POPULARITY
Categories
Gli sviluppi dell'attacco hacker del gruppo cinese Salt Typhoon, i timori in Europa per lo spionaggio da parte di Pechino attraverso i dispositivi “green”, la nuova tecnica di attacco che sfrutta i QRCode e i problemi relativi alla diffusione dei data center e ai consumi energetici relativi all'uso dell'AI. A cura di Marco Schiaffino.
Salvo colpi di scena, l'OPS di Mps su Mediobanca potrebbe partire tra l'8 e il 15 luglio e chiudersi entro agosto. Dopo il parere favorevole informale della Vigilanza Bce, si attende il via libera formale per inviare il prospetto informativo alla Consob, che ha 5 giorni lavorativi per autorizzare l'offerta. Mps punta a raggiungere almeno il 66,67% del capitale di Mediobanca per ottenere il pieno controllo. L'operazione si inserisce nella strategia di rilancio di Mps, partita con la cessione del 15% da parte del Tesoro lo scorso novembre a investitori italiani, tra cui Banco Bpm, Anima, e le famiglie Del Vecchio e Caltagirone. Su questa cessione indaga ora la Procura di Milano, ipotizzando il reato di aggiotaggio, mentre la Commissione Europea valuta eventuali aiuti di Stato. Banca Akros, che ha curato il collocamento, ha respinto le accuse, difendendo la correttezza della procedura e negando esclusioni di investitori. Ne parliamo con Alberto Grassani, Il Sole 24 OreDall'escalation in Iran all'annuncio della tregua: la mano invisibile della CinaIn 48 ore, il conflitto tra Iran, Israele e Stati Uniti è passato da un attacco militare a una tregua instabile. USA e Israele hanno colpito i siti nucleari iraniani di Fordow e Natanz, spingendo Teheran a rispondere con missili contro la base americana di Al Udeid. A sorpresa, Trump ha annunciato una tregua mediata dal Qatar, ma con un ruolo chiave, secondo Plateroti, della Cina. Pechino avrebbe favorito l'intesa per tutelare i suoi interessi energetici. Tuttavia, il cessate il fuoco è già stato violato: l'Iran ha lanciato missili su Beersheba, provocando 4 morti civili, e Israele ha risposto bombardando anche il carcere di Evin a Teheran. Le parti si accusano reciprocamente di aver infranto l'accordo. La situazione a Gaza resta drammatica, con 29 civili uccisi, 19 vicino all'ospedale Al-Awda. La crisi ha scosso i mercati energetici: il Brent è sceso del 3%, il TTF europeo è salito a 42,44 euro/MWh. Gli operatori temono un blocco dello Stretto di Hormuz, da cui passa circa un terzo del greggio mondiale e il 20% del GNL. Andiamo dietro la notizia con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.ANCE: "Tanti problemi strutturali ma sul PNRR siamo più avanti di come sembra"All'assemblea ANCE di Roma si è parlato di ritardi strutturali e del “tempo giusto” per agire. Quattro i temi chiave: rigenerazione urbana, infrastrutture resilienti, rivoluzione digitale e formazione. Allarme sul disagio abitativo: il 66% dei giovani vive ancora con i genitori, 21.000 sono emigrati nel 2023. Le città universitarie offrono pochi alloggi: Roma copre solo il 18% del fabbisogno. La spesa PNRR è al 34%, ma il 60% dei cantieri è attivo o concluso. La riforma ha ridotto i tempi delle gare, ma permangono ritardi di programmazione. Il modello ferroviario è virtuoso (72% rete elettrificata), ma quello stradale è stato compromesso dai tagli ai fondi ANAS. I Comuni hanno raddoppiato gli investimenti pubblici dal 2018. Sul fronte abitativo, ANCE chiede un piano nazionale con almeno 15 miliardi su 10 anni e un'unica cabina di regia. Gli eventi climatici richiedono infrastrutture adeguate: Palermo riceve più pioggia di Londra, il Sud rischia la desertificazione. Le imprese attendono 3 miliardi di ristori dal 2022 per il caro materiali, e i pagamenti pubblici restano in media oltre i 5 mesi. Interviene Federica Brancaccio, presidente ANCE.
Non due settimane ma due giorni, Donald Trump ha giocato d'anticipo e ha inviato i suoi bombardieri a lanciare una pioggia di bombe “anti-bunker” su tre basi del programma nucleare iraniano. Un'operazione militare che lo stesso Trump ha definito “magnifica” e che è stata applaudita da diverse cancellerie occidentali ma soprattutto dal premier israeliano Benjamin Netanyahu, che da giorni premeva per poter ottenere l'appoggio statunitense. Un attacco che cambia le carte in tavola, dal punto di vista militare ma anche da quello geo-politico, sia a livello regionale che internazionale. Di questa nuova configurazione, che chiama in causa anche Russia e Cina, gli alleati storici dell'Iran, parleremo con:· Duccio Basosi, docente di storia delle relazioni internazionali all'università Ca' Foscari di Venezia· Alessandro Colombo, docente di relazioni internazionale, Università statale di Milano · Farian Sabahi, docente di storia all'università dell'Insubria· Rossella Tercatin, giornalista del “Times of Israel” a Gerusalemme· Rosalba Castelletti, inviata di Repubblica a Mosca· Guido Santevecchi, giornalista del Corriera della Sera e per anni corrispondente a Pechino
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8197CINQUANT'ANNI FA INIZIAVA L'INCUBO DEI KHMER ROSSI IN CAMBOGIA di Stefano Magni Il 17 aprile di 50 anni fa, cadeva Phnom Penh. La capitale della Cambogia finiva nelle mani dei Khmer Rossi, il movimento comunista, maoista, più letale della storia. Nei tre anni successivi, il regime retto con pugno di ferro da Pol Pot, eliminerà un terzo della sua stessa popolazione. Suo obiettivo dichiarato era quello di realizzare l'utopia comunista entro il 1990, non importava con quali metodi e con quanti morti.L'ascesa al potere dei Khmer Rossi avvenne dopo otto anni di guerra civile. A distruggere il già precario equilibrio di quella regione dell'Asia sudorientale, che aveva ottenuto l'indipendenza nel 1953 dalla Francia, fu soprattutto la guerra del Vietnam. Il principe Sihanouk, succeduto pacificamente al dominio francese, si era barcamenato fra il comunismo (in espansione in tutta la regione) e l'alleanza con gli Stati Uniti, protettori del Vietnam del Sud. Quando il Vietnam del Nord, comunista, nel 1959, incominciò a invadere il Vietnam del Sud (nazionalista) infiltrandovi i suoi militari e guerriglieri, Sihanouk non riuscì o non volle opporsi. Nel 1965, primo anno dell'intervento americano in Vietnam, la Cambogia era già diventata il principale terreno di transito dei nordvietnamiti. Essendo un paese neutrale, lì non potevano essere colpiti dagli americani e dai sudvietnamiti. Sihanouk represse violentemente il comunismo all'interno del suo paese. Nella sola rivolta contadina nel distretto di Samlaut (scoppiata a seguito di espropri arbitrari), dal 1967 al 1970, fece uccidere 12mila persone. I militari tagliavano le teste dei contadini e le mandavano a Phnom Penh, come prova del lavoro eseguito. Fu in quel periodo, in opposizione al regime, che crebbe il movimento armato dei Khmer Rossi, ispirato al maoismo più intransigente. Ma in politica estera, lo stesso Sihanouk si avvicinò alla Cina di Mao e all'Urss di Brezhnev e ruppe con gli americani.REPUBBLICA KHMERNel 1970, quando Sihanouk era a Mosca in visita di Stato, i militari presero il potere. Lon Nol, uno dei peggiori macellai della repressione di Samlaut, divenne presidente, di fatto il dittatore, della nuova "Repubblica Khmer". Promise lotta alla corruzione e cacciata dei vietnamiti e chiese subito agli Usa di intervenire in suo aiuto. In meno di un mese, Nixon autorizzò un intervento di terra, segreto, in territorio cambogiano. Militarmente fu un successo: i nordvietnamiti vennero cacciati dalle aree di confine. Politicamente fu un disastro: i comunisti di Ho Chi Minh si dispersero nel paese e insegnarono ai Khmer Rossi come si combatteva contro un esercito regolare. Lon Nol si alienò ulteriormente la popolazione, prima di tutto perché si dimostrò ancora più corrotto del predecessore. Poi perché fu ancora più violento, perseguitò tutti i vietnamiti del paese, i cattolici e le altre minoranze religiose e represse nel sangue ogni manifestazione di dissenso. Contro di lui si allearono monarchici e comunisti: Sihanouk e i Khmer Rossi formarono un Fronte di Unità Nazionale. Nel 1973 controllavano già metà del paese e Lon Nol chiese di nuovo l'aiuto degli americani. Nixon autorizzò una campagna di bombardamenti aerei (anche questa segreta), in cui perirono decine di migliaia di civili, oltre ai guerriglieri. Fu un successo effimero: l'avanzata dei comunisti venne solo temporaneamente arginata, ma come reazione ai bombardamenti le popolazioni contadine si arruolarono in massa nei Khmer Rossi, anche se ormai era chiaro, nelle aree che avevano occupato, che il loro regime fosse molto più letale di quello nazionalista di Lon Nol.LA KAMPUCHEA DEMOCRATICANell'aprile del 1975, quando il Vietnam del Sud era in procinto di essere sopraffatto dal Nord e gli americani se ne erano ormai andati, i Khmer Rossi vinsero la guerra civile. Sihanouk rimase ufficialmente il capo di Stato ancora per un anno, poi venne costretto agli arresti domiciliari. Nasceva la Kampuchea Democratica, Khieu Samphan era il presidente, ma il vero uomo al comando era il primo ministro, leader del movimento armato comunista, Saloth Sar, detto Pol Pot. Educato a Parigi (aveva Jean Paul Sartre quale mentore), volle creare l'utopia comunista dal giorno uno del suo regno. Tutte le città, a partire da Phnom Penh, vennero evacuate con urgenza. Anche i malati e i feriti ricoverati negli ospedali furono gettati in strada. Agli evacuati le nuove autorità dissero che si trattava di una misura temporanea e di portarsi dietro il minimo indispensabile. In realtà erano destinati a partecipare a un gigantesco esperimento sociale: trasformare i cittadini in contadini. Le evacuazioni, effettuate con metodi da deportazione, costarono decine di migliaia di vittime. Ed era solo l'inizio della sofferenza.Tutta la popolazione cambogiana venne riorganizzata in comunità contadine. Non era possibile alcuna libertà di movimento: di fatto erano prigionieri di campi di lavoro. I turni andavano dalle 12 alle 14 ore al giorno, senza pause se non per subire il lavaggio del cervello ideologico nelle sessioni di rieducazione. Tutti i membri del vecchio regime e le loro famiglie vennero sterminati. Tutti i religiosi, a qualunque religione appartenessero, vennero uccisi. Per il resto, ogni comandante e funzionario locale aveva diritto di vita e di morte sui suoi contadini. I più sadici e sospettosi uccidevano anche chi solo portava gli occhiali, simbolo di degenerazione borghese. Poteva essere ucciso anche chi fosse considerato "pigro" nel lavoro dei campi, chi non aveva abbastanza calli sulle mani, chi non rispondeva in modo appropriato nelle sessioni di rieducazione, chi conosceva lingue straniere, chi esercitava professioni liberali prima dell'anno zero della nuova era.GESTI D'AMORE VIETATI E PUNITINon era permesso parlare in prima persona singolare: l'Io era bandito. Non era permesso l'affetto personale: parole dolci e gesti d'amore erano vietati e puniti. Doveva essere amato solo il partito. Dall'inizio del 1977, i matrimoni furono solo combinati dai quadri del partito, fra uomini e donne che fra loro non si conoscevano. I figli furono separati dai genitori, educati dal partito. Tutto era in comune, le coltivazioni destinate al catasto, il cibo razionato e consumato in mense collettive. La morte per fame divenne la regola e i contadini che cercavano di rubare il cibo o di consumarlo mentre lo coltivavano erano condannati a morte.Nemmeno i quadri e i dirigenti dei Khmer erano esenti dalla paura. I tentativi di colpi di Stato furono molto numerosi, almeno nove in tre anni. Pol Pot rispose con purghe periodiche. Le vittime principali erano i comunisti rientrati dall'estero, invogliati dalla propaganda di Phnom Penh. Quasi tutti finirono sotto la scure della repressione. Il carcere di Tuol Sleng, destinato agli epurati, divenne il simbolo dello sterminio cambogiano, l'unico luogo in cui l'identità delle vittime e la data della loro esecuzione venne documentata minuziosamente. La quasi totalità degli internati a Tuol Sleng venne uccisa, dai plotoni d'esecuzione o nelle camere di tortura.Il regime Khmer era anche profondamente razzista. Nonostante l'alleanza con Pechino, sterminò la quasi totalità dei cinesi residenti in Cambogia (circa 200mila perirono in questo genocidio nel genocidio), la minoranza musulmana Cham e decine di migliaia di vietnamiti. E fu proprio per salvare questi ultimi dall'annientamento che, alla fine del 1978, il Vietnam invase la Cambogia. In poco più di un mese spazzò via l'infernale regime. Ma nel paese non tornò la libertà, si instaurò un altro regime comunista, guidato da Samrin (un ex Khmer Rosso fuggito in Vietnam) e solo meno repressivo e letale del precedente. Per questo è così difficile, ancora oggi, fare luce sul crimine immenso dei Khmer Rossi e punire i suoi responsabili. Il colpo di spugna sul passato, comunque, non cancella i due milioni di morti, assassinati in appena tre anni, con un'intensità senza precedenti. Uccisi nel nome di un'utopia, di un paradiso in terra che garantì l'inferno a un popolo intero.
Sarà Gianfranco Fini - già Vicepresidente del Consiglio (2001-06), Ministro degli Esteri (2004-06), Presidente della Camera dei Deputati (2008-13) l'ospite centrale di questa puntata. Dopo gli editoriali di apertura dei conduttori, l'attualità internazionale (dal nuovo fronte aperto da Israele in Iran ai disordini negli Stati Uniti) viene analizzata con Claudio Pagliara, già corrispondente Rai da New York, Pechino, Gerusalemme e Parigi, autore del recente libro “L'imperatore. Donald Trump, l'alba di unanuova era” (Piemme, giugno 2025).In chiusura, con Fabiana DiSegni, psicologa e psicoterapeuta, Presidente della Commissione Politichesociali e dell'integrazione del Municipio XI di Roma Capitale, parliamo del crescente impiego dell'intelligenza artificiale nella psicoterapia, analizzandone rischi e opportunità.
Washington-Pechino, intesa sui dazi. Gaza, in Italia il piccolo Adam.
#notizie #podcast #politica #rassegnastampa
Giulio Gori racconta il caso di Daniele Pieroni, che il 17 maggio ha esercitato il diritto di morire riconosciuto dalla legge regionale approvata nel febbraio 2025 e impugnata dal governo. Viviana Mazza parla delle indiscrezioni sul progetto (smentito dalla Casa Bianca) di deportare gli irregolari nella celebre base Usa. Giuliana Ferraino analizza il contenuto dell'accordo tra Washington e Pechino.I link di corriere.it:Suicidio assistito, primo caso in Toscana dopo la legge regionaleLos Angeles, proteste e coprifuoco. Trump: «I manifestanti sono animali»Terre rare, chip e studenti: che cosa contiene l'accordo Usa-Cina sui dazi
A Londra si apre una delicata trattativa tra Stati Uniti e Cina sui dazi. Washington porta al tavolo tre figure chiave dell’amministrazione Trump, chiedendo subito lo sblocco delle terre rare cinesi e l’allentamento dei controlli sulle esportazioni USA. Intanto, l’export cinese verso gli Stati Uniti crolla del 34,5% su base annua: peggior calo da oltre 5 anni. A maggio, il surplus commerciale di Pechino si riduce a 18 miliardi di dollari. Le Dogane cinesi confermano il rallentamento, a dispetto della tregua raggiunta. Segnale chiaro che la guerra commerciale sta lasciando il segno. Facciamo il punto con Fabio Scacciavillani, economista, editorialista Il Sole24 OreArrivano nuove regole per aiutare l'autotrasporto. Brennero sempre sotto pressione: traffico limitato e meno merciIl Decreto Legge Infrastrutture, approvato il 19 maggio in Consiglio dei Ministri, introduce novità importanti per l’autotrasporto: il tempo di franchigia per carico/scarico scende da due ore a 90 minuti, con indennizzi automatici da 100 euro l’ora a carico sia del committente che del caricatore. Arrivano anche più poteri all’Antitrust sui ritardi nei pagamenti e 6 milioni l’anno per il rinnovo dei mezzi fondi però inferiori ai 12 milioni stanziati nel 2024. Intanto, il Brennero resta un nodo critico: limiti, dosaggi, cantieri e barriere hanno ridotto il traffico merci ma anche danneggiato l’economia del Nord Italia. Il ponte Lueg, ridotto a una corsia per senso di marcia, resiste, ma solo perché i volumi sono crollati, anche per effetto dei nuovi dazi. Ne parliamo insieme a Pasquale Russo, Presidente di Conftrasporto e Roberto Bellini, Presidente Confartigianato Trasporti Trento.CEO a Capitol Hill contro il Big Beautiful Bill di TrumpSecondo il Financial Times, decine di CEO tra cui quelli di Shell, SAP, Toyota e LVMH saranno questa settimana a Washington per contrastare la Sezione 899 del Big Beautiful Bill voluto da Trump. La norma introduce una "revenge tax": sovrattassa del 20% sui redditi passivi statunitensi incassati da imprese di Paesi giudicati fiscalmente ostili agli USA. Il gettito stimato è di 116 miliardi in 10 anni, ma i CEO temono danni agli investimenti, perdita di posti di lavoro e fuga di capitali. Le imprese chiedono almeno un rinvio della norma e un suo ridimensionamento. Andiamo dietro la notizia con Alessandro Plateroti, Direttore Newsmondo.it
XVI ciclo di Dottorato della Scuola Superiore di Studi StoriciUniversità deglli Studi della Repubblica di San MarinoSTORIOGRAFIA E DIPLOMAZIADa Pechino a Bandung. L'attività diplomatica cinese e l'Asia postcoloniale nei primi anni della Guerra Fredda (1949-1955)Guido Samarani(Università Ca' Foscari Venezia)Podcast a cura di Giuseppe GiardiUna produzione Usmaradio - Centro di Ricerca per la Radiofonia
In questa puntata si parte dal recente caso del professore che ha insultato su Facebook la figlia della premier per rilanciare una proposta provocatoria dello psicologo Matteo Lancini: vietare i social network agli adulti. Ne parliamo con lo stesso Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro, con il quale riflettiamo anche sul ruolo educativo dei genitori nell'era digitale.Segue un'analisi delle nuove tensioni tra Cina e Stati Uniti sui dazi: con Giada Messetti, sinologa e giornalista, esploriamo le recenti mosse commerciali di Washington e Pechino, i possibili scenari futuri e le ricadute sull'economia globale.Ci spostiamo poi nel Regno Unito dove il sistema sanitario ha deciso di negare interventi al ginocchio a pazienti obesi. Ne parliamo con Pierluigi Struzzo, medico italiano in pensione trasferitosi a Londra, attivo in un ospedale britannico che racconta la ratio della misura e il dibattito che ne è scaturito.Chiudiamo con una buona notizia sul fronte dell'occupazione: nel settore autotrasporti arriva il “Bonus Donne”, che prevede un taglio del 100% dei contributi per le aziende che assumono autiste. La voce di Sara De Bastiani, camionista altoatesina, ci offre uno spaccato concreto della vita su strada e delle sfide (e opportunità) per le donne in un settore ancora a prevalenza maschile.
Non corrispondono al vero le voci di aiuti cinesi paracadutati alla popolazione della Striscia. Pechino però è ferma nel sostegno ai palestinesi e appoggia la risoluzione dell'ultimo vertice arabo. Ma per interessi economici e strategici evita di contrastare la politica americana di sostegno a Israele.
Nei giorni durante i quali Stati Uniti e Cina aumentavano i dazi reciproci fino a cifre monstre, in Cina si parlava in continuazione di mercato interno. Pechino sa che per tentare di colmare le eventuali perdite delle esportazioni, deve potenziare il mercato interno. Solo che questa esigenza si scontra con una caratteristica tradizionale del popolo cinese: quella di risparmiare. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Rispetto a qualche anno fa, Pechino e gran parte della Cina ha vissuto una imponente trasformazione elettrica. E così cambiano le percezioni e le sensazioni con cui si vive la città, travolta da un processo, ancora una volta, epocale. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Pechino e Washington sospenderanno per novanta giorni alcuni dei dazi imposti sulle merci provenienti dai rispettivi paesi. Con Alessandro Lubello, editor di economia di Internazionale.Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha offerto al presidente russo Vlamidir Putin di tenere il loro primo faccia a faccia a Istanbul il 15 maggio. Con Davide Maria De Luca, giornalista, da Kiev.Oggi parliamo anche di:Corpo e mente • “Non è sempre colpa del glutine” di Cécile Thiberthttps://www.internazionale.it/magazine/cecile-thibert/2025/05/08/non-e-sempre-colpa-del-glutineSerie tv • The studio su Apple Tv+Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Valentina Iorio spiega in che cosa consiste l'intesa tra Washington e Pechino sulla riduzione delle tariffe reciproche dopo la guerra commerciale delle ultime settimane. Greta Privitera parla del rilascio di Edan Alexander, l'israeliano-americano prigioniero di Hamas per 581 giorni. Ester Palma racconta che cosa ha detto il nuovo pontefice nel primo incontro con i giornalisti di tutto il mondo.I link di corriere.it:Dazi, tregua Usa-Cina. Le Borse ripartonoHamas libera Edan Alexander, l'israeliano-americano in ostaggio da 581 giorniChe cosa ha detto Papa Leone XIV nel suo primo incontro con i giornalisti
Stati Uniti e Cina hanno concordato una moratoria di 90 giorni per sospendere i nuovi dazi reciproci introdotti ad aprile. Gli USA abbasseranno le tariffe doganali dal 145% al 30%, mentre la Cina le ridurrà dal 125% al 10%. La sospensione riguarda anche le ordinanze esecutive e gli annunci doganali successivi al 2 aprile. Pechino si è inoltre impegnata a revocare le contromisure non tariffarie adottate contro gli USA. Il nuovo accordo arriva dopo un periodo di tensioni che aveva generato un crollo delle Borse e timori di recessione globale. Secondo l'editorialista Fubini, la pressione dei mercati ha spinto Trump a cercare un compromesso per evitare ulteriori danni economici. Seppur temporaneo, l'accordo riflette l'urgenza di evitare ripercussioni sul commercio, sull'inflazione e sul consenso politico, con l'obiettivo di stabilizzare i rapporti e scongiurare effetti a lungo termine su occupazione, prezzi e produzione. Ne abbiamo parlato con Luca Veronese, Il Sole 24 ore, (da Milano) Lucio Miranda, Presidente Export USA, (da Washington).TUTTOFOOD MILANO 2025: oltre 95.000 presenze e una nuova alleanza globale del foodSi è conclusa l'8 maggio la prima edizione di TUTTOFOOD MILANO organizzata da Fiere di Parma, che ha accolto oltre 95.000 visitatori professionali, di cui il 25% provenienti dall'estero. L'evento ha visto la partecipazione di 4.200 aziende espositrici distribuite su 10 padiglioni per oltre 150.000 metri quadrati, coprendo l'intera filiera agroalimentare. Il Buyers Program, realizzato con ICE-Agenzia, ha favorito la presenza di 3.000 top buyer e 7.000 operatori esteri. Oltre il 70% delle aziende ha già confermato la partecipazione per l'edizione 2026. L'evento segna l'avvio del nuovo hub Parma-Milano-Colonia grazie alla partnership strategica tra Fiere di Parma e Koelnmesse (Anuga). TUTTOFOOD 2025 ha generato un impatto economico di oltre 150 milioni di euro su Milano. Grande riscontro anche per la prima TUTTOFOOD Week, con eventi diffusi in città, tra cui la mostra “Essenziale e Quotidiano” all'ADI Design Museum. A evento concluso, il team organizzativo parte per un roadshow internazionale verso le principali fiere globali, con tappe ad Amsterdam, Bangkok, New York e Colonia, in preparazione delle prossime edizioni di TUTTOFOOD MILANO 2026 e CIBUS 2027. Interviene in trasmissione Antonio Cellie, Amministratore Delegato Fiere di Parma.Trump ha firmato ordine per ridurre prezzi farmaci fino all 80%Donald Trump ha annunciato la firma di un ordine esecutivo per ridurre il costo dei farmaci negli Stati Uniti, con tagli che vanno dal 30% all'80%, introducendo anche un sistema di “nazione più favorita” per cui gli USA pagheranno il prezzo più basso applicato a livello mondiale. Si tratta di una misura simile a quella proposta nel suo primo mandato ma mai attuata. Trump ha dichiarato di non farsi influenzare dall'industria farmaceutica, pur avendo ricevuto donazioni da quel settore. L'associazione PhRMA ha criticato duramente la misura, sostenendo che i controlli governativi penalizzano i pazienti e scoraggiano la ricerca. Durante il mandato Biden, l'Inflation Reduction Act ha introdotto una clausola simile per negoziare i prezzi su dieci farmaci selezionati, con risparmi previsti fino a 100 miliardi di dollari, nonostante le azioni legali avviate dall'industria. Trump ha respinto le critiche del settore, accusando le aziende di gonfiare i prezzi per gli americani, e ha promesso un cambiamento equo grazie all'ordine esecutivo. Alcuni repubblicani, incluso lo Speaker della Camera, si sono detti contrari all'inserimento del provvedimento nella legge di bilancio. Ne abbiamo discusso con Alessandro Plateroti, Direttore Newsmondo.it
⚠️
Oggi il mondo, riunito nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, dà l'ultimo saluto a papa Francesco. Ci saranno capi di Stato provenienti da ogni parte del mondo ma anche fedeli comuni e poveri per i quali il papa ha sempre avuto una cura particolare. E nei prossimi giorni dal Conclave, dove si riuniranno i cardinali seguendo una procedura molto precisa per le votazioni, uscirà il nome del successore di Francesco. In questa puntata parliamo anche degli ottant'anni della liberazione del nostro Paese dall'occupazione dei soldati nazisti e fascisti che si è celebrata ieri tra qualche polemica. Andremo a Pechino dove si è svolta la prima mezza maratona in cui gareggiavano atleti in carne ed ossa e robot bipedi e infine un inno ai castori, capaci di costruire un due giorni un progetto che il governo della Repubblica Ceca progettava da sette anni
La guerra dei dazi scatenata da Donald Trump getta la crescita globale sotto il 3%: secondo le previsioni appena rilasciate dal Fondo monetario internazionale. Una correzione cumulativa dello 0,8% nel biennio, rispetto a un passo già mediocre, che ora scende ancora di più sotto la media storica (2000-19) del 3,7%. Nel passato recente, due volte la crescita mondiale si è fermata sotto il 3%: nel 2008 e nel 2019, in entrambi i casi, l anno successivo c è stata una recessione. Per l Italia, si passa da una crescita del Pil dello 0,7% nel 2024 a una dello 0,4% nel 2025, con taglio delle stime dello 0,3%. Nel 2025 il Pil mondiale si fermerà al 2,8%, per tornare al 3% nel 2026, con una correzione al ribasso dello 0,8% nel biennio. Per gli Stati Uniti crescita all 1,8%, quasi un punto in meno rispetto alle previsioni di gennaio e al dato del 2024. Messico in recessione. Correzione al ribasso dello 0,6% per la Cina e dello 0,2% per l Eurozona. Per l Italia, si passa da una crescita del Pil dello 0,7% nel 2024 a una dello 0,4% nel 2025, con taglio delle stime dello 0,3%. Il commento è di Mario Deaglio, professore emerito di Economia internazionale.Nuovo schiaffo di Pechino, i Boeing rispediti negli UsaLa guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina colpisce pesantemente anche il mercato dell aviazione. Le compagnie aeree cinesi hanno iniziato a rimandare indietro - cioè negli Stati Uniti - alcuni aerei Boeing. Sabato scorso, un 737 Max è atterrato a Seattle, presso l hub del costruttore americano, secondo l agenzia Reuters. Il tutto mentre le tre principali compagnie aree cinesi (Air China, China Eastern Airlines e China Southern Airlines) avrebbero messo in dubbio gli ordini attuali (179 velivoli).Il rientro sarebbe il primo segnale concreto dopo che Pechino ha imposto alle sue compagnie di non accettare ulteriori consegne di aerei Boeing, in risposta all inasprimento dei dazi statunitensi saliti fino al 145% sull import di beni cinesi. (Pechino ad oggi ha risposto con contro-dazio del 125% sul made in Usa e restrizioni a business americani). Interviene Alessandro Plateroti. direttore Newsmondo.itTrump attacca la Fed e il dollaro ne risenteWall Street tenta un rimbalzo dopo la paura di ieri (i listini Usa arrivano a perdere oltre il 3%, il biglietto verde scende ai minimi da marzo 2022, oro oltre i 3.400 dollari). Gli indici Usa si muovono così in territorio positivo, dopo la chiusura molto negativa della vigilia, causata dalle aspre critiche di Donald Trump al presidente della Fed Jerome Powell, accusato di non aver tagliato i tassi di interesse. Una mossa che secondo l inquilino della Casa Bianca sta minando la stabilità dell economia del Paese e per questo sta lavorando per un eventuale licenziamento del presidente della Federal Reserve. Resta comunque alta l incertezza con gli investitori che temono che i dazi e l'escalation della guerra commerciale con la Cina possano riaccendere la pressione inflazionistica e far precipitare l'economia statunitense in recessione.Ieri Trump è tornato ad affondare il coltello, con due affermazioni sul social network Truth molto forti: l inflazione a suo avviso «virtulamente» non esiste e se l economia Usa rallenta la colpa - scrive in sostanza il presidente - sarebbe della Fed che non taglia i tassi. Poi ha definito Powell «un perdente». «A loser». Lo scontro, insomma, è sempre più infuocato. Ne parliamo con Morya Longo, Il Sole 24 Ore.
Come sempre, la prima parte della trasmissione è dedicata all'attualità. Inizieremo parlando della recente intervista rilasciata dal capo dei servizi segreti russi, durante la quale ha lanciato minacce alla Polonia e ai Paesi baltici. Le sue dichiarazioni hanno suscitato preoccupazioni circa un possibile ampliamento dell'aggressione russa oltre l'Ucraina, coinvolgendo altri stati europei. Passeremo, poi, alle crescenti tensioni tra Stati Uniti e Cina in merito ai dazi commerciali. Pechino ha ribadito la propria determinazione a resistere a ogni forma di trattamento ritenuto ingiusto, lanciando un appello ad altri paesi affinché si oppongano alle tattiche di prevaricazione di Trump. La terza notizia riguarda uno studio tedesco che mette in luce alcune idee sbagliate sul reddito di base universale. Se ne discute da tempo, ma ora disponiamo di risultati concreti che possono farci comprendere meglio gli effetti di questa misura. E infine, chiuderemo la prima parte del programma parlando della decisione di Papa Francesco di avviare il processo di canonizzazione di Antoni Gaudí. Nella sezione di grammatica, presenteremo un dialogo ricco di esempi sull'uso del Past Tense: Special Rules and Uses of the passato prossimo. La sezione dedicata alle espressioni, invece, sarà incentrata su un altro proverbio italiano: Cogliere l'occasione al volo. - Il capo dell'intelligence russa minaccia Polonia e Paesi baltici - Pechino sembra determinata a resistere ai dazi imposti da Donald Trump - Uno studio tedesco sfata i pregiudizi sul reddito di base universale - Papa Francesco avvia il processo di canonizzazione dell'architetto Antoni Gaudí - Allarme uova: gli Stati Uniti chiedono soccorso all'Italia - La Dolce Vita corre sui binari italiani
Di aumentare i consumi in Cina si parla da quasi vent'anni, è un punto fermo di tanti piani della leadership che però ha faticato a realizzarsi e a dare risultati tangibili, specie dopo il periodo nero del Covid. Ma ora che la guerra commerciale minaccia di colpire una delle leve principali della crescita cinese, cioè l'export, è tornato a essere fondamentale: la leadership cinese scommette che il consumo interno aumenterà e consentirà a Pechino di fronteggiare le tempeste commerciali in arrivo. Gli inserti audio della puntata sono tratti da: [中国新闻]全国家电以旧换新突破1亿台, Cctv, 12 aprile 2025; China keeps its economic growth target at 'around 5%' despite looming trade war, Ap Archive, 10 marzo 2025; China's stimulus package revisits 2008, Abc News, 30 maggio 2012; Chinese president Xi Jinping - speech at the G20 summit in Hangzhou, Cctv, 9 dicembre 2012; 山东曹县淘宝村营业额305亿!清华教授:乡村振兴成功路径之一, Bilibili, 29 gennaio 2024; 中国零售巨头集体出手,帮助外贸企业扩宽内销渠道,团结就是力量, Haokan Baidu, 12 aprile 2025. Lunedì 28 Aprile, ore 19: "L'età dell'oro. Mercati, caos, opportunità: cosa sta succedendo davvero?" Con Guido Brera e Clara Morelli. Evento online interattivo, esclusivo per gli iscritti a Will Makers. Partecipa gratis su willmedia.it/abbona Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Il 14 aprile il parlamento ungherese ha approvato un emendamento costituzionale che vieta gli eventi pubblici organizzati dalla comunità lgbt e riconosce solo due generi. Con Yuri Guaiana, attivista.Il 14 aprile il presidente cinese Xi Jinping ha cominciato il suo tour del sudest asiatico per rafforzare i legami commerciali di Pechino con i paesi vicini. Con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale. Oggi parliamo anche di:Africa • “Le false promesse delle gig economy" di Jennifer D. Danielhttps://www.internazionale.it/magazine/jennifer-d-daniel/2025/04/10/le-false-promesse-della-gig-economyMusica • That's the price of loving me di Dean WarehamCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
Il presidente Donald Trump è sempre più perentorio nelle sue richieste: agli occhi di Washington, l'Europa deve allinearsi agli Stati Uniti, spezzando ogni ambiguità nei rapporti con la Cina. Domani, durante il viaggio di Meloni a Washington, la premier potrebbe provare a mediare anche se con Trump ogni apertura resterebbe comunque incerta. Intanto, la Russia osserva l'andamento delle dinamiche internazionali. Ne parliamo con Giovanni Borgognone, docente di Storia delle dottrine politiche all'Università di Torino.Nel frattempo, continua il viaggio di Xi Jinping nel Sudest asiatico. Dopo il Vietnam, il presidente cinese è volato in Malaysia per stringere nuovi accordi commerciali. Mentre un tempo alcuni paesi dell'ASEAN prendevano le distanze da Pechino rivolgendosi verso Washington, ora tornano a guardare verso Oriente. Ne parliamo con Filippo Fasulo, Co-head dell'Osservatorio Geoeconomia di ISPI.
1) Gaza è una gigantesca fossa comune. Medici senza frontiere denuncia la situazione nella striscia mentre il governo israeliano assicura: nessun aiuto entrerà a Gaza. (Chantal Meloni - Unimi) 2) Regno Unito, la definizione legale di donna si basa solo sul sesso biologico. Con una sentenza, la corte suprema britannica, stabilisce che le donne trans non hanno diritto a condividere le tutele previste per le donne biologiche. (Simone Alliva - Domani) 3) Stati Uniti, il caso Abrego Garcia deportato per sbaglio in El Salvador. “Non è stato fatto niente per riportarlo indietro” accusa una giudice federale. (Roberto Festa) 4) Mentre il mondo va a rotoli, l'economia cinese cresce superando le aspettative. La crescita ha superato l'obiettivo annuale fissato da Pechino per il 2025. (Gabriele Battaglia) 5) Spagna, la storia di Richard e della sua famiglia che da 16 anni lotta contro uno sfratto è diventata un simbolo del diritto alla casa. Ora l'Onu chiede al governo di Madrid di occuparsene. (Giulio Maria Piantadosi) 6) Graphic Novel. “Vann Nath - Un sopravvissuto all'inferno cambogiano” di Matteo Mastragostino e Paolo Castaldi. (Luisa Nannipieri)
In piena campagna elettorale, la Cina si offre come alleata economica all'Australia contro i dazi statunitensi. La richiesta "è stata rispedita al mittente con molta diplomazia" da Albanese. Il punto di Paul Scutti.
Trump ha sospeso per 90 giorni i dazi "reciproci" mantenendo un'aliquota fissa del 10%, ma ha alzato le tariffe totali sulla Cina al 145% dopo la risposta cinese con barriere all'84%, ora salite al 125%. Sotto pressione da Wall Street, Big Tech, il Congresso e i mercati obbligazionari, Trump ha ceduto, aprendo ai negoziati con Paesi come Giappone e Corea del Sud. La Cina, però, ha reagito con nuovi controdazi e ha rifiutato di chiedere un incontro. Intanto Wall Street continua a calare, ma Trump su Truth resta ottimista. Ne parliamo con Marco Valsania, corrispondente del Sole 24 Ore a NY.Cina, controdazi sui beni Usa al 125%. Pechino ricorre al Wto contro tariffe americaneLa Cina ha rialzato i suoi controdazi sulle importazioni dei beni Usa dall'84% al 125%. Lo riferisce il ministero delle Finanze, precisando che le nuove misure entreranno in vigore il 12 aprile. Washington deve assumersi la piena responsabilità per le turbolenze economiche globali seguite all'offensiva tariffaria totale del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha aumentato i dazi sui prodotti cinesi dopo averli sospesi per altri paesi. Lo ha affermato un portavoce del ministero del Commercio cinese, aggiungendo che i dazi annunciati da Washington hanno causato gravi shock e forti turbolenze all'economia e ai mercati globali.Intanto Pechino ha presentato un nuovo ricorso all'Organizzazione mondiale per il commercio (Wto) dopo l'ennesimo aumento dei dazi sull'import cinese deciso da Donald Trump. Le tariffe degli Stati Uniti, ha denunciato il ministero del Commercio cinese, sono un tipico atto di bullismo e coercizione, che rappresentano una evidente violazione delle regole del Wto e indeboliscono gravemente il sistema del commercio multilaterale basato sulle regole e l'ordine economico e commerciale internazionale. Pechino, ammonisce il portavoce, chiede a Washington di correggere immediatamente le sue azioni e di cancellare tutte le tariffe unilaterali imposte sulla Cina. Il commento è di Filippo Fasulo, Co-head dell'Osservatorio Geoeconomia dell'Ispi.Ue, bene stop dazi, sosteniamo negoziato Commissione. Ma pronti a tassare le Big TechOggi si è aperta la due giorni dell'Ecofin informale a Varsavia con una riunione dell'Eurogruppo. "Accogliamo con favore la decisione dell'amministrazione statunitense di rinviare l'attuazione dei dazi. Ora dobbiamo usare questi 90 giorni con saggezza. Abbiamo bisogno di un buon accordo per i cittadini europei, per le aziende europee, e sosteniamo pienamente la Commissione europea nel suo sforzo di negoziare un accordo giusto e giusto". Lo ha detto Andrzej Domański, ministro delle finanze polacco, alla presidenza di turno dell'Ue, all'inizio dell'Ecofin informale a Varsavia. Durante la giornata ha parlato anche il commissario Ue all'Economia Valdis Dombrovskis interpellato nella conferenza stampa dopo l'Eurogruppo sui timori del ministro tedesco che ha invitato ad avere cautela nel valutare contro-misure ai dazi Usa sulle Big Tech. "Se si considera una categoria con un surplus sostanziale nei beni e un deficit sostanziale nei servizi, quando discutiamo dei titoli di rischio della politica commerciale, ovviamente dobbiamo anche considerare cosa sta succedendo nel settore dei servizi, compresi i servizi digitali, e come è stato delineato dalla Commissione. Quando discutiamo di contromisure tutte le opzioni sono sul tavolo".A proporre l'idea è stata la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in un'intervista al Financial Times, in cui ha dichiarato che l'Ue è pronta a introdurre "una tassa sui ricavi pubblicitari digitali" che colpirebbe le Big Tech, se i negoziati con Donald Trump per raggiungere un'intesa commerciale dovessero fallire. Interviene Adriana Cerretelli, editorialista Sole 24 Ore Bruxelles.Nel 2024 vola il credito al consumo. E nel 2025 tornano a crescere i tassiI prestiti aumentano ma i tassi continuano a rimanere alti nonostante la politica espansiva della Banca centrale europea. Uno dei pochissimi aspetti positivi di una congiuntura economica così complicata, ossia il taglio dei tassi della Bce, sembra non produrre i risultati sperati nel portafogli degli italiani che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere un mutuo. Il nostro Paese infatti resta tra i più costosi in Europa per l'accesso al credito al consumo. Nel 2024 il credito al consumo in Italia ha registrato un forte incremento pari al +5,3% rispetto all'anno precedente, portando il volume totale dei finanziamenti da 160,7 a 169,3 miliardi di euro. Anche se più contenuto, si è osservato un incremento dello 0,5% nei prestiti complessivi alle famiglie. Secondo l'analisi realizzata dalla Fondazione Fiba di First Cisl, il credito al consumo incide in modo significativo sul totale dei prestiti richiesti, rappresentando il 18,7% (salito al 18,9% a febbraio 2025), una percentuale nettamente superiore alla media dell'area euro (11,2%) e a quella di paesi come la Germania (9,5%) e la Francia (12,7%). Ne parliamo con Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl.
1) Medio oriente, solo Netanyahu e il suo governo vogliono la guerra. Altri 250 militari si aggiungono all'appello firmato da riservisti e militari per porre fine ai bombardamenti su Gaza e riportare a casa gli ostaggi. 2) “Dobbiamo unirci contro il bullismo di Trump”. Il presidente cinese invita l'Unione Europea a collaborare durante una visita a Pechino del premier spagnolo Sanchez. (Giulio Maria Piantadosi) 3) Mondialità. Dazi, politica e il rischio per la democrazia. (Alfredo Somoza) 4) Gli "indesiderabili" secondo Trump. Come l'amministrazione Usa identifica e deporta le persone migranti (Marco Schiaffino) 5) Ecuador, domenica il secondo turno delle elezioni. La sicurezza ancora al centro della campagna, ma la popolazione è sempre più sfiduciata. (Stefania Famlonga - Fundacion Sembrar) 6) Tunisia, il maxi processo contro gli oppositori del presidente Saied che mostra la costante erosione dello stato di diritto. (Matteo Garavoglia) 7) Romanzo a fumetti. “Per una frazione di secondo. L'incredibile vita di Eadweard Muybridge” di Guy Delisle. (Luisa Nannipieri)
Donald Trump porta al 125% i dazi sui beni importati dalla Cina negli Stati Uniti e Pechino lo accusa di bullismo.
Pechino ha scelto di vedere il bluff dell'amministrazione americana sui dazi e l'escalation è destinata a complicare le prospettive per l'economia globale
La politica dei dazi promossa dal presidente Donald Trump offre alla Cina l’opportunità di rafforzare circuiti commerciali più integrati con l’Europa, il Giappone, la Corea del Sud e l’India, contribuendo alla formazione di una globalizzazione policentrica. In questo scenario, gli Stati Uniti appaiono sempre più isolati, sia sul piano geografico che economico. Allo stesso tempo, l’approccio esitante di Trump nella regione e l’ostilità verso un sistema liberale consentono a Pechino di intensificare le sue pressioni nel Pacifico, in particolare su Taiwan e nelle Filippine, senza incontrare una risposta efficace, con una conseguente perdita di credibilità americana nell’area. Ne parliamo con Giuliano Noci, professore di Ingegneria Economico-Gestionale al Politecnico di Milano e Prorettore del Polo territoriale cinese dal 2011, Alessio Patalano, professore al King’s College di Londra, Department of War Studies e Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell’ASERI dell’Università Cattolica.
La Cina risponde ai dazi di Trump portando le sue tariffe sui beni Made in Usa dal 34% all'84% con effetto dalle ore 12:01 del 10 aprile 2025. Altre questioni, riferisce una nota del ministero delle Finanze, saranno implementate. Pechino esorta gli Stati Uniti a correggere immediatamente le proprie pratiche sbagliate, ad annullare tutte le misure tariffarie unilaterali contro la Cina e a risolvere adeguatamente le divergenze con la Cina attraverso un dialogo paritario basato sul rispetto reciproco. La decisione arriva dopo che Trump ieri ha portato i dazi verso Pechino al 104%. La Cina, il principale rivale economico e strategico Usa ma anche un importante partner commerciale, è la più colpita con aliquote aggregate salite al 104%, frutto del 20% precedentemente imposto, di un ulteriore 34% e di un aumento dell'ultimo minuto del 50% firmato da Trump ieri sera in risposta ai dazi che Pechino aveva portato al 34%. Allinearsi con la Cina sul commercio è "come tagliarsi la gola". Lo ha detto il segretario al Tesoro Scott Bessent, sottolineando che i Paesi che non reagiranno ai nuovi dazi del Presidente Donald Trump non dovranno affrontare tassi più elevati. "Penso che quello che molti non capiscono è che i livelli stabiliti mercoledì scorso rappresentano un limite massimo se non si reagisce", ha spiegato. Bessent ha messo in evidenza che sarebbe "suicida" per gli altri Paesi avvicinarsi alla Cina in termini commerciali nel tentativo di compensare gli effetti dei dazi statunitensi. "Sarebbe un suicidio", ha detto. La Cina non fa altro che "produrre e produrre" e "inondare" i mercati globali abbassando i prezzi, ha osservato. Interviene in trasmissione Fabio Scacciavillani, economista, editorialista Sole24 Ore.Dazi: 25 miliardi di aiuti alle imprese italianeLa rimodulazione del Pnrr su cui il governo è al lavoro da settimane entra in pieno nella partita delle potenziali contromisure ai dazi americani. Lo fa per inevitabili ragioni di calendario e per il fatto che dai fondi europei di Next Generation Eu e dalla Coesione passano le uniche leve azionabili dal governo per costruire un impalcatura di sostegno ai settori più colpiti. In gioco, come ha spiegato ieri la premier Giorgia Meloni incontrando le categorie produttive, ci possono essere fino a 25 miliardi, divisi tra i 14 recuperabili dal Pnrr e gli 11 dalla Coesione. Attenzione, però non si tratta di nuove politiche elaborate sul momento per riconoscere aiuti pubblici alle aziende esportatrici, ma dell adattamento in corsa di un lavoro di un riassetto del Pnrr reso inevitabile dai ritardi attuativi che mettono a rischio una quota dei fondi comunitari. È il caso prima di tutto di Transizione 5.0, fermo sinora a prenotazioni per 664 milioni su 6,23 miliardi: l idea già ampiamente maturata prima dell emergenza dazi (si veda Il Sole 24 Ore del 7 marzo) è quella di convogliare una quota consistente tra 3,5 e 4 miliardi non su sussidi o contributi a fondo perduto ma su contratti di sviluppo che finanzino gli investimenti in filiere produttive considerate strategiche.Ai tavoli, per strappare flessibilità, l esecutivo conta di presentarsi forte della «rinnovata credibilità italiana» riflessa nella conferma arrivata da Fitch del rating BBB con outlook positivo, rivendicata dalla premier insieme al primato in Europa nel numero di milestone e target Pnrr raggiunti e nel debito riavvicinatosi ai livelli pre-pandemici in tempi molto più rapidi rispetto alle previsioni di pochi anni fa. Anche l operazione che il governo ipotizza sui fondi di coesione è in realtà allo studio da alcuni mesi, anche se ora tornerà utile nel confezionamento del piano anti-dazi. Potrebbe trattarsi semplicemente della revisione di medio termine della programmazione dei fondi Ue 2021-2017 che, previa intesa con la Commissione, consentirà di tarare meglio su imprese e occupazione, presentando a quel punto le modifiche in chiave anti-dazi , innanzitutto due Programmi nazionali: il Pn Giovani, donne e lavoro, e il Pn Ricerca e competitività per la transizione digitale, che insieme arrivano a poco meno di 11 miliardi, la quota indicata da Meloni. La terza fonte alla quale il governo vorrebbe attingere è il Piano sociale per il clima, lo strumento che l Italia è chiamata a predisporre sulla scia di quanto stabilito dall Europa nel regolamento 2023/955 - con il quale è stato istituito il Fondo sociale per il clima per favorire una transizione equa verso la neutralità climatica - e che però è destinato solo alle categorie dichiarate vulnerabili. Gianni Trovati, del Sole 24 Ore.Salone del mobile 2025 fra incertezze e daziIl Salone del Mobile.Milano 2025, inaugurato l 8 aprile a Fiera Milano Rho e in programma fino a domenica 13 Aprile si conferma ancora una volta appuntamento cruciale per l intera filiera dell arredo-design. Ma quest anno, più che in passato, la manifestazione si carica di significati economici e politici importanti. L evento si apre infatti in uno scenario segnato da luci e ombre: da un lato, segnali positivi di ripresa; dall altro, l'incertezza internazionale acuita dai nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, che hanno gettato molte aziende italiane in particolare quelle che hanno investito nel mercato americano in una situazione di grande instabilità. «E pensare che gennaio si era aperto con una ripresa robusta della produzione: +7,8% per il settore dell arredamento (+7,9% per quello del legno) rispetto a gennaio 2024», ha commentato Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo, durante l inaugurazione. «Certo, un mese non basta per delineare una tendenza, ma era un segnale incoraggiante che, dopo un anno difficile come il 2024, confermava la nostra idea che il 2025 potesse rappresentare l anno della ripartenza.» Anche le esportazioni di mobili, che valgono circa 14,4 miliardi di euro sui 27,5 complessivi della filiera, avevano registrato dati incoraggianti: +4% a gennaio, con un forte recupero nell Unione Europea (+5,9%), nel Regno Unito (+8,1%) e nei Paesi del Mercosur (+39,9%). In calo, invece, USA (-2,7%) e Cina (-1,7%), segnali che hanno trovato conferma nella recente introduzione dei dazi americani che, inevitabilmente, sono diventati protagonisti scomodi anche tra i padiglioni affollati del Salone. Ne parliamo proprio con Maria Porro Presidente del Salone del Mobile.
Dal Colle al Colosseo, l'Italia accoglie Carlo e Camilla.
1) “Gaza è un campo di sterminio”. Il segretario generale dell'Onu Guterres accusa Israele per il blocco dell'ingresso degli aiuti umanitari, mentre Macron vola al confine con la striscia. (Francesco Giorgini) 2) L'Unione Europea guarda alla Cina per rispondere ai Dazi di Trump. Il premier spagnolo Pedro Sanchez inizia il suo viaggio a Pechino, mentre il suo governo approva il piano di protezione per aziende e lavoratori. (Giulio Maria Piantadosi) 3) Stati Uniti, la Corte Suprema dà ragione all'amministrazione Trump sulle deportazioni dei migranti venezuelani. Ma solo per il momento. (Roberto Festa) 4) Record di esecuzioni nel mondo. Secondo l'ultimo rapporto sulla pena di morte di Amnesty International, il numero di esecuzioni a livello globale ha raggiunto nel 2024 il livello più alto degli ultimi 12 anni. (Alba Bonetti - Amnesty International Italia) 5) Lo stato francese alla sbarra. Un collettivo di 14 cittadini e tre Ong fa causa al governo per inazione climatica. (Luisa Nannipieri) 6) Rubrica Sportiva. “Cartellino rosso a Israele”. La campagna partita dalla Scozia che ha fatto il giro del mondo per chiedere alla fifa di escludere Israele dalle competizioni internazionali. (Luca Parena)
Tornare a vivere a Pechino, nel micro mondo degli hutong: notare i cambiamenti, chiacchierare coi vicini, andare nei mercati, tornare a casa di notte. Tutto sembra distante dal mondo dei dazi, della geopolitica, tutto sembra semplicemente molto più umano. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
In Myanmar, Paese strategico del sud est asiatico incastonato tra l'India e la Cina, è in corso un conflitto civile che in tre anni ha provocato oltre 55mila vittime e più di 2,6 milioni di sfollati. Conflitto che non si è fermato nemmeno con il devastante terremoto che ha interessato il paese.La guerra è esplosa dopo che il primo febbraio del 2021 i militari birmani hanno preso il potere con un colpo di stato instaurando uno dei regimi più brutali e repressivi del nostro presente, interrompendo la breve vita della democrazia che, seppur imperfetta, ha permesso alle nuove generazioni di aprirsi al mondo e comprendere il significato di parole come libertà e diritti. In questo momento il conflitto in Myanmar vede da un lato le forze della giunta, supportate da Mosca, Pechino e Nuova Dehli e dall'altro quella della resistenza, che hanno il controllo di oltre il 50% del Paese, composte principalmente da giovani che hanno lasciato le città, abbandonando le loro vite, e si sono recati sulle montagne dove hanno iniziato una lotta contro la dittatura con l'obiettivo di abbattere l'esecutivo dei militari e ripristinare il governo democraticamente eletto che era in carica prima del golpe. Oltre il 75% dei 55 milioni di birmani vivono oggi in condizioni di disagio economico, con 13,3 milioni di individui prossimi alla fame. Il Myanmar, dopo il colpo di stato, è divenuto uno degli stati più inaccessibili al mondo per la stampa e il solo modo per poter andare a raccontare la lotta per la democrazia della gioventù birmana, è farlo clandestinamente, attraversando la giungla che separa la Birmania dalla Thailandia e testimoniare una guerra lontana dai riflettori dei media.
Per molto tempo la Cina è stata definita “la fabbrica del mondo” e ora Pechino sembra pronta a un ulteriore passo in avanti: la leadership nella manifattura smart, o anche intelligente, cioè nella produzione con l'utilizzo dei più moderni sistemi tecnologici, intelligenza artificiale e stampanti 3D comprese. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Donald Trump ha colpito duro le auto straniere importate negli Stati Uniti imponendo una tassa del 25% "permanente" a partire dal 2 aprile: il giorno della "liberazione dell'America" come l'ha definito il presidente, quando scatteranno anche i dazi reciproci nei confronti di 15 Paesi. Per il tycoon la mossa servirà a stimolare la produzione nazionale, ma rischia di mettere a dura prova le finanze delle case automobilistiche che dipendono dalle catene di forniture globali e tradursi in costi più elevati per i consumatori americani. Così di sicuro pensano i mercati che hanno reagito molto male alla notizia: Wall Street ha chiuso in rosso ancora prima dell'annuncio ufficiale ed è calata ulterioremente dopo, mentre la maggior parte delle azioni delle case automobilistiche hanno lasciato sul terreno circa il 2-3%, da General Motors a Stellantis. La misura del presidente americano potrebbe anche innescare ulteriori scontri commerciali con l'Unione europea, in particolare Paesi come Germania e Italia, ma anche Giappone e la Corea del Sud. Affrontiamo il tema con Mario Cianflone, Il Sole24OreTrump Makes China Attractive Again Mentre aumentano le frizioni tra gli Stati Uniti di Trump e i suoi alleati. C'è un grande attore globale pronto ad approfittarne. Durante il China Development Forum, il premier cinese Li Qiang ha intensificato gli sforzi per provare ad attrarre aziende straniere in Cina, nel tentativo di ravvivare l economia cinese che sta attraversando una fase di deflazione, alti tassi di disoccupazione e crescita economica debole. Qiang ha promesso stabilità e politiche favorevoli alle imprese, sottolineando l impegno di Pechino per la globalizzazione, il multilateralismo e la resistenza al protezionismo. Reuters riporta anche che una rete di aziende gestite da una società tecnologica cinese segreta starebbe cercando di reclutare gli ex dipendenti del governo federale statunitense licenziati nelle ultime settimane. Intanto oggi la Cina rigetta l'offerta del presidente americano Donald Trump di concessioni sul fronte dei dazi in cambio del via libera di Pechino alla vendita di TikTok. E' quanto ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun, secondo cui "i nuovi dazi Usa sulle auto importate violano le regole dell'Organizzazione del commercio (Wto) e minacciano il sistema del commercio basato sulle regole". La posizione di Pechino è "consistente e chiara": le tariffe "non aiuteranno gli Stati Uniti a risolvere i suoi problemi" e "le guerre commerciali non avranno alcun vincitore"; ha aggiunto Guo.Il commento è di Filippo Fasulo, Co-head dell'Osservatorio Geoeconomia dell'IspiOlimpiadi, a Cortina inaugurata la pista da bob delle polemiche Lunedì 24 Marzo è stata inaugurata la nuova pista da bob "Eugenio Monti" di Cortina. La pista da Bob di Cortina viene considerato un "Miracolo olimpico" vista la difficoltà nella realizzazione e lo scetticismo che ha accompagnato il progetto dall'inizio. "La pista da bob è il monumento alla follia". A dirlo è stato il presidente del Veneto, Luca Zaia, durante la cerimonia di inaugurazione della pre-omologazione dello Sliding Centre di Cortina che si è svolta martedì 25 marzo.«Mi dicevano che era una follia», ha aggiunto Zaia, «ed invece abbiamo trasformato una discarica nel Guggenheim del ghiaccio». In questi anni, si era discusso della possibilità di utilizzare impianti in Austria, Svizzera o Germania, che avrebbero eliminato la necessità di costruire una nuova pista. Le parole del CIO a dicembre 2023, quando il primo bando di gara è andato deserto, L ultima stroncatura per le gare olimpiche invernali in Italia arriva direttamente con un comunicato del Comitato Olimpico Internazionale: «in una fase così avanzata devono essere prese in considerazione solo le piste già esistenti e operative». Invece poi il governo è riuscito a convincere una delle più grandi imprese italiane, la Pizzarotti, a raccogliere la sfida e in tredici mesi l'opera ha visto la luce. Un tempo record. Anche per il Comitato olimpico internazionale, che nutriva perplessità sul futuro riutilizzo della struttura, oltre che sulle effettive spese, di fatto lievitate dagli 81,6 milioni di euro del bando di ricostruzione andato deserto alla scadenza del 31 luglio 2023, ai 118,4 milioni euro di investimento complessivo dichiarato da Simico, la società infrastrutture di Milano Cortina 2026. Sul cantiere si sono mosse 135 persone sotto la direzione dell'impresa capofila Pizzarotti che ha stretto accordi con 35 appaltatori ditte principalmente bellunesi e nazionali. Ne parliamo proprio con Paolo Pizzarotti, Presidente Impresa Pizzarotti.
Il recente caso di cronaca della donna che, a Roma, è morta a seguito di un'operazione di liposuzione da parte di un medico già condannato, ha riportato alla ribalta il tema dei circa 200 medici che, avendo fatto ricorso contro la sospensione o radiazione, nel mentre continuano a operare. Ne discutiamo con Antonio Magi, presidente Ordine dei medici di Roma.Pechino cerca di attrarre investimenti stranieri al China Development Forum. Ci spiega tutto Giada Messetti, sinologa e giornalista.San Gregorio Armeno contro la serie tv 'Gomorra. Le Origini'. Il perché del no alle riprese della nuova produzione cinematografica lo approfondisce Vincenzo Capuano presidente de 'Le Botteghe di San Gregorio Armeno'.
Oggi a Bruxelles la nona conferenza a sostegno della Siria. Ne parliamo con Francesco Petronella, giornalista per ISPI.Stati Uniti e Iran, distensione dei rapporti o trappola strategica? Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento. Putin e Trump si preparano alla telefonata di domani. Ne parliamo con Riccardo Sessa, Presidente SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), già ambasciatore a Pechino, Teheran, Belgrado e rappresentante permanente presso la NATO.
Oggi si chiude il Congresso nazionale del popolo (Cnp), occasione durante la quale la Cina si aggrappa a una crescita economica di circa il 5 per cento anche nel 2025. Si tratta, in buona sostanza, della media registrata nelle 31 province cinesi a ridosso delle due sessioni del Parlamento ufficialmente aperte ieri dal discorso del primo ministro Li Qiang. Nulla di nuovo né di sorprendente, non è tempo di alzate di testa, Pechino resta cauta nel perimetro di un obiettivo simile a quello dell'anno scorso, nonostante la guerra commerciale in crescendo con gli Stati Uniti che sta mettendo a dura prova ampi strati più tradizionali dell'economia cinese basata sull'import-export di prodotti Made in China. Intanto da oggi scattano i dazi cinesi del 10-15% a carico di alcuni prodotti agricoli americani entrano oggi in vigore, ultima rappresaglia contro la mossa Usa che ha appena doppiato al 20% le tariffe su tutto l'import verso gli Stati Uniti di beni made in China in base all'incapacità del Dragone di fermare i flussi del fentanyl, la droga sintetica che è responsabile di circa 100mila morti all'anno in America. Nel mirino della Repubblica popolare sono finiti soia, sorgo, carne di maiale e manzo, prodotti ittici, frutta, verdura e prodotti lattiero-caseari tutti colpiti al 10%, mentre pollame, grano, cotone e mais sono nel gruppo di aliquota al 15%. Le tariffe, inoltre, non si applicheranno alle merci partite prima del 10 marzo, purché arrivino in Cina entro il 12 aprile. Secondo gli analisti, la ritorsione di Pechino è progettata come un utile a colpire la base elettorale del presidente americano Donald Trump, pur rimanendo tanto contenuta da consentire di elaborare un eventuale negoziato ed accordo commerciale. Affrontiamo il tema con: Giuliano Noci - Professore ordinario in Ingegneria Economico-Gestionale, insegna Strategia & Marketing presso il Politecnico di Milano. Dal 2011 è Prorettore del Polo territoriale cinese dell'Ateneo milanese.Effetto DOGE sull'impero MuskIl crescente potere politico di Elon Musk e il suo inequivocabile spostamento verso l'estrema destra stanno scatenando forti reazioni e altrettanto importanti conseguenze sugli affari delle sue aziende, negli Stati Uniti come in Europa. L'antipatia nei confronti dell'imprenditore sta intaccando le vendite di Tesla e, cosa forse più importante, la sua attività di internet satellitare Starlink. Continua da una parte la caduta del titolo Tesla, che registra la settima settimana consecutiva in calo e che da inizio d'anno ha lasciato sul parterre il 35% del valore, mandando in fumo la dote di 700 miliardi di dollari ricevuta dalla corsa elettorale. A fine dicembre la capitalizzazione aveva toccato un record di 1.500 miliardi di dollari, oggi siamo a 844. In effetti l'andamento delle vendite è allarmante su più mercati, dall'Europa all'Asia. Particolarmente preoccupanti sono i segnali dalla Cina, il mercato più grande e avanzato al mondo per i veicoli elettrici. Ne parliamo con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.it.Occupazione, dove cresce il lavoroOggi Il Sole 24 ore mette in prima pagina l'analisi condotta da Infocamere per il giornale del lunedì, su dati del Registro imprese e dell'Inps, che scatta una fotografia di come si sta muovendo il lavoro, con lo spaccato delle imprese attive nei vari comparti economici e dei relativi addetti nel 2024, a confronto con il 2014 (la base è quella delle 3,5 milioni di attività iscritte che comunicano il numero di lavoratori al Registro). Dieci anni nel mezzo dal quale emerge che i servizi continuano a fare il pieno di occupati, dalle utility alla ristorazione, dalle attività di supporto alle imprese, al commercio. Fanno eccezione banche, assicurazioni e attività immobiliari, che perdono addetti. La pandemia ha segnato una pesante battuta d'arresto, che ora appare superata, almeno dal punto di vista dell'occupazione generale: a gennaio 2025 l'Istat ha censito 24,2 milioni di occupati totali, con un tasso di occupazione cresce al 62,8%, il livello più alto dall'inizio delle serie storiche (gennaio 2004). L'andamento del lavoro Rispetto al 2014, le imprese sono diminuite di 128.626 unità, mentre il saldo dei lavoratori è positivo per 2,6 milioni. Dunque la scomparsa di alcune imprese non si traduce in assoluto nella diminuzione dell'occupazione, ma con ogni probabilità il passaggio dei lavoratori a imprese di dimensioni maggiori. Un fenomeno visibile nel commercio, dove le aziende sono 157mila in meno nel decennio, ma gli occupati sono saliti di 188mila. Il commento è di Valentina Melis, Il Sole 24 Ore, Francesco Seghezzi, presidente fondazione ADAPT, centro studi su lavoro e occupazione fondato da Marco Biagi.
Paolo Salom parla dei lavori del Congresso del Popolo a Pechino, in cui il primo ministro Li Qiang ha promesso una maggiore apertura economica e commerciale al mondo. Luigi Ferrarella spiega l'operazione per la quale è finito in manette un ex dirigente dell'Urbanistica del Comune. Aldo Grasso ricorda il grande telecronista scomparso a quasi 87 anni, spiegando che cosa di lui è rimasto (e cosa no) nel racconto del calcio di oggi.I link di corriere.it:Cina, al via i lavori del Congresso del Popolo: «Più apertura economica e commerciale al mondo»Milano, arrestato l'ex dirigente dell'Urbanistica del Comune Giovanni OggioniAddio a Bruno Pizzul, la voce della Nazionale di calcio
Apertura in rosso per le Borse europee sotto il peso della guerra dei dazi, che ieri ha mandato ko Wall Street e oggi ha fatto scivolare anche i mercati asiatici. Gli investitori sono diventati decisamente più avversi al rischio dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha confermato l entrata in vigore, da oggi, di dazi del 25% su Canada e Messico e il raddoppio delle tariffe sui prodotti cinesi (al 20%), ribadendo che il 2 aprile entreranno in vigore i dazi reciproci, a partire da quelli sui prodotti agricoli. Immediata la riposta di Pechino e Ottawa che hanno già annunciato le contromosse con tariffe sui prodotti statunitensi. L attenzione del mercato resta rivolta anche agli sviluppi delle prospettive di pace in Ucraina, dopo che gli Stati Uniti hanno sospeso gli aiuti militari a Kiev. Ne parliamo con Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management.La guerra dei dazi è cominciataSe i dazi sui prodotti europei sono ancora nella fase di una promessa minacciosa («Abbiamo preso la decisione, e la annunceremo a breve: saranno del 25%», aveva detto Donald Trump a fine febbraio, in occasione del primo consiglio dei ministri del suo governo), quelli contro Canada, Messico e Cina sono da oggi 4 febbraio una realtà. La guerra commerciale è dunque iniziata e i mercati finanziari sono già andati in tilt. L annuncio di ieri dei dazi trumpiani su un mercato di merci dal valore complessivo di 1.500 miliardi di dollari ha infatti innescato un crollo delle azioni globali e spinto al ribasso i rendimenti obbligazionari, mentre sono scesi sia il peso messicano che il dollaro canadese. Secondo Washington, queste misure vengono adottate a causa di inaccettabili afflussi di droga e migranti illegali negli Usa. Per quanto riguarda la Cina, secondo la Casa Bianca anche Pechino non ha preso alcuna misura per limitare le forniture di fentanyl agli Stati Uniti. Intanto, la Ue ha posto l accento sul fatto che la decisione di Trump rischia di interrompere il commercio globale, creando «inutili incertezze in un momento in cui la cooperazione internazionale è più cruciale che mai». Ma gli effetti negativi potrebbero manifestarsi nel giro di breve anche all interno degli Stati Uniti. Secondo gli economisti americani, i dazi su Canada e Messico, che da soli coprono un valore di oltre 900 miliardi di dollari di importazioni annuali verso gli Stati Uniti, rappresenteranno una grave battuta d'arresto per tutta l'economia nordamericana, che è altamente integrata. Il commento è di Mario Deaglio, professore emerito di Economia Internazionale Università di Torino e Lucia Tajoli, Professor of Economics and International Economics al politecnico di milano e Senior Researcher a ISPI.
1) Licenziamenti, deportazioni, attacchi all'Ucraina e a vecchi alleati. Stasera davanti al Congresso, Donald Trump celebra l'America First e l'inizio rabbioso del suo secondo mandato. (Roberto Festa) 2) Inizia la guerra commerciale. Messico, Canada e Cina rispondono ai dazi degli stati uniti. Pechino colpisce l'agricoltura. (Gabriele Battaglia) 3) “No alla deportazione dei palestinesi”. La lega araba si oppone al piano Trump e approva all'unanimità quello egiziano: ricostruzione della striscia e governance all'ANP. (Chawki Senouci) 4) Verso l'8 marzo. La denuncia della Ong Oxfam in Francia: il presidente Macron non ha mantenuto le promesse sulla parità di genere nel paese. (Luisa Nannipieri) 5) Belgrado, dalle piazze al parlamento. Dopo mesi di proteste studentesche, lo scontro arriva nelle sale del potere. Scontri e fumogeni tra parlamentari di maggioranza e opposizione. (Massimo Moratti - Osservatorio Balcani e Caucaso) 6) Spagna, il ricatto delle compagnie aeree low cost. Il governo di Pedro Sanchez non ci sta e dichiara guerra a Ryanair. (Giulio Maria Piantadosi) 7) Rubrica Sportiva. I tagli del nuovo patron del Manchester United colpiscono i lavoratori e la storia un tempo gloriosa della squadra di calcio più seguita d'Inghilterra. (Luca Parena)
1) Tutti gli occhi sulla Germania. Domenica le elezioni che potrebbero segnare il ritorno dell'estrema destra a Berlino. Qualche sorpresa, però, potrebbe arrivare anche da sinistra. (Alessandro Ricci) 2) La fine dell'occidente. Mentre Trump si prepara a svendere l'Ucraina, l'Europa balbetta e si dimostra inadatta a far fronte ai cambiamenti di questa nuova era. (Alfredo Somoza) 3) Medio Oriente. Domani ultimo scambio di ostaggi tra Hamas e Israele prima dell'inizio della seconda fase del cessate il fuoco. Ma la tregua è a rischio. Intanto a Riad i paesi arabi si riuniscono per discutere di un piano alternativo a quello di Trump per la ricostruzione di Gaza. (Laura Silvia Battaglia) 4) Argentina, Milei nel centro dello scandalo libra-gate, la truffa delle cripto valute. Secondo le denunce, il presidente argentino non poteva non sapere. (Marta Facchini) 5) Dove non ci sono gli Stati Uniti, arriva la Cina. L'attacco di Trump a Usaid apre un strada nuova per Pechino verso il sud globale. (Stefano Piziali - Cesvi, Gabriele Battaglia) 6) Il 21 febbraio del 1965 veniva assassinato Malcolm X. Sessant'anni dopo, il movimento afroamericano statunitense è indebolito e sfilacciato. (Roberto Festa)
"La minaccia per l'Europa non proviene dalla Russia o dalla Cina ma dal suo interno". Con queste parole il vice presidente JD Vance parla, alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, della perdita dei valori democratici europei, quelli che il vecchio Continente ha da sempre condiviso con gli Stati Uniti. Anche alla Conferenza sulla Sicurezza, quindi, si conferma la percezione trasmessa dalle mosse politiche statunitensi nei giorni scorsi: l'Europa perde la sua posizione di partner privilegiato degli Stati Uniti e la distanza tra le due potenze occidentali è sempre più marcata. Ne parliamo con Riccardo Sessa, presidente della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale, già ambasciatore d'Italia a Belgrado, Teheran, Pechino e alla Nato.Intanto, in Repubblica Democrratica del Congo, le forze ribelli dell'M23 continuano ad avanzare fino a bloccare l'aeroporto che serve Bukavo. Ne parliamo con Marco Doneda, vice capo missione di Medici Senza Frontiere a Goma.
Guido Santevecchi spiega le mosse di Pechino dopo l'aumento del 10 per cento di tasse doganali che il presidente Usa Donald Trump ha imposto sui prodotti in arrivo dal gigante asiatico. Alessio Ribaudo analizza la classifica di Legambiente delle città italiane con l'aria meno pulita. Massimiliano Nerozzi parla della condanna a 16 anni per uno dei due imputati maggiorenni tra coloro che a Torino scagliarono una bici contro un ragazzo, rendendolo tetraplegico.I link di corriere.it:Cosa c'è dietro la risposta della Cina ai dazi di TrumpIl rapporto di Legambiente: sono Frosinone e Milano le città più inquinate d'ItaliaTorino, la bici lanciata ai Murazzi nel 2023: condannato a 16 anni Victor Ulinici