POPULARITY
Categories
Situación actual en Medio Oriente
Situación actual en Medio Oriente
Olivier Guez"Mesopotamia"La nave di Teseowww.lanavediteseo.euAvventuriera, archeologa, scrittrice, diplomatica, spia in grado di parlare fluentemente arabo e persiano, Gertrude Bell fu la donna più potente dell'impero coloniale britannico al termine del primo conflitto mondiale. Protagonista della creazione del moderno stato dell'Iraq, di cui ha contribuito a tracciare i confini, idealista come il suo fedele alleato Lawrence d'Arabia, coraggiosa, tenace e imperialista come il giovane Winston Churchill, figlia amata e incompresa di una ricca famiglia vittoriana, donna disperatamente innamorata, Gertrude Bell resta per noi un enigma, persa nel silenzio che la Storia, troppo spesso, riserva alle imprese femminili.Dalla scoperta di giganteschi giacimenti di petrolio ai crudeli giochi di potere tra inglesi, francesi e tedeschi, dalle trattative sotto le tende beduine alle sabbie di Baghdad, dove il destino di migliaia di persone è ogni giorno appeso a un filo: Olivier Guez recupera dal deserto la vita di una donna straordinaria, per raccontare l'epopea travolgente di una terra mitica e maledetta, la terra di Abramo, la terra del diluvio e di Babele, dei sogni infranti di Alessandro Magno: la Mesopotamia.Traduzione di Milena Zemira Ciccimarra.Olivier Guez è uno dei più noti scrittori francesi. Nel 2017 ha vinto il premio Renaudot per La scomparsa di Josef Mengele, di cui La nave di Teseo ha pubblicato l'adattamento a fumetti (2024). Da questo romanzo Kirill Serebrennikov ha tratto l'omonimo film, presentato al Festival di Cannes 2025. Guez ha inoltre pubblicato in Italia Elogio della finta (2018), Nel paese dell'aquilone cosmico (2022) e ha curato Il secolo dei dittatori (2020). Ha ricevuto il Deutscher Filmpreis per la miglior sceneggiatura nel 2016 con il film Lo Stato contro Fritz Bauer e ha insegnato Letteratura francese e Storia della cultura europea all'Università di Princeton nel 2025. Collaboratore per anni delle più importanti testate internazionali, ha scritto per “Le Monde”, “Le Point”, “The New York Times”, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, “Corriere della Sera” e “Il Foglio”.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
I titoli: - Il Papa addolorato per gli scontri in Madagascar: si eviti ogni forma di violenza. Oggi nuove proteste nel Paese africano: oltre 20 i morti - Medio Oriente, la Flottilla si avvicina alla costa della Striscia. Ancora morti a Gaza City mentre Hamas esamina il piano di pace proposto da Trump: vogliamo mettere fine al genocidio ma servono scelte amare - Attesa per l'intervento del Pontefice al convegno organizzato dai movimenti Laudato Si' a Castel Gandolfo, in occasione dei 10 anni della pubblicazione dell'enciclica di Papa Francesco, 400 i partecipanti da tutto il mondo
Non solo “geni delle lampade”, i jinn hanno una profondissima tradizione nel mondo islamico, avendo persino una surah ad essi dedicata nel Corano.Iscriviti qui alla nuova newsletter, ogni 7 del mese un nuovo appuntamentoRispondi a questo sondaggio di 7 domande per migliorare i contenuti ed i progetti futuri di Medio Oriente e Dintorni Qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
"Tutto si sta risolvendo. Oggi è un giorno storico per la pace": con queste parole Donald Trump ha dato avvio alla conferenza stampa con Benjamin Netanyahu, al termine di un incontro sulla pace in Medio Oriente. Trump ha proposto un piano per la pace articolato in 20 punti che prevede ricostruzioni e sviluppo economico. Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, docente di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento, e con Ettore Sequi, già ambasciatore, segretario generale dello European Corporate Council on Africa and the Middle East.
Benevento, donna uccisa per strada: fermato il marito. In macchina con lui due figli, un ragazzo che è stato trovato morto e una ragazza in gravi condizioni. Ci aggiorna Laura Viggiano.Dopo la presentazione del piano di Pace in 20 punti di ieri, adesso si attende la risposta di Hamas per capire quali saranno i prossimi passi. Con noi per parlarne Giuseppe Dentice, analista OSMED (Osservatorio Mediterraneo) dell’Istituto di Studi Politici S. Pio V.Dopo l'annuncio della scorsa settimana che aveva allarmato molti, si è tenuta oggi la riunione nella base militare di Quantico, in Virginia, l'incontro tra il Segretario della Difesa Pete Hegseth e i vertici militari americani. "Il nostro obiettivo è preparasi alla guerra" ha annunciato Hegseth, che ha poi dato la parola anche al Presidente Donald Trump. Con noi Maurizio Fioravanti, già Comandante delle forze speciali italiane (Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali).Al via il censimento nazionale degli autovelox. Ci spiega cosa vuol dire Luigi Altamura, comandante della Polizia locale di Verona.Torna la Champions League: in campo l'Inter ospita lo Slavia Praga. Ci aggiorna il nostro Dario Ricci, in diretta da San Siro.
Sino e Dom tornano per un nuovo episodio facendo il punto sulla questione della Global Sumud Flotilla, il piano USA per la pace in medio oriente, buonismo naive, desiderio mimetico, esito elezioni in Moldavia e regionali italiane, vacanze, attacco short a Brunello Cucinelli, i bisogni dell'Italia e molto altro.(00:00:00) Intro(00:05:14) Desiderio mimetico(00:12:13) Global Sumud Flotilla(00:20:38) buonismo naive, virtue signaling ed empatia superficiale suicida(00:27:29) riassunto epopea della flotilla, obbiettivi, rischi e pericoli per loro e per l'Italia(00:40:10) Piano americano per la pace in medioriente(00:44:18) Il futuro di Israele e Palestina(00:50:30) Brunello Cucinelli e lo short report sull'evasione delle sanzioni russe(00:58:00) Esito elezioni regionali e in Moldavia(01:00:11) Moldavia, vacanze e bellezze nel mondo(01:02:58) Come rendere l'Italia un paese di rilievoApri il link per sottoscrivere ad un piano Zencastr usufruendo dello sconto Expatriati del 30%https://zen.ai/u1PcslG4r8g7s1ZYsg35qw
È martedì 30 settembre 2025 e oggi le prime pagine raccontano due storie principali: la vittoria del centrodestra nelle Marche, con la riconferma di Francesco Acquaroli, e la crisi internazionale in Medio Oriente, con il piano di pace proposto da Donald Trump e Benjamin Netanyahu.Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/levocididentro--1541984/support.Parliamo degli Italiani all'estero.
Le prime pagine dei principali quotidiani nazionali commentate in rassegna stampa da Davide Giacalone. Il piano di Trump su Gaza, le elezioni regionali nelle Marche, il crollo dell'export made in Italy, i tagli dell'Irpef. Spazio Confidenze. Abbiamo parlato di lettere e posta, con Angelina Spinoni, direttrice di Confidenze. La lingua italiana si evolve, cambia, e noi dobbiamo stare al passo. Anche i dizionari cercano di interpretare il presente, aggiornando le voci... e lo Zingarelli 2026 ufficializza una serie di termini che forse ci è già capitato di sentire in questi mesi, forse no. Il punto con Andrea Zaninello, uno dei curatori del nuovo dizionario Zingarelli 2026 (Edito da Zanichelli). Don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, regala ogni giorno un pensiero, un suggerimento, una frase agli ascoltatori di RTL 102.5. Il direttore di CE.S.I, Andrea Margelletti, è intervenuto in diretta, per parlare del conflitto in Medio Oriente, e l'incontro tra Donald Trump e Netanyahu, per un piano che dovrebbe porre fine alla guerra. Lavoro. Sappiamo che gli stage sono uno strumento molto utile per le aziende e i futuri dipendenti, eppure troppo spesso capita di sentire storie non proprio edificanti. L'Unione Europea sta intervenendo con nuove regole che dovrebbero introdurre significativi cambiamenti. Ne abbiamo parlato con Eleonora Voltolina, fondatrice del portale "La Repubblica degli stagisti" (portale nato per approfondire questi temi. Calcio. Oggi torna la Champions League. Il punto con i nostri inviati: Per Inter-Slavia Praga Paolo Pacchioni. Per Atalanta-Bruges Massimo Caputi. L'attualità, commentata dal direttore del giornale Il Foglio Claudio Cerasa. All'interno di Non Stop News, con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti, Massimo Lo Nigro e Ludovica Marafini.
El presidente de los Estados Unidos, Donald Trump, presentó este lunes una propuesta de paz para Medio Oriente cuyo objetivo central es poner fin al conflicto en Gaza. El anuncio se realizó en una conferencia conjunta con el primer ministro de Israel, Benjamín Netanyahu, en la que se destacó que la iniciativa, estructurada en veinte puntos, cuenta con el respaldo de Israel, de varios Estados de la región y de algunos países europeos. No obstante, su implementación queda supeditada a la aceptación por parte de Hamás.El plan contempla, entre sus principales disposiciones, los siguientes aspectos:• La liberación, en un plazo máximo de 72 horas, de los rehenes que permanecen en poder de Hamás.• El desarme y la desmovilización completa de la organización militante palestina.• La destrucción de la red de túneles y demás infraestructura militar en Gaza.• La finalización de las operaciones militares de Israel en el territorio palestino.• La excarcelación de cientos de prisioneros palestinos actualmente bajo custodia israelí.• El ingreso inmediato y sin restricciones de ayuda humanitaria destinada a la población de Gaza.Este esquema refleja un intento de articular medidas simultáneas de seguridad, liberación de prisioneros y asistencia humanitaria, con el propósito de generar condiciones que posibiliten una desescalada del conflicto y la apertura de un eventual proceso político de negociación.
Kuwait pretende escribir su propia historia. En este emirato del Golfo de 4 millones de habitantes, la arqueología se ha convertido en una prioridad nacional, representando una cuarta parte del presupuesto cultural. Se están llevando a cabo excavaciones en todo el país, incluso en yacimientos cristianos. Es una forma de que Kuwait afirme su identidad y muestre al mundo que no es solo un Estado petrolero. Nuestros periodistas, Léa Delfolie y Jules Pilorge, nos informan.
Benjamin Netanyahu ha detto sì a un piano di pace per Gaza. Lo ha fatto nel corso del nuovo incontro alla Casa Bianca con Donald Trump, il quarto degli ultimi tempi.
La Freccia Rossa torna a correre nel mondo: è partita dall'Austria la stagione internazionale della 1000 Miglia, che fino a maggio 2026 porterà lo spirito della “corsa più bella del mondo” in Europa, Medio Oriente, Stati Uniti e Asia Orientale. Sei tappe tra Warm Up ed Experience per promuovere il made in Italy e l'internazionalizzazione del marchio. Ne parliamo con Fulvio D'Alvia, Amministratore Delegato di 1000 Miglia Srl.
==============================================SUSCRIBETEhttps://www.youtube.com/channel/UCNpffyr-7_zP1x1lS89ByaQ?sub_confirmation=1==================================================== DEVOCIÓN MATUTINA PARA MUJERES 2025“AMANECER CON JESÚS”Narrado por: Sirley DelgadilloDesde: Bucaramanga, ColombiaUna cortesía de DR'Ministries y Canaan Seventh-Day Adventist Church===================|| www.drministries.org ||===================30 de Septiembre¿Se habían visto antes?«Oye, Jesús de Nazaret, ¿qué tienes contra nosotros? ¿Has venido a destruirnos? ¡Yo sé quién eres tú! ¡Eres el Santo de Dios!» (Marcos 1: 24, RVC).Algunas personas son escépticas en cuanto al trabajo que el enemigo realiza en la tierra, sin embargo, así como el bien existe, el mal es innegable. Mientras Jesús anduvo en su ministerio terrenal en el Medio Oriente, con frecuencia los agentes del mal se enfrentaron con él. En repetidas ocasiones le decían frases como «yo sé quién eres tú, eres el Santo de Dios» o «¿qué tienes contra nosotros, Jesús de Nazaret? ¿Has venido para destruirnos? Yo sé quién eres, el Santo de Dios» (Lucas 4: 34).¿Qué conocimiento tenía esos demonios sobre el hijo de Dios? ¿Se habían visto antes? Bastante. En el cielo le habían servido como su supremo comandante y le habían ofrecido las más dulces notas de alabanzas. Ahora se volvían a encontrar, pero ningún indicio de pureza les llenaba. Todo su ser había sido corrompido, y esos ángeles, que alguna vez fueron nobles, buenos y de gran belleza, ahora estaban llenos de odio y maldad. El apóstol Pablo, sabiendo que la lucha es real, exhorta a la iglesia a estar preparada. «Porque no estamos luchando contra enemigos de carne y hueso, sino contra las potencias invisibles que dominan en este mundo de tinieblas, contra las fuerzas espirituales del mal habitantes de un mundo supra terreno» (Efesios 6: 12, BLPH)En su guerra contra Cristo, los mismos demonios aparecieron en forma de humanos y en los tiempos finales lo volverán a hacer. Elena G. de White refiere: «Se me mostró que malos ángeles, bajo la forma de creyentes, obrarán en nuestras filas para introducir un fuerte espíritu de incredulidad» El mundo ha evolucionado y con ellos las artimañas del enemigo. Ya no es común observar a una persona poseída por malos espíritus. Satanás mejoró su técnica para pasar desapercibido mientras actúa en contra del pueblo de Dios. Inclusive, le conviene que muchos no crean en su existencia. Querida amiga, la lucha es real. Dos fuerzas pelean por tu corazón. Las fuerzas del mal se enfrentaron a su propio Creador y este los venció únicamente por su estrecha relación con su Padre celestial. La buena noticia es que hoy Jesús pelea por nosotros si se lo permitimos. Mientras él habite en nuestro corazón, el enemigo no tendrá espacio. Deja que Dios pelee tus batallas espirituales porque esta guerra no es contra seres humanos.
El presidente Donald Trump anunció un plan de 20 puntos para la paz en Gaza y Medio Oriente tras reunirse con el primer ministro de Israel, Benjamin Netanyahu.
La storia di Cheb Hasni, uno dei più grandi cantanti Raï, assassinato per la sua arte il 29 settembre 1994Iscriviti qui alla nuova newsletter, ogni 7 del mese un nuovo appuntamentoRispondi a questo sondaggio di 7 domande per migliorare i contenuti ed i progetti futuri di Medio Oriente e Dintorni Qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
Bernal Herrera Montero.El proyecto sionista de colonizar Palestina y construir allí un estado de población de mayoría judía chocaba de frente con la demografía de la región. Este desfase obligó a no solo colonizar tierras, sino a un proceso de limpieza étnica que continua hasta hoy día.#larevistacr @larevistacr #bernalherreramontero
Hamas ha accettato in linea di principio il piano di Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza, che include il rilascio immediato di tutti gli ostaggi israeliani. La proposta del presidente americano include un graduale ritiro delle Idf dalla Striscia, insieme al rilascio di centinaia di prigionieri palestinesi in cambio degli ostaggi israeliani vivi e deceduti.
Mentre la Global Sumud Flotilla avanza, dopo il rifiuto di consegnare il carico per Gaza a Cipro, Benjamin Netanyahu parla all'Assemblea Onu ribadendo la sua determinazione a distruggere Hamas. Ne parliamo con Alessia Melcangi, professoressa di Storia e Istituzioni dell'Africa alla Sapienza, esperta di Medio Oriente, e con Antonio Leandro, professore di Diritto internazionale del mare all’Università Aldo Moro di Bari.I droni in Polonia, Romania, Lettonia. Poi i Mig in prossimità dell'Alaska. Cosa significa questo affollamento nei cieli? Lo chiediamo al generale Pasquale Preziosa, già capo di Stato maggiore dell’Areonautica militare, presidente dell’Osservatorio Eurispes sulla sicurezza.
Atlas Couscous è un progetto del duo dietro La Maison Touareg e La Medina, divenuto presto uno dei luoghi migliori per assaporare il couscous a MilanoIscriviti qui alla nuova newsletter, ogni 7 del mese un nuovo appuntamentoRispondi a questo sondaggio di 7 domande per migliorare i contenuti ed i progetti futuri di Medio Oriente e Dintorni Qui trovate tutti i link di Medio Oriente e Dintorni: Linktree, ma, andando un po' nel dettaglio: -Tutti gli aggiornamenti sulla pagina instagram @medioorienteedintorni -Per articoli visitate il sito https://mediorientedintorni.com/ trovate anche la "versione articolo" di questo podcast. - Qui il link al canale Youtube- Podcast su tutte le principali piattaforme in Italia e del mondo-Vuoi tutte le uscite in tempo reale? Iscriviti al gruppo Telegram: https://t.me/mediorientedintorniOgni like, condivisione o supporto è ben accetto e mi aiuta a dedicarmi sempre di più alla mia passione: raccontare il Medio Oriente ed il "mondo islamico"
En 1974, Yasser Arafat irrumpió en la ONU con un mensaje de resistencia y lucha, proyectando a la OLP como voz única del pueblo palestino. Su símbolo fue claro: “la rama de olivo y el fusil”, paz sí, pero sin renunciar al derecho a resistir. Casi medio siglo después, Mahmoud Abbas habla en el mismo foro con un tono distinto: diplomacia, derecho internacional y llamados a la cooperación. Reconoce a Israel, critica tanto la ocupación como a Hamás, y apuesta por elecciones, reformas y reconstrucción.Similitudes y diferencias:Ambos denuncian la ocupación y reclaman autodeterminación.Arafat era revolucionario y beligerante; Abbas se muestra conciliador e institucional.El reto de Abbas:Crisis de legitimidad: sin elecciones desde hace más de una década y con una Autoridad Nacional Palestina fragmentada frente a Hamás y otros grupos.Falta de sucesión clara, avanzada edad y escasa cohesión interna.Su única herramienta real: la diplomacia internacional.El contexto externo:Netanyahu gobierna con apoyo de la ultraderecha israelí, impulsando asentamientos y debilitando cualquier negociación.El desequilibrio es evidente: Israel con fuerza política y militar, Palestina con un discurso diplomático pero frágil.Conclusión: El discurso palestino ha evolucionado de la resistencia armada a la vía diplomática. Sin embargo, mientras la Autoridad Nacional Palestina no se renueve y la radicalización israelí avance, existe el riesgo de que los llamados a un “nuevo Medio Oriente” se queden en retórica.Fuente: Radio Sefarad.
Cada vez más países reconocen al Estado palestino. El Reino Unido, Canadá, Australia y ahora Francia se sumaron a las naciones que avanzaron en este reconocimiento. ¿Sirve de algo esta decisión que cada vez suma más adherentes? Hoy vamos a explicar por qué la cuestión palestina está modificando por completo no sólo el panorama de Medio Oriente sino que además está definiendo las alianzas a nivel global. Vamos a explicar con cifras y argumentos porque la cuestión de los dos Estados es crucial para muchas naciones. Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See https://pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
Portugal reconheceu o Estado da Palestina, juntamente com França e Reino Unido. Foi uma decisão de política externa tomada por convicção ou por seguidismo? Daniel Oliveira considera que o estado português foi uma “maria-vai-com-as-outras” neste assunto, e que só avançou porque “não quis ficar sozinho.” Francisco Mendes da Silva afirma que o reconhecimento é uma “grande derrota diplomática de Israel”, e que os amigos do estado israelita estão a “fartar-se paulatinamente.” Ouça a análise dos comentadores no Antes Pelo Contrário em podcast. Emitido na SIC Notícias em 23 de setembro. Para ver a versão em vídeo deste episódio clique aqui.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Este 22 de septiembre en Nueva York, Francia reconoció el Estado palestino, un paso criticado por Israel y Estados Unidos. El presidente francés Emmanuel Macron aseguró que “la paz es más exigente, más complicada que todas las guerras… pero ha llegado el momento”. Los aplausos interrumpieron en dos ocasiones el discurso con el que el presidente de Francia, Emmanuel Macron, reconoció el Estado de Palestina. Liberación de los rehenes y fin de los ataques El discurso de Emmanuel Macron duró cerca de 20 minutos y el mandatario optimizó cada uno explicando la solución de dos Estados, el plan que, según él, traerá la paz entre Israel y el Estado Palestino. “Este reconocimiento abre el camino de una negociación útil para los israelíes y los palestinos: es el plan de paz y de seguridad para todos, que Arabia Saudita y Francia sometieron a voto en esta Asamblea, que lo adoptó por una larga mayoría”, expresó. Leer tambiénTras reconocer a Palestina, Macron gestiona el “día después” en Nueva York “El primer tiempo de este plan es lograr simultáneamente la liberación de los 48 rehenes y el fin de las operaciones militares en todo el territorio de Gaza. Una vez que el cese al fuego haya sido aprobado, entre todos haremos esfuerzos masivos para auxiliar a los gazatíes”, agregó. Estabilización y reconstrucción Al segundo tiempo el mandatario francés lo llamó como el de la estabilización y la reconstrucción en Gaza. Consiste en el establecimiento de una administración integrada por la Autoridad Palestina con el acompañamiento de fuerzas de seguridad que serán formadas por una misión internacional y que asegurarán el desarme y el desmantelamiento del Hamás. Con el tiempo, según Macron, los palestinos formarán su propio gobierno en democracia: “Gracias a este camino obtendremos un Estado palestino soberano, independiente y desmilitarizado reagrupando el conjunto de sus territorios, que reconozca a Israel y que sea reconocido por Israel en una región que conocerá finalmente la paz”, explicó. “Este es nuestro plan de paz que permite que la paz israelí-palestina sea la primera columna de una nueva arquitectura de paz y seguridad en Medio Oriente”, aseguró el mandatario. Derrota para Hamás y el antisemitismo El presidente francés consideró que el reconocimiento del Estado de Palestina es una derrota para el Hamás, pero también para quienes animan el odio antisemita, y desean la destrucción del Estado de Israel. Y precisamente fue a Israel a quien le dedicó las últimas palabras de su discurso: le dijo que la paz no será posible si sus autoridades no aplican la solución de dos Estados. “La paz es más exigente, más complicada que todas las guerras… pero ha llegado el momento”, enfatizó Emmanuel Macron.
Pakistán es la única potencia nuclear islámica. Firmó un acuerdo de defensa mutua con Arabia Saudita que cambia por completo el tablero de poder regional. Es además el adversario tradicional de la India. El juego de alianzas cruzadas que une a India con Israel y a los sauditas con el resto de los países islámicos ha creado una posible carrera armamentística nuclear que podría conducir todo el conflicto hacia una etapa mucho más peligrosa. Hoy vamos a explicar las derivaciones y por qué esta noticia es quizás la más importante de los últimos tiempos. Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See https://pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
Ministro dos Negócios Estrangeiros reconheceu nas Nações Unidas a existência de um Estado palestiniano. Paulo Rangel tentou apaziguar Israel, exigindo “a libertação de todos os reféns, incluindo nacionais”, mas o governo de Telavive continua a afirmar-se “desapontado” com a diplomacia de Lisboa. Portugal alinhou com o Reino Unido, a França, a Bélgica, a Austrália, a Nova Zelândia e o Canadá numa acção diplomática de grande alcance. Esta segunda-feira, discute-se na ONU a solução dos dois Estados. Neste episódio, conversamos com o comentador de política internacional da SIC Rui Cardoso.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Nicaragua y Cuba fueron los primeros países de América Latina que lo reconocieron. A partir de ese año le siguieron todas las naciones sudamericanas, a excepción de Panamá que hoy en día no reconoce la existencia de un Estado palestino. En el contexto de un nuevo mapa político que surgirá tras la 80 Asamblea General de la ONU cuando Francia, Reino Unido y otras naciones lo reconozcan, la causa palestina es cuestionada por algunos aliados latinoamericanos del Estado palestino. Prevista entre el próximo 23 y 29 de septiembre, la 80 Asamblea General de las Naciones Unidas será un momento histórico que marcará la política internacional de Medio Oriente cuando unos diez países reconocerán el estado de Palestina: Francia, Andorra, Australia, Bélgica, Canadá, Luxemburgo, Portugal, Malta, Reino Unido y San Marino. Con esta acción serán 156 de 193 países en el mundo que lo reconocerán, un proceso que comenzó en noviembre de 1988 cuando el Consejo Nacional Palestino proclamó el Estado de Palestina desde el exilio, en Argelia. En ese año fueron 80 países, la mayoría de África y Asia que le otorgaron el reconocimiento. Entre ellos, había sólo dos latinoamericanos: Cuba y Nicaragua. Es recién, en 2005, que comenzó el reconocimiento, en cadena, por otras naciones sudamericanas empezando por Paraguay. Al día de hoy, el único fuera de la lista es Panamá. A diferencia de Europa, el apoyo de Latinoamérica a la causa palestina surgió en bloque porque recuerda el pasado colonial, una “fibra sensible en la historia del continente” de acuerdo con el analista político Jorge Arias, director de la consultora Polilat. “Siempre estamos del lado de los débiles, del que nos consideramos nosotros mismos. Creo que fundamentalmente es una tradición latinoamericano que se ha ido acentuando: las cumbres latinoamericanas, las coordinaciones para los votos en las Naciones Unidas, eso ha sido generando una simpatía con la causa palestina, una causa de extrema debilidad frente al poderío militar israelí”, pero también influye el “poco interés” de Israel por América Latina, de acuerdo con el analista. A favor y en contra En el mapa politico actual no todo es unidad de cara a la nueva ola de reconocimientos del Estado palestino. Mientras la mayoría de los países latinos continúa con una postura de apoyo, mención especial a Chile, con la mayor diáspora palestina fuera de medio oriente, otros, como El Salvador, Guatemala, Argentina y Paraguay, quedan en una posición incómoda, con gobiernos expresamente alineados con Estados Unidos e Israel y dispuestos a votar en contra de apoyar la solución de los dos estados, como lo hicieron recientemente Argentina y Paraguay en la ONU. “Los países en general tratan de no tomar posiciones extremas coyunturales”, estima Arias. En el caso de El Salvador, su presidente, Nayib Bukele “que tiene un gobierno con una amplia mayoría parlamentaria, si él lo decidiera podría resolverlo”. “En el caso de Argentina me parece más complejo porque Javier Milei no tiene mayoría parlamentaria ni la va a tener aún cuando tenga un éxito contundente en las próximas elecciones en ese tipo de movidas”, explicó. En junio de 2025, Milei visitó Israel y en un discurso pronunciado en la Kneset, el Parlamento de ese país, apoyó la manera en que el primer ministro Benjamín Netanyahu despliega su ejército en la Franja de Gaza. Este 17 de septiembre, en Paraguay, Milei dijo, en referencia a este conflicto en Medio Oriente, que “no son muchos los países que se plantan firmes del lado del bien y de la verdad en tiempos [en los que] gran parte de la comunidad internacional tiene la brújula moral desviada”. Jorge Arias concluye que es posible que desde Latinoamérica se emitan comunicados de adhesión o repudio en términos diplomáticos, pero difícilmente se tomarán medidas irreversibles contra el reconocimiento del Estado palesitno.
Nicaragua y Cuba fueron los primeros países de América Latina que lo reconocieron. A partir de ese año le siguieron todas las naciones sudamericanas, a excepción de Panamá que hoy en día no reconoce la existencia de un Estado palestino. En el contexto de un nuevo mapa político que surgirá tras la 80 Asamblea General de la ONU cuando Francia, Reino Unido y otras naciones lo reconozcan, la causa palestina es cuestionada por algunos aliados latinoamericanos del Estado palestino. Prevista entre el próximo 23 y 29 de septiembre, la 80 Asamblea General de las Naciones Unidas será un momento histórico que marcará la política internacional de Medio Oriente cuando unos diez países reconocerán el estado de Palestina: Francia, Andorra, Australia, Bélgica, Canadá, Luxemburgo, Portugal, Malta, Reino Unido y San Marino. Con esta acción serán 156 de 193 países en el mundo que lo reconocerán, un proceso que comenzó en noviembre de 1988 cuando el Consejo Nacional Palestino proclamó el Estado de Palestina desde el exilio, en Argelia. En ese año fueron 80 países, la mayoría de África y Asia que le otorgaron el reconocimiento. Entre ellos, había sólo dos latinoamericanos: Cuba y Nicaragua. Es recién, en 2005, que comenzó el reconocimiento, en cadena, por otras naciones sudamericanas empezando por Paraguay. Al día de hoy, el único fuera de la lista es Panamá. A diferencia de Europa, el apoyo de Latinoamérica a la causa palestina surgió en bloque porque recuerda el pasado colonial, una “fibra sensible en la historia del continente” de acuerdo con el analista político Jorge Arias, director de la consultora Polilat. “Siempre estamos del lado de los débiles, del que nos consideramos nosotros mismos. Creo que fundamentalmente es una tradición latinoamericano que se ha ido acentuando: las cumbres latinoamericanas, las coordinaciones para los votos en las Naciones Unidas, eso ha sido generando una simpatía con la causa palestina, una causa de extrema debilidad frente al poderío militar israelí”, pero también influye el “poco interés” de Israel por América Latina, de acuerdo con el analista. A favor y en contra En el mapa politico actual no todo es unidad de cara a la nueva ola de reconocimientos del Estado palestino. Mientras la mayoría de los países latinos continúa con una postura de apoyo, mención especial a Chile, con la mayor diáspora palestina fuera de medio oriente, otros, como El Salvador, Guatemala, Argentina y Paraguay, quedan en una posición incómoda, con gobiernos expresamente alineados con Estados Unidos e Israel y dispuestos a votar en contra de apoyar la solución de los dos estados, como lo hicieron recientemente Argentina y Paraguay en la ONU. “Los países en general tratan de no tomar posiciones extremas coyunturales”, estima Arias. En el caso de El Salvador, su presidente, Nayib Bukele “que tiene un gobierno con una amplia mayoría parlamentaria, si él lo decidiera podría resolverlo”. “En el caso de Argentina me parece más complejo porque Javier Milei no tiene mayoría parlamentaria ni la va a tener aún cuando tenga un éxito contundente en las próximas elecciones en ese tipo de movidas”, explicó. En junio de 2025, Milei visitó Israel y en un discurso pronunciado en la Kneset, el Parlamento de ese país, apoyó la manera en que el primer ministro Benjamín Netanyahu despliega su ejército en la Franja de Gaza. Este 17 de septiembre, en Paraguay, Milei dijo, en referencia a este conflicto en Medio Oriente, que “no son muchos los países que se plantan firmes del lado del bien y de la verdad en tiempos [en los que] gran parte de la comunidad internacional tiene la brújula moral desviada”. Jorge Arias concluye que es posible que desde Latinoamérica se emitan comunicados de adhesión o repudio en términos diplomáticos, pero difícilmente se tomarán medidas irreversibles contra el reconocimiento del Estado palesitno.
Israel ordenó a más de 600.000 palestinos abandonar sus hogares, acto seguido comenzó su invasión terrestre de la ya devastada Ciudad de Gaza. El Ejército Israelí anunció que iba a desplegar hasta 3.000 militares en la capital gazatí, que además es la urbe más grande y poblada del enclave. Hasta antes de las órdenes de evacuación, allí vivían un millón de personas. ¿Tiene límites Netanyahu? Es el tema de El Debate.
See omnystudio.com/listener for privacy information.
El primer ministro de Israel recibió una advertencia a Estados Unidos: ya no puede volver a atacar a Qatar. Mientras tanto los países islámicos hicieron un frente común ante el riesgo de ser el siguiente objetivo de Israel. La respuesta fue una ofensiva final israelí sobre Gaza y ahora la paz pende de un hilo. Vamos a actualizar una situación que pareciera estar degradándose cada vez más en el Medio Oriente. Hosted by Simplecast, an AdsWizz company. See https://pcm.adswizz.com for information about our collection and use of personal data for advertising.
Il nuovo libro di Cecilia Sala si intitola I figli dell'odio e racconta come l'odio è cresciuto nella regione di cui Cecilia Sala si è occupata di più di recente, il Medio Oriente. Si parla di Israele, di Palestina, di Iran. E del carcere di Evin, dove Cecilia Sala è stata prigioniera per 21 giorni. I consigli di Cecilia Sala– Il film “Shoshana” – “La vittoria maledetta” di Ahron Bregman – “Memoirs of a Jewish Extremist” di Yossi Klein Halevi Sul Post– Il palestinese che aspetta la guerra civile in Israele Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Nei mesi scorsi Israele ha bombardato diversi Paesi in Medio Oriente: Libano, Siria, Yemen e, ovviamente, l'Iran. Mai però aveva colpito uno dei Paesi del Golfo, quei Paesi con cui la prima amministrazione Trump aveva avviato un processo diplomatico complesso, volto ad ottenere un riavvicinamento con Israele. L'attacco in Qatar, per Netanyahu necessario per eliminare alcuni esponenti di Hamas, segna dunque uno spartiacque decisivo nella guerra in Medio Oriente? Ne parliamo con Giuseppe Dentice, analista OSMED, e con Antonino Occhiuto, analista di Gulf Stete Analytics.Dopo il caso polacco arriva quello romeno. Questa volta si è trattato di un singolo drone russo entrato nello spazio aereo Nato, per l'appunto in Romania, con un volo di 50 minuti. Vladimir Putin sta quindi deliberatamente e sistematicamente provocando la Nato? Ne parliamo con Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa, e con Svetlana Tikhanovskaya, leader dell'opposizione bielorussa.
Bernal Herrera Montero.El proyecto sionista se planteó, desde sus inicios a fines del siglo XIX, como un proyecto colonizador. Su meta: colonizar Palestina y fundar allí un estado judío. Pero Palestina ya estaba poblada, y esto hizo inevitable un fuerte conflicto que llevaría a la violencia.#larevistacr @larevistacr www.larevista.cr#bernalherreramontero
En este episodio de Plan de Contingencia ponemos la mirada en tres escenarios distintos pero conectados por la violencia política y la geopolítica. Hablamos del ataque a Catar y sus repercusiones en Medio Oriente, la posibilidad de una invasión a Venezuela bajo la sombra de Washington y la colaboración de JGo, así como del eco mediático del asesinato de Charlie Kirk en Utah.
Huda Emad Hegazi, correspondal de W Radio en Medio Oriente, contó al aire que Israel comenzó sus ataques sobre la ciudad de Gaza.
Israel atacó por primera vez a Qatar, un aliado clave de EE. UU. que ha acogido las conversaciones para una tregua en Gaza. Aunque el objetivo era la delegación negociadora de Hamás, el grupo palestino aseguró que sus líderes salieron ilesos. Benjamin Netanyahu dijo que se trató de una represalia por un tiroteo en Jerusalén que dejó seis muertos. ¿La asonada israelí socavó la oportunidad de paz?
Catherine König-Pralong"La storia della filosofia"Festival Filosofiawww.festivalfilosofia.itFestival Filosofia, CarpiCatherine König-PralongLa storia della filosofiaOrigini e limiti di una disciplinaVenerdì 19 settembre 2025, ore 16:30Che ruolo ha avuto la storia della filosofia nella costruzione di un racconto eurocentrico del sapere? Questa lezione ripercorre la nascita della disciplina fra Sette e Ottocento, mostrando come abbia rappresentato un modello di evoluzione culturale in cui l'Europa viene assunta come vertice della razionalità, mentre le altre tradizioni vengono marginalizzate rispetto alla costituzione del sapere.Catherine König-Pralong è direttrice di studi e professoressa di Filosofia e Storia presso il Centro Alexandre Koyré dell'École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi. È inoltre direttrice delle Éditions de l'EHESS. Si interessa, da un punto di vista metodologico e storiografico, alle formazioni e agli usi moderni delle categorie di Medioevo, Rinascimento e Illuminismo, nonché alle loro pluralizzazioni, mondializzazioni e messe in discussione dal XIX secolo a oggi. Conduce un'indagine storica e storiografica sulle rappresentazioni, le produzioni e le riconfigurazioni dell'Europa attraverso le conoscenze moderne, accademiche e non, dal XIX al XXI secolo. Partendo dalla filosofia, ne studia le formazioni, le co-produzioni e le interrelazioni sia nel contesto europeo che ai suoi margini e altrove, in particolare negli Stati Uniti e nel Medio Oriente. Le sue ricerche hanno esplorato le interazioni tra filosofia e teologia nel Medioevo, con particolare attenzione alla trasmissione dei saperi e alla costruzione delle autorità intellettuali. Tra i suoi libri tradotti in italiano: La sfida laica. Per una nuova storia della filosofia medievale (con Ruedi Imbach, Roma 2016).La traduzione simultanea della conversazione online, è a cura di Manuela Vico.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarewww.ilpostodelleparole.it Diventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/il-posto-delle-parole--1487855/support.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Netanyahu hizo una jugada arriesgada y atacó a los líderes de Hamas en la capital de Qatar. El emirato que es sede de la mayor base de EE.UU. en Medio Oriente y quien ofreció 1.2 mil millones de dólares de inversiones a Trump, recibió el apoyo de otras coronas petroleras y del propio presidente de los EE.UU. Este ataque puede cambiar por completo el panorma político de la región y sugiere un alejamiento entre Israel y EE.UU. que es explotado por los emires sunitas. Vamos a analizar el incidente para saber quién gana y quién pierde con el bombardeo a Doha.
I volontari sull'imbarcazione al largo del porto tunisino di Sidi Bou Said hanno parlato di un drone, le autorità tunisine smentiscono. La Global Sumud Flotilla ha subito un'altra battuta d'arresto in Tunisia e stavolta non per il maltempo ma per un incendio a bordo di una delle imbarcazioni le cui cause sono in fase di accertamento. Ne parliamo con Matteo Garavoglia, giornalista freelance a Tunisi.Nel frattempo, Israele ha rivendicato un attacco a Doha sferrato per colpire alcuni esponenti di Hamas proprio mentre erano in corso i colloqui sulla proposta di cessate il fuoco di Trump. Ne parliamo con Alessia Melcangi, professoressa di Storia e Istituzioni dell'Africa alla Sapienza, esperta di Medio Oriente.Dopo la sfiducia dell'Assemblea Nazionale, Bayrou si appresta a lasciare il suo incarico. Quali le prospettive future? Lo chiediamo a Veronica Gennari, giornalista freelance a Parigi.
Maxi attacco russo su Kiev, il segretario al tesoro USA Bessent minaccia l’economia del Cremlino. Medio Oriente: mentre proseguono gli attacchi dell'Idf a Gaza, oggi attentato a Gerusalemme “benedetto” da Hamas. Con noi Alessandro Marrone, responsabile del programma “Difesa, sicurezza e spazio” dell’ Istituto Affari Internazionali.In questi giorni via il nuovo anno scolastico (oggi si parte a Bolzano). Le novità su uso dei cellulari e maturità con Antonello Giannelli, presidente dell’ Associazione Nazionale Presidi.
La agitación en el Medio Oriente ha estado con nosotros desde que la mayoría puede recordar. Las desafortunadas tragedias de la guerra perpetua y los actos de terror han convertido al Medio Oriente en un intercambio central de miseria.
Israele sta intensificando gli attacchi sulla città di Gaza, dove tra sabato e domenica i bombardamenti hanno ucciso almeno 45 persone, tra cui 13 civili che cercavano di procurarsi cibo a un centro di distribuzione. Con Francesca Gnetti, editor di Medio Oriente di Internazionale.Il 31 agosto il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato a Tientsin, in Cina, il primo ministro indiano Narendra Modi. Con Junko Terao, editor di Asia di Internazionale. Oggi parliamo anche di: Kirghizistan • “Come nasce una dittatura" di Agnieszka Pikulicka-Wilczewskahttps://www.internazionale.it/magazine/agnieszka-pikulicka-wilczewska/2025/08/28/come-nasce-una-dittaturaSerie tv • Schitt's Creek su NetflixQuesto episodio è presentato da NordVpn: https://nordvpn.com/ilmondoCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan ZentiCi piacerebbe sapere cosa pensi di questo episodio. Scrivici a podcast@internazionale.it Se ascolti questo podcast e ti piace, abbonati a Internazionale. È un modo concreto per sostenerci e per aiutarci a garantire ogni giorno un'informazione di qualità. Vai su internazionale.it/abbonatiConsulenza editoriale di Chiara NielsenProduzione di Claudio Balboni e Vincenzo De SimoneMusiche di Tommaso Colliva e Raffaele ScognaDirezione creativa di Jonathan Zenti
El primer ministro israelí está llevando adelante ofensivas simultáneas en Gaza, Siria, Líbano y Cisjordania que están aislando internacionalmente a su país. Incluso la administración Trump, considerado un aliado firme, comenzó a tomar distancia para criticarle y pedirle moderación. Hoy vamos a revisar el escenario de Medio Oriente y las tensiones renovadas entre un Israel que ejerce una hegemonía militar indiscutible y su entorno para revisar las grietas que está generando con sus vecinos, pero también dentro de su propia sociedad.
Tony Blair ha presentato a Donald Trump il suo progetto per trasformare Gaza nella riviera del Medio Oriente. Oggi vediamo cosa è venuto in mente all'ex premier britannico nel piano studiato assieme a un'importante società di consulenza. ... Qui il link per iscriversi al canale Whatsapp di Notizie a colazione: https://whatsapp.com/channel/0029Va7X7C4DjiOmdBGtOL3z Per iscriverti al canale Telegram: https://t.me/notizieacolazione ... Qui gli altri podcast di Class Editori: https://milanofinanza.it/podcast Musica https://www.bensound.com Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
La agitación en el Medio Oriente ha estado con nosotros desde que la mayoría puede recordar. Las desafortunadas tragedias de la guerra perpetua y los actos de terror han convertido al Medio Oriente en un intercambio central de miseria.