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In compagnia di Enrico Gaudenzi e con Michela Gorini si torna a parlare del cinema di un secolo fa attraverso quattro mostri sacri della cinematografia che nel 1924 firmano quattro opere straordinarie: "L'ultima risata" (Der letzte Mann) di Friedrich Wilhelm Murnau "La palla numero 13" (Sherlock Jr.) di Buster Keaton, "Rapacità" (Greed) di Erich von Stroheim, "Matrimonio in quattro" (The Marriage Circle) di Ernst Lubitsch.
Anno : 2000 Luogo : jammin festival imola Prima volta in campeggio Stanotte vi racconto del perché sono finito con altri 3 miei amici in un articolo che parlava del festival.....
In questa puntata registrata durante il "Sedicicorto Forlì International film festival", si parla del cinema di un secolo fa attraverso quattro opere di quattro diverse Nazioni (Italia, Francia, Germani e Stati Uniti) datate 1923: "Il grido dell'aquila" diretto da Mario Volpe, film propagandistico dell'epoca fascista, "La sorridente signora Beudet" (La Souriante Madame Beudet) diretto dalla regista Germaine Dulac esempio di cinema femminista e sperimentale, "Ombre ammonitrici" (Schatten - Eine nächtliche Halluzination) scritto e diretto da Arthur Robinson, fascinoso gioco di ombre che porta alla luce desideri nascosti, "Preferisco l'ascensore!" (Safety Last!) interpretato dal leggendario Harold Lloyd entrato nell'immaginario per la scena in cui il protagonista è sospeso dalle lancette di un orologio a muro di un palazzo di Los Angeles. Ne parliamo insieme ad Enrico Gaudenzi e Michela Gorini.
Correva l'anno 1923 quando Herbert Kienzle inventò a Villingen, in Germania, il primo dispositivo in grado di registrare su un apposito disco diagrammato sia i tempi di guida che quelli di riposo di un veicolo. Da allora, questo compagno di viaggio di ogni autista ha vissuto un'evoluzione continua, sia a livello tecnologico che normativo. In questo episodio Daniele Di Ubaldo, direttore Uomini e Trasporti, e Michele Latorre, direttore Trasporto Europa, ne ripercorrono la storia.
Ciao a tutte e a tutti! E' giunto. E' giunto il momento dell'anno dove le serate si stiracchiano invadendo ore straniere e le ombre viaggiano come flusso migratorio verso confini fino a poco fa inaccessibili. I fotoni che prima trovavano un delta di caduta molto più veloce, ora si possono adagiare e continuare la loro danza in un moto più lento e dolcemente interminabile. Come ormai da prassi, se i mesi primaverili giocano a fare Amleto muovendosi indecisi tra il caldo e il freddo, Giungo invece assesta dal basso in alto un colpo vigoroso con una mazza da baseball alla pallina di mercurio del termometro, che sale spedita verso vette caraibiche. Il torrido al momento non è ancora così torrido e le ore (s)vestite di sole infradito e asciugamano in vita, si godono il momento caldo, tanto atteso. Nei paesaggi orizzontali che circondano il mio quotidiano, sono lastre di acqua ad accudire cuccioli di riso che riflettono il cielo e permettono alle nuvole vaporose di rifarsi il manto, superbe; sono cilindri di paglia, fermi nei campi ad arrugginire sotto al sole come le rughe anziane su volti troppo saggi, in attesa di diventare pasto bovino a trasformare gli orizzonti in una sorta di braille per gli occhi e gli alberi sfoggiano chiome dal distinto sapore di clorofilla a permeare polmoni e anima. Il mondo continua come sempre il suo cammino nella Via Lattea, incurante del passaggio delle stagioni e ci regala momenti energizzanti da una parte e molto discutibili dall'altra, soprattutto dal punto di vista storico. Qualunque sia la vostra prospettiva ed opinione, c'è da ammettere che le pagine dei libri di storia contemporanea si stanno popolando senza sosta, sudando a volte per tenere il passo. A volte rimpiango la stasi e quando non si infangava la dignità nazionale glorificando chi invece ne aveva fatto scempio. Tralasciando questi discorsi e concentrandoci sul bello, a merito di ciò, sono reduce da una micro vacanza dove ho potuto, nuovamente, portare arti e corpo e mente, sulla terra di nessuno dove acqua e sabbia si incontrano nel loro corteggiamento di seduzione e abbandono infinito. Ho potuto immergermi, letteralmente, nelle mie amate onde paradossalmente prendendomi una pausa dalle altre, che tanto, gelose non sono. Ritemprare la mente, lo sapete meglio di me, è un atto necessario, è un atto di ribellione, di ri-acquisizione di momenti altrimenti dispersi altrove, è un atto d'amore verso se stessi o se stesse. Breve per carità, ma necessario. Mi scuserete per questa pillola di filosofia spicciola, ma quest'anno ci sono diverse cose che bollono in pentola e una deframmentazione del cervello era d'obbligo. Ovviamente non oggi, ma a tempo debito saprete tutto. Invece oggi, gioite con risa e lazzi, gaudio e corse a perdifiato, perché oggi – come dice spesso tra l'altro l'ospite di oggi – si torna a surfare essendo arrivato il nostro amato e atteso Ondedì.Prima di introdurvi il nostro anfitrione, che ormai è di casa, e la sua Onda, dobbiamo riavvolgere il nastro velocemente al millennio scorso. Correva l'anno millenovecentononmiricordo ed io ancora andavo al liceo. Con muscoli guizzanti e dreadlocks disordinati, un giorno mi recai in un negozio di dischi perché finalmente era uscito un album che stavo aspettando, di una band che avevo cominciato da poco ad amare. Comprai il cd, avidissimo lo scartai, mi innamorai del suo colore arancione e lo misi in Play nel lettore portatile, mentre la metropolitana mi inghiottiva per tornare a casa. Come ero - e sono - d'uso immersi il naso nel libretto per andare a cercare dettagli sulla registrazione, sui musicisti, lo studio di mix, ecc. Ad un certo punto mi soffermai sulla sezione ringraziamenti e lessi che una delle persone dietro al progetto chiamato Massive Attack, fermava sulla carta i suoi ringraziamenti a svariate persone e poi lessi una frase che mi colpì, che vado a citare testualmente: “Noi siamo eterni; Il nostro giorno non conoscerà mai il tramonto e si colorerà di azzurro. Forza Napoli.” Quel forza Napoli mi è rimasto impresso da allora perché ritrovai frasi simili anche negli altri dischi della band, e scoprii che il cantante e fondatore Robert Del Naja - detto 3-D - aveva origini e famigliari nel napoletano, ma non solo, era un fan devoto e praticante del Napoli calcio. Avvolgendo il nastro avanti veloce, questo ricordo così nitido, mi è tornato subito alla mente, quando il nostro ospite mi propose una raccolta di brani di cui aveva piacere e voglia di condividere, proprio in concomitanza con la vittoria dello scudetto della città partenopea. Chi mi conosce, sa fin troppo bene che del calcio in generale il mio interesse è a picco negativo, ma vi tranquillizzo subito, non sarà una puntata sul giuoco del pallone, bensì qualcosa che però parte da li e, e si sviluppa in una narrazione musicale. Quindi per oggi niente fede calcistica, ma quella che ascolterete a breve sarà un'Onda chiaramente musicale, dove parleremo di radici, ramificazioni, contaminazioni e sapori sonori. Chi meglio di Gianluca di Music Coffee Shop, autoctono partenopeo, per portarci in questo mondo meraviglioso? Nessuno. Quindi insieme al grande amico e ospite Gianluca Massa, che ci terrà per mano per questa Onda colorata di azzurro, venite a godervi questo viaggio musicale. Trovate la vostra posizione comoda nel mondo e immergetevi in questa nuova Onda.Premete play e come sempre,buon ascolto! ^_^INFO PUNTATA E GIANLUCA MASSA - MUSIC COFFEE SHOP:IL DISCO DI GIANLUCA MASSA - MUSIC COFFEE SHOP PER ONDE:https://open.spotify.com/playlist/2l68HJF1fnHURbIeKB2scQ?si=d6f00ec2654c4d34INSTAGRAM DI GIANLUCA MASSA - MUSIC COFFEE SHOP:https://www.instagram.com/music_coffee_shop/(PERSONALE):https://www.instagram.com/jeanpastenak/SAMPLE AUDIO SU ‘KARMACOMA - NAPOLI TRIP': https://www.whosampled.com/sample/118981/Massive-Attack-Almamegretta-Karmacoma-(The-Napoli-Trip)-Roberto-Paci-Dal%C3%B2-Napoli-Acoustical-Portrait-of-the-City/ - INFO ONDE: MUSICA E DINTORNIMY LINKTREE:https://linktr.ee/onde_podcastPATREON:https://www.patreon.com/onde_podcastINSTAGRAM:https://www.instagram.com/onde_podcast/TREEDOMhttps://www.treedom.net/it/user/onde:-musica-e-dintorni-podcastSPREAKER:https://www.spreaker.com/show/onde-musica-e-dintorniPAGINA UFFICIALE SU FACEBOOK:https://www.facebook.com/OndePodcastCONTATTI:onde.podcast@hotmail.comI CUSCINI di Onde: Musica e Dintorni sono stati pensati, progettati, cuciti e creati dalle sapienti mani di VALENTINA PANCERI aka:https://www.instagram.com/violet.pudding/ IL BRANO “ONDE” in testa e in coda all'episodio è stato creato, suonato e cantato da Camilla Battaglia. MUSICHE IN PUNTATA: Music Free Stock: https://www.free-stock-music.com/ Lost Paradise by Purrple Cat | https://purrplecat.com Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US plunderer by Barradeen | https://soundcloud.com/barradeen Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en_US Day Ahead by Joe Crotty | https://soundcloud.com/joecrotty Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US Too Cool For School by Audionautix | http://audionautix.com Music promoted by https://www.free-stock-music.com Attribution-NoDerivs 3.0 Unported (CC BY-ND 3.0) https://creativecommons.org/licenses/by-nd/3.0/ Vintage Memories by Schematist | http://www.schematistmusic.com Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution 3.0 Unported License https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US ChillShop by Deoxys Beats | https://soundcloud.com/deoxysbeats1 Music promoted by https://www.free-stock-music.com Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported
La storia della cantina Viberti Giovanni comincia quando il Cavalier Antonio Viberti acquista la Locanda del Buon Padre. Correva l'anno 1923 quando Antonio cominciò a produrre, nello scantinato del Buon Padre, il vino per gli ospiti della sua Locanda. All'epoca, il Dolcetto, il Barbera e il Nebbiolo erano le 3 uve vinificate in purezza dal Cavaliere e la vendita dei vini avveniva quasi esclusivamente all'interno del Buon Padre. Oggi la cantina Viberti Giovanni continua la sua storia con la terza generazione, che vede Claudio, il figlio più giovane, impegnato direttamente nelle operazioni di vinificazione e di gestione.
Ritorna il podcast di Archeologia Informatica con un appassionante racconto di un eccezionale "recupero" storico.Correva l'anno 1986 e L'Enciclopedia per ragazzi edita da Rizzoli pubblicava un volume dedicato completamente a questa "novità" dei "personal computer" che si stavano diffondendo nelle case appassionando un sempre maggior numero di ragazzi che, oltre al semplice gioco, potevano sperimentare con mano la creazione di videogiochi da loro ideati. Tra questi l'allora dodicenne Gabriele Mutarelli pubblicò su questa enciclopedia "Go To Ziri", un gioco interamente scritto in BASIC 7.0 per Commodore 128, enorme da digitare ma che tutti quelli che abbiano mai posseduto questa enciclopedia sicuramente conoscono perché avrebbero voluto digitare e provare a giocarci. In questo episodio racconteremo come finalmente questo gioco sia stato salvato dall'oblio parlando con i diretti protagonisti: Francesco Sblendorio, Andrea Pachetti e lo stesso autore Gabriele Mutarelli intervistati dal nostro Carlo Santagostino.Buon ascolto!Post di Nicola Atzori sul gruppo Facebook Commodore64&128 Italia che ha dato inizio all'impresa:https://www.facebook.com/groups/1396459017323278/?multi_permalinks=2938707553098409Articolo che riassume il recupero con il listato digitato e scaricabile a firma di Francesco Fiorentini:https://www.retromagazine.net/go-to-ziri-commodore-128-basic-v-7-0/La newsletter "4Bit" di Andrea Pachetti: https://substack.com/profile/34680587-andrea-pachetti
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7227SANTA BRIGIDA, LA MISTICA CHE HA SEGNATO LA STORIA DELL'EUROPA di Liana MarabiniSuor Cosima è indaffarata intorno al grande forno a legna, nel quale ha appena infilato quattro grandi teglie di ferro piene di biscotti. Si avvicina il Natale e le suore si sono accordate col "panaio" Ceco di dargli dei biscotti da vendere sul suo banco al mercato prefestivo. Guarda la brace soddisfatta, poi si gira verso il grande tavolo dove sta impastando le ostie: serviranno a don Maso, il confessore del monastero, per la Messa. Ma inavvertitamente la sua mano tocca una ciotola di zucchero che serviva per decorare i biscotti, che si ribalta e lo zucchero cade nell'impasto delle ostie. Perplessa, suor Cosima rimane un attimo pensierosa: buttare l'impasto non se ne parla, con quello che costa lo zucchero. Allora che fare? Si guarda in giro, indecisa. In un cesto ci sono delle uova, le ha raccolte lei stessa di mattina nel recinto delle galline. Ne prende tre, le spacca e le mette nell'impasto. Mescola il tutto, poi ha un'illuminazione. Va nella dispensa e torna con una bottiglia di liquore di anice. Ne versa un po' nell'impasto e amalgama bene tutto. Ora è contenta, ne farà dei biscotti belli profumati, ma li cuocerà sulle piastre delle ostie invece che nel forno, visto che l'impasto di base era destinato alle ostie.È il 1398 e siamo a Pistoia, nel monastero dell'Ordine del SS. Salvatore di Santa Brigida di Svezia. Suor Cosima, inventrice per errore di uno dei dolci più apprezzati in Toscana (i brigidini), fa parte delle suore che hanno costruito questo monastero, intitolato alla loro fondatrice. Le suore di questo ordine hanno la vocazione di accogliere i viandanti con grazia e carità, di pregare in contemplazione e adorazione eucaristica, di fare attività apostolica.Ma chi era santa Brigida? Di nobile famiglia, Birgitta Bengtsdotter nacque nel castello di Finsta nel 1303. Fu battezzata con il nome di Brigida in onore di santa Brigida di Kildare († 525), monaca e compatrona d'Irlanda, alla quale i genitori erano devoti.Rimase orfana della madre e, intorno a 12 anni, fu mandata presso la zia Caterina Bengtsdotter a completare la propria formazione; ancora fanciulla, Brigida ebbe le prime esperienze mistiche. Dopo aver ascoltato una predica sulla Passione di Gesù, ebbe con Lui un profondo colloquio. Alla domanda: "O mio caro Signore, chi ti ha ridotto così?", si sentì rispondere: "Tutti coloro che mi dimenticano e disprezzano il mio amore!".Verso i 13 anni, secondo le consuetudini dell'epoca, il padre la diede in sposa al giovane nobile Ulf Gudmarsson. Brigida, in realtà, avrebbe voluto consacrarsi a Dio, ma accettò umilmente la disposizione paterna, vedendo in essa la volontà divina. Le nozze furono celebrate nel 1316. Andò quindi ad abitare nel castello di Ulfasa, presso le sponde del lago Boren. Il giovane sposo, a dispetto del suo nome (Ulf significa "lupo" in svedese), era un uomo mite, animato dalla volontà di vivere secondo il Vangelo. Brigida diede al marito ben otto figli, quattro maschi e quattro femmine. Ma dopo la nascita dell'ultimo figlio, i due vissero come fratello e sorella.CHIAMATA DAL RE PER ISTRUIRE LA REGINAPer vent'anni Brigida, che aveva il titolo di principessa di Närke, visse nella città di Ulfasa, che diventò il suo universo. Un mondo che cercò di migliorare con le sue opere di bene. Malgrado la ricchezza e i titoli, Brigida conduceva una vita semplice, dirigendo personalmente i suoi servitori e svolgendo insieme a loro le incombenze domestiche, in un clima di famiglia. Brigida conobbe il maestro Matthias, uomo esperto in Sacra Scrittura, di vasta cultura e zelante sacerdote; ben presto divenne il suo confessore e si fece tradurre da lui in svedese buona parte della Bibbia per poterla leggere e meditare meglio. Don Matthias, che aveva studiato a Parigi ed era un uomo di grande erudizione, fece scoprire a Brigida le correnti di pensiero di tutta l'Europa e tutto ciò si rivelerà utile per la conoscenza delle problematiche del tempo, preparandola alla sua futura missione.Brigida venne talmente apprezzata per la sua cultura da essere chiamata dal re di Svezia Magnus IV Eriksson (1316-1374) per istruire la giovanissima regina di origine francese Bianca di Namur. Correva l'anno 1335 e Brigida, che era lontana cugina del sovrano, fu invitata a stabilirsi a corte. L'invito non si poteva rifiutare e quindi Brigida affidò i figli a due monasteri cisterciensi e lasciò temporaneamente la sua casa di Ulfasa. Si trasferì a Stoccolma, portando con sé il figlio più piccolo, bisognoso ancora delle cure materne. A corte ebbe grande influenza sui giovani sovrani e, finché fu ascoltata, la Svezia ebbe buone leggi e furono abolite ingiuste e inumane consuetudini, come il diritto regio di rapina sui beni dei naufraghi. Inoltre, furono mitigate le tasse che opprimevano il popolo.Man mano che la regina cresceva, manifestando un'eccessiva frivolezza (favorita dal marito), la vita di corte andò diventando molto mondana. Brigida si trovò messa da parte e a questo punto, senza rompere i rapporti con i sovrani, approfittando di momenti propizi e del lutto che l'aveva colpita con la morte nel 1338 del figlio Gudmar, lasciò la corte e se ne ritornò a casa sua, ritrovando nel castello di Ulfasa i figli, il marito e la gioia della famiglia.Nel 1341 i due coniugi festeggiarono le nozze d'argento: Brigida e Ulf decisero di recarsi in pellegrinaggio a Santiago di Compostela. Fu l'evento che segnò una svolta decisiva nella vita dei due, che già da tempo vivevano vita fraterna e casta. Nel viaggio di ritorno, Ulf scampò alla morte grazie ad un prodigio e così i due coniugi decisero concordemente di abbracciare la vita religiosa. Ulf fu accolto nel monastero cisterciense di Alvastra, mentre Brigida si trasferì in un edificio annesso allo stesso monastero, dove restò quasi tre anni, fino al 1346, curando i malati e aiutando la povera gente; provvide anche a dare un onesto lavoro alle giovani povere che sarebbero altrimenti cadute nel giro della prostituzione. Ulf morì il 12 febbraio 1344, assistito dalla moglie.LE VISIONI DI CRISTODopo la morte del marito, Brigida visse momenti di grande solitudine ed introspezione ad Alvastra, un castello regalatole dal re, con terre e donazioni comprese. Stava ore in adorazione nella piccola cappella del castello e ripresero a manifestarsi le visioni in cui Cristo la spingeva ad operare per il bene del Paese, ma anche dell'Europa e della Chiesa.Pian piano prese forma nella sua mente l'idea di dare alla Chiesa un nuovo ordine religioso - che sarà detto del Santo Salvatore - composto da monasteri "doppi", cioè di religiosi e suore, rigorosamente divisi e il cui unico punto d'incontro era in chiesa per la preghiera in comune; ma tutti sotto la guida di un'unica badessa, rappresentante la Santa Vergine e con un confessore generale.L'Ordine del Ss. Salvatore si ispirava alla Chiesa primitiva, raccolta nel Cenacolo attorno a Maria; la parte femminile era formata da 60 religiose e quella maschile da 25 religiosi, di cui 13 sacerdoti a ricordo dei 12 Apostoli con san Paolo, 2 diaconi e 2 suddiaconi rappresentanti i primi 4 Padri della Chiesa, e 8 frati. Riassumendo, ogni comunità doppia era composta da 85 membri, dei quali 60 suore che con i 12 monaci non sacerdoti rappresentavano i 72 discepoli, più i 13 sacerdoti come sopra detto. Il gioco di numeri rientrava nel gusto del tempo per il simbolismo. Rappresentare gli apostoli e i discepoli era un richiamo concreto a vivere come loro erano vissuti; senza dimenticare che in quell'epoca non esisteva crisi di vocazioni e ciò permetteva di raggiungere senza difficoltà il numero di monache e religiosi prescritto per ogni doppio monastero.Brigida non tardò a mettere in pratica questa idea ed iniziò i lavori di ristrutturazione di Alvastra, che durarono molti anni, anche perché papa Clemente VI non concesse la richiesta autorizzazione per il nuovo ordine, in ottemperanza al decreto del Concilio Ecumenico Lateranense del 1215, che proibiva il sorgere di nuovi ordini religiosi. Decisa a convincerlo della bontà del suo progetto, nell'autunno del 1349, Brigida si recò a Roma, accompagnata dalla figlia Caterina, con un doppio scopo: voleva vivere lì l'Anno Santo del 1350, ma anche - e soprattutto - intendeva sollecitare il Papa, quando sarebbe ritornato a Roma, a concedere l'approvazione per la creazione del nuovo ordine (purtroppo, questa fu concessa solo nel 1370 da papa Urbano V).IL PRIMO MONASTEROBrigida era giunta a Roma accompagnata non solo dalla figlia, ma anche da altre tre persone molto importanti per lei: il suo confessore, il segretario Pietro Magnus e il sacerdote Gudmaro di Federico, Alloggiò brevemente nell'ospizio dei pellegrini presso Castel Sant'Angelo, e poi nel palazzo del cardinale Ugo Roger di Beaufort, fratello del papa, che vivendo ad Avignone, aveva deciso di metterlo a disposizione di Brigida, la cui fama era giunta anche alla Curia avignonese. Roma fece una brutta impressione a Brigida, cosa che risulta dai suoi scritti, in cui parla di «una città popolata di rospi e vipere, le strade piene di fango ed erbacce, il clero avido, immorale e trascurato». Brigida aggiunge che «si avverte fortemente la lontananza da tanto tempo del Papa»: così, cominciò a scrivere al Pontefice, descrivendo nelle sue lettere la situazione a dir poco decadente della città e spronandolo a ritornare nella sua sede. Ma le sue parole cadevano nel vuoto. Il sogno di Brigida era vedere l'Europa unita e in pace, governata dall'imperatore e guidata spiritualmente dal Papa.
PENDENTE: Rubrica su Cinema, letteratura, fumetto ed esperienze culturali
Quando viene dicembre...beh, anni fa significava una sola cosa: Disney. Un cartone animato che riuniva tutti quanti in sala per passare un'ora e mezza all'insegna del divertimento e dell'intrattenimento. Ne sono cambiate di cosa da allora e la Disney ha smarrito la retta via ma ho deciso di ripercorrere la mia personale storia con questa casa di produzione che ha fagocitato l'industria hollywoodiana ma che un tempo era capace anche di offrire un po' di arte e passione. Correva il 2001. Nessuna torre era ancora crollata e il mondo sembrava relativamente più sicuro. "Le follie dell'Imperatore" era giunto in Italia e con lui il trailer del nuovo classico Disney da guastare durante le festività natalizie. L'estratto del 41esimo film canonico della produzione Disney prometteva molto bene: avventura, epicità, mistero e fantasia e tutto alla portata di un pubblico più maturo. In apparenza. "Atlantis - L'impero perduto" fu una colossale fregatura ma forse qualcosa di buono da dire c'è su questo film. Forse.
Correva l'anno 2018 quando Luca Barilla e Michela Petronio, coppia imprenditoriale e nella vita, acquisiscono Pastiglie Leone, storico marchio italiano di caramelle nato ad Alba nel 1857 da Luigi Leone e che negli anni Trenta viene acquisita dalla famiglia Monero.Come raccontano in un'intervista rilasciata in questi giorni a LaRepubblica Torino, Luca Barilla e Michela Petronio, oggi proprietari insieme ai figli del brand, avevano voglia di puntare su un marchio del food italiano da rafforzare e potenziare, e quale scommessa migliore se non quella di una realtà storica e già molto apprezzata come Pastiglie Leone.La coppia riuscì a giungere ad un accordo con l'ex proprietà proprio perché fortemente convinta della potenzialità dell'azienda: “Luigi Leone è stato un innovatore - racconta Michela Petronio a LaRepubblica - Ha creato lo zuccherino digestivo, mettendolo in piccole latte portatili e ricaricabili. Noi intendiamo continuare su questa strada, inventando prodotti che resistano nel tempo".
Puntata speciale registrata durante il "Sedicicorto Forlì International film festival", dove si parla del cinema di un secolo fa. Correva l'anno 1922 e venivano distribuiti 3 pietre miliari della storia del cinema: "Nosferatu il vampiro" di Friedrich Wilhelm Murnau, "Dottor Mabuse" di Fritz Lang, "Femmine Folli" di Eric von Stroheim. Ne parliamo insieme al professore di storia e critico Enrico Gaudenzi, Michela Gorini ed Emilio Occhialini
Questo podcast è dedicato a Balto, protagonista di un lungometraggio animato dedicatogli da Spielberg nel 1995.Correva l'anno 1925 quando a Nome, in Alaska, scoppiò un'epidemia di difterite, malattia infettiva che colpisce prevalentemente i bambini. Il piccolo villaggio isolato si trovò in inverno inoltrato a corto di scorte di anatossina difterica e fu costretto a chiedere tutto l'aiuto possibile per raggiunge il rifornimento di vaccini più vicino, a circa 1700 km. Le condizioni metereologiche non permettevano l'utilizzo di mezzi aerei per il soccorso e anche le navi erano impossibilitate a navigare e ad attraccare a causa della presenza degli iceberg. L'unica soluzione possibile era rappresentata dalle staffette dei cani slitta, al tempo utilizzate per trasportare la posta. Balto fu solo l'ultimo degli sled-dog che si avvicendarono in questa corsa verso la salvezza.Storia in podcast di Focus celebra il più grande amico dell'uomo, il cane, in un ciclo di brevi podcast in cui racconta la vita di alcuni dei cani più famosi della Storia. La nostra convivenza con i quattro zampe si perde nella notte dei tempi, l'origine del rapporto fra le due specie si colloca fra 30.000 e 36.000 anni fa.Interpretato da Mario Cagol.https://storiainpodcast.focus.it - Canale Personaggi ------------Storia in Podcast di Focus si può ascoltare anche su Spotify http://bit.ly/VoceDellaStoria ed Apple Podcasts https://podcasts.apple.com/it/podcast/la-voce-della-storia/id1511551427.Siamo in tutte le edicole... ma anche qui:- Facebook: https://www.facebook.com/FocusStoria/- Gruppo Facebook Focus Storia Wars: https://www.facebook.com/groups/FocuStoriaWars/ (per appassionati di storia militare)- YouTube: https://www.youtube.com/user/focusitvideo- Twitter: https://twitter.com/focusstoria- Sito: https://www.focus.it/cultura
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In questi giorni si è celebrato a Piazza Affari un po' in sordina il ventesimo compleanno dalla prima quotazione dei primi ETF sul listino italiano.Correva, infatti, il 30 settembre 2002 quando fu per la prima volta possibile negoziare a Piazza Affari come se fossero azioni degli ETF ovvero dei fondi low cost “replicanti”.La memoria tradisce e siamo andati a vedere quali furono questi primi ETF quotati ed erano 3 e tutti con sottostante l'azionario europeo e, in particolare, l'indice Eurostoxx 50 che raggruppa le principali società quotate nel Vecchio Continente come capitalizzazione.Fra questi il Lyxor Euro Stoxx 50, che da quella lontana quotazione, nonostante tutte le magagne di cui ha sofferto l'Europa (e continua a soffrire)e le fasi molto negative è salito di circa il 163% pari a un non disprezzabile 4,95% medio annuo.Nello stesso periodo di tempo, siamo andati per curiosità a vedere cosa ha fatto la media dei fondi d'investimento di categoria secondo l'indice ufficiale, ovvero il Fideuram Azionari Area Euro, che traccia l'andamento di tutti i fondi italiani della stessa categoria. Nello stesso periodo, il rendimento è stato del +99,8% con un rendimento medio annuo composto del 3,51%. Fra i fondi cosiddetti attivi e quelli cosiddetti passivi (gli ETF) la differenza media è stata quindi dell'1,43% all'anno che hanno creato nel tempo una bella differenza come si può notare.
TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7022CHI HA INVENTATO LA GUERRA DI PROPAGANDA? di Rino CammilleriPrima dei giacobini, la guerra era guerra e basta. Il re confinante invadeva un pezzo della tua terra, ci piantava la sua bandiera e tutto finiva lì. Gli occupati dovevano solo pagare le tasse a qualcun altro. Pensate all'Alsazia-Lorena, prese e riperse in un avanti-indietro secolare. Ma coi giacobini tutto cambiò. Non volevano solo le tasse ma anche l'anima. Coccarda tricolore, certificato di civismo, ateismo obbligatorio e alberi della «libertà» che se non ti ci scappellavi davanti finivi sulla ghigliottina.Era cominciata la guerra ideologica e, perciò, anche di propaganda. Uno di quelli che non sopportò la novità, il capo vandeano Charette, così arringava i suoi: «Parlano di Patria, ma noi la nostra l'abbiamo sotto ai piedi, loro nella testa». Sciamati i giacobini anche in Italia, gli italiani, tanto per cambiare, si divisero: gli «illuminati» con l'invasore, gli altri con gli Insorgenti. Poi venne il Risorgimento, e la propaganda esplose. La faccio breve con un esempio. L'Italia, terra natale della musica (per chi non lo sapesse, ancora oggi tutti i termini tecnici della musica internazionale sono in italiano: pianoforte, solo, virtuoso, adagio, bravo, fiasco...), si tiene un inno scritto da uno che manco sapeva leggere uno sparito, laddove le Due Sicilie si erano affidate a Paisiello e i tedeschi ad Haydn, tanto per dire.Il parossismo lo si raggiunse, ovviamente, col fascismo, anche perché la propaganda di regime poteva ora giovarsi della radio e del cinema. Ma la toponomastica, anche dei viottoli, aveva già provveduto a mutare il volto della nostre contrade. Non c'era villaggio sperduto senza una sua via Garibaldi, Cavour, Mazzini, e via nomenclando. Gli antichi nomi delle strade, che servivano a orientarsi? Spazzati a tappeto. Evvabbè, così è. Infine, venne la Liberazione. I comunisti, penalizzati dal vecchio regime, tornarono alla grande. E pure i mafiosi, su navi americane. Facemmo la solita guerra civile (noi italiani l'abbiamo nel dna fin dai tempi di Romolo e Remo) e, assestatasi la Repubblica, per qualche anno potemmo almeno non venire assordati dalla propaganda di stato.Ci inciampai, però, nel 1960. Correva il Centenario della Spedizione dei Mille e io, scolaro decenne siciliano, mi ritrovai a sfilare in piazza vestito da garibaldino. Mio padre alla stessa età aveva dovuto sfilare in camicia nera, ma almeno gliela passò lo Stato gratis. Io invece quella rossa dovetti comprarmela. E mio padre sborsò, perché un bambino di dieci anni non venisse emarginato dalla classe e dai maestri. Poi, gli studi - miei personali, mica quelli scolastici - mi rivelarono che avevo celebrato il centenario dei Liberatori che avevano trasformato noi siciliani in miserabili straccioni costretti all'emigrazione.Dico così perché sono un reazionario? Allora ecco la testimonianza del mio quasi omonimo Andrea Camilleri (con una emme sola), l'autore di Montalbano, lo scrittore che, per sua ammissione, prese la tessera del Pci nel 1943. Camilleri, in una lettera aperta su «Repubblica», mise in puntini sulle «i» con certo risorgimentalismo di maniera e ricordò, tanto per dirne una, che c'erano ottomila telai in Sicilia prima dell'arrivo dei Piemontesi. Due anni dopo non ce n'era più neanche uno. Erano finiti tutti a Biella. Ebbene, i giovani sappiano che ormai la propaganda spiana la strada alle guerre, le cavalca e infine si stende come una cappa sulle nuove generazioni. I giacobini oggi hanno anche la televisione e l'informatica. Ma ogni tanto esagerano, e i loro tormentoni si tramutano in boomerang: per quanto riguarda l'attuale guerra, fate un giro sui social e vedrete. La contromossa loro è dichiarare «fake» tutto quello che contraddice la loro narrazione. Dovesse fallire anche questa, metteranno mano al codice penale. Estote parati.Nota di BastaBugie: Wlodzimierz Redzioch nell'articolo seguente dal titolo "Disinformazione di guerra, vecchio vizio: l'esempio di Katyn" spiega che non da oggi la disinformazione è una delle armi più potenti in tempo di guerra. L'esempio più clamoroso è il massacro di 14.500 ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, ad opera dei sovietici. Ma per ben 50 anni i russi hanno continuato a negare la responsabilità addossandola ai tedeschi nazisti.Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 14 aprile 2022:La prima vittima della guerra è la verità, lo sappiamo. Si combatte non soltanto sui campi di battaglia ma anche nei media, particolarmente nei nostri tempi nei social. Al punto che diventa sempre complicato accertare cosa avviene e chi ne è responsabile, come la guerra attuale in Ucraina dimostra abbondantemente. Ma la disinformazione non è nata certo oggi; anzi il caso più clamoroso risale alla Seconda guerra mondiale e vede per protagonista quella che anche oggi è una parte in causa: la Russia, che allora era Unione Sovietica. Stiamo parlando del massacro di oltre 14500 ufficiali polacchi nella foresta di Katyn, uno dei più spaventosi crimini dei sovietici durante la Seconda guerra mondiale, negato fino ai tempi recenti: tale crimine fu riconosciuto soltanto dal presidente Boris Eltsin nel 1992. Vale la pena ricordare questa storia, anche nel contesto di tutto quello che succede in Ucraina.Il 1° settembre, con l'attacco alla Polonia, la Germania di Hitler scatenò il secondo conflitto mondiale. Hitler invase la Polonia, dopo aver stretto un patto con l'Unione Sovietica, il famoso patto Ribbentrop-Molotov che gli garantiva la collaborazione dei sovietici. Il 17 settembre 1939 la Polonia fu attaccata a tradimento sul secondo fronte dalla Russia sovietica. Oltre 200.000 polacchi furono fatti prigionieri dai sovietici. Una parte dei semplici cittadini furono rilasciati in un tempo relativamente breve, altri furono mandati nei campi di lavoro. Invece gli ufficiali polacchi furono imprigionati dai sovietici in speciali campi gestiti dall'NKVD (Commissariato del popolo per gli affari interni, cioè servizi di sicurezza sovietici,) a Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov.All'epoca il diritto internazionale aveva già convenzioni che regolavano il trattamento dei prigionieri di guerra e della popolazione civile dei belligeranti: la Convenzione dell'Aia. Ma l'Unione Sovietica non era firmataria della Convenzione e quindi non era legalmente obbligata a sottomettersi alle sue regole. Nei campi dell'NKVD si svolgevano attività di propaganda pro-sovietica: gli ufficiali sovietici appositamente delegati ai campi cercarono di reclutare polacchi per collaborare, ma la stragrande maggioranza rifiutava tale collaborazione. All'inizio del 1940, le autorità sovietiche decisero di uccidere i prigionieri di guerra polacchi. Il 2 marzo 1940 il capo dell'NKVD, Beria scrisse a Joseph Stalin una lettera in cui definiva i polacchi "nemici dell'URSS" e suggeriva di giustiziarli. Il piano di Beria fu approvato dal Politburo comunista: il documento fu firmato tra gli altri dallo stesso Stalin e dal ministro degli esteri Molotov.L'eccezionalità del genocidio di Katyn sta nel fatto che i capi di un Paese presero la decisione di eliminare l'intero vertice dell'esercito di un altro stato. L'eliminazione degli ufficiali polacchi s'inseriva nella linea politica generale dell'URSS: la Polonia doveva diventare parte dell"«Unione mondiale delle repubbliche sovietiche», quindi bisognava eliminare quei gruppi socio-professionali percepiti come anticomunisti, persone che erano "leader" della società. Ecco perché è stata presa la decisione di uccidere non solo ufficiali militari, poliziotti, guardie carcerarie, ma anche circa diecimila altri prigionieri, l'élite della società polacca (attivisti politici e sociali, giudici, funzionari statali). I prigionieri venivano fucilati uno ad uno con un colpo alla nuca. Nella foresta di Katyn furono assassinati oltre 14.500 ufficiali polacchi, invece negli altri luoghi furono uccise 7305 persone. I sovietici fecero di tutto per nascondere le tracce del loro crimine.Per i sovietici in realtà i crimini di questo genere non erano una novità: durante la Grande Purga - una vasta repressione avvenuta nell'URSS voluta da Stalin per epurare il Partito comunista da presunti cospiratori – circa 680 mila persone furono fucilate in un solo anno e mezzo (1937-1938). Nello stesso periodo l'NKVD eseguì la cosiddetta "operazione polacca": fu un'operazione di pulizia etnica di massa anti-polacca durante la quale furono uccisi più di 110 mila polacchi residenti nell'Unione Sovietica, cioè il 22% di tutta la popolazione polacca dell'URSS. I polacchi, bollati come "spie" e "nemici", venivano giustiziati con un colpo alla nuca. Anche questo genocidio compiuto dai sovietici rimane sconosciuto all'opinione pubblica mondiale. Il 22 giugno 1941 la Germania nazista, rompendo il famoso "patto Ribbentrop-Molotov", invadeva l'Unione Sovietica. E proprio i tedeschi il 13 aprile 1943 scoprirono le tombe degli ufficiali polacchi a Katyn (odierna Bielorussia). Invitarono i rappresentanti della Croce Rossa Internazionale per partecipare all'esumazione dei corpi sepolti nelle fosse comuni. Secondo esperti indipendenti, non c'era dubbio su chi fosse il responsabile dell'omicidio. La divulgazione da parte dei tedeschi della notizia del genocidio di Katyn divenne un problema internazionale, anche perché riguardava l'intera coalizione antinazista di cui l'Unione Sovietica faceva parte. Per questo motivo Stalin voleva addossare la responsabilità del crimine alla Germania.
Mezzo secolo di norme. Correva l'ottobre del 1973 e la guerra dello Yom Kippur faceva sprofondare l'Italia in quel periodo che sarà ricordato come “austerity”. In questo contesto nasce, nel 1976, la prima “Norma per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici” (Legge 30 aprile 1976, n. 373...
Correva l'anno 2012 e gli sposi erano convinti che tutto sarebbe andato bene perchè in location avevano una referente solo per loro.Ma, mistero dei misteri, quel giorno la referente scompare.Quindi... ne sono capitate di tutti i colori.Ascoltate il podcast e se avete voglia di condividere con me quello che è capitato al vostro matrimonio, contattatemi per raccontarmelo!www.rockweddingplanner.itinfo@rockweddingplanner.it
Giovanna Amati è stata l'ultima donna ad aver partecipato a un Gran Premio di Formula1. Correva a bordo della Brabham BT60B, motore Judd. Correva in un mondo di uomini, e solo uno che la salutasse. Il suo nome era Ayrton Senna. Il primo sabato di aprile del 1992 arrivò nelle prove a 9 secondi da lui, restando fuori dalla griglia di partenza. Da allora, nessun'altra donna ha guidato una vettura di F1. Ma prima di lei, di donne al volante ce n'erano state molte. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices
Imprecazioni su imprecazioni. Sono queste a smuovere la creatività di Richard Drew che decide di andare in soccorso dei suoi amici carrozzieri inventando per loro un nastro adesivo abbastanza potente da incollarsi e abbastanza delicato da staccarsi senza distruggere il supporto a cui aderisce. Lo scotch appunto. Correva l'anno 1930 e nell'America della crisi economica lo scotch diventa la manna dal cielo.
Lo strano movimento del tempo che non si pubblicizza.
Correva l'anno 1990 quando una donna metteva piede in una struttura manicomiale con il compito di gestire, controllare e assistere una fetta di umanità 'residua'.
Correva il 2016. Andrea era a Luca. Lucio era ancora tra noi. C'era un podcast che si leggeva come si scriveva, e si scriveva come si leggeva. E da questi microfoni, profetici, sapevamo prevedere il futuro.
Correva l'anno 2012, il piccolo Führer era allora follemente innamorato di una giovane fanciulla Valentina (gli dedicai il mio primo testo) a Calvera/Potenza. In quelli anni mentre seguivo le trasmissioni di arte contemporanea (di Carlo Vanoni) spesso scrivevo poesie che aiutavano a sognare e amare profondamente la vita.
Correva l'anno 1963, quando entrò in vigore la legge che confermava un sistema di previdenza speciale, riservato ai Consiglieri di Stato ticinesi, sin dal 1955. Quel sistema, leggermente aggiornato, è durato oltre 50 anni e prevede il versamento di un vitalizio (a carico dello Stato) al membro dell'Esecutivo cantonale dal momento in cui lascia la carica, indipendentemente dalla sua età. Una posizione particolare poiché i Consiglieri di Stato non sono affiliati alla Cassa pensioni dello Stato (IPCT).Nel 2015 la politica cantonale ha mosso i primi timidi passi verso una revisione della legge approvando il principio della fine dei privilegi; un principio che però non ha trovato un'applicazione pratica fino al 2019 quando il Partito socialista ed il sindacato VPOD lanciarono, con successo, un'iniziativa denominata Basta privilegi per i Consiglieri di Stato. Lo scorso mese di ottobre, il Gran Consiglio, ha approvato l'iniziativa a larghissima maggioranza con 75 voti favorevoli e 4 contrari e un astenuto.La vicenda sembrava poter essere archiviata ma, per il Movimento per il socialismo (MPS), i privilegi concessi agli attuali Consiglieri di Stato continuerebbero, attraverso un previsto aumento del loro stipendio fino a circa 33'000 franchi annui. Altri privilegi, come il rimborso forfettario delle spese, sono pure nel mirino del referendum, lanciato con successo, dall'MPS, che ritiene, nel suo insieme, ancora troppo oneroso il trattamento riservato ai membri dell'Esecutivo cantonale.In vista del voto popolare previsto per il 13 giugno ne discutiamo con:Pino Sergi, Gran consigliere, MPS;Samantha Burgoin, Gran Consigliera, I Verdi. Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
di Valentina De Poli | Il 25 marzo è la data in cui, secondo chi se ne intende, comincia il viaggio del Sommo Poeta nell'aldilà, ovvero: la Divina Commedia. Correva l'anno 1300. Era l'ottobre del 1949, invece, quando iniziava un altro viaggio: quello di Topolino-Dante e Pippo-Virgilio all'Inferno. L'Inferno di Topolino non è l'unica rivisitazione disneyana della Commedia dantesca: anche Paperino ha vissuto il suo personalissimo Inferno. Se quella di Mickey è entrata nel mito ed è molto vicina alla sua fonte letteraria originale, l'esperienza infernale di Paperino, invece, è meno conosciuta. Ma Valentina la sente più "sua", perché parte dalla quotidianità del papero - che poi è la nostra! - complici un sonnellino e una giornata molto movimentata. Come se la caverà a tu per tu con il diavolo? Lo scopriremo nell'episodio in cui, ancora una volta, avremo la prova che Paperino è tutti noi. Ed è anche un po'... Dante: ascoltare per credere! Quale miglior modo per festeggiare il Dantedì?
Correva l'anno 2014. Il 13 febbraio la direzione del Pd approva una mozione con cui, nella sostanza, si sfiducia il governo guidato da Enrico Letta, in carica dal 28 aprile 2013, per aprire una fase nuova con un altro esecutivo. Matteo Renzi fu l'artefice di questa manovra. Dopo aver vinto le primarie, Renzi si prese la segreteria del Pd e iniziò la sua scalata fino alla Presidenza del Consiglio e la vittoria alle elezioni europee del 2014. Enrico Letta , cattolico popolare, economista, viene messo da parte, nonostante sia stato uno delle colonne portanti della fondazione di quel partito, nato dalla confluenza dei Democratici di Sinistra e della Margherita, cioè la tradizione post comunista e postdemocristiana. Letta andò ad insegnare a Parigi, abbandonò nei fatti la politica. Le recenti dimissioni di Nicola Zingaretti e la nuova fase politica nazionale con le dimissioni di Giuseppe Conte e l'avvio del Governo di Mario Draghi, pongono il Pd davanti ad un bivio epocale: ritrovare la strada maestra oppure estinguersi nel breve periodo per mancanza di una identità. Il ritorno di Enrico Letta non è detto che risolve il dilemma, ma certamente offre al Pd una guida autorevole che lavora per un progetto politico già avviato da Zingaretti: un centrosinistra alleato al nuovo M5s di Giuseppe Conte. L'obiettivo è avere un ruolo di maggior peso nel Governo Draghi e presentarsi alle elezioni del2023 con un cartello forte. Non sarà una passeggiata per l'anti renziano Letta, perché all'interno del Pd rimangono correnti, comitati di affari, notabili illustri e nascosti, trappole che potranno scattare in ogni momento.
Madre non è solo chi genera la vita, ma chiunque genera un futuro migliore per tutti.Questo fecero le 21 donne meravigliose nel 1946: le "Madri Costituenti”.Crediamo in un mondo migliore dove non ci siano distinzioni di alcun genere. Questo è il mondo che MYPLACE ogni giorno cerca di costruire.Auguri a tutte le donne del mondo!Iscriviti al webinar di “Giovedì in Diretta” su https://myp.srl/webinar/********Mario Alberto Catarozzo - Formatore e Business Coach professionista• https://mariocatarozzo.it | https://myp.srl• FACEBOOK: https://facebook.com/MarAlbCat• LINKEDIN: https://it.linkedin.com/in/macatarozzo• TWITTER: https://twitter.com/MarAlbCat• INSTAGRAM: https://www.instagram.com/mariocatarozzo• TELEGRAM: http://t.me/COACHMAC_official• BUONGIORNO FELICITÀ: https://www.facebook.com/groups/buongiornofelicita
Un piccolo passo per l'uomo un grande passo per l'umanità!Correva l'anno 1969 quando l'uomo ha conquistato la Luna... ma come ci siamo arrivati? E soprattutto... perchè?
Nella solennità di Natale dell’800, con l’incoronazione di Carlo Magno, a Roma, nacque il Sacro Romano Impero al quale era riservata la missione di propagare il regno di Cristo nelle regioni barbare del Nord, e di mantenere l’unità europea, sotto la direzione del Romano Pontefice. Correva l’anno 800. Era il giorno di Natale.
La critica. Nella vita puoi fare tutto il possibile per far emergere l'annoso problema del crimine, puoi combattere la mafia, la camorra, la ndrangheta, il malaffare, la criminalità organizzata, puoi essere messo sotto scorta perché le tue denunce ti sono costate minacce, puoi essere stato uno dei giornalisti più impegnati contro la criminalità organizzata…ma se ti azzardi a criticare il "capo"...tutto questo svanisce…il "capo" non si critica…il "capo" è intoccabile…il "capo" è il "capo"...e se tocchi il "capo"... Correva l'anno 2008 e in data 11 dicembre nella seduta numero 72, il consiglio comunale di Verona, conferiva la cittadinanza onoraria allo scrittore Roberto Saviano, motivazione?: "Per dare attuazione ai sentimenti della solidarietà manifestata, si propone di offrire allo scrittore Roberto Saviano la cittadinanza onoraria della Città, esprimendo con questo gesto il senso del dovere morale di una Comunità che intende rendere omaggio ad un uomo coraggioso che in forza soltanto della sua dignità e del suo amore per la giustizia è diventato simbolo della lotta all'attività camorristico-mafiosa ed esempio di forte impegno civile nel ricordo delle migliaia di vittime, contro la piaga della criminalità organizzata". "...uomo coraggioso…simbolo della lotta all'attività camorristico-mafiosa…nel ricordo delle migliaia di vittime…" Beh, sapete come è andata finire? Gliela hanno tolta…gli hanno tolto la cittadinanza onoraria…capito? Perché? Come minimo si sarà iscritto alla Sacra Corona Unita…alla Camorra…alla Ndrangheta…avrà fatto una rapina a mano armata…no, niente di tutto questo…ma allora che cavolo devi fare, per farti togliere la cittadinanza onoraria con simili motivazioni? La motivazione principale, secondo l'opposizione, starebbe nelle troppe critiche di Saviano al leader della Lega, Matteo Salvini…capito? Chi critica il "capo" non è degno di avere la cittadinanza onoraria…per cui poco conta se vivi sotto scorta perché hai denunciato la mafia…il "capo" non deve essere toccato. Ma non finisce qui…sapete chi ha proposto la revoca? Tal…no il nome non lo faccio,(tanto se volete lo trovate da soli) non voglio dare visibilità ad un essere che afferma: “I gay sono una sciagura per la conservazione della specie” “Il sesso omosex fa venire malattie di tutti i tipi” “Le donne hanno un cervello diverso da quello degli uomini, basta leggere gli studi scientifici e guardare come parcheggiano le auto” “Se la parte sinistra del cervello di un uomo viene colpita lui smette di parlare, mentre la donna continua”. Può bastare?...Eh no non basta, perché questo tizio nel 2008 aveva votato a favore della cittadinanza onoraria…ma si sa…i tempi cambiano…i capi cambiano…e se non fai il portatore di acqua con le orecchie al capo, non diventi nessuno. P. S. mi raccomando nella vita fate di tutto…ma non criticate mai il "capo".
CAPITOLO 4 __________ Fiona salutò Emma e salì le scale per raggiungere il suo appartamento. Quando aprì la porta, Romeo le corse incontro miagolando. Sembrava molto felice di vederla. Anche Fiona era molto felice di essere finalmente a casa. Andò in cucina e appoggiò la zucca sul tavolo, poi andò in bagno. Quando tornò in cucina, Romeo era sul tavolo e fissava la zucca. Anzi, le soffiava. «Romeo, cosa succede?» chiese Fiona osservando prima lui, poi la zucca. Romeo continuò a miagolare e a rizzare il pelo. Fiona cercò di tranquillizzarlo, poi si avvicinò prudentemente alla zucca e la prese in mano, girandola a destra e a sinistra. Sembrava una zucca normalissima. Ma Romeo non ne sembrava convinto. Forse ha un odore strano? Fiona la annusò, ma non sentì nessun odore particolare. Ma lei non aveva l'olfatto di un gatto. Sì, probabilmente ha solo un odore particolare, per questo Romeo reagisce in modo così strano, pensò Fiona, sebbene una parte di lei non ne fosse tanto sicura. Prese Romeo e lo portò in salotto, poi si lavò i denti e si mise il pigiama. Ma non aveva sonno, così si sedette sul divano e accese la TV. Dato che era la notte di Halloween, in TV c'erano un sacco di film horror. Ne scelse uno a caso e iniziò a guardarlo, mentre Romeo si appallottolava vicino a lei. Nel film c'erano dei ragazzi che avevano affittato una baita nel bosco. Niente di originale, pensò Fiona. All'inizio erano tutti allegri e si divertivano. C'era la solita biondina carina che tipicamente muore per prima. Poi arrivò la sera e iniziarono a succedere cose strane. Si sentivano dei rumori, la porta cigolava. La ragazza urlò e sparì. Gli altri ragazzi erano in casa terrorizzati. Poi qualcuno bussò alla porta. Tutti trattennero il fiato. Sentirono dei passi, un'ombra si avvicinò alla finestra. L'ombra ruppe il vetro ed entrò in casa. Era una zucca gigante che sorrideva malignamente. Adesso anche Fiona si trovava nella casa e iniziò a correre in preda al panico. Doveva scappare, allontanarsi da quella terribile zucca, allontanarsi da quel posto… Uscì dalla casa e corse nel bosco. Correva e correva, ma all'improvviso era circondata da decine di bancarelle, tutte che vendevano zucche. Ma le zucche erano vive e si muovevano verso di lei. Fiona cercò di scappare, ma le zucche erano troppe e ben presto era circondata. Si girò nella speranza di trovare una via di fuga, ma non vide altro che zucche. Le zucche si avvicinarono sempre di più con atteggiamento minaccioso, diventarono sempre più grandi e i loro occhi erano come pozzi neri senz'anima da cui Fiona non riuscì a distogliere lo sguardo. Tu ci hai mangiate, adesso noi mangiamo te. Ripetevano le zucche in coro e sghignazzavano. Tu ci hai mangiate, adesso noi mangiamo te. E Fiona vide che i loro sorrisi maligni si allargavano e la loro bocca nera si faceva sempre più grande. E le zucche ridevano. Una risata senza gioia. Il buio la stava avvolgendo, presto l'avrebbero inghiottita… Una luce si fece strada fra le tenebre e la risata si spense. Due occhi rassicuranti, un viso familiare, quel pelo rosso... Romeo? Chiese Fiona stupita. E in quel momento aprì gli occhi. Si era addormentata sul divano e stava sudando. Romeo la stava fissando con quei suoi occhi verdi. Sul pavimento di fronte al divano c'era la zucca: era rotta in mille pezzi. Romeo, dopo essersi evidentemente assicurato che Fiona stesse bene, iniziò a pulirsi il pelo. Fiona restò immobile per cinque minuti buoni, fissando Romeo che si faceva la toeletta e i resti della zucca sul tappeto, troppo stordita per riuscire a pensare con chiarezza. Poi si alzò, prese un sacco della spazzatura, raccolse i pezzi di zucca e andò a buttarli nel cassonetto della spazzatura in strada, mentre il sole sorgeva e illuminava le strade di Roma.
Una situazione come questa in cui tutto o quasi tutto si è dovuto fermare non può non farci pensare. Ed è un bene farlo. Roberto Serafin prima ci riporta delle riflessioni nate attorno ad una conversazione con Luigi Casanova, guardaboschi e presidente onorario di Mountain Wilderness Italia. Dopodiché, in questo periodo in cui il non poter fare attività fisica all'aperto manca a moltissimi, Serafin ci ricorda i tempi in cui correre non era da "persone normali"...
Da Alexa alle lampadine Ikea, l'intelligenza artificiale è entrata a casa nostra. Ma come nasce la domotica? Correva l'anno 1907...
TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5950CARLO MAGNO FU INCORONATO IMPERATORE NEL NATALE DELL'800 di Roberto de MatteiSe c'è un momento di grazia e di conversione del cuore, questo è il Santo Natale, il giorno della Natività del Signore, il giorno da cui si contano gli anni del mondo. L'atmosfera familiare del giorno di Natale intenerisce i cuori più duri. [...]Ma la festa del Santo Natale non ha solo un significato individuale e familiare: ha anche, e ha avuto nella storia, un significato sociale. Il grande abate di Solesmes Dom Prosper Guéranger (1805-1875), nel suo Année liturgique, ci ricorda tre momenti del Santo Natale legati alla storia d'Europa, alle sue più profonde radici cristiane.IL BATTESIMO DI CLODOVEO, RE DEI FRANCHIIl primo di questi momenti è il battesimo di Clodoveo, avvenuto, secondo la tradizione, il 25 dicembre del 496.Clodoveo era il re dei Franchi, un popolo ancora pagano, mentre il Cristianesimo si andava diffondendo in un'Europa in preda al caos e all'anarchia, dopo la caduta dell'Impero romano di Occidente, avvenuta venti anni prima. Egli aveva sposato una principessa cattolica del popolo dei Burgundi, Clotilde. Fu lei, con l'aiuto del santo vescovo di Reims, Remigio, a portare Clodoveo alla religione cattolica, conquistandone il cuore. Clodoveo si fece battezzare, nella notte di Natale del 496.Lo storico dei Franchi Gregorio di Tours scrive che Clodoveo «si avvicinò al lavacro come un nuovo Costantino, per essere liberato dalla lebbra antica, per sciogliere in acqua fresca macchie luride createsi lontano nel tempo. E quando Clodoveo fu entrato nel Battistero, il santo di Dio così disse con parole solenni: 'Piega quieto il tuo capo, o si cauto; adora quello che hai bruciato, brucia quello che hai adorato'».Il battesimo di Clodoveo fu quello di un popolo che, con lui, entrava nella storia: i Franchi. E secondo dom Guéranger il supremo Signore degli eventi volle che il regno dei Franchi nascesse il giorno di Natale per incidere più profondamente l'importanza di un giorno così santo nella memoria dei popoli cristiani dell'Europa. Clodoveo, il fiero barbaro, divenuto mite come l'agnello, fu immerso da san Remigio nel fonte battesimale della salvezza, dal quale uscì purificato per inaugurare la prima monarchia cattolica fra le monarchie nuove, quel regno di Francia, il più bello - è stato detto - dopo quello dei cieli. LA CONVERSIONE DELL'INGHILTERRAPassarono cento anni dalla conversione di Clodoveo. Salì sul trono pontificio un grande Papa, san Gregorio Magno. Nel 596, secondo quanto si ricorda, Papa Gregorio restò commosso nel vedere un gruppo di giovani biondi e belli come angeli, sul mercato degli schiavi di Roma. Chiese chi fossero. Gli fu risposto: Angli.«Non Angli, ma Angeli», replicò il Papa, che a partire da quel momento decise di affidare ai monaci benedettini l'evangelizzazione dell'Inghilterra. Un gruppo di quaranta monaci, guidato da Agostino, poi detto di Canterbury, partì per l'isola degli Angli per propagare il Vangelo.Agostino, dopo aver convertito al vero Dio il re Eteiredo, si diresse verso la città, già romana, di York, vi fece risuonare la Parola di vita, e un intero popolo si unì al proprio re per chiedere il Battesimo. Così allora accadeva: il battesimo del Re era quello di un popolo intero, legato al suo sovrano da vincoli di indissolubile fedeltà. Fu fissato il giorno di Natale per la rigenerazione di quei nuovi discepoli di Cristo; e il fiume che scorreva sotto le mura della città venne scelto per servire da fonte battesimale a un'armata di diecimila di catecumeni, non contando le donne e i bambini. Il rigore della stagione non arrestò i nuovi e ferventi discepoli del Bambino di Betlemme che scesero nelle acque per purificare le loro anime. «Dalle acque gelide - scrive dom Guéranger - uscì piena di gaudio e risplendente d'innocenza tutta un'armata di neofiti; e nel giorno stesso della sua nascita, Cristo contò una nazione di più sotto il suo impero». Sant'Agostino di Canterbury fu l'evangelizzatore della Britannia. Dall'Inghilterra e dall'Irlanda partirono poi, al seguito un altro grande missionario, san Bonifacio, i monaci che evangelizzarono la Germania. L'INCORONAZIONE DI CARLO MAGNOUn altro illustre evento doveva ancora abbellire l'anniversario del Natale.Nella solennità di Natale dell'800, con l'incoronazione di Carlo Magno, a Roma, nacque il Sacro Romano Impero al quale era riservata la missione di propagare il regno di Cristo nelle regioni barbare del Nord, e di mantenere l'unità europea, sotto la direzione del Romano Pontefice.Correva l'anno 800. Era il giorno di Natale. A Roma, nella Basilica di San Pietro, entrò un uomo maestoso, quasi sessantenne, la cui statura quasi da gigante esprimeva la forza indomabile del guerriero, mentre i bianchi capelli e la barba rivelavano una dolcezza straordinaria. Non era un uomo qualsiasi, si vedeva immediatamente. Quest'uomo era Carlo Magno, re dei Franchi, il popolo di Clodoveo, chiamato a Roma dal Papa perché mettesse la sua spada al servizio della Croce, contro i Longobardi.Il re dei Franchi nell'anno Ottocento dopo Cristo ha già sottomesso gli aquitani e i longobardi; ha attraversato i Pirenei per domare in Spagna il potere minaccioso degli arabi; ha represso l'insurrezione dei sassoni e dei bavari; e sta in piena lotta con gli avari. Egli non è solo un guerriero. Sotto il suo influsso, le arti e le scienze fioriscono in tutta Europa. Amato moltissimo dai suoi sudditi, venerato dai suoi guerrieri, estende nelle terre che conquista la benefica influenza della Religione cattolica.Ed ora, Carlo Magno, l'erede di Clodoveo, entra nella Basilica di San Pietro, in una notte di Natale, fredda per i rigori dell'inverno, ma calda per l'atmosfera di entusiasmo che regna nella Basilica. Il re dei Franchi si inginocchia, abbassa il capo, adorando Dio fatto uomo e implorando misericordia per i suoi peccati. Si batte il petto e ricorre all'intercessione della Vergine Maria, senza accorgersi che qualcuno gli si avvicina in silenzio rispettoso. Non è un semplice sacerdote o vescovo, è un Papa, un Papa santo. Le cronache raccontano che «nel momento in cui il re si levava dall'orazione, durante la Messa, dinanzi all'altare della confessione di San Pietro Apostolo, il Papa Leone III gli giunse vicino e pose sulla sua fronte scoperta una corona. Una corona nuova, non di Re ma di Imperatore».Il Papa, san Leone III poneva la corona imperiale sul capo di Carlo Magno; e la terra attonita rivedeva un Cesare, un Augusto, non più successore dei Cesari e degli Augusti della Roma pagana, ma investito di quei titoli gloriosi dal Vicario di Colui che viene definito della Scrittura, il Re dei re, il Signore dei signori. Il popolo romano lo acclamò con queste parole: «a Carlo Augusto, coronato da Dio grande e pacifico imperatore dei Romani, vita e vittoria», mentre i franchi, battendo le lance sulle spade, levavano il grido «Natale, Natale», un grido che, dai tempi di Clodoveo, ricordava l'entrata del loro popolo nella storia.Due giorni prima dell'incoronazione un monaco di San Saba e un monaco del Monte degli Olivi a Gerusalemme avevano offerto al re dei Franchi, da parte del Patriarca, «le chiavi del Santo Sepolcro e del Calvario e quelle della città e del monte Sion con una bandiera». Era un omaggio simbolico, una nuova aureola di santità cinta alla fronte del re che aveva steso la sua protezione oltre i mari, che doveva proteggere i cristiani di Palestina, di Siria, di Egitto, di Tunisia.IL SACRO ROMANO IMPEROIn quel Natale, nella Cattedrale del Vicario di Cristo, nacque l'Impero Cattolico d'Occidente, pilastro della Civiltà cristiana medioevale - come 800 anni prima, nello stesso giorno, era nato in una mangiatoia il Bambino Gesù.Fondando la Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana, Gesù Cristo aveva posto in essa, in seme, tutte le potenzialità per generare una grande civiltà. Con l'espansione della Chiesa, con la conversione dei popoli lungo otto secoli, il seme si sviluppò, divenne una possibilità concreta, sbocciò, infine, nell'anno 800, nell'impero di Carlo Magno, benedetto e ratificato dalle mani di un santo successore di Pietro. Si aprì un'epoca in cui, come insegna Leone XIII nella enciclica Immortale Dei, «il sacerdozio e l'impero erano legati tra di loro da una felice concordia e dallo scambio amichevole di servigi» e «organizzata in tal modo, la società civile diede frutti superiori ad ogni aspettativa».Un altro Papa, Giovanni Paolo II, nel 1200esimo anniversario dell'incoronazione di Carlo Magno, ha ricordato che «la grande figura storica dell'imperatore Carlo Magno rievoca le radici cristiane dell'Europa, riportando quanti la studiano ad un'epoca che, nonostante i limiti umani sempre presenti, fu caratterizzata da un'imponente fioritura culturale in quasi tutti i campi dell'esperienza. Alla ricerca della sua identità, l'Europa non può prescindere da un energico sforzo di recupero del patrimonio culturale lasciato da Carlo Magno e conservato lungo più di un millennio».Carlo Magno fu grande non solo per le sue guerre vittoriose da un estremo all'altro d'Europa, ma soprattutto per la sua opera di restaurazione giuridica, culturale ed artistica, ispirata ai principi del Vangelo. In un'epoca di decadenza e di disordine, egli può essere considerato come il fondatore dell'Europa cristiana. Con il primo imperatore cristiano l'Occidente per la prima volta acquista coscienza di sé e si presenta sulla scena della storia consapevole della propria unità cristiana e romana.L'incoronazione di Carlo Magno è inoltre un atto pubblico e simbolico di importanza universale, destinato a esprimere, per più di un millennio, la concezione della sovranità cristiana. La fonte dell'autorità è il rappresentante di Dio in terra, perché - in terra - non esiste autorità che non provenga da Dio. In questo senso l'incoronazione di Carlo Magno può essere considerata come il Natale della Cristianità.
Nella lontana Scandinavia, su, al nord, tanto tempo fa, c'era una bestia piuttosto strana, chiamata Macli. Aveva la forma di un cavallo, ma era più grande. Ed era diverso dal cavallo, perché aveva il collo e gli orecchi straordinariamente lunghi. Il Macli si nutriva di erbe, ma pascolava andando all'indietro. Proprio così, all'indietro. Perché il suo labbro superiore era lunghissimo, talmente lungo che, se fosse andato in avanti, quel labbro gli avrebbe coperto l'erba e chiuso la bocca. Il Macli aveva le gambe tutte d'un pezzo, e perciò, quando voleva dormire, stava appoggiato ad un albero. Correva con una velocità incredibile, slanciando avanti le gambe possenti, lunghe e diritte. I cacciatori non riuscivano a catturarlo. Avevano provato a inseguirlo con i più determinati cani destrieri, avevano cercato di prenderlo al laccio, con imboscate, al varco, circondando i luoghi dove era solita pascolare, ma senza alcun risultato. Niente! Quella bestia strana e scontrosa era davvero irraggiungibile. Una notte di luna, alcuni cacciatori sorpresero il Macli nel sonno, e con grande stupore si accorsero che dormiva in piedi per via di quelle lunghe gambe che non poteva piegare. Allora, senza farsi udire, si allontanarono. La mattina seguente segarono quasi tutto il tronco di quella pianta e la sera si nascosero dietro ai cespugli vicini. Il povero Macli, dopo il tramonto, tornò al suo solito albero; si appoggiò per dormire; il tronco si spezzò, la bestia cadde e i cacciatori lo catturarono. Continue reading
Nella lontana Scandinavia, su, al nord, tanto tempo fa, c'era una bestia piuttosto strana, chiamata Macli. Aveva la forma di un cavallo, ma era più grande. Ed era diverso dal cavallo, perché aveva il collo e gli orecchi straordinariamente lunghi. Il Macli si nutriva di erbe, ma pascolava andando all'indietro. Proprio così, all'indietro. Perché il suo labbro superiore era lunghissimo, talmente lungo che, se fosse andato in avanti, quel labbro gli avrebbe coperto l'erba e chiuso la bocca. Il Macli aveva le gambe tutte d'un pezzo, e perciò, quando voleva dormire, stava appoggiato ad un albero. Correva con una velocità incredibile, slanciando avanti le gambe possenti, lunghe e diritte. I cacciatori non riuscivano a catturarlo. Avevano provato a inseguirlo con i più determinati cani destrieri, avevano cercato di prenderlo al laccio, con imboscate, al varco, circondando i luoghi dove era solita pascolare, ma senza alcun risultato. Niente! Quella bestia strana e scontrosa era davvero irraggiungibile. Una notte di luna, alcuni cacciatori sorpresero il Macli nel sonno, e con grande stupore si accorsero che dormiva in piedi per via di quelle lunghe gambe che non poteva piegare. Allora, senza farsi udire, si allontanarono. La mattina seguente segarono quasi tutto il tronco di quella pianta e la sera si nascosero dietro ai cespugli vicini. Il povero Macli, dopo il tramonto, tornò al suo solito albero; si appoggiò per dormire; il tronco si spezzò, la bestia cadde e i cacciatori lo catturarono. Continue reading
Nella lontana Scandinavia, su, al nord, tanto tempo fa, c’era una bestia piuttosto strana, chiamata Macli. Aveva la forma di un cavallo, ma era più grande. Ed era diverso dal cavallo, perché aveva il collo e gli orecchi straordinariamente lunghi. Il Macli si nutriva di erbe, ma pascolava andando all’indietro. Proprio così, all’indietro. Perché il suo labbro superiore era lunghissimo, talmente lungo che, se fosse andato in avanti, quel labbro gli avrebbe coperto l’erba e chiuso la bocca. Il Macli aveva le gambe tutte d’un pezzo, e perciò, quando voleva dormire, stava appoggiato ad un albero. Correva con una velocità incredibile, slanciando avanti le gambe possenti, lunghe e diritte. I cacciatori non riuscivano a catturarlo. Avevano provato a inseguirlo con i più determinati cani destrieri, avevano cercato di prenderlo al laccio, con imboscate, al varco, circondando i luoghi dove era solita pascolare, ma senza alcun risultato. Niente! Quella bestia strana e scontrosa era davvero irraggiungibile. Una notte di luna, alcuni cacciatori sorpresero il Macli nel sonno, e con grande stupore si accorsero che dormiva in piedi per via di quelle lunghe gambe che non poteva piegare. Allora, senza farsi udire, si allontanarono. La mattina seguente segarono quasi tutto il tronco di quella pianta e la sera si nascosero dietro ai cespugli vicini. Il povero Macli, dopo il tramonto, tornò al suo solito albero; si appoggiò per dormire; il tronco si spezzò, la bestia cadde e i cacciatori lo catturarono. Continue reading
Parole di Storie - Favole di Storie Fantastiche dal genio di Leonardo da Vinci
Nella lontana Scandinavia, su, al nord, tanto tempo fa, c’era una bestia piuttosto strana, chiamata Macli. Aveva la forma di un cavallo, ma era più grande. Ed era diverso dal cavallo, perché aveva il collo e gli orecchi straordinariamente lunghi. Il Macli si nutriva di erbe, ma pascolava andando all’indietro. Proprio così, all’indietro. Perché il suo labbro superiore era lunghissimo, talmente lungo che, se fosse andato in avanti, quel labbro gli avrebbe coperto l’erba e chiuso la bocca. Il Macli aveva le gambe tutte d’un pezzo, e perciò, quando voleva dormire, stava appoggiato ad un albero. Correva con una velocità incredibile, slanciando avanti le gambe possenti, lunghe e diritte. I cacciatori non riuscivano a catturarlo. Avevano provato a inseguirlo con i più determinati cani destrieri, avevano cercato di prenderlo al laccio, con imboscate, al varco, circondando i luoghi dove era solita pascolare, ma senza alcun risultato. Niente! Quella bestia strana e scontrosa era davvero irraggiungibile. Una notte di luna, alcuni cacciatori sorpresero il Macli nel sonno, e con grande stupore si accorsero che dormiva in piedi per via di quelle lunghe gambe che non poteva piegare. Allora, senza farsi udire, si allontanarono. La mattina seguente segarono quasi tutto il tronco di quella pianta e la sera si nascosero dietro ai cespugli vicini. Il povero Macli, dopo il tramonto, tornò al suo solito albero; si appoggiò per dormire; il tronco si spezzò, la bestia cadde e i cacciatori lo catturarono. Continue reading
Parole di Storie - Storie di Paura, dal classico alla notte di Halloween
Nella lontana Scandinavia, su, al nord, tanto tempo fa, c'era una bestia piuttosto strana, chiamata Macli. Aveva la forma di un cavallo, ma era più grande. Ed era diverso dal cavallo, perché aveva il collo e gli orecchi straordinariamente lunghi. Il Macli si nutriva di erbe, ma pascolava andando all'indietro. Proprio così, all'indietro. Perché il suo labbro superiore era lunghissimo, talmente lungo che, se fosse andato in avanti, quel labbro gli avrebbe coperto l'erba e chiuso la bocca. Il Macli aveva le gambe tutte d'un pezzo, e perciò, quando voleva dormire, stava appoggiato ad un albero. Correva con una velocità incredibile, slanciando avanti le gambe possenti, lunghe e diritte. I cacciatori non riuscivano a catturarlo. Avevano provato a inseguirlo con i più determinati cani destrieri, avevano cercato di prenderlo al laccio, con imboscate, al varco, circondando i luoghi dove era solita pascolare, ma senza alcun risultato. Niente! Quella bestia strana e scontrosa era davvero irraggiungibile. Una notte di luna, alcuni cacciatori sorpresero il Macli nel sonno, e con grande stupore si accorsero che dormiva in piedi per via di quelle lunghe gambe che non poteva piegare. Allora, senza farsi udire, si allontanarono. La mattina seguente segarono quasi tutto il tronco di quella pianta e la sera si nascosero dietro ai cespugli vicini. Il povero Macli, dopo il tramonto, tornò al suo solito albero; si appoggiò per dormire; il tronco si spezzò, la bestia cadde e i cacciatori lo catturarono. Continue reading
Questo è un "Correva l'anno" epico! Dove eravate nel 1979? Eravate nati? Quale musica si ascoltava? Come ci si vestiva? Quali film si guardavano al cinema? Ma, sopratutto, quali cartoni animati e quali sigle c'erano nel 1979? Don Chuck il Castoro London Calling Il grande Mazinga Hot Stuff L'ape Magà The Logical Song Mazinga Z My Sharona Planet O Message in a bottle Danguard Don't stop 'til you get enough Ken Falco Il pescatore (Live from Fabrizio de Andre in concerto con arrangiamenti della PFM) Jeeg Robot Born to be alive Capitan Harlock Ricorda che puoi ascoltare questo podcast anche su Spotify e iTunes
Correva l'anno 1991, tre ragazzini poco più che undicenni entravano per la prima volta nella scuola che avrebbe cambiato per sempre la loro vita. La loro storia, scritta e pubblicata 6 anni dopo, avrebbe cambiato per sempre le nostre vite di lettori. Per sempre ;) ... #unpuntofermo #unpuntofermopodcast #podcast
Dove eravate nel 1982? Eravate nati? Quale musica si ascoltava? Come ci si vestiva? Quali film si guardavano al cinema? Ma, soprattutto, quali cartoni animati e quali sigle c'erano nel 1982? Scoprilo in questa entusiasmante puntata che ti riporta indietro nel tempo come Doc. Brown! Bambino Pinocchio - Cristina D'Avena MUSICA - Cuccurucucu - Franco Battiato L'Uomo Tigre - Riccardo Zara SPORT - Beat it - Micheal Jackson Lupin Fisarmonica - Orchestra Castellina-Pasi CINEMA - Eye Of The Tiger - Survivor Hello Spank! - Aiko & Company TECNOLOGIA - I Ran - A Flock Of Seagulls La Regina dei mille anni - Cristina D'Avena TV - Ballo ballo - Raffaella Carrà Canzone dei Puffi - Cristina D'Avena CULTURA - Lamette - Donatella Rettore Lady Oscar - I Cavalieri del Re COMPETIZIONI INTERNAZIONALI - Rock the Casbah - The Clash Galaxy - Oliver Onions https://open.spotify.com/user/1166775939/playlist/0I6zM939zuJ6epvUlFMoi5?si=TgSzMRfpTQi7qiku752OAQ
Eravate nati nel 1990? Dove eravate? Cosa si guardava al cinema? Cosa si guardava in tv? Quali sigle ascoltavamo? Questo e molto altro nel primo speciale "Correva l'anno" di questa stagione. Ecco la nostra playlist del 1990: I Cavalieri dello Zodiaco - Massimo Dorati MUSICA - Vogue - Madonna Alvin rock'n'roll - Cristina D'Avena SPORT - Un'estate italiana (Notti magiche) - Gianna Nannini e Edoardo Bennato I Bobobobs - Cristina D'Avena U Can't Touch This - MC Hammer Le avventure di Teddy Ruxpin - Cristina D'Avena CINEMA - The Shoop Shoop Song (It's in His Kiss) - Cher Jenny Jenny - Cristina D'Avena TECNOLOGIA - Born to be Abramo - Elio e le Storie Tese Cri Cri - Cristina D'Avena TV - Thunderstruck - AC/DC Al circo al circo - Cristina D'Avena CRONACA - Epic - Faith No More I Cinque Samurai - Enzo Draghi COMPETIZIONI INTERNAZIONALI - Enjoy the Silence - Depeche Mode Niente paura c'è Alfred - Cristina D'Avena
Dove eravate nel 197? Eravate nati? Cosa si ascoltava in radio? Cosa si guardava al cinema? Ma, sopratutto, quali cartoni animati c'erano in tv? Questo e molto altro nell'ultimo "Correva l'anno" della stagione, quello dedicato al mitico 1987. QUESTA LA PLAYLIST Gli amici cercafamiglia MUSICA Boys - Sabrina Salerno Sandy dai mille colori SPORT Smooth Criminal - Michael Jackson Tutti in campo con Lotti Anime Usciti in madrepatria I need you tonight - INXS Juny Peperina inventatutto CINEMA (I've Had) The Time of My Life - Bill Medley e Jennifer Warnes Piccola bianca, Sibert TECNOLOGIA Where The Streets Have No Name - U2 Maple Town un nido di simpatia TV Welcome to the jungle - Guns n' roses Teneramente Licia CULTURA Faith - George Michael Jem COMPETIZIONI INTERNAZIONALI The final countdown - Europe Vola mio mini pony Ghost track
Correva l'anno, un racconto di Giulia Cabrelle.Racconti (un podcast inutile) è una coproduzione tra INUTILE » associazione culturale e Querty. Per leggere questo racconto vai alla pagina: http://rivista.inutile.eu/2018/05/attenta-a-quello-che-chiedi/(E vi chiediamo scusa per aver sbagliato accento su «pudica».)
Correva l'anno, un racconto di Giulia Cabrelle.Racconti (un podcast inutile) è una coproduzione tra INUTILE » associazione culturale e Querty. Per leggere questo racconto vai alla pagina: http://rivista.inutile.eu/2018/05/attenta-a-quello-che-chiedi/(E vi chiediamo scusa per aver sbagliato accento su «pudica».)
Correva l'anno, un racconto di Giulia Cabrelle. Racconti (un podcast inutile) è una coproduzione tra INUTILE » associazione culturale e Querty. Per leggere questo racconto vai alla pagina: http://rivista.inutile.eu/2018/05/attenta-a-quello-che-chiedi/ (E vi chiediamo scusa per aver sbagliato accento su «pudica».)
Dove eravate nel 1997? Cosa ascoltavate alla radio? Cosa c'era al cinema? Come andate conciati in giro? Ma, sopratutto, quali cartoni animati guardavate in tv? Ecco la playlist Lisa e Seya un solo cuore per lo stesso segreto (Cristina D'Avena) Musica - Maria (Ricky Martin) Alé alé alé o-o (Cristina D'Avena) Cultura - Candle in the wind (Elton John) City Hunter (Stefano Bersola) Cinema - My heart will go on (Celine Dion) Notizie da prima pagina (Cristina D'Avena) Tecnologia - Polyethylene part 2 (Radiohead) Una porta socchiusa ai confini del sole (Cristina D'Avena) TV - Labyrinth (Elisa) L'isola del tesoro (Cristina D'Avena) Moda - Spice Up Your Life (Spice Girls) Piccoli problemi di cuore (Cristina D'Avena) Competizioni internazionali - Fiumi di parole (Jalisse) Un incantesimo dischiuso tra i petali del tempo (Cristina D'Avena) Petali di stelle per Sailor Moon (Cristina D'Avena) Ghost track
Eravate nati nel 1980? Cosa si ascoltava in radio? Cosa si guardava in TV? Cosa è stato inventato? Come ci si vestiva? Ma, sopratutto: che cartoni animati sono andati in onda nel 1980? Salite con noi sulla macchina del tempo e torniamo indietro con la memoria!
Episodio numero 1 per Alberto Salerno e Gianfranco D’Amato. Trasmissione radio variegata e composta da tante rubriche interessanti, tra cui ‘Le Bruttine’ e ‘Correva l’anno’, o ‘Il Fatto del Giorno’. Registrata nello studio di casa, quindi dal taglio confidenziale ma incentrata sulla storia recente e non della musica italiana.
Episodio numero 1 per Alberto Salerno e Gianfranco D’Amato. Trasmissione radio variegata e composta da tante rubriche interessanti, tra cui ‘Le Bruttine’ e ‘Correva l’anno’, o ‘Il Fatto del Giorno’. Registrata nello studio di casa, quindi dal taglio confidenziale ma incentrata sulla storia recente e non della musica italiana.
Dove eravate nel 1992? Eravate nati? Cosa ascoltavate alla radio? Cosa guardavate in tv? Che cartoni venivano trasmessi in Italia? Cosa è successo a Sanremo? Come diavolo andavamo conciati in giro? Queste e 1000 altre cose nella puntata speciale "Correva l'anno" di Otaku - Pazzi per le sigle ... SIGLA: "James Bond Junior" MUSICA: 883 - "Hanno ucciso l'uomo ragno" SIGLA: "Gemelli nel segno del destino" SPORT: Freddy Mercury e Montserrat Caballè - "Barcelona" SIGLA: "Bentornato Topo Gigio" Cinema: Aladdin - "Il mondo è mio" SIGLA: "Cantiamo con Cristina" TECNOLOGIA: R.E.M. - "The Sidewinder Sleeps Tonite " SIGLA: "Cristoforo Colombo" TV: Double You - "Please don't go" SIGLA: "Diventeremo famose" MODA: Snap! - "Rhythm is a dancer" SIGLA: "Forza campioni" COMPETIZIONI INTERNAZIONALI: EELST - "Pippero" SIGLA: "Robin Hood" GHOST TRACK
Che sigle ascoltavamo nel 1984? Cosa si guardava in tv? Cosa si vedeva al cinema? Come ci si vestiva? Queste, e tante altre curiosità, nel primo speciale "Correva l'anno" di Otaku - Pazzi per le sigle! SIGLA: Madamoiselle Anne - Le Mele Verdi MUSICA: Self Control - Raf SIGLA: Il tulipano nero - I ragazzi della Senna SPORT: When Doves Cry - Prince SIGLA: Coccinella - I Cavalieri del Re CINEMA: Footloose - Kenny Loggins SIGLA: Puffi la la la - Cristina D'Avena TECNOLOGIA: This Charmin Man - The Smiths SIGLA: Super Robot 28 - Superobots TV: All Night Long cantato - Lionel Richie SIGLA: Ciao Ciao - Cristina D'Avena MODA: Do they know it's christmas? - Band AID SIGLA: Nana - Supergirl COMPETIZIONI INTERNAZIONALI: Per me cantare è un gioco - Diana Rubio Vasquez SIGLA: Georgie - Cristina D'Avena Ascolta le altre canzoni del 1984 nella playlist che abbiamo preparato > http://www.deezer.com/it/playlist/3586440002
Dai Pet Shop Boys a Elvis Presley
Correva l'anno 1985 quando veniva presentato Windows 1.0 e cominciava un trentennio di "finestre" all'interno dei nostri pc.In questa puntata rivivremo, grazie ad un Cicerone d'eccezione come Felice Pescatore, i 30 anni che hanno segnato la storia, nel bene e nel male, del personal computer. Un viaggio tra aneddoti e curiosità del sistema operativo più diffuso di sempre per far tornare alla mente di chi c'era i ricordi e far comprendere, a chi non c'era, come si è arrivati all'attuale Windows 10.
Ferrari California - Icona di bellezza e di tecnologia: propulsore di 4,3 litri V8 a iniezione diretta, 490 CV (30 in più della precedente versione). Telaio in alluminio firmato Scaglietti più leggero di 30 kg. Dulcis in fundo, prestazioni da paura: da 0 a 100 km in 3 secondi e 8. In pista, naturalmente. Citroën C1 Deejay - Presentata a Milano la nuova versione della piccola francese: una compagna di vita generosa, di tendenza, disponibile. Ideale per uscire anche la sera con gli amici. Beve davvero poco… Formula 1 - Miracolo a Shanghai. Nico Rosberg, figlio d’arte, entra nella leggenda con la sua prima vittoria in Formula 1 riportando sul gradino più alto del podio la Mercedes, a digiuno dai tempi di Juan Manuel Fangio. Correva l’anno 1955. Nei servizi che seguono, il neolaureato pilota, ex cathedra, ci invita ad esplorare i segreti della postura e dell’ergonomia all’interno della sua monoposto. Formula 1 - Ed ora tutti in Bahrain, a rivedere le stelle? La Mercedes ci spera, ma sono almeno due i team con il telescopio in mano: McLaren Mercedes e la stessa Red Bull con un Mark Webber dimostratosi più grintoso del compagno Vettel campione del mondo in carica. Nell’attesa ripassiamo la geometria della pista. E per concludere, le news di Autolink: - Peugeot RCZ Cup - Mercedes SL 65 AMG - Fiat 500 L - Audi A3 terza generazione
Ferrari California - Icona di bellezza e di tecnologia: propulsore di 4,3 litri V8 a iniezione diretta, 490 CV (30 in più della precedente versione). Telaio in alluminio firmato Scaglietti più leggero di 30 kg. Dulcis in fundo, prestazioni da paura: da 0 a 100 km in 3 secondi e 8. In pista, naturalmente. Citroën C1 Deejay - Presentata a Milano la nuova versione della piccola francese: una compagna di vita generosa, di tendenza, disponibile. Ideale per uscire anche la sera con gli amici. Beve davvero poco… Formula 1 - Miracolo a Shanghai. Nico Rosberg, figlio d’arte, entra nella leggenda con la sua prima vittoria in Formula 1 riportando sul gradino più alto del podio la Mercedes, a digiuno dai tempi di Juan Manuel Fangio. Correva l’anno 1955. Nei servizi che seguono, il neolaureato pilota, ex cathedra, ci invita ad esplorare i segreti della postura e dell’ergonomia all’interno della sua monoposto. Formula 1 - Ed ora tutti in Bahrain, a rivedere le stelle? La Mercedes ci spera, ma sono almeno due i team con il telescopio in mano: McLaren Mercedes e la stessa Red Bull con un Mark Webber dimostratosi più grintoso del compagno Vettel campione del mondo in carica. Nell’attesa ripassiamo la geometria della pista. E per concludere, le news di Autolink: - Peugeot RCZ Cup - Mercedes SL 65 AMG - Fiat 500 L - Audi A3 terza generazione