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Con grande sorpresa di assolutamente nessuno, l'opinione del Comitato Europeo dei Garanti è che se le piattaforme offrono solo una scelta binaria fra essere profilati e pagare, la scelta non è conforme al GDPR. Un altro chiodo nella bara della pubblicità profilata, e di chiodo in chiodo la seppelliremo.Un barlume di speranza in questi tempi tetri: l'Europa è ancora un posto dove i principi contano qualcosa. Teniamolo a mente.
A breve il Comitato Europeo dei Garanti esprimerà la propria decisione incolante sula legittimità del "Pay or OK", che preferisco chiamare "stacce o paga", ossia l'idea che si possa "pagare con i propri dati" un bene o un servizio, proprio come ci chiedono di fare molte testate italiane. Io vedo due problemi: uno, i dati personali non sono una proprietà alienabile, quindi "vendita" non è la parola giusta. Secondo, nel caso dei giornali e di Facebook/Instagram la sola base legale sotto GDPR è il consenso esplicito dell'interessato. Immaginate il padrone di casa chedice "ti installo una webcam nelle doccia, ma se non sei d'accordo puoi pagarmi il doppio dell'affitto". È una vera scelta? È un consenso libero?
Tre notiziole che stanno facendo molto rumore per i motivi completamente sbagliati: La bozza di decisione della Commisisone UE sulla adeguatezza USAla decisione del Comitato Europeo dei garanti sulla illegittimità del consenso forzato di Facebook, Instagram e WhatsAppe ancora chatGPT, di cui tutti parlano per motivi largamente secondari.E se non lo avete ancora fatto, comprate "Il potere segreto" di Stefania Maurizi, perché Assange andrà spiegato ai nostri figli.
"È necessario un intervento concreto ed efficace da parte delle istituzioni europee per aiutare i territori maggiormente in difficoltà a sostenere imprese e le famiglie”. Così il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, al Comitato Europeo delle Regioni.xf4/mgg/gtr
"È necessario un intervento concreto ed efficace da parte delle istituzioni europee per aiutare i territori maggiormente in difficoltà a sostenere imprese e le famiglie”. Così il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Michele Pais, al Comitato Europeo delle Regioni.xf4/mgg/gtr
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7157IN LIGURIA ANCHE IL CENTRODESTRA VOTA PER IL DIRITTO ALL'ABORTO di Stefano ChiappaloneMentre il centrodestra a livello nazionale si prepara a governare, in Liguria (dove già governa con Giovanni Toti) si unisce alla sinistra per proclamare il diritto all'aborto. Nella seduta di martedì 27 settembre è stato approvato l'ordine del giorno n. 647 del consigliere Roberto Arboscello e di altri esponenti del Partito Democratico, «sul diritto delle donne di scegliere l'interruzione volontaria della gravidanza».La Regione a guida centrodestra fa propria la proposta piddina di «assumere le iniziative più opportune affinché sia assicurata la piena attuazione della legge 194». Con «piena attuazione» non si allude certo a quella parte della legge (art. 5) relativa alla prevenzione e alle possibili alternative all'aborto. Al contrario, si parla di piena attuazione nel senso di rimozione di tutti gli ostacoli, il primo dei quali, neanche a dirlo, è costituito dagli obiettori - "bestia nera" dei paladini della libertà che paradossalmente diventano intolleranti con chi si avvale della propria per ragioni etiche (che non vuol dire automaticamente religiose).Il testo rinvia alla risoluzione del Parlamento Europeo che «ribadisce l'importanza della storica decisione Roe v. Wade» della Corte Suprema americana del 1973 sul diritto all'aborto - risoluzione europea seguita alla sentenza statunitense del giugno scorso che ha "rovesciato" la Roe v. Wade, ma che non ha "vietato" l'aborto, come erroneamente si sente dire, bensì solo delegato la questione ai singoli Stati. Sarebbe troppo lungo in questa sede chiedersi se da allora (e dal 1978, quando è entrata in vigore la legge italiana in materia) non ci si possa porre qualche domanda sui milioni di bambini mancanti all'appello - e anche sul dramma vissuto dalle madri, poiché gli stessi abortisti sono consapevoli che non è una "banale" operazione chirurgica. Ma se è un dramma, sarà il caso di fare il possibile per evitarlo piuttosto che rivendicarlo come diritto a ogni costo.IL DIRITTO DI ABORTONel documento ligure si ricorda inoltre che i parlamentari europei «hanno chiesto di inserire il diritto di aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea», impegnando di conseguenza tutti i Paesi coinvolti. Quindi si lamentano le difficoltà italiane per chi volesse abortire, legate «soprattutto all'altissimo numero di obiettori di coscienza fra ginecologi, infermieri ed OSS», pari rispettivamente al 67%, al 43% e al 37%, stando ai dati del ministero della Salute riportati nell'ordine del giorno del consigliere Arboscello. E verrebbe da chiedersi se quel 67% di ginecologi sia costituito da pericolosi fondamentalisti o se proprio attraverso la loro professione non abbiano maturato riserve di altro tipo. Qui cade anche il classico slogan "Sei contrario all'aborto? Non abortire, ma lascia libertà agli altri" - evidentemente non applicabile ai medici che secondo alcuni dovrebbero praticare gli aborti a prescindere dalle proprie convinzioni.Nonostante in Italia anche durante il lockdown l'aborto è stato garantito come servizio ritenuto essenziale e indifferibile, il nostro Paese non è considerato "in regola" con gli standard europei: l'ordine del giorno ricorda che «il Comitato Europeo dei Diritti Sociali, organo del Consiglio d'Europa, ha dichiarato l'Italia un Paese in cui la legge sull'IVG non è ancora completamente applicata». Con l'approvazione, il consiglio regionale impegna il Presidente e la Giunta a favorire il più possibile l'accesso all'aborto in Liguria e «a sostenere nelle sedi più opportune la richiesta del Parlamento europeo al diritto all'aborto legale e sicuro nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea».NESSUNO HA VOTATO CONTROL'ordine del giorno è passato con 21 voti, anche del centrodestra. Oltre al proponente PD, hanno infatti votato a favore quasi tutti i partiti, compresi Lega, Forza Italia e la lista di Toti. Esclusi i 6 parlamentari assenti (di vari schieramenti), la sola presa di distanze è stata l'astensione dei 3 consiglieri di Fratelli d'Italia. La posizione del centrodestra (e l'astensione di FdI) pone qualche domanda, anche alla luce della nuova maggioranza parlamentare e in vista della formazione del nuovo governo. Al di là della prevedibile lamentela del consigliere Arboscello («I consiglieri liguri di Fratelli d'Italia si sono astenuti sul mio ordine del giorno [...] Fratelli d'Italia sui diritti non guarda al futuro ma al passato»), resta il fatto che Giovanni Toti e la sua maggioranza hanno accolto l'impegno di buon grado. Toti, che oltre alla Presidenza ha anche la delega alla Sanità, «ha ribadito l'intenzione della giunta di garantire un servizio previsto dalla legge e ha illustrato l'organizzazione in merito fornendo il numero di interruzioni volontarie e di obiettori nel comparto medico e non medico», come riporta il comunicato relativo ai lavori del 27 settembre.Infine, nessuno ha votato contro, neanche Fratelli d'Italia, che ha scelto la via dell'astensione. Se già risulta difficile capire l'adesione di Forza Italia e della Lega (specie di quest'ultima), ancora più arduo è comprendere questa parziale presa di distanze del partito di Giorgia Meloni che finisce per scontentare gli uni e gli altri. Peraltro, gli stessi consiglieri di FdI astenuti sono firmatari di una proposta per istituire sportelli pro vita in ogni struttura ligure che effettui interruzioni di gravidanza, definendo l'embrione «figlio dalla vita nascosta e in pericolo» ma affrettandosi a dichiarare che la 194 è «una legge bellissima» (parole del capogruppo Stefano Balleari) e che «nessuno del resto mette in discussione l'altra scelta, quella di interrompere la gravidanza». Verrebbe da chiedergli: ma questo «figlio dalla vita nascosta» c'è o non c'è?Se c'è un "merito" (si fa per dire) che si può invidiare alla sinistra è che, in materia di principi non negoziabili, rivendica e persegue tenacemente i propri obiettivi (naturalmente a modo loro). Il centrodestra sembra talvolta più preoccupato di "rassicurare" gli avversari che di impegnarsi sul terreno di quei valori che pure, timidamente, proclama.Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Non c'è più religione: Ruini scivola su aborto e Cirinnà" parla della disarmante intervista del Corriere della Sera al cardinal Ruini. Questa intervista fa capire perché i moderati del centrodestra non invertiranno mai il processo rivoluzionario portato avanti dalla sinistra, ma soltanto lo rallenteranno un po'.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 29 settembre 2022:Intervista molto deludente quella concessa dal cardinale Camillo Ruini ad Aldo Cazzullo e pubblicata sul Corriere della Sera di ieri, 28 settembre.Prima di trattare altri aspetti dell'intervista, vorrei entrare subito nel merito dei due punti più dolorosi: Il cardinale ha dato la sua piena accettazione della legge 194 sull'aborto e la altrettanto piena accettazione della legge Cirinnà sulle unioni civili anche omosessuali. Tutti vedono la pesante gravità della cosa.A proposito del primo argomento il cardinale ha detto: «Spero che la legge 194 sia finalmente attuata anche dove dice che lo Stato riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio». Con queste improvvide parole egli ha avvalorato la tesi che la 194 è giusta e che deve essere solo completamente attuata. Una tesi purtroppo ormai molto diffusa nella Chiesa, ma insostenibile e inaccettabile: perché quella legge ammette l'aborto che non è mai ammissibile, perché lo riconosce come diritto mentre è un gravissimo torto, perché ha già impedito di nascere a milioni di bambini, perché limitarsi "aiutare le donne che vorrebbero portare avanti la gravidanza" significa riconoscere che, in caso di insuccesso, l'aborto è cosa legittima. Significa anche non tenere conto che le cause dell'aborto sono ben altro da quelle economiche e bloccare qualsiasi progetto di abrogazione della 194. Molti si chiedono oggi con grande disagio spirituale e intima sofferenza: ma la Chiesa è ancora contraria all'aborto? Mille indizi, e ora questo di Ruini, sembrano dirci di no.Il cardinale non si limita tuttavia a questo, ma approva anche la legge Cirinnà. Alla domanda di Cazzullo sul tema egli risponde: «Le unioni civili dovrebbero essere differenziate realmente, e non solo a parole, dal matrimonio tra persone dello stesso sesso. Devono essere unioni non matrimoni». Ora, la legge Cirinnà dice proprio questo, quindi il cardinale la approva. La Cirinnà non le chiama matrimoni, tanto è vero che si fonda sull'articolo 2 della Costituzione relativo alle aggregazioni sociali e non sugli articoli su matrimonio e la famiglia.Il cardinale Ruini è stato presidente CEI fino al 7 marzo 2007. Il 28 marzo di quello stesso anno - sotto la presidenza del "ruiniano", come allora si diceva, cardinale Bagnasco -, il Consiglio permanente della CEI ha pubblicato la Nota sulle unioni di fatto, in cui si dice che eventuali garanzie e tutele giuridiche delle persone coinvolte, sia in relazioni di fatto eterosessuali che omosessuali, debbano venire risolte sul piano del diritto individuale e mai con il riconoscimento della coppia in quanto coppia. Ora, invece, Ruini - ma non lui solo - dice il contrario. Eppure, dalla conclusione della sua presidenza CEI al documento in parola erano passati solo 21 giorni: possibile che egli non se ne faccia più carico?Fin qui l'intervista è drammaticamente disarmante. Su altri punti è tristemente deludente.
Secondo l'articolo 4 del General Data Protection Regulation, o GDPR, il Data Breach, o «violazione dei dati personali», è la violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l'accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.Per le linee guida del Comitato Europeo per la Protezione dei Dati (EDBP), il Data Breach può essere catalogato in tre macro-categorie:•Confidentiality (confidenscialitì) Breach, la divulgazione di informazioni senza il consenso dell'interessato•Availability (Evelabilitì) Breach, la perdita dell'accesso ai dati•Integrity (integritì)Breach, la perdita di integrità dei datiPer citare alcuni esempi presenti sul sito del Garante della Privacy:- l'accesso o l'acquisizione dei dati da parte di terzi non autorizzati;- il furto o la perdita di dispositivi informatici contenenti dati personali;- la deliberata alterazione di dati personali;- l'impossibilità di accedere ai dati per cause accidentali o per attacchi esterni, virus, malware, ecc.; - la perdita o la distruzione di dati personali a causa di incidenti, eventi avversi, incendi o altre calamità;- la divulgazione non autorizzata dei dati personali.Per prima cosa è necessario chiarire che non è possibile evitare al 100% un Data Breach, ma è possibile attivare una serie di azioni preventive che possono limitare il rischio ed è, invece, obbligatorio attivare una serie di attività postume alla violazione per informare il Garante della Privacy.La prevenzione si basa su alcune azioni determinanti:1.Investire tempo e risorse in formazione continua e costante per gli stakeholder2.Delineare un regolamento per il rispetto delle regole del GDPR e l'utilizzo delle risorse informatiche aziendali3.Monitorare i log, ovvero verificare periodicamente l'elenco cronologico delle attività svolte da un sistema operativo, da un database o da altri programmi, per scovare le anomalie4.Monitorare anche i dispositivi finali non aziendali utilizzando dei programmi specifici5.Redigere un rapporto dettagliato su tutte le attività sospette6.Verifica periodica del rispetto dei protocolli e delle procedureInvece in caso di Data Breach è obbligatorio attivare alcune azioni:•Informare il Garante della Privacy, entro 72 ore se azienda privata (art. 33 del GDPR)•Informare il Garante della Privacy, entro 48/24 ore se azienda pubblica (art. 33 del GDPR)•Informare gli interessati dei dati personali (art. 34 GDPR), in alcuni casi specifici...
Quarto episodio di Va bin ParEU (dal piemontese, "va bin parei"), con ospite Monica Tiberi, communication adviser del gruppo PES presso il Comitato Europeo delle Regioni e membro del Comitato Federale UEF. Presentano Alessandro Schmidt e Riccardo Moschetti | Editing: Simone Aprà | Grafiche: Michela Tubiolo
In questo episodio parliamo della proposta del Comitato Europeo di destinare 27,4 Mld all'Italia attraverso il fondo Sure, per finanziare la cassaintegrazione.Spieghiamo bene il meccanismo e facciamo alcune riflessioni.Instagramhttps://www.instagram.com/p/CETXcYEJUhQ/?igshid=h9q09ekpqpq1
Il 21 gennaio il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura ha pubblicato un report sulla situazione di alcune carceri italiane. Le carceri di Saluzzo, Biella, Opera e Viterbo sono state visitate dall'organo del Consiglio d'Europa nel 2019.La visita ad hoc era focalizzata sulle misure detentive più stringenti, come il regime del 41bis. Il report evidenzia delle preoccupazioni per la violenza sui detenuti, che talvolta diventa sistematica.La pubblicazione del report del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura può riaccendere le luci sul carcere come luogo da non dimenticare, come invece spesso accade. Il sistema carcerario non può andare avanti per inerzia.Ne parla Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell'Associazione Antigone.
Il 21 gennaio il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura ha pubblicato un report sulla situazione di alcune carceri italiane. Le carceri di Saluzzo, Biella, Opera e Viterbo sono state visitate dall'organo del Consiglio d'Europa nel 2019.La visita ad hoc era focalizzata sulle misure detentive più stringenti, come il regime del 41bis. Il report evidenzia delle preoccupazioni per la violenza sui detenuti, che talvolta diventa sistematica.La pubblicazione del report del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura può riaccendere le luci sul carcere come luogo da non dimenticare, come invece spesso accade. Il sistema carcerario non può andare avanti per inerzia.Ne parla Susanna Marietti, coordinatrice nazionale dell'Associazione Antigone.
Il capo-negoziatore per la Brexit della Commissione UE Michel Barnier ha incontrato i membri del Comitato Europeo delle Regioni. Ne è uscito un quadretto inquietante. Nicola Pifferi, Bruxelles. 181206_bru_brexit_regioni_2.mp3
Nella nuova puntata di Radio CICAP, Enrico è andato a intervistare Paola De Gobbi, socia effettiva del CICAP ma soprattutto nostra rappresentante presso il Comitato Europeo di Organizzazioni Scettiche, che ci ha raccontato cosa significa fare attivismo scettico in Europa, quali sono i fattori che ci uniscono e quelli che ancora ci separano, ma soprattutto cosa possiamo fare per creare davvero un movimento unitario di divulgazione del pensiero scientifico e razionale.E naturalmente, Sofia e Raffaele ci raccontano qualcosa di una statua sacra che si muove.
Nella nuova puntata di Radio CICAP, Enrico è andato a intervistare Paola De Gobbi, socia effettiva del CICAP ma soprattutto nostra rappresentante presso il Comitato Europeo di Organizzazioni Scettiche, che ci ha raccontato cosa significa fare attivismo scettico in Europa, quali sono i fattori che ci uniscono e quelli che ancora ci separano, ma soprattutto cosa possiamo fare per creare davvero un movimento unitario di divulgazione del pensiero scientifico e razionale.E naturalmente, Sofia e Raffaele ci raccontano qualcosa di una statua sacra che si muove.
-AL VIA CAMPAGNA NAZIONALE PSORIASI LIEVE MODERATA "Che ne sai di Psoriasi? Conoscerla per curarla" è la Campagna nazionale promossa da A.DI.PSO., l'Associazione per la Difesa degli Psoriasici, con il supporto di LEO Pharma, per sensibilizzare gli italiani sulla psoriasi lieve-moderata, una malattia della pelle spesso non riconosciuta e non adeguatamente trattata che colpisce soggetti predisposti geneticamente. Oltre il 50% dei pazienti non si cura in modo costante e si rivolge al dermatologo solo quando i sintomi diventano troppo fastidiosi. -- UNA CARTA DEI SERVIZI SANITARI PER I DETENUTI Garantire, a tutti i detenuti, l'erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi e cura sulla base degli obiettivi generali di salute, dei progetti specifici e dei livelli essenziali di assistenza garantiti dalla Regione. Sono questi gli obiettivi della Carta dei servizi sanitari per i detenuti delle due carceri di Civitavecchia, approvata dalla Asl Rm F. Il documento, primo del genere nel Lazio ed uno dei pochi già in vigore in Italia, è stato presentato l'altro giorno. -SCLEROSI MULTIPLA: MENO RECIDIVE E PROGRESSIONE DISABILITA' CON BG-12 (DIMETIL FUMARATO) PER VIA ORALE Al Congresso del Comitato Europeo per il Trattamento e la Ricerca sulla Sclerosi Multipla (ECTRIMS) di Lione, in Francia, sono stati annunciati i nuovi dati provenienti dagli studi di valutazione del BG-12 (dimetil fumarato) per via orale, che forniscono ulteriori evidenze sugli importanti effetti clinici e radiologici del farmaco in pazienti affetti da sclerosi multipla recidivante remittente (SMRR) e ne confermano ulteriormente il buon profilo di sicurezza. - IL FARMACISTA DI REPARTO È ARMA ANTI-SPRECHI. Con l'introduzione del farmacista di dipartimento in tutti i reparti di oncologia italiani (oltre 300) sarebbe possibile risparmiare fino al 40% delle risorse ogni anno. La cifra si ricava dai risultati di un progetto pilota, avviato nel marzo 2010 e terminato nel giugno 2011, condotto dalla SIFO (Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie) in collaborazione con il Ministero della Salute in 5 ospedali (Torino, Padova, Ancona, Bari, Taormina).