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Cos'è il Movimento 5 Stelle? Chi compone la sua comunità? Da Luigi de Magistris a Salvatore Borsellino, dai No Tav ai familiari vittime della mafia, Marco e Nicola raccontano come, da un ufficio di Milano, Gianroberto Casaleggio manipolasse attraverso la rete le proteste diffuse sul territorio per incorporarle nella sua nuova creatura politica.Processo al Sistema Casaleggio
Ci sono novità sull'inchiesta sull'agenda rossa di Paolo Borsellino. Sparita dopo la strage di via D'Amelio, l'agenda è ritenuta un documento fondamentale per capire i reali motivi dell'uccisione del magistrato palermitano. Nei giorni scorsi ci sono state perquisizioni nell'abitazione di Arnaldo La Barbera, il poliziotto morto nel 2002 e protagonista del depistaggio delle indagine sulla strage in cui morì Borsellino e gli uomini della sua scorta. Inoltre, alcuni poliziotti si sarebbero detti pronti a rivelare tra chi e come avvenne il passaggio della borsa che conteneva quell'agenda. Queste novità ci avvicina no o ci allontanano dalla verità? Sono rivelazioni o c'è ancora odore di depistaggio nell'aria. Ne abbiamo parlato con i giornalisti Attilio Bolzoni, Enrico Deaglio, Marco Lillo e Aaron Pettinari e con Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso.
L'inchiesta sulla "super mafia" lombarda. La strana fine della latitanza di Antonio Strangio. Il rinvio a giudizio nel processo di mafia Radici, a Bologna. Caivano, tra lo scioglimento del consiglio comunale e le nuove indagini. L'operazione che ha portato all'arresto del cantante neomelodico Tony Colombo. L'audizione di Salvatore Borsellino e del legale Fabio Repici in Commissione antimafia. La condanna per la Strage di San Marco in Lamis. Il 70° episodio di Fresche di Stampa con le notizie principali tra ottobre e novembre, a cura di Giulia Facheris, Sofia Nardacchione, Francesca Palumbo, Viviana Regine e Giovanni Soini.
A cura di Daniele Biacchessi Il 19 luglio 1992, 31 anni fa, la mafia colpiva a Palermo, in via d'Amelio, Paolo Borsellino e la sua scorta. L'attentato chiudeva la prima stagione delle stragi di Cosa Nostra, iniziata il 23 maggio 1992 con l'eccidio di Capaci con la morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della sua protezione. 31 anni dopo, la memoria di Paolo Borsellino, al di là delle parole spesso di circostanza, non è condivisa. La premier Giorgia Meloni non parteciperà alla tradizionale fiaccolata serale in via D'Amelio organizzata storicamente dalla Destra e sarà presente a una cerimonia ufficiale, alla caserma Lungaro. Si tratta di una scelta più istituzionale che ha spiazzato gli esponenti di FdI. Il motivo? Secondo il ministero dell'Interno ci corre il rischio di innescare possibili contestazioni durante il corteo di Giorgia Meloni, soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro Guardasigilli Carlo Nordio favorevole all'abolizione del reato di concorso esterno alla mafia. Il fratello del giudice, Salvatore Borsellino, alla testa di un corteo organizzato da associazioni antimafia, chiede a gran voce che la premier Meloni si discosti pubblicamente dalle posizioni di Nordio. Insomma, la memoria di Paolo Borsellino, la sua eredità, le sue intuizioni, il suo sacrificio, non trova nelle istituzioni e nelle piazze una visione comune. E fa impressione notare che, gli strumenti di indagine inventati da Falcone e Borsellino, l'attribuzione di ruoli e reati, come ad esempio il concorso esterno alle cosche, hanno portato enormi passi avanti nella lotta contro la criminalità organizzata di stampo mafioso. Un insegnamento che dovrebbe essere seguito da tutto il Paese.
A cura di Daniele Biacchessi Il 19 luglio 1992, 31 anni fa, la mafia colpiva a Palermo, in via d'Amelio, Paolo Borsellino e la sua scorta. L'attentato chiudeva la prima stagione delle stragi di Cosa Nostra, iniziata il 23 maggio 1992 con l'eccidio di Capaci con la morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo e degli uomini della sua protezione. 31 anni dopo, la memoria di Paolo Borsellino, al di là delle parole spesso di circostanza, non è condivisa. La premier Giorgia Meloni non parteciperà alla tradizionale fiaccolata serale in via D'Amelio organizzata storicamente dalla Destra e sarà presente a una cerimonia ufficiale, alla caserma Lungaro. Si tratta di una scelta più istituzionale che ha spiazzato gli esponenti di FdI. Il motivo? Secondo il ministero dell'Interno ci corre il rischio di innescare possibili contestazioni durante il corteo di Giorgia Meloni, soprattutto dopo le dichiarazioni del ministro Guardasigilli Carlo Nordio favorevole all'abolizione del reato di concorso esterno alla mafia. Il fratello del giudice, Salvatore Borsellino, alla testa di un corteo organizzato da associazioni antimafia, chiede a gran voce che la premier Meloni si discosti pubblicamente dalle posizioni di Nordio. Insomma, la memoria di Paolo Borsellino, la sua eredità, le sue intuizioni, il suo sacrificio, non trova nelle istituzioni e nelle piazze una visione comune. E fa impressione notare che, gli strumenti di indagine inventati da Falcone e Borsellino, l'attribuzione di ruoli e reati, come ad esempio il concorso esterno alle cosche, hanno portato enormi passi avanti nella lotta contro la criminalità organizzata di stampo mafioso. Un insegnamento che dovrebbe essere seguito da tutto il Paese.
Giuseppe Lo Bianco, Sandra Rizza"L'agenda rossa di Paolo Borsellino"Gli ultimi 56 giorni nel racconto di familiari, colleghi, magistrati, investigatori e pentitiPrefazione di Marco TravaglioChiareletterehttps://www.chiarelettere.it/ “Questo non è soltanto un libro su un'agenda scomparsa. Questo è soprattutto un libro su una storia scomparsa: la storia degli ultimi giorni di Paolo Borsellino.”Dalla prefazione di Marco Travaglio“Senza agenda, e senza i tormenti segreti affidati a quelle pagine, per trent'anni una parte consistente dello Stato ha visto impresso sulla strage un timbro esclusivamente mafioso. Ora per la prima volta una sentenza mette nero su bianco la responsabilità delle istituzioni nel depistaggio di via D'Amelio.”Dalla premessa degli autori alla nuova edizione“Ho capito tutto” ripeteva Borsellino negli ultimi giorni della sua vita, mentre lavorava disperatamente alla verità sulla strage di Capaci. Cinquantasei giorni dopo l'esecuzione di Falcone, arrivò la sua.Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza ricostruiscono quei momenti drammatici con il supporto delle carte giudiziarie, le testimonianze di pentiti ed ex colleghi magistrati, le confidenze di amici e familiari. E ci restituiscono le pagine dell'agenda scomparsa nell'inferno di via D'Amelio, in cui Borsellino annotava minuziosamente appuntamenti e intuizioni investigative. Qualcuno si affrettò a requisirla: troppo scottante ciò che il magistrato vi aveva scritto nella sua corsa contro il tempo. Chi incontrava? Chi intralciava il suo lavoro in procura? Quali verità aveva scoperto? E perché, lasciato solo negli ultimi giorni della sua vita, disse: “Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia... Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri”?Nella premessa a questa nuova edizione, pubblicata a trent'anni dalla strage, gli autori riannodano le fila delle azioni investigative e giudiziarie che da lucidi cronisti documentano con ostinazione fin da quel tragico 1992. Oggi sappiamo che dietro il “più colossale depistaggio della storia d'Italia” c'è la mano dello Stato, una verità che non può più essere taciuta.Giuseppe Lo Bianco, cronista di giudiziaria, ha lavorato al giornale “L'Ora” di Palermo e all'agenzia Ansa, ha collaborato con “L'Espresso” e oggi è corrispondente dalla Sicilia per “il Fatto Quotidiano”. È autore di The Truman Boss (con Vincenzo Balli, Castelvecchi 2017) e La Repubblica delle stragi (a cura di Salvatore Borsellino, PaperFIRST 2018), ed è tra i fondatori dell'Associazione Memoria e Futuro.Sandra Rizza ha imparato il mestiere di giornalista negli stanzoni de “L'Ora” di Palermo, negli anni caldi della guerra di mafia, passando presto alla cronaca nera e giudiziaria. Ha collaborato con “il manifesto” e con “La Stampa”, ed è stata corrispondente dalla Sicilia del settimanale “Panorama” negli anni delle stragi 1992-93. Per un decennio redattrice giudiziaria dell'Ansa di Palermo, oggi collabora con “il Fatto Quotidiano”.IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
INTERVISTA ESCLUSIVA a SALVATORE BORSELLINO su LOTTA alla MAFIA (EMOZIONANTE)Seguimi live tutti i giorni su Twitch alle 12.00 e alle 18.30 - https://twitch.tv/ivan_grieco---Iscriviti al canale e attiva la campanella - https://bit.ly/3nIb6ZO---Patreon (contenuti esclusivi) : https://www.patreon.com/ivan_grieco---Link per codice sconto Cuffie ASTRO 5% : http://astro.family/rampageEMEA ---Instagram ►https://instagram.com/ivangriecoTwitter ► https://twitter.com/Ivan_Grieco
Settimo incontro di “Lezioni di antimafia”. “Giustizia Memoria Diritti” è il titolo del ciclo ideato dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto” e realizzato con Radio Popolare. In questo incontro Salvatore Borsellino ricorda il fratello, il giudice Paolo Borsellino. Nella strage di via d'Amelio a Palermo, il 19 luglio 1992, furono uccisi con il giudice Borsellino anche cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traìna. La lezione si è svolta il 26 aprile 2022 in streaming sui canali YouTube di Radio Popolare e della Scuola di formazione “Antonino Caponnetto”.
(MB STUDIO)
(MB STUDIO)
«Mi fa piacere che il premier abbia voluto ricordare Paolo in Aula al Senato in un momento così difficile per l'Italia. È una cosa inusuale ricordarlo nel giorno del suo compleanno». Lo ha detto all'Adnkronos è Salvatore Borsellino, fratello del giudice antimafia ucciso da Cosa nostra, a proposito delle parole pronunciate dal premier Conte, durante il suo intervento in Senato. «Noi abbiamo iniziato a festeggiare il compleanno di Paolo da cinque anni a questa parte, proprio perché non vogliamo solo piangere e combattere per lui, ma ricordare anche i momenti belli, la sua vita. Oggi insieme a Paolo nasceva anche Rocco Chinnici, anche lui ucciso da Cosa nostra. Sono nati lo stesso giorno e dobbiamo festeggiarli entrambi», ha aggiunto il fratello del magistrato ucciso dalla mafia.
Le parole di Borsellino desecretate dalla commissione antimafia, il problema del precariato nella scuola e il "censimento" dei campi rom voluto da Salvini. Interviste a Salvatore Borsellino, Claudio Fava, Manuela Pascarella e Carlo Stasolla
Le parole di Borsellino desecretate dalla commissione antimafia, il problema del precariato nella scuola e il "censimento" dei campi rom voluto da Salvini. Interviste a Salvatore Borsellino, Claudio Fava, Manuela Pascarella e Carlo Stasolla (seconda parte)
Le parole di Borsellino desecretate dalla commissione antimafia, il problema del precariato nella scuola e il "censimento" dei campi rom voluto da Salvini. Interviste a Salvatore Borsellino, Claudio Fava, Manuela Pascarella e Carlo Stasolla (seconda parte)
Una puntata tutta al femminile e all'insegna dei viaggi. Nella prima parte ospiti in studio Rita Pelusio e Barbara Marelli de L'Orablù - Associazione Culturale di Bollate per presentarci Il diario de L'agenda ritrovata edito da Prospero Editore. La ciclostaffetta seguita da Radio Popolare nel 2017 ha lasciato un segno importante per la lotta contro la mafia. A completarne il racconto Maria Pia Tucci in collegamento con noi dalla Calabria. (prima parte)
Una puntata tutta al femminile e all'insegna dei viaggi. Nella prima parte ospiti in studio Rita Pelusio e Barbara Marelli de L'Orablù - Associazione Culturale di Bollate per presentarci Il diario de L'agenda ritrovata edito da Prospero Editore. La ciclostaffetta seguita da Radio Popolare nel 2017 ha lasciato un segno importante per la lotta contro la mafia. A completarne il racconto Maria Pia Tucci in collegamento con noi dalla Calabria. (prima parte)
Salvatore Cusimano, responsabile Tgr Sicilia; Piergiorgio Morosini, membro del CSM; Salvatore Borsellino, fratello di Paolo.
Marco Balzano, Helena Janeczek, Gioacchino Criaco e un appassionato Salvatore Borsellino incontrano i lettori in occasione dell'uscita di "L'agenda ritrovata", a 25 anni dall’attentato in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta. La sua agenda rossa non è mai stata ritrovata. L'agenda ritrovata, di Gioacchino Criaco, Diego De Silva, Helena Janeczek, Alessandro Leogrande, Carlo Lucarelli, Evelina Santangelo, Vanni Santoni. Feltrinelli Editore. la Feltrinelli piazza Duomo a Milano 15 giugno 2017.
Siamo in diretta da un bene confiscato alle mafie.Aprimo con un ospite speciale: Salvatore Borsellino che ci spiega il progetto l'Agenda Ritrovata. A seguire Barbara Sorrentini direttrice del festival e Cinzia della ciclofficina aperta qui. (prima parte)
Siamo in diretta da un bene confiscato alle mafie.Aprimo con un ospite speciale: Salvatore Borsellino che ci spiega il progetto l'Agenda Ritrovata. A seguire Barbara Sorrentini direttrice del festival e Cinzia della ciclofficina aperta qui. (prima parte)
«Sono anni – dice Borsellino - che lotto per la verità e la giustizia per la strage di via d'Amelio. Da anni sostengo che ad accelerare l'assassinio di mio fratello è stato il fatto che si era messo di traverso rispetto a questa trattativa, non appena l'aveva conosciuta. E a quel punto per portare avanti quella trattativa è stato necessario eliminarlo. Ieri mi sono sentito mancare il terreno sotto i piedi, ho pensato in un primo momento che questo significasse un cadere di tutte le ipotesi sulla trattativa». Salvatore Borsellino solo in un secondo momento racconta di essersi sentito meno disorientato. «Esaminando poi, e leggendo più nel dettaglio sulla sentenza, ho visto che non si nega l'esistenza della trattativa, ma solo che Mannino vi abbia partecipato. Implicitamente la sentenza ammette l'esistenza della trattativa, anche se dovremo leggerne le motivazioni». In ogni caso Salvatore Borsellino non nasconde l'amarezza per le conseguenze la sentenza Mannino potrà avere. «Di una cosa mi sono reso conto, ieri: non basteranno gli anni che ancora mi restano da vivere per vedere la verità e la giustizia sulla strage di via d'Amelio. L'Italia è un paese in cui a decenni di distanza non si è ancora arrivati alla verità sulle tante stragi di stato. Gli anni della mia vita che mi restano non mi permetteranno di vederla, la verità. Ma questo non significa che verità e giustizia alla fine non verranno fuori».
«Sono anni – dice Borsellino - che lotto per la verità e la giustizia per la strage di via d'Amelio. Da anni sostengo che ad accelerare l'assassinio di mio fratello è stato il fatto che si era messo di traverso rispetto a questa trattativa, non appena l'aveva conosciuta. E a quel punto per portare avanti quella trattativa è stato necessario eliminarlo. Ieri mi sono sentito mancare il terreno sotto i piedi, ho pensato in un primo momento che questo significasse un cadere di tutte le ipotesi sulla trattativa». Salvatore Borsellino solo in un secondo momento racconta di essersi sentito meno disorientato. «Esaminando poi, e leggendo più nel dettaglio sulla sentenza, ho visto che non si nega l'esistenza della trattativa, ma solo che Mannino vi abbia partecipato. Implicitamente la sentenza ammette l'esistenza della trattativa, anche se dovremo leggerne le motivazioni». In ogni caso Salvatore Borsellino non nasconde l'amarezza per le conseguenze la sentenza Mannino potrà avere. «Di una cosa mi sono reso conto, ieri: non basteranno gli anni che ancora mi restano da vivere per vedere la verità e la giustizia sulla strage di via d'Amelio. L'Italia è un paese in cui a decenni di distanza non si è ancora arrivati alla verità sulle tante stragi di stato. Gli anni della mia vita che mi restano non mi permetteranno di vederla, la verità. Ma questo non significa che verità e giustizia alla fine non verranno fuori».
«Sono anni – dice Borsellino - che lotto per la verità e la giustizia per la strage di via d'Amelio. Da anni sostengo che ad accelerare l'assassinio di mio fratello è stato il fatto che si era messo di traverso rispetto a questa trattativa, non appena l'aveva conosciuta. E a quel punto per portare avanti quella trattativa è stato necessario eliminarlo. Ieri mi sono sentito mancare il terreno sotto i piedi, ho pensato in un primo momento che questo significasse un cadere di tutte le ipotesi sulla trattativa». Salvatore Borsellino solo in un secondo momento racconta di essersi sentito meno disorientato. «Esaminando poi, e leggendo più nel dettaglio sulla sentenza, ho visto che non si nega l'esistenza della trattativa, ma solo che Mannino vi abbia partecipato. Implicitamente la sentenza ammette l'esistenza della trattativa, anche se dovremo leggerne le motivazioni». In ogni caso Salvatore Borsellino non nasconde l'amarezza per le conseguenze la sentenza Mannino potrà avere. «Di una cosa mi sono reso conto, ieri: non basteranno gli anni che ancora mi restano da vivere per vedere la verità e la giustizia sulla strage di via d'Amelio. L'Italia è un paese in cui a decenni di distanza non si è ancora arrivati alla verità sulle tante stragi di stato. Gli anni della mia vita che mi restano non mi permetteranno di vederla, la verità. Ma questo non significa che verità e giustizia alla fine non verranno fuori».
con: Claudio Fava vicepresidente Commissione Antimafia, Giuseppe Sottile editorialista de ilFoglio, Mariella LoBello vicepresidente della regione Sicilia, Salvatore Borsellino, Carlo Trigilia della Fondazione RES
con: Claudio Fava vicepresidente Commissione Antimafia, Giuseppe Sottile editorialista de ilFoglio, Mariella LoBello vicepresidente della regione Sicilia, Fabrizio Ferrandelli deputato PD regione Sicilia, Salvatore Borsellino
Anniversario della morte di Paolo Borsellino. Carla Manzocchi, inviata di "Restate Scomodi", Salvatore Borsellino, Francesco D'Ayala.