Commenti di Marco Tosatti sulla situazione attuale della Chiesa in Italia e nel mondo.
Troppo poco, e troppo di rado, il focus dell'opinione pubblica mondiale si concentra sulle politiche interne di repressione della Cina comunista. Ma di tanto in tanto qualche testimonianza squarcia un velo di silenzio su dei veri e proprio orrori. È questo il caso della testimonianza di un'infermiera – e medico tradizionale di medicina uigura – al Tribunale Uiguro di Londra. Shemsinur Abdighafur ha lavorato come infermiera di sala operatoria in diversi ospedali dello Xinjiang. Afferma di aver assistito ad aborti e sterilizzazioni forzate e all'uccisione di neonati tramite iniezione letale nel corso della sua carriera.
Joe Biden nei primi mesi della sua attività di presidente degli Stati uniti d'America ha messo in atto tutta una serie di misure – accompagnate da dichiarazioni egualmente esplicite – a favore dell'aborto, della sua diffusione non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo. Joe Biden si dichiara – o almeno così lo descrivono i suoi press agent – un devoto cattolico. Un cattolico, devoto o meno, può avvicinarsi all'eucarestia, se promuove attivamente quello che appare come uno dei crimini più efferati, l'uccisione di un bambino nel grembo della madre?
Hong Kong ha finalmente un nuovo vescovo: è Stephen Chow, un gesuita. Dopo due anni di decisioni che sembravano prese, quasi sul punto di essere annunciate, seguite puntualmente da ripensamenti, infine la Santa Sede ha fatto la sua scelta. Una via intermedia, fra quelli che avrebbero voluto l’incarico affidato al vescovo ausiliare, il francescano Joseph Ha, vicino al movimento democratico che si è battuto e si batte contro la deriva dittatoriale di stampo comunista nell’ex colonia britannica, e Peter Choy, un uomo che probabilmente sarebbe stato molto gradito a Pechino.
Nelle ultime settimane alcuni vescovi e arcivescovi americani – Aquila, Cordileone, per non citarne che due – hanno detto e scritto che i cattolici che promuovono azioni contrarie a ciò che insegna la Chiesa, per esempio promuovono delle politiche abortiste, come sta facendo Joe Biden, sponsorizzato da Planned Parenthood, il più grande abortificio del mondo, dovrebbero astenersi dal ricevere la comunione.
Dalla Cina comunista è raro che vengano buone notizie; ma è evidente che il governo e il Partito dimostrano una sempre maggiore insicurezza, nei confronti della popolazione, e di conseguenza tendono ad inasprire controlli e forme di pressione, specialmente verso i credenti, di ogni religione; e in particolare nei confronti dei fedeli cattolici.
Dopo la guerra scatenata nel 2020 dall’Azerbaijan aiutato militarmente dalla Turchia contro gli armeni dell’Artsakh, che ha portato a un cessate il fuoco sponsorizzato da Mosca, e all’occupazione azera di ampie porzioni del territorio autonomo armeno, si è rapidamente avvenuto quello che si temeva, e che non di rado accade quando militanti islamici occupano un territorio.
Se mai ci fosse qualche dubbio sul fatto che esiste una questione omosessuale nella Chiesa, come più volte denunciato da fonti autorevoli, e in particolare e con particolare forza dall’arcivescovo Carlo Maria Viganò, le reazioni e le ricostruzioni a posteriori del “Responsum” della Congregazione della Fede sulla benedizione alle coppie omosessuali sarebbero più che sufficienti a confermarlo.
Così scrivono in un loro messaggio 100 donne mediche, religiose consacrate e leader pro-vita (e altre adesioni stanno arrivando) con un coraggioso appello ai cristiani e a tutte le persone di buona volontà affinché cessino di giustificare moralmente l’uso di vaccini contaminati dall’aborto, affermando che il fallimento nel prendere posizione contro di essi sta alimentando una cultura di morte in espansione che coinvolge il traffico e lo sfruttamento di bambini abortiti per la sperimentazione medica.
L’enormità dei crimini commessi dal governo di Pechino, in particolare contro la popolazione uigura è tale che finalmente sembra che qualcosa stia cominciando a muoversi, per inchiodare il governo comunista alle sue responsabilità.
Uno degli elementi più straordinari dell’attualità, e in particolare dell’attualità raccontata dai mass media, è la vera e propria schizofrenia che riguarda la Cina. Corteggiata da molti, in particolare quelli che si definiscono democratici e progressisti, e che però sono pronti a indignarsi se qualcuno negli anni ’30 aveva un atteggiamento dialogante con – che so, Hitler o Mussolini. Eppure sotto i loro occhi quel governo, quello di Pechino, un mostruoso ibrido capital-comunista, compie atrocità su una scala e con una tranquilla pervicacia da far impallidire qualsiasi confronto. Mi sono venute in mente queste considerazioni leggendo il Report annuale della Chiesa di Dio Onnipotente sulla persecuzione compiuta nei suoi confronti.
Si può essere cattolici e favorire, e propagandare l’aborto, magari fino al nono mese (qualcuno mi dovrebbe spiegare che differenza c’è con l’infanticidio)? Secondo il neopresidente Joe Biden, e la speaker della Camera USA, Nancy Pelosi, sì. Ma fortunatamente negli Stati Uniti ci sono ancora dei vescovi che sembrano cattolici.
L'unica cosa che sorprende in molti commenti, qualcuno anche di anime belle e immacolati pensatori della sinistra nostrana e non, è la sorpresa. Ma davvero Big Tech, Facebook, Twitter, Youtube, Apple e così via sono dei censori, esercitano, a dispetto del ruolo sociale che ricoprono, e dei privilegi legali e finanziari – non vogliono essere editori – la censura e tappano la bocca a quelli che vogliono loro, a chi dissente, a chi osa avanzare dubbi o perplessità sui dogmi arbitrariamente stabiliti dal verbo politicamente corretto? Signora mia, chi l'avrebbe mai detto!
Una giornalista cristiana in Cina, Zhang Zhan, sta per affrontare un processo che potrebbe condurla in prigione per cinque anni. La sua colpa? Aver rivelato quello che stava accadendo a Wuhan nelle prime fasi di esplosione del coronavirus. Zhang è una protagonista di quello che viene definito “Citizen journalism” giornalismo freelance che si occupa dei diritti dei cittadini, e che spesso, di conseguenza finisce nel mirino del potere. E questo accade in modo particolare in Cina.
Nel panorama sconsolante offerto dall’episcopato mondiale, e dal Vaticano in primis, di fronte alla crisi generata dal coronavirus fa piacere registrare delle voci che non si piegano alle narrazioni fornite dai mainstream media, e alzano lo sguardo al di là della situazione contingente per capire legami, disegni e piani. Così abbiamo accolto con gioia l’omelia che il card. Raymond Leo Burke, un personaggio scomodo per il regime ecclesiastico attuale, ma che comunque riveste un ruolo importante all’interno della Chiesa USA ha pronunciato in occasione della festa della Madonna di Guadalupe.
Può dalla Cina venire una buona notizia, in particolare di questi tempi? Sembra proprio di sì. Qualche settimana fa il Partito Comunista Cinese ha tenuto un importante appuntamento, quello per decidere del quattordicesimo Piano Quinquennale, da cui come di consueto sono scaturite pagine e pagine di linee guida su come dovrà essere la società cinese nei prossimi anni. L'odiata frase “pianificazione familiare” è scomparsa dal piano quinquennale. “Pianificazione familiare” era – le dittature in Cina come da noi, hanno paura delle verità e delle parole che le esprimono - un eufemismo per la politica del figlio unico. è stata finalmente eliminata dal Piano quinquennale. E probabilmente ha causato il più alto numero di bambini uccisi nella pancia della madre di tutta la storia umana.
Nel 2015, lo Stato islamico distruggeva – o cercava di distruggere - a Palmira reperti storici plurisecolari, e solo l’eroismo, pagato con la vita, del direttore del Museo di Palmira ha impedito ai barbari finanziati dall’Occidente di compiere danni maggiori. Il mondo intero poteva assistere alla barbarie che veniva propagandata in diretta, e il 1° settembre l'Unesco dichiarò che si trattava di crimini contro la civiltà.
Monsignor de Moulins-Beaufort presidente dei vescovi di Francia ha dichiarato, dopo le uccisioni di Nizza e altri fatti analoghi che “Siamo in guerra contro questa ideologia dell’islamismo”.
Nei giorni scorsi il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, parlando a un convegno del Pime a Milano, ha espresso un parere positivo sull’accordo segreto con la Cina, che il Vaticano ha chiesto di prolungare per altri due anni. Ma nei giorni precedenti era emersa la notizia che Vincenzo Guo Xijin, un vescovo fedele a Roma, dopo che grazie all’accordo era stato sostituito da un vescovo già scomunicato ed emanazione del Partito Comunista si era dimesso dal ruolo di vescovo ausiliare a causa delle pressioni e delle forme di bullismo esercitate contro di lui.
Esagera – forse – chi paragona la situazione attuale della Spagna in mano alla sinistra e a tutte le possibili derive populiste anti-cattoliche a quella del 1936, che provocò la reazione dei generali e di Francisco Franco. Esagera forse; ma certamente il clima ideologico e di contrapposizione su cui fa leva il governo per nascondere le sue vistose carenze, soprattutto nella gestione della pandemia da Coronavirus è dei peggiori.
Mentre i candidati democratici alla presidenza, sull’esempio della Clinton, difendono il cosiddetto diritto della donna al late term abortion, vale a dire alla soppressione del bambino praticamente fino a poco prima della nascita, il confine fra la cosiddetta interruzione della gravidanza e l’infanticidio sta per scomparire in Europa. La denuncia viene da provita e famiglia, che rivela che un sondaggio condotto tra gli operatori sanitari nelle Fiandre, in Belgio, ha rilevato che il 93,6% dei medici intervistati concorda sul fatto che in caso di una condizione neonatale grave (non letale), la somministrazione di farmaci con l'intenzione esplicita di porre fine alla vita neonatale è accettabile".
C’è un genocidio in atto, un genocidio di cristiani, e avviene in Nigeria; ma i mass media, anche e soprattutto quelli per cui le black lives matter, se sono di possibili delinquenti e negli Stati Uniti, di queste black lives non tengono conto. E del fenomeno in assoluto, salvo qualche raro fatto particolarmente efferato, non parlano. Gli unici che sembrano tenere conto di questo fenomeno drammatico sono i mezzi di comunicazione cristiani, e qualche sito, come il Gatestone Institute, sensibile alle discriminazioni su base non solo etnica ma anche religiosa.
Nell’ondata di attacchi, profanazioni e aggressioni varie di cui sono vittima in Francia ormai da anni luoghi e simboli del cristianesimo, c’è una piccola storia che merita di essere raccontata. Anche perché è legata a un mistero: chi ha rimesso una croce su Carlit Pic? Negli ultimi giorni, gli escursionisti che salgono sul punto più alto dei Pirenei orientali scoprono una croce che si affaccia su un paesaggio mozzafiato. Pesante diverse decine di chili, è stata portata a schiena d'uomo, sicuramente di notte, a 2.921 metri di altitudine.
Nella confusione straordinaria ed epocale che stiamo vivendo nella Chiesa, ogni tanto arriva una notizia che infonde sollievo e speranza per il futuro, per quanto cupo possa apparire l’orizzonte, e ambigua, inetta e deludente la leadership a ogni livello; con le poche dovute e meritorie eccezioni...
Nei giorni passati ci sono stati due episodi a dir poco discutibili in materia di Diritti Umani, con particolare riferimento alla Cina comunista, e a Hong Kong, dove il regime di Pechino ha esteso con una nuova legge per la salvaguardia della sicurezza nazionale il clima dittatoriale esistente da decenni sul continente. Il primo episodio riguarda il Pontefice regnante.
Torniamo a parlare della Cina, ahimè, con alcunoe notizie. La prima viene da una giornalista statunitense, Bree A Dail @breeadail, che la riprende da altri siti, e che in pratica consiste in questo. Citiamo: “Il Vaticano riceve fino a due miliardi di dollari in tangenti, mantenendo il silenzio sulle atrocità del Partito Comunista contro i credenti religiosi. Il 20 giugno Guo Wengui, il fondatore e leader della rivoluzione (a Hong Kong, chiariamo), ha rivelato i dettagli dell'uso del partito del programma BGY per corrompere i paesi stranieri in un'intervista con la Battle Room di Steve Bannon.
L’arcivescovo di Washington DC, Wilton Gregory, nero, è veramente molto distratto. Certo, essendo succeduto a vescovi come McCarrick e Wuerl, di cose a cui pensare ne avrà molte… ma dimenticarsi di un invito da parte del Presidente degli Stati Uniti, per partecipare a una cerimonia in uno dei più importanti, se non il più importante santuari degli Stati Uniti …e in particolare per la commemorazione di un papa che ti ha fatto vescovo…insomma c’è bisogno di un grado di distrazione eccezionale.
La crisi del Covid 19 colpisce l’economia della Santa Sede in quello che forse è uno dei momenti peggiori della sua credibilità dal punto di vista finanziario, e la rende particolarmente vulnerabile: tanto che c’è chi è arrivato a parlare di default per il piccolo Stato.
In Spagna, grazie al governo di sinistra sta tornando il gradevole clima che ha preceduto il 1936, con la persecuzione dei religiosi da parte del governo repubblicano e così via. Grazie, ovviamente, all’emergenza legata al Coronavirus, ultimo e più recente strumento, in Spagna come da noi, di limitazioni straordinarie alle libertà.Ascolta il podcast di radioromalibera.org. ENTRA NEL CANALE TELEGRAM DI RRL > http://telegram.me/radioromalibera VISITA IL SITO WEB DEL PROGETTO > https://www.radioromalibera.org
Nei giorni scorsi è emerso – finalmente – un caso che potrebbe stupire e scandalizzare chi non conosce quanta malvagità possa albergare in luoghi – tra virgolette – sacri. Tre anni fa è cominciato il calvario di un giovane funzionario del Vaticano, Capo della segreteria del Governatorato, Eugenio Hasler. Eugenio è figlio di un maggiore delle guardie svizzere in pensione, e ha lavorato per una decina di anni dietro le Mura. Ha collaborato con diversi segretari generali, gli ultimi dei quali erano mons. Viganò, mons. Sciacca e l’attuale segretario, mons. Vérgez.
Quanto è bella, buona e brava la Cina! Ci stanno dicendo alcuni – sempre di più, e stranamente tutti a sinistra o quasi – in questi giorni. Dimenticando, evidentemente, che siamo di fronte a una delle più crudeli e pericolose dittature presenti al mondo. Vi leggeremo fra poco la lettera che ci ha inviato un amico cinese in relazione al Covid 19, originato in Cina.
La scorsa settimana l’Alta Corte di giustizia australiana ha esaminato il ricorso del cardinale George Pell, e si è riservata di dare una risposta, in una data che non è stata fissata. Volendo essere moderatamente ottimisti, si può dire che questo rinvio potrebbe essere un segnale a favore di Pell.
C’è una strana battaglia in corso sui media cattolici americani intorno a padre James Martin, Societas Jesu, il più noto attivista LGBT all’interno della Chiesa cattolica, e la sua udienza dal Pontefice. Un paio di settimane fa il Pontefice ha ricevuto un gruppo di vescovi USA in visita ad limina, e secondo la Catholic News Agency diversi vescovi presenti all'incontro hanno riferito all’agenzia che oltre a parlare di Amazzonia e di ideologia di genere, Papa Francesco ha accennato al suo incontro del 30 settembre con Martin.
C’è una ragionevole speranza che il peggior processo politico avvenuto in Australia – una sorta di linciaggio – e cioè quello che ha condannato il cardinale George Pell, possa avere una sua soluzione positiva il mese prossimo.
Mentre la stampa bergoglista si inventa straordinari complotti anti-Francesco che sarebbero stati organizzati dall’Acton Institute a Sintra, in Portogallo, dove un centinaio di vescovi di tutto il mondo si sono riuniti per discutere di economia e demografia, la Chiesa tedesca prosegue tranquilla nel suo cammino di protestantizzazione, ponendo le basi per uno scisma reale.
Nei giorni scorsi, proprio mentre infuriava la polemica intorno al libro che Benedetto XVI e il cardinale Robert Sarah hanno scritto in difesa del celibato sacerdotale, insidiato dalle usuali manovre ambigue e indirette di un clericalismo criticato a parole e praticato ampiamente nelle azioni, il mondo ha assistito all’ennesimo show di Eugenio Scalfari e di papa Bergoglio.Ancora una volta per colonne e colonne di piombo il fondatore di Repubblica ha parlato di un suo recentissimo incontro con il Pontefice; che ha tempo, evidentemente, per prendere il caffè con il fondatore di Repubblica, e non per parlare con i cardinali dei Dubia.
La drammatica situazione internazionale in Medio Oriente farà sì che probabilmente il drammatico appello del cardinale Joseph Zen cada nel vuoto, almeno sui mass media generalisti e sugli organi di informazione allineati al regime attuale, ma non si può non rilanciare quello che scrive il coraggioso porporato cinese.
Per puro caso – veramente per puro caso – ho visto I due papi, il film uscito di recente su Netflix, e che è pubblicizzato anche da un maxi-cartellone in via della Conciliazione a Roma. Il film tratta del rapporto fra Ratzinger e Bergoglio; da prima dei due conclavi – quello del 2005 e quello del 2013 – fino all’elezione di Bergoglio stesso. Ho trovato che da un punto di vista semplicemente visivo la scelta dell’attore che ha impersonato Bergoglio sia stata felice: fisicamente i due si assomigliano. Non altrettanto felice la scelta di Ratzinger. E per il resto, non andrei a rivederlo, a meno che non mi pagassero profumatamente. E anche in quel caso ci penserei un paio di volte…
La Ost Politik vaticana verso la Cina continua, a dispetto delle notizie tutt’altro che confortanti che giungono da più parti dell’Impero di Mezzo, e dalle prese di posizione di personalità come il cardinale Joseph Zen, che ammoniscono: c’è il reale rischio che la Santa Sede dia la sua benedizione a una Chiesa scismatica in Cina, sotto l’egida del Partito Comunista. Non a caso negli ultimi giorni hanno creato scalpore le parole di uno dei nuovi vescovi nati dall’accordo segreto fra Cina e Vaticano secondo cui per i credenti cinesi la fedeltà alla Patria deve precedere quella alla Chiesa. Che, se vogliamo, è esattamente il contrario di quanto insegnato dalla Chiesa stessa nel corso dei secoli.
Questa è una notizia che riguarda apparentemente soprattutto la Gran Bretagna e la Chiesa anglicana, ma attenzione: quello che è accaduto in quell’area non è molto lontano né da noi, né da quello che sta diventando la Chiesa cattolica. La notizia, in breve è questa. L’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, è stato ospite di una radio, al ElleBiCi (LBC). Un ascoltatore, in diretta, gli ha chiesto: “Lei appoggia le buffer zones intorno alle cliniche per gli aborti?”.
Se c’è un evento – uno dei tanti – che rivelino il vero volto di alcuni dei fan più sfegatati della Nuova Chiesa, quella della Misericordia, un volto violento nelle parole e nei sentimenti, intollerante e decisamente molto poco dialogante, beh, questo è l’intervista che il cardinale Camillo Ruini ha concesso qualche giorno fa al Corriere.
Per quanto possa sembrare strano, il Pontefice regnante non era contento, alla fine del Sinodo dell’Amazzonia, un evento “inventato” per cercare di fare passare alcuni elementi di stravolgimento della tradizione della Chiesa. Mi spiego. Ha organizzato un sinodo locale – che avrebbe dovuto svolgersi localmente, per esaminare localmente eventuali problemi locali di una situazione che coinvolge pochi milioni di fedeli sul miliardo e trecento milioni dell’orbe terracqueo – per far passare, come la punta del cuneo, cambiamenti che verranno afferrati rapidamente da vescovi interessati qui e là, ovunque, e che non sarebbero stati approvati se fossero stati sottoposti all’esame di un “vero” sinodo mondiale.
La cacciata di Domenico Giani dal Vaticano – perché di questo si tratta, al netto della melassa che ci viene riversata dai racconti della lunga conversazione con il Pontefice, e della visita del Pontefice stesso alla famiglia del generale silurato – testimonia di una situazione conflittuale all’interno delle alte Mura quale non si ricorda da tempo.