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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di non decidere per il momento sulla possibilità che gli Stati Uniti intervengano militarmente al fianco di Israele per attaccare l Iran. Giovedì pomeriggio (sera in Italia) ha annunciato, tramite la sua portavoce Karoline Leavitt, che dirà qualcosa entro due settimane: Poiché c è una possibilità concreta di negoziati che potrebbero avvenire oppure no a breve, prenderò la mia decisione se andare oppure no [ad attaccare l Iran] nelle prossime due settimane. Questa frase ha fatto partire un gran numero di speculazioni sul fatto che effettivamente possano ricominciare dei negoziati, oppure che Trump voglia soltanto prendere tempo, o che stia addirittura mettendo in atto una specie di bluff. Anzitutto la prima questione da capire è che due settimane per Trump non sono un unità di tempo precisa. Trump dice due settimane tutte le volte che vuole rimandare un problema, senza fare una vera stima del tempo che gli servirà a risolverlo. La prima ipotesi che giustifica il rinvio della decisione è che Trump voglia davvero trattare con l Iran. Prima dell attacco israeliano della settimana scorsa, gli Stati Uniti stavano portando avanti negoziati con l Iran da mesi. Trump ha sempre mostrato di prediligere un accordo pacifico a una guerra, che gli creerebbe grossi problemi politici interni. Ma Trump potrebbe anche solo voler prendere tempo anche per vedere come proseguirà la campagna di bombardamenti israeliana. Due settimane possono dare tempo a Israele di continuare a distruggere le difese aeree iraniane, cosa che ridurrebbe i rischi per gli Stati Uniti nel caso in cui decidessero di attaccare e di usare le loro bombe bunker buster contro i siti nucleari iraniani. Cerchiamo di capirne di più con Giulio Sapelli, Università Statale Milano.
Può un Papa professarsi garantista? Il successore di San Pietro non è soltanto un leader spirituale, ma anche un sovrano assoluto che può esercitare la giustizia come crede. Eppure Papa Francesco ha evocato più volte il garantismo, sempre però per qualche suo amico accusato di abusi o insabbiature. La Chiesa di Bergoglio si è spaccata su questi temi, proprio perché la tolleranza zero dichiarata dal pontefice era accompagnata da favoritismi per gli amici del Santo Padre, anche quando si trattava di abusatori seriali come Marko Rupnik o protettori di pedofili come l'arcivescovo di Lione Philippe Barbarin (Francesco rifiutò le sue dimissioni; il cardinale fu assolto soltanto per prescrizione). Oggi Papa Leone XIV annuncia di dover curare una chiesa “ferita”, ed è stata proprio la gestione della pedofilia clericale da parte di Francesco ad aver causato le maggiori spaccature. Questa puntata ricostruisce i casi più clamorosi di ingerenze dirette del Papa nelle vicende di abusi che lo interessavano, e risale fino al peccato originale di quel papato: l'accordo in conclave che nel 2013 ha portato all'elezione di Jorge Mario Bergoglio al posto del favorito Angelo Scola. Un'intesa con i cardinali americani che all'epoca, ancor più di oggi, erano i più preoccupati per l'emersione dei casi di pedofilia nelle loro diocesi che rischiavano di portarle alla bancarotta, visti gli ingenti risarcimenti da pagare. Avevano l'assoluta necessità di avere in Vaticano un Papa pronto a difendere sempre la presunzione di innocenza dei preti e dei vescovi, soprattutto di fronte agli scandali peggiori. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Poiché non abbiamo qui una città stabile, ma cerchiamo quella futura.Ebrei 13:14
“Timore e tremore”. L'abusatore seriale Marko Rupnik amava citare la formula del filosofo danese Soren Kierkegaard ai suoi allievi negli esercizi spirituali che conduceva da carismatico gesuita e che preparavano lo sfogo violento delle sue ossessioni sessuali. Il nuovo Papa Leone XIV, nel presentarsi nella sua messa di insediamento, spiega di essere stato scelto “senza alcun merito, con timore e tremore”. Una singolare coincidenza di citazioni che ricorda ancora una volta come per il nuovo pontefice sia impossibile sottrarsi all'urgenza di decidere cosa fare del caso Rupnik: continuare a proteggere l'abusatore, come faceva Papa Francesco, o sbloccare il processo insabbiato da mesi e provare a fare giustizia? Il vertice dei gesuiti, in contrasto con le scelte di Jorge Mario Bergoglio, ha già riconosciuto gli abusi commessi da Rupnik e ha promesso di fare qualcosa per le vittime ignorate tanto a lungo. Papa Leone XIV con chi si schiererà, con i gesuiti o con Francesco? Per capire la questione bisogna anche ricostruire come Rupnik usava la sua influenza spirituale per sottomettere e manipolare le sue possibili vittime. Un partecipante agli esercizi spirituali di Rupnik racconta come funzionavano. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il nuovo Papa sugli abusi deve decidere se coprire l'abusatore seriale Rupnik come faceva Francesco. Ma anche sulle accuse per il suo operato in Perù deve scegliere tra la trasparenza e la reticenza Sugli abusi il nuovo Papa ancora non ha detto praticamente nulla. Ma si è già trovato sotto accusa per l'operato in Perù: i suoi difensori hanno subito sostenuto che non ha fatto niente di sbagliato, che si tratta anzi di illazioni di abusatori rancorosi. In realtà, anche nelle vicende della diocesi di Chiclayo, in Perù, come ricostruiamo in questo episodio, si replica lo schema che abbiamo visto in molti altri casi: le vittime denunciano, c'è una istruttoria interna che finisce in nulla ma i cui contenuti sono inaccessibili a tutti. Per tacitare le critiche, Robert Francis Prevost potrebbe cominciare ad applicare fin dal caso che lo riguarda la trasparenza invece che la reticenza: basterebbe divulgare il contenuto dell'indagine interna, dimostrare che la diocesi ha fatto gli approfondimenti, che ha preso sul serio le vittime. Non sappiamo cosa è stato fatto davvero in Perù e in Vaticano sul caso Chiclayoma, finora, niente nel percorso di Prevost lo identifica come un grande nemico dei preti abusatori, neppure nella sua breve esperienza da prefetto per il dicastero per i Vescovi. Però l'inizio di un pontificato è il momento per rompere col passato e segnare un nuovo inizio, a cominciare proprio dal ruolo dei vescovi, che sono incoraggiati a denunciare quando hanno segnalazioni di abusi commessi da religiosi ma non hanno alcun obbligo. Così si arriva a situazioni paradossali come quella ammessa nientemeno che dal capo dei vescovi italiani, Matteo Zuppi, che spiega di aver ricevuto denunce di abusi ma di non essere andato alle autorità. Poiché la vittima non era interessata a sporgere denuncia, Zuppi ha fatto anche firmare un foglio per liberarsi di ogni responsabilità e tutto è finito così. Leone XIV avrà il coraggio di cambiare questo sistema? Alcuni indizi fanno pensare che si sta ponendo il problema, ma sarà misurato sulle scelte concrete. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Patrizia Carrano"Il cuore infranto della quercia"Aboca Edizioniwww.abocaedizioni.it“Questa mattina ho scoperto che nel bosco di Manziana è stato abbattuto un albero centenario a me molto caro.Un'altra me stessa, ma molto più forte e robusta.Era una quercia sotto le cui fronde mi sentivo in salvo”.Chi è la donna che attraversa con passo rapido un grande bosco a nord di Roma? Cosa la spinge a raggiungere una quercia secolare sotto la cui ombra finalmente si sente in salvo dalle ferite dell'esistenza? Carlotta è una donna consapevole e intelligente, un'apprezzata traduttrice di testi naturalistici, è stata fortemente impegnata nella salvaguardia dei lupi, ha una figlia ancora giovane che insegna in una università americana. Eppure cerca salvezza sotto le fronde di un albero, simbolo vivente e meraviglioso dell'ambiente selvatico cui è indissolubilmente legata. Quando scopre che il “suo” albero è stato abbattuto, il dolore è tale da costringerla in ospedale, dove le viene diagnosticata una “sindrome del cuore infranto”. Per raccogliere le fila della propria vita, questa donna con il cuore in pezzi deve sciogliere nodi antichi e assai intricati: un amore dissolto nel tempo e la recente, tragica fine di un familiare. Dal reparto di terapia intensiva dov'è ricoverata, Carlotta riuscirà ad attraversare il suo passato e alla ricerca di un nuovo modo per vedere le cose del mondo. Patrizia Carrano si consegna un'opera che, quasi francescanamente, ci invita a ristabilire il nostro rapporto con la natura e con la parte più selvatica presente in ognuno di noi. Poiché scrivere e leggere di ciò che si ama è la maniera migliore per avvicinarlo, conoscerlo e possederlo, senza attentare alla sua libertà.Patrizia Carrano vive a Roma. Giovanissima ha lavorato per il settimanale “Noi donne”, poi ad “Amica”, “Anna”, “Elle”, “Max”, “Panorama” e “Sette”. Per Rai3 e Rai1 ha raccontato oltre venti edizioni del Festival del cinema di Venezia. È stata una voce di Radio2, dove ha narrato le donne del '900 in una trasmissione intitolata Amiche mie. Ha scritto una ventina di romanzi, quasi tutti con protagoniste femminili, da Baciami Stupido a Illuminata – La storia di Elena Lucrezia Cornaro, prima laureata nel mondo. Ha firmato alcune fiction di grande ascolto nel prime time di Rai1. I suoi libri sono tradotti in cinque lingue. Per Vallecchi- Firenze ha pubblicato nel 2022 La bambina che mangiava i comunisti giunto in pochi mesi alla sesta edizione e nel 2023 una biografia di Magnani Tutto su Anna (cinque edizioni).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Appena Papa Leone XIV è stato eletto, subito si è dovuto confrontare con la pervasività del problema degli abusi sessuali nella Chiesa cattolica. Ci sono così tanti casi di insabbiamenti, coperture e complicità che il modo più diretto per screditare qualcuno, soprattutto qualcuno che è stato vescovo, è accusarlo di aver nascosto qualche scandalo. Anche le associazioni delle vittime di abusi hanno segnalato la vicenda che potrebbe imbarazzare il cardinale Robert Francis Prevost: tre suore sono state abusate nella diocesi che ha guidato per anni in Perù, l'accusa Prevost di non aver indagato a sufficienza sui due preti abusatori e di aver mandato a Roma un dossier fatto apposta per essere archiviato. In realtà, sembra che dietro queste accuse ci sia un tentativo di colpire Prevost per la sua opposizione al Sodalizio di Luis Figari, una comunità cresciuta in Perù e sciolta dalla Santa Sede proprio per gli abusi e i soprusi commessi dal fondatore Luis Figari. Ma già questo inizio indica quale sarà uno dei temi del nuovo papato: Prevost dovrà scegliere se essere in continuità con quello che Papa Francesco predicava, cioè la tolleranza zero, o quello che faceva, cioè proteggere gli abusatori quando erano amici suoi. Il test sarà proprio il caso dell'ex gesuita Marko Ivan Rupnik, che è al centro dell'inchiesta de La Scomunica: l'artista più famoso della Chiesa di oggi e abusatore seriale per decenni non è più protetto dal suo amico Jorge Mario Bergoglio, che aveva fatto inabissare il processo in nebbie dalle quali ancora non è emerso. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
VIDEO: Leone XIV spiega la scelta del nome ➜ https://www.youtube.com/watch?v=DVBKwYe5FOMTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8164IL PAPA HA SCELTO IL NOME ISPIRANDOSI A LEONE XIII E LA SUA RERUM NOVARUM di Germán Masserdotti Si può affermare che la Rerum novarum (5 maggio 1891) di Leone XIII sia un documento-modello, una dimostrazione di come dovrebbero essere redatti i documenti sociali della Chiesa. Questo per diversi motivi, uno dei quali vorrei evidenziare in questa nota.Nella sua enciclica, Leone XIII affronta la "questione sociale" dell'epoca: la questione operaia. Si potrebbe dire, usando un'espressione corrente, che essa è una occasione per la formulazione di una globale proposta di ordine sociale secondo il diritto naturale e cristiano. Riguardo alla questione del lavoro, Papa Pecci esamina i fondamenti naturali di un sano ordine economico, che poi collega all'ordine politico. In questo senso, tenendo conto del rapporto reciproco tra datori di lavoro e lavoratori - potremmo dire, datori di lavoro e dipendenti - il Papa fa riferimento al ruolo che deve svolgere lo Stato. Qui possiamo vedere quello che sarebbe poi stato illustrato più esplicitamente come principio di sussidiarietà, magistralmente affermato nella lettera enciclica Quadragesimo anno (15 maggio 1931) di Pio XI.Veniamo quindi al punto centrale della questione. Uno dei motivi per cui la Rerum Novarum è un modello di documento sociale è che propone la civiltà cristiana come rimedio alla questione sociale. Si tratta di una costante del Magistero della Chiesa fino a una certa data, che qui non è il caso di precisare. Leone XIII fa riferimento all'argomento almeno due volte.GESÙ CRISTO È IL VERO PRINCIPIODopo aver giustificato la necessità del Magistero o Dottrina Sociale della Chiesa, Leone XIII afferma: «Basterà qui richiamare brevemente gli esempi degli antichi. Ricordiamo cose e fatti che non lasciano adito a dubbi: che la società umana fu rinnovata fin dalle sue fondamenta dai costumi cristiani; che, in virtù di questo rinnovamento, il genere umano fu spinto a cose migliori; anzi, fu tratto dalla morte alla vita e riempito di una perfezione così sublime, che nessun altro eguale esisteva nei tempi antichi né può essercene uno maggiore in futuro. Infine, che Gesù Cristo è il vero principio e il fine di questi benefici e che, poiché sono proceduti da Lui, tutti devono essere riferiti a Lui. Avendo ricevuto la luce del Vangelo e avendo fatto conoscere al mondo intero il grande mistero dell'incarnazione del Verbo e della redenzione degli uomini, la vita di Gesù Cristo, Dio e uomo, penetrò tutte le genti e le permeò tutte con la sua fede, i suoi precetti e le sue leggi. Pertanto, se la società umana deve essere guarita, non può essere guarita che da un ritorno alla vita e ai costumi cristiani, poiché, quando si tratta di restaurare società decadenti, è necessario riportarle ai loro principi. Poiché la perfezione di ogni società risiede nel ricercare e realizzare ciò per cui è stata istituita, cosicché la stessa causa che ha dato origine alla società diventa la causa dei movimenti e delle azioni sociali. Quindi, allontanarsi da ciò che è stabilito è corruzione, ritornare ad esso è guarigione. E in tutta verità, come diciamo di tutta la società umana, lo diciamo anche di quella classe di cittadini che si guadagnano da vivere con il lavoro, i quali sono la stragrande maggioranza» (RN, 21).Nel testo si possono osservare diversi aspetti. Uno di essi è di estrema attualità per i nostri tempi, caratterizzati dal naturalismo e dal pluralismo religioso: la centralità del Mistero di Cristo: «Gesù Cristo è il principio e il fine di questi benefici, e poiché da Lui procedono, tutti devono essere riferiti a Lui. Avendo ricevuto la luce del Vangelo e avendo fatto conoscere al mondo intero il grande mistero dell'incarnazione del Verbo e della redenzione dell'umanità, la vita di Gesù Cristo, Dio e uomo, ha penetrato tutte le nazioni e le ha permeate tutte con la sua fede, i suoi precetti e le sue leggi». Vale a dire che al centro della civiltà cristiana c'è Gesù Cristo stesso. Non si tratta di un mero ordine giuridico o culturale senza un principio vitale che lo anima. Al contrario: la sorgente della vita della civiltà cristiana è Gesù Cristo stesso, che ha detto di sé: «Io sono la vita» (cfr Gv 14,6).I PROTAGONISTI DELLA CIVILTÀ CRISTIANANel secondo testo, Leone XIII afferma: "Avete, venerabili fratelli, chi e come debba occuparsi di questa difficile questione. Ciascuno faccia la sua parte, e con la massima sollecitudine, affinché un male di sì grande entità non diventi incurabile per il ritardo nel rimedio. Coloro che governano le nazioni applichino la provvidenza delle leggi e delle istituzioni; i ricchi e i padroni ricordino i loro doveri; i proletari, la cui causa è in gioco, facciano ragionevoli sforzi; e, come abbiamo detto all'inizio, poiché la religione è l'unica che può sanare radicalmente il male, tutti devono adoperarsi per il ripristino dei costumi cristiani, senza i quali anche le stesse misure di prudenza che si ritengono adeguate servirebbero a ben poco alla soluzione. Quanto alla Chiesa, essa non lesinerà mai e in nessun caso i suoi sforzi, prestando tanto maggiore aiuto quanto maggiore è la sua libertà di azione; e coloro che sono incaricati di vegliare sulla salute pubblica ne tengano particolarmente conto. Su questo concentrino i sacri ministri tutte le forze dello spirito e la loro competenza e, preceduti da voi, venerabili fratelli, con la vostra autorità e il vostro esempio, non cessino di inculcare in tutti gli uomini di ogni classe sociale le massime di vita tratte dal Vangelo; combattano con tutte le forze a loro disposizione per la salvezza del popolo e, soprattutto, si sforzino di conservare in sé e di infondere negli altri, dai più grandi ai più piccoli, la carità, signora e regina di tutte le virtù. Poiché la soluzione desiderata si deve attendere anzitutto da una grande effusione di carità, intendiamo la carità cristiana, che riassume in sé tutta la legge del Vangelo e che, pronta in ogni momento a donarsi per il bene degli altri, è l'antidoto più sicuro contro l'egoismo del mondo, e i cui tratti e gradi divini sono stati espressi dall'apostolo san Paolo con queste parole: «La carità è paziente, è benigna, non si attacca al suo interesse; tutto soffre, tutto sopporta» (1 Cor 13,4-7)» (RN, 41).Si potrebbe distinguere tra i protagonisti della civiltà cristiana con un obbligo comune: «tutti devono impegnarsi a restaurare i costumi cristiani». A seguito della questione sociale sollevata dalla Rerum novarum, si distinguono i datori di lavoro e i lavoratori. L'osservazione di Leone XIII è molto attuale perché fa riferimento a un'idea fondamentale: la vita economica è regolata dalla morale naturale, prima di tutto da quella cristiana. Non esiste alcuna autonomia dell'economia che la ponga "al di là del bene e del male".L'esperienza di rileggere i documenti magisteriali in generale e, nel nostro caso, quelli sociali, è estremamente gratificante. Documenti fondamentali come la Rerum novarum di Leone XIII costituiscono una sorta di faro nella lettura e nell'interpretazione dei successivi pronunciamenti magisteriali. Benché affronti un tema specifico come quello del lavoro, la Rerum Novarum lo fa dall'alto del Magistero della Chiesa come depositaria della Rivelazione divina. E ci ricordano che uno degli insegnamenti costanti della Dottrina Sociale è quello della Civiltà Cristiana.
La copertura degli abusi e degli abusatori, anche durante il mandato di Papa Francesco, non è soltanto un problema di giustizia e di gestione del potere nella Chiesa. E' una questione anche teologica: dietro le violenze c'è una teologia perversa che rivela l'ossessione di molti religiosi per il sesso. Non si tratta di una ossessione privata e repressa, anzi, entra nelle prediche, nelle lezioni, negli esercizi spirituali, perfino nei libri. Lo dimostra il caso di Marko Ivan Rupnik, l'artista ormai ex gesuita al centro di questo podcast, che per anni catechizzava su vagine, orgasmi, sangue mestruale, in un intreccio di allucinazioni e perversioni mascherato dal velo della teologia. Lo faceva in pubblico, anche e soprattutto negli anni in cui era considerato un intellettuale e un artista di riferimento per tutta la Chiesa cattolica, amico personale di Papa Franceso. Il pontefice ormai scomparso ha voluto accanto a sé, nientemento come prefetto per il Dicastero per la Dottrina della Fede, il cardinale argentino Víctor Manuel Fernández, un altro che ha elaborato riletture quasi pornografiche della Bibbia e del Vangelo, condensati in libri sull' “arte del bacio” e sulla “passione mistica”. E' chiaro che una Chiesa così, che fin nelle sue figure apicali ostenta un rapporto disordinato con la sessualità, non può poi disciplinare i suoi componenti che cercano una giustificazione teologica ai propri peccati e perfino ad abusi e violenze. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Poiché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo.Giovanni 17:24
Ognuno di noi ha le proprie piccole dipendenze. Ma perché è così importante lavorarci su?Poiché cambiando la comprensione che abbiamo dei nostri fenomeni interni, di come funzionano alcuni meccanismi interni, possiamo cambiare i nostri comportamenti.Liberarsi dalle dipendenze vuol dire liberarsi da qualcosa che ci ruba la vita. Vuol dire iniziare a lavorare sul come ci procuriamo il nostro malessere.La dipendenza è una struttura di pensiero che si basa sul sistema della gratificazione. Il sistema della gratificazione regola il piacere e permette al nostro cervello di apprendere nello specifico qualcosa di evolutivo per poterlo ripetere. Provando piacere, non fine a se stesso, ma finalizzato a registrare ciò che ci porta all'esperienza, c'è un apprendimento che motiva a ripetere l'esperienza.Quando c'è una dipendenza questo sistema viene alterato in maniera artificiale. Quando il sistema è naturale, lo schema è provo piacere - lo voglio; quando il sistema è dipendente, lo voglio, ma non c'è piacere, che viene sostituito dal craving, dal desiderio smodato. A forza di provare quel tipo di piacere, si crea tolleranza e quindi avrò bisogno di più per avere lo stesso piacere. E allo stesso tempo proviamo meno piacere nelle attività che facciamo normalmente.Nella dipendenza l'oggetto da cui siamo dipendenti diventa l'unica fonte di piacere.L'obiettivo è riequilibrare la chimica del cervello. Come possiamo ritornare all'equilibrio? Per riequilibrarsi innanzitutto ci vuole il riconoscimento di quello che sta succedendo.È un processo, un percorso.Poi bisogna decidere di uscirne e ci vuole la volontà di farlo; il passo successivo è allenarsi al presente e a staccarsi dai propri pensieri; il passo seguente è trovare ed estrarre le proprie convinzioni; infine indagare le proprie convinzioni.Uno degli aspetti fondamentali per poter uscire dalle dipendenze è avere una rete sociale: la condivisione è fondamentale.Qual è la tua dipendenza?Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support.
Per spiegare cosa è stata la Chiesa di Papa Francesco bisogna confrontare due processi paralleli. Uno al cardinale Giovanni Angelo Becciu, e l'altro al gesuita Marko Ivan Rupnik, abusatore seriale per trent'anni di donne nella sua comunità. Becciu, fino a poco prima potente braccio destro del Papa, nel 2020 riceve prima la condanna, con la richiesta da parte di Francesco di rinunciare alle prerogative del cardinalato, e poi un processo che può avere un solo esito: la condanna, perché un giudice del Vaticano non può contraddire il Papa. Becciu, che qui parla per la prima volta del drammatico incontro con Papa Francesco, viene accusato di aver arricchito i suoi parenti con i soldi dei fedeli e di altre malefatte. Intorno a quel processo si consuma la più clamorosa faida vaticana recente, si capisce presto che il Papa ha ricevuto un racconto distorto dei fatti ma ormai il pontefice non si può smentire. E tutto, nel processo Becciu, viene piegato all'esigenza di arrivare alla condanna. Per Rupnik, gesuita come Francesco e suo amico personale, invece vige il massimo garantismo: prima la scomunica cancellata, poi il tentativo di evitare il processo con una prescrizione sugli abusi commessi, infine, quando Francesco è costretto dalla pressione mediatica a revocare la prescrizione, il processo si perde nelle nebbie. Becciu è colpevole fin dalla prima udienza, molto prima della condanna in primo grado nel 2022, e per questo perde l'accesso al conclave. Rupnik è sempre e comunque presunto innocente, protetto anche di fronte all'evidenza. Perché nel Vaticano di Francesco, soprattutto quando si parla di abusi sessuali, vige un principio che il Papa aveva appreso nell'Argentina di Juan Domingo Peron: "Al amigo, todo; al enemigo, ni justicia". All'amico tutto, al nemico neppure giustizia. La puntata contiene un'intervista esclusiva al cardinale Giovanni Angelo Becciu registrata il 12 febbraio 2025. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Poiché in lui noi abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia.Efesini 1:7
Sempre leggendo l'appassionante libro "Il Leone Rosso”, Pier Giorgio attraverso parole raffinate e allo sesso tempo forti, ci invita a portare l'attenzione sulle nostre radici interiori e alle nostre ferite. Poiché le ferite non illuminate, ci potrebbero portare a vivere una vita piena di rabbia e inconsapevolezza. Durante la lettura Pier Giorgio, ci farà intuire quanto illuminare queste radici sia sano ed importante, affinché il frutto che porterà in dono questo vedere con chiarezza, sarà una accoglienza di ciò che esiste, cessando di lottarci contro.
Poiché la sapienza vale più delle perle e tutti gli oggetti preziosi non la equivalgono.Proverbi 8:11
Poiché sono i pagani che ricercano tutte queste cose e il vostro Padre Celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose.Matteo 6:32
Gli scandali sessuali hanno segnato la storia recente della Chiesa, e gettano un'ombra sul papato di Francesco che si è appena concluso. Il Vaticano sa, ha sempre saputo, anceh e soprattutto durante gli anni di Jorge Mario Bergoglio, quando i problemi tanto a lungo nascosti sono emersi. Papa Benedetto XVI, una volta libero dalla tutela di Giovanni Paolo II che silenziava tutto per ragioni geopolitiche, ha iniziato ad affrontare lo scandalo degli abusi, ma ne è stato travolto. Francesco ha promesso tolleranza zero, ha cambiato la normativa per facilitare le denunce, ma le regole non valgono più quando l'abusatore può contare su un “amico vestito di bianco”. Cioè quando ad abusare o insabbiare è qualcuno che gode della protezione del ponefice, allora l'unica urgenza diventa quella di silenziare le vittime e tacitare lo scandalo. I casi di Marko Rupnik, di Gustavo Zanchetta, ma anche di monsignor Rosario Gisana rivelano sia l'arbitrio assoluto che Papa Francesco ha esercitato in materia di abusi che l'ossessione che la Chiesa ha per il sesso. Il potere, dal Vaticano in giù, ha bisogno degli scandali sessuali per costruire quella rete di ricatti, minacce, omertà e angoscia che compatta le gerarchie ecclesiastiche ma soffoca lentamente la comunità dei fedeli. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La Scomunica - Episodio 1: Parole e fatti Perché Papa Francesco ha coperto i peggiori scandali sessuali della Chiesa mentre in pubblico prometteva la massima intransigenza? Cosa c'è dietro il suo supporto al gesuita Marko Ivan Rupnik, il più famoso artista sacro vivente che per trent'anni ha molestato donne senza conseguenze, celebrato e riverito da tutti? Nel maggio del 2020 padre Rupnik viene addirittura scomunicato dal dicastero per la Dottrina della fede: ha assolto in confessione il complice, cioè la donna vittima di abusi che la Chiesa considera, appunto, complice. Nel giro di pochi giorni la scomunica viene revocata. E c'è solo una persona che può prendere una decisione così importante: papa Francesco in persona, amico di Rupnik, gesuita come lui. Quel favore all'amico è l'ultima goccia in un vaso di scandali. In questa nuova inchiesta seguiamo il filo del caso Rupnik per raccontare le omertà e le complicità di una Chiesa ossessionata dal sesso nella quale il potere è cementato dall'omertà, e gli scandali per abusi servono solo a regolare i conti tra fazioni in lotta. In questo primo episodio iniziamo l'indagine al centro de La Scomunica: cosa è stato il caso Rupnik e perché la Chiesa in scandali grandi come questo, e in tanti altri più o meno noti, pensa a proteggere gli abusatori e non le vittime? Come funziona la teologia degli abusatori che tentano di dare basi teologiche alle proprie violenze? Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Per tutta la durata del suo papato, Francesco ha sempre promesso che la sua Chiesa avrebbe perseguito abusi e abusatori senza incertezze. Ma alle parole non sono mai seguiti i fatti e il Vaticano ha continuato a coprire, insabbiare, negare, e ad abbandonare le vittime. Il caso più clamoroso è quello di Marko Ivan Rupnik, teologo e artista famoso in tutto il mondo per i mosaici che decorano le chiese più importanti. Per oltre trent'anni le sue vittime hanno denunciato gli abusi subiti, e non è successo niente. Nel maggio del 2020 padre Rupnik viene anche scomunicato dal dicastero per la Dottrina della fede: ha assolto in confessione il complice, cioè la donna vittima di abusi che la Chiesa considera, appunto, complice. Nel giro di pochi giorni la scomunica viene revocata. E c'è solo una persona che può prendere una decisione così importante: papa Francesco in persona, amico di Rupnik, gesuita come lui. Quel favore all'amico è l'ultima goccia in un vaso di scandali. In questa nuova inchiesta seguiamo il filo del caso Rupnik per raccontare le omertà e le complicità di una Chiesa ossessionata dal sesso nella quale il potere è cementato dall'omertà, e gli scandali per abusi servono solo a regolare i conti tra fazioni in lotta. Dopo il successo de La Confessione, un nuovo lavoro di giornalismo investigativo sul tema degli abusi nella Chiesa firmato da Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn La produzione di questo podcast è sostenuta dalle abbonate e dagli abbonati alla newsletter Appunti dove potete leggere le inchieste di Federica Tourn e gli approfondimenti dei temi trattati nel podcast. Poiché nessun editore vuole parlare di questo tema, abbiamo lavorato da soli, sostenendo i costi di questo progetto. Se vuoi contribuire puoi farlo sostenendo Appunti o con una donazione per il podcast sulla piattaforma di crowdfunding Go Fund Me La Scomunica è un podcast di giornalismo investigativo disponibile su Spotify e tutte le principali piattaforme di Stefano Feltri, Giorgio Meletti e Federica Tourn Inchiesta sul campo di Federica Tourn Story editor Giorgio Meletti Consulenza musicale e sonora: Stefano Tumiati Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Poiché anche Cristo ha patito per voi, lasciandovi un esempio, perché seguiate le sue orme!Pietro 2:21
Poiché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose.Romani 11:36
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».Parola del Signore.
Poiché mi è stato detto, per ordine dell'Eterno.1 Re 13:17
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8090BEATA ELISABETTA SANNA, LA PICCOLA SARDA DALLE BRACCIA PARALIZZATE di Gianpiero Pettiti Ha le braccia atrofizzate e paralizzate, per cui non riesce a portare il cibo alla bocca e nemmeno a fare il segno di croce: una disabile, insomma, e per questo la vorrebbero proporre come protettrice di tutti i disabili del mondo. Il suo handicap è una conseguenza del vaiolo, contratto da bambina piccolissima, e di un'operazione maldestra: le è rimasta soltanto la possibilità di muovere dita e polsi, ma per poter mangiare deve utilizzare speciali bacchette in legno, realizzate apposta per lei.Malgrado questa menomazione, soprattutto perché non è tipo da piangersi addosso, riesce ad avere una vita normale e felice, anche per le condizioni discretamente agiate della sua famiglia, che nel clima di generale povertà di Codrongianos (Sassari) si distingue per il reddito garantito dei campi che lavorano onestamente.In Elisabetta Sanna soltanto le braccia sono inerti, perché in lei non mancano le idee e la volontà di tradurle in pratica: a casa sua si danno appuntamento le ragazze del paese per imparare catechismo, organizzare pellegrinaggi, occupare utilmente il tempo libero. E deve pure avere un buon seguito se nel 1803, quando ha solo 15 anni, alcune mamme del paese vanno a protestare ufficialmente dai suoi genitori, perché attira troppo le ragazze in chiesa.Impedita a pettinarsi, lavarsi la faccia, cambiarsi d'abito da sola, ha sviluppato tuttavia le sue capacità residue che le consentono di impastare, infornare e sfornare il pane e, nessuno mai lo potrebbe immaginare, anche allevare figli. Neanche lei, a dire il vero, perché le sembra impossibile aspirare al matrimonio nelle sue condizioni e poi perché si sente profondamente attratta dalla vita religiosa pur essa non priva di difficoltà, senonché all'improvviso saltano fuori ben tre pretendenti.Mentre mamma insiste perché si sposi e lei punta i piedi perché vuole andare in convento, si accorge di averli tutti contro, confessore compreso, a caldeggiare il suo matrimonio. Finisce per arrendersi e, potendo addirittura scegliere, dice il tanto sospirato "sì" a quello dei tre che è più povero, come a dire che con il matrimonio non è in cerca di una buona sistemazione.UN MATRIMONIO CHE FUNZIONAIncredibile a dirsi, il suo è un matrimonio che funziona e nel 1807, cioè a 19 anni, comincia ad essere sposa felice di un marito felice, Antonio Porcu. Tra il 20 novembre 1808 e il 20 novembre 1822 nascono sette figli, cinque dei quali sopravvivono, e lei riesce ad allevarli, possiamo immaginare con quanta difficoltà. Testimonianze giurate riferiscono che in quella casa il marito non fa nulla senza prima sentire la moglie e questa non finisce mai di dire di non esser degna d'un marito così buono.Peccato che quest'ultimo muoia il 25 gennaio 1825, lasciandola vedova a 37 anni con cinque figli, il più piccolo dei quali ha solo tre anni. Senza perdersi d'animo, si riorganizza la vita e la vedovanza, facendo innanzitutto voto di castità, come a ribadire di non volersi più risposare, caso mai se ne fosse ripresentata l'occasione.Insieme ai suoceri, con cui vive d'amore e d'accordo, avvia poi i figli più grandi al lavoro dei campi, mentre si prende cura dei suoi più piccoli, ma anche di quelli degli altri, perché non ha perso l'abitudine di aprir le porte di casa sua per far catechismo ed insegnare ai più piccoli a cantare e pregare. Si intensifica la sua partecipazione alla vita parrocchiale, senza che per questo ne risentano né l'educazione dei figli, né i lavori di casa, che tiene pulita come uno specchio.Torna, in questo periodo, il desiderio della vita religiosa, ma si sente legata ai suoi doveri di famiglia e glieli richiamano in continuazione anche i confessori. Che non riescono però a toglierle dalla testa il desiderio di fare un pellegrinaggio in Terrasanta, verso la quale si sente irresistibilmente attratta, volendo almeno una volta nella vita posare i piedi sulla stessa polvere calpestata da Gesù.Organizza il suo viaggio nel 1831, con la certezza che i suoceri baderanno ai figli e il fratello prete si prenderà cura del più piccolo fino al suo ritorno e si imbarca il 25 giugno. Il viaggio, però, subito si trasforma in incubo a causa di una burrasca, che per quattro giorni tiene in balìa delle onde la povera nave, costretta il 29 giugno ad un attracco d'emergenza a Genova.Sfinita al punto di non reggersi in piedi, qui Elisabetta si accorge di non avere il visto per raggiungere la Terra Santa e, dato che per ottenerlo bisogna attendere mesi, insieme ad altri pellegrini raggiunge Roma con un viaggio via terra molto faticoso.MAMMA SANNA"Mamma Sanna" a Roma prende provvisoriamente alloggio in una locanda, ma ben presto le viene diagnosticato un grave problema di cuore per cui il medico esclude che, almeno per il momento, sia in condizioni di proseguire il viaggio o di rientrare in Sardegna perché non sopporterebbe la traversata. Tanto vale, quindi, trovare una sistemazione meno provvisoria e soprattutto più economica, visto che le sue risorse economiche si stanno esaurendo.Poiché la donna ha imparato a malapena a leggere, ma non sa scrivere, è don Vincenzo Pallotti (che sarà il suo direttore spirituale e che la Chiesa poi ha proclamato santo) a scrivere in Sardegna, al fratello prete di Elisabetta, per comunicare le sue condizioni di salute e l'impossibilità di un ritorno immediato.Per di più lei parla solo il dialetto sardo e non riesce a comunicare, perché nessuno a Roma lo capisce. Trova sistemazione in una soffitta, nei pressi della basilica di San Pietro, chiaramente una soluzione di fortuna e non certo ambita da molti, vista la difficoltà per accedervi e l'obbligo di condividerla con sgradevoli ed aggressivi topi, che saranno sempre suoi coinquilini.Unico pregio è la sua collocazione, a ridosso della basilica, che per lei diventa la sua collocazione abituale: chi vuole trovarla è in San Pietro che deve andare a cercarla, sprofondata in preghiera sul nudo pavimento, in un angolo buio e seminascosto.Dalle prime luci dell'alba, quando la basilica apre i battenti, fino a quando li chiude, un misterioso ininterrotto colloquio si svolge tra la donna dalle braccia inerti e il suo Dio, che evidentemente non ha problemi a capirla, anche se lo prega in strettissimo dialetto sardo.Come sempre accade, dall'intesa dell'uomo con Dio nasce poi quella con gli uomini, che poco a poco cominciano a capire ciò che dice quella donna, vestita in modo strano e che sembra avere "un fagotto sulla testa", che passa indenne tra gli sberleffi dei monelli, che entra quasi di soppiatto nelle case dei poveri e dei malati per curare pulire e servire con le sue braccia paralizzate, che ha imparato ad ascoltare e comprendere affanni regalando parole di consolazione e di speranza.C'è uno strano andirivieni nella sua soffitta infestata dai topi: nobili e poveri, cardinali e popolane, uomini d'affari ed esponenti della curia romana. Si è infatti sparsa voce che "Mamma Sanna" legga nei cuori, scruti le coscienze, investighi il futuro e interpreti il presente alla luce di Dio.Tutto questo avviene sotto gli occhi della "Virgo Potens", cioè il quadro mariano che tiene in camera, e davvero "potente" si rivela la sua intesa con la Vergine, se davanti ad esso avvengono piccoli e grandi eventi straordinari, guarigioni fisiche e conversioni, tutte rigorosamente attribuite alla Madonna, anche se agli occhi del popolo non è del tutto estranea l'intercessione di questa donna che pare abbia davvero un filo diretto con il Paradiso. [...]Nota di BastaBugie: Paolo Risso nell'articolo seguente racconta gli ultimi decenni della vita della beata a Roma. Ecco l'articolo pubblicato su Santi e Beati nel 2018:Nel suo pellegrinare per le chiese di Roma, assetata di preghiera, Elisabetta si incontra, in San Pietro con il Maestro dei Penitenzieri, Padre Camillo Loria, che, ascoltata la sua confessione, le ordina di tornare in Sardegna. Ella è decisa ad obbedire, ma proprio in quel periodo di dubbio e di ansia sul da farsi, incontra nella chiesa di Sant'Agostino, un santo prete romano, Don Vincenzo Pallotti, dedito ad un proficuo vasto apostolato, in cui coinvolge numerosi laici, dando vita nel 1835 alla Società dell'Apostolato Cattolico.Uomo di grande influenza sui religiosi e sui laici, ricco di un fascino singolare, Don Pallotti sarà canonizzato dal Santo Padre Giovanni XXIII nel gennaio 1963. Elisabetta è compresa e rasserenata da Don Vincenzo, che illuminato da Dio, vede la singolare missione a cui ella è chiamata nell'Urbe. Dirà: «Allora, mi quietai e dopo circa cinque anni che dimoravo a Roma, ebbi una lettera da mio fratello sacerdote che la mia famiglia era veramente lo specchio del paese e tutti ne erano edificati».Davvero è il caso di dire che ognuno ha da Dio la sua vocazione, anche se qualche volta, può apparire difficile da comprendere.Ma i santi sanno percepire la volontà di Dio. Elisabetta si dedica al lavoro che le basta per vivere in povertà e letizia e occupa grandissima parte del suo tempo nella preghiera e nella contemplazione di Dio. Per qualche tempo, collabora nella casa di Mons. Giovanni Saglia, segretario della Congregazione dei Vescovi e futuro Cardinale. Diventa terziaria francescana e soprattutto si occupa, come prima collaboratrice, nell'unione Apostolato Cattolico, fondato da Don Pallotti. Ai suoi figli in Sardegna, fa donazione di tutto quanto possiede, lieta di vivere in perfetta povertà. Chi la avvicina, dirà di
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dopo la Pixar e la Laika, ora è giunto il turno di un'altra grande casa di produzione di film animati. Decisamente più prolifica ma anche più imprevedibile (nel Bene e nel Male) rispetto ai suoi concorrenti, la Dreamworks Animation ci ha accompagnati per più di trent'anni in mondi in cui neanche il cielo è il limite. Poiché lassù c'è un omino seduto sulla luna intento a pescare e a narrare nuove storie.
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dopo la Pixar e la Laika, ora è giunto il turno di un'altra grande casa di produzione di film animati. Decisamente più prolifica ma anche più imprevedibile (nel Bene e nel Male) rispetto ai suoi concorrenti, la Dreamworks Animation ci ha accompagnati per più di trent'anni in mondi in cui neanche il cielo è il limite. Poiché lassù c'è un omino seduto sulla luna intento a pescare e a narrare nuove storie.
Poiché foste comprati a prezzo; glorificate dunque Dio nel vostro corpo.1 Corinzi 6:20
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Dopo la Pixar e la Laika, ora è giunto il turno di un'altra grande casa di produzione di film animati. Decisamente più prolifica ma anche più imprevedibile (nel Bene e nel Male) rispetto ai suoi concorrenti, la Dreamworks Animation ci ha accompagnati per più di trent'anni in mondi in cui neanche il cielo è il limite. Poiché lassù c'è un omino seduto sulla luna intento a pescare e a narrare nuove storie.
Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Matteo capitolo 5 versetti da 17 a 20. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 2 Febbraio 2025.Titolo del messaggio: "Il valore intramontabile della legge di Dio: Tre fraintendimenti comuni sulla legge"MATTEO 5 V17-2017 «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento. 18 Poiché in verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. 19 Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli. 20 Poiché io vi dico che se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete affatto nel regno dei cieli.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito.Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna».Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».Parola del Signore.
Ivana Mulatero, Gabriele Reina"Simboli dalle Terre del Monviso"Museo Mallé, Dronero (Cuneo)www.museomalle.orgNel 2025 il Museo Mallé festeggia il trentennale della sua apertura con una serie di eventi ad ampio respiro in rappresentanza dei quali s'erge la prima e scenografica mostra «Simboli dalle Terre del Monviso » ad apertura del ricco programma di attività. Un'esposizione "leonardesca" per qualità, quantità e varietà delle opere esposte: le sale sono letteralmente rivestite di ritratti che paiono del XV secolo, cofani dipinti, grandi vedute del "Re di Pietra", enormi e raffinati stendardi eseguiti a olio su damasco, stemmi araldici rievocanti le glorie del Marchesato di Saluzzo e ancora decine di taccuini di viaggio ricoperti da volti, paesaggi, schizzi.La tematica che contraddistingue la mostra è il perduto mondo cavalleresco del saluzzese e del Vecchio Piemonte e le arti figurative in grado di esprimerlo; che permeavano con vibranti colori la vita e la cultura dell'epoca. Un mondo descritto da Victor Hugo con queste parole "La prima metà del Medioevo è scritta nel simbolismo delle chiese romaniche, la seconda negli stemmi araldici. Sono i geroglifici del feudalesimo dopo quelli della teocrazia". Un vero e proprio giacimento d'arte dai significati ben specifici e tuttora semisconosciuto proviene dai pennelli di una singolare figura di pittore e viaggiatore - Gabriele Reina - già allievo di un maestro futurista, instancabile cercatore di storie nelle vaste terre dell'Occitania, di qua e di là dal Monviso.La mostra «Simboli dalle Terre del Monviso» annovera paesaggi, ritratti e stemmi che quasi ricreano una perduta «camera delle meraviglie» e rievocano l'antico mondo dei Marchesi di Saluzzo: generosi mecenati delle arti, che ricoprirono il territorio di castelli, abbazie, santuari, oratori campestri. Ci sono anche gli stemmi, dipinti alla maniera antica, dei signori provenzali di Baux (cantati da Mistral e protettori dei trovatori), dei signori del Delfinato, della Savoia, dei Sabran, dei conti di Tolosa il cui emblema è oggi simbolo dell'Occitania, dei signori di Coucy, cui i Saluzzo erano strettamente imparentati e ai quali Alexandre Dumas s'ispirò per delineare la figura del moschettiere Athos. L'esposizione ne raccoglie i simboli più arcani e leggendari, attingendo ad una piccola parte dei dipinti eseguiti da Gabriele Reina e custoditi nella sua casa-museo, al cui interno si trovano oltre mille stemmi araldici (la più grande raccolta privata al mondo e già prenotata da istituzioni anglosassoni), altrettanti ritratti, paesaggi e ancora centinaia di maioliche e circa duecentocinquanta taccuini di viaggio contenenti oltre ventimila disegni.Ma il 2025 non è solo una data importante per il Museo Mallé, ricorre infatti il cinquecentenario della battaglia di Pavia (1525) ed è un anniversario perfetto per questa mostra incentrata sui simboli dell'antico Marchesato di Saluzzo. Poiché sui fatali campi pavesi combatté Michele Antonio di Saluzzo (1495-1528), valoroso generale di Francesco I di Francia, passato nella leggenda per il suo celeberrimo “Testamento del Capitano”, divenuto uno delle più famosi e toccanti testi delle canzoni dei nostri Alpini durante la Grande Guerra.Allievo del maestro futurista Sibò (Pier Luigi Bossi, 1907-2000), il percorso artistico di Gabriele Reina è sempre stato affiancato a quello professionale: due vecchie lauree (prima in lingue, poi storia dell'arte a Milano), un dottorato di ricerca elvetico in storia dell'arte (Losanna), una carriera nella storica FMR/Franco Maria Ricci come ricercatore, scrittore e infine caporedattore, quindi la carica di conservatore di una delle più grandi collezioni artistiche private europee. E' un pittore specialista in tutte le tecniche, dai grandi ritratti a olio a figura intera, alla pittura di paesaggio, ai piatti maiolicati da parata e all'acquarello. Public Program Sabato 1° febbraio – ore 17.00Giuseppe Bottero presenta il volume ”La Chiesa di San Costanzo al monte e l'Abbazia millenaria”, Fusta editore, 2024 Domenica 23 febbraio – ore 17.00Marco Piccat presenta il volume “Il duca e il bastardo. L'invenzione di un'intesa e gli affreschi al Castello della Manta”, Centro Studi Piemontesi, 2023 Domenica 2 marzo – ore 17.00Manuela Vico presenta una “Introduzione alla lettura degli stemmi araldici francesi”, Alliance Française di CuneoL'inaugurazione della mostra dal titolo “Simboli dalle Terre del Monviso. Dipinti Stemmi Stendardi”, curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé, è prevista sabato 25 gennaio 2025 alle ore 17:00 e resterà aperta fino a domenica 2 marzo 2025.L'ingresso alla mostra è libero e gratuito e rientra nel circuito Abbonamento Musei. La mostra è sostenuta dal Comune di DroneroOrari di visita: ogni sabato e domenica dalle ore 15:00 alle ore 19:00.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.itDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.
Predicazione espositiva del Pastore Daniel Ransom su 1 Giovanni 5 1-4, registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 29 Dicembre 2024.Titolo del messaggio: "Tre evidenze essenziali della nuova nascita"1 GIOVANNI 5 V1-41 Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato. 2 Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e mettiamo in pratica i suoi comandamenti. 3 Perché questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. 4 Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
“… il settimo anno sarà un sabato, un riposo completo per la terra … Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; mangerete il prodotto che vi daranno i campi”[Levitico 25:5, 12]Questo libro offre una riflessione approfondita e critica sulla tradizione del giubileo, esplorando le sue radici bibliche, il suo sviluppo storico e il suo significato contemporaneo. “Il Giubileo: Molto più e molto meglio di un anno santo” è un'opera che unisce rigore accademico e passione evangelica, offrendo uno sguardo nuovo e stimolante su una delle istituzioni più antiche e significative della tradizione biblica, che trova il suo pieno adempimento nell'opera salvifica di Cristo Gesù, il Salvatore del mondo.Scopri il libro su: https://www.adimedia.it/shop/il-giubileo-molto-piu-e-molto-meglio-di-un-anno-santo-9089#attr=
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i quali dicono che non c'è risurrezione - e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie».Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.Parola del Signore.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: La verita' vi fara' liberi21 Egli dunque disse loro di nuovo: «Io me ne vado e voi mi cercherete, e morirete nel vostro peccato; dove vado io, voi non potete venire». 22 Perciò i Giudei dicevano: «Si ucciderà forse? Poiché dice: “Dove vado io, voi non potete venire”». 23 Egli diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. 24 Perciò vi ho detto che morirete nei vostri peccati; perché se non credete che io sono, morirete nei vostri peccati». 25 Allora gli domandarono: «Chi sei tu?» Gesù rispose loro: «Sono per l'appunto quello che vi dico. 26 Ho molte cose da dire e da giudicare sul conto vostro; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udite da lui le dico al mondo». 27 Essi non capirono che egli parlava loro del Padre. 28 Gesù dunque disse {loro}: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che io sono, e che non faccio nulla da me, ma dico queste cose come il Padre [mio] mi ha insegnato. 29 E colui che mi ha mandato è con me; egli non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli piacciono».30 Mentre egli parlava così, molti credettero in lui. 31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli; 32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». 33 Essi gli risposero: «Noi siamo discendenti di Abraamo, e non siamo mai stati schiavi di nessuno; come puoi tu dire: “Voi diverrete liberi”?» 34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità vi dico che chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. 35 Ora lo schiavo non dimora per sempre nella casa: il figlio vi dimora per sempre. 36 Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. lascia un commentoSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: I fratelli di Gesù non credono in lui7 Dopo queste cose, Gesù se ne andava per la Galilea, non volendo fare altrettanto in Giudea perché i Giudei cercavano di ucciderlo.2 Or la festa dei Giudei, detta delle Capanne, era vicina. 3 Perciò i suoi fratelli gli dissero: «Parti di qua e va' in Giudea, affinché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu fai. 4 Poiché nessuno agisce in segreto quando cerca di essere riconosciuto pubblicamente. Se tu fai queste cose, manifèstati al mondo». 5 Poiché neppure i suoi fratelli credevano in lui. 6 Gesù quindi disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo, invece, è sempre pronto. 7 Il mondo non può odiare voi; ma odia me, perché io testimonio di lui che le sue opere sono malvagie. 8 Salite voi alla festa; io non salgo [ancora] a questa festa, perché il mio tempo non è ancora compiuto». 9 Dette [loro] queste cose, rimase in Galilea. lascia un commentoSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi:30 Allora essi gli dissero: «Quale segno fai, dunque, affinché lo vediamo e ti crediamo? Che operi? 31 I nostri padri mangiarono la manna nel deserto, come è scritto:“Egli diede loro da mangiare del pane venuto dal cielo”».32 Gesù disse loro: «In verità, in verità vi dico che non Mosè vi ha dato il pane che viene dal cielo, ma il Padre mio vi dà il vero pane che viene dal cielo. 33 Poiché il pane di Dio è quello che scende dal cielo, e dà vita al mondo».34 Essi quindi gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane».35 Gesù disse loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà mai più sete. 36 Ma io ve l'ho detto: “Voi {mi} avete visto, eppure non credete!” 37 Tutti quelli che il Padre mi dà verranno a me; e colui che viene a me, non lo caccerò fuori; 38 perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39 Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell'ultimo giorno. 40 Poiché questa è la volontà del Padre mio che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno».41 Perciò i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane che è disceso dal cielo». 42 Dicevano: «Non è costui Gesù, il figlio di Giuseppe, del quale conosciamo il padre e la madre? Come mai ora dice: “Io sono disceso dal cielo”?»43 Gesù [allora] rispose loro: «Non mormorate tra di voi. 44 Nessuno può venire a me se il Padre che mi ha mandato non lo attira; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. 45 È scritto nei profeti:“Saranno tutti istruiti da Dio” Chiunque [perciò] ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. 46 Perché nessuno ha visto il Padre, se non colui che è da Dio; egli ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi dico: chi crede [in me] ha vita eterna. 48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono. 50 Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivente che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne[l]». lascia un commentoSupport the Show.lascia un commentoSupport the show
Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Matteo capitolo 2 versetti da 1 a 12. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 13 Ottobre 2024.Titolo del messaggio: "Come accoglierai il Re? Tre differenze tra un autentico e un falso seguace di Cristo"MATTEO 2 V1-121 Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all'epoca del re Erode. Dei magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: 2 «Dov'è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». 3 Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s'informò da loro dove il Cristo doveva nascere. 5 Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: 6 "E tu, Betlemme, terra di Giuda,non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda;perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele"». 7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s'informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; 8 e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch'io vada ad adorarlo». 9 Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov'era il bambino, vi si fermò sopra. 10 Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. 12 Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un'altra via.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: I Samaritani credono27 In quel mentre giunsero i suoi discepoli e si meravigliarono che egli parlasse con una donna; eppure nessuno gli chiese: «Che cerchi?» o: «Perché discorri con lei?» 28 La donna lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: 29 «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?» 30 La gente uscì[i] dalla città e andò da lui.31 Intanto i discepoli lo pregavano, dicendo: «Rabbì, mangia». 32 Ma egli disse loro: «Io ho un cibo da mangiare che voi non conoscete». 33 Perciò i discepoli si dicevano gli uni gli altri: «Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?» 34 Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua. 35 Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ebbene, vi dico: alzate gli occhi e guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura. 36 Il mietitore riceve una ricompensa e raccoglie frutto per la vita eterna, affinché il seminatore e il mietitore si rallegrino insieme. 37 Poiché in questo è vero il detto: “L'uno semina e l'altro miete”. 38 Io vi ho mandati a mietere là dove voi non avete faticato; altri hanno faticato, e voi siete subentrati nella loro fatica».39 Molti Samaritani di quella città credettero in lui a motivo della testimonianza resa da quella donna: «Egli mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40 Quando dunque i Samaritani andarono da lui, lo pregarono di trattenersi da loro; ed egli si trattenne là due giorni. 41 E molti di più credettero a motivo della sua parola 42 e dicevano alla donna: «Non è più a motivo di quello che tu ci hai detto, che crediamo; perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente [il Cristo,] il Salvatore del mondo».lascia un commentoSupport the Show.lascia un commentoSupport the show
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- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione.Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».Parola del Signore.
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- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco".Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora».Parola del Signore.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "quanto piu' il Padre celeste donera'?"5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte e gli dice: “Amico, prestami tre pani, 6 perché mi è arrivato un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti”; 7 e se quello dal di dentro gli risponde: “Non darmi fastidio; la porta è già chiusa e i miei bambini sono con me a letto, io non posso alzarmi per darteli”, 8 io vi dico che se anche non si alzasse a darglieli perché gli è amico, tuttavia, per la sua importunità, si alzerà e gli darà tutto ciò di cui ha bisogno. 9 Io altresì vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. 11 E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede [un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede] un pesce, gli dia invece un serpente? 12 Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? 13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»Guarigione di un indemoniato14 Gesù stava scacciando un demonio {che era muto}; e, quando il demonio fu uscito, il muto parlò e la folla si stupì. 15 Ma alcuni di loro dissero: «È per l'aiuto di Belzebù, principe dei demòni, che egli scaccia i demòni». 16 Altri, per metterlo alla prova, gli chiedevano un segno dal cielo. 17 Ma egli, conoscendo i loro pensieri, disse loro: «Ogni regno diviso contro se stesso va in rovina, e casa crolla su casa. 18 Se dunque anche Satana è diviso contro se stesso, come potrà reggere il suo regno? Poiché voi dite che è per l'aiuto di Belzebù che io scaccio i demòni. 19 E se io scaccio i demòni con l'aiuto di Belzebù, con l'aiuto di chi li scacciano i vostri figli? Perciò, essi stessi saranno i vostri giudici. 20 Ma se è con il dito di Dio che io scaccio i demòni, allora il regno di Dio è giunto fino a voi. 21 Quando l'uomo forte, ben armato, guarda l'ingresso della sua casa, ciò che egli possiede è al sicuro; 22 ma quando uno più forte di lui sopraggiunge e lo vince, gli toglie tutta l'armatura nella quale confidava e ne divide il bottino. 23 Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde.Il ritorno dello spirito immondo24 «Quando lo spirito immondo esce da un uomo, si aggira per luoghi aridi, cercando riposo; e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, dalla quale sono uscito”; 25 e, quando ci arriva, la trova spazzata e adorna. 26 Allora va e prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrano ad abitarla; e l'ultima condizione di quell'uomo diventa peggiore della prima».27 Mentre egli diceva queste cose, dalla folla una donna alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!» Ma egli disse: 28 «Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»Il segno del profeta Giona29 Mentre la gente si affollava intorno a lui, egli cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; chiede un segno, ma segno non le sarà dato, se non il segno di Giona. 30 Infatti, come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. 31 La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con gli uomini di questa genelascia un commentoSupport the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "lascia che i morti seppelliscano i morti" L'umiltà, segreto della vera grandezza; condanna dello spirito settario46 Poi cominciarono a discutere su chi di loro fosse il più grande. 47 Ma Gesù, conosciuto il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo pose accanto e disse loro: 48 «Chi riceve questo bambino nel nome mio, riceve me; e chi riceve me, riceve Colui che mi ha mandato. Perché chi è il più piccolo tra tutti voi, quello è grande[i]».49 Allora Giovanni disse: «Maestro, noi abbiamo visto un tale che scacciava demòni[j] nel tuo nome, e glielo abbiamo vietato perché non ti segue con noi». 50 Ma Gesù gli disse: «Non glielo vietate, perché chi non è contro di voi è per voi[k]».Gesù in Samaria51 Poi, mentre si avvicinava il tempo in cui sarebbe stato tolto dal mondo, Gesù si mise risolutamente in cammino per andare a Gerusalemme. 52 Mandò davanti a sé dei messaggeri, i quali, partiti, entrarono in un villaggio dei Samaritani per preparargli un alloggio. 53 Ma quelli non lo ricevettero perché era diretto verso Gerusalemme[l]. 54 Veduto ciò, i [suoi] discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi [come fece anche Elia]?[m]» 55 Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò. [E disse: «Voi non sapete di quale spirito siete animati. 56 Poiché il Figlio dell'uomo non è venuto per perdere le anime degli uomini, ma per salvarle».] E se ne andarono in un altro villaggio.Come seguire Gesù57 Mentre camminavano[n] per la via, qualcuno gli disse: «Io ti seguirò[o] dovunque andrai». 58 E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno delle tane e gli uccelli del cielo dei nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». 59 A un altro disse: «Seguimi». Ed egli rispose: «{Signore,} permettimi di andare prima a seppellire mio padre». 60 Ma egli[p] gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va' ad annunciare il regno di Dio». 61 Un altro ancora gli disse: «Ti seguirò, Signore, ma lasciami prima salutare quelli di casa mia». 62 Ma Gesù {gli disse}: «Nessuno che abbia messo la mano all'aratro e poi volga lo sguardo indietro è adatto per il regno di Dio».Support the Show.lascia un commentoSupport the Show.
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- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Matteo +In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:«Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l'olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l'olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.A mezzanotte si alzò un grido: "Ecco lo sposo! Andategli incontro!". Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: "Dateci un po' del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono". Le sagge risposero: "No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene".Ora, mentre quelle andavano a comprare l'olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: "Signore, signore, aprici!". Ma egli rispose: "In verità io vi dico: non vi conosco".Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l'ora».Parola del Signore.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: "E' lecito di sabato fare del bene?" Il Padrone del sabato6 Un sabato, mentre Gesù passava attraverso dei campi di grano, i suoi discepoli si misero a raccogliere le spighe e, fregandole con le mani, ne mangiavano i chicchi.2 Alcuni Farisei protestarono: «Quello che fate è illegale! I tuoi discepoli stanno raccogliendo il grano, ed è contro la legge ebraica lavorare di sabato!»3 Gesù rispose: «Non ricordate le Scritture? Avete mai letto che fece il re Davide, quando egli e i suoi uomini ebbero fame? 4 Davide entrò nella casa di Dio, prese i pani speciali offerti davanti al Signore e li mangiò, dividendoli con gli altri, anche se solo i sacerdoti possono mangiare quei pani. Un atto illegale, dunque, proprio come questo!» 5 Poi Gesù aggiunse: «Io, il Figlio dellʼuomo, sono signore anche del sabato!»6 Un altro sabato, mentre Gesù era nella sinagoga ad insegnare, cʼera lì presente un uomo che aveva la mano destra paralizzata. 7 I dottori della legge e i Farisei tenevano dʼocchio Gesù per vedere se lʼavrebbe guarito quel giorno stesso, anche se era sabato, perché non vedevano lʼora di poterlo accusare in qualche modo.8 Come conosceva bene i loro pensieri Gesù! Eppure, rivolgendosi allʼuomo con la mano paralizzata, disse: «Vieni, mettiti qui, dove tutti ti possono vedere». Lʼuomo ubbidì.9 Allora Gesù disse ai Farisei e ai dottori della legge: «Vorrei farvi una domanda. Che cosa è permesso fare di sabato, secondo la legge? Del bene o del male? Salvare una vita o distruggerla?»10 Così dicendo li guardava uno per uno; poi disse allʼuomo: «Stendi la tua mano!» Egli ubbidì e la sua mano fu guarita. 11 A questo punto i nemici di Gesù erano fuori di sé dalla rabbia, e cominciarono a complottare per ucciderlo.Gesù sceglie i suoi aiutanti12 Qualche giorno dopo, Gesù salì sulla montagna a pregare, e pregò tutta la notte. 13 Allʼalba, riunì i suoi seguaci e fra loro ne scelse dodici, che nominò suoi aiutanti. (Erano indicati anche con il nome di «apostoli»).14-16 Ecco i loro nomi: Simone (che Gesù chiamò anche Pietro), Andrea (fratello di Simone), Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo (figlio di Alfeo), Simone (membro degli Zeloti, un partito politico sovversivo), Giuda (figlio di Giacomo) e Giuda Iscariota (quello che più tardi lo avrebbe tradito).17-18 Scesi dal monte, Gesù e gli apostoli si fermarono in una zona pianeggiante e furono attorniati da molti discepoli, a loro volta circondati dalla folla. Gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e fin dalle coste di Tiro e Sidone era venuta per ascoltare Gesù e per farsi guarire. E Gesù cacciava molti demòni. 19 Poiché da lui emanava una forza che guariva, tutti cercavano di toccarlo, e, quando ci riuscivano, guarivano da ogni forma di malattia.Support the Show.Support the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: “Invano mi prestano culto!”I farisei e la tradizione7 Allora si radunarono vicino a lui i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. 2 Essi videro che alcuni dei suoi discepoli prendevano il cibo con mani impure, cioè non lavate [e li accusarono]. 3 (Poiché i farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani con grande cura, seguendo la tradizione degli antichi[a]; 4 e quando tornano dalla piazza non mangiano senza essersi lavati. Vi sono molte altre cose che osservano per tradizione: abluzioni di calici, di boccali e di vasi di bronzo {e di letti}). 5 I farisei e gli scribi gli domandarono: «Perché i tuoi discepoli non seguono la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?» 6 E Gesù [, rispondendo,] disse loro: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com'è scritto:“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me.7 Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. 8 Avendo tralasciato il comandamento di Dio, vi attenete alla tradizione degli uomini»Support the Show.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: I porci indemoniatiGesù guarisce l'indemoniato di Gerasa5 Giunsero all'altra riva del mare, nel paese dei Geraseni[a]. 2 Appena Gesù fu smontato dalla barca, gli venne subito incontro dai sepolcri un uomo posseduto da uno spirito immondo, 3 il quale aveva nei sepolcri[b] la sua dimora; nessuno poteva più[c] tenerlo legato neppure con una catena. 4 Poiché spesso era stato legato con ceppi e con catene, ma le catene erano state da lui rotte e i ceppi spezzati, e nessuno aveva la forza di domarlo. 5 Di continuo, notte e giorno, andava tra i sepolcri e su per i monti, urlando e percuotendosi con delle pietre. 6 Quando vide Gesù da lontano, corse, gli si prostrò davanti 7 e a gran voce disse: «Che c'è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Io ti scongiuro, in nome di Dio, di non tormentarmi». 8 Gesù, infatti, gli diceva: «Spirito immondo, esci da quest'uomo!» 9 Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?» Ed egli gli disse[d]: «Il mio nome è Legione, perché siamo molti». 10 E lo pregava con insistenza che non li mandasse via dal paese. 11 C'era là un grande branco di porci che pascolava sul monte[e]. 12 [Tutti i demòni] lo pregarono dicendo: «Mandaci nei porci, perché entriamo in essi». 13 Egli lo permise loro[f]. Gli spiriti immondi, usciti, entrarono nei porci, e il branco si gettò giù a precipizio nel mare. Erano circa duemila e affogarono nel mare. 14 E quelli che li custodivano[g] fuggirono e portarono la notizia in città e per la campagna; la gente andò a vedere[h] ciò che era avvenuto. 15 Vennero da Gesù e videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che aveva avuto la legione; e s'impaurirono. 16 Quelli che avevano visto raccontarono loro ciò che era avvenuto all'indemoniato e il fatto dei porci. 17 Ed essi cominciarono a pregare Gesù che se ne andasse via dai loro confini.18 Com'egli saliva sulla barca, l'uomo che era stato indemoniato lo pregava di poter stare con lui. 19 Gesù[i] non glielo permise, ma gli disse: «Va' a casa tua dai tuoi e racconta loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te». 20 Ed egli se ne andò e cominciò a proclamare nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui. E tutti si meravigliavano.Support the show