove vengono accesi e infiammati la fede, la speranza e l'amore, dove viene animato lo spirito di preghiera e la devozione è suscitata e ascende al Cielo stesso. Nella legge antica (Lv 6, 12) Dio ha detto: "Il fuoco sull'altare deve sempre bruciare". Ma in realtà è sui nostri altari che Dio ha acceso un fuoco che non si spegnerà mai. Tutti i misteri e le verità nascosti nel Sacrificio della Messa e che, dall'altare, attraggono il cuore con una forza meravigliosa, richiamano lo spirito e le parole della preghiera. È difficile elevarsi al Cielo col pensiero, elevare la nostra mente a Dio, sebbene la terra ci trascina sempre verso il basso come un peso di piombo, quando nella Messa il Cielo scende a noi, quando il nostro Dio e Redentore sta davanti a noi, umilmente velato sotto le apparenze del pane e del vino? Cristo scende sotto le apparenze di cibo materiale, al quale sono rivolti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, e dai quali Egli può distoglierci silenziosamente e delicatamente, e sollevare i nostri cuori verso il cielo.
Sull'altare tutti i raggi della verità e della grazia celeste si incontrano come in un fuoco: chi può avvicinarsi a questo focolare incandescente, senza essere infiammato di ardente devozione e di fervente amore di Dio? L'altare sul quale il Dio-Uomo giorno dopo giorno si offre davanti ai nostri occhi e mediante le nostre mani, è il focolare sacro dove vengono accesi e infiammati la fede, la speranza e l'amore, dove viene animato lo spirito di preghiera e la devozione è suscitata e ascende al Cielo stesso. Nella legge antica (Lv 6, 12) Dio ha detto: "Il fuoco sull'altare deve sempre bruciare". Ma in realtà è sui nostri altari che Dio ha acceso un fuoco che non si spegnerà mai. Tutti i misteri e le verità nascosti nel Sacrificio della Messa e che, dall'altare, attraggono il cuore con una forza meravigliosa, richiamano lo spirito e le parole della preghiera. È difficile elevarsi al Cielo col pensiero, elevare la nostra mente a Dio, sebbene la terra ci trascina sempre verso il basso come un peso di piombo, quando nella Messa il Cielo scende a noi, quando il nostro Dio e Redentore sta davanti a noi, umilmente velato sotto le apparenze del pane e del vino? Cristo scende sotto le apparenze di cibo materiale, al quale sono rivolti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, e dai quali Egli può distoglierci silenziosamente e delicatamente, e sollevare i nostri cuori verso il cielo. Siamo in un meraviglioso mondo dei misteri, dove sotto l'ombra di esotiche apparenze cresce la Manna della vita eterna e scorrono le acque della salvezza. Il Nostro Signore e Salvatore è lì in attesa del tributo della nostra adorazione. Ecco! La Chiesa eleva in alto la Croce del Redentore, gridando a noi: "Voi siete poveri peccatori, del tutto privi di onore davanti a Dio", e ci indica la mano vendicatrice della giustizia innalzata sopra la nostra vita e i nostri peccati. Poi ci battiamo il petto; la nostra coscienza si sveglia, ci accusa e ci condanna, così che esclamiamo: per mia colpa! E chiniamo il capo sotto il peso dei rimproveri e delle accuse dei nostri pensieri.
Durante la celebrazione della Messa diciamo: "Ecco, o Padre Celeste, a Te dobbiamo infinita lode a causa della Tua infinita maestà; per le Tue innumerevoli grazie e benefici, Ti dobbiamo infinite grazie; per le innumerevoli offese che abbiamo commesso contro di Te, Ti dobbiamo espiazione infinita; e a causa dei nostri molteplici bisogni e pericoli, Ti dobbiamo il tributo della nostra umile supplica; ma tutti i nostri atti di lode, di ringraziamento, di espiazione e di supplica, come sono miserabili e indegni di essere offerti a Te! Pur li uniamo al Sacrificio di lode, ringraziamento, propiziazione e petizione del Tuo Figlio Gesù Cristo, infinitamente gradito a Te, col quale li offriamo a Te, implorandoTi che per amor Suo accetti con grazia questo nostro indegno omaggio, con tutto ciò che siamo e che abbiamo, e sii misericordioso e propizio a noi!" Poiché nel Sacrificio Eucaristico sono misticamente rappresentate la storia divina del Redentore e della Sua redenzione, la Santa Messa ha la precedenza anche nelle feste ecclesiastiche. Ciò che rappresenta il sole nei cieli per tutta la natura, spargendo luce e diffondendo calore, il Sacrificio Eucaristico lo è nella casa di Dio, abbellendo e adornando ogni sua festa con celestiale splendore. Perciò la Chiesa di Cristo celebra i misteri della grazia mediante il Sacrificio Eucaristico, al quale i fedeli uniscono i loro atti di adorazione, lode, ringraziamento, petizione, amore e ammirazione. Allo stesso modo celebriamo i misteri, i privilegi, le grazie, le virtù, le glorie, la potenza e la bontà della Vergine Madre di Dio attraverso il Santo Sacrificio della Messa. E in che modo celebriamo degnamente l'annuale commemorazione dei Santi? Offrendo il Sacrificio Eucaristico per lodare e ringraziare Dio, perché Egli è meraviglioso nei Suoi Santi, in quanto li ha adornati con la più grande
2. L'opera di redenzione compiuta da Cristo sulla Croce è sempre inclusa in modo vivo e misticamente rappresentata nel Sacrificio Eucaristico, per rendere il dovuto onore e adorazione a Dio, e applicare all'uomo tutti i benefici e le benedizioni della redenzione. Da ciò consegue che il Sacrificio Eucaristico deve essere il centro, il cuore e l'anima di tutta la liturgia, cioè, del culto divino e della dispensazione della grazia. L'oggetto principale dell'attività liturgica e dell'efficacia della Chiesa consiste nel rendere a Dio nel più alto onore ogni adorazione e gloria, e ottenere per l'uomo sulla terra la riconciliazione, la remissione dei peccati e la santificazione. Nella liturgia la lode e il ringraziamento salgono al cielo, la benedizione e la grazia scendono sulla terra; nella liturgia l'uomo si eleva a Dio e Dio scende agli uomini. La liturgia quotidianamente procura e mantiene la relazione soprannaturale, il rapporto reciproco, la comunione mistica di vita e di amore tra Cielo e terra, tra Dio e gli uomini. Il predetto obiettivo viene perfettamente raggiunto nella celebrazione della Messa, – che eccelle ed eclissa tutti gli altri atti di adorazione. Questi atti sono numerosi e molteplici; perché nel suo culto liturgico la Chiesa ha sempre donato i suoi tesori celesti di grazia, in forma più bella e con una mano più generosa ed ha rivelato esteriormente la sua pienezza interiore di vita più pienamente e universalmente.
B) L'opera della redenzione considerata storicamente, cioè, nel suo benevolo inizio, nel suo progresso benedetto e nel suo glorioso compimento, è anche in questo aspetto rappresentata nel Sacrificio Eucaristico, perché essoè un memoriale vivente di tutte le meraviglie e i misteri che l'amore redentore del Dio trino ha operato per la salvezza dell'uomo. Memoriam fecit mirabilium suorum, misericors et miserator Dominus; escam dedit timentibus se (Sal 110, 4 - 5). I misteri gioiosi e gloriosi dell'Incarnazione, vita, morte e gloria del Salvatore del mondo sono posti dinanzi agli occhi della fede nella celebrazione della Messa. Alla presenza del Signore sull'altare, nell'incruento Sacrificio della Messa, si possono applicare le parole del profeta: Ecce Salvator tuus venit: ecce merces ejus cum eo, et opus ejus coram illo. – "Ecco viene il tuo Salvatore: ecco la Sua ricompensa è con Lui, e la Sua opera prima di Lui" (Is 62, 11). Sì, l'Uomo-Dio viene sull'altare per sacrificare Se stesso per noi; ma dove Egli è presente, appare anche l'opera e il prezzo della redenzione da Lui compiuta; – con Lui sono inseparabilmente unite.
Resta ancora da spiegare almeno brevemente la posizione centrale e il significato fondamentale relativo al Santo Sacrificio della Messa nella Chiesa Cattolica, istituito per la salvezza delle anime. Di qui si vedrà che è di vitale importanza per la vita stessa e l'attività della Chiesa. 1. La Chiesa cattolica è il grande istituto di salvezza, fondato da Cristo per il mondo intero e per tutti i tempi: come tale, in tutte le epoche ha il sublime missione ed il compito di continuare e realizzare l'opera della redenzione di Cristo mediante la conversione e la salvezza di tutte le nazioni. Dio vuole che tutti gli uomini per mezzo della Chiesa e nella Chiesa ricevano la luce celeste e la vita, e giungano alla conoscenza della verità e siano salvati (I Tim 2, 4). Per questo fine il Signore è e rimane con la Sua Chiesa; in lei vive e agisce tutti i giorni fino alla fine del mondo. Nella verità sacramentale e nella realtà l'Uomo-Dio continua sempre la Sua mediazione sulla terra mediante il ministero della Sua Chiesa. Come ha redento l'umanità soprattutto attraverso il sacrificio cruento della Croce, così Egli compie l'opera di redenzione nella Sua Chiesa principalmente mediante il sacrificio incruento dell'Altare, dal momento che è la rappresentazione essenziale e mistica della rinnovazione del Sacrificio della Croce che ha redento il mondo.
Nelle collette di queste Messe, l'intercessione dei Santi occupa un posto di primo piano; nelle preghiere Secreta e Post-Communio, viene portata nella più stretta connessione con il Sacrificio. Molto spesso la petizione è indirizzata direttamente a Dio, come segue: che Egli conceda mediante l'intercessione, per i meriti, attraverso i meriti e l'intercessione, attraverso i meriti d'intercessione dei Santi, che onoriamo e la cui festa celebriamo, di prenderci sotto la Sua. protezione misericordiosa, o ricevere favorevolmente il Sacrificio della Chiesa e dei fedeli, e concedere loro abbondantemente i suoi frutti. –
Qualunque sia il loro destino eterno, questo è certo: che sono irrevocabilmente esclusi, non solo dalla beatitudine del cielo, ma, in generale, da ogni partecipazione ai beni soprannaturali che Cristo ha acquisito per il genere umano, e che si applicano ai singoli uomini principalmente attraverso il Sacrificio della Messa. c) Al contrario dei reprobi, che, nella loro separazione eterna da Cristo, non possono né essere raggiunti né influenzati dalla grazia, "gli spiriti dei giusti resi perfetti" in cielo sono intimamente uniti a Lui e, di conseguenza, non hanno bisogno dell'aiuto della grazia. I beati abitano nella terra dei vivi, dove sono liberi da ogni male e in pieno possesso di tutte le ricchezze del Signore. Da ciò è chiara la ragione del perché il Sacrificio della Messa non può mai essere offerto propriamente (proprie) per loro. Essi sono liberi da ogni colpa di peccato e dalla sua punizione; perciò la Messa, come Sacrificio di propiziazione, non può essere offerta per loro. Inoltre, poiché la loro gloria essenziale non può essere aumentata, perché rimane immutabile, la Messa non può essere celebrata nemmeno come Sacrificio di petizione per loro in questo senso, cioè, per ottenere un aumento della loro gloria essenziale. Ora, anche se la Messa non può essere offerta ai Santi, o in realtà per loro, tuttavia la celebrazione di essa contribuisce in vari modi al loro onore e alla loro gloria. Poiché la Messa è un Sacrificio di lode e di ringraziamento, in un certo senso può essere celebrata o ascoltata per i beati, cioè nel loro nome, al fine di lodare e ringraziare Dio per i doni di grazia e gloria che Egli ha generosamente elargito loro. Di questo i beati gioiscono; perchè la Messa è un omaggio di lode e di ringraziamento al Signore più glorioso di quello che i cori combinati dei beati e degli angeli potrebbero renderGli, ed è quindi un mezzo per rispondere ai loro ardenti desideri di glorificare sempre più Dio. – I beati si rallegrano anche che le loro grazie e virtù, le loro azioni e miracoli, i loro combattimenti e le loro vittorie, il loro potere e la loro grandezza ci offrono un'opportunità e ci danno la materia per lodare e onorare degnamente Dio, il Testimone di ogni santità, con la celebrazione del Sacrificio Eucaristico.