POPULARITY
VIDEO: Nato a Betlemme ➜ https://www.youtube.com/watch?v=U4L3mkWsdSMTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8390IL NATALE E' IL PARADISO ANTICIPATO NEL TEMPOSe la nascita del Salvatore non ci orienta verso il destino eterno, allora il mistero cristiano è ridotto a emozione di Roberto de Mattei I sacerdoti oggi parlano raramente dell'inferno e del Paradiso, quasi temendo che il richiamo ai novissimi possa apparire fuori tempo o inadatto alla sensibilità contemporanea. Eppure, proprio queste realtà ultime ricordano all'uomo il fine per cui è stato creato e il destino irrevocabile verso cui la sua anima è orientata. Il silenzio su inferno e Paradiso non rende queste realtà ultime meno vere né meno decisive; al contrario, le rende pericolosamente dimenticate. Tacere sui novissimi, significa oscurare il senso stesso dell'esistenza umana, che non si esaurisce nel tempo ma è protesa verso l'eternità. Ma l'eternità non è soltanto una realtà futura: essa getta la sua ombra e la sua luce nel tempo presente, nella nostra quotidianità. San Gregorio Magno insegna che «la vita presente è come un seme: ciò che ora si semina, nell'eternità si raccoglie» (Moralia in Iob, XXV, 16). Ogni atto, ogni scelta, ogni orientamento del cuore prepara già ora il raccolto eterno. Come ricorda sant'Alfonso Maria de' Liguori, «l'eternità dipende da un momento, e quel momento è il presente» (Apparecchio alla morte, Considerazione I). Così nel momento presente, noi incontriamo l'eternità.Il mondo in cui viviamo ci offre tempi, luoghi e immagini che prefigurano ciò che potranno essere l'inferno e il Paradiso e ci aiutano a comprendere, almeno per analogia, cosa significhi vivere lontani da Dio o vivere in unione con Lui.Per avere un'idea dell'inferno non occorre sforzare l'immaginazione: basta leggere i giornali, seguire le cronache quotidiane, osservare con attenzione la realtà che ci circonda. La violenza diffusa, la menzogna sistematica, l'inganno elevato a norma, l'infelicità profonda che abita cuori apparentemente sazi, costituiscono la cifra drammatica della nostra epoca. L'inferno, potremmo dire, è attorno a noi. Non si tratta certo dell'inferno in senso proprio, ma di una sua inquietante anticipazione: un mondo in cui l'uomo, rifiutando la verità e l'amore di Dio, sperimenta già la solitudine, il vuoto e una sofferenza che si traduce spesso in disperazione, anche se mascherata.IL PARADISO ANTICIPATO NEL TEMPOMa se il nostro tempo offre immagini così numerose che evocano le sofferenze dell'inferno, esso non è privo di segni e momenti che rimandano alle gioie del Paradiso. Uno di questi momenti simbolici è il Santo Natale, un mistero divino che ci offre una delle immagini più alte del Paradiso anticipato nel tempo. Contempliamo il Presepe. In una grotta povera, in un bambino deposto in una mangiatoia, il cielo si apre sulla terra. Lì dove tutto sembra fragile e insignificante, Dio si rende visibile e vicino. Il presepe ce lo ricorda con semplicità e profondità.Gesù che viene al mondo è circondato dalla Madonna e da san Giuseppe e forma con loro la Sacra Famiglia, modello di tutte le famiglie della terra. Gli angeli cantano la gloria di Dio sopra la capanna di Betlemme; i pastori e i Re Magi adorano il Verbo fatto carne. Tutte le famiglie che, nella notte di Natale, si raccolgono attorno al Santo Presepe, che hanno la grazia di prepararlo e offrirlo al Signore, partecipano, anche se spesso in modo inconsapevole, a questa gioia che ha la sua sorgente nella vita soprannaturale irradiata dalla Sacra Famiglia.Il Natale, con il calore e l'affetto che palpabilmente trasmette a chi lo vive con cuore semplice e sincero, ci ricorda che esiste un ambiente soprannaturale; che l'ambiente soprannaturale per eccellenza è il Cielo; che il Cielo è la nostra vera patria e il luogo di eterna felicità al quale ogni uomo è chiamato e, se corrisponde alla Grazia, è destinato ad arrivare. La pace e la gioia spirituale che il Natale accende nei cuori sono una prefigurazione della felicità eterna del Paradiso, dove l'anima sarà completamente immersa nel possesso e nel godimento di Dio.UNA REALTÀ CHE SUPERA OGNI IMMAGINAZIONEIl Paradiso è una realtà che supera ogni immaginazione: è la pienezza di tutti i beni desiderabili, l'estasi eterna della visione beatifica. I secoli si succederanno ai secoli senza diminuire la felicità degli eletti; anzi, la certezza di possedere eternamente il Bene supremo ne accrescerà senza fine la dolcezza. I beni spirituali sono inesauribili, come dimostrano le amicizie spirituali che nascono sulla terra. Quando queste amicizie durano nel tempo e rimangono sempre nuove, senza sazietà, è segno che sono di origine divina. E in Paradiso queste amicizie saranno riannodate, così come i legami familiari con i nostri cari, ritrovati alla luce di Dio, per non più separarci da loro. I Beati vivono nella gioia inesauribile di amare e di essere amati, in una vita che fiorisce continuamente senza conoscere noia né stanchezza.Ma dopo la visione intuitiva di Dio, ciò che accrescerà maggiormente la gioia dei Beati sarà la contemplazione dell'Uomo-Dio, Gesù Cristo, Verbo Incarnato, e della sua Santissima Madre, la Beatissima Vergine Maria, Regina degli angeli, dei santi e del Paradiso stesso. Le melodie del Paradiso saranno quelle intonate dagli Angeli a Betlemme per cantare la gloria di Dio e la pace in terra agli uomini di buona volontà. Ma coloro che in terra furono uomini di buona volontà, perché amarono Dio, oggi ascolteranno con commozione queste melodie in Cielo. Così, mentre il mondo mostra ogni giorno le ferite dell'inferno che l'uomo costruisce quando si allontana da Dio, il Natale ci ricorda che il paradiso comincia ogni volta che Dio viene accolto. Tra queste due anticipazioni - una di luce e una di tenebra - l'uomo è chiamato a scegliere. La scelta dell'eternità si gioca nel tempo, nelle decisioni quotidiane, nel modo in cui crediamo, adoriamo, speriamo ed amiamo, come la Madonna a Fatima ci ha invitato a fare. Natale è l'anticipo storico di ciò che il Paradiso è in modo eterno: la comunione piena tra Dio e l'uomo. San Gregorio di Nissa insegna che l'anima è stata creata con un desiderio infinito, capace di essere colmato solo da Dio (De vita Moysis, II, 232-239). Il Natale accende nel cuore una pace fragile e ancora esposta alle ferite; il Paradiso è quella stessa pace portata a compimento, senza più dolori né separazioni.San Tommaso d'Aquino afferma che la felicità suprema dell'uomo consiste nella visione di Dio (Summa Theologiae, I-II, q.3). A Natale, Dio si lascia vedere in un volto umano; in Paradiso l'uomo vedrà Dio senza veli. Il Natale è la prima visione di Dio concessa all'uomo; il Paradiso sarà l'ultima, definitiva ed eterna.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 1,18-24)Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa "Dio con noi". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Dal Vangelo secondo MatteoCosì fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,che significa «Dio con noi».Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
Vorresti ricevere notizie, saluti, auguri dalle Apostole della Vita Interiore?Lasciaci i tuoi contatti cliccando il link qui sotto e con la nostra nuova rubrica digitale potremo raggiungerti.https://www.it.apostlesofil.com/database/- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,che significa «Dio con noi».Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.Parola del Signore.
Dal Vangelo secondo Matteo (1,1-17)Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Uria, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abia, Abia generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, Ozia generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz generò Ezechia, Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleazar, Eleazar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
Vorresti ricevere notizie, saluti, auguri dalle Apostole della Vita Interiore?Lasciaci i tuoi contatti cliccando il link qui sotto e con la nostra nuova rubrica digitale potremo raggiungerti.https://www.it.apostlesofil.com/database/- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Luca +Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide.Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo.In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici.Parola del Signore.
Hopera esiste per aiutare persone ordinarie a diventare straordinari discepoli di Gesù Cristo e contribuire ad un'espressione matura e contestualizzata del Cristianesimo per i nostri giorni.
Grazia, misericordia e pace saranno con noi da parte Dio Padre e da Gesù Cristo, il Figlio del Padre, nella verità e nell'amore.2 Giovanni 1:3
Nelle tenebre più fitte, splende la luce come in pieno giorno: ecco il messaggio che giunge nel Tempo di Avvento. L'attesa della nascita di Gesù si accompagna alla necessità di fare luce sulle “notti” dell'umanità, sulle guerre, i conflitti, le violenze che insanguinano il nostro mondo. La pastora Sophie Langeneck, che svolge il suo ministero pastorale nella Chiesa metodista di Milano, commenta questa settimana un passo biblico contenuto nella lettera di Paolo ai Romani.Per quale motivo Dio ha deciso di rivelarsi in un bambino, un essere fragile e indifeso? Mentre si apre il Tempo di Avvento, in preparazione al Natale, proponiamo un testo in cui il teologo protestante italiano Paolo Ricca (deceduto poco più di un anno fa) spiega che cosa significhi che Dio “è diventato Bambino” in Gesù Cristo. Anche noi, afferma Ricca in questo testo pubblicato postumo, dobbiamo “diventare bambini”.
Hopera esiste per aiutare persone ordinarie a diventare straordinari discepoli di Gesù Cristo. È un sogno che compiamo con le nostre vite!
Omelia del 23 novembre 2025 https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20251123 https:/www.uprubiera.org/spiritualpod/anno2025/20251123signoregesucristoredell'universo2025.m4a Sun 23 Nov 2025 10:30 +0200 Spirituality no
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto».Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
In questa diretta, insieme a don Luigi Epicoco, abbiamo affrontato un tema fondamentale: l'integrazione tra Psicologia (intesa come vera cura dell'animo umano) e Spiritualità.Per noi, non c'è benessere completo se la psicologia non tende all'Amore e allo Spirito. Allo stesso tempo, una Fede priva di conoscenza di sé rischia di trasformarsi in arido ritualismo.È qui che nasce il confronto.Abbiamo parlato di come l'idea di un Dio che esaudisce i nostri desideri (la cosiddetta "fede psicologica") crolli dolorosamente di fronte alla vita e al dolore. Questa delusione è in realtà una buona notizia perchè può essere un'occasione per incontrare il vero Dio di Gesù Cristo, non la proiezione del nostro ego.Abbiamo inoltre toccato il tema del Senso di Colpa: è uno dei temi centrali del lavoro terapeutico e spirituale. Il senso di colpa non è Fede, ma un "alfabeto diabolico" che tiene imprigionati.La vera Redenzione è l'azione liberatrice di Gesù, che ci solleva dalla colpa e dall'angoscia di morte, portandoci a una libertà da Figli, non da soldatini.Infine abbiamo visto che l'Incontro, la relazione è tutto: perché la Fede non è un ragionamento da capire, ma una esperienza personale di relazione con Gesù, che ti sceglie per primo. Proprio come nella terapia, è la relazione che guarisce e salva.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/relazioniamoci-di-antonio-quaglietta--3209964/support.
La Cena del Signore e il memoriale del sacrificio di Gesù Cristo.
Da Dilexit Nos a Dilexi Te.Da Papa Francesco a Papa Leone.Dalla Lettera Enciclica sull'amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo, alla Esortazione Apostolica sull'amore verso i poveri. In essa, Papa Leone denuncia l'economia che uccide, la mancanza di equità, le violenze contro le donne, la malnutrizione, l'emergenza educativa. In essa Papa Leone fa suo l'appello di Papa Francesco per i migranti ed ai credenti chiede di far sentire "una voce che denunci" perché "le strutture d'ingiustizia vanno distrutte con la forza del bene".Con Alberto Albertini e quelli di Capitoli online, Claudio Gentili (già Presidente Masci) e Padre Francesco Compagnoni o.p. (attivo nell'Asci, nell'Agesci e nel Masci fino ad essere AE nazionale). Buon ascolto!--- Testo Dilexit Nos: collegamentoTesto Dilexi Te: collegamentoVedi anche: collegamento3 e collegamento4
1 Tessalonicesi 1:1-10Aspettiamo anche il Salvatore, Gesù Cristo
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8302IL CLUB DEI TRONFI IMMORTALI: PUTIN, XI JINPING, KIM JONG UN di Paola Belletti Chiacchiere da parata tra i leader di quella parte del mondo che si sta pesantemente appoggiando ai bordi del tavolo degli equilibri globali, Cina e Russia, innanzitutto, col rischio di ribaltarlo. Con Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping era presente, tronfio come da par suo, anche il leader nord coreano Kim Jong Un. L'occasione, mercoledì scorso 3 settembre, è stata la celebrazione degli 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Oltre le dichiarazioni ufficiali, le foto storiche e la portata eccezionale dell'evento, però, la tv di stato cinese ha colto uno scambio piuttosto interessante e, a suo modo, raccapricciante tra i tre. Mentre camminavano alla testa del corteo diretti verso piazza Tienanmen, forse per riempire quello spazio di imbarazzo che si genera tra persone che non sono intime, ecco che dopo saluti e amenità varie si trovano a parlare della possibilità di vivere per sempre, conquista che sarà resa possibile dallo sviluppo biotecnologico. Una cosa di qualche decina d'anni forse, ma il risultato sarebbe ormai a portata di mano. Ecco gli stralci di conversazione tra i tre, come riporta tra gli altri Il Post: «Il tono della conversazione, tradotta dagli interpreti tra il mandarino e il russo, è conviviale.A 70 ANNI SIAMO ANCORA GIOVANIL'audio è frammentato e alcuni pezzi sono inudibili, ma il dialogo sembra cominciare tra Xi e Kim, che si scambiano convenevoli e dicono di essere contenti di vedersi dopo diversi anni. Poco dopo Xi dice: "ora le persone a 70 anni sono ancora giovani". Dopo qualche secondo in cui è difficile distinguere chi parli, Xi si rivolge a Putin, dicendo: "Un tempo difficilmente la gente viveva oltre i 70 anni, ma oggi a 70 anni... sei ancora un bambino"». Segue anche il contributo del presidente (quasi) a vita (quasi eterna?) Putin: «"Con lo sviluppo delle biotecnologie, gli organi umani possono essere trapiantati più volte, e le persone possono vivere più a lungo e persino raggiungere l'immortalità". A quel punto Xi risponde, dicendo: "Secondo le previsioni nel corso di questo secolo gli esseri umani potranno vivere fino a 150 anni".»Dio ce ne scampi e liberi, potremmo gridare mani levate al Cielo. Se Dio stesso non ci avesse già liberato. Il sogno transumanista destinato a degenerare in incubo è il solito tentativo tragico e goffo dell'uomo inconsapevole dello stato di decadenza nel quale vive che perverte il desiderio di pienezza di vita nel prolungare così com'è la vita terrena, illudendosi così di diventare eterno. La solita superbia vecchia ben più del mondo, il solito scimmiottare le promesse di Dio, che non verranno mai meno, i soliti terribili paradisi in terra realizzati a suon di guerre, morti, sacrifici umani dalle varie dittature novecentesche che non sembrano volerci lasciare. Ciò che Cristo, e solo Lui, è venuto a portarci è l'inizio reale, sebbene nascosto fino allo svelamento glorioso finale, di un'altra dimensione di vita: eterna, non perenne, incorruttibile, non ricucita di continui con i soliti tessuti logori della nostra condizione mortale. La morte, quindi, che continua a ripugnarci istintivamente, diventa sotto il dominio della Grazie il limite posto come una soglia che si affaccia su una vita vera, piena, compiuta e, finalmente, beata.LA RESISTENZA CHE L'UOMO OPPONE ALLA MORTELo diceva Benedetto XVI nell'omelia della veglia pasquale del 3 aprile 2010, con la consueta balsamica chiarezza: «Si rende evidente la resistenza che l'uomo oppone alla morte: da qualche parte - hanno ripetutamente pensato gli uomini - dovrebbe pur esserci l'erba medicinale contro la morte. Prima o poi dovrebbe essere possibile trovare il farmaco non soltanto contro questa o quella malattia, ma contro la vera fatalità - contro la morte. Dovrebbe, insomma, esistere la medicina dell'immortalità. Anche oggi gli uomini sono alla ricerca di tale sostanza curativa. Pure la scienza medica attuale cerca, anche se non proprio di escludere la morte, di eliminare tuttavia il maggior numero possibile delle sue cause, di rimandarla sempre di più; di procurare una vita sempre migliore e più lunga. Ma riflettiamo ancora un momento: come sarebbe veramente, se si riuscisse, magari non ad escludere totalmente la morte, ma a rimandarla indefinitamente, a raggiungere un'età di parecchie centinaia di anni? Sarebbe questa una cosa buona? L'umanità invecchierebbe in misura straordinaria, per la gioventù non ci sarebbe più posto.Si spegnerebbe la capacità dell'innovazione e una vita interminabile sarebbe non un paradiso, ma piuttosto una condanna. La vera erba medicinale contro la morte dovrebbe essere diversa. Non dovrebbe portare semplicemente un prolungamento indefinito di questa vita attuale. Dovrebbe trasformare la nostra vita dal di dentro. Dovrebbe creare in noi una vita nuova, veramente capace di eternità: dovrebbe trasformarci in modo tale da non finire con la morte, ma da iniziare solo con essa in pienezza. Ciò che è nuovo ed emozionante del messaggio cristiano, del Vangelo di Gesù Cristo, era ed è tuttora questo, che ci viene detto: sì, quest'erba medicinale contro la morte, questo vero farmaco dell'immortalità esiste. È stato trovato. È accessibile. Nel Battesimo questa medicina ci viene donata. Una vita nuova inizia in noi, una vita nuova che matura nella fede e non viene cancellata dalla morte della vecchia vita, ma che solo allora viene portata pienamente alla luce».Che dite, andiamo a dirlo anche a quei tre?
IL FUOCO DELLA FEDE E DEL CORAGGIO DIVAMPERÀ IN QUESTA GENERAZIONE!C'è una generazione che per tanto tempo ha avuto una fede latente, una fede che adesso si è riattivata e che sta causando vari risvegli in tutto il mondo.Una fede che, però, troppo spesso è messa alla prova da sfide e sofferenze della vita che ci fanno arrendere di fronte ai nostri pensieri fallibili.Dio, però, torna sempre a ricordarci come anche nelle cose più terribili della vita Egli stesso si manifesta grandemente, esattamente come fece ad Antiochia dopo il martirio di Stefano.Una nuova speranza, una fede rinnovata si muoveva tra il suo popolo tale da provocare tantissime conversioni, e fu proprio lì, ad Antiochia, che i discepoli di Gesù vennero chiamati Cristiani. (Atti 11:19-26)Essere, però, seguaci di Cristo significa pagarne il prezzo, significa atti quotidiani di coraggio e di abbandono di molte cose della nostra vita, consapevoli che spesso il comfort che viviamo è solamente un detrattore della nostra fede.Una fede da non vivere senza coraggio per non fare la fine di Nicodemo al quale mancò proprio la risolutezza di credere a tutte le verità che Gesù gli stava insegnando.C'è un bella notizia: Dio viene in aiuto alla nostra mancanza di coraggio ma sta a noi fare quel passo di fede perché prima del catastrofico quadro degli ultimi tempi dovremmo metterci in discussione e chiederci: saremo solo frequentanti assidui di una chiesa o reali discepoli di Gesù Cristo?2 Timoteo 3:1-5Past Domy
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8288FRASSATI E ACUTIS, INVITO AI GIOVANI A ORIENTARE LA VITA VERSO L'ALTO di Nico Spuntoni 80 mila persone, tante quanto lo stadio Olimpico di Roma pieno. Solo che ieri, nella prima domenica settembrina che però il caldo ha fatto sembrare ancora agostana, a piazza San Pietro non si giocava una partita di cartello ma si celebrava la canonizzazione di due nuovi santi.Nati a 90 anni di distanza l'uno dall'altro, Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono stati entrambi elevati agli altari da Leone XIV che dal sagrato ha pronunciato la formula iniziante con «ad honorem Sanctæ et Individuæ Trinitatis, ad exaltationem fidei catholicæ et vitæ christianæ incrementum». Dunque «ad onore della Santissima Trinità per l'esaltazione della fede cattolica e l'incremento della fede cristiana» i due, morti giovani rispettivamente nel 1925 a 24 anni e nel 2006 a 15 anni, sono stati iscritti nell'albo dei santi.Il Papa ha capito che quella di ieri sarebbe stata una giornata destinata a non essere dimenticata e prima di iniziare la Messa l'ha definita a braccio «una festa bellissima per tutta l'Italia, per tutta la Chiesa e per tutto il mondo». Poi ha ricordato che la santità non è un lusso per pochi e che «tutti voi, tutti noi, siamo chiamati anche ad essere santi». Rivolgendosi soprattutto ai numerosi giovani presenti in piazza, Prevost ha detto: «Sentiamo tutti nel cuore la stessa cosa che Pier Giorgio e Carlo hanno vissuto; questo amore per Gesù Cristo, soprattutto nell'Eucaristia, ma anche nei poveri, nei fratelli e nelle sorelle».Nell'omelia il Pontefice li ha descritti come «un giovane dell'inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui». Per Leone la vita di Frassati rappresenta ancora oggi «una luce per la spiritualità laicale». Usando l'esempio del nuovo santo, il Papa è tornato a ripetere un concetto espresso recentemente nel discorso ad una delegazione di politici francesi. «Per lui - ha ricordato Prevost - la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall'appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri».Uno "schiaffo" a chi si vanta di relegare la propria fede ad una sfera esclusivamente privata, come ad esempio la sindaca di Genova e nuova stella del progressismo italiano Silvia Salis che proprio ieri in un'intervista a La Stampa ci ha tenuto a dichiararsi «cattolica nel privato».Di Acutis, invece, il Papa ha sottolineato l'incontro con Gesù in famiglia e nei sacramenti. L'omelia papale ha ripreso abbondantemente alcune citazioni del ragazzo nato a Londra sul rapporto con l'eucarestia, con buona pace del teologo ultrà bergogliano Andrea Grillo (sconfessato pubblicamente dal suo Pontificio Ateneo Sant'Anselmo per le critiche al nuovo santo).Prevost ha parlato della malattia che ha colpito i due ex beati, ricordando che «nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti». Per il Papa agostiniano «i santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l'alto e a farne un capolavoro».E sono anche i primi santi del suo pontificato.Una canonizzazione particolare perché al rito hanno partecipato anche i genitori e i fratelli di uno dei due. La famiglia Acutis ha portato i doni dell'offertorio e il fratello Michele, nato quattro anni dopo la morte di Carlo, ha proclamato la prima lettura sul sagrato. Una circostanza che riporta alla memoria il precedente del 24 giugno 1950 quando, tra i 300mila fedeli presenti per la canonizzazione di Maria Goretti, c'erano anche la madre Assunta affacciata da una finestra e i fratelli sul sagrato. Una gioia solamente sfiorata nel Seicento da Marta Tana che poco prima di morire apprese la notizia della prossima beatificazione del figlio Luigi Gonzaga.
Dal Vangelo secondo MatteoCosì fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa Dio con noi.Commento di Don Federico Suria (Pucci) diocesi di MondovìQuesto podcast fa parte di https://www.bar-abba.it
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési +Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C'è pace e sicurezza!», allora d'improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.Dio infatti non ci ha destinati alla sua ira, ma ad ottenere la salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Perciò confortatevi a vicenda e siate di aiuto gli uni agli altri, come già fate.Parola del Signore.
Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Ebrei 13:8
CATECHESI - Sintesi Teologica 4 Gesù Cristo sofferente e beato
Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Matteo capitolo 7 versetti da 21 a 23. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 27 Luglio 2025.Titolo del messaggio: "Il peggior incubo di tutti i tempi: Tre avvertimenti ai falsi seguaci di Gesù Cristo"MATTEO 7 V21-2321 «Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?" 23 Allora dichiarerò loro: "Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!"
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8237SAN GREGORIO VII CI INVITA A LASCIARE IL QUIETO VIVERE E A COMBATTERE di Roberto de Mattei Nel maggio del 1085, 1040 anni fa, morì il Papa San Gregorio VII, Ildebrando di Soana (1030ca-1085), il più grande riformatore del suo tempo e anche uno dei più grandi Papi della storia.Ildebrando, malgrado la sua riluttanza, fu eletto al soglio pontificio il 29 aprile 1073, a sessant'anni di età. Così egli si esprimeva appena eletto: "Voglio che voi sappiate fratelli carissimi che siamo stati posti in tal luogo da essere costretti, volenti o nolenti, ad annunciare la verità e la giustizia a tutte le genti, soprattutto alle genti cristiane, poiché ha detto il Signore: grida, non stancarti di gridare, leva la tua voce come una tromba e annuncia al mio popolo i suoi delitti".Gregorio VII affrontò di petto i mali morali del suo tempo. Pochi mesi dopo la sua elezione, nel 1074, convocò a Roma un Concilio e vi fece approvare due importanti decreti: il primo contro i preti trasgressori della legge sul celibato, il secondo contro la simonia; inviò quindi da ogni parte legati e lettere, imponendo ai vescovi di tenere concili dove promulgassero e facessero osservare tali decreti. In un secondo concilio nel 1075 condannò l'investitura laica dei vescovi.Per Gregorio esisteva uno stretto nesso tra la simonia e la politica delle investiture. I pubblici poteri (imperatore, re, duchi e conti) infatti designavano i prelati, ne imponevano la scelta e talvolta li creavano consegnando loro il pastorale o l'anello, insegna dei loro uffici religiosi. Obiettivo di Gregorio era quello di ripristinare la dignità e l'indipendenza dell'episcopato, opponendosi all'investitura laica da parte dell'imperatore o di altri poteri secolari.MATILDE DI CANOSSA Si ribellarono al Papa l'imperatore Enrico IV, il clero di Germania e quello di Lombardia. Gregorio citò Enrico a comparire in Roma, in un dato giorno, con minaccia di scomunica se egli avesse mancato. Allora Enrico convocò un Concilio contro Gregorio a Worms e si accordò con il prefetto di Roma, Leucio, per destituire il Papa. Leucio, nella notte di Natale del 1075, entrò con i suoi armati in Santa Maria Maggiore, dove il Pontefice celebrava una cerimonia, lo strappò dall'altare ferendolo nel capo e lo fece prigioniero. Ma il popolo poche ore dopo liberò il Papa. Gregorio adunò un nuovo Concilio (1076) nel quale solennemente scomunicò Enrico e dichiarò i sudditi di Germania e di Italia sciolti dal giuramento di fedeltà, scrivendo però ai principi tedeschi che non abusassero della scomunica contro il Re, ma cercassero di farlo ravvedere.La sentenza del Papa fu un colpo terribile per la causa di Enrico in Germania. Molti dei signori a lui soggetti gli si ribellarono e convocarono una dieta per nominargli il successore. Enrico allora, visto il pericolo, scese in Italia per riconciliarsi con il Papa (1077). Gregorio, che si era mosso da Roma per recarsi in Germania per assistere alla dieta di Augusta, saputo del viaggio di Enrico in Italia, da Mantova, dove si trovava, si portò a Canossa, nel castello della contessa Matilde, a lui fedele. Era il mese di gennaio. Gregorio, all'inizio, si rifiutò di ricevere Enrico, ma questi giunse al castello di Canossa, camminando a piedi nella neve, rivestito di una tunica di lana grezza. Il Papa nutriva diffidenza verso quel pentimento così improvviso, ma la contessa Matilde e l'abate Ugo di Cluny implorarono il Pontefice di non ricusare le suppliche di un penitente. Dopo tre giorni di attesa, il 28 gennaio (1077) Enrico venne ufficialmente ammesso alla presenza del Papa, perdonato e assolto dalla scomunica.Dopo circa sette secoli da che l'Imperatore Teodosio si era inginocchiato penitente di fronte al vescovo Ambrogio di Milano, un nuovo imperatore si inginocchiava di fronte all'autorità religiosa della Chiesa. Ma il pentimento di Enrico IV, a differenza di quello di Teodosio, non fu sincero. Il sovrano non rimase fedele alle sue promesse e nonostante gli fosse stata vietata dal Papa l'incoronazione come re d'Italia, si fece coronare e prese le armi contro Rodolfo di Svevia che intanto era stato eletto imperatore in sua vece dai principi tedeschi.IL DICTATUS PAPAEGregorio VII reagì con fermezza rivendicando la sua autorità. Egli sintetizzò la sua posizione nel Dictatus Papae, una raccolta di sentenze che mostra le relazioni che devono esistere fra il Sacro Romano Impero e il Papato. Si aprì una guerra tra i fedeli dell'imperatore e quelli del Papa.Gregorio trovò appoggio in Matilde di Canossa, una donna straordinaria, di stirpe longobarda. Suo marito era stato assassinato e Matilde era rimasta sola a governare un vasto Stato, nel centro dell'Italia, di cui, non avendo eredi, fece dono a Gregorio nel 1079, in aperta sfida con l'imperatore. Enrico IV convocò a Bressanone un Concilio, in cui fece deporre il Papa e decretò Matilde deposta e bandita dall'impero. Il sovrano tedesco scese quindi su Roma e assediò il Papa in Castel Sant'Angelo. Gregorio fu deposto e l'antipapa Clemente fu intronizzato solennemente al suo posto. Il giorno di Pasqua (31 marzo 1079) Enrico, insieme con la moglie Berta, ricevette la corona imperiale dall'antipapa. Il principe normanno Roberto il Guiscardo accorse in aiuto di Gregorio VII, ma il saccheggio della città a cui si abbandonò il suo esercito provocò la reazione del popolo che, sobillato dalla fazione contraria al Papa, si sollevò in armi.Gregorio, protetto dalle armi di Roberto il Guiscardo, fu costretto a fuggire e si recò in volontario esilio a Salerno, dove rinnovò la scomunica contro Enrico e l'antipapa Clemente e poco dopo morì, il 24 maggio 1085. Fu canonizzato nel 1606 da papa Paolo V e le sue spoglie sono venerate nel Duomo di Salerno.Si dice che le sue ultime parole furono: "Dilexi iustitiam, et odivi iniquitatem, propterea morivi in exilio", riecheggiando quella del salmista: "Amasti la giustizia e odiasti l'iniquità, perciò ti mosse il Signore con l'oblio della letizia dei tuoi pari" (Salmo 44, 9).La vita di san Gregorio VII ci insegna molte cose. Vorrei intanto sottolinearne una. Il Papa, come Gesù Cristo di cui è Vicario, è sempre stato segno di contraddizione dentro e fuori la Chiesa. La vita di Gregorio VII fu una lotta continua. Qualcuno pensa che nel Medioevo, o in altre epoche, i cristiani potessero vivere disinteressandosi di ciò che diceva e faceva il Papa. Non è così. Nel Medioevo, come in ogni epoca storica, tutti i cristiani, anche i più semplici furono chiamati a rendersi consapevoli delle lotte che la Chiesa affrontava e a dover scegliere tra un Papa e un antipapa, tra un Papa e un imperatore, assumendosi davanti a Dio le responsabilità della propria scelta. La vita del cristiano, come quella della Chiesa, è lotta, e non ci si può sottrarre a questa lotta, limitandosi a seguire l'insegnamento e i riti della Chiesa, senza prendere parte alla battaglia che essa combatte ogni giorno contro i suoi nemici interni ed esterni.
“Dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa.” (Mc 4, 27) Noi possiamo parlare di Dio a partire dalle perfezioni delle sue creature, “difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l'autore.” (Sap 13, 5)(CCC 41) Il disegno divino della Rivelazione si realizza ad un tempo “con eventi e parole” che sono “intimamente connessi tra loro” e si chiariscono a vicenda. Esso comporta una “pedagogia divina” particolare: Dio si comunica gradualmente all'uomo, lo prepara per tappe a ricevere la rivelazione soprannaturale che egli fa di se stesso e che culmina nella Persona e nella missione del Verbo incarnato, Gesù Cristo.(CCC 53) …alcune preziose parole prese dal Catechismo della Chiesa Cattolica, per parlarvi di noi, di questo progetto e… dei 9 mesi per il discernimento! Ascoltaci!… Nel segno di Samuele Giovannihttps://www.youtube.com/live/CKkXLejaJhA?si=fkcdgeGu3K-BEOxB I podcast sul discernimentohttps://www.youtube.com/playlist?list=PLjJkKNPPm1WpVpgQeUflSjMx5ZXbaTm-o I nostri percorsihttps://uncorpomihaidato.com/percorsi/ Aiutacihttps://uncorpomihaidato.com/aiutaci/ …Musica del podcast "Mother of God", Debora Vezzani:https://youtu.be/g0aznkFu790---------------------"Un corpo mi hai dato" è un progetto di evangelizzazione nato per rispondere alla domanda "Come il corpo ti parla di Dio nella tua vita?".Corpo come casa che ogni giorno sei chiamato ad abitare in pienezza e nella tua unicità di figlio amato dal Padre.Corpo come pane spezzato per condividere l'Amore sperimentato con i fratelli in Gesù. Corpo come Corpo di Cristo, la Chiesa, come famiglia dove nutrirsi del Pane della Vita.Un corpo che nasce, cresce...e rinasce!Come?Cammina con noi per scoprirlo! ... Vuoi conoscerci meglio e andare dietro le quinte, per vedere come siamo arrivati fin qui oggi?https://uncorpomihaidato.com/scoprici/ Per richiedere una tappa del nostro tour e/o un accompagnamento personale:https://uncorpomihaidato.com/contattaci/ Per aiutarci a portare avanti questa missione:https://uncorpomihaidato.com/aiutaci/ E per tutto il resto: SITO INTERNET https://uncorpomihaidato.com YOUTUBE: https://www.youtube.com/channel/UC1l5PfLcyIGWqSj7RVOexwg/ TELEGRAM: https://t.me/uncorpomihaidato INSTAGRAM: https://www.instagram.com/uncorpomihaidato/ GRAZIE DI CUORE!A presto! Emanuele&Marianna&co.
"Maddalena ciao, scusa se ti mando questo audio alle tre di mattina ma sto proprio male. Mi manca, e lo so che tu starai pensando "madonna ma quanto è sottona l'amica mia?", e hai ragione a pensarlo, però mi è appena capitato il TikTok di un ragazzo dalle mani venose e l'ho pensato. Quanto sono stupida? E poi c'è Valerio, aspetta ti ho detto di Valerio? È questo ragazzo che ho conosciuto l'altra sera in serata che mi ha fermata chiedendomi se fossi caduta dal cielo. Lo sai che per me i vecchi metodi di una volta sono i migliori. Però mi manca Maddy, sticazzi di Valerio tanto tra una settimana lo avrei comunque pisciato dicendogli che voglio passare l'estate tranquilla, e invece mi manca troppo lui. Mi devo distrarre, te starai sicuro a dormì mortacci mia che ti mando gli audio alle 3 di mattina che te tra 4 ore lavori. Sai che faccio mo per prende sonno? Mi ascolto una puntata di quei due ragazzi fiordi che si ascolta sempre mio fratello, stavo a legge che nell'ultima puntata parlando di un esperimento troppo bello degli anni '60 che si chiama "esperimento dei tre Gesù Cristo" e anche di tutto lo scandalo della coppia di amanti che è stata beccata in pieno schermo al concerto dei Coldplay. Oddio Maddy quanto mi manca... una volta pure lui mi stringeva così e mi portava ai concerti senza che nessuno lo sapesse, lo sai che per l'INPS è sordo e non può farsi sgamare sennò perde la 104. Forse per una volta mi merito uno almeno a posto con la legge. Vabbè, faccio play al podcast di quei 2, anzi quai 4 che c'è una del gruppo loro che ho scoperto se la prende un sacco se si dimenticano a contarla". Email dove inviarci le storie da leggere la domenica: amochatpov@gmail.com
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8203OMELIA SOLENNITA' SS. PIETRO E PAOLO (Mt 16,13-19) di Papa Benedetto XVI Siamo riuniti attorno all'altare per celebrare solennemente i santi Apostoli Pietro e Paolo, principali Patroni della Chiesa di Roma. [...]Davanti alla Basilica di San Pietro, come tutti sanno bene, sono collocate due imponenti statue degli Apostoli Pietro e Paolo, facilmente riconoscibili dalle loro prerogative: le chiavi nella mano di Pietro e la spada tra le mani di Paolo. Anche sul portale maggiore della Basilica di San Paolo fuori le mura sono raffigurate insieme scene della vita e del martirio di queste due colonne della Chiesa. La tradizione cristiana da sempre considera san Pietro e san Paolo inseparabili: in effetti, insieme, essi rappresentano tutto il Vangelo di Cristo. A Roma, poi, il loro legame come fratelli nella fede ha acquistato un significato particolare. Infatti, la comunità cristiana di questa Città li considerò come una specie di contraltare dei mitici Romolo e Remo, la coppia di fratelli a cui si faceva risalire la fondazione di Roma. Si potrebbe pensare anche a un altro parallelismo oppositivo, sempre sul tema della fratellanza: mentre, cioè, la prima coppia biblica di fratelli ci mostra l'effetto del peccato, per cui Caino uccide Abele, Pietro e Paolo, benché assai differenti umanamente l'uno dall'altro e malgrado nel loro rapporto non siano mancati conflitti, hanno realizzato un modo nuovo di essere fratelli, vissuto secondo il Vangelo, un modo autentico reso possibile proprio dalla grazia del Vangelo di Cristo operante in loro. Solo la sequela di Gesù conduce alla nuova fraternità: ecco il primo fondamentale messaggio che la solennità odierna consegna a ciascuno di noi. [...]TU SEI PIETRONel brano del Vangelo di san Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, Pietro rende la propria confessione di fede a Gesù riconoscendolo come Messia e Figlio di Dio; lo fa anche a nome degli altri Apostoli. In risposta, il Signore gli rivela la missione che intende affidargli, quella cioè di essere la «pietra», la «roccia», il fondamento visibile su cui è costruito l'intero edificio spirituale della Chiesa. Ma in che modo Pietro è la roccia? Come egli deve attuare questa prerogativa, che naturalmente non ha ricevuto per se stesso? Il racconto dell'evangelista Matteo ci dice anzitutto che il riconoscimento dell'identità di Gesù pronunciato da Simone a nome dei Dodici non proviene «dalla carne e dal sangue», cioè dalle sue capacità umane, ma da una particolare rivelazione di Dio Padre. Invece subito dopo, quando Gesù preannuncia la sua passione, morte e risurrezione, Simon Pietro reagisce proprio a partire da «carne e sangue»: egli «si mise a rimproverare il Signore: ... questo non ti accadrà mai». E Gesù a sua volta replicò: «Va' dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...». Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: una pietra sulla strada, una pietra in cui si può inciampare – in greco skandalon. Appare qui evidente la tensione che esiste tra il dono che proviene dal Signore e le capacità umane; e in questa scena tra Gesù e Simon Pietro vediamo in qualche modo anticipato il dramma della storia dello stesso papato, caratterizzata proprio dalla compresenza di questi due elementi: da una parte, grazie alla luce e alla forza che vengono dall'alto, il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall'altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l'apertura all'azione di Dio può trasformare.LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNOE nel Vangelo di oggi emerge con forza la chiara promessa di Gesù: «le porte degli inferi», cioè le forze del male, non potranno avere il sopravvento, «non praevalebunt». Viene alla mente il racconto della vocazione del profeta Geremia, al quale il Signore, affidando la missione, disse: «Ecco, oggi io faccio di te come una città fortificata, una colonna di ferro e un muro di bronzo contro tutto il paese, contro i re di Giuda e i suoi capi, contro i suoi sacerdoti e il popolo del paese. Ti faranno guerra, ma non ti vinceranno - non praevalebunt -, perché io sono con te per salvarti» (Ger 1,18-19). In realtà, la promessa che Gesù fa a Pietro è ancora più grande di quelle fatte agli antichi profeti: questi, infatti, erano minacciati solo dai nemici umani, mentre Pietro dovrà essere difeso dalle «porte degli inferi», dal potere distruttivo del male. Geremia riceve una promessa che riguarda lui come persona e il suo ministero profetico; Pietro viene rassicurato riguardo al futuro della Chiesa, della nuova comunità fondata da Gesù Cristo e che si estende a tutti i tempi, al di là dell'esistenza personale di Pietro stesso.SIMBOLO DELLE CHIAVIPassiamo ora al simbolo delle chiavi, che abbiamo ascoltato nel Vangelo. Esso rimanda all'oracolo del profeta Isaia sul funzionario Eliakìm, del quale è detto: «Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire» (Is 22,22). La chiave rappresenta l'autorità sulla casa di Davide. E nel Vangelo c'è un'altra parola di Gesù rivolta agli scribi e ai farisei, ai quali il Signore rimprovera di chiudere il regno dei cieli davanti agli uomini (cfr Mt 23,13). Anche questo detto ci aiuta a comprendere la promessa fatta a Pietro: a lui, in quanto fedele amministratore del messaggio di Cristo, spetta di aprire la porta del Regno dei Cieli, e di giudicare se accogliere o respingere (cfr Ap 3,7). Le due immagini – quella delle chiavi e quella del legare e sciogliere – esprimono pertanto significati simili e si rafforzano a vicenda. L'espressione «legare e sciogliere» fa parte del linguaggio rabbinico e allude da un lato alle decisioni dottrinali, dall'altro al potere disciplinare, cioè alla facoltà di infliggere e di togliere la scomunica. Il parallelismo «sulla terra... nei cieli» garantisce che le decisioni di Pietro nell'esercizio di questa sua funzione ecclesiale hanno valore anche davanti a Dio.LEGARE E SCIOGLIERENel capitolo 18 del Vangelo secondo Matteo, dedicato alla vita della comunità ecclesiale, troviamo un altro detto di Gesù rivolto ai discepoli: «In verità vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo» (Mt 18,18). E san Giovanni, nel racconto dell'apparizione di Cristo risorto in mezzo agli Apostoli alla sera di Pasqua, riporta questa parola del Signore: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,22-23). Alla luce di questi parallelismi, appare chiaramente che l'autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati. E questa grazia, che toglie energia alle forze del caos e del male, è nel cuore del mistero e del ministero della Chiesa. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori che si debbono riconoscere bisognosi dell'amore di Dio, bisognosi di essere purificati attraverso la Croce di Gesù Cristo. I detti di Gesù sull'autorità di Pietro e degli Apostoli lasciano trasparire proprio che il potere di Dio è l'amore, l'amore che irradia la sua luce dal Calvario. Così possiamo anche comprendere perché, nel racconto evangelico, alla confessione di fede di Pietro fa seguito immediatamente il primo annuncio della passione: in effetti, Gesù con la sua morte ha vinto le potenze degli inferi, nel suo sangue ha riversato sul mondo un fiume immenso di misericordia, che irriga con le sue acque risanatrici l'umanità intera.HO COMBATTUTO LA BUONA BATTAGLIACari fratelli, come ricordavo all'inizio, la tradizione iconografica raffigura san Paolo con la spada, e noi sappiamo che questa rappresenta lo strumento con cui egli fu ucciso. Leggendo, però, gli scritti dell'Apostolo delle genti, scopriamo che l'immagine della spada si riferisce a tutta la sua missione di evangelizzatore. Egli, ad esempio, sentendo avvicinarsi la morte, scrive a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia» (2 Tm 4,7). Non certo la battaglia di un condottiero, ma quella di un annunciatore della Parola di Dio, fedele a Cristo e alla sua Chiesa, a cui ha dato tutto se stesso. E proprio per questo il Signore gli ha donato la corona di gloria e lo ha posto, insieme con Pietro, quale colonna nell'edificio spirituale della Chiesa. [...]
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi +Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.Parola del Signore.
VIDEO: Il matrimonio secondo Leone XIV ➜ https://www.youtube.com/watch?v=wDC5MlhOm_oTESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8189LEONE XIV DEMOLISCE AMORIS LAETITIA: IL MATRIMONIO NON E' UN IDEALE di Roberto de Mattei "Il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l'uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo". Così ha detto Leone XIV il 31 maggio 2025, nell'omelia della Messa del Giubileo delle famiglie, sottolineando che questo amore "rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita".Il significato di questa frase non deve sfuggire, perché oggi troppo spesso la legge morale viene ridotta a un ideale che può essere difficilmente raggiunto. La parola "canone", nel linguaggio religioso, indica una regola ufficiale della Chiesa, una norma giuridica e morale, una legge oggettiva, che tutti i cristiani sono tenuti ad osservare.Il matrimonio, uno e indissolubile, formato da un uomo e da una donna, è un'istituzione divina e naturale, voluta da Dio stesso ed elevata da Gesù Cristo alla dignità di Sacramento. La famiglia, fondata sul matrimonio, è perciò una vera società con un'unità spirituale, morale e giuridica, di cui Dio ha fissato la costituzione e i diritti. Chi osserva questa legge riceve da Dio tutte le grazie necessarie ad osservarla. Presentare il matrimonio come un ideale, e non come una legge a cui è legata una grazia, equivale ad affermare che questo modello non appartiene al mondo della realtà, ma a quello dei desideri, talvolta irraggiungibili. Significa dunque cadere nel relativismo morale. Gli uomini, per vivere, hanno bisogno di princìpi che possono e debbono essere vissuti: uno di questi è il matrimonio. L'idea, invece, che "il matrimonio è un ideale" percorre l'Esortazione apostolica Amoris Laetitia, del 2016, nella quale Papa Francesco ha insistito sul fatto che questo ideale va proposto gradualmente, accompagnando le persone nel loro cammino. Ma la morale cattolica non è graduale e non ammette eccezioni: o è assoluta o non è. La possibilità di "eccezioni" alla legge nasce proprio dall'idea di un ideale impraticabile. Era la tesi di Lutero, il quale sosteneva che Dio ha dato all'uomo una legge impossibile da seguire. Lutero elaborò perciò il concetto di un "fede fiduciale", che salva senza le opere, proprio perché i comandamenti non possono essere osservati. Alla concezione luterana dell'impraticabilità della legge, il Concilio di Trento replicò che ci si salva attraverso la fede e le opere. Il Concilio colpisce di anatema chi dice che "per l'uomo giustificato e costituito in grazia, i comandamenti di Dio sono impossibili da osservare" (Denz.H, n. 1568) e afferma: "Dio infatti non comanda l'impossibile; ma quando comanda ci ammonisce di fare quello che puoi, di chiedere quello che non puoi, e ti aiuta perché Tu possa" (Denz.H, n. 1356).L'AIUTO NON MANCHERÀCi si può trovare di fronte a problemi apparentemente insormontabili, ma in questi casi bisogna fare di tutto, con le proprie forze, per osservare la legge naturale e divina e chiedere a Dio l'aiuto per superare il problema. È di fede cattolica che questo aiuto non mancherà e che ogni problema sarà risolto. Nei casi eccezionali Dio ci offrirà un aiuto straordinario della grazia, proprio perché non ci ha dato una legge impraticabile. La dottrina non è un ideale astratto e la vita del cristiano non è altro che la pratica dei comandamenti, secondo l'insegnamento di Gesù: "Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama" (Gv 14, 21). Per questo, in un'intervista del 2019 riportata da Corrispondenza Romana, il cardinal Burke spiegava: "Qualcuno ha detto che in fin dei conti dobbiamo renderci conto che il matrimonio è un ideale che non tutti possono raggiungere e quindi dobbiamo adattare l'insegnamento della Chiesa alle persone che non riescono a mantenere le promesse matrimoniali. Ma il matrimonio non è un "ideale". Il matrimonio è una grazia e quando una coppia si scambia i voti, entrambi ricevono la grazia di vivere un legame fecondo e fedele per tutta la vita. Anche la persona più debole, la persona meno formata, riceve la grazia per vivere fedelmente l'alleanza matrimoniale".AMORE TOTALE, FEDELE, FECONDOMa leggiamo con attenzione le parole di Leone XIV: "Negli ultimi decenni abbiamo ricevuto un segno che dà gioia e al tempo stesso fa riflettere: mi riferisco al fatto che sono stati proclamati Beati e Santi dei coniugi, e non separatamente, ma insieme, in quanto coppie di sposi. Penso a Louis e Zélie Martin, i genitori di Santa Teresa di Gesù Bambino; come pure i Beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, la cui vita familiare si è svolta a Roma nel secolo scorso. E non dimentichiamo la famiglia polacca Ulma: genitori e bambini uniti nell'amore e nel martirio. Dicevo che si tratta di un segno che fa pensare. Sì, additando come testimoni esemplari degli sposi, la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell'alleanza coniugale per conoscere e accogliere l'amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società"."Per questo, col cuore pieno di riconoscenza e di speranza, a voi sposi dico: il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l'uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo (cfr S. Paolo VI, Lett. Enc. Humanae vitae, 9). Mentre vi trasforma in una carne sola, questo stesso amore vi rende capaci, a immagine di Dio, di donare la vita"."Perciò vi incoraggio ad essere, per i vostri figli, esempi di coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l'obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per accrescerlo. E voi, figli, siate grati ai vostri genitori: dire "grazie", per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene donato ogni giorno, è il primo modo di onorare il padre e la madre (cfr Es 20,12)".All'inizio e alla fine della sua omelia il Papa è tornato su un tema che gli è caro: la preghiera di Gesù al Padre, tratta dal Vangelo di Giovanni: "Che tutti siano una sola cosa" (Gv, 17, 20). Non un'uniformità indistinta, ma una comunione profonda, fondata sull'amore stesso di Dio; "uno unum", come dice sant'Agostino (Sermo super Ps. 127): una cosa sola nell'unico Salvatore, abbracciati dall'amore eterno di Dio. "Carissimi, se ci amiamo così, sul fondamento di Cristo, che è «l'alfa e l'omega», «il principio e la fine» (cfr Ap 22,13), saremo segno di pace per tutti, nella società e nel mondo. E non dimentichiamo: dalle famiglie viene generato il futuro dei popoli"
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi +Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l'unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.Parola del Signore.
Dal Vangelo secondo GiovanniIn quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse:«Padre, è venuta l'ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato.Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse.Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato.Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Maria Maddalena fu fra coloro che maggiormente condivisero i tre anni di vita pubblica di Gesù Cristo. Fu sotto la croce, senza fuggire come fecero i discepoli, non lo rinnegò per paura come fece Pietro, ma rimase presente ogni ora, dal momento della sua conversione, fino al Sepolcro. Ma chi era in realtà Maria di Magdala? In maniera assolutamente erronea per i più fu la prostituta redenta da Cristo. La tradizione, infatti, non è andata oltre la pagina evangelica in cui si si narra la storia della conversione di un'anonima peccatrice, colei che aveva cosparso di olio profumato i piedi di Gesù, ospite in casa di un notabile fariseo, li aveva bagnati con le sue lacrime e li aveva asciugati coi suoi capelli. Si era così, senza nessun reale collegamento, identificata Maria di Magdala con quella prostituta senza nome. Ora, questo stesso gesto di venerazione verrà ripetuto nei confronti di Gesù da un'altra Maria, la sorella di Marta e Lazzaro, in una diversa occasione. E, così, si consumerà un ulteriore equivoco per Maria di Magdala: da alcune tradizioni popolari verrà identificata proprio con questa Maria di Betania, dopo essere stata confusa con la prostituta di Galilea.Ma dalla profonda spiritualità monastica altomedievale e, in particolare, dagli ambienti cluniacensi, prese il via la venerazione quale Santa e, pertanto, in suo onore sono state scritte pagine di musica. Come quella che porta la firma del compositore rinascimentale Nicolas Champion recentemente eseguita dalla prestigiosa Cappella Pratensis nella cattedrale di Lugano per la rassegna de i Vesperali 2025 sotto la direzione di Stratton Bull. Giovanni Conti ne parla con il produttore artistico dell'ensemble Peter De Laurentiis.
Origini e storia del cristianesimo, la religione rivelata da Gesù Cristo nata dal giudaismo nel primo secolo. Il significato e i protagonisti.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla lettera agli Ebrei +Fratelli, è impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati. Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,un corpo invece mi hai preparato.Non hai graditoné olocausti né sacrifici per il peccato.Allora ho detto: "Ecco, io vengopoiché di me sta scritto nel rotolo del libroper fare, o Dio, la tua volontà"».Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo a fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.Parola del Signore.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla lettera agli Ebrei +Fratelli, per mezzo di Gesù offriamo a Dio continuamente un sacrificio di lode, cioè il frutto di labbra che confessano il suo nome.Non dimenticatevi della beneficenza e della comunione dei beni, perché di tali sacrifici il Signore si compiace.Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi e devono renderne conto, affinché lo facciano con gioia e non lamentandosi. Ciò non sarebbe di vantaggio per voi.Il Dio della pace, che ha ricondotto dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.Parola del Signore.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi +Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.Parola del Signore.
In occasione della Domenica della Riforma, abbiamo avuto la benedizione di ascoltare Leonardo De Chirico, Pastore della chiesa evangelica Breccia di Roma, che ci ha portato a riflettere su Gesù Cristo nella predica intitolata "Solo Cristo. Cosa significa per te?"Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 27 Ottobre 2024.
Predicazione espositiva del Pastore Jonathan Whitman di Matteo capitolo 1 versetti da 18 a 25. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 29 Settembre 2024.Titolo del messaggio: "Quattro verità straordinarie sulla nascita del Re Messia"MATTEO 1 V18-2518 La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo.Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. 20 Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. 21 Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». 22 Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio,al quale sarà posto nome Emmanuele»,che tradotto vuol dire: «Dio con noi». 24 Giuseppe, destatosi dal sonno, fece come l'angelo del Signore gli aveva comandato e prese con sé sua moglie; 25 e non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio; e gli pose nome Gesù.
Iniziamo un nuovo libro!Introduzione al Vangelo di Matteo, a cura del Pastore Jonathan Whitman. Registrata presso il Centro Evangelico Battista di Perugia il 22 Settembre 2024.Titolo del messaggio: "La domanda più importante della tua vita".MATTEO 1:1-171 Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide, figlio di Abraamo. 2 Abraamo generò Isacco; Isacco generò Giacobbe; Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli; 3 Giuda generò Fares e Zara da Tamar; Fares generò Esrom; Esrom generò Aram; 4 Aram generò Aminadab; Aminadab generò Naasson; Naasson generò Salmon; 5 Salmon generò Boos da Raab; Boos generò Obed da Rut; Obed generò Iesse, 6 e Iesse generò Davide, il re.Davide generò Salomone da quella che era stata moglie di Uria; 7 Salomone generò Roboamo; Roboamo generò Abia; Abia generò Asa; 8 Asa generò Giosafat; Giosafat generò Ioram; Ioram generò Uzzia; 9 Uzzia generò Ioatam; Ioatam generò Acaz; Acaz generò Ezechia; 10 Ezechia generò Manasse; Manasse generò Amon; Amon generò Giosia; 11 Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli al tempo della deportazione in Babilonia. 12 Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel; Salatiel generò Zorobabele; 13 Zorobabele generò Abiud; Abiud generò Eliachim; Eliachim generò Azor; 14 Azor generò Sadoc; Sadoc generò Achim; Achim generò Eliud; 15 Eliud generò Eleàzaro; Eleàzaro generò Mattan; Mattan generò Giacobbe; 16 Giacobbe generò Giuseppe, il marito di Maria, dalla quale nacque Gesù, che è chiamato Cristo. 17 Così, da Abraamo fino a Davide sono in tutto quattordici generazioni; da Davide fino alla deportazione in Babilonia, quattordici generazioni; e dalla deportazione in Babilonia fino a Cristo, quattordici generazioni.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Giovanni Battista- la voce nel deserto14 E Cristo divenne uomo e visse qui sulla terra, fra noi, pieno di grazia e di verità. E alcuni di noi hanno visto la sua gloria, la gloria del Figlio unico del Padre Celeste.LʼAgnello di Dio15 Giovanni lo indicò alla gente, dicendo: «Ecco colui al quale mi riferivo, quando dissi: “Sta arrivando qualcuno, che è molto più grande di me, perché esisteva già molto tempo prima che io nascessi!”» 16 Noi tutti abbiamo avuto benefici dalle ricche benedizioni che Cristo ci ha portato; una benedizione dopo lʼaltra. 17 Infatti Mosè ci diede la legge, mentre Gesù Cristo ci ha portato la verità e un perdono pieno dʼamore. 18 Nessuno ha mai realmente visto Dio, eccetto il suo unico Figlio, perché egli è intimamente unito al Padre, ed è lui che ce lʼha fatto conoscere.19 I capi giudei mandarono da Gerusalemme dei sacerdoti con i loro aiutanti, per chiedere a Giovanni: «Sei tu il Messia?»20 Giovanni disse la verità: «Non sono io il Cristo!»21 «Ebbene, chi sei tu allora?» gli chiesero. «Sei Elia?»«No», rispose Giovanni.«Sei un profeta, allora?»«No».22 «Chi sei, dunque? Diccelo, così possiamo rispondere a quelli che ci hanno mandato. Che dici sul tuo conto?»23 Giovanni rispose: «Come disse il profeta Isaia, io sono “una voce che grida nel deserto: tenetevi pronti per lʼarrivo del Signore!”lascia un commentoSupport the show
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il Verbo fatto carneLa luce del mondo1 Prima che esistesse qualsiasi altra cosa, cʼera Cristo. 2 Egli era con Dio. Vive da sempre, ed egli stesso è Dio. 3 Egli ha creato tutte le cose; non cʼè nulla che non sia stato fatto da lui. 4 In lui cʼè la vita eterna, e questa vita dà luce a tutta lʼumanità. 5 La sua vita è la luce che splende nelle tenebre, ma le tenebre non lʼhanno ricevuta.6-7 Dio mandò Giovanni Battista per testimoniare che Gesù Cristo era la vera luce. 8 Lo stesso Giovanni non era la luce; era soltanto un testimone, che poteva riconoscerla e parlarne, perché tutti credessero. 9 Veniva nel mondo colui che è la vera luce per illuminare ogni essere umano.10 Benché fosse stato lui a creare il mondo, il mondo non lo riconobbe, quando venne.11-12 Non fu accettato neppure nel proprio paese, fra la sua gente, i Giudei. Soltanto pochi lʼavrebbero accolto e ricevuto. Ma a tutti quelli che lo hanno accolto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio. Tutto ciò che devono fare è credere che Cristo è la loro salvezza. 13 Chi crede in questo, nasce di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, risultante da un progetto dellʼuomo, o dalla sua passione, ma di una nascita spirituale per volontà di Dio.lascia un commentoSupport the show
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla prima lettera di san Giacomo apostolo + (Rito Ambrosiano)Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: Amerai il prossimo tuo come te stesso, fate bene. Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori.Parola del Signore.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi +Io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l'eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso.Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.Parola del Signore.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
Supplica per la pace alla B.V. Maria Assunta al Cielo Gloriosa Madre di Dio, innalzata al di sopra dei cori degli angeli, prega per noi con san Michele arcangelo e con tutte le potenze angeliche dei cieli e con tutti i santi, presso il tuo santissimo diletto Figlio, Signore e maestro. Ottieni per questa Terra Santa, per tutti i suoi figli e per l'umanità intera il dono della riconciliazione e della pace. Che si compia la tua profezia: i superbi siano dispersi nei pensieri del loro cuore; i potenti siano rovesciati dai troni, e finalmente innalzati gli umili; siano ricolmati di beni gli affamati, i pacifici siano riconosciuti come figli di Dio e i miti possano ricevere in dono la terra. Ce lo conceda Gesù Cristo, tuo Figlio, che oggi ti ha esaltata al di sopra dei cori degli angeli, ti ha incoronata con il diadema del regno, e ti ha posta sul trono dell'eterno splendore. A lui sia onore e gloria per i secoli eterni.Parola del Signore.
Benvenuti ai 4 Vangeli-letture in 1 anno 5 gg a settimanaOggi: Il battesimo di Gesù1 Qui comincia la storia meravigliosa di Gesù Cristo, Figlio di Dio.2 Nel libro scritto dal profeta Isaia Dio annunciò che avrebbe mandato sulla terra suo Figlio e che un messaggero speciale lo avrebbe preceduto per preparare il mondo al suo arrivo.3 «Questo messaggero grida nellʼarido deserto», aveva detto Isaia «e dice a tutti di cambiare vita, per essere pronti allʼarrivo del Signore».Giovanni Battista4 Questo messaggero era Giovanni Battista. Egli viveva nel deserto e insegnava che tutti dovevano farsi battezzare per dimostrare pubblicamente di non voler più peccare e poter ottenere così il perdono di Dio.5 Da Gerusalemme e da tutta la Giudea la gente accorreva nel deserto di Giudea per vedere ed ascoltare Giovanni e, quando qualcuno confessava i propri peccati, egli lo battezzava nel fiume Giordano. 6 Giovanni portava un vestito fatto di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai fianchi; locuste e miele selvatico erano il suo cibo. 7 Ecco un esempio della sua predicazione:«Dopo di me, arriverà qualcuno molto più importante di me, tanto più grande che io non sono degno nemmeno di essere il suo schiavo. 8 Io vi battezzo con lʼacqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo di Dio!»9 Proprio in quel periodo, da Nazaret in Galilea arrivò Gesù, e fu battezzato da Giovanni nel fiume Giordano. 10 Nel preciso istante in cui Gesù uscì dallʼacqua, egli vide il cielo aprirsi e lo Spirito Santo sotto forma di colomba scendere su di lui. 11 E una voce dal cielo disse: «Tu sei il mio amato Figlio, tu sei il mio dilettoSupport the showSupport the show