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Davvero la Modernità ha posto all'attenzione valori importanti? O piuttosto va rifiutata nella sua essenza?
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7580LA DISPERSIONE DELLE CENERI E' UN RITO PAGANO, NON CATTOLICO di Padre Angelo BellonBuongiorno p. Angelo,ho letto sul sito tutte le risposte in merito alla cremazione e dispersione in natura. Mia madre ha chiesto entrambe le cose.Ora vorrei chiederLe se a parte una preghiera al momento della dispersione ci sono altre pie pratiche o preghiere fa fare.Grazie.Cordiali saluti.RISPOSTA DEL SACERDOTECarissima,la Chiesa preferisce la sepoltura dei corpi, sebbene acconsenta alla loro cremazione.E questo per quattro motivi menzionati dall'Istruzione "Ad resurgendum cum Christo" della Congregazione per la dottrina della fede, che porta la data del 15 agosto 2016: "Seppellendo i corpi dei fedeli defunti, la Chiesa conferma la fede nella risurrezione della carne". "Intende mettere in rilievo l'alta dignità del corpo umano come parte integrante della persona della quale il corpo condivide la storia". "Inoltre, la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri risponde adeguatamente alla pietà e al rispetto dovuti ai corpi dei fedeli defunti, che mediante il Battesimo sono diventati tempio dello Spirito Santo e dei quali, come di strumenti e di vasi, si è santamente servito lo Spirito per compiere tante opere buone". "Infine la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi sacri favorisce il ricordo e la preghiera per i defunti da parte dei familiari e di tutta la comunità cristiana, nonché la venerazione dei martiri e dei santi".In questa Istruzione viene ricordato che proprio attraverso la sepoltura dei corpi nei cimiteri, nelle chiese o nelle aree ad esse adibite, è stata tenuta desta la comunione tra i vivi e i defunti.Nello stesso tempo si è ovviato al pericolo di nascondere un evento al quale tutti dobbiamo prepararci.Ugualmente si rimedia ad un altro pericolo qual è quello di privatizzare la morte di una persona cara, dimenticando la dimensione sociale ed ecclesiale di ogni persona per la cui nascita ci si è rallegrati, con la quale si è vissuti insieme, che è stata partecipe della gioia e del dolore degli altri, della quale si è fruito del suo apporto e alla quale ci si è donati.Privilegiando dunque la sepoltura o l'inumazione, tuttavia "laddove ragioni di tipo igienico, economico o sociale portino a scegliere la cremazione, scelta che non deve essere contraria alla volontà esplicita o ragionevolmente presunta del fedele defunto, la Chiesa non scorge ragioni dottrinali per impedire tale prassi, poiché la cremazione del cadavere non tocca l'anima e non impedisce all'onnipotenza divina di risuscitare il corpo e quindi non contiene l'oggettiva negazione della dottrina cristiana sull'immortalità dell'anima e la risurrezione dei corpi".La cremazione è vietata solo nel caso in cui venga "scelta per ragioni contrarie alla dottrina cristiana".Fatta la cremazione per ragioni legittime, "le ceneri del defunto devono essere conservate di regola in un luogo sacro, cioè nel cimitero o, se è il caso, in una chiesa o in un'area appositamente dedicata a tale scopo dalla competente autorità ecclesiastica.La conservazione delle ceneri in un luogo sacro può contribuire a ridurre il rischio di sottrarre i defunti alla preghiera e al ricordo dei parenti e della comunità cristiana.In tal modo, inoltre, si evita la possibilità di dimenticanze e mancanze di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché pratiche sconvenienti o superstiziose.Conseguentemente l'Istruzione dichiara: "Per i motivi sopra elencati, la conservazione delle ceneri nell'abitazione domestica non è consentita".Vi si legge inoltre: "Non sia permessa la dispersione delle ceneri nell'aria, in terra o in acqua o in altro modo oppure la conversione delle ceneri cremate in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, tenendo presente che per tali modi di procedere non possono essere addotte le ragioni igieniche, sociali o economiche che possono motivare la scelta della cremazione".Questo per evitare di pensare che con la morte finisca tutto e venga troncato il rapporto con i vivi.Sarebbe stato bello se l'Istruzione avesse ricordato l'importanza del sepolcro e della preziosità di essere sepolti in un luogo sacro. A questa lacuna supplisce San Tommaso ricordando l'importanza del monumento funebre, anche se la parola monumento dà l'impressione di qualcosa di grandioso, mentre è sufficiente un sepolcro, un loculo.Dice testualmente: "Tale pratica giova ai morti perché chi guarda i sepolcri ricorda i defunti e prega per loro" (Somma teologica, Supplemento, 71,11)."La sepoltura in luogo sacro giova al defunto: poiché si deve credere che il morto stesso, o un altro, nello scegliere la sepoltura del corpo in un luogo sacro affidi l'anima alla protezione e alle preghiere di qualche santo; e anche al patrocinio di quanti sono addetti a quella chiesa, in quanto pregano spesso per i morti tumulati presso di loro".In passato i cimiteri venivano legati al nome di qualche santo, soprattutto martire. Con questo si intendeva affidare le anime dei defunti all'intercessione del santo patrono del cimitero. Oggi vi supplisce l'intercessione del santo patrono di quel territorio o di quella parrocchia. Ora disperderli per l'aria o nell'acqua del mare significa sottrarli alla speciale intercessione dei santi protettori di quel luogo sacro.Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=4054OSCAR WILDE DIVENNE CATTOLICO E SI PENTI' PER LA SUA PERVERSIONE OMOSESSUALE«Il cattolicesimo è la religione in cui muoio», così disse il celebre poeta e drammaturgo Oscar Wilde poco prima di morire a Parigi, il 30 novembre 1900. Lo scrittore e saggista esperto del mondo britannico Paolo Gulisano si è concentrato anche sulla conversione di Wilde nel suo libro "Ritratto di Oscar Wilde" (Ancora 2009) in cui ha definito «un mistero non ancora pienamente svelato» la sua complessa personalità, arrivando a descrivere il profondo e autentico sentimento religioso del celebre poeta.Il cammino esistenziale di Oscar Wilde è stato un lungo e difficile itinerario verso il cattolicesimo, una conversione - ha spiegato Gulisano - «di cui nessuno parla, e che fu una scelta meditata a lungo, e a lungo rimandata, anche se - con uno dei paradossi che tanto amava - , Wilde affermò un giorno a chi gli chiedeva se non si stesse avvicinando troppo pericolosamente alla Chiesa Cattolica: "Io non sono un cattolico. Io sono semplicemente un acceso papista". Dietro la battuta c'è la complessità della vita che può essere vista come una lunga e difficile marcia di avvicinamento al Mistero, a Dio». Molte le persone che sono entrate in rapporto con lui e si sono convertite, come Robbie Ross, Aubrey Beardsley, e - ha continuato lo scrittore - «addirittura quel John Gray che gli ispirò la figura di Dorian Gray che diventato cattolico entrò anche in Seminario a Roma e divenne un apprezzatissimo sacerdote in Scozia. Infine, anche il figlio minore di Wilde divenne cattolico». Wilde soleva ripetere: «Il cattolicesimo è la sola religione in cui valga la pena di morire» (R. Ellmann, "Oscar Wilde", Rizzoli, Milano 1991, pag. 669).Wilde è oggi celebrato sopratutto come "icona gay", ma Gulisano ha spiegato che «non può essere definito tout court "gay": aveva amato profondamente sua moglie, dalla quale aveva avuto due figli che aveva sempre amato teneramente e ai quali, da bambini, aveva dedicato alcune tra le più belle fiabe mai scritte, quali "Il Gigante egoista" o "Il Principe Felice". Il processo fu un guaio in cui finì per aver querelato per diffamazione il Marchese di Queensberry, padre del suo amico Bosie, che lo aveva accusato di "atteggiarsi a sodomita". Al processo Wilde si trovò di fronte l'avvocato Carson, che odiava irlandesi e cattolici, e la sua condanna non fu soltanto il risultato dell'omofobia vittoriana». Tuttavia ebbe contemporaneamente diverse relazioni omosessuali, ma verso l'epilogo della sua vita si pentì del suo comportamento. Già nel celebre "De profundis", una lunga lettera all'ex amante Alfred Douglas, scrisse: «Solo nel fango ci incontravamo», gli rinfacciò, e in una confessione autocritica: «ma soprattutto mi rimprovero per la completa depravazione etica a cui ti permisi di trascinarmi» (Ediz. Mondadori, 1988, pag. 17). Tre settimane prima di morire, dichiarò ad un corrispondente del «Daily Chronicle»: «Buona parte della mia perversione morale è dovuta al fatto che mio padre non mi permise di diventare cattolico. L'aspetto artistico della Chiesa e la fragranza dei suoi insegnamenti mi avrebbero guarito dalle mie degenerazioni. Ho intenzione di esservi accolto al più presto» (R. Ellmann, "Oscar Wilde", Rizzoli, Milano 1991, pag. 669).Mentre si trovava in punto di morte, il suo amico Robert Ross condusse presso di lui il reverendo cattolico irlandese Cuthbert Dunne. Wilde rispose con un cenno di volerlo vicino a sé (era impossibilitato a parlare), il sacerdote gli domandò se desiderava convertirsi, e Wilde sollevò la mano. Quindi padre Dunne gli somministrò il battesimo condizionale, lo assolse dai suoi peccati e gli diede l'estrema unzione (R. Ellmann, "Oscar Wilde", Rizzoli, Milano 1991, pag. 670).Nota di BastaBugie: come approfondimento trovate qui sotto due articoli. Il primo è un estratto ricavato dal sito Rai Vaticano. Il secondo, dal titolo "Oscar Wilde, l'inquieto che implorava la pietà di Gesù" è di Francesco Agnoli ed è stato pubblicato su La nuova Bussola Quotidiana. Lo pubblichiamo integralmente.OSCAR WILDE BANDIERA GAY? NON PROPRIO...Recentemente, in un talk show radiofonico, un esponente del movimento gay italiano intervistato sulla storia del movimento omosessuale, citava, tra i tanti personaggi del mondo della cultura, dell'arte e della scienza che hanno avuto chiare tendenze omosessuali anche - e con ragione - Oscar Wilde.Di lui, oltre alle doti di scrittore, saggista e commediografo, il nostro intervistato apprezzava soprattutto il coraggio di non aver nascosto la sua "diversità", specialmente nell'Inghilterra del XIX secolo intrisa di perbenismo vittoriano, nonché la sua intelligenza ed il suo sarcasmo tipici - sottolineava - proprio del mondo omosessuale. Insomma - concludeva - una vera bandiera gay contro i troppi bigottismi, specialmente religiosi, di cui propriola Chiesa cattolica è ancora oggi il maggior fautore.Peccato che questa prolusione dimenticasse un piccolo particolare: la "bandiera" dell'orgoglio gay ebbe non solo un pentimento totale riguardo la propria vita, ma concluse i suoi giorni con la conversione alla tanto "vituperata" fede cattolica, tanto da esalare l'ultimo respiro avendo tra le mani un rosario. [...]Poche settimane prima di morire, intervistato da un giornalista del Daily Chronicle, dichiarava tra l'altro: "Buona parte della mia perversione morale è dovuta al fatto che mio padre non mi permise di diventare cattolico. L'aspetto artistico della Chiesa e la fragranza dei suoi insegnamenti mi avrebbero guarito dalle mie degenerazioni". Concludeva quindi in maniera risoluta: "Ho intenzione di esservi accolto al più presto". (Ediz. Rizzoli, 1991).In un celebre aforisma dichiarava tra l'ironico e il feroce che: "La Chiesa cattolica è per i santi ed i peccatori; per le persone rispettabili va benissimo quella anglicana". Riguardo il peccato e il peccatore, merita di riportare quanto scrive, sempre nel "De Profundis": "Il Credo di Cristo non ammette dubbi e che sia il vero Credo io non ho dubbi. Naturalmente il peccatore deve pentirsi. Ma perché? Semplicemente perché altrimenti sarebbe incapace di capire quanto ha fatto. Il momento della contrizione è il momento dell'iniziazione. Di più: è lo strumento con cui muta il proprio passato". […]Forse, prima di definire Oscar Wilde "bandiera" dell'orgoglio gay, bisognerebbe rivedere con onestà intellettuale anche il significato della conversione proprio a quella religione, la cattolica, definita dagli ambienti gay - e non solo - la più oscurantista e retrograda. Alla luce della vita di Oscar Wilde, ci permettiamo di dire che non è così.Fonte: sito Rai Vaticano, 15/12/2011OSCAR WILDE, L'INQUIETO CHE IMPLORAVA LA PIETÀ DI GESÙIl 30 novembre 1900, a Parigi, moriva Oscar Wilde, l'autore de Il ritratto di Dorian Gray. La sua figura è spesso strumentalizzata e incompresa, nella sua profondità e nel suo dramma. Per questo può essere utile ricordare almeno alcune cose. Oscar Wilde nasce a Dublino il 16 ottobre 1854. Come racconta il biografo Francesco Mei, suo padre, sir William, è un medico affermatissimo, che «cambia più spesso le amanti che non le camicie» (Francesco Mei, Oscar Wilde, Rcs, Milano, 2001). Sua madre, Jane, è «portata a trascurare l'andamento della casa, compresa l'educazione morale dei figli».William e Jane sono una coppia "aperta", con tutte le caratteristiche del caso. Quando Oscar nasce, la madre, «che aspettava ardentemente una bambina», resta delusa. Proietta sul figlio, maschio, i suoi desideri: il piccolo Oscar viene vestito da bambina, «agghindato con trine e pizzi» e patisce tanto le imposizioni della madre, quanto l'assenza del padre. Vari biografi mettono in luce come Wilde abbia interiorizzato una figura negativa di padre, e questo gli abbia impedito di sviluppare appieno la sua virilità e il suo senso di paternità: cercherà sempre, in altre figure maschili, il padre che non ha avuto, e sarà, con la moglie e con i figli, il marito infedele e il padre assente che non aveva apprezzato in suo padre.Presto Wilde si distacca dalla famiglia, andando a studiare in collegio, prima al Trinity College di Dublino, poi ad Oxford. Rimanendo per certi aspetti «un eterno fanciullo», incapace di «maturare, almeno sul piano affettivo». Suo padre non è per lui oggetto di ammirazione, anzi Oscar non approva «lo sfrenato libertinaggio del genitore. E non è escluso che proprio per reazione agli eccessi paterni, egli abbia concepito sin dall'adolescenza una sorta di riluttanza a stabilire rapporti impegnativi con le donne». Si sposerà, amerà sua moglie, ma, un po' come il padre, senza mai riuscire a farlo veramente, alternando i rimorsi e il desiderio di tornare da lei, all'insicurezza e alla mutevolezza, ai rapporti fuggevoli e molteplici con donne, uomini e ragazzini.
Dino il miliardinoQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/5496778/advertisement
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7440OSPEDALE CATTOLICO COSTRETTO A UN INTERVENTO TRANSGENDER di J.P. MauroIl giudice ha criticato gli indirizzi del National Catholic Bioethics Center ritenendoli discriminatori nei confronti dei pazienti transgenderUn ospedale che segue le linee guida del National Catholic Bioethics Center (NCBC) si è ritrovato in acque turbolente per aver rifiutato di eseguire un'isterectomia a un individuo transgender. Un giudice distrettuale federale ha stabilito che il rifiuto di rimuovere l'organo, sano, rappresentava una discriminazione sessuale. L'isterectomia era ritenuta necessaria dal medico del paziente per curare la disforia di genere.Secondo The Hill, il caso ha come protagonista Jesse Hammonds, un paziente transgender di 33 anni - biologicamente donna che ha avviato la transizione verso il sesso maschile. L'isterectomia era stata fissata per il 6 gennaio 2023, ma l'intervento è stato cancellato quando il chirurgo è stato informato del fatto che l'obiettivo era il cambio di genere. Le politiche cattoliche dell'ospedale non permettono questo tipo di interventi.Il caso è particolarmente complicato per via del rapporto tra l'ospedale, tecnicamente una struttura pubblica, e la Chiesa. Il St. Joseph Medical Center di Towson (Maryland, Stati Uniti) era originariamente un ospedale cattolico, poi acquisito dallo University of Maryland Health System.National Review indica che le condizioni dell'acquisto richiedevano che l'ospedale operasse sotto la guida delNCBC.Le linee guida includono in particolare due princìpi dell'etica dell'assistenza sanitaria cattolica: uno proibisce la sterilizzazione di un paziente in assenza di una patologia che la renda necessario (ad esempio il cancro), l'altro impedisce la rimozione di un organo sano: "Il cambio di genere di qualsiasi tipo è intrinsecamente disordinato perché non può conformarsi al vero bene della persona umana, che è un'unione di corpo e anima creata in modo inalterabile maschio o femmina. Il cambio di genere non dovrebbe mai essere eseguito, incoraggiato o affermato positivamente come un bene nell'assistenza sanitaria cattolica. Questo include interventi, somministrazione di ormoni cross-sex o di sostanze per bloccare la pubertà, e modifiche sociali o comportamentali".Secondo la CNA, la decisione del giudice del tribunale distrettuale Deborah K. Chasanow ha criticato le linee guida del NCBC ritenendole intrinsecamente discriminatorie. La sentenza ha fatto preoccupare i sostenitori della bioetica cattolica per l'ipotesi che le argomentazioni usate in questo caso possano essere impiegate contro gli ospedali cattolici."Il grande pericolo è che gli ospedali cattolici vengano costretti e legalmente attaccati per il fatto di non offrire interventi transgender", ha dichiarato alla CNA il presidente del NCBC, Joseph Meaney. "In questo caso devono difendersi in tribunale. Devono sostenere i loro diritti alla libertà religiosa e i diritti di coscienza, e questo è ovviamente difficile e molto costoso. Alla fine, potrebbero perfino dover chiudere".Meaney ha sottolineato l'importanza di permettere agli ospedali cattolici di continuare a offrire il proprio servizio in base ai dettami della coscienza e ai diritti di coscienza dei pazienti, e ha suggerito che gli interventi transgender obbligatori potrebbero distruggere l'assistenza sanitaria cattolica.The University of Maryland St. Joseph Medical Center ha affermato che sta analizzando la decisione. Non ha affermato espressamente che ricorrerà in appello, ma ha dichiarato che "mette in discussione molte delle conclusioni raggiunte in questa sentenza".
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7287SMENTITA ANCORA UNA VOLTA LA LEGGENDA NERA DELL'EVANGELIZZAZIONE DELL'AMERICAI missionari spagnoli nelle Americhe furono una benedizione del Signore con buona pace dell'ideologia woke e dell'attivismo stile Black Lives Matterdi Mauro FaverzaniIl ruolo svolto dai missionari spagnoli nelle Americhe? Una benedizione del Signore con buona pace dell'ideologia woke, delle sue teorie false e fuorvianti e dell'attivismo stile Black Lives Matter.È quanto emerso con chiarezza dalla tavola rotonda sul tema «La prima globalizzazione a partire dal Vangelo», svolta nei giorni scorsi dalla facoltà di Teologia dell'Università ecclesiastica «San Damaso» di Madrid. Il prof. Andrés Martínez, docente di Storia della Chiesa presso lo stesso ateneo, non ha dubbi: non si è trattato di «conquista», bensì di opera di «evangelizzazione» di quei territori d'Oltreoceano. Benché dubbi siano stati sollevati circa la genuinità delle intenzioni di re Ferdinando II detto «il Cattolico», mosso, secondo alcuni storici, più da motivi economici che religiosi, «sappiamo con certezza - ha proseguito il docente - come, nella mente di Isabella la Cattolica, vi fosse un progetto sicuramente di evangelizzazione», come si evince da quanto scritto nel suo testamento, dove riconosce pari dignità ai suoi sudditi dalla parte opposta del mondo, nonché dalla bolla di papa Alessandro VI, che dava ai monarchi cattolici diritto di conquista a condizione che evangelizzassero.L'EVANGELIZZAZIONE ERA IL MOTIVO PRINCIPALE«C'è stato chi ha detto che l'evangelizzazione fosse solo una scusa», ha dichiarato la professoressa Maria Saavedra, docente di Storia presso l'Università CEU San Paolo di Madrid, ma non fu così e, francamente, si è detta anche un po' «annoiata» da questa sorta di "leggenda nera", fugata, pur tra luci e ombre, dai buoni e positivi frutti ottenuti proprio grazie alla presenza missionaria spagnola. Quali frutti? I numeri parlano chiaro: mille ospedali, trenta università, un numero incalcolabile di scuole e molte confraternite sono le cifre incontestabili di autentiche e concrete opere di misericordia quotidiana. Secondo la professoressa Saavedra, di fatto, «i sovrani cattolici avviarono per la prima volta nella Storia una vera politica indigenista», riconoscendo subito agli indios lo status di sudditi della Corona di Castiglia. Si stima che, all'epoca, 20 mila missionari spagnoli, tra sacerdoti secolari e religiosi, fecero di tutto per annunciare Cristo ovunque, rispettando sempre la popolazione locale, le sue tradizioni ed il suo patrimonio linguistico e culturale, mai eliminato ma sempre documentato e, ad oggi, conservato proprio grazie al materiale prezioso raccolto dagli uomini di Chiesa, il che ha consentito il sorgere e lo svilupparsi della scienza etnografica. «Non vi fu alcun etnocidio - ha proseguito la professoressa Saavedra - in quanto le realtà culturali non sono state cancellate. Si è verificato un processo di transculturazione, durante il quale i cattolici hanno accettato e valorizzato il buono di quelle culture, rifiutando solo quanto risultasse incompatibile col Vangelo, come il cannibalismo o la magia» oppure i sacrifici umani. Non a caso l'America plasmata dagli spagnoli è la sola area del Continente a vantare ancora oggi una popolazione a maggioranza indigena o meticcia, altro che sterminio!L'IDEOLOGIA WOKE E I MOVIMENTI INDIGENISTILa professoressa Pilar Gordillo, storica dell'arte e delegata per fede e cultura dell'Arcidiocesi di Toledo, ha evidenziato come l'ideologia Woke si opponga per principio a tutto quanto sia stato fatto dalla "cultura bianca", diffamandola ed accusandola persino di aver distrutto le culture indigene, il che è totalmente falso, come mostrano i documenti originali dell'epoca, che comprovano come i pochi eccessi siano stati puniti in modo esemplare. Scontri si sono avuti da entrambe le parti, ma, in generale, si può dire che vi sia stato un sostanziale rispetto per la dignità degli indigeni, rispetto confluito poi nella celebrazione di matrimoni misti e nella liberazione di gruppi etnici sottomessi da altre tribù più aggressive e violente. «Dobbiamo essere orgogliosi del lavoro svolto dalla Spagna», ha commentato la professoressa Gordillo. Sulla stessa linea anche il prof. José María Calderón, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie e direttore della cattedra di Missiologia presso l'Università Ecclesiastica San Damaso: «Vogliamo mostrare la verità - ha detto - in modo che certe dottrine non continuino ad essere diffuse». Per questo ha annunciato di voler impegnare l'intero anno accademico ad approfondire la storia dell'evangelizzazione e l'attività missionaria svolta dalla Chiesa in America. Un proposito più che opportuno per almeno due motivi. Il primo consiste nel mostrare quante ostinate faziosità ed odiose menzogne siano state volutamente propalate per motivi ideologici da una letteratura antispagnola ed anticattolica, iniziata nel Cinquecento negli ambienti protestanti ed ancora oggi alimentata e diffusa tramite movimenti indigenisti, ecologisti, neomarxisti, terzomondisti, pauperisti, nonché dai cosiddetti cattolici progressisti. Il secondo motivo consiste, invece, in positivo, nel far conoscere il patrimonio di opere concrete, realizzate da conquistadores e missionari: dalle case alle chiese, dall'agricoltura all'allevamento, dall'artigianato alle opere di carità, dagli ospedali alle università, dall'arte all'architettura, tutto a beneficio soprattutto delle popolazioni locali in una felice sintesi tra culture sotto l'egida di una comune fede. Checché ne dicano i detrattori...
Dopo quarant'anni dalla scomparsa è stata riaperta l'indagine su Emanuela Orlandi, l'unica cittadina vaticana che sia mai stata rapita. Ecco cosa sappiamo…
Il feretro del papa emerito rimarrà esposto nella Basilica di San Pietro fino a mercoledì. Papa Francesco celebrerà i funerali giovedì mattina.
Il ruolo svolto dai missionari spagnoli nelle Americhe? Una benedizione del Signore con buona pace dell'ideologia woke, delle sue teorie false e fuorvianti e dell'attivismo stile Black Lives Matter.È quanto emerso con chiarezza dalla tavola rotonda sul tema «La prima globalizzazione a partire dal Vangelo», svolta nei giorni scorsi dalla facoltà di Teologia dell'Università ecclesiastica «San Damaso» di Madrid. Il prof. Andrés Martínez, docente di Storia della Chiesa presso lo stesso ateneo, non ha dubbi: non si è trattato di «conquista», bensì di opera di «evangelizzazione» di quei territori d'Oltreoceano. Benché dubbi siano stati sollevati circa la genuinità delle intenzioni di re Ferdinando II detto «il Cattolico», mosso, secondo alcuni storici, più da motivi economici che religiosi, «sappiamo con certezza – ha proseguito il docente – come, nella mente di Isabella la Cattolica, vi fosse un progetto sicuramente di evangelizzazione», come si evince da quanto scritto nel suo testamento, dove riconosce pari dignità ai suoi sudditi dalla parte opposta del mondo, nonché dalla bolla di papa Alessandro VI, che dava ai monarchi cattolici diritto di conquista a condizione che evangelizzassero.
Ascoltiamo l'Omelia di Don Stefano Buttinoni, AE in Agesci, durante la IIa Domenica di Avvento nel Rito Ambrosiano (https://www.chiesadimilano.it/almanacco/letture-rito-ambrosiano/lra-anno-a-2022-2023/ii-domenica-di-avvento-10-1026817.html - Anno A Matteo), in occasione della Partenza di due Scolte.Buona Strada a loro e a lui ed a noi tutti!---Andate al Din Don Cafè su YouTube: https://www.youtube.com/c/stefanobuttinonie Navigate fra Parole Buone: http://www.parolebuone.it/ anche su Telegram: https://t.me/parolebuone
Chi non ha sin dall'infanzia i più dolci e puri ricordi della celebrazione della Messa, anche se vi ha assistito solo in una povera chiesa di villaggio! E questa attrazione magnetica non è di oggi, né di ieri, né morirà forse domani. Non è il potere fittizio della novità. Più di quindici secoli fa, il Santo Sacrificio ha attirato i nostri antenati attorno all'altare con un potere che ha vinto tutti i terrori della persecuzione, che spesso irrompeva nella pacifica celebrazione della Santa Messa. S. Dionigi di Alessandria, che visse nel terzo secolo, così racconta: “Pur se cacciati e perseguitati da tutti, anche allora non abbiamo omesso la celebrazione del Santo Sacrificio. In ogni luogo, ovunque ci trovassimo, strappati gli uni dagli altri, sopportando le nostre numerose prove, il campo, il deserto, la nave, le tane degli animali ci servivano come templi per la celebrazione del Santo Sacrificio”.
Lorenzo Fontana è il nuovo presidente della Camera. Cattolico integralista, omofobo, sostenitore di Vladiimr Putin, l'esponente leghista ha una lunga storia di impegno contro la comunità Lgbt, le famiglie arcobaleno e gli omosessuali e in difesa della famiglia tradizionale. Valori ultraconservatori che condivide con il presidente russo. Ne parliamo in questa puntata con Giovanni Savino, docente universitario e con Giovanni Tizian, giornalista del quotidiano Domani.
Il primo, vale a dire gli Ordini minori, responsabilizza il chierico con una partecipazione più remota alservizio dell'altare; mentre il suddiaconato e il diaconato hanno rapporti più stretti con il SantoSacrificio e permettono un'assistenza più stretta nella sua celebrazione. Il sacerdote possiede ilpotere di trasformare il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo, cioè di celebrare il Sacrificiodella Nuova Alleanza, che gli conferisce una dignità indescrivibilmente sublime. Infine, il vescovo èelevato ed esaltato al di sopra del semplice sacerdote, in quanto egli possiede questo potere celestedel sacrificio non solo per se stesso, ma anche per comunicarlo agli altri, e propagarlo conl'ordinazione sacramentale dei sacerdoti.3. Il Sacrificio Eucaristico, quindi, è l'anima o la vita dell'intero culto divino, il sole cheillumina tutte le celebrazioni religiose, il cuore che dà impulso a tutto il culto sacramentale, lasorgente di tutta la vita ecclesiastica di grazia – in breve, è il centro della Liturgia cattolica. Se laLiturgia cattolica è un torrente possente, con le sue dolci acque salutari che purificano, santificano,vivificano, fruttificano, abbelliscono, trasformano, inondano l'intera Chiesa, tutto questo è dovuto allasanta fonte della Messa, che non smette di fluire sull'altare e di diffondere il vigore della vita in tutte lemembra del corpo mistico di Cristo. Ogni grazia, ogni consacrazione, ogni benedizione esce dalprofondo del Sacrificio di Cristo. Sotto l'influenza della luce e del calore celeste che irradiano dinuovo ogni giorno da quel sole di grazia, il Sacrificio Eucaristico, tutta la creazione tende al suocompimento finale e alla sua trasfigurazione eterna.Il Sacrificio della Messa è e rimane il centro della Religione cristiana, il sole degli esercizispirituali, il cuore della devozione e l'anima della pietà. Da qui "quel potere sempre nuovo, infallibile,con cui il Santo Sacrificio della Messa attira tutti i Cuori cattolici e riunisce le Nazioni cattolicheintorno ai suoi altari. Già prima dell'alba, prima che le luci del mattino entrino nelle nostre chiese, lecampane suonano il loro richiamo al Santo Sacrificio; e presto, qua e là, una luce appare alla finestra;sopra la neve fresca i passi si stanno affrettando verso la casa di Dio, mentre la luna guarda ancoragiù dal cielo.“Felice si alza all'alba chi si sforza per ciò che è buono”! Ovunque la Santa Messa conserva questopotere magnetico di attrazione, se celebrata tra le pareti di marmo di San Pietro a Roma, in splendidiparamenti, in mezzo a migliaia di luci brillanti, circondata dai capolavori dell'arte cristiana e ornatacon la sua veste festiva più bella di fiori e boccioli; o se celebrata senza sfarzo in una povera tettoia dilegno, o sotto una copertuta di rami di alberi, eretta dalle mani dei nuovi convertiti intorno almissionario che celebra i santi misteri; – una prova evidente che i Cattolici non adorano la parteesteriore, ma la sostanza, e che non è il fascino dello sfarzo religioso che li attrae ma la realtà.
Quindi, mentre il Sacrificio di Cristo è la fonte di tutte le benedizioni della redenzione, i Sacramenti e i Sacramentali dovrebbero essere considerati come ruscelli e rivoli che trasmettono le benedizioni inesauribili di quel Sacrificio a tutti coloro che sono ben disposti. Questa connessione dei mezzi sacramentali di salvezza con la Santa Messa viene espressa e sancita in vari modi nella liturgia della Chiesa. Durante l'ordinazione dei sacerdoti, la Chiesa dice: Sacerdotem oportet offerre, benedicere, baptizare... – "Spetta al sacerdote offrire il Sacrificio, benedire, battezzare...” e durante la consacrazione dei Vescovi: Episcopum oportet ... consecrare, offerre... – "Spetta al vescovo consacrare, offrire sacrificio”.
Anche i Sacramentali sono mezzi di salvezza, ma in senso più debole e in modoessenzialmente diverso dai Sacramenti. I Sacramentali sono stati istituiti dalla Chiesa. Comeistituzione divina di salvezza, la Chiesa ha ricevuto da Cristo la missione e il potere di impartire inpiena misura non solo all'uomo, ma anche alla natura le benedizioni della redenzione, e di fare nuovetutte le cose. Sappiamo che in conseguenza del peccato l'intera creazione è in lutto e miseria,asservita e suscettibile di perire – e, quindi, desidera essere liberata dalla schiavitù della corruzione e,insieme ai figli di Dio, essere glorificata nella libertà (Rm 8, 19).
Il Sacrificio Eucaristico è realmente un mezzo di salvezza; perché ha un grande potere di allontanare da noi ogni male e di procurarci tutti i beni, tutti i tipi di benefici e benedizioni. La Messa riconcilia la giustizia di Dio e ci conduce al tesoro delle grazie, con le quali siamo disposti degnamente a ricevere i Sacramenti e ad ottenere le grazie sacramentali. In tal modo il Sacrificio Eucaristico tende al possesso, all'aumento ed alla conservazione della grazia sacramentale; ma in quale misura tutto ciò ha la sua origine nel Santo Sacrificio? La principale benedizione della grazia è contenuta nei santi Sacramenti. I Sacramenti sono "stelle che illuminano il firmamento dell'umanità caduta, sorgenti nel deserto del pellegrinaggio della vita, miracoli dell'amore di Dio, misericordie di Gesù Cristo". Essi ottengono quelle grazie che corrispondono e alleviano le costanti necessità generali della vita cristiana. La loro efficacia consiste essenzialmente nel togliere la maledizione del peccato e nell'infondere nell'anima la grazia della santificazione. Sono stati istituiti da Gesù Cristo per produrre e risvegliare, preservare e rafforzare, guarire e ripristinare, aumentare e perfezionare la vita soprannaturale dell'anima, quella vita mistica di grazia dei figli di Dio.
Sull'altare tutti i raggi della verità e della grazia celeste si incontrano come in un fuoco: chi può avvicinarsi a questo focolare incandescente, senza essere infiammato di ardente devozione e di fervente amore di Dio? L'altare sul quale il Dio-Uomo giorno dopo giorno si offre davanti ai nostri occhi e mediante le nostre mani, è il focolare sacro dove vengono accesi e infiammati la fede, la speranza e l'amore, dove viene animato lo spirito di preghiera e la devozione è suscitata e ascende al Cielo stesso. Nella legge antica (Lv 6, 12) Dio ha detto: "Il fuoco sull'altare deve sempre bruciare". Ma in realtà è sui nostri altari che Dio ha acceso un fuoco che non si spegnerà mai. Tutti i misteri e le verità nascosti nel Sacrificio della Messa e che, dall'altare, attraggono il cuore con una forza meravigliosa, richiamano lo spirito e le parole della preghiera. È difficile elevarsi al Cielo col pensiero, elevare la nostra mente a Dio, sebbene la terra ci trascina sempre verso il basso come un peso di piombo, quando nella Messa il Cielo scende a noi, quando il nostro Dio e Redentore sta davanti a noi, umilmente velato sotto le apparenze del pane e del vino? Cristo scende sotto le apparenze di cibo materiale, al quale sono rivolti i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni, e dai quali Egli può distoglierci silenziosamente e delicatamente, e sollevare i nostri cuori verso il cielo. Siamo in un meraviglioso mondo dei misteri, dove sotto l'ombra di esotiche apparenze cresce la Manna della vita eterna e scorrono le acque della salvezza. Il Nostro Signore e Salvatore è lì in attesa del tributo della nostra adorazione. Ecco! La Chiesa eleva in alto la Croce del Redentore, gridando a noi: "Voi siete poveri peccatori, del tutto privi di onore davanti a Dio", e ci indica la mano vendicatrice della giustizia innalzata sopra la nostra vita e i nostri peccati. Poi ci battiamo il petto; la nostra coscienza si sveglia, ci accusa e ci condanna, così che esclamiamo: per mia colpa! E chiniamo il capo sotto il peso dei rimproveri e delle accuse dei nostri pensieri.
Durante la celebrazione della Messa diciamo: "Ecco, o Padre Celeste, a Te dobbiamo infinita lode a causa della Tua infinita maestà; per le Tue innumerevoli grazie e benefici, Ti dobbiamo infinite grazie; per le innumerevoli offese che abbiamo commesso contro di Te, Ti dobbiamo espiazione infinita; e a causa dei nostri molteplici bisogni e pericoli, Ti dobbiamo il tributo della nostra umile supplica; ma tutti i nostri atti di lode, di ringraziamento, di espiazione e di supplica, come sono miserabili e indegni di essere offerti a Te! Pur li uniamo al Sacrificio di lode, ringraziamento, propiziazione e petizione del Tuo Figlio Gesù Cristo, infinitamente gradito a Te, col quale li offriamo a Te, implorandoTi che per amor Suo accetti con grazia questo nostro indegno omaggio, con tutto ciò che siamo e che abbiamo, e sii misericordioso e propizio a noi!" Poiché nel Sacrificio Eucaristico sono misticamente rappresentate la storia divina del Redentore e della Sua redenzione, la Santa Messa ha la precedenza anche nelle feste ecclesiastiche. Ciò che rappresenta il sole nei cieli per tutta la natura, spargendo luce e diffondendo calore, il Sacrificio Eucaristico lo è nella casa di Dio, abbellendo e adornando ogni sua festa con celestiale splendore. Perciò la Chiesa di Cristo celebra i misteri della grazia mediante il Sacrificio Eucaristico, al quale i fedeli uniscono i loro atti di adorazione, lode, ringraziamento, petizione, amore e ammirazione. Allo stesso modo celebriamo i misteri, i privilegi, le grazie, le virtù, le glorie, la potenza e la bontà della Vergine Madre di Dio attraverso il Santo Sacrificio della Messa. E in che modo celebriamo degnamente l'annuale commemorazione dei Santi? Offrendo il Sacrificio Eucaristico per lodare e ringraziare Dio, perché Egli è meraviglioso nei Suoi Santi, in quanto li ha adornati con la più grande
2. L'opera di redenzione compiuta da Cristo sulla Croce è sempre inclusa in modo vivo e misticamente rappresentata nel Sacrificio Eucaristico, per rendere il dovuto onore e adorazione a Dio, e applicare all'uomo tutti i benefici e le benedizioni della redenzione. Da ciò consegue che il Sacrificio Eucaristico deve essere il centro, il cuore e l'anima di tutta la liturgia, cioè, del culto divino e della dispensazione della grazia. L'oggetto principale dell'attività liturgica e dell'efficacia della Chiesa consiste nel rendere a Dio nel più alto onore ogni adorazione e gloria, e ottenere per l'uomo sulla terra la riconciliazione, la remissione dei peccati e la santificazione. Nella liturgia la lode e il ringraziamento salgono al cielo, la benedizione e la grazia scendono sulla terra; nella liturgia l'uomo si eleva a Dio e Dio scende agli uomini. La liturgia quotidianamente procura e mantiene la relazione soprannaturale, il rapporto reciproco, la comunione mistica di vita e di amore tra Cielo e terra, tra Dio e gli uomini. Il predetto obiettivo viene perfettamente raggiunto nella celebrazione della Messa, – che eccelle ed eclissa tutti gli altri atti di adorazione. Questi atti sono numerosi e molteplici; perché nel suo culto liturgico la Chiesa ha sempre donato i suoi tesori celesti di grazia, in forma più bella e con una mano più generosa ed ha rivelato esteriormente la sua pienezza interiore di vita più pienamente e universalmente.
B) L'opera della redenzione considerata storicamente, cioè, nel suo benevolo inizio, nel suo progresso benedetto e nel suo glorioso compimento, è anche in questo aspetto rappresentata nel Sacrificio Eucaristico, perché essoè un memoriale vivente di tutte le meraviglie e i misteri che l'amore redentore del Dio trino ha operato per la salvezza dell'uomo. Memoriam fecit mirabilium suorum, misericors et miserator Dominus; escam dedit timentibus se (Sal 110, 4 - 5). I misteri gioiosi e gloriosi dell'Incarnazione, vita, morte e gloria del Salvatore del mondo sono posti dinanzi agli occhi della fede nella celebrazione della Messa. Alla presenza del Signore sull'altare, nell'incruento Sacrificio della Messa, si possono applicare le parole del profeta: Ecce Salvator tuus venit: ecce merces ejus cum eo, et opus ejus coram illo. – "Ecco viene il tuo Salvatore: ecco la Sua ricompensa è con Lui, e la Sua opera prima di Lui" (Is 62, 11). Sì, l'Uomo-Dio viene sull'altare per sacrificare Se stesso per noi; ma dove Egli è presente, appare anche l'opera e il prezzo della redenzione da Lui compiuta; – con Lui sono inseparabilmente unite.
Resta ancora da spiegare almeno brevemente la posizione centrale e il significato fondamentale relativo al Santo Sacrificio della Messa nella Chiesa Cattolica, istituito per la salvezza delle anime. Di qui si vedrà che è di vitale importanza per la vita stessa e l'attività della Chiesa. 1. La Chiesa cattolica è il grande istituto di salvezza, fondato da Cristo per il mondo intero e per tutti i tempi: come tale, in tutte le epoche ha il sublime missione ed il compito di continuare e realizzare l'opera della redenzione di Cristo mediante la conversione e la salvezza di tutte le nazioni. Dio vuole che tutti gli uomini per mezzo della Chiesa e nella Chiesa ricevano la luce celeste e la vita, e giungano alla conoscenza della verità e siano salvati (I Tim 2, 4). Per questo fine il Signore è e rimane con la Sua Chiesa; in lei vive e agisce tutti i giorni fino alla fine del mondo. Nella verità sacramentale e nella realtà l'Uomo-Dio continua sempre la Sua mediazione sulla terra mediante il ministero della Sua Chiesa. Come ha redento l'umanità soprattutto attraverso il sacrificio cruento della Croce, così Egli compie l'opera di redenzione nella Sua Chiesa principalmente mediante il sacrificio incruento dell'Altare, dal momento che è la rappresentazione essenziale e mistica della rinnovazione del Sacrificio della Croce che ha redento il mondo.
26/07/21 --- Send in a voice message: https://anchor.fm/jlio4/message
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7093UN MUSULMANO UCCIDE UN CATTOLICO BIANCO, MA NON SI PUO' DIRE di Lorenza FormicolaIl 27 maggio, un dispaccio dell'Agence France-Presse annunciava la morte di un "tale gravemente ferito perché accoltellato davanti alla scuola dei suoi figli, a Marsiglia". L'Afp specificava che la vittima era un medico militare, che l'aggressore era "di nazionalità francese" e che pare avesse agito "in nome di Dio", aggiungendo che "l'ipotesi terroristica era stata esclusa dagli inquirenti" e che "l'uomo soffriva solo di disturbi psicologici". Compreso il messaggio di cordoglio del ministro delle Forze Armate e del Sindaco di Marsiglia, l'agenzia aveva speso 225 parole per raccontare l'omicidio. Pochi giorni dopo, sempre l'Afp raccontava una rissa tra cicogne e dell'intensa emozione che la cosa aveva suscitato sui social. Per il cicognicidio erano state dedicate 352 parole. Una cicogna fa più notizia di un padre di famiglia assassinato in nome di Allah.Se, infatti, Alban Gervaise è un nome che non ti dirà nulla, è perché come Samuel Paty, Jacques Hamel o Arnaud Beltrame questo medico militare è una delle troppe vittime del terrorismo islamico che funesta l'Europa, ed in particolare la Francia, ma di cui non si può, non si deve parlare. Tant'è che le agenzie di stampa francesi non hanno voluto diffondere i dettagli di quello che è terrorismo islamico a tutti gli effetti. Gervaise era un medico di quarant'anni, era andato a prendere due dei suoi tre figli - uno di 3 e l'altro di 7 anni - alla scuola privata cattolica Sévigné, a Marsiglia. Aspettava seduto su una panchina, quando ad un tratto Mohamed L., 23 anni, ha iniziato ad accoltellarlo in petto al grido di "Allahu Akbar".Alban Gervaise era colpevole di essere un cattolico bianco in una città dove i cattolici sono sempre meno vista l'imperante l'islamizzazione. E ha dovuto scontare anche il fatto di essere accoltellato nel bel mezzo della campagna elettorale per le legislative francesi: ecco perché il caso è stato insabbiato e, dai media alla politica, è stata imposta una coltre di silenzio. Ancora un'aggressione islamica avrebbe disturbato troppe narrazioni e magari influenzato qualche voto. Dieci coltellate in petto e alla gola, per morire davanti a dei bambini e ai propri figli, perché lo vuole Maometto, non sono una notizia per la Francia di Macron.L'ASSASSINO: IMMIGRATO DI SECONDA GENERAZIONEMohamed L., 23 anni, nato a Brignoles (Provenza-Alpi-Costa Azzurra), immigrato di seconda generazione, e che in Francia aveva trovato il modo per radicalizzarsi, era già noto alla polizia, ma non all'intelligence territoriale. E quando Mohamed ha accoltellato il medico militare, non s'è risparmiato dal spiegare a tutti che stava agendo in nome di Allah, e di voler semplicemente punire gli "infedeli". Né titoli, né prime pagine, né conferenze stampa, né visite di Stato per un cattolico ucciso da un musulmano. Con la notevole eccezione de L'Union, quotidiano dell'Ardenne, che il 31 maggio ha pubblicato un editoriale intitolato "Alban Gervaise, un nome che per te non significa niente", indignandosi per il trattamento mediatico riservato all'assassinio. Anche Le Figaro ha provato ad occuparsi del caso, ma se la politica ignora e non condanna, è normale che le notizie spariscono in un amen. "Vorrei capire perché il barbaro omicidio del nostro collega, Alban Gervaise, è stato così poco considerato dalla stampa", dice un alto ufficiale dell'esercito parigino. "Perché era un soldato? Per ideologia o per negare la realtà? Ci poniamo la stessa domanda. E vogliamo una risposta perché questo silenzio mediatico è come una seconda morte".Solo Julien Dray, ex deputato socialista che ha appena lanciato il suo movimento, Reinvent!, ha osato affermare pubblicamente che "volevamo nascondere le cose", chiedendosi se questo tipo di atteggiamento è dipeso dal "dalla stampa locale, che non ha voluto dare i primi elementi che aveva, o da autorità e magistratura che si sono risparmiate i dettagli". Neanche il fatto che dei bambini abbiano dovuto assistere al massacro del padre, ha commosso la Francia. Sono finiti i giorni in cui, di fronte a tragedie di questo tipo, un Presidente della Repubblica riceveva sistematicamente i parenti delle vittime al Palazzo dell'Eliseo per manifestare la sua compassione e solidarietà nazionale. Sono finiti i tempi della condanna plateale al terrorismo islamico.44 MILA VITTIME DI ACCOLTELLAMENTIDopo le sanguinose tragedie dell'affaire Mehra, Charlie Hebdo e il negozio kosher di Porte de Vincennes, Bataclan, Nizza, Saint-Etienne de Rouvray, tanti altri, il fenomeno a cui assistiamo non è semplicemente di una banalizzazione del male, ma dell'islamismo. Secondo lo studio del 2020 dell'Osservatorio nazionale della delinquenza e delle risposte criminali (ONDRP), tra il 2015 e il 2017, in Francia sono state registrate 44 mila vittime di accoltellamenti, ovvero più di 120 al giorno: epidemia di crimini da coltello importata dalla Gran Bretagna e che ha nei musulmani gli attori protagonisti. La Francia ha contato, per dieci anni, più di 250 vittime del terrorismo islamista. E il fatto che l'omicidio del medico cattolico non rientri nel terrorismo è perché i criteri utilizzati dai media, e della politica interna, sono incapaci - o si rifiutano! - di inquadrare la realtà dei fatti.Tutti gli studi sul jihadismo europeo hanno dimostrato che l'esistenza o meno di una sigla poco importa. Il modus operandi pensato dal al-Qaeda, e po' più estraneo a Daesh, lavora alla radicalizzazione puntando sulle carceri e sui centri islamici. Legando insieme imam, fedeli e jihadisti già formati si fa proselitismo a scopo di islamizzare l'Occidente che necessita di essere ripulito da "infedeli", i cristiani e i bianchi. La minaccia è mutata nel corso del tempo, poiché dagli attacchi relativamente complessi e spettacolari di qualche anno fa, siamo arrivati a metodi decisamente meno sofisticati (coltello, attentati con autoveicoli e speronamento, incendi) che inoltre sono molto più difficili da prevenire per le forze di sicurezza.I cosiddetti "attentati a bassa capacità", gli ordigni esplosivi improvvisati (IED), gli attentati con veicoli presi in affitto o rubati, i furgoni, i crimini da coltello e, più in generale, le aggressioni con armi leggere, fanno da corollario ad un teorema che ci spiega come poco importa se il "Califfato" sia in forma o meno: il credo jihadista si è così tanto radicalizzato in Occidente che individui e piccole cellule sono pronti a colpire senza alcun coordinamento con la cellula madre. L'islam, che ha in sé le caratteristiche proprie di un progetto politico, è privo di un'autorità con cui negoziare a nome di tutta la comunità religiosa, pertanto i suoi discepoli agiscono anche liberamente in nome di un'ideale a cui sono stati educati fin da bambini.EUROPA SOTTO MINACCIAIl terrorismo islamico è ibrido. E le sue piccole cellule, dimostrano, come i recenti fatti francesi, di avere piena conoscenza del terreno in cui operano: ricorrono alla strategia del raid muovendosi in piccoli gruppi e usano armi leggere, per colpire e ritirarsi immediatamente senza permettere una risposta efficace e senza trasformarsi in un obiettivo statico. Spesso queste azioni potrebbero apparire disorganizzate e di basso profilo, ma sono l'effetto di una strategia più articolata che mira a indebolire la presa del governo sulla popolazione. L'omicidio del medico cattolico né è la prova: se i media e la politica si dimostrano esautorati e vittime di un politicamente corretto che impone il silenzio, chi avrà paura di uccidere ancora in nome di Allah e di non sentirsi conquistatore d'Europa?Quattro dei dieci lupi solitari che hanno agito nella Ue, negli ultimi due anni, erano in possesso della cittadinanza europea. Cinque di loro erano entrati nell'Ue come richiedenti asilo o migranti irregolari; in quattro casi, si trattava di soggetti entrati nell'Ue diversi anni prima di portare a termine il loro attacco. Ciò dimostra la necessità di un maggiore controllo sui flussi migratori, ma anche della pervasività della minaccia jihadista in Europa: nel 2020 nell'Unione Europea sono stati compiuti 10 attacchi terroristici (senza contare quelli sventati e/o falliti), con un totale di 12 morti e 47 feriti. Quello che è accaduto a Marsiglia è drammatico e deplorevole. Specie per il silenzio che ha coperto i fatti. Ma è difficile restarne stupiti poi troppo.Dal 2005 le banlieue di Parigi sono comparse sulle prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo: grandi quartieri periferici con un'alta densità demografica di musulmani, molti dei quali radicalizzati che si moltiplicano per numero e densità. Per intenderci, basta pensare alla banlieue di Saint-Denis, nascondiglio dei terroristi del 13 novembre 2015.A Marsiglia dei circa 850 mila abitanti, il 45 per cento dei cittadini sotto i 30 anni è di fede musulmana e le proiezioni da qui ai prossimi 40 anni sono drammatiche. È la città con la più alta percentuale di fedeli musulmani di tutta la Francia. Con molti problemi di disoccupazione giovanile e povertà, secondo alcune statistiche, Marsiglia potrebbe diventare la prima città a maggioranza musulmana dell'Europa occidentale. Come può non accadere, quindi, che un bianco cattolico non disturbi un fedele di Allah? Ma come può accadere che nessuno ne parli, quello sì che inquieta, forse, ancor di più.
Il podcast di Alessandro Barbero: Lezioni e Conferenze di Storia
«Salito al trono dopo la disfatta di Novara, rifiutò di abolire lo Statuto, incoraggiando il governo “a picchiare egualmente sui rossi come sui neri”. Quando si accorse che con la legge elettorale vigente, per cui votavano solo i borghesi e non i contadini, vinceva la sinistra, minacciò: “darò il suffragio universale e andrò io stesso a parlare agli elettori”. Cattolico devoto, non ebbe paura di varare le leggi Siccardi, che eliminavano i privilegi del clero, e di far arrestare l'arcivescovo di Torino, che aveva invitato i cattolici a disobbedire alla legge. Diventato il primo re d'Italia, sposò in seconde nozze la sua amante, la “bella Rosina” analfabeta, figlia di un sergente, scappando appena possibile dal Quirinale per starsene in pantofole con lei.»Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Vittorio Emanuele II per il ciclo “Pensare l'Italia”Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
Alessandro Barbero al Festival della Mente: Lezioni e Conferenze di Storia
«Salito al trono dopo la disfatta di Novara, rifiutò di abolire lo Statuto, incoraggiando il governo “a picchiare egualmente sui rossi come sui neri”. Quando si accorse che con la legge elettorale vigente, per cui votavano solo i borghesi e non i contadini, vinceva la sinistra, minacciò: “darò il suffragio universale e andrò io stesso a parlare agli elettori”. Cattolico devoto, non ebbe paura di varare le leggi Siccardi, che eliminavano i privilegi del clero, e di far arrestare l'arcivescovo di Torino, che aveva invitato i cattolici a disobbedire alla legge. Diventato il primo re d'Italia, sposò in seconde nozze la sua amante, la “bella Rosina” analfabeta, figlia di un sergente, scappando appena possibile dal Quirinale per starsene in pantofole con lei.»Dal Festival della Mente 2010 di Sarzana, il prof. Barbero racconta Vittorio Emanuele II per il ciclo “Pensare l'Italia”Festival Della Mente: https://festivaldellamente.itCommunity & Palco del Mercoledì: https://barberopodcast.it/communityTwitter: https://twitter.com/barberopodcastFacebook: https://facebook.com/barberopodcastInstagram: https://instagram.com/barberopodcastGeorge Street Shuffle by Kevin MacLeodLink: https://incompetech.filmmusic.io/song/3800-george-street-shuffleLicense: http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7039IL CATTOLICO CONTRADDITTORIO, UNA RELIGIONE PERSONALIZZABILE A PROPRIO USO E CONSUMO di Piefrancesco NardiniUna delle più diffuse problematiche degli ultimi anni è la convinzione di moltissimi che si possa aderire solo a quel che piace della fede cattolica.Il Cristianesimo è sempre più visto come qualcosa di personalizzabile, di modificabile nei modi che più piacciono. Il divorzio? "Non devo decidere per gli altri". Non mi sta bene la Confessione? Non è necessaria, "parlo direttamente con Dio".In molte di queste situazioni c'è spesso di mezzo la comodità e/o la necessità di giustificare qualcosa della propria vita: chi ha divorziato, per orgoglio o per altro, dirà che non è peccato; chi non ha voglia di andare in chiesa a confessarsi o non vuole "umiliarsi" di fronte a un confessore, dirà che basta pentirsi internamente.Di solito, a sostegno di questo, mettono spesso di mezzo Cristo: "dove sta scritto che Gesù ha condannato il divorzio?", "non è vero che Gesù ha voluto la Confessione".Ovviamente sono affermazioni senza reali appigli scritturali. Il problema vero semmai è che trovano la sponda in molti documenti e dichiarazioni della Chiesa postconciliare che lasciano la possibilità di equivocare.LA SINDROME DA CONTRADDITTORIOPer sintetizzare, chi scrive chiama questo fenomeno "sindrome da contraddittorio".Il contraddittorio è una «discussione pubblica fra due persone che sostengono e difendono opinioni contrarie» (Treccano online). In parole semplici è un dire la propria su qualcosa in un dialogo.La "sindrome da contraddittorio" è dunque la libertà, di un numero sempre più grande di persone, di mettersi a tavolino con Dio come fosse la discussione e la trattativa che precede la stesura di un contratto. Ci si immagina la scena: Nostro Signore e il contraddittore di turno ai capi di un tavolo, con il secondo a dire "perché la Confessione così e non cosà?", "il divorzio è meglio facoltativo o caso per caso"... Sembra un'esagerazione o una immagine da fantareligione, ma alla fine dei conti chi ha l'atteggiamento suddetto questo fa...Quando chi scrive si trova a parlare con qualcuno che ha questa "sindrome", molto spesso cita San Paolo: «O uomo, chi sei tu, da entrare in discussione con Dio? Dirà forse il caso di terra al vasaio: perché mi hai fatto così? Non è dunque il vasaio padrone della creta, per far della medesima pasta un vaso per uso onorevole, un altro per uso vile?» (Romani 9, 20-21).L'Apostolo delle genti con 11 parole mette queste persone di fronte al paradosso in cui si sono messe.«O uomo, chi sei tu, da entrare in discussione con Dio?». Tu che sei solo una creatura, invece di ringraziare Chi ti ha creato gratuitamente, per puro amore, senza necessità di doverlo fare, ti metti a contestare quel che Lui ha fatto? Allora ... potrebbe esser criticato anche l'aver creato l'uomo, quindi anche te che critichi!Il Sales nel suo commento (versione italiana Martini) a questo passo così interpreta: «O uomo, pieno di ignoranza, di miseria e di peccato, che quanto di bene possiedi tutto hai ricevuto da Dio, chi credi tu di essere da voler misurare con la tua mente la sapienza di Dio?».L'UOMO AL LIVELLO DI DIOCon la "sindrome del contraddittorio" l'uomo si mette al livello di Dio, si ritiene tale da poter contrattare con Lui. È sempre il solito motivo: l'uomo si fa Dio.Con le due domande successive San Paolo approfondisce ancora meglio con una comparazione tipica della Sacra Scrittura. Evidenzia come il rapporto Dio-uomo, Creatore-creatura, non sia paritetico. E non potrebbe essere diversamente.Se un vaso non ha facoltà di dire al vasaio "perché mi hai fatto così o per questi usi?", men che meno può l'uomo (creatura, vaso) decidere a tavolino con Dio (Creatore, vasaio) se e cosa accettare di quel che Lui gli ha dato e che Lui ha voluto. L'unica facoltà che l'uomo ha è quella di ringraziare tutti i giorni di esser stato creato e di tutto quel che di buono, bello e santo ha nella sua vita.Siamo sempre lì.Quel che gli uomini ritengono normale nei rapporti con gli altri, non lo ritengono necessario nel rapporto con Dio. In questo modo non si mette Dio addirittura al di sotto dell'uomo nella scala dei valori? Se quel che ritengo importante e necessario con un altro uomo non lo ritengo importante e necessario con Dio, non ho messo Dio non al livello dell'uomo, ma addirittura sotto?Quando si riceve un dono da qualcuno, ci si sente in dovere di ringraziarlo e non certo in diritto di criticarlo o di storcere il naso. Anche se il dono non piace, ci si sente in dovere di mostrare comunque gratitudine e gioia per quanto regalato. Questo avviene per la gratuità della cosa, per il gesto di affetto che il dono manifesta. E anche per convenzione, direi.Non ci si sente però in dovere di ringraziare Dio per il dono più importante di tutti, la vita, e le cose belle che in questa abbiamo, anzi ci si sente in diritto di criticare e decidere di storcere il naso, non credendo o non accettando qualche verità da Lui rivelata o qualche Comandamento da Lui dato.Ci si preoccupa più degli uomini che di Dio.
Una storia della Chiesa XLIX: L'odio anti-cattolico al potere in Messico - Ospite: Dott. Massimo Gandolfini
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.filmgarantiti.it/it/articoli.php?id=24IL FILM DI MEL GIBSON E' PIENAMENTE CATTOLICO di Padre Di NoiaDiversi alti ufficiali del Vaticano hanno assistito ad una proiezione privata del film 'La Passione' di Mel Gibson e ne sono rimasti entusiasti. Componenti della Segreteria di Stato del Vaticano, del Pontificio Concilio delle Comunicazioni Sociali, e della Congregazione per la Dottrina della Fede, il gruppo che supervisiona le questioni dottrinali cattoliche, hanno espresso unanime approvazione e apprezzamento del film. Quella che segue è un'intervista esclusiva di ZENIT ad unodegli spettatori, il Padre Domenicano Augustine Di Noia, sottosegretario della Congregazione per la Dottrina della Fede.Padre Di Noia ha insegnato teologia a Washington D.C., per 20 anni e ha prestato servizio come teologo per la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti prima di venire a lavorare per il cardinale Joseph Ratzinger presso la Congregazione dottrinale, poco più di un anno fa. Il film dovrebbe uscire nelle sale nel 2004.'LA PASSIONE DEL CRISTO' DI MEL GIBSON HA FATTO NOTIZIA DA MESI, MOLTO PRIMA DEL PERIODO PREVISTO PER L'USCITA NELLE SALE. IN QUALITÀ DI SPETTATORE, QUAL È LA SUA IMPRESSIONE GLOBALE SUL FILM?Guardare questo film, costituirà un'esperienza profondamente religiosa per molti. Per me lo è stata. Una cinematografia eccezionale e una recitazione altrettanto brillante, combinate con la profonda introspezione spirituale del regista sul significato teologico della passione e morte di Cristo: tutto ha contribuito ad una produzione di squisita sensibilità artistica e religiosa.Chiunque veda questo film, credente o non credente, sarà costretto a confrontarsi con il mistero centrale della passione di Cristo e in definitiva con il Cristianesimo stesso: se questo è il rimedio, quale dovrà essere stato il male?Il Curato d'Ars sostiene che nessuno possa avere cognizione di cosa Nostro Signore abbia sofferto per noi; per capirlo, dovremmo conoscere tutto il male causato dal peccato, e questo non lo potremo sapere fino al momento della nostra morte.Solo come una grande opera d'arte può fare, il film di Mel Gibson ci aiuta a cogliere qualcosa che è quasi al di là della nostra comprensione.All'inizio, nell'Orto del Getsemani, il diavolo tenta Cristo con la domanda inevitabile: come può qualcuno sopportare i peccati del mondo intero?È troppo. Cristo quasi soccombe all'idea, ma poi prosegue con convinzione per portare avanti esattamente questo: per accogliere su di sé, secondo la volontà del Padre, i peccati del mondo intero. È davvero impressionante. Vi è un forte senso, presente per tutto il film, del dramma cosmico del quale siamo tutti parte. Non c'è possibilità di rimanere neutrali, e nessuno può semplicemente restare spettatore di questi eventi.La posta in gioco è davvero molto alta: qualcosa che, a parte Cristo stesso, è intuita chiaramente solo da Maria sua madre e dal demonio sempre presente.Gradualmente lo spettatore si unisce ai personaggi in una progressiva comprensione di questo, mentre che l'azione si sposta inesorabilmente dal Monte degli Ulivi verso il Monte Calvario.IL FILM È FEDELE ALLA NARRAZIONE DELLA PASSIONE DI CRISTO DEL NUOVO TESTAMENTO?Bisogna tener presente che vi sono quattro racconti della passione di Cristo nel Nuovo Testamento, che si concentrano soprattutto sul significato religioso degli eventi.Nel 'La morte del Messia' (probabilmente il più completo ed equilibrato racconto della Passione) Padre Raymond Brown ha dimostrato che, pur essendovi alcune differenze tra i Vangeli, essi sono in generale sostanzialmente univoci.Il film di Mel Gibson non è un documentario ma un'opera di artistica immaginazione.Il regista ha incorporato elementi dalla Passione raccontata da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, ma rimane fedele alla struttura fondamentale comune ai quattro Vangeli.Entro i limiti possibili in una ricostruzione immaginifica della passione di Cristo, il film di Gibson e pienamente fedele al Nuovo Testamento.CHE COSA L'HA COLPITA DI PIÙ RIGUARDO A QUESTO FILM?Vuole una risposta semplice? Jim Caviezel e Maia Morgenstern. Il ruolo di Cristo deve essere uno dei più difficili ruoli da interpretare. Sono stato molto colpito dall'intensità con cui Caviezel ha rappresentato Cristo. Non è facile da ottenere senza manifestare una sorta di autocoscienza intrusiva. Caviezel, e sicuramente anche Gibson, comprendono che Gesù è il Figlio di Dio incarnato, ed è al contempo pienamente umano. Ripensando al film, mi pare che Caviezel ottiene questo principalmente mediante il suo sguardo, anche quando guarda direttamente noi e quelli che lo circondano con il suo occhio sano.Caviezel rende, in modo pienamente convincente ed efficace, il Cristo che sopporta la passione e la morte volontariamente, in obbedienza al Padre suo, in riparazione della disobbedienza del peccato. Assistiamo a ciò che la Chiesa chiamerebbe la 'sofferenza volontaria' di Cristo.Richiama le parole di San Paolo: 'Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti' (Romani 5,19).E non è solo questione di obbedienza, ma è principalmente questione di amore. Cristo compie tutto per amore al Padre - e a noi. Questo emerge tecnicamente in maniera lampante nell'eccezionale interpretazione di Cristo da parte di Jim Caviezel.Ma la Maria di Maia Morgenstern è egualmente efficace. Mi ha ricordato qualcosa che Sant'Anselmo aveva detto in un'omelia sulla Madre Benedetta: Senza il Figlio di Dio, nulla potrebbe esistere; senza il Figlio di Maria, nulla potrebbe essere redento.Ammirando l'interpretazione della Mrogenstern, si sente fortemente che Maria 'lascia andare' il suo Figlio affinché lui possa operare la salvezza, e unendosi alle sue sofferenze diventa la Madre di ogni redento.ALCUNI HANNO SOSTENUTO CHE IL FILM È ECCESSIVAMENTE VIOLENTO. LEI CHE NE PENSA?Più che violento direi che è brutale. Cristo è trattato in modo brutale dai soldati romani. Ma non vi è violenza gratuita. La sensibilità artistica all'opera è chiaramente più quella del Grünwald e del Caravaggio, piuttosto che quella del Beato Angelico o del Pinturrichio.Stiamo parlando di un film, certamente, ma Gibson ha chiaramente subito l'influenza della raffigurazione delle sofferenze di Cristo della pittura Occidentale. Il corpo di Cristo estremamente malridotto (graficamente ritratto in questo film eccezionale) deve essere posto in questo contesto di artistica rappresentazione. Ciò che molti artisti meramente suggeriscono, Gibson ce lo vuole mostrare. Pienamente in linea con la Tradizione teologica cristiana, Gibson ci rappresenta il Figlio incarnato che è capace di sopportare ciò che una persona ordinaria non può: sia in termini fisici che di tormento mentale. Il corpo rovinato di Cristo deve essere contemplato con gli occhi del profeta Isaia che descrive il Servo sofferente sfigurato e irriconoscibile.La bellezza fisica di Jim Caviezel serve ad accentuare l'impatto generale della progressiva deturpazione che Cristo subisce sotto i nostri occhi: con il terribile risultato che, come il Servo sofferente, 'Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto' (Isaia 53,2).Richiede gli occhi della fede per vedere che lo sfiguramento del corpo di Cristo rappresenta lo sfiguramento spirituale e il disordine causato dal peccato.La raffigurazione di Gibson del Cristo flagellato, dal quale molti spettatori potrebbero essere tentati di volgere via lo sguardo, presenta graficamente ciò che San Paolo disse nella seconda lettera ai Corinzi: 'Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio' (5,21).Quando guardiamo il corpo rovinato di Cristo in questo film capiamo cosa significa 'lo trattò da peccato'.NEL CORSO DEGLI ANNI, MOLTI REGISTI SI SONO CIMENTATI CON FILM SU GESÙ O SULLA PASSIONE. RITIENE CHE IL FILM DI MEL GIBSON SIA PARTICOLARMENTE ORIGINALE?Non sono un critico cinematografico. Saranno i critici a giudicare il film di Gibson e a confrontarlo con ad altre grandi descrizioni della vita e della passione di Cristo, quali quelle di Pasolini e di Zeffirelli. Come gli altri registi, Mel Gibson apporta la propria sensibilità artistica all'argomento, e in questo senso il film è assolutamente originale. Certamente, 'La passione del Cristo' è più intensamente incentrata sulla sofferenza e la morte di Cristo che la maggior parte di altri film del genere. Ma, come reazione iniziale, tre cose del film di Gibson mi colpiscono per essere alquanto particolari.Una è la rappresentazione del diavolo, che libra sullo sfondo, e a volte in primo piano, come una costante e sinistra presenza minacciosa. Non mi viene in mente un altro film che abbia ottenuto questo effetto con tale drammatica efficacia.Un altro elemento è la solitudine di Cristo: In qualche modo, anche se circondato dalle folle, il film mostra Gesù realmente da solo nel sostenere la terribile sofferenza.Infine, la rappresentazione dell'Ultima cena con una serie di flashback inseriti nell'azione del film. Quando giace sul pavimento insanguinato dopo la flagellazione, Cristo guarda i piedi cosparsi di sangue di uno dei soldati e i film torna in modo significativo alla lavanda dei piedi durante l'Ultima cena.Simili flashback nel corso della passione e crocifissione ci riportano allo spezzare del pane e al bere dal calice. Gli spettatori, attraverso gli occhi di Cristo, assistono alle parole: 'questo è il mio corpo' e 'questo è il mio sangue'. Il significato sacrificale e quindi eucaristico del Calvario è raffigurato mediante questi persistenti flashback.
La storia di Anania, Azaria e Misaele raccontata nel libro del profeta Daniele è un esempio pratico di come dobbiamo rapportarci alle prepotenze della politica e della cultura dominante.Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
http://www.fedecultura.com/perche-le-masse-non-capiscono-la-situazione-in-cui-viviamoAscolta il Prof. Giovanni Zenone commentare una riflessione del grande vescovo americano Fulton Sheen. Perché le persone sembrano essere cieche e incapaci di comprendere fino in fondo la situazione drammatica che stiamo vivendo, sia nella Chiesa sia nella società civile?Scopri di più sulle opere di questo grande uomo di Dio: https://www.fedecultura.com/?store-page=Collezione-Fulton-Sheen-santo-p145201369Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
Episodio n. 137 del podcast Vera Vita. Questa domanda e risposta fa parte della nuova serie - Domande.Risposta - no, insegnali tu!Video dei 2 Libri - https://youtu.be/mzDTPx-H4D8 Link:Il DiscepolatoCome Vivere da Cristiani in Tempi Come QuestiVerità & Vita PodcastLibretto gratis - LibertàLibretto gratis - Mi ConnettoLibretto gratis - Riforma 500Fare una Domanda - SpeakpipeCatechismo Playlist- Cibo Spirituale e Verità Biblica per la Vita Quotidiana -Se ti piace il podcast, lasciaci una recensione da 5 stelle e così facendo aiuterai altre persone a trovarci. Grazie!
Le fortissime parole di Gesù a Maria Valtorta nei quaderni del 1943 sulle responsabilità del clero e in particolare dei teologi per aver chiuso le fonti della grazia. Ma Gesù interviene con insegnamenti speciali perché i pulpiti terreni sono diventati inutili.https://www.fedecultura.com/?store-page=I-Quaderni-del-1943-p78143234Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
LA TEMPESTATorniamo con la serie dedicata al libro di Costa, che ricordiamo essere uscito su Amazon in questi giorni, e questa volta la nostra telecamera immaginaria scenderà su una valle serrana della Spagna musulmana, dove una crociata è stata indetta. Siamo all'interno di quella fase storica che viene ricordata come "Reconquista", un periodo di 700 anni in cui i regni cristiani di Spagna ripresero pian piano tutte le terre che gli Arabi avevano conquistato.La battaglia a cui ci dedicheremo è un punto cruciale della Reconquista, combattuta nel luglio del 1212 a Las Navas de Tolosa. Sullo scacchiere si affrontarono l'esercito del califfato almohade e i regni spagnoli, che avevano guidato una Crociata indetta da papa Innocenzo III.Alfonso il Nobile, Sancho el Fuerte, Pedro il Cattolico: questi gli affascinanti nomi che incontreremo sul campo di battaglia che Costa ha scelto in una delle sue storie. E che noi vi racconteremo come sempre a modo nostro!Acquista "I giorni della spada" di Costantino Pompa cliccando qui: https://www.amazon.it/dp/8832202271Un enorme grazie va a tutti i nostri avventori appartenenti alla Giovine Italia che ci sostengono su Patreon: Simonetta Pastorino, Andrea Margini, Tommaso Ottali, Andrea D'Agostini, Michele Sessa, Marzia Rositani, Massimiliano, Angelo Peirano, Annalaura Benincasa, Cristian, Giulio Bordon, Valerio Barbaking, Riccardo Narducci e Alessia Mossali e un grazie speciale al combattente delle cinque giornate Paolo Tazzioli!Direttamente dalla Legione Italiana di Patreon oggi ringraziamo Pasquale Miranda per il suo supporto!SOSTIENICI SU PATREON: https://www.patreon.com/barstoriaCANALE TELEGRAM: t.me/barstoriaPAGINA INSTAGRAM: www.instagram.com/bar_storiaAuthor: Simone GeraviniLicensed by: Zimo Music Libraryhttps://www.youtube.com/channel/UCu9V0aROh3RABqHdXLan5GA
A cura di Daniele Biacchessi La passione per il giornalismo e l'amore per la politica. Erano i due tratti salienti di David Sassoli, presidente del parlamento europeo, morto la notte tra lunedì e martedì a causa di una grave patologia che aveva compromesso il sistema immunitario. Sassoli era un cattolico progressista. I suoi riferimenti culturali erano Dossetti, La Pira, i preti di frontiera come Don Milani e padre Balducci, e il suo approccio politico guardava all'Europa delle origini, al manifesto di Spinelli e Rossi scritto durante il confino fascista dell'isola di Ventotene. Era una Europa ancorata ai diritti delle persone, dei più umili quella che Sassoli immaginava. Veniva da una famiglia antifascista, il padre partigiano gli aveva messo il nome David Maria in memoria di padre Turoldo. Il cammino di Sassoli sul piano giornalistico si snoda lungo le esperienze al quotidiano Il Giorno, al programma di michele Santoro "Il rosso e il Nero", fino alla conduzione del telegiornale più popolare della Rai, il mitico Tg1. Poi nel 2009 lo sbarco in politica con la candidatura per il Pd come capolista dell'Italia centrale alle europee di quell'anno, fino alla carica alla guida delle istituzioni parlamentari europee. Se ne va un uomo giusto, per bene, oltre che un giornalista raffinato, dalla bella prosa e dallo sguardo suadente. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
A cura di Daniele Biacchessi La passione per il giornalismo e l'amore per la politica. Erano i due tratti salienti di David Sassoli, presidente del parlamento europeo, morto la notte tra lunedì e martedì a causa di una grave patologia che aveva compromesso il sistema immunitario. Sassoli era un cattolico progressista. I suoi riferimenti culturali erano Dossetti, La Pira, i preti di frontiera come Don Milani e padre Balducci, e il suo approccio politico guardava all'Europa delle origini, al manifesto di Spinelli e Rossi scritto durante il confino fascista dell'isola di Ventotene. Era una Europa ancorata ai diritti delle persone, dei più umili quella che Sassoli immaginava. Veniva da una famiglia antifascista, il padre partigiano gli aveva messo il nome David Maria in memoria di padre Turoldo. Il cammino di Sassoli sul piano giornalistico si snoda lungo le esperienze al quotidiano Il Giorno, al programma di michele Santoro "Il rosso e il Nero", fino alla conduzione del telegiornale più popolare della Rai, il mitico Tg1. Poi nel 2009 lo sbarco in politica con la candidatura per il Pd come capolista dell'Italia centrale alle europee di quell'anno, fino alla carica alla guida delle istituzioni parlamentari europee. Se ne va un uomo giusto, per bene, oltre che un giornalista raffinato, dalla bella prosa e dallo sguardo suadente. Credits: Agenzia Fotogramma _________________________________________ "Il Corsivo" a cura di Daniele Biacchessi non è un editoriale, ma un approfondimento sui fatti di maggiore interesse che i quotidiani spesso non raccontano. Un servizio in punta di penna che analizza con un occhio esperto quell'angolo nascosto delle notizie di politica, economia e cronaca. Per i notiziari sempre aggiornati ascoltaci sul sito: https://www.giornaleradio.fm oppure scarica la nostra App gratuita: iOS - App Store - https://apple.co/2uW01yA Android - Google Play - http://bit.ly/2vCjiW3 Resta connesso e segui i canali social di Giornale Radio: Facebook: https://www.facebook.com/giornaleradio.fm/ Instagram: https://www.instagram.com/giornaleradio.tv/?hl=it Twitter: https://twitter.com/giornaleradiofm
1) Trattato della vera devozione a Maria: https://drive.google.com/file/d/0BzLG... 2) Maria Valtorta - L'Evangelo come mi è stato rivelato: https://drive.google.com/file/d/1WwHs... 3) Libro delle Preghiere Quotidiane: https://drive.google.com/file/d/1ACeX... Música neste vídeo Saiba mais Ouça músicas sem anúncios com o YouTube Premium Música Veni Creator Artista Canticum Canticorum Álbum Hymns And Songs Of The Roman Catholic Church (Pearls Of The Gregorian Chant) Licenciado para o YouTube por Believe Music (em nome de Appia); UMPI, UMPG Publishing e 4 associações de direitos musicais Música Te Deum Laudamus Artista Schola of St Bede's, Jarrow Álbum Resurrexi Licenciado para o YouTube por The Orchard Music (em nome de Classical Renaissance); Concord Music Publishing Música Responsory: Libera Me Artista Cantores 'Regina Caeli' Álbum Chants Of Peace Licenciado para o YouTube por The Orchard Music (em nome de Classic Fox Records); Kobalt Music Publishing, Polaris Hub AB, AMRA e 4 associações de direitos musicais --- Send in a voice message: https://anchor.fm/jlio4/message
Il cristianesimo riconosce il valore della patria e ne sottolinea l'importanza per la crescita spirituale dell'uomo.
Il cristianesimo riconosce il valore della patria e ne sottolinea l'importanza per la crescita spirituale dell'uomo.
La devozione a san Giuseppe dormiente rappresenta un ottimo sussidio, soprattutto in questo Anno speciale indetto da papa Francesco in onore del santo Patriarca nel 150mo anniversario della sua proclamazione a patrono universale della Chiesa, fatta da Pio IX.
Due pagine d'oro dal bellissimo romanzo di Bruce Marshall "Il mondo, la carne e padre Smith". La predica che ci aspetteremmo venisse fatta oggi, ma che dobbiamo solo leggere nel romanzo di un grande scrittore cattolico inglese. Otto minuti di piacere culturale e spirituale.Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
Associazionismo cattolico e politica anticlericale di Bismark --- Send in a voice message: https://anchor.fm/stefano-dambrosio5/message
Non solo Covid-19… Dall'anno scorso c'è un altro virus, che serpeggia nel mondo intero, non meno temibile: è quello della persecuzione contro i cristiani. Dilaga ormai ad ogni latitudine e le cronache confermano un dato in progressivo peggioramento.
Non solo Covid-19… Dall'anno scorso c'è un altro virus, che serpeggia nel mondo intero, non meno temibile: è quello della persecuzione contro i cristiani. Dilaga ormai ad ogni latitudine e le cronache confermano un dato in progressivo peggioramento.
Omelia della XXII domenica del Tempo Ordinario BPro Vax o No Vax?Conte, Letta, Salvini o Berlusconi?Ateo o credente?Cattolico o New Age?Buddista o satanista?Ognuno di noi è giudicato dalle sue scelte…E se tornassimo a scegliere il CUORE?Se tornassimo a interessarci alle persone che siamo e non alle scelte che facciamo?TORNA AL CUORE… SCEGLI TE STESSO! Che vuol dire però?
Cosa è successo che si è invertito l'onere della prova della colpevolezza in onere della prova di innocenza? Siamo passati in poco tempo da "sempre innocente fino a prova contraria" a "sempre colpevole fino a prova contraria"? Prova ad applicare questa logica alla salute…Iscriviti al nostro canale senza censura su Telegram ➜ https://t.me/fedecultura
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6670IL SIGNORE DEGLI ANELLI, L'EUCARISTIA E LA MADONNA di padre Angelomaria LozzerJohn Ronald Reuel Tolkien fu un cattolico tutto di un pezzo: Messa quotidiana, confessione settimanale, attaccamento alla Chiesa Romana, all'Eucaristia, alla Madonna.Alcuni legano questa sua cattolicità all'educazione ricevuta presso il collegio dei Padri Oratoriani fondati dal beato Newman, e in modo particolare alla guida forte e decisa del Padre Morgan che fu per Tolkien come un vero padre (dopo la morte della madre fu il suo tutore); altri all'esempio luminoso della propria madre, definita da Tolkien "martire", perché pagò la propria conversione al Cattolicesimo con l'abbandono da parte di tutti i famigliari, e con esso del sostegno e dell'aiuto economico sufficiente per potersi curare dalla malattia che la porterà prematuramente alla morte.Tutto questo certamente contribuì alla nascita e allo sviluppo della fede in Tolkien, ma sarebbe un errore sottovalutare la sua corrispondenza personale, il suo approfondimento costante, la sua convinzione sempre più salda e profonda maturata negli anni, che solo nella Fede cattolica si trova ogni bene: la verità, la bellezza, la santità.PRIMO PILASTRO: L'EUCARISTIALa sua fede traeva vita soprattutto da due amori, si poggiava su due pilastri, che formano il distintivo del Cattolico in una Inghilterra dove si convive con le più svariate confessioni cristiane, in primis quella anglicana, al cui fianco Tolkien visse quotidianamente; e questi due amori, questi due pilastri sono l'Eucaristia e la Madonna.Per questo aveva imparato il Canone della Messa e lo recitava mentalmente qualora gli impegni gli impedivano di partecipare alla Santa Messa, come anche recitava sovente il Magnificat, le Litanie Lauretane e il Sub tuum praesidium (un'antica preghiera mariana) che aveva imparate a memoria in latino.Nei suoi lavori di scrittore, nelle sue poesie, nei suoi racconti, nelle sue fiabe, nella sua mitologia questi due amori sembrano continuamente affiorare e riemergere anche se velatamente.Naturalmente Tolkien ribadì più volte di non aver scritto alcuna allegoria in proposito. Era convinto, infatti, che l'allegoria non fosse il giusto mezzo per trasmettere la verità, e che anzi tante volte finisse per banalizzarla e ridicolizzarla. D'altro canto però non poteva negare che dalla fede e in particolare dall'Eucaristia e dalla Madonna aveva appreso tutti quei concetti di bellezza, di moralità, di santità che sono disseminati in vario grado nei suoi scritti e che vogliono essere uno spiraglio di luce per il lettore, una strada per condurlo verso ciò che va oltre la semplice vita naturale di ogni giorno, ciò che la trascende.SECONDO PILASTRO: LA MADONNAA proposito della Madonna come sorgente ispiratrice, in una lettera all'amico gesuita Robert Murray, scriveva: «Penso di sapere esattamente che cosa intendi con dottrina della Grazia; e naturalmente con il tuo riferimento a Nostra Signora, su cui si basa tutta la mia piccola percezione della bellezza sia come maestà sia come semplicità».Da questa fonte mariana attingeva ispirazione nel creare le figure femminili più luminose e celestiali, più belle e sagge, più pure e angeliche dei suoi libri. È il caso per esempio della regina degli elfi Galadriel, alla cui presenza i viandanti della Compagnia trovano riposo e refrigerio, consigli e doni per portare avanti la propria missione. E fa riflettere, come Tolkien un mese prima di morire abbia voluto rivedere questa figura nel tentativo di scagionarla da ogni colpa "originale"; quella colpa che si era attualizzata per gli elfi ai tempi della ribellione di Fëanor. Se negli scritti precedenti Galadriel era coinvolta nel peccato, nell'ultimo scritto invece ne esce incolume e tra i più accaniti oppositori della disubbidienza dei Noldor contro i Valar. Questa versione non è entrata nel testo "ufficiale" del Silmarillion, ma ben fa capire il desiderio di Tolkien di presentare una figura tutta santa e immacolata che fosse un "anticipo" storico della Madonna. Dico un anticipo perché nella mente di Tolkien il mondo di Arda non era che un mito lontano nel tempo, un mito giunto prima della Rivelazione cristiana; un mito che in un certo senso l'anticipa, la predispone e la prepara.Un'altra figura che "anticipa" la Madonna è la regina dei Valar (quelli che noi definiremmo Angeli) Elbereth, la regina delle stelle e l'acerrima nemica di Morgoth, il Valar decaduto e corrotto nel male (immagine di lucifero). A lei si rivolgono più che ad ogni altra, elfi e uomini che in mezzo ai perigli della Terra di Mezzo cercano protezione e rifugio dal male. Lo stesso Frodo la invoca nella notte senza luce della galleria che porta alla terra oscura di Mordor, trovando salvezza, speranza e forza. E l'elenco potrebbe continuare con Arwen, la sposa del Re Aragorn, tutta bellezza, saggezza e maestà; o con la giovane Dama di Rohan Eowyn che taglia la testa al Re malvagio dei Nazgul realizzando così le profezie preannunciate... Tutte figure che nella mente di Tolkien non erano altro che un piccolo barlume, un piccolo anticipo, un piccolo riflesso della bellezza e della santità della Madonna.Anzi potremmo dire che anche le cose inanimate dei suoi racconti attingono ispirazione poetica dalla Madonna. La stessa luce appare per esempio dipinta come qualcosa di vivo e di femminile che espande purezza e santità, allontanando il male ovunque giunge con i suoi benevoli raggi. Insomma possiamo dire con Caldecott: «La bellezza naturale di paesaggi e foreste, monti e fiumi, e la bellezza morale di eroismo e integrità, amicizia e onestà - tutte cose celebrate nel mondo immaginario di Tolkien - sono doni di Dio che ci giungono attraverso di Lei, ed essa ne è anche la misura, la sua bellezza concentrando la loro essenza».«È questa la figura di Maria che Tolkien aveva sempre presente, che era al centro del suo immaginario, avvolta da tutte le bellezze naturali, la più perfetta delle creature di Dio, tesoro di tutti i doni terreni e spirituali» (Stratford Caldecott, Il fuoco segreto, Città di Castello 2008).La più alta e lontana per sublimità e santità, la più vicina per calore e dolcezza, misericordia e maternità.Nota di BastaBugie: per sapere tutto, ma proprio tutto, su Tolkien e il Signore degli anelli, leggendo recensioni, guardando video di approfondimento, spezzoni e trailer dei film, e molto altro, visita il sito Film Garantiti cliccando sul seguente link.http://www.filmgarantiti.it/it/edizioni.php?id=8
Bergamo, 6 settembre 1922: alla presenza di mons. Luigi Marelli, Vescovo della diocesi orobica, nonché delle più alte autorità civili e religiose, si tiene la prima, solenne commemorazione del conte Stanislao Medolago Albani ad un anno dalla morte. L'incontro si svolge nella gremitissima aula magna dell'Istituto Pontificio di Scienze Sociali, fondato dallo stesso Conte presso il Seminario Vescovile.
Alla vigilia dei 150 anni dell'Unità, il racconto storico e la visione dell'Italia che ebbe Vittorio Emanuele II. Salito al trono dopo la disfatta di Novara, rifiutò di abolire lo Statuto, incoraggiando il governo “a picchiare egualmente sui rossi come sui neri”. Quando si accorse che con la legge elettorale vigente, per cui votavano solo i borghesi e non i contadini, vinceva la sinistra, minacciò: “darò il suffragio universale e andrò io stesso a parlare agli elettori”. Cattolico devoto, non ebbe paura di varare le leggi Siccardi, che eliminavano i privilegi del clero, e di far arrestare l'arcivescovo di Torino, che aveva invitato i cattolici a disobbedire alla legge. Diventato il primo re d'Italia, sposò in seconde nozze la sua amante, la “bella Rosina” analfabeta, figlia di un sergente, scappando appena possibile dal Quirinale per starsene in pantofole con lei.