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Pasqua – Non camminerai mai da soloAccettare o non accettare il Gesù risorto è una scelta personale, ma una cosa è certa: solo Lui ha sconfitto la morte. La risurrezione è il cuore della nostra fede – senza di essa, tutto il resto crolla.Due discepoli in cammino verso Emmaus, tristi e delusi, si ritrovano a camminare proprio con Gesù… senza neanche riconoscerlo. Avevano perso le speranze perché si aspettavano un Messia diverso. Ma Gesù non si presenta solo quando tutto va bene: si avvicina nei momenti difficili, anche quando andiamo nella direzione sbagliata.Il punto? Non sei solo. Gesù cammina con te. Vuole trasformare la tua vita, non solo convincerti della risurrezione. Quando lo inviti a restare, lo riconosci. E questo cambia tutto.Con il Cristo risorto nella tua vita, hai:Fiducia: Sei perdonato.Speranza: C'è uno scopo, oggi e domani.Pace: Anche nelle tempeste.Gioia: Che non dipende dalle circostanze.Vittoria: Perché la fine della storia è già scritta.Quindi vivi come se Gesù fosse davvero risorto… perché lo è. E ricorda: non camminerai mai da solo.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/8130OMELIE PASQUA DI RISURREZIONE - ANNO C di Giacomo Biffi 1) VEGLIA PASQUALETrovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcroDa questa lunga e suggestiva celebrazione - con l'efficacia propria del mistero liturgico, che sa farci oltrepassare gli spazi e la successione dei tempi - siamo stati portati al cuore dell'universo e al cuore della storia del mondo.Il cuore della storia del mondo è la Pasqua di Cristo: è il trasferimento di Gesù di Nazaret attraverso la morte e la risurrezione, dall'oscurità dello stato terrestre allo splendore della gloria del Padre. Egli - come nuovo Mosè posto a capo del popolo di Dio, che siamo noi - per primo ha operato questo passaggio di liberazione, perché noi tutti potessimo lasciare i pensieri di disperazione e di morte, che sono propri della condizione umana, per arrivare alla certa speranza della vita vera e senza fine.Il cuore dell'universo è lui, il Crocifisso risorto nel quale tutte le cose cono state pensate: solo se guardate in lui, se illuminate dal suo Vangelo, se orientate al servizio della sua opera di amore e di salvezza, le realtà dimostrano di possedere un pregio che non si svaluta e un senso che non viene mai meno.Così è stato stabilito nell'eterno disegno del Creatore; il disegno che in questa veglia siamo andati amorosamente contemplando.È un disegno che può essere percepito solo dagli occhi resi penetranti dalla fede: i prodigi di Dio restano nascosti a quelli che vogliono tutto ridurre alla misura della loro corta vista e della loro angusta esperienza. La risurrezione di Cristo e la rinnovazione del mondo avvengono nella notte, senza verifiche o testimonianze mondane.Ma per chi crede e accetta il progetto trascendente del Padre, sta scritto: La notte splenderà come il giorno, e sarà fonte di luce per la mia delizia.UNA SOCIETÀ SEMPRE PIÙ DISUMANASe Cristo crocifisso e risorto è il cuore dell'universo, allora comprendiamo perché l'esistenza, la vita associata, il modo generalizzato di convivere e di operare - che oggi non vuol porsi in sintonia col Signore risorto e vivo, e anzi positivamente lo rifiuta - si dimostri senza senno e senza misericordia.Siamo diventati tecnicamente bravi, abbiamo i mezzi per le indagini più raffinate e i più spericolati interventi sulla natura, sull'economia, sulla stessa psiche dell'uomo; eppure la società che si va progressivamente configurando appare nelle sue consuetudini e nei suoi ritmi sempre più impietosa, sempre più arida, sempre più disumana: senza cuore, appunto.Se la Pasqua di Cristo è il cuore della storia, cioè l'evento centrale che solo può dare un senso all'avventura enigmatica dell'umanità sulla terra, allora comprendiamo perché questo continuo mutare nelle varie epoche dello scenario offerto all'immutabile tragedia umana, questo succedersi troppo spesso violento di sistemi politici e di ideologie dominanti, questa serie senza fine di sopraffazioni e di guerre, che è la storia, appaia così irragionevole: proprio perché, considerata per se stessa, fuori da ogni prospettiva pasquale, non ha più un significato né un traguardo al suo divenire.Ciò che stiamo compiendo e vivendo stanotte non è dunque qualcosa di secondario o di marginale. Celebrare o non celebrare la Pasqua - si capisce, non nominalmente o folcloristicamente, ma nella verità delle cose - non è senza conseguenze di rilievo per la vita dell'uomo e per la storia del mondo.UN ESSERE STRANOChi celebra la Pasqua nella verità ha una visione dell'uomo e della storia, della fatica di esistere e della gioia, delle libertà personali e del rispetto della vita e della dignità altrui, che lo colloca ben lontano dalle idee di chi la Pasqua non celebra e perciò non ha punti di riferimento né criteri per una oggettiva valutazione.Molte volte colui che celebra la Pasqua nella verità sembrerà all'opinione comune e agli occhi delle potenze mondane come un essere strano, un sognatore o un fanatico, o, come capita curiosamente di ascoltare, un integralista. Ma la ragione è con lui; solo lui sa leggere giustamente le cose e gli accadimenti, solo lui in definitiva può vivere con ragionevolezza, perché soltanto la luce della Pasqua può disperdere le tenebre della nostra assurdità esistenziale.Anche le prime testimoni di Gesù vivo e Signore - Maria di Magdala, Giovanna e Maria di Giacomo - hanno sperimentato l'incomprensione: le loro parole - ci ha detto il Vangelo - parvero «come un vaneggiamento». Ma avevano ragione loro: il loro annuncio - non lo scetticismo saputo degli altri - ha percorso la terra, rinnovandola e facendovi fiorire la gioia.Questa è anche la nostra sorte e la nostra missione. Il messaggio, che noi da questo rito vogliamo recare con la nostra fede operosa in ogni angolo della città degli uomini, e l'avvenimento, di cui siamo chiamati a dar garanzia con la nostra vita, potranno anche non essere accettati, potranno perfino essere irrisi. Ma dall'accoglimento di questo messaggio di risurrezione e dal riconoscimento di questo avvenimento rinnovatore dipende la salvezza della ragione in questo nostro tempo dotto e farneticante; dipende anzi la stessa sopravvivenza della famiglia umana, insidiata com'è da una cultura egoista che ha come suo logico approdo la sterilità, lo scetticismo, la morte.Noi però abbiamo una fiducia che nessuna delusione potrà far mai vacillare, perché ci viene proprio dalla realtà perenne della Pasqua. Il Signore è vivo e «la morte non ha più potere su di lui»; e se il Signore. è vivo, la sua Chiesa non muore; se il Signore è vivo, anche noi siamo vivi per lui; se il Signore è vivo, tutta l'umanità possiede una speranza sempre rinascente di salvezza e di vita.2) MESSA DEL GIORNO DI PASQUAMaria di Màgdala si recò al sepolcro di mattinoDavvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone (Lc 24,34). Questa è la prima espressione della fede pasquale da parte degli apostoli, di quegli uomini, cioè, che poi avrebbero fatto della testimonianza resa al Cristo vincitore della morte il senso e lo scopo di tutta la loro vita.Percepiamo in queste parole lo stupore per un avvenimento inaudito, la primizia di una immensa speranza, come l'aurora di una luce consolante che solo da pochi istanti aveva rotto le tenebre di uno sconforto che in quegli uomini dopo la scena spaventosa del Golgota pareva definitivo.Al tempo stesso sentiamo in questa frase una immediatezza, un tono familiare, quasi una freschezza non letteraria che ci garantisce della sua autenticità: Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone.Per la verità da molte ore avevano trovato il sepolcro di Cristo scoperchiato e vuoto; ma il sepolcro vuoto era servito a gettarli nello sconcerto, non era bastato a fondare una certezza troppo bella per essere persuasiva. Sì, fin dalla mattina avevano ascoltato alcune donne che asserivano di aver visto vivo il Nazareno; ma alle donne in queste cose - pensavano quei semplici e concreti pescatori di Galilea - è meglio non prestare troppa attenzione: «Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse» (Lc 24,11).Ma, in un momento imprecisato di quel giorno fatale, il Maestro, che essi avevano visto morire dissanguato sulla croce, appare anche a Simon Pietro, appare cioè a colui che era stato costituito loro capo; e allora le cose cambiano: Pietro non è un uomo che patisca allucinazioni, lo conoscono bene, a lui si può dare credito. In lui, per così dire, è tutta la Chiesa che accoglie la straordinaria notizia che da allora non ha più finito di risuonare: «Il Signore è risorto».Il colloquio tra Gesù redivivo e l'apostolo che aveva tradito non ci è riferito da nessun vangelo: è rimasto un segreto racchiuso nel cuore del più diretto interessato. Ma da quell'incontro - che sarà seguito verso sera da quello con tutto il gruppo degli Apostoli radunato - incomincia ufficialmente la proclamazione ecclesiale: «Davvero il Signore è risorto».I DISCEPOLI DI EMMAUSAl tramonto di quello stesso giorno però Gesù, dimostrando di essere sovranamente libero nella scelta dei suoi testimoni, si era rivelato a due personaggi del tutto secondari, che compaiono qui per la prima volta e poi non saranno più ricordati nella storia delle origini cristiane. L'episodio ci è raccontato dalla suggestiva pagina di san Luca che abbiamo ascoltato.Se con l'apparizione a Pietro e agli Undici viene dato il fondamento a tutta la predicazione della Chiesa, con l'apparizione ai due sconosciuti discepoli ci è detto che ogni uomo - pur desolato e dubbioso e senza speranza - alla fine può e deve arrivare alla fede.In Clèopa e nel suo anonimo compagno ciascuno di noi può riconoscere se stesso, e può riconoscere anche tutta la famiglia umana nei suoi rapporti con Cristo.I due viaggiatori materialmente non mancano di una mèta: sono diretti a Emmaus. Ma spiritualmente non hanno più una prospettiva: camminano, ma non sanno più verso dove; vivono, ma non capiscono più per che cosa.Avevano avuto una speranza, per così dire, «politica»: la liberazione della loro terra dall'oppressione straniera.«Noi speravamo - dicono - che fosse lui a liberare Israele». Adesso tutto ai loro occhi sembrava crollato, e invece tutto stava per cominciare. Pensavano di essere ormai preda dello scetticismo, e non erano mai stati così vicini alla verità.È un po' la situazione che stiamo tutti vivendo. Dopo aver sperimentato il tramonto sanguinoso dei miti del nazionalismo, della razza, della violenza presentata come il motore della storia (che cinquant'anni fa parevano forti e vincenti), il nostro popolo sta assistendo disorientato al declino della più affascinante e drammatica utopia che sia mai co
Dal 1° gennaio 2027 oltre 44 mila lavoratrici e lavoratori rischiano di ritrovarsi senza reddito, senza contributi e senza pensione. Avevano aderito a misure di uscita anticipata – isopensione, contratto di espansione, fondi di solidarietà – firmando accordi su date certe di accesso alla pensione. Ora la certezza sparisce. Il requisito per la pensione anticipata salirà a 43 anni e 1 mese di contributi (uno in meno per le donne), mentre la pensione di vecchiaia slitterà a 67 anni e 3 mesi. Tre mesi di vuoto. Tre mesi senza niente. Non per errore. Per scelta. È il solito copione. Chi ha rispettato le regole viene fregato da chi quelle regole le riscrive all'ultimo minuto. L'adeguamento automatico alla speranza di vita diventa la scusa per tagliare ancora. Intanto il 53,5% delle pensioni è sotto i 750 euro. Tra le donne la percentuale sale al 64,1%. Oltre 4 milioni ricevono integrazioni al minimo. Il governo che prometteva il superamento della legge Fornero ha solo azzerato la flessibilità in uscita, tagliato la rivalutazione e peggiorato tutto. Il ritorno degli esodati non è una sorpresa. È un promemoria. In Italia il patto tra Stato e lavoratori vale finché serve a fare cassa. Poi si spezza. E chi resta fuori viene archiviato come danno collaterale, come se il tempo speso a lavorare non contasse più. Intanto si continua a vendere la favola della pensione sostenibile. Ma sostenibile per chi? Non certo per chi lavora. Non certo per chi sperava di avere almeno un diritto intatto al momento di uscire. A chi servono le regole, se non proteggono nessuno quando saltano? A chi serve un sistema, se funziona solo per chi lo governa? #LaSveglia per La NotiziaDiventa un supporter di questo podcast: https://www.spreaker.com/podcast/la-sveglia-di-giulio-cavalli--3269492/support.
Comincia il processo per gli orchi di Caserta, due giovanissimi genitori accusati di aver ucciso la figlia neonata.Support this podcast at — https://redcircle.com/storia/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy
Tra complottisti e non solo c'è il mantra è che viviamo in una distopia. La distopia per eccellenza: 1984 di Orwell. Perché ormai è tutto controllato dal grande fratello che ci spia, il governo cattivo eccetera eccetera.Però non è solo questo: la realtà oggi è molto più complicata! Non viviamo una sola distopia, ma bensì quattro distopie che si interconnettono, si sovrappongono, ciascuna in modo diverso, anticipata da autori che hanno saputo cogliere le sfumature più inquietanti del futuro. ora è il nostro presente.Tutti i miei link: https://linktr.ee/br1brownTELEGRAM https://t.me/br1brownOfficialINSTAGRAM / br1.brownSe ti va supportami https://it.tipeee.com/br1brown
#359 - Thai CheeseburgerL'altro giorno sono andato a mangiare in un piccolo ristorantino locale, sull'isola di Yao Noi.Avevano un atmosfera fuori dal comune, con una elegante musica jazz di sottofondo e lo spazio per pochissimi tavolini.Ho guardato il menu, che era lì sul tavolo, e per cambiare un po' da ciò che mangio abitualmente, ho scelto di spararmi un bel cheeseburger.La foto che accompagnava la sua disponibilità sul tavolo, era particolarmente succulenta e avevo già l'acquolina in bocca al pensiero di assaporarlo.Ordine eseguito, 5-10 minuti e arriva quello che sembra essere un hamburger classico, ma… con qualcosa in meno.Nooooo….Avevo in mano un cheeseburger senza burger dentro.Ero così incazzato che non sapevo più che fare.Quindi, ho fatto un bel respiro profondo e ho detto: riguardiamo il menu, vediamo bene che cosa è che ho ordinato. Non fosse mai che ordinato pensando di ordinare un qualcosa mentre in realtà ho ordinato qualcosaltro?Ho preso il menu in mano e ho guardato bene, quello che c'era scritto.Non potevo credere ai miei occhi.In pratica sul menu c'era scritto chiaro e tondo. Cheeseburger contiene tutto, incluso il cheese, ma non il burger. Il cheeseburger, è un burger dove il burger è il cheese.Mai vista una cosa così.Adesso, ho voluto fare anche una verifica cercando su Google per cheeseburger in Thailandia, e se guardi anche tu le foto che appaiono, ti rendi conto che quello che è un cheeseburger per te è tutt'altra cosa da questo lato del pianeta. Morale della favola:Quello che tu etichetti in un modo, può avere tutt'altro significato per chi viene da un altro paese, cultura o lingua. Quindi quando chiedi qualcosa a persone che non conosci o sei in un posto lontano da casa, chiedi sempre descrivendolo ciò che desideri, invece di pensare che ciò che dici e richiedi sia universalmente riconosciuto.Scegliere guardando solo la superficie delle cose, ciò che appare e sembra, spesso può portare a grandi delusioni. Ciò che è necessario fare è sempre guardare oltre le apparenze, le sembianze, specialmente di ciò che luccica, perché anche in natura, ciò che luccica è spesso generato per attirare e catturare le prede. Watchout.E' necessario altresì informarsi, guardare bene e leggere con attenzione i dettagli e guardare alle azioni e non alle parole, non sottovalutando mai questo aspetto. _______________Info Utili• Sostieni questo podcast:Ottieni feedback, ricevi consigli sul tuo progetto onlinehttps://Patreon.com/Robin_Good• Musica di questa puntata:"Sincere Love" by Joakim Karud disponibile su Bandcamp• Nella foto di copertina:Thai cheeseburger. • Nuovo canale Instagram (ciò che vedono i miei occhi: momenti non in posa):https://instagram.com/giggi_canali • Dammi feedback:Critiche, commenti, suggerimenti, idee e domande unendoti al gruppo Telegram https://t.me/@RobinGoodPodcastFeedback• Ascolta e condividi questo podcast:https://www.spreaker.com/show/dabrandafriendArchivio completo organizzato per temi:https://start.me/p/kxENzk/da-brand-a-friend-archivio-podcast• Seguimi su Telegram:https://t.me/RobinGoodItalia• Newsletter in Inglese:https://robingood.substack.com - Fuoco su costruire fiduciahttps://goodtools.substack.com - Tool alternativi a costo zerohttps://curationmonetized.substack.com - Creare revenue organizzando informazioni.
Dal Vangelo secondo MarcoIn quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano».Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette».Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano".Gli risposero i suoi discepoli: "Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?". Domandò loro: "Quanti pani avete?". Dissero: "Sette".Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.Parola del Signore.
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano". Gli risposero i suoi discepoli: "Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?". Domandò loro: "Quanti pani avete?". Dissero: "Sette". Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
ROMA (ITALPRESS) - "Giorgia Meloni e i suoi ministri dovevano venire a chiarire in Aula, davanti al Paese, perché è stato liberato e rimpatriato in Libia un torturatore libico che era stato arrestato per un mandato della Corte Penale Internazionale. Invece, Giorgia Meloni pensa di cavarsela con un video sui social in stile Salvini. Avevano deciso di mandare i ministri a riferire e oggi anche i ministri sono spariti". Lo afferma la segretaria del Pd Elly Schlein in un video sui social."Meloni e i ministri devono dire la verità. È evidente che mentono quando negano che sia stata una scelta politica rimandare in Libia Almasri", aggiunge.sat/gtr(Fonte video: profilo Instagram di Elly Schlein)
Dopo 25 anni ho ritrovato un foglio dove mi avevano fatto la lettura dei talenti. E ci sono un pò di cose incredibili...se tralasciamo il fatto che ho un talento (che mi ero dimenticato) nel costruire bare...per il resto ci hanno indovinato!
Il Messaggio di Oggi: “I FIGLI DI ISRAELE AVEVANO LUCE NELLE LORO CASE ” • Esodo 10: 23 • Esodo 10: 22 • Ebrei 13: 6 • Salmo 56: 11 • Esodo 10: 20 • Giacomo 4: 6 • Salmo 138: 6-7 • 1 Pietro 5: 5-6 • Genesi 50: 17 • Genesi 50: 20-21 • Matteo 5: 44 • Romani 12: 21 • Giobbe 42: 12 • Giovanni 9: 31 • Genesi 18: 20-22 • Genesi 19: 6-11 • Genesi 19: 27-28 • Genesi 4: 9 (10-13) • Esodo 10 :23 • 1 Giovanni 1: 7-9 • Giovanni 8: 12--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7912OMELIA XXV DOMENICA T. ORD - ANNO B (Mc 9,30-37) di Giacomo BiffiLa pagina evangelica odierna ci propone un altro discorso "impopolare" del Signore Gesù. Come quello di Cafarnao sull'eucaristia, che abbiamo meditato nelle domeniche di agosto, anche il discorso sulla croce, che è presentato qui, non raccoglie molto successo tra gli ascoltatori. La prospettiva della sofferenza viene rifiutata. I discepoli si dimostrano impermeabili all'annuncio della catastrofe umana, alla profezia della condanna e della morte: Essi non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Avevano cioè timore che il Maestro le confermasse nel loro significato più ovvio, che essi non volevano accettare.Ma noi proviamo a chiedergli quelle spiegazioni, che i suoi primi discepoli non osavano domandargli. Cerchiamo cioè di capire bene il suo pensiero e la sua proposta. Gesù ha sempre davanti a sé il disegno del Padre: tutta la sua vita è progressiva comprensione e totale obbedienza nei confronti di questo disegno. Egli sa che la strada che gli è stata tracciata passa dal Calvario; sa che la salvezza che egli porta arriva attraverso la sua immolazione; sa che il suo trionfo - divino e invisibile - sarà ottenuto mediante il fallimento umano e l'insuccesso.È un progetto difficile, duro, ripugnante alle nostre orecchie; ma questo, e solo questo, è il progetto del Padre. La conoscenza di questo disegno è per Gesù il più geloso segreto, è il senso stesso del suo trovarsi tra gli uomini. Perciò niente lo indigna di più, di chi cerca di distorglielo da questa strada, di chi gli propone una vittoria terrestre; di chi, come il demonio nella terza tentazione, gli offre di essere il dominatore clamoroso dei regni della terra. Di chi insomma assegna alla sua missione un significato soltanto mondano, sia pure per il trionfo della libertà e della giustizia.SIAMO ANCORA PRIGIONIERI DI UNA CONCEZIONE TROPPO TERRENA DELLA VITAE questo è proprio il caso degli apostoli, i quali, mentre Gesù parla della sua prossima sofferenza e della sua fine, si sentono il partito del futuro e discutono sull'assegnazione dei posti nel governo: Per la via avevano discusso tra loro di chi dovesse essere il più grande. Ma questo è anche il nostro caso; perché anche noi, di fronte a un Dio che pone davanti ai nostri occhi la prospettiva del regno dei cieli, continuiamo, nella nostra vita religiosa, a tenere lo sguardo alla terra e a interessare il Signore solo di tutti i nostri guai di quaggiù. Certo la terra ci è cara, e i suoi problemi sono inevitabilmente i nostri problemi. Ma la speranza in un destino eterno deve essere più forte di ogni altro pensiero.Tanto più che senza la speranza di un destino eterno, tutto si banalizza, tutto si avvelena, tutto perde di senso. Non mi interesserebbe più niente neppure di questi pochi giorni terrestri che mi sono dati da vivere, se per un solo istante pensassi che essi mi fossero dati solo per raggiungere il buio orrendo del nulla. C'è gente, anche tra quelli che si vogliono riconoscere cristiani, che a sentir parlare del Paradiso sorridono ironicamente. Il pensiero del Paradiso, dicono, distoglie dagli impegni veri, dalle lotte che dobbiamo affrontare: è un pensiero alienante. Ma il problema vero non sta nell'appurare se il pensiero del Paradiso sia utile o no, ma nel vedere se il Paradiso ci sia o non ci sia. Se il Paradiso c'è, è matto - è alienato - l'uomo che non ci pensa mai.E in ogni caso è sbagliato sorridere: perché, se non c'è, c'è poco da sorridere; se non c'è, tutto diventa inutile e irrilevante. E se c'è, sorridere non basta: bisogna fare salti di gioia, e capovolgere i propri interessi preminenti, le proprie attese, gli orientamenti fondamentali della propria vita. Per esempio, chi cerca la giustizia in questo mondo, senza una prospettiva eterna, sarà sempre deluso: in questo mondo la giustizia non c'è; anzi, chi è veramente giusto, finisce di solito sulla croce: Tendiamo insidie al giusto perché ci è di imbarazzo.Chi si apre invece alla sapienza che viene dall'alto e che è pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti (come abbiamo ascoltato dall'apostolo Giacomo), capirà un poco anche la difficile strada della croce e saprà aspettare - con desiderio, con fiducia, con tutto il suo essere - il giorno della risurrezione. La parola del Signore Gesù lo trasformerà dal di dentro, gli aprirà il cuore ed egli comprenderà la strada di Dio, anche se è una strada che passa per la rinuncia, per l'accettazione del dolore, per la partecipazione al mistero della croce. E questo in sostanza è l'atto di fede. Un po' di fede vera è ciò che ancora una volta ci sembra più utile domandare.
Lorena Paolini è morta in provincia di Chieti.Support this podcast at — https://redcircle.com/storia/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy
Il Messaggio di Oggi: “LE STOLTE NON AVEVANO PRESO CON SÈ DELL'OLIO” • Matteo 25: 3 • 1 Giovanni 2: 11 • 1 Giovanni 2: 7 • Atti 2: 38 • Giosuè 1 :8 • Matteo 25: 4 • Giovanni 8: 32 • Ebrei 12: 2 • Giosuè 1: 9 • Galati 1: 8 • Giosuè 1: 8-9 • Galati 1: 9 • Matteo 25: 1-3 • Matteo 25: 8 • Efesini 5: 17 • Efesini 5: 16 • Salmo 1: 1 • Matteo 7: 14 • Giovanni 14: 6 • Giovanni 8: 12 • Matteo 25: 13 • Atti 2: 39 • Salmo 14: 1 • Proverbi 21: 4 • Efesini 5: 18 • Atti 2: 4 • Atti 4: 8 • Atti 13: 9 • Luca 4: 1 • Galati 5: 16-17--Guarda Canale 245 | Tivùsat 454 | Sky 854Scopri di più su www.paroledivita.org/linkinbio
Nuovi guai per Simone Gresti, già indagato nel caso della giovane romena.Support this podcast at — https://redcircle.com/storia/donationsAdvertising Inquiries: https://redcircle.com/brandsPrivacy & Opt-Out: https://redcircle.com/privacy
Liturgia della Settimana - Il Commento e il Vangelo del giorno
Domenica scorsa abbiamo incontrato Gesù che, dopo il pellegrinaggio sulla terra di Israele tornava alla sua città nativa, a Nàzaret. Tutti si meravigliavano: come un carpentiere può fare queste cose... Non credevano che Gesù non era solo un carpentiere. Cristo era un Profeta, un annunciatore della volontà di Dio, il Messia, Dio stesso. Anche oggi la parola di Dio ci parla dei profeti, dei missionari. Gesù nel Vangelo invia i suoi, i Dodici, coloro che sono stati con lui, sono stati nella sua scuola. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come mai li manda a due a due...? Non potevano andare da soli? Avrebbero potuto raggiungere più paesi... Forse la ragione di questo la dobbiamo cercare nella cultura del tempo e del popolo ebreo. A che cosa Gesù li manda? Li manda a dare la loro testimonianza. E nella cultura giudaica la testimonianza era valida, era credibile, attendibile solo se erano presenti due testimoni. Ecco allora i due testimoni, due apostoli. E qual è il messaggio che devono portare? Loro avevano sentito parlare Gesù, lo avevano sentito parlare del Padre, del regno dei celi, avevano sentito le beatitudini. Avevano visto la gioia dei malati guariti. Ecco ora devono comunicare questa gioia, questa gioiosa esperienza. Sono mandati non tanto per predicare la teologia, la dottrina quanto annunziare una persona, la Persona che è Gesù. Non tanto a dire: Venite con noi, vedrete grandi miracoli, troverete il Messia che vi siete costruiti, il Messia che aspettate, il Messia che risolverà tutti i vostri problemi. Il loro messaggio è molto più semplice: guardate, noi abbiamo incontrato un uomo, Gesù. Gesù ci ha detto e fatto cose meravigliose, e di questo noi siamo testimoni. Ci ha ridato la gioia di credere in Dio, nostro Padre, che ci fa una promessa, che, se saremo con lui, lui non ci lascerà mai e vivremo in eterno. Che cosa impariamo da questo vangelo di oggi. Credo che la cosa più importante è capire che tutti siamo missionari. Tutti noi il Signore manda, ci manda ad annunziare la gioia di essere cristiani, di essere uomini della speranza, uomini redenti da lui. Non tutto nella vita andrà sempre bene. Anche noi troveremo sul nostro cammino delle persone davanti alle quali scuoteremo, con amore, la polvere dai nostri piedi. Ma proprio in quei momenti difficili, in quei momenti salvifici potremo unirci più profondamente a lui. Facciamoci un proposito, un piccolo proposito per questa settimana. Proviamo ad essere i missionari nelle nostre piccole cose d'ogni giorno.
"Negli ultimi 18 mesi il mercato immobiliare italiano ha evidenziato segnali di appannamento con una flessione della domanda di acquisto che si è tradotta in una riduzione tendenziale del numero di compravendite di poco inferiore all'8%". Lo rileva Nomisma nel 2° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2024, secondo cui il calo delle compravendite nel 2023 è "imputabile esclusivamente alla componente di domanda che è uscita dal mercato in quanto dipendente dal credito bancario (-26%), mentre gli acquisti senza mutuo sono continuati a crescere (+4,8%). Dopo il ridimensionamento degli ultimi 18 mesi, secondo Nomisma ora "il mercato immobiliare italiano sembra destinato a riprendere una traiettoria ascendente". Dal rapporto di Nomisma emerge che, nel primo trimestre 2024, gli acquisti sostenuti da mutuo scendono al 38,6% dal 51,9% del primo trimestre 2022, con una stima di 300.000 famiglie che, nonostante fossero intenzionate ad acquistare casa con mutuo, non sono riuscite a concretizzare il proposito. "A ben guardare - sottolinea Nomisma - i riflessi sull'attività transattiva non nascono da un cambiamento delle intenzioni di acquisto da parte delle famiglie, ma dalla drastica riduzione del loro potere d'acquisto, cui si uniscono le politiche restrittive di erogazione da parte degli istituti di credito, con una contrazione del plafond destinato ai mutui". I prezzi di acquisto risultano infatti ancora in crescita e sul mercato della locazione si allarga la forbice tra domanda e offerta. Ne parliamo con Luca Dondi, Amministratore Delegato di Nomisma.Boeing accordo con autorità Usa per gli incidenti. Ma oggi altro problemaIeri la Boeing ha dichiarato di aver «raggiunto un accordo» con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sui due incidenti mortali del 737 MAX avvenuti più di cinque anni fa. «Abbiamo raggiunto un accordo di principio sui termini di una risoluzione con il Dipartimento di Giustizia», ha affermato la società in una nota inviata all Afp, aggiungendo che l accordo è soggetto «all approvazione di termini specifici». Un funzionario governativo Usa citato dall agenzia di stampa britannica Reuters aveva affermato in precedenza che la Boeing aveva accettato di dichiararsi colpevole di un accusa di cospirazione per frode criminale per risolvere l indagine del Dipartimento di Giustizia americano. L accusa si riferisce ai due incidenti in Indonesia ed Etiopia nel 2018 e 2019 che hanno ucciso 346 persone. L azienda installerà un monitor aziendale e dovrà spendere almeno 455 milioni di dollari per rafforzare i suoi programmi di conformità e sicurezza nei prossimi tre anni come parte dell accordo, che richiede l approvazione del tribunale. Intanto arrivano due grane. Le autorità americane ordinano ispezioni sulle maschere per l ossigeno su più di 2.600 Boeing 737. A chiederle è la Federal Aviation Administration sulla scia di timori che le maschere potrebbero non funzionare in caso di emergenza. Nel caso venissero riscontrati problemi«azioni correttive, se necessario, vanno prese in 120-150 giorni», hanno detto le autorità americane. La seconda è che proprio oggi un aereo di linea Boeing ha perso lunedì uno pneumatico durante il decollo dall aeroporto di Los Angeles, nuovo episodio imbarazzante per il produttore di velivoli Usa che sta accumulando contrattempi e guasti tecnici. La compagnia americana United Airlines che operava il volo ha confermato l incidente in un comunicato stampa. «La ruota è stata recuperata a Los Angeles e stiamo indagando sulle cause di questo evento», ha annunciato. L'aereo, un Boeing 757-200, aveva a bordo 174 passeggeri e sette membri dell equipaggio ed era diretto a Denver in Colorado. È riuscito ad atterrare senza danni nonostante la ruota mancante, con 25 minuti di ritardo. L aereo è stato consegnato alla compagnia 30 anni fa, nel 1994, secondo un portavoce della Boeing. L azienda ha cessato la produzione del modello 757-200 dal 2004. L incidente ha portato all apertura di una nuova indagine da parte dell autorità di regolamentazione dell aviazione americana Faa.Ne parliamo con Alessandro Plateroti - nuovo Direttore di NewsMondo.it Giorgetti: «Non serve una manovra lacrime e sangue per ridurre debito». Panetta: «Nel secondo trimestre Pil stimato al +0,3%»L obiettivo del Def per il Pil 2024 è alla portata. Non serve una manovra lacrime e sangue per ridurre il debito. In un contesto globale instabile e incerto l'economia italiana conferma un ottima tenuta, gli andamenti macroeconomici sono positivi ha affermato il ministro dell Economia Giancarlo Giorgetti, intervenuto all assemblea dell Abi, l'Associazione bancaria italiana, che si è svolta martedì 9 luglio a Roma. All assemblea, aperta dal presidente Antonio Patuelli, è intervenuto anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta. Il neoeletto Consiglio dell Abi, che si è riunito dopo l Assemblea annuale, accogliendo l indicazione unanime formulata dal Comitato esecutivo, ha rieletto per acclamazione Patuelli Presidente dell Abi. Il ministro dell Economia del governo Meloni ha aggiunto che negli ultimi 3 anni l andamento della crescita è stato più sostenuto da altri paesi dell area euro. I dati del primo trimestre sono in continuità con questo. Il rialzo del pil dello 0,3% è confortante perchè ad oggi la crescita acquisita sarebbe già pari allo 0,6 e salirebbe allo 0,9% se le stime del governatore fossero confermate . Di qui, la conclusione di Giorgetti: L'uscita dalla condizione di paese ad alto debito è un obiettivo raggiungibile e senza una manovra lacrime e sangue . L'obiettivo può essere raggiunto semplicemente sulla base di una seria politica di controllo della dinamica della spesa pubblica e di miglioramento dell efficienza del prelievo fiscale, senza un inasprimento delle aliquote d imposta . Sebbene l andamento dell economia risenta ancora di fattori di ordine sovranazionale - ha continuato il responsabile dell Economia e delle Finanze -, in particolare le decisioni delle banche centrali, con tutte le cautele del caso siamo fiduciosi che l obiettivo di crescita dell 1% fissato nell ultimo DEF sia ampiamente alla nostra». In Italia "nel primo trimestre di quest'anno la crescita è stata anche da noi dello 0,3 per cento, e sarebbe rimasta dello stesso ordine di grandezza nel secondo". Lo ha detto il governatore di Bankitalia Fabio Panetta all'assemblea dell'Abi. Secondo Panetta, "continua l'espansione dei servizi, soprattutto quelli legati al turismo, mentre perdura la debolezza della manifattura. Per il complesso del 2024 - ricorda il governatore - le previsioni di Consensus Economics indicano una crescita dello 0,8 per cento". Intanto però scoppia la polemica sui tagli ai comuni: "Il governo conferma il taglio quinquennale a migliaia di Comuni, penalizzando quelli che hanno preso più fondi Pnrr. Avevano congelato tutto solo per evitare contraccolpi alle elezioni". Lo dichiara Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in Commissione Bilancio a Montecitorio. "I 250 milioni di tagli, - aggiunge Pagano - previsti in legge di Bilancio, tornano sul tavolo della Conferenza Stato-Città. I criteri dei tagli, che erano stati smentiti, li ritroviamo nel comunicato del ministero degli Interni sulla seduta del 27 giugno. È la conferma che intendono andare avanti nonostante in Conferenza non sia stata raggiunta un'intesa".Ne parliamo con Gianni Trovati, de Il Sole 24 Ore.
ROMA (ITALPRESS) - Il risultato delle elezioni nel Regno Unito "è scontato, si sa che i conservatori avevano concluso il loro ciclo di governo: posso dire soltanto di aver lavorato bene con il governo conservatore. Rispettiamo sempre la scelta dei cittadini dovunque loro votino, quindi rispettiamo la volontà dei britannici come rispetteremo la volontà dei francesi domenica". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine di una conferenza stampa nella sede di Forza Italia a Roma.xi2/sat/gtr
Avevano mandato i loro sosia a sostenere l'esame perché - si dice - più preparati nelle materie. Per questo diciassette candidati al concorso pubblico per entrare nelle Forze dell'Ordine sono ora accusati di truffa e sostituzione di persona.
Fluent Fiction - Italian: A Feast by Mistake: How Luca's Error Created a Unforgettable Day Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/a-feast-by-mistake-how-lucas-error-created-a-unforgettable-day Story Transcript:It: La piazza del piccolo paese era piena di sole quel giorno, e l'aria profumava di pane appena sfornato.En: The small town square was full of sunshine that day, and the air smelled of freshly baked bread.It: Luca, Giulia e Marco decisero di andare a pranzo alla "Trattoria da Nonna Pina". Era il loro posto preferito.En: Luca, Giulia, and Marco decided to have lunch at "Trattoria da Nonna Pina." It was their favorite spot.It: La trattoria era accogliente, con tovaglie a quadri rossi e bianchi e foto di famiglia alle pareti.En: The trattoria was cozy, with red and white checkered tablecloths and family photos on the walls.It: "Ho fame!", disse Marco mentre entravano.En: "I'm hungry!" said Marco as they walked in.It: "Anch'io," rispose Giulia.En: "Me too," replied Giulia.It: Luca guardò il menu sul tavolo. C'era una nuova offerta. Pensava fosse una combinazione speciale.En: Luca looked at the menu on the table. There was a new offer. He thought it was a special combination.It: "La prenderò," disse, convinto fosse una buona scelta.En: "I'll get that," he said, convinced it was a good choice.It: La cameriera, Maria, portò l'ordine in cucina.En: The waitress, Maria, took the order to the kitchen.It: "Un festino per ottanta persone!" gridò allo chef.En: "A feast for eighty people!" she shouted to the chef.It: Nonna Pina, dall'orecchio attento, annuì e iniziò a cucinare con entusiasmo.En: Nonna Pina, with her keen hearing, nodded and started cooking enthusiastically.It: Dopo venti minuti, Maria iniziò a portare fuori piatti su piatti.En: After twenty minutes, Maria began to bring out dish after dish.It: Antipasti, primi, secondi, contorni e dolci.En: Appetizers, first courses, main courses, side dishes, and desserts.It: "Ma... cosa succede?" chiese Giulia, sorpresa.En: "But... what's happening?" asked Giulia, surprised.It: "Eh? Perché tanto cibo?" chiese Marco, con occhi spalancati.En: "Eh? Why so much food?" asked Marco, eyes wide open.It: Luca si coprì la bocca, imbarazzato.En: Luca covered his mouth, embarrassed.It: "Credo di aver fatto un errore," disse piano.En: "I think I made a mistake," he said quietly.It: Giulia e Marco risero.En: Giulia and Marco laughed.It: "Come lo risolviamo?" chiese Giulia. "Non voglio sprecare il cibo."En: "How do we fix this?" Giulia asked. "I don't want to waste the food."It: A quel punto, la porta della trattoria si aprì. Era mezzogiorno e molti paesani passarono di lì.En: At that moment, the trattoria door opened. It was noon, and many townsfolk were passing by.It: "Vieni a vedere!" gridò Marco dall'entrata.En: "Come and see!" Marco shouted from the entrance.It: "Abbiamo tanto cibo! Unisciti a noi!"En: "We have a lot of food! Join us!"It: I paesani risposero, curiosi. La trattoria si riempì rapidamente di amici e vicini, ognuno con il proprio piatto.En: The townspeople responded, curious. The trattoria quickly filled with friends and neighbors, each with their own plate.It: Risa e chiacchiere riempirono l'aria. Nonna Pina era felice di vedere tanta gente riunita.En: Laughter and chatter filled the air. Nonna Pina was happy to see so many people gathered together.It: Dopo ore di convivialità, tutto il cibo fu mangiato.En: After hours of conviviality, all the food was gone.It: Luca, Giulia e Marco si sedettero soddisfatti.En: Luca, Giulia, and Marco sat satisfied.It: "Alla fine, è stato un errore fortunato," disse Luca.En: "In the end, it was a lucky mistake," said Luca.It: Giulia sorrise.En: Giulia smiled.It: "È stata una festa fantastica. Grazie, Luca!"En: "It was a fantastic party. Thank you, Luca!"It: Mentre il sole tramontava, i tre amici uscirono dalla trattoria. Avevano creato un ricordo indimenticabile e rafforzato i legami con il loro paese.En: As the sun set, the three friends left the trattoria. They had created an unforgettable memory and strengthened their bonds with the town.It: Con un sorriso soddisfatto, Luca pensava che a volte, anche gli errori portano a momenti belli.En: With a satisfied smile, Luca thought sometimes even mistakes lead to beautiful moments.It: E così, il piccolo errore di Luca portò a un giorno di gioia per tutti.En: And so, Luca's small mistake brought a day of joy for everyone.It: E vissero per sempre felici e satolli nella piccola e accogliente piazza del loro paese.En: And they lived happily ever after, full and content in the small, cozy square of their town. Vocabulary Words:square: piazzasunshine: solesmelled: profumavabaked: sfornatocozy: accoglientecheckered: a quadriphotos: fotomenu: menucombination: combinazionewaitress: camerieraorder: ordinekitchen: cucinashouted: gridòkeen: attentoenthusiastically: con entusiasmoappetizers: antipasticourses: portateembarrassed: imbarazzatomistake: errorewaste: sprecaretownsfolk: paesanicurious: curiosineighbors: vicinilaughter: risachatter: chiacchieregathered: riunitasatisfied: soddisfattiunforgettable: indimenticabilestrengthened: rafforzatobonds: legami
Pedalando Verso Le StelleUn bel giorno, nelle piazze della città di Ciclopoli, si videro dei grandi cartelloni che pubblicizzavano una corsa in bicicletta; tutti potevano partecipare, da zero anni in su. Non c'erano molte informazioni ma si suggeriva agli interessati di rivolgersi all'Associazione Biciclette Con Le Ruote, locata in via dei Manubri Numero Otto, dietro al parco giochi.I cittadini si informarono. La partenza era prevista per il primo sabato di Giugno dal Piazzale dell'Osservatorio Astronomico, accanto alla Biblioteca Comunale. L'arrivo era sulla cima della Collina dei Sogni e in premio una stella per tutti coloro che avrebbero tagliato il traguardo.Le iscrizioni erano già iniziate ed ovviamente erano gratuite per tutti. Molte furono le richieste di partecipazione. Si faceva un gran parlare dell'evento e tutti gli abitanti di Ciclopoli, animali compresi, volevano dare una mano. I volontari certamente non mancavano.Finalmente il giorno della partenza arrivò e la città si trasformò in una grande festa. Si sentiva un gran chiacchiericcio dai balconi delle case e persino dalla cupola dell'Osservatorio Astronomico, dove alcuni abitanti erano saliti per assistere alla partenza. Gli spettatori da ogni dove incitavano i partecipanti alla gara. Ai tricicli furono legati dei piccoli aquiloni dai colori vivaci per non perdere di vista i ragazzini. Nel parco giochi, dove c'era il teatrino stabile della città, le marionette si affacciarono per guardare a loro volta lo spettacolo; i fili si misero in movimento e un battito di mani riempì l'aria. Le campane delle chiese suonarono a festa. Tutti i partecipanti erano pronti al via con bici, monocicli e tricicli, e tutti insieme formavano un vario e numeroso gruppo. La partenza avvenne nonostante la grande confusione.Per fortuna, alcuni cerbiatti prestavano servizio lungo il percorso della gara. Avevano un megafono e indossavano una cuffia speciale, che funzionava con trasmissione vocale per comunicare fra di loro. Delle nuvolette a spasso nel cielo sereno facevano da assistenti di gara volanti disegnando delle frecce che indicavano la strada ai corridori ad ogni incrocio.Poco dopo la partenza, un cerbiatto prese il megafono: “Attenzione, attenzione, il nonno con la giacca verde ha bucato.” Tutti si fermarono ad aspettare che la ruota fosse riparata. Poco dopo un secondo cerbiatto: “Fermi tutti! Il ragazzino con i pantaloncini gialli deve fare la pipì.” Un'altra mini fermata e poco più avanti la prima sosta di rifornimento. Panini, dolcetti e frutta erano già pronti per essere distribuiti e tutti erano in fila per rifocillarsi. Dei fiori dal gambo lungo che indossavano grembiuli multicolore servivano i ciclisti man mano che arrivavano. Dopo un gran mangia e bevi si ripartì di gran carriera.Un piccolo leprotto stava correndo fra i cespugli ai bordi della strada, ed ecco che un ragazzino con la maglietta viola, curioso com'era, uscì dal percorso di gara, per inseguirlo. Il cerbiatto nelle vicinanze prese il suo megafono: “Nuova comunicazione! Stop, fermi tutti, un ciclista è andato al di fuori del percorso,” si affrettò a raggiungerlo e lo riaccompagnò sulla strada. Di nuovo tutti in sella. Pedala, pedala, giunsero al grande Prato Della Felicità pieno di fiori dove i nonni si persero dietro le farfalle e i bambini si sdraiarono a riposare. Il tempo passava. “Corriamo, corriamo, la cima è ancora lontana.” dissero i nonni. Gufi, marmotte, scoiattoli e martore iniziarono a seguire i corridori incitandoli. Intanto, il cerbiatto in avanscoperta: “Aiuto, la nonna con la gonna rosa è caduta,” ma per fortuna niente di rotto e la corsa riprese spedita.I ciclisti più veloci arrivarono contenti per primi in vetta alla Collina Dei Sogni nel primo pomeriggio. Il resto del gruppo giunse al tramonto, quando faceva già buio. Era più tardi del previsto e a quel punto non si poteva tornare in città. Come potevano passare la notte lassù? Non avevano rifornimenti e tantomeno coperte e sacchi a pelo. Gli animali che erano al loro seguito capirono il problema, e dal casolare più vicino procurarono latte e formaggio per tutti. Mangiarono in abbondanza e stanchi, si sdraiarono sul prato intorno alla cima dopo aver parcheggiato le biciclette. Era un po' freschino. Nell'aria notturna un grande brusio. Le stelle stavano decidendo il da farsi. Si presero per mano e trasformarono il cielo in una grande coperta. Che meraviglia, un tepore avvolse tutti i ciclisti che si addormentarono.Improvvisamente, mentre tutto sembrava tranquillo, prima un lampo, poi un tuono e un soffio potente come provocato dal respiro di un gigante dall'alto della collina. Niente paura, è solo l'allarme antifurto automatico per svegliare i ciclisti addormentati. Svegli e con le orecchie ben tese ad ascoltare, sentirono uno strano tintinnio che proveniva dal parcheggio gratis dietro la curva. Questo creò uno scompiglio tra i partecipanti alla gara che saltarono in piedi e corsero verso il parcheggio facendo in tempo a vedere delle gazze ladre, ma proprio ladre davvero: ladre di biciclette. Avevano infatti appena rubato loro molti pezzi: bulloni, campanelli, catene, manubri, cerchi e raggi, portandoli via in volo.“Che disastro! E adesso che facciamo?I cerbiatti non si persero d'animo e con i loro potenti mezzi a disposizione inviarono un S.O.S. a un anziano falegname, e anche fabbro del villaggio vicino. Ricevuto il segnale, non esitò un istante e partì per il soccorso con la sirena accesa sul suo furgoncino da lavoro. Prima dell'alba tutte le biciclette, monocicli e tricicli di ogni sorta erano stati con destrezza e velocità riparati — al meglio che la situazione permetteva. Ma fatto sta che dal primo all'ultimo i ciclisti poterono ripartire alla volta di Ciclopoli. I loro mezzi rimessi come fosse possibile, saltellando e zoppicando in qua e là andavano giù per la discesa e tutti ridevano a crepapelle.Che gran divertimento! Ognuno portava con sé il premio promesso in ricordo della gara ciclistica sulla Collina Dei Sogni: una stella luccicante ed anche un pezzetto della coperta fatta di cielo della notte precedente.E le Gazze Ladre? Beh, da anni stavano lavorando alla costruzione delle loro biciclette e la gara con pernottamento sulla collina offrì loro un'opportunità da non perdere. Le loro bici furono completate e quella sera stessa, vennero viste pedalare verso il tramonto e sparire all'orizzonte.
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai piu? in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l'udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: “La mia casa sara? chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni”? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: “Lèvati e gèttati nel mare”, senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània. La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l'udirono. Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto: "La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni"? Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città. La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.
Avevano il servizio degli oggetti sacri e dovevano portarli sulle spalle.Numeri 7:9
GLI SBIELLATIUn podcast di provincia per tentare di guardarci allo specchio, e non piacerci.“GLI SBIELLATIUn podcast di provincia per tentare di guardarci allo specchio, e non piacerci.“Una mutazione genetico-tecnologica ormai assorbita socialmente è quella della foto opportunity. Un tempo comprendeva le immagini di rito, quelle prodotte a margine di eventi istituzionali per documentarli attraverso una stretta di mano o un qualsiasi sintomo di vicinanza conseguente a un accordo. Avevano, per l'appunto, un'aura rituale, simbolica e celebrativa. Ora tutto si è trasformato in un gran mischione amatoriale."
La vicenda, resa nota stamattina, risale al pomeriggio di ieri con intervento dei Carabinieri, informati da una cliente del locale preoccupata per le condizioni dei cuccioli. Avevano al massimo due settimane di vita e sono stati sequestrati, visitati da un veterinario e poi affidati a un'associazione che si occupa di tutela degli animali.
Perché a Sanremo i cantanti avevano delle matite in mano. I Paesi europei non stanno rispettando tutte le sanzioni contro la Russia. Sostieni il lavoro di Will iscrivendoti alla membership. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Dal Vangelo secondo MarcoIn quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.Parola del Signore
Dal Vangelo di Marco 8,1-10 In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò. Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà. --- Send in a voice message: https://podcasters.spotify.com/pod/show/vangelo/message
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premere il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano".Gli risposero i suoi discepoli: "Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?". Domandò loro: "Quanti pani avete?". Dissero: "Sette".Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.Parola del Signore.
Avevano ragione Fruttero e Lucentini. Fonti: video pubblicato sul profilo TikTok di Matteo Salvini il 10 gennaio 2024; video pubblicato sul profilo Facebook di Matteo Salvini il 13 novembre 2023; estratto del video della seduta del Senato del 23 gennaio 2024 in cui si è votato il Ddl Calderoli, pubblicato da lastampa.it il 24 gennaio 2024; estratto del video della seduta del Senato del 23 gennaio 2024 in cui si è votato il Ddl Calderoli, pubblicato da iltempo.it il 23 gennaio 2024; estratto del video della seduta del Senato del 23 gennaio 2024 in cui si è votato il Ddl Calderoli, pubblicato sul canale Youtube de Il Sole 24 ORE il 23 gennaio 2024; video pubblicato sul profilo Instagram di Matteo Salvini il 18 gennaio 2024; video "Il commento di Hoara Borselli sul caso Rummo." pubblicato sul canale Youtube di Libero Quotidiano il 24 gennaio 2024. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. La sera del 2 marzo 2006, alle 19.45, due uomini entrarono in una casa di Casalbaroncolo, una cascina ristrutturata e isolata alla periferia di Parma. Avevano il volto coperto ed erano armati di una pistola e di un coltello. Legarono tre persone, Paola Pellinghelli, il marito Paolo Onofri e il loro figlio di sette anni, Sebastiano. Se ne andarono portando con loro il figlio più piccolo della coppia, Tommaso, di 17 mesi. Non venne chiesto nessun riscatto, gli investigatori lo definirono da subito un sequestro anomalo. Le indagini si concentrarono molto presto su alcuni muratori che avevano effettuato i lavori di ristrutturazione della cascina. Furono però le perizie scientifiche a dare agli investigatori un elemento decisivo: sul nastro adesivo utilizzato per legare i membri della famiglia era stata lasciata un'impronta nitida. Corrispondeva a quella di un pregiudicato, Salvatore Raimondi. Intercettando il suo telefono venne scoperto un collegamento con un uomo, anch'esso pregiudicato, che aveva partecipato ai lavori nella casa degli Onofri: Mario Alessi. Raimondi, fermato e interrogato, ammise di aver partecipato al sequestro e disse che il bambino era stato ucciso dal suo complice immediatamente dopo il sequestro. Alessi addossò invece la responsabilità a Raimondi. Per il sequestro e l'omicidio furono condannati Raimondi, Alessi e Antonella Conserva, la moglie di Alessi. Non è mai stato del tutto chiarito quale fosse il reale obiettivo dei tre. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Ogni due mesi c'è Altre Indagini: altre storie di Stefano Nazzi per le persone abbonate al Post. Per ascoltare Altre Indagini, abbonati al Post. La sera del 2 marzo 2006, alle 19.45, due uomini entrarono in una casa di Casalbaroncolo, una cascina ristrutturata e isolata alla periferia di Parma. Avevano il volto coperto ed erano armati di una pistola e di un coltello. Legarono tre persone, Paola Pellinghelli, il marito Paolo Onofri e il loro figlio di sette anni, Sebastiano. Se ne andarono portando con loro il figlio più piccolo della coppia, Tommaso, di 17 mesi. Non venne chiesto nessun riscatto, gli investigatori lo definirono da subito un sequestro anomalo. Le indagini si concentrarono molto presto su alcuni muratori che avevano effettuato i lavori di ristrutturazione della cascina. Furono però le perizie scientifiche a dare agli investigatori un elemento decisivo: sul nastro adesivo utilizzato per legare i membri della famiglia era stata lasciata un'impronta nitida. Corrispondeva a quella di un pregiudicato, Salvatore Raimondi. Intercettando il suo telefono venne scoperto un collegamento con un uomo, anch'esso pregiudicato, che aveva partecipato ai lavori nella casa degli Onofri: Mario Alessi. Raimondi, fermato e interrogato, ammise di aver partecipato al sequestro e disse che il bambino era stato ucciso dal suo complice immediatamente dopo il sequestro. Alessi addossò invece la responsabilità a Raimondi. Per il sequestro e l'omicidio furono condannati Raimondi, Alessi e Antonella Conserva, la moglie di Alessi. Non è mai stato del tutto chiarito quale fosse il reale obiettivo dei tre. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Alberto Riva"Ultima estate a Roccamare"Neri Pozza Editorehttps://neripozza.itCi sono momenti magici in cui scrittori, artisti, critici condividono un luogo. E in quel luogo creano. Alberto Riva ci racconta di una pineta in Maremma a cui dobbiamo tutto. Perché in quel luogo sono stati scritti capolavori che leggiamo e rileggiamo ancora. Avevano casa a Roccamare Italo Calvino e Pietro Citati, Carlo Fruttero e Furio Scarpelli: facevano il bagno, camminavano, si scambiavano visite, cene, libri, parlavano di cinema, stavano in silenzio, si ascoltavano, ridevano, scrivevano. Come fu l'estate del 1985 in cui, lungo quella linea tirrenica, c'erano ancora tutti? L'estate in cui Calvino muore mentre scrive le sue Lezioni americane? Tornare su quella lunga spiaggia, le dune vagamente sahariane a perdita d'occhio fino a Marina di Grosseto, dove il signor Palomar osservava le onde e i seni delle bagnanti, significa ritrovare le tracce di una stagione indimenticabile fatta di amicizie struggenti e segrete corrispondenze: Federico Fellini, Mario Tobino, Milan Kundera, Carlo Cassola, Georges Simenon, Nico Orengo, Cesare Garboli, Fruttero & Lucentini e tanti altri. Dialoghi a distanza tra letteratura, cinema, pittura, musica e le voci di chi ancora ricorda, di chi c'era, di chi ci è passato, di chi ha amato e non dimentica. Ultima estate a Roccamare è la storia di un risveglio al sole, un viaggio nella creazione letteraria; un omaggio a un luogo bellissimo, a chi l'ha dipinto, a chi vi è approdato e a chi di lí è salpato.«Ecco che sorge la pianura. Il sole tramonta a ponente. C'è un momento in cui il borgo è una roccia nera. E il vento? Il vento c'è sempre stato, lo sa l'istrice e lo sanno i gabbiani»Alberto Riva (1970) è scrittore e giornalista. Tra le sue opere, Seguire i pappagalli fino alla fine (2008), Sete (2011), Il samba di Scarlatti (2015). Presso Neri Pozza è apparso anche Il maestro e l'infanta (2021).IL POSTO DELLE PAROLEascoltare fa pensarehttps://ilpostodelleparole.itQuesto show fa parte del network Spreaker Prime. Se sei interessato a fare pubblicità in questo podcast, contattaci su https://www.spreaker.com/show/1487855/advertisement
Fluent Fiction - Italian: Spicy Surprise: Giuseppe & Marco's Epic Adventure Find the full episode transcript, vocabulary words, and more:fluentfiction.org/spicy-surprise-giuseppe-marcos-epic-adventure Story Transcript:It: Era una splendida giornata di sole a Roma quando Giuseppe e Marco decisero di fare una sorpresa a Sofia, la loro amica di lunga data.En: It was a beautiful sunny day in Rome when Giuseppe and Marco decided to surprise their longtime friend Sofia.It: Avevano pensato di preparare un delizioso piatto tradizionale italiano per conquistarla definitivamente.En: They had thought of preparing a delicious traditional Italian dish to win her over for good.It: Giuseppe era un abile cuoco e Marco era bravo nel rendere ogni situazione divertente, quindi avevano tutte le carte in regola per fare colpo su Sofia.En: Giuseppe was a skilled cook and Marco was good at making every situation funny, so they had all the potential to impress Sofia.It: I due amici iniziarono a raccogliere tutti gli ingredienti necessari per la loro impresa culinaria.En: The two friends set about gathering all the ingredients needed for their culinary venture.It: Marco era incaricato di prendere gli ingredienti secchi, come origano, sale e pepe, mentre Giuseppe si occupò di procurare gli ingredienti freschi, come pomodori, mozzarella e basilico.En: Marco was in charge of getting the dry ingredients, such as oregano, salt and pepper, while Giuseppe took care of procuring the fresh ingredients, such as tomatoes, mozzarella and basil.It: Non appena tornarono alla cucina, Marco fu rapito dalla vista dei peperoncini in polvere sul bancone.En: As soon as they returned to the kitchen, Marco was enraptured by the sight of powdered chiles on the counter.It: Senza nemmeno leggere l'etichetta, pensò che fosse l'origano di cui aveva bisogno e lo mise nella ciotola insieme al resto degli ingredienti secchi.En: Without even reading the label, she figured it was the oregano she needed and placed it in the bowl along with the rest of the dry ingredients.It: Giuseppe, ignaro della scelta di Marco, iniziò a tagliare i pomodori con grande cura.En: Giuseppe, unaware of Marco's choice, began to cut the tomatoes with great care.It: Una volta che tutti gli ingredienti furono pronti, Giuseppe e Marco iniziarono a mescolarli con cura per creare una salsa succosa.En: Once all the ingredients were ready, Giuseppe and Marco began mixing them carefully to create a juicy sauce.It: Erano entusiasti di vedere il loro piano prendere vita e Sofia restare stupefatta davanti al loro talento culinario.En: They were thrilled to see their plan come to life and Sofia marvel at their culinary talents.It: Finalmente, Sofia arrivò a casa loro e i due amici le indossarono grembiuli eleganti per impressionarla ancora di più.En: Finally, Sofia arrived at their house and the two friends dressed her in elegant aprons to impress her even more.It: Le sedettero con eleganza, offrendo calice di vino e facendole commenti divertenti per metterla a suo agio.En: They seated her elegantly, offering a glass of wine and making amusing comments to put her at ease.It: La tensione era palpabile mentre Giuseppe e Marco portavano in tavola il piatto principale.En: The tension was palpable as Giuseppe and Marco brought the main course to the table.It: Quando Sofia prese un boccone, il suo volto passò dall'entusiasmo all'espressione di puro terrore.En: As Sofia took a bite, her face changed from excitement to an expression of pure terror.It: La salsa che avrebbero dovuto essere delicata e saporita, era incredibilmente piccante!En: The sauce which was supposed to be delicate and flavorful, was incredibly spicy!It: I peperoncini in polvere avevano reso il piatto un inferno di fuoco inaspettato.En: The powdered chillies had made the dish an unexpected inferno of fire.It: Giuseppe e Marco rimasero a bocca aperta, senza sapere cosa fare.En: Giuseppe and Marco gasped, not knowing what to do.It: Si scambiarono sguardi imbarazzati e iniziarono a cercare disperatamente bicchieri d'acqua per lenire la bruciatura delle papille gustative.En: They exchanged sheepish glances and began desperately reaching for glasses of water to soothe the burn in their taste buds.It: Sofia, al contrario, scoppiò in una fragorosa risata.En: Sofia, on the other hand, burst into laughter.It: Non riusciva a smettere di ridere di fronte alla commedia che si stava svolgendo davanti ai suoi occhi.En: He couldn't stop laughing at the comedy unfolding before his eyes.It: Non le importava che il piatto fosse andato storto, perché il modo in cui Giuseppe e Marco stavano lottando con il piccante la faceva divertire come mai prima d'ora.En: She didn't care that the dish had gone wrong, because the way Giuseppe and Marco were fighting with the spiciness made her enjoy it like never before.It: La loro serata romantica fu trasformato in un'esperienza esilarante piena di risate e momenti imbarazzanti.En: Their romantic evening was transformed into a hilarious experience filled with laughter and embarrassing moments.It: Finirono per ordinare la pizza e passarono il resto della serata scherzando e ridendo tutti insieme.En: They ended up ordering pizza and spent the rest of the evening joking and laughing together.It: Alla fine, la storia di Giuseppe e Marco si concluse con una conclusione soddisfacente.En: Eventually, the story of Joseph and Mark came to a satisfying conclusion.It: Anche se il loro piano di impressionare Sofia con il piatto tradizionale italiano andò terribilmente storto, ricevettero il premio più grande: la felicità di vedere Sofia felice.En: Even though their plan to impress Sofia with the traditional Italian dish went terribly wrong, they received the greatest prize: the happiness of seeing Sofia happy.It: E da quel momento in poi, ogni volta che preparavano un pasto insieme, facevano attenzione a leggere attentamente le etichette degli ingredienti, imparando una lezione importante sulla sincerità e sull'importanza di non sottovalutare la potenza del peperoncino.En: And from then on, whenever they cooked a meal together, they were careful to read ingredient labels carefully, learning an important lesson about sincerity and the importance of not underestimating the power of chili peppers.It: E così, l'amicizia tra Giuseppe, Sofia e Marco si rafforzò ancora di più grazie a quella serata di risate.En: And so, the friendship between Giuseppe, Sofia and Marco was strengthened even more thanks to that evening of laughter.It: Ogni volta che raccontavano questa storia, non potevano fare altro che ridere e apprezzare il legame speciale che condividevano.En: Every time they told this story, they couldn't help but laugh and appreciate the special bond they shared.It: E da quel giorno in poi, ogni volta che cucinavano insieme, l'origano vero occupava sempre un posto d'onore nella loro dispensa.En: And from that day forward, whenever they cooked together, real oregano always took pride of place in their pantry. Vocabulary Words:It: Erawas: unaa: splendidabeautiful: giornatasunny: di soleday: ain: RomaRome: quandowhen: GiuseppeGiuseppe: eand: MarcoMarco: deciserodecided: di fareto: unasurprise: sorpresatheir: alongtime: Sofiafriend: laSofia: loroThey: amicahad: di lunga datathought: Avevano pensatoof: prepararepreparing: undelicious: deliziosotraditional: piattoItalian: tradizionaledish: italiano
Josie Gagliano racconta la sua esperienza da italoaustraliana di seconda generazione, ricordando gli sforzi dei genitori emigrati della Sicilia e raccontando come l'interesse per l'italiano e la cultura italiana prosegue nei suoi figli.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l'udirono.Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:"La mia casa sarà chiamatacasa di preghiera per tutte le nazioni"?Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».Parola del Signore.
Quando nasce, e quando muore una chiesa? E, soprattutto, quanto deve essere grande una chiesa per essere "chiesa"?---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 8 minutiTempo di ascolto audio: 38 minutiOggi più che un messaggio, è una chiacchierata tra amici. E' da tanto che volevo farla, e il fatto di non essere più pastore di questa chiesa, mi solleva da molte preoccupazioni che avevo in passato e posso parlarvi finalmente “a cuor leggero”.Anche se non siamo “del mondo” viviamo “nel mondo”con i suoi tanti pregi, e con i difetti che superano i pregi; in una società ossessionata dalle dimensioni, dalla ricchezza e dall'influenza, è fondamentale riaccendere l'apprezzamento per l'impatto e il potenziale dei pochi fedeli.Quando un gruppo di persone può essere chiamato “chiesa”? Si basa sul numero di persone? O forse sui metri quadri del locale in affitto? O sul fatto di averlo o meno il locale? Oppure se ci sono predicatori, cantanti, pastori, scuola domenicale?E, nel caso inverso, una chiesa non è più chiesa, ma solo un “gruppo di credenti”?Vi ricordate la prima chiesa quale è stata? Leggiamo atti:“Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. … E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero ogni giorno quelli che venivano salvati. (Atti 2:42, 46-47)Luca parla della primissima chiesa:quali erano le caratteristiche distintive della primissima chiesa? Un bel locale, certo. E poi una corale... anzi un complesso rock sul palco... E certamente, una scuola domenicale per per i figli... Ah, un pastore, dei diaconi, delle diaconesse... Come dite? Non c'è scritto tutto questo nel versetto? Forse mi sono sbagliato... Rileggiamolo assieme:“Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli”La prima cosa che dice Luca circa le caratteristiche della prima chiesa è che ascoltavano gli Apostoli...in pratica, leggevano il Nuovo testamento in direttamente lo stavano scrivendo!“nella comunione fraterna”In italiano ci vogliono due parole per tradurre un concetto estraneo al mondo:. in greco è κοινωνία koinōnia; che significa, semplicemente “comunicare l'uno con l'altro”; si parlavano! “nel rompere il pane “Mangiavano assieme e durante il pasto ricordavano il sacrificio di Gesù. "e nelle preghiere"Pregavano! Ma non pregavano a caso: visto che ascoltavano assieme gli Apostoli, si parlavano, e mangiavano assieme, è ovvio pensare che pregassero gli uni per gli alti.“E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio”Per loro il tempio era una tappa quotidiana, per noi una volta a settimana... ma soprattutto erano “concordi”, ὁμοθυμαδόν homothymadon in greco, che significa “avere la stessa mente”, “pensare nella stessa maniera”.La prima chiesa non si incontrava la domenica... ma soprattutto faceva tutta una serie di attività che erano molto di più dell'andare in chiesa.La chiesa non era “un'oretta domenica”... ma era vivere assieme ad altri credenti... Avevano un locale? No, si incontravano nelle case e al tempio. Avevano pastori, diaconi, scuole domenicali, addetti all'adorazione, cassieri? No, avevano se stessi... e ognuno faceva un po'.Secondo voi, erano meno chiesa di una comunità di tremila fedeli, come ci sono poche in Italia? O di una di cento, come ci sono alcune in Italia? O di dieci, come ci sono moltissime in Italia? “Quanto agli undici discepoli, essi andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro designato. E, vedutolo, l'adorarono; alcuni però dubitarono. E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.” (Matteo 28:19-20)A chi ha affidato il Grande Mandato Gesù? A una mega chiesa di diecimila persone, vero? No, ma a una di cento... Neppure, di 50...Erano 12... e tra questi “alcuni dubitavano”... per cui, vogliamo dire, setto, o otto? Vi ricordate cosa ha detto Gesù?"Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Matteo 18:20)Nel nostro statuto di chiesa, scritto quando siamo entrati a far parte dell'Ucebi, all'epoca in cui fu scritto Bernardino, Michele ed io, non scrivemmo di cosa o come si dovesse farese la chiesa sarebbe cessata... Ma l'avevamo scritto in quello della Associazione “I Talci”, che era il primissimo statuto con cui abbiamo aperto la chiesa. Su quel primo statuto era scritto:“La chiesa potrà essere sciolta qualora ricorrano i seguenti casi: 1) mancanza di almeno due membri (Matteo 18:20)”E poi c'erano altri motivi. Dove ci sono due credenti, quella è già chiesa, perché c'è koinōnia; c'è un unico pensiero.Poi, che faccia piacere, che sia più facile che si fatichi di meno se si è in tanti in chiesa, quello è certo. Ma la dimensiono non determina l'efficacia per Cristo di una chiesa, se... C'è un "se"... Vi ricordate Filadelfia ? Non la città in America, ma la chiesa di Apocalisse 3:“All'angelo della chiesa di Filadelfia scrivi: queste cose dice il Santo, il Veritiero, colui che ha la chiave di Davide, colui che apre e nessuno chiude, che chiude e nessuno apre: Io conosco le tue opere. Ecco, ti ho posto davanti una porta aperta, che nessuno può chiudere, perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome. Ecco, ti do alcuni della sinagoga di Satana, i quali dicono di essere Giudei e non lo sono, ma mentono; ecco, io li farò venire a prostrarsi ai tuoi piedi per riconoscere che io ti ho amato. Siccome hai osservato la mia esortazione alla costanza, anch'io ti preserverò dall'ora della tentazione che sta per venire sul mondo intero, per mettere alla prova gli abitanti della terra. Io vengo presto; tieni fermamente quello che hai, perché nessuno ti tolga la tua corona. Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio (la nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio) e il mio nuovo nome.” (Apocalisse 3:7-12)“perché, pur avendo poca forza, hai serbato la mia parola e non hai rinnegato il mio nome.”… Ecco per cosa Gesù vanta la chiesa di Filadelfia. La chiesa era piccola, debole, forse non aveva tutto quello che avevano le altre... ma serbava e non rinnegava Gesù.E il suo premio era stato grandissimo: coloro che l'avevano derisa, sarebbero tornati in ginocchio dinanzi a lei. E, ancor di più, i suoi membri sarebbero stati salvi dalla tentazione...Gesù non dice quale, ma è facile immaginarla; la tentazione di adorare “altro”. E questo non è una cosa che deve ancora venire, è già qui: il mondo adora “altro”.Non tutte le cose che adora sono dal nemico, ma il fatto di non adorare Gesù, ma “altro” (il sesso, il danaro, la famiglia, gli amici, gli hobby, ecc.) è qualcosa da cui Gesù vuole proteggere il suo corpo, la sua chiesa... soprattutto quelle “piccole piccole”, perché sa che hanno poca potenza, sono più vulnerabili.Ritorniamo al nostro supermercato: quale offerta “allettante” vorremmo dalla nostra chiesa? Siamo più attirati dal prezzo o dalla quantità? Cerchiamo una chiesa che ci offra di più e ci chieda di meno, meno impegno personale?Oppure vogliamo la quantità? Una chiesa di almeno cinquanta membri, perché “di più è meglio”?Abbiamo più volte detto che questa chiesa, fondata da quattro membri, ha oscillato tra quel numero primitivo fino a quasi 50 membri attivi: nel tempo, contandoli tutti, siamo a quasi trecento credenti, che sono passati qua dentro queste quattro mura.Dobbiamo capire, anche se fa male talvolta, 'ultima regola delle sette circa crescita spirituale, quella che dice: LA CRESCITA SPIRITUALE E' STAGIONALE, si applica anche alle chiese.Nulla cresce costantemente. Ci sono 4 stagioni: primavera, estate, autunno, inverno. in primavera cresci spiritualmente, ti copri di fogli; , in estate porti frutto, vedi altri che si convertono, ti senti pieno, ti senti piena di Spirito; in autunno le tue foglie cadono, qualche certezza se ne va; in inverno ti senti solo, sola, nel buio, nel freddo... e Dio sembra distante migliaia di miglia... Ma è in inverno che le querce affondano le radici nel terreno per ricevere nutrimento.E' NORMALE!!! Fa perte della vita. E' il momento in cui stai mettendo radici. Talvolta Dio permette questi momenti dove vuole che tu ti aggrappi a lui solo piuttosto che ai tuoi sentimenti.Lui è sempre vicino non affidarti alle tue sensazioni! L'inverno viene per affondare le radici L'inverno viene per consolidare la fede il Lui! L'inverno nelle chiese viene affinché Cristo ritorni al centro della chiesa; il costo è maggiore, e la quantità minore. Ma non è meno chiesa agli occhi di Cristo:“Chi vince io lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più; scriverò su di lui il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio"Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIO
La chiesa non è qualcosa di statico, ma è qualcosa di dinamico, che cambia a seconda di come cambia la società, con il fine di continuare a fornire alla gente un ponte tramite cui raggiungere Dio. Ma il cambiamento sarà efficace in funzione di quanto noi saremo disposti a cambiare noi stessi per costruire quel nuovo ponte.---Predicatore: Marco Delle Monache CLICCA SUL TITOLO PER ASCOLTARE IL MESSAGGIOTempo di lettura: 7 minutiTempo di ascolto audio/visione video: 30 minutiQuesta mattina voglio iniziare il messaggio parlandovi di un ponte: questo.Quale è la vostra reazione guardando questo ponte? Di sicuro vi starete chiedendo:“Chi è quell'idiota che ha costruito un ponte sulla sabbia e non sul fiume?”Avete qualche idea perché abbiano costruito quel ponte che porta da un pezzo di deserto ad un altro pezzo di deserto identico al primo?Il Ponte di Choluteca si trova in Honduras,e non è l'opera di un folle;era stato costruito per collegare le due sponde del fiume Choluteca e facilitare il trasporto delle persone e delle merci. Nel 1998 l'uragano Mich devastò gran parte delle infrastrutture dell'Honduras...ma non il ponte Choluteca, che rimase quasi intatto.Il problema reale è che l'uragano aveva risparmiato si il ponte...ma aveva deviato il corso del fiume!Gli ingegneri civili honduregni si trovarono davanti ad un problema:come collegare di nuovo i due lati del fiume. Avevano tre possibilità:1. deviare nuovamente il fiume per farlo passare di nuovo sotto il ponte;2. allungare il ponte fino a farlo arrivare dall'altra parte del fiume;3. o più semplicemente lasciare il ponte dove stava e costruirne un altro da un'altra parte.Indovinate quale scelsero? Ovviamente, la terza.Era la scelta più semplice? No, perché bisognava fare un nuovo progetto per un nuovo ponte, trovare il posto giusto, i giusti materiali, eccetera.E non era nemmeno la scelta più economica, perché bisognava cominciare a ricostruire da zero.Semplicemente, era la scelta più logica, quella che veniva incontro alle necessità delle persone:tornare a raggiungere l'altra sponda, essere connessi con il mondo al di là del fiume.Tu mi dirai: “Che c'entra, Marco, questa lezione di ingegneria civile con la nostra chiesa?”C'entra a pennello, perché è l'esatta situazione in cui ci troviamo noi, adesso.Abbiamo detto tante volte che noi volevamo come chiesa essere un “ponte” attraverso cui le persone potessero raggiungere Cristo.Allo stesso modo abbiamo detto che la nostra chiesa non è un “lago”, un posto dove i credenti arrivano e rimangono, rendendolo sempre più pieno, ma piuttosto un approdo su un fiume, dove le persone attraccano per un po',vengono dissetate e nutrite, prima di riprendere la navigazione.Questo era il progetto originario, quello che nel 2000, ventitre anni fa, avevamo studiato Michele, Bernardino ed io ancor prima che la chiesa fosse fondata.E all'epoca avevamo progettato diversi ponti per raggiungere le persone, diversi porti dove potessero attraccare. Solo che, ventitre anni dopo, il fiume si è spostato, e quei ponti e quei porti non sono più efficaci, perché il fiume non passa sotto o a lato.Allo stesso modo degli ingegneri honduregni abbiamo tre possibilità per continuare ad adempiere il Grande Mandato.La prima è cercare di riportare il fiume sotto, ovvero trascinare a forza le persone agli studi o in chiesa, anche se il mondo è cambiato. Ventitre anni fa il mondo era differente. Qualche esempio? Non esistevano i “social”, le persone utilizzavano gli sms e non esistevano gli smartphone. Potei farvene molti altri, ma fermiamoci a questo, che è forse uno dei più evidenti.La seconda strategia possibile, come per gli ingegneri, è quella di “allungare” il ponte, ovvero sforzarsi ancora di più a fare le cose che facciamo adesso come le facciamo adesso rincorrendo l'altro lato del fiume (le persone) nella speranza non si muova troppo velocemente altrimenti è finita.Questo è il modello di cambiamento che molte chiese adottano: si intensificano gli incontri, più studi, più riunioni di chiesa, più evangelizzazioni in piazza.Allo stesso modo dei saggi ingegneri, c'è da valutate se lo sforzo fisico, e quello economico, saranno ripagati da un risultato; le statistiche dicono di no.Allora, non rimane che la terza possibilità: dimenticarsi del vecchio ponte, e costruirne uno nuovo.Che significa questo? Significa, come chiesa, non avere paura del cambiamento. Per raggiungere le persone in modo efficace, è necessario essere disposti ad adattarsi e cambiare, mantenendo sempre l'essenza della fede cristiana, ma trovando nuovi e innovativi modi per comunicare e condividere il messaggio con il mondo. E' quello che sta accadendo nella chiesa.Ve ne siete accorti già da qualche settimana. Il culto sta cambiando, le attività cambieranno anche quelle. Anche questo messaggio è “differente”dai miei soliti:vedrete che ci sono pochissimi versetti, così che possiate ricordarli meglio, meditarli, e lasciare che il Signore vi parli attraverso di essi.Il primo versetto su cui voglio meditiate,è uno di quelli famosi,ma voglio pensiate a come si applichi a tutto quello che abbiamo detto fino ad adesso circa il cambiamento:“La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse.” (Luca 10:4)Quando pensiamo alla parola “messe”dobbiamo pensarla nel suo significato di origine, θερισμός - therismos; in greco, ma anche in italiano, non è "grano che sta sta nel campo", "raccolto" e basta, ma "grano pronto ad essere raccolto", già maturo, che non aspetta che di essere mietuto. Gesù ci chiama ad essere operai, perché, dice, non c'è che da raccogliere.“Allora – potresti chiedermi – cosa c'è di sbagliato in noi che non cresciamo?” . Attenzione a valutare il raccolto con gli occhi.L'ha detto due domeniche fa Lucia:“Invece di guardare le sedie piene e quindi la montagna che Gesù ha spostato per farci venire fino a qui la domenica mattina, guardiamo quelle vuote”.Questa è la visualizzazione come “cloud” dei nomi delle persone che hanno frequentato la chiesa dalla sua fondazione nel 2004 ovvero negli ultimi 18 anni per almeno 4 mesi:sono 126. Se avessi compreso anche quelle prima della fondazione quando eravamo solo una “cellula di Monterosi”, ovvero dal 2000, saremmo a poco meno di 200.Se avessi compreso anche quelli che hanno frequentato per almeno un mese saremmo intorno ai 240.Questo è il grafico dell'andamento dall'inizio della nostra chiesa:vi salta all'occhio qualcosa? Siamo (più o meno) la stessa quantità di persone con cui abbiamo iniziato la chiesa: 15!E in vent'anni siamo stati capaci di nutrire, dissetare, accogliere 240 persone! Senza contare tutti quelli che hanno letto, ascoltato o visto i messaggi domenicali sul web!Siamo stati un ponte per 240 e passa persone...in 15! La messe è pronta, ma il fiume si è spostato.C'e stata una persona, tal Jodocus van Lodenstein, in Olanda, a metà del 1600 che disse questa frase: “Ecclesia semper reformanda est”, ovvero “La chiesa si deve rinnovare continuamente”. Su questa frase si basò Marin Lutero per la sua Riforma. Noi ci troviamo nella perfetta condizione di cambiare, di costruire nuovi ponti, nuovi approdi...se...Se accettiamo di cambiare noi stessi: l'efficacia dei ponti che costruiremo sarà in base a quanto saremo capaci di cambiare ciascuno di noi singolarmente. Perché è vero che la chiesa “semper reformanda est”, ma il credente lo è anche di più: Paolo dice:“Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà.” (Romani 12:2)I ponti che la nostra chiesa costruirà saranno efficaci a seconda di quanto noi saremo in grado di cambiare noi stessi.Avete tra le mani un foglio di carta, vi prego di scrivere in cima ad esso:“Io voglio che la mia mia chiesa sia più...” e sotto l'elenco delle cose che vorrete vedere cambiate, dei ponti che volete vedere costruiti,dei porti che volete che la vostra chiesa offra alla “messe”.Vi farò due esempi completamente "a caso", che non riguardano né voi né questa chiesa, ma che sono possibili "più" che vorreste avere nella vostra comunità.Per esempio: “Io voglio che la mia chiesa sia più ospitale”:ricordati che tu sei “la chiesa”, sei un pezzo della chiesa, na parte del corpo di Cristo. Per cui, se questo è il tuo desiderio, poniti la domanda: “Come posso essere io più ospitale?” Oppure: “Io voglio che la chiesa aiuti di più le persone bisognose”come parte della chiesa,l a tua domanda sarà:“Come posso io aiutare i bisognosi?”Lo sai perché ti incoraggio a fare questo? Perché è Gesù che te lo chiede... io faccio solamente eco a lui:“Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.” (Matteo 7:12)Mi piace molto la parafrasi che fa di questo versetto la Bibbia “The Message”:"Ecco una semplice regola di comportamento: Chiedetevi cosa volete che gli altri facciano per voi, poi prendete l'iniziativa e fatelo per loro". Sommando la Legge e i Profeti di Dio si ottiene questo risultato.” (Trad.- Matteo 7:12)ConclusionePaolo ha detto:“...cerco di adattarmi ad ogni tipo di persona, purché possa parlargli di Cristo, e Cristo lo salvi. Tutto questo lo faccio per amore del Vangelo e per ricevere anchʼio con gli altri le sue benedizioni.” (1 Corinzi 9:22-23 PV)La Chiesa deve essere pronta a cambiare le sue strategie; ma per cambiare le strategie, per costruire nuovi ponti, per fornire nuovi approdi non servono gli “specialisti”.Persino un nuovo pastore sarebbe inutile, se non avesse dinanzi persone disposte a essere loro stesse il cambiamento. Gesù non ha detto che il problema fosse la mancanza di predicatori, o di pastori, o di missionari, ma di OPERAI!Come operaio nella chiesa, ciascuno deve essere pronto, ciascuna deve essere pronta a farsi carico di essere il mattone di un nuovo ponte, ognuno per parte sua, ognuno a prendere un po' di peso per formare i piloni che sostengono la via di Cristo offerta al mondo.Sei pronto, sei pronta ad essere un pezzo del pilone su cui Gesù costruirà nuovi ponti?Ma, soprattutto, sei pronto, sei pronta, a cambiare te stesso, te stessa per esserlo?Preghiamo.GUARDA LE DIAPOSITIVE DEL MESSAGGIOGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU FACEBOOKGUARDA IL MESSAGGIO IN BASSA RISOLUZIONE SU INSTAGRAM---GUARDA IL VIDEO DEL MESSAGGIO IN HD
Eva Cantarella"Festival del Classico"Circolo dei Lettori, Torinohttps://festivaldelclassico.it/https://circololettori.it/Sabato 3 Dicembre, ore 17:30Lo scudo di Achille, microcosmo del mondo omericocon Eva Cantarella // giurista e storica del dirittoSullo scudo forgiato per Achille che torna a combattere (straordinaria sintesi del mondo, connubio tra potenze della natura e lavoro dell'uomo, impressa attraverso una mirabile combinazione cromatica di metalli), Efesto «formò due belle città di uomini mortali»: un numero di versi tanto limitato quanto importante all'interno del grande dibattito sulla collocazione nel tempo della Grecia rappresentata nei poemi.Eva Cantarella"Sparta e Atene"!Autoritarismo e DemocraziaEinaudi Editorehttps://www.einaudi.it/Partendo dal racconto dell'antagonisto tra Atene e Sparta, con un'attenzione speciale alle istituzioni sociali oltre che politiche, Eva Cantarella approda al «riuso», operato da parte della cultura occidentale, di due sistemi che, di volta in volta, sono stati invocati tanto da chi aspirava a fondare uno Stato democratico, tanto da chi voleva dar vita a uno Stato autoritario, totalitario, tirannico.«Atene è diventata la città del miracolo nel discorso di Pericle per i morti del primo anno della guerra del Peloponneso, e il mito di Sparta nasce nel momento stesso in cui i trecento caddero alle Termopili: poco importa che fossero veramente trecento, che fossero o meno tutti volontari. Questi sono problemi che riguardano la storia delle due città, non il loro mito: essendo per definizione fuori del tempo, questo continua a vivere sia nelle ricorrenti rivisitazioni della cultura popolare, sia nel dibattito storico-politico».Una rilettura appassionante della rivalità tra due potenze del mondo antico che, nel corso dei secoli, sono diventate punti di riferimento per filosofi, politici, sociologi e rivoluzionari. Due città che, ancora oggi, rappresentano modelli di Stato ideali e contrapposti. Da un lato un ordinamento democratico, innovativo, aperto agli scambi e al commercio; dall'altro un mondo chiuso, conservatore, ispirato a valori di tipo militare in nome dei quali i cittadini accettavano con orgoglio le restrizioni delle libertà individuali. È cosí che sono sempre state descritte Sparta e Atene, ma come distinguere la realtà dalla rappresentazione? Dopotutto le due poleis erano nate dalla stessa cultura, parlavano la stessa lingua, onoravano gli stessi dei. Avevano combattuto fianco a fianco contro un comune nemico, i Persiani, prima di trasformarsi da alleate in nemiche. Partendo dal racconto di questo antagonismo, con un'attenzione speciale alle istituzioni sociali oltre che politiche – in particolare alla formazione del cittadino e alla condizione femminile –, Eva Cantarella approda al «riuso», operato da parte della cultura occidentale, di due sistemi che, di volta in volta, sono stati invocati tanto da chi aspirava a fondare uno Stato democratico, tanto da chi voleva dar vita a uno Stato autoritario, totalitario, tirannico.IL POSTO DELLE PAROLEAscoltare fa Pensarehttps://ilpostodelleparole.it/
Due giovani principi se ne andarono in cerca di peripezie, e come sempre accade finirono col trascorrere una vita da fannulloni; tanto che non fecero più rientro a casa. Avevano un fratello piccolo che loro chiamavano Tontolone. Questi andò alla ricerca dei fratelli e quando li trovò, loro, per gratitudine, lo presero in giro e lo canzonarono. Continue reading
Il diario di guerra di Antonio Cedrone, con le sue esperienze in Africa e Australia, è stato presentato nel suo paese d'origine a San Donato di Val di Comino.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: "Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano".Gli risposero i suoi discepoli: "Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?". Domandò loro: "Quanti pani avete?". Dissero: "Sette".Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli.Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.Poi salì sulla barca con i suoi discepoli e subito andò dalle parti di Dalmanutà.Parola del Signore.Parola del Signore.
A Piccoli Sorsi - Commento alla Parola del giorno delle Apostole della Vita Interiore
- Premi il tasto PLAY per ascoltare la catechesi del giorno e condividi con altri se vuoi -+ Dal Vangelo secondo Marco +[Dopo essere stato acclamato dalla folla, Gesù] entrò a Gerusalemme, nel tempio. E dopo aver guardato ogni cosa attorno, essendo ormai l'ora tarda, uscì con i Dodici verso Betània.La mattina seguente, mentre uscivano da Betània, ebbe fame. Avendo visto da lontano un albero di fichi che aveva delle foglie, si avvicinò per vedere se per caso vi trovasse qualcosa ma, quando vi giunse vicino, non trovò altro che foglie. Non era infatti la stagione dei fichi. Rivolto all'albero, disse: «Nessuno mai più in eterno mangi i tuoi frutti!». E i suoi discepoli l'udirono.Giunsero a Gerusalemme. Entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e quelli che compravano nel tempio; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva che si trasportassero cose attraverso il tempio. E insegnava loro dicendo: «Non sta forse scritto:"La mia casa sarà chiamatacasa di preghiera per tutte le nazioni"?Voi invece ne avete fatto un covo di ladri».Lo udirono i capi dei sacerdoti e gli scribi e cercavano il modo di farlo morire. Avevano infatti paura di lui, perché tutta la folla era stupita del suo insegnamento. Quando venne la sera, uscirono fuori dalla città.La mattina seguente, passando, videro l'albero di fichi seccato fin dalle radici. Pietro si ricordò e gli disse: «Maestro, guarda: l'albero di fichi che hai maledetto è seccato». Rispose loro Gesù: «Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico: se uno dicesse a questo monte: "Lèvati e gèttati nel mare", senza dubitare in cuor suo, ma credendo che quanto dice avviene, ciò gli avverrà. Per questo vi dico: tutto quello che chiederete nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi accadrà. Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe».Parola del Signore.Parola del Signore.